La “tangenziale-autoscontro” di Trento: cosa ha intenzione di fare la Giunta?

Da Michele Dallapiccola

Ogni mattina chi scende dalla Valsugana in automobile e vuole entrare in città attraverso la tangenziale, deve affrontare una vera e propria odissea.

Collisioni ed incidenti hanno raggiunto una frequenza tale da trasmettere l’impressione che facciano parte della quotidianità. Come quello di mercoledì 25 gennaio, dove 6 malcapitati automobilisti si sono trovati coinvolti loro malgrado in un tamponamento a catena, che ha causato code e rallentamenti impressionanti. Un’ora media in più per ciascun automobilista incolonnato, è stata necessaria per raggiungere il proprio luogo di lavoro.

So per esperienza, in forza di passati incarichi di governo, che chi si addentra in queste critiche sui social finisce spesso e volentieri vittima della “shitstorm”. Nel nostro personalissimo caso si tratta essenzialmente di sconosciuti sostenitori della controparte che ci accusano di non aver fatto nulla prima. E potrebbero pure avere ragione, non fosse per una serie di condizioni di contesto che vanno attentamente tenute in considerazione.

Qui si parleremo di responsabilità passate e mancanze del presente. Innanzitutto il fattore tempo. La Lega è in carica da ormai 5 anni e la soluzione più concreta che ha scelto per questo tratto di raccordo stradale, sicuramente supportata dai dati, è stata quella di accordare la sistemazione di un autovelox all’uscita ovest del tunnel di Martignano.

Meglio di nulla, meglio anche dell’ambizioso progetto di raddoppio della tangenziale. Questo è un sogno, finito per ora chissà dove, che prevede di inserire nelle opere di contesto associate al rinnovo della concessione della A22, il raddoppio della tangenziale di Trento, utilizzando l’attuale sede della A22 per realizzare un tratto nuovo più ad est, in galleria. Opere bellissime, ma faraoniche, che arriveranno chissà quando. Proposte buone da campagna elettorale, ma del tutto inutili all’atto pratico della quotidianità.

Nella nostra modestissima esperienza di quotidiani frequentatori della “tangenziale-autoscontro” possiamo senza dubbio affermare, che uno dei suoi siti più pericolosi si trovi in corrispondenza dell’immissione dello svincolo di Centochiavi, direzione sud, uscita 7. Si tratta di uno svincolo con una corsia di accelerazione brevissima, soprattutto rispetto alla sua omologa controlaterale in direzione nord. In corrispondenza, anche le due corsie di marcia si trovano particolarmente costrette tra i guard rail di protezione perché lo svincolo, per non farsi mancare nulla, si immette in curva.

Un paio di proposte rapidamente attuabili

Le soluzioni potrebbero essere un paio: in via urgente (e i motivi ci sarebbero tutti), l’uscita potrebbe essere chiusa al mattino nelle ore di punta, almeno temporaneamente. Il tutto naturalmente in attesa dell’intervento definitivo che non può essere che una nuova sistemazione dello svincolo che lo porti almeno ad assomigliare a quello controlaterale.

Il suggerimento, che ci sentiamo di tradurre in atto politico, interrogherà la giunta provinciale al fine di sapere se essa sia in possesso di risvolti tecnici che indichino come procedibile il suggerimento enunciato sopra. Siamo consci infatti, che la nostra semplice osservazione porta ad umile corredo il buon senso delle molte persone che ce lo hanno segnalato.

Chiederemo come abbia intenzione di attivarsi, questo esecutivo, per tentare di tamponare (e mai verbo fu più ambiguo) il pericolosissimo ingorgo di traffico che affligge gli utenti della tangenziale di Trento ormai praticamente ogni mattina.