Ripartiamo dai Civici!

Da Michele Dallapiccola

Quante volte questa frase! E quanto spesso ne abusa la politica, specie locale? 

Ne abbiamo già parlato anche dalle pagine di questo blog. Se aprite QUESTO LINK, ci troverete un pensiero al riguardo di non molto tempo fa. E’ ancora attuale. 


Eppure la “lega salvini Trentino” questo fine settimana ci è caduta di nuovo. Non le è bastato l’esempio di un tanto rampante quanto precocemente decadente Daldoss. Quello che nel 2018 tentò di inaugurare un movimento dei Civici per la Provincia. Come ricorderete, franò precocemente anche perché tentava di radunare l’impossibile. 


Ebbene, dimostrando una memoria piuttosto corta, l’attuale partito di maggioranza provinciale, nel tentativo di ampliare un ipotetico assetto per le prossime provinciali chiama a sé il movimento dei Civici. Un movimento di persone ancora non definito, non organizzato che parte in ogni caso da una base assai eterogenea. Sembra quasi un tentativo di “OPA politica” sui sindaci che potenzialmente vorranno candidarsi.


I Sindaci sono innanzitutto persone. 

E in quanto tali hanno proprie idee, propria identità e dunque esprimono un proprio orientamento politico. Certo, a brani, celano la rappresentazione della fetta di popolazione da loro amministrata. Ma il fatto che dalla loro compagine non arrivi opposizione serrata, non corrisponde certo a vicinanza o sostegno alla lega. Semplicemente non è loro compito criticare chi governa la Provincia. 


C’è una condizione certa, però. In corrispondenza delle tornate elettorali anche gli amministratori dei Comuni svestono la giacca del mandato politico e diventano innanzitutto elettori. In qualche caso anche dei candidati di prim’ordine senza che nessuno abdichi alla propria dignità. Parliamo di persone, sarete tutti d’accordo, immagino. Tra loro dunque, convivono in proporzionata composizione, anime democratiche e inclinazioni liberali. Più o meno estreme ma in ogni caso schierate.


L’esperienza personale

Nel 2008 quando meditai di candidare dovetti scegliere da che parte stare. Optai per il Partito Autonomista, diretto discendente del PPTT-UE: il partito che ante litteram inseriva l’anelito allo spirito europeista nell’acronimo del proprio nome. Era un partito che parlava di Autonomia, di responsabilità e di autogestione. Lo è tuttora e lo rimarrà specie se, a mio fermo convincimento, saprà rimanere lontano dai sovranisti e dallo statalismo.

Riuscite a percepire quanto sia ancora attuale questo messaggio?

E’ davvero scontato il destino politico del Trentino?

Direi di no. Immaginatevi ora un ipotetico scenario: quello della primavera 2023. Immaginiamoci anche (ma nulla è scontato) che Salvini e Meloni governino l’Italia. Se si replica il format che si è visto ad ogni campagna elettorale locale o nazionale che dir si voglia vista finora, li avremo sui palchi da Piazza Dante fino a tutto il Trentino. “Tireranno” la campagna elettorale ai loro affiliati locali come fecero nel 2018. Stavolta il dinamico duo nazionale, da Roma e da Milano, interverrà per dirci che in fin dei conti i leghisti locali, in questo quinquennio, non sono stati poi così male. 

A questo punto mi chiedo: quale amministratore locale, quale sindaco, se non appassionato di quella politica per inclinazione personale, potrebbe arrivare ad accettare un’umiliazione di quel tipo?


E’ pur vero che al voto noi trentini, in fondo, seguiamo dinamiche nazionali. Voglio credere però che tutti consideriamo la nostra Autonomia ancora un grandissimo valore. E i primi Cittadini, di questo spirito sono completamente impregnati. 


Liberi di scegliere, a ridosso delle candidature, senza problemi da dover affrontare nelle discussioni con la giunta reggente, siamo proprio sicuri che si faranno condizionare in maniera così massiccia dalla lega?