L’AUTONOMIA (PERSA) ANCHE NELLE REGOLE DEL TURISMO

Da Michele Dallapiccola

Contestazioni della Corte dei conti al  comparto turismo. Ma questa maggioranza non si dichiarava autonomista?

Una nuova oscura incognita adombra i pensieri delle imprese turistiche provinciali. 

Ci riferiamo alla contestazione alle strutture ricettive da parte della Corte dei Conti. Riguarda la mancata presentazione del conto giudiziale dell’imposta provinciale di soggiorno. Praticamente si tratta del riepilogo di quanto riscosso e di quanto versato nell’anno finanziario di riferimento.

Come noto la Legge n. 8 del ‘20 prevede che i gestori delle strutture turistiche siano responsabili del pagamento dell’imposta con diritto di rivalsa su chi la dovrebbe pagare. 

E’ anche previsto l’obbligo di una dichiarazione, da presentare cumulativamente ed esclusivamente in via telematica entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui si è raccolta la tassa. Purtroppo, questa dichiarazione, si è aggiunta alla rendicontazione periodica già prevista dalla Provincia. Alla faccia della semplificazione! 

Per quanto riguarda il Trentino la stessa legge sopra nominata, stabilisce che i gestori delle strutture ricettive sono tenuti alla rendicontazione quadrimestrale dell’imposta per via telematica a Trentino Riscossioni senza ulteriori trasmissioni ad altri Enti.

La Corte di Cassazione ha stabilito che i gestori delle strutture ricettive, sono soggetti solo alle sanzioni tributarie previste dalla legge e non al controllo della Corte dei Conti. 

E la Provincia che dice? Una posizione pubblica e severa su questa e su molte altre questioni sarebbe estremamente opportuna. Ne gioverebbero gli imprenditori del settore e la popolazione tutta. Sapete perchè? 

Rispondo da autonomista. 

Se poter disporre dello strumento normativo ha ancora un senso, se l’autonomia è ancora considerata un valore, impegnamoci tutti nelle opportune e reciproche sedi a rivendicarlo e a farlo valere come diritto. 

Altrimenti va  a finire come col reddito di cittadinanza che a livello nazionale oggi la lega tanto critica. Pur di accaparrarsi pochi miserabili spiccioli destinati da Roma al suo finanziamento, si è finito per adottarlo anche in Trentino. In Alto Adige invece, pur di conservare regole autonome, di certo più serie e maggiormente garantiste, si è deciso di rinunciare ai fondi nazionali e investire del proprio. 

Ecco perché sarebbe proprio il caso che la Provincia si facesse parte attiva presso la Corte dei Conti, e la Polizia Economico – Finanziaria di Trento. Andrebbero fatte presenti le disposizioni della Legge Provinciale e la loro corretta interpretazione.

O pensa forse la Provincia che le potenziali sanzioni, poi tutte da dimostrare, non siano un problema per il comparto turistico? 

Forse la crisi non è sembrata abbastanza dura.