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IL POTERE LOGORA… CHI CE L’HA

Da Michele Dallapiccola 19 Agosto 2023

Il Trentino verso le “provinciali” di ottobre, sembra proprio riscrivere una delle più celebri frasi della Prima Repubblica.

Pare che rimanerne al Governo provochi le tensioni e le fratture sempre più disparate. E le compagini di governo sono destinate a presentarsi sempre più frammentate e divise.

È vero che la politica ci ha da tempo abituati ai distinguo e ai particolarismi. Per certi versi sono piena espressione di democrazia. Quando avvengono dentro ad una Coalizione fino a romperla però sono evidente segno debolezza di proposta politica.

E c’è pure chi arriva a far peggio. Il Patt, tanto per citare il più incredibile movimento di questa tornata elettorale.

Anziché ricostruire la sua storica collocazione ha saltato la barricata dell’arco costituzionale, ha distrutto il dibattito interno, provocando un fuggi fuggi generale dentro alle sue fila e provocato la divisione i tre tronconi del suo elettorato storico.

Gli Autonomisti identitari scapperanno dalla Fiamma tricolore a gambe levate, checché ne dica la dirigenza. Avranno ben due opzioni di scelta. Gli Autonomisti con Divina o l’ala sociale con Casa Autonomia.eu. Già forte per altro di tante nuove adesioni.

L’effetto è senz’altro rinforzato da un recente spot televisivo dove a parlare al posto degli Autonomisti storici c’è il capo dei Dorotei. Tanta confusione, tanta attesa, almeno per gli addetti ai lavori.

Perché senz’altro, con la presentazione della compagine di Divina, la partita per le elezioni provinciali di ottobre sì è di nuovo completamente riaperta.

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La politica, le sagre e le feste paesane.

Da Michele Dallapiccola 14 Agosto 2023

Tempo d’estate, tempo di feste paesane. Sagre di qua, eventi di là e la politica comincia a fare capolino un po’ più del solito. Complice l’avvicinarsi delle elezioni del prossimo ottobre.Eppure, questa provincia leghista ci ha abituato a cinque anni di palchi ben calcati. Sarà stato l’imprinting del Matteo nazionale, sarà stato che era più facile fare quello che stare in ufficio ma se va dato un merito a questo governo provinciale, è quello di esser stato presente sul territorio. Dalle sagre più popolari fino alle feste private, questa lega trentina è andata dappertutto. A mescolare polenta, a tagliar nastri, a fiaccolate per qualsivoglia motivo.

Che per queste ragioni non fosse rimasto nessuno in ufficio a portar avanti la baracca-provincia non è mai stato un problema. O meglio lo comincia ad essere adesso che i guai del Trentino stanno diventando seri. Basti pensare a come sono ridotte sanità e scuola.

Eppure il modello “politico alla sagra” tira ancora. E in questi giorni, di piccoli emuli di questo sistema, se ne vedono in giro parecchi. Che siano vecchi volponi che aspiranti consiglieri, alle tavole imbandite delle vostre sagre di paese, cari trentini ne state sicuramente incrociando parecchi. Fateci caso.

Eppure la sagra per quanto aperta e collettiva è un fenomeno che sa essere anche intimo perché di di comunità. E spesso certe presenze stonano. È il motivo per il quale ad esempio non amo andare dove non ho inviti particolari o non sono mai andato. E il contrario la gente lo nota. Invece, il politico che fa quello per i suoi interessi elettorali stona ed infastidisce.

A chi non ci avesse ancora fatto caso mi permetto di suggerire di continuare a fare così. Perché se un politico o aspirante tale non ha frequentato la comunità della quale calca la sagra fino a questo momento di campagna elettorale, passata la kermesse difficilmente lo si vedrà di nuovo.

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Valsugana: cos’è rimasto di un’idea di sviluppo?

Da Michele Dallapiccola 6 Agosto 2023

Una buona amministrazione non si misura soltanto dalla quantità di fondi assegnati. Figuriamoci da quelli promessi.

Inoltre, i soldi vanno spesi bene, velocemente e secondo un disegno complessivo che risponda ad un’idea di sviluppo finale coerente con una visione futura del territorio in questione.

E in questo la lega al governo del Trentino è stata davvero campionessa. Di chiacchere, però. Tante, di quelle, miste a selfie, tagli di nastro e partecipazione a sagre e buffet di ogni tipo. Così, l’intensa partecipazione alle attività di territorio ha influito in negativo sull’attività amministrativa.

Se tutti sono in giro a farsi foto, chi sta in ufficio a portare avanti i lavori?

Questo è successo più o meno in tutte le valli. Emblematico il caso dell’H di Cavalese. 36 mio€ cancellati, 5 anni buttati al vento di chiacchiere e procedure di dubbia …beep… In Valsugana le cose sono andate anche peggio che altrove.

La precedente amministrazione provinciale aveva pensato ad uno sviluppo agricolo e turistico sostenibile della valle. Per questo erano stati finanziati asset macro e micro, coerenti con questo più ampio disegno. Quello che non è riuscita a portare a termine, lo ha cancellato la lega: bonifiche a Villa Agnedo, Terme a Levico, ammodernamento Panarotta. Tutto questo insieme di fondi, già stanziati e già impegnati, è stato sostituito da una promessa di finanziamento di allargamento stradale dove la precedente amministrazione aveva appena finito di lavorarci.

Per rimanere in ambito trasporti pubblici, anziché portarne avanti l’elettrificazione la lega ha lasciato la ferrovia della Valsugana chiusa e aperta a singhiozzo.

Gli interventi della precedente amministrazione provinciale.

Senza pensare d’aver con questo esaudito/esaurito i bisogni della popolazione locale, vorrei elencare qui sotto in maniera super sintetica alcune principali voci di interventi attivati.

– finanziato con 10 mio€ il nuovo stabilimento di Sant’Orsola a Pergine

– 8 mio€ circa sono andati al conoide di Susa’ per rinnovo impianto irriguo

– 12 mio€ attribuiti all’intera Valsugana attraverso i fondi Leader.

– 2,5 mio€ alla Panarotta (chiusa con gli attuali amm. PAT)

– 5 mio€ alle terme di Levico (cancellati da questo governo)

– 1 mio€ a Villa Agnedo tra contributi al biogas consortile ma soprattutto per delle bonifiche agrarie cancellate poi dall’attuale governo.

– cito a memoria i circa 3 mio€ assegnati al Tesino per il progetto “aree interne” e destinati allo sviluppo turistico dell’area (ciclabile etc…)

– circa 7 mio€ per allargamento ss47 tra Villa Agnedo e Ospedaletto

– una legge per gestire i lupi, mai attuata dall’attuale governo.

Non cito la valorizzazione e il contributo sugli investimenti ai due principali Caseifici provinciali che raccolgono il.latre in zona (con oltre 10 mio€). La ricaduta di quegli investimenti ha funzionato in aiuto anche alla zootecnia locale (presa invece “a sberle” da questa PAT). Potrei proseguire con la ristrutturazione dell’ospedale di Borgo, pure della nostra legislatura e i tanti finanziamenti di opere di respiro comunale attraverso gli Enti Locali, nonostante la Spending review nazionale pendesse su di noi.

Ho scritto così su due piedi alcune cose. Alle promesse e ai danni che l’amministrazione provinciale in mano alla lega ha inferto alla nostra valle preferisco non pensare.

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Orso: ancora una volta mancano le informazioni adeguate. A quale esemplare, la responsabilità delle predazioni nelle malghe di Pinzolo?

Da Michele Dallapiccola 31 Luglio 2023

Ancora una volta è la preoccupazione a definire il rapporto di convivenza uomo/orso. Il sentimento della paura di incontri pericolosi infiamma il dibattito nella cronaca e nella politica. 

Il falso attacco avvenuto a Roncone nelle scorse ore ne è un ennesimo lampante esempio. Va subito chiarito che di falso, quell’attacco ha solo l’indicazione tecnica. I due poveri malcapitati infatti, la tragedia se la sono vista passare sopra in tutta realtà. 

Dalla constatazione di questo fatto oltremodo inquietante emerge quanto bisogno di formazione ed informazione possa far comodo ad una popolazione apparentemente lasciata  a se stessa. 

Quanto e in che modo gli abitanti del paese e della località sono stati messi al corrente di quel reale pericolo? Quanto si è mossa la Provincia, soprattutto in questi ultimi tempi, attraverso del personale dedicato ad effettuare dei momenti di sorveglianza, di richiamo dell’attenzione collettiva? E la politica, quanti momenti ha dedicato all’informazione mirata attraverso specifiche campagne o incontri di dibattito pubblico? 

Minimizzare non risolve i problemi

Esattamente come è successo in tutto il Trentino per la questione grandi carnivori. Inoltre, sull’argomento “orso” il Trentino occidentale avrebbe meritato un supplemento di azione e invece si è riusciti a fare pure peggio. Gli episodi e gli esempi non mancano. A titolo di esempio basta prenderne uno in ordine temporale. Riflettiamoci sopra insieme.

Non si è più avuta nessuna notizia al riguardo dell’identificazione genetica degli esemplari responsabili/e delle predazioni nelle malghe sopra l’abitato di Pinzolo avvenute nelle scorse settimane.

Da illazioni che circolano nell’ambiente le tracce genetiche raccolte dai campioni potrebbero appartenere a Mj5. In pratica si tratterebbe dello stesso esemplare responsabile dell’aggressione di Rabbi di questa scorsa primavera. 

Sarebbe molto importante ricevere da parte della provincia le adeguate informazioni. Ma non solo. Anche lungo l’asse delle intere Giudicarie sarebbe opportuno attivare un momento straordinario di sorveglianza e presentazione di tutte le necessarie misure da adottare per proteggersi. Perchè fin quando la Provincia non troverà il modo di esportare o abbattere settanta orsi così come recentemente promesso dal Presidente in persona, quelle enunciate sopra purtroppo, saranno le uniche vere misure da poter adottare. 

Per questo motivo abbiamo voluto interrogare la Giunta per sapere a quale esemplare di orso appartiene la responsabilità delle predazioni nelle malghe di Pinzolo delle scorse settimane?

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Copione rispettato, tradita una storia lunga più di settant’anni

Da Michele Dallapiccola 29 Luglio 2023

Alla fine il copione è rispettato. Ciò che resta del PATT è stato trascinato nel sottoscala della destra nazionale. Un gioco lento, uno stillicidio che parte da lontano e che ha lasciato di stucco molte persone.

Sul palco, i vari dirigenti ripetevano parossisticamente “mai con Fratelli d’Italia!”

E invece con quei fratelli ci sono andati eccome, scalzando qualsiasi accordo pregresso. Perché dovete sapere che nelle sacrestie di piazza Dante i più informati tra loro andavano sbandierando un accordo firmato con Fugatti. A ciò che resta degli Autonomisti sarebbero dovuti andare un paio di posti in giunta e un paio di posti nelle Partecipate della PAT. E “chissenefrega” della Gerosa.

Ora invece, al grido di “andiamo a comandare” si digeriscono i Fratelli nazionali e si fanno scippare scena e posti promessi in giunta. Negando per primi tutto quello che fino ad ora si era raccontato.

Gli Autonomisti accanto alla Fiamma (tricolore)non si possono davvero nemmeno guardare. Anche i meno ferrati in storia e cultura politica ne avvertono lo stridore. Dopo settant’anni di coerente, onesto, strenuo tenere le posizioni politiche, storiche e culturali di un movimento, arriva un salto di Arco costituzionale davvero incredibile. Per giustificarlo si sbandiera l’accordo col candidato presidente per un programma fatto di sei banalità che ogni politico sottoscriverebbe in qualsiasi momento.

Eppure, per Fugatti quest’alleanza non sarà un buon affare. Nonostante qualche punto percentuale in più, contribuirà a darlo quella fusione tra partiti annunciata pochi giorni fa.

In una sorta di sindrome di Stoccolma in salsa politica, ciò che resta degli autonomisti si è fuso con ciò che resta dei dorotei. Forza che per anni fu da loro affrontata in opposizione.

C’è ancora una speranza.

Oggi quegli Autonomisti schifati da tale abominio politico potranno scegliere tra un paio di opzioni alternative.

La prima è CasaAutonomia.eu, caratterizzata dalla coerenza di percorso autonomista nel centrosinistra. Un valore da votare per chi apprezza questa forma di onestà.

In alternativa, ci saranno molti autonomisti identitari militanti nel terzo polo di Sergio Divina e dei suoi sostenitori. Completeranno l’offerta alternativa all’incomprensibile scelta che, ciò che resta del PATT ha voluto intraprendere. E per il quale, per tutti i motivi di cui sopra, si profila il peggior risultato di sempre

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Bilancio: bene il sostegno al sistema turistico.

Da Michele Dallapiccola 26 Luglio 2023

Sono 23 i milioni dedicati a questa chiusura di legislatura attraverso l’assestamento di bilancio. 

Un documento politico gestito, nel segno della più pura tradizione dorotea, più come un coacervo di mancette elettorali che come un’ultima occasione per la giunta provinciale di dimostrare la propria capacità amministrativa e senso di responsabilità.

E al grido del meglio tardi che mai, ecco recuperate una serie di azioni che non hanno trovato luogo fino ad ora solo ed esclusivamente per una ripicca. Verso chi aveva lasciato i provvedimenti avviati o bell’e pronti per partire. Ed ecco allora il piano acqua in agricoltura risorgere dall’oblio nel quale era stato cacciato cinque anni fa. Ecco la legge 9/2018 utilizzata in calcio d’angolo appena prima di terminare la legislatura per tentare la gestione della specie lupo. Tanto per citare qualche esempio.

Ma torniamo al commento sullo stanziamento dei magnifici 23. Sette e mezzo tra quelli annunciati sono dedicati al rinforzo della promozione del Trentino turistico sui vari mercati. Ma oltre a questo aspetto c’è una voce richiamata che produce ben più d’una perplessità. Una ripresa del piano comunicazione orso. Sappiamo che è quantomeno necessario. 

La tristezza è constatare che questo stato di cose arriva di nuovo ed ora, in un momento di crisi delle presenze turistiche che ci auguriamo rimanga soltanto passeggera. 

Allora ci chiediamo se davvero non era meglio evitare quella comunicazione gridata, fino al piano nazionale. Allora ci chiediamo se un momento di crisi come questo la promozione del Trentino turistico aveva davvero bisogno di un punto di svantaggio in più.

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Bypass ferroviario: tra controlli in arrivo e illustri assenze mai giustificate.

Da Michele Dallapiccola 22 Luglio 2023

Di una cosa siamo certi. Se in queste ore, del cantiere del bypass ferroviario di Trento nord ci fosse stata l’inaugurazione anziché i controlli del Noe avremmo avuto un’affollamento di amministratori provinciali da far spavento. Leghisti e Fratellisti avrebbero sotterrato l’ascia di guerra (elettorale) di questi ultimi mesi e si sarebbero uniti a suon di nastri da tagliare e tartine da degustare. A fianco del Sindaco. Il quale, ad onor del vero molto coraggiosamente, sta cercando di gestire le complicazioni di un cantiere che sotto casa nessuno vorrebbe mai. 

È pur vero che un domani, ad opera finita, chissà quanti vantaggi potrà portare alla città. Oggi però si devono solo giustificare paure e grandi preoccupazioni.

E così, accade come alla spianata di ghiaia a Trento sud dove ora, a concertone dimenticato, nessuno vuol farsi fotografare più. 

Là dove, in quella chiara primavera, in procinto della bella cantata di maggio. Comune e Provincia sembravano più uniti che mai. Foto di rito in maniche di camicia bianca, quasi fosse una divisa d’ordinanza (suggerivano un’intesa di fatto mai completamente sfuggita dai pensieri dei più maliziosi). 

Oggi invece di questo suggello manco l’ombra. Tutti contro tutti, a gestire la peggiore delle preoccupazioni. Quella dei pericoli ambientali. 

A questo punto, dentro a tutto questo confuso stato di cose, si profila un piccolo spiraglio di speranza. I controlli delle braccia operative della giustizia sono entrati nel cantiere! 

Ma anche in questo caso l’assordante silenziosità della Provincia preferisce lasciare le rogne a chi vuol provare a ricavarne lustro. Eppure l’opera, di profilo internazionale per i risvolti che ha dovrebbe ricevere le attenzioni di ben altri Enti che il solo semplice Comune

L’appalto è partito in fretta in furia, dopo anni di ipotesi e discussioni, solo per provare a recuperare quel disimpegno di fondi europei che il sistema di attribuzione del PNRR finirà per determinare. 

In Toscana dicono che con la fretta la gatta partorì gattini ciechi. Qui, i pregi dell’opera e i vantaggi per i posteri sono di indubbia esistenza, allo stato dell’arte però ci sono solo le preoccupazioni e i disagi dei residenti. A questi solo pochi provano a dare risposta e tra loro non certo la lega al Governo del Trentino e delle sue opere. A proposito, stiamo parlando dell’unico cantiere avviato durante la legislatura. Eppure, di tunnel in fase di scavo, la lega preferisce visitare quello di Loppio. Lì, il tempo di andarci lo trova. Ci hanno portato ministri e ospiti vari e non si tiene più il conto delle volte che lo hanno visitato. 

A proposito: qualcuno sa a che punto stanno i lavori, li?

Per Casa Autonomia.eu:

Michele Dallapiccola

Paola Demagri 

22 Luglio 2023 0 Commenti
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Area San Vincenzo a Trento sud, perché parlarne ancora

Da Michele Dallapiccola 13 Luglio 2023

Dieci milioni di euro per un privato sono una montagna di soldi. Ma poco incidono rispetto ai cinque miliardi e passa sui quali pareggia il bilancio della Provincia. Tuttavia, fa comunque scalpore che la PAT abbia deciso di “fumarseli” in un concertone di una sola serata. Questo sì.

Fa ancor più impressione se pensiamo di paragonare quella stessa cifra ai contributi riservati ai giovani per la loro prima casa. Finora sono stati stanziati soltanto due miseri milioni di euro. Cinque volte meno di quanto potrebbe essere stato davvero impiegato per realizzare la Trentino Music Arena

Area San Vincenzo a Trento sud, perché parlarne ancora?

In queste ore, la Provincia sta diramando comunicati (peraltro assai confusi) che ne definirebbero un suo utilizzo in vista dell’autunno. Non un autunno qualsiasi – si badi bene – ma piuttosto uno elettorale. L’appuntamento arriva alla fine di un quinquennio dove la lega ha deciso di trasformare 30 ettari della miglior campagna della piana di Trento, in una desertica landa di ghiaia da tempo dimenticata da Dio e dagli uomini.

Ora la Provincia ha davanti a sé un teorico grosso guaio. Riuscirà a salvarsi da un potenziale giudizio contabile della corte dei Conti? L’utilizzo dedicato ad un solo evento è avvenuto a fronte di una spesa ingente.

Indagando in profondità, la cifra potrebbe forse arrivare a 10 milioni di euro, ben diversamente da quanto ufficialmente annunciato. E così, quanto sarà davvero costata quella spianata di ghiaia non lo saprà mai nessuno. È incalcolabile il numero di ore investite attraverso l’impiego diretto di maestranze della Pat, della protezione civile o delle attività commissionate in via diretta. Moltissime lavorazioni, sono state assegnate con il meccanismo della somma urgenza. Così, le spese hanno disperso i veri costi in tanti rivoli che è più facile tener riservate. In questo modo non c’è interrogazione che tenga, nessuna figura di opposizione lo saprà mai. E per ora, nonostante i vari accessi agli atti, lo stratagemma per mascherare i veri costi tiene molto bene. Almeno dal punto di vista della forma.

Nel frattempo il Governo provinciale ha ben pensato di trasformare la necessità in virtù. Attraverso alcuni non meglio annunciati concerti d’autunno, prova a ridare senso all’enorme spesa per l’area con un ulteriore momento di utilizzo. L’intento di voler dimostrare a tutti (Giustizia compresa) che “ne valeva la pena” è oltremodo chiaro.

Peccato che il tutto stia per accadere a ridosso della campagna elettorale. Con un ulteriore pizzico di malizia osserviamo che una delle iniziative sarà connotata dalla “solidarietà”! Giustissima, per carità, almeno per chi la riceve.

Un brutto epilogo per una vicenda partita male e finita peggio.

L’unica opera pubblica iniziata e finita dalla lega nell’arco della sua legislatura, rimarrà ad imperitura memoria dei trentini. La ghiaia stesa in pianura è eterna come il metodo di governare fatto di “panem e circenses” di antica romana memoria.

Ora, siamo in tanti ad esser curiosi. Quanto incideranno sulle urne di ottobre i ricordi di quella bella serata di primavera allietata, tra le altre, dalle note della celeberrima “vado al massimo, vado a gonfie vele”!

Perché in autunno, la storia politica di qualcuno potrebbe andare di maniera diversa.

13 Luglio 2023 0 Commenti
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Verso le elezioni. In quali mani la Provincia nel prossimo quinquennio?

Da Michele Dallapiccola 9 Luglio 2023

L’alternativa alla destra che ora ci governa è quasi pronta. Tra una decina di giorni ci sarà l’evento di presentazione del programma di ADA, Alleanza democratica autonomista.

Intanto in casa Lega/FDI si litiga per le poltrone. La sfida infinita sembra ormai volgere al termine con FDI che potrebbe accucciarsi quatta quatta in cambio di alcune poltrone al sole (ma torneremo tra poco su questo).

La triade patt-progetto trentino-autonomisti popolari.

Come fanno le aziende in difficoltà, per salvare il salvabile ciò che resta di queste liste ha deciso di tentare la via della fusione. Sembra però (purtroppo per Fugatti), che gli interlocutori e pretendenti di posti al sole siamo comunque rimasti in tre!

Gli altri pretendenti

Sono due, i componenti dell’attuale esecutivo provinciale, che mettono insieme la propria lista. Da “privatisti” delle provinciali, si aspettano da Fugatti il giusto compenso. Gli 8 ambiti posti in giunta. Uno a Fugatti e uno per ciascuno ai due dalla lista privata (Spinelli e Gottardi).

Poi, nella disfida tutta autonomista dentro a questo spaventoso “Cencelli” in salsa leghista trentina, al Patt ne spetterebbe soltanto uno. La promessa di un secondo posto per gli Autonomisti, con le percentuali che i sondaggi rivelano, sembrerebbe sempre più foriera di potenziali ulteriori dissapori nel centrodestra.

A questo punto rimarrebbero comunque tre posti potenzialmente liberi in Giunta. Tutti opzionati dai seguaci della Giorgia nazionale.

È evidente che con questo scenario tutti gli attuali assessori leghisti sono in pericolo pure di riconferma. Con le percentuali che il sondaggio rivela, da 13 seggi la lega passerebbe a 3 o 4 al massimo.

Ai sopravvissuti (assessori compresi) non rimarrebbe che accontentarsi di ricoprire il ruolo di “peones” di maggioranza. In caso di vittoria della destra si ritroverebbero a passare da “ras di quartiere” a semplici consiglieri. Al posto di quelli che in questa legislatura alzavano la mano in aula al grido di Fugatti “rosso o verde”! (Provava ad evitare che i “suoi” non si sbagliassero, almeno a votare).

La ragioneria della politica

Questo conto delle poltrone in Giunta ancora libere, finirebbe per computarne ancora tre (4 al massimo se la triade autonomista venisse zittita con un posto soltanto). Sono le poltrone pretese dai Fratelli nazionali. Con gli attuali assessori leghisti arrivati al capolinea. Diciamo che tutti questi scenari sarebbero i migliori che possono sperare di raggiungere i personaggi che hanno provato ad amministrare la Provincia fino ad oggi. Quelli che sondaggio trapelato in queste ore avrebbe permesso di ipotizzare in caso di vittoria.

Ma purtroppo per loro, possiamo tener conto che i sondaggi sono spesso vittime di chi li ha commissionati. Tanto per ricordare le politiche del 2018, ce n’era uno che dava l’allora csx vincente in sei seggi su sei. Andò all’esatto contrario. E oggi, il conforto ipotizzato è presentato tra un governo in carica e una coalizione che non si è ancora rivelata al pubblico.

Risolva la destra le sue liti interne, parta l’Alleanza democratica autonomista con la sua bella campagna elettorale. Il Trentino, i conti li farà ad ottobre.

I sondaggi romani lasciamoli a Salvini e Meloni.

9 Luglio 2023 0 Commenti
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Il nuovo impianto a fune a Peio. Io la penso così

Da Michele Dallapiccola 8 Luglio 2023

Il Tour del Movimento giallo, in questa settimana appena trascorsa, ha incontrato la comunità di Peio nella sua splendida frazione di Celledizzo.

Insieme alle consuete tematiche di respiro Provinciale abbiamo voluto affrontare anche alcune considerazioni di livello locale. Oltre al problema di convivenza con i grandi carnivori, tra le tante questioni aperte, affligge a livello locale, quella relativa allo sviluppo territoriale. Anche qui, a tal proposito, l’attuale giunta provinciale ha deciso di affrontare quest’importante sfida in maniera del tutto semplicistica.

L’ipotesi cabinovia

Ecco dunque la solita promessa di finanziamento di un nuovo ulteriore impianto di risalita. Si tratterebbe di un’importante infrastrutturazione. In quanto tale troverebbe già il favore da parte di una grossissima fetta di popolazione, quella degli impiantisti e quella delle persone stimolate dall’ipotesi di un finanziamento in arrivo. “Ti danno dei soldi, vuoi non prenderli?” Pare sia il mantra che gira in paese. E detta così, dal loro punto di vista potrebbe sembrare una mera ovvietà.

C’è tuttavia una porzione di popolazione particolarmente sensibile al valore di una Valle che dal punto di vista naturalistico e ambientale ha già dovuto pagare tanto. Solo parzialmente compensata dalla presenza dell’Istituto del Parco, ha dovuto subire parallelamente uno sfruttamento di risorse specialmente idriche di proporzioni davvero gravose.

È forse per questo motivo che quando la Provincia ha proposto alla Valle di connettere il proprio bacino imbrifero con il sistema irriguo della Val di Non attraverso un’opera soprannominata in dispregiativo “tubone” dal gergo locale, c’è stata una vera e propria insurrezione popolare.

Ebbene, durante la serata, abbiamo cercato di approcciare la questione “nuovo impianto” in termini razionali. Come Gruppo di opposizione noi di MCA avremmo potuto ricalcare dei cliché politici proponendo l’esatto contrario di quello che promette l’amministrazione uscente. Sarebbe stato facile denigrare l’impianto. Per catturarsi una fetta, magari minoritaria ma sicura, di consenso.

Qual è il miglior luogo dove allocare gli investimenti?

Ciò che abbiamo voluto stimolare nella popolazione invece è un ragionamento diverso. Se la Provincia ha deciso di investire oltre venti milioni di euro nella valle effettivamente è un peccato non approfittarne e non pensarci bene al voler rifiutare. Dobbiamo però considerare che il sistema impiantistico-funiviario di Peio ha comunque bisogno di notevoli interventi di miglioramento. Ci sono ancora seggiovie ad ammorsamento fisso, assolutamente inadeguate alle prospettive di sviluppo che caratterizzano le normali località sciistiche dell’arco alpino. E ci sono una serie di migliorie per creare accoglienza sull’erba e sulla neve anche per quelle persone che utilizzano impianti e infrastrutturazione senza sci o scarponi ai piedi. Non di meno un patrimonio naturalistico da valorizzare in termini ancor più incisivi rispetto a quanto è già stato fatto.

Allora il ragionamento consegnato alla località nel corso della serata è stato quello di considerare questo finanziamento come un atto dovuto nei confronti di una bellissima località.

Uno sguardo al futuro

La domanda che abbiamo posto agli astanti, rimasta inevasa è stata la seguente: “nel momento in cui la provincia decida di assegnare definitivamente i venti milioni di euro alla valle (il che non avverrà certo prima delle elezioni), siete davvero sicuri che il miglior posto dove investirli, sia lì?”. Per la cronaca parliamo di collegare la zona dove sorge una formidabile struttura recettiva a 1200 mslm nel fondovalle, a luogo da dove partono gli impianti di risalita. Servirebbe per evitare un dislivello di soli 200 metri. La fune attraverserà luoghi che mai saranno solcati da una pista di rientro, in parte protetti pure dal punto di vista naturalistico. Al di là dei costi di gestione, qual è il piano complessivo di rilancio e di ammodernamento delle infrastrutture del resto della località al netto della fune accennata in premessa? Nella presentazione si è parlato del “modello Siusi” ma la situazione orografica locale sembra piuttosto complessa e comunque completamente diversa. Alle imprese e agli abitanti del luogo va tutta la.nostra solidarietà affinché possano arrivare alla miglior scelta e al miglior risultato possibile! Con un piccolo appunto. Nella presentazione pubblica recentemente tenuta si è fatto pesante riferimento alla sostenibilità. Ricordiamo che la traduzione concreta del sostantivo significa: per sempre, ma soprattutto per tutti!

8 Luglio 2023 0 Commenti
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