Michele Dallapiccola
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Panarotta Vs Pinè: un match impietoso dove a perdere sono soltanto i cittadini.

Da Michele Dallapiccola 30 Gennaio 2023

Conto alla rovescia per le elezioni provinciali. E il tempo dei bilanci è sempre più vicino, con le disparità di trattamento di territori sempre più evidenti. 

Quante volte dai banchi della minoranza, abbiamo accusato la giunta provinciale di non avere visione. Consapevoli che molti tra quelli che ci hanno ascoltano, hanno spesso finito col non capire. Del resto, la frase può prestarsi ad accezioni infelici. Infatti, di solito è usata da chi non sa cosa dire. Allora, per spiegare questo concetto astratto utilizzeremo il migliore dei metodi: quello degli esempi. E di questi, in Alta Valsugana ne abbiamo uno grande come una casa. 

Prendete il caso dei fondi promessi all’altopiano di Pinè per lo sviluppo della comunità in cambio della figuraccia delle mancate Olimpiadi. Penso che gli abitanti di Pinè siano tutti molto felici. Quella montagna di soldi, (quando arriverà) farà la fortuna dell’Altopiano. Mai, si era vista nella storia della Provincia (la promessa di) una tale montagna di finanziamenti in una quantità simile, ad un’unica zona. Almeno io non ricordo nulla del genere nemmeno attualizzando cifre importanti distribuite nel passato. E su questo, non possiamo che unirci alla soddisfazione dei pinetani. Le idee ci sono, la speranza pure, con la fede in un favoloso protocollo sulla carta, il quadro spirituale è praticamente perfetto. Tanto serve per arrivare ad ottobre con la vita terrena. Passate le elezioni si vedrà. 

Ma se prendiamo la strada per Pergine e cerchiamo altre iniziative dal simile tenore, passato il Riposo, non troviamo più nulla! 

La terza Città del Trentino insieme agli altri Comuni del vecchio C4 che circondano la Panarotta, per lo sviluppo della loro Alpe, hanno ricevuto un bel nulla! 

“Colpa della Società!” Si vocifera dai corridoi di palazzo Europa; “colpa dei Comuni”, gli fa eco piazza Dante! Fatto sta che con la colpa che è sempre degli altri, quest’improvvida amministrazione provinciale, tra i tanti si è conquistata anche questo primato negativo. E’ stata la prima a non impedire la chiusura di una stazioncina sciistica di così interessanti prerogative. 

Il meccanismo di gestione finanziaria pubblica/privata avrebbe permesso svariate opzioni.

Nonostante in Trentino siano stati firmati protocolli ovunque, pur di promettere qualsiasi fandonia e fantasia milionaria, qui la politica ha abdicato alle proprie responsabilità. Qui che realisticamente con poche centinaia di migliaia di euro si sarebbe potuto fare tutto. Qui che si è lasciato andare tutto a remengo. 

Cosa ci voleva a mettere insieme l’assessorato agli Enti locali, garantire le risorse ai Comuni, chiamare il dicastero al turismo a fare da “notaio” e la Comunità di valle a coordinare le operazioni. Ora la nostra cara stazioncina sarebbe aperta e funzionante. 

Invece sabato, quando ho accompagnato in Panarotta un ospite illustre che veniva a trovarci dalla Capitale, mi sono vergognato. Gli ho dovuto mostrare una situazione spettrale. Sembrava di trovarsi in quell’Italia malata di clima che cambia e amministrazioni pubbliche incapaci di sostenere adeguatamente l’impresa privata. 

Esattamente come è successo in Panarotta, in barba all’Autonomia delle scelte locali.

30 Gennaio 2023 0 Commento
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L’AUTONOMIA (PERSA) ANCHE NELLE REGOLE DEL TURISMO

Da Michele Dallapiccola 4 Dicembre 2021

Contestazioni della Corte dei conti al  comparto turismo. Ma questa maggioranza non si dichiarava autonomista?

Una nuova oscura incognita adombra i pensieri delle imprese turistiche provinciali. 

Ci riferiamo alla contestazione alle strutture ricettive da parte della Corte dei Conti. Riguarda la mancata presentazione del conto giudiziale dell’imposta provinciale di soggiorno. Praticamente si tratta del riepilogo di quanto riscosso e di quanto versato nell’anno finanziario di riferimento.

Come noto la Legge n. 8 del ‘20 prevede che i gestori delle strutture turistiche siano responsabili del pagamento dell’imposta con diritto di rivalsa su chi la dovrebbe pagare. 

E’ anche previsto l’obbligo di una dichiarazione, da presentare cumulativamente ed esclusivamente in via telematica entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui si è raccolta la tassa. Purtroppo, questa dichiarazione, si è aggiunta alla rendicontazione periodica già prevista dalla Provincia. Alla faccia della semplificazione! 

Per quanto riguarda il Trentino la stessa legge sopra nominata, stabilisce che i gestori delle strutture ricettive sono tenuti alla rendicontazione quadrimestrale dell’imposta per via telematica a Trentino Riscossioni senza ulteriori trasmissioni ad altri Enti.

La Corte di Cassazione ha stabilito che i gestori delle strutture ricettive, sono soggetti solo alle sanzioni tributarie previste dalla legge e non al controllo della Corte dei Conti. 

E la Provincia che dice? Una posizione pubblica e severa su questa e su molte altre questioni sarebbe estremamente opportuna. Ne gioverebbero gli imprenditori del settore e la popolazione tutta. Sapete perchè? 

Rispondo da autonomista. 

Se poter disporre dello strumento normativo ha ancora un senso, se l’autonomia è ancora considerata un valore, impegnamoci tutti nelle opportune e reciproche sedi a rivendicarlo e a farlo valere come diritto. 

Altrimenti va  a finire come col reddito di cittadinanza che a livello nazionale oggi la lega tanto critica. Pur di accaparrarsi pochi miserabili spiccioli destinati da Roma al suo finanziamento, si è finito per adottarlo anche in Trentino. In Alto Adige invece, pur di conservare regole autonome, di certo più serie e maggiormente garantiste, si è deciso di rinunciare ai fondi nazionali e investire del proprio. 

Ecco perché sarebbe proprio il caso che la Provincia si facesse parte attiva presso la Corte dei Conti, e la Polizia Economico – Finanziaria di Trento. Andrebbero fatte presenti le disposizioni della Legge Provinciale e la loro corretta interpretazione.

O pensa forse la Provincia che le potenziali sanzioni, poi tutte da dimostrare, non siano un problema per il comparto turistico? 

Forse la crisi non è sembrata abbastanza dura.

4 Dicembre 2021 0 Commento
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Non solo sci. Il sentiero del San Vili da Toblino attraverso Ranzo fino a Deggia.

Da Michele Dallapiccola 22 Novembre 2021

Insieme al benedetto sold-out sulle piste da sci, alla benvenuta folla ai mercatini, in attesa che la situazione sanitaria migliori, il Trentino turistico offre numerose alternative. 

Se anche le camminate nella neve richiedono un minimo di attrezzatura, rimanendo sotto lo zero termico, anche in inverno, ospiti e locali possono praticare attività sportivo ricreativa davvero con poco. Quanto a dove, la SAT e il volontariato in senso lato sono attenti custodi di un meraviglioso sistema a disposizione di tutti. Lo curano incrociando la passione per il viaggio inteso all’antica maniera. Si tratta del nostro patrimonio sentieristico e di percorsi pedonali. Attraversano luoghi meravigliosi resi tali anche solo perchè osservati da angoli di visione alternativi. 

Un esempio: il sentiero del San Vili

Così domenica scorsa, abbiamo voluto toglierci lo sfizio di ripercorrere un tratto del sentiero detto del San Vili. Da Toblino, fino al paese di Deggia. Si tratta di una frazione isolata, collocata su un poggio che guarda il suo Comune di riferimento San Lorenzo in Banale.

Eppure un luogo che appare così incantato, si concede il lusso di offrire sede ad un paio di attività economiche e a qualche residente. 

Anche il turismo più delicato abbisogna di un minimo di infrastrutturazione: il Rocol

La ricettività che permetta un minimo ristoro è assolutamente fondamentale. Ecco perché superata la ripida salita che in un attimo mangia gli oltre 500 metri di dislivello che separano il lago di Toblino da Ranzo, trovare un punto di ristoro come il Rocol, vale quanto un autentico miraggio. E’ situato in prossimità di un punto particolarmente significativo dell’intera via. La leggenda che narra del percorso della salma di San Vigilio racconta che i suoi necrofori avessero fatto sosta proprio in questo luogo. Il valore spirituale dell’episodio, spinse i fedeli ad erigere qui una cappella votiva. 

Molto più terreno invece, il bisogno che porta a fermarsi a salutare i simpatici gestori del servizio di ristoro offerto dal Bar Rocol a Ranzo Praticamente l’unico luogo dell’intero percorso tra Nembia e le Sarche con questo tipo di servizio dove per altro è presente anche il Bar Parisi.

 

Poi via, baciati dal sole che volge ad occidente verso il paese di Deggia. 

La politica e la legge dei numeri. E’ ancora l’unico parametro che conta nello sviluppo dei vari settori dell’ospitalità?

Questi luoghi incontaminati favoriscono sport alternativi quali l’arrampicata, l’escursionismo ciclistico e quello pedonale. Pur attraversando luoghi ancora selvaggi, raccontano tuttavia di quanto sia preziosa la presenza dell’uomo per offrire punti di sosta e basi d’appoggio.

 

Un’attenta politica turistica non può prescindere dal creare le condizioni economiche affinché queste attività possano partire ma soprattutto mantenersi in adeguata soddisfazione economica. Prima fra tutte la promozione locale dei vari esercizi d’impresa. Con la valanga di milioni di euro stanziati dalla Provincia e dalle APT, nessuno deve rimanere escluso dai circuiti di promozione. Senza contare che il compito è piuttosto facile. L’infrastrutturazione realizzata e realizzanda è più che sostenibile. Rispetta appieno i moderni trend di mercato che caratterizzano ogni attività economica attualmente pianificata dalla politica. 

Respira! Non può essere solo in spiaggia, funivia o con gli sci ai piedi, non trovate? 

Ecco perché consiglio a tutti di provare a vivere questo tipo di esperienza turistica. E’ un po’ faticosa ma straordinaria per chiunque voglia rilassarsi in un luogo lontano dalla folla.

 

La fatica e l’impegno richiesti, offrono la sensazione d’aver goduto di qualcosa di esclusivo. E subito la stanchezza si trasforma in impagabile soddisfazione.

 

22 Novembre 2021 0 Commento
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
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