Intanto la Provincia a trazione centrodestra comunica la massima attenzione al mondo contadino. Si fatica a capire come.
Una delle tante mancanze di questo esecutivo provinciale è stata – almeno fino ad ora – la scarsa propensione al mantenimento del territorio. Mi riferisco a quello legato alla valorizzazione urbanistica dei terreni, specie agricoli.
Chi mi conosce sa quanto impegno investimmo a tal riguardo insieme alla Lista Cives a Civezzano all’inizio degli anni 2000. Per il Comune di quel tempo la “sovra urbanizzazione” era diventata un problema urgentissimo, a tratti drammatico. Per questo nella scorsa legislatura mi sentii felice partecipe della revisione del PUP svolta dal collega di Giunta Carlo Daldoss. Avevamo imposto un saldo nel consumo del suolo pari a zero! Promuovemmo una filosofia severa, improntata al saldo zero per nuovo cemento, nuove edificazioni, insomma.
Poi, per carità, in veste di amministratore pubblico, so benissimo che esistono dei diritti acquisiti che difficilmente si possono violare. E letto dalla parte delle imprese è anche giusto che sia così. La certezza del diritto in questa strana Italia è sempre più un optional.
L’amara constatazione dell’Osservatorio del paesaggio
Venendo all’attualità, non passa assolutamente inosservato il Rapporto dell’Osservatorio del Paesaggio. Della perdita di aree citate avevamo già avuto occasione di parlarne anche su questo blog. QUI IL LINK AD UNA RECENTE CONSIDERAZIONE.
Non ci eravamo fermati lì. Vi ricordate le numerose prese di posizione che riguardano il mancato recupero di terreni da sfalcio e da pascolo in alcune aree devastate da Vaia? QUI IL LINK DI APPROFONDIMENTO. Poteva essere una soluzione compensatoria che tanto avrebbe fatto bene al nostro sistema turistico, innanzitutto e zootecnico, non certo in secondo ordine. Con una Pac che sempre più, si basa sulla valorizzazione del territorio locale, avere qualche ettaro in più a disposizione da parte dei nostri allevatori non sarebbe stato affatto male.
L’azione compensativa testè citata apparirebbe tanto più opportuna quanto più si tenga in considerazione un fatto. A proposito di diritti acquisiti, secondo l’osservatorio sono ancora 4000 gli ettari edificabili residuali. In assenza di recupero di altrettanta superficie coltivabile la situazione vista dal punto di vista degli agricoltori sarà drammatica. L’estensione media di un’azienda agricola in Trentino è meno di 2 ettari. Con 4000 sacrificati al cemento vorrà dire che il Trentino perderà la superficie coltivata da 200 aziende agricole. I numeri sono impietosi. Per questo quando sentiamo parlare di massima attenzione, massima vicinanza da parte della maggioranza verso il mondo contadino, rabbrividiamo.
Non bastano oboli finanziari una tantum o presenza a sagre, feste e banchetti degli agricoltori. Serve visione, programmazione a lunga scadenza. Un contadino senza terra non può programmare proprio un bel niente.