Ospitalità in appartamento: valore aggiunto per il turismo trentino

Da Michele Dallapiccola

Se il Trentino turistico almeno fino a prima del Covid ha macinato record su record è grazie anche alla co-presenza del dinamico tessuto dell’accoglienza privata, extra alberghiera e negli Hotel. Che in Trentino rappresentano una grandissima tradizione. 

Le strutture del turismo trentino.

A preoccuparci oggi, piuttosto la loro ricomposizione in un tessuto piuttosto rigido. Proprio come denunciava a mezzo stampa pochi giorni fa il Presidente FIMAA Severino Rigotti è forse questo il motivo a causa del quale sono davvero troppe le strutture alberghiere oggi in vendita in Trentino. 

A questa situazione, fanno da contraltare gli alloggi privati scopo turistico. In Trentino questo tipo di strutture sono figlie di un tempo dove l’espansione immobiliare ha regalato ben più di un grattacapo a parecchie amministrazioni comunali. La sindrome urbanistica da “tapparella abbassata” dopo i fasti degli anni ‘70 e ‘80, soprattutto per certe località, sembrava impossibile da superare.

La ritrovata freschezza, l’hanno permessa un’adeguata promozione oltre che piattaforme come Airbnb e similari. Hanno regalato al comparto una seconda possibilità L’estrema dinamicità del sistema, pare si rivelerà particolarmente proficua anche nella ripresa post-covid. A QUESTO LINK un interessante rappresentazione grafica della pesante situazione attuale in un realistico articolo de Il Dolomiti

Un piccolo sguardo al recente passato.

Anche il nostro gruppo politico, nel nostro precedente mandato cercò di affrontare i problemi della categoria, non scevro da qualche inciampo. Parlarne qui, ci concede l’opportunità di ribadire ancora una volta che ciò che fu particolarmente sgradito nel nostro operato, dunque percepito come sbagliato, fu portato avanti in buona fede. 

L’esempio più significativo di questo approccio fu la forfetizzazione della tassa di soggiorno. Si era modificata la norma al fine di poterla applicare con un unico pagamento forfettario di 25€ a posto letto anziché secondo le presenze come negli altri settori. Era stata pensata come forma di semplificazione e poteva essere una bella opportunità per risolvere i problemi di burocrazia e di adempimenti accessori. 

A dire il vero, inizialmente,  il disagio era piuttosto limitato e la manovra sembrava compresa. Almeno fino a quando l’APT della Val Rendena in accordo con la relativa Comunità di Valle sfruttando un’opportunità che la norma prevedeva, decisero autonomamente di raddoppiare tassa. Solo per gli appartamenti e non per gli alberghi. A quel tempo, con diretta responsabilità nella proposta di provvedimento ed in evidente conflitto di interessi poiché albergatore, sedeva in Comunità e credo anche in APT un membro dell’attuale giunta provinciale. Lanciato il sasso, si guardò bene dal mostrare la mano.

Pur in ritardo, la Provincia comprese la delicatezza della questione, intervenne e corresse lo sgradito provvedimento ritornando il prima possibile sui propri passi. Chi gestiva un singolo appartamento era pure esonerato. A QUESTO LINK, il resoconto delle audizioni di allora

Come stanno andando le cose oggi.

Che questa non sia una categoria simpatica alla persona sopra nominata lo certifica il fatto che appena insediata questa giunta ha eliminato subito questa esenzione. Piaccia o meno si tratta di una rispettabilissima scelta politica. Giudicheranno gli elettori. 

Fin qui i problemi. In chiusura vanno evidenziati anche gli aspetti positivi. La tassa infatti ha avuto dei meriti. Si diceva, “pagare tutti per pagare meno”. E così fu. L’obbligo di denuncia ai fini della tassa spinse i proprietari a cogliere questa opportunità di reddito. Da 4000 circa gli appartamenti “anagrafati” passarono a 9000 fino agli 11 mila di oggi. Certo, se tanto mi da tanto questo assessorato li vede come fumo negli occhi. Una specie di concorrenza sgradita al comparto alberghiero che potrebbe spiegare il perché di interventi di sostegno alla ricettività in appartamento, ridotti al lumicino. E giustifica pure l’esistenza di un comitato che scrive a tutti i Consiglieri Provinciali di Maggioranza e Minoranza insieme. 

L’Associazione dei proprietari degli alloggi privati.

E il peggior certificato che una giunta possa raccogliere. Attraverso la richiesta di aiuto generalizzato parallelo a quello amministrativo si permette infatti ad una categoria economica di proclamare il fallimento della capacità di ascolto e di mediazione della politica. Significa che questa categoria non solo non si sente aiutata ma che nelle parole dell’amministrazione reggente ha trovato chiusura, sordità politica e rifiuto. Se premi sul pulsante Download potrai leggere le loro richieste

Nota-Gruppi-Consiliari-PAT_10.05.2021Download

Ci penseranno i consiglieri più sensibili a portare la voce di questa categoria in aula e alla ribalta della cronaca. Se le istanze non verranno ascoltate, l’opinione pubblica ne sarà quantomeno informata. Sono fermamente convinto che questo comparto meriti più rispetto. Il turismo ripartirà da modalità di fruizione delle strutture ricettive locali, in maniera diversa. Gli appartamenti privati potranno offrirsi quale volano di questa ripresa, conquistando nuove nicchie di mercato parallele ai nostri Hotel.

E se in Trentino ritorneranno numerosi gli ospiti di un tempo, il benessere, in men che non si dica, si redistribuirà su tutti. Ne sono certo.