Michele Dallapiccola
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Convincenti!

Da Michele Dallapiccola 30 Gennaio 2025

Anche a Civezzano “l’Operazione Ascolto” è stata un successo. Un gruppo di cittadini coordinati da Paolo Betti, storico medico farmacista della comunità di Civezzano ha voluto incontrare i propri compaesani. 

A suo corollario, sedevano un paio di gruppi politici comunali di interessante provenienza. 

Quello di Paolo Zordan si presentava con una rinnovatissima compagine in prosecuzione al lavoro svolto nella lista “Uniti per Civezzano”. Per loro impegno, con una composizione tutta civica, lontana dalla politica nazionale e provinciale. 

Al numeroso pubblico intervenuto si è però rivelata una ulteriore felice novità.  

Un gruppo di persone facenti riferimento all’attuale maggioranza, coordinate da Antonella Zucchelli,  Presidente del Consiglio Comunale, hanno voluto interpretare l’insoddisfazione dei propri risultati amministrativi raggiunti. Il tanto impegno profuso durante questo mandato non ha restituito i risultati sperati. 

La disponibilità di Paolo Betti, li ha dunque convinti a formulare una proposta amministrativa nuova da sottoporre alla popolazione di Civezzano per il prossimo 4 maggio. Mettersi in discussione è un pregio del quale la moderna società non va particolarmente greve. 

Ed è questo l’aspetto che più mi è piaciuto in questo nuovo modo di presentarsi. 

La popolazione ha dimostrato di apprezzare al punto che, nel corso delle 4 serate tenute nelle scorse settimane, si sono contate oltre 250 presenze.  Qui sotto quella di Torchio e Sant’Agnese. In copertina Civezzano.

Qualche piccola contestazione, ha ravvivato la serata di Bosco, in particolare. Veniva da alcuni rappresentanti dell’attuale maggioranza, che messi alle strette su questioni pratiche si sono riscoperti nel ruolo di contestatori a voce alta dal fondo della sala. Pronti ad interrompere a più riprese chi in quel momento raccontava proprie impressioni a loro non gradevoli. 

Per il resto direi bene! Tante idee, tante critiche, tanti problemi da sempre irrisolti. Faranno parte di un programma, condiviso, sentito. Rispetto al quale ci sarà tutta la disponibilità ad agire qualora eletti.

Li ho trovati convincenti anch’io. E sono per me stati di grande aiuto. La lista con la quale ho collaborato per anni ha perso un po ‘del suo spirito nonostante, lì dentro, alcuni elementi abbiamo davvero dato tanto. E meritano un plauso. 

E’ mancato coordinamento? Forse. Sicuramente ascolto e vita di paese, quella vera e non solo quella delle manifestazioni. 

E poi, qui, ci sta una nota politica tutta personale. Il Patt, a Civezzano, il mio ex partito, è tutto lì con l’attuale Sindaca, con le sue contraddizioni e le sue storture. Legato al territorio dove gli fa comodo e alla lega e alla Meloni dove gli serve ancor di più. Al punto che oggi, il suo Segretario o meglio sarebbe dire vice di Panizza, si sforzava di precisare sulla stampa che non si sente una bandiera al vento della politica. Ipse dixit! 

E’ pur vero che anche con l’amministrazione uscente le liste che si presenteranno saranno probabilmente civiche. Ma è altrettanto vero che l’anima politica uno, la porta con sé ovunque vada. E, a quella nera del Patt di questi tempi, io preferisco star lontano. 

Tante cose, insomma. Alcune oggettive ed altre personali che mi portano a dire sì a questa novità per la politica municipale. Ci sarò anch’io nel mio piccolo personalissimo sostegno elettorale.

30 Gennaio 2025 0 Commenti
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La “Balena Bianca” che visse in Trentino. Una breve cronistoria raccontata da una metafora tutta “Fauna ittica & attori locali”

Da Michele Dallapiccola 26 Febbraio 2024

Si dice che per immaginare il futuro sia opportuno conoscere il passato. Quello della politica tuttavia, è così fluido che forse per ricavarne insegnamento, è meglio scavare poco. Il limite del secondo dopoguerra probabilmente è più che adeguato. 

Onorevoli e stimatissime persone amministrarono la società italiana e trentina negli anni del boom economico. Furono gli anni della Democrazia Cristiana nel tempo in cui la chiamavano “Balena Bianca”. Anni in cui lo Statuto della nostra Autonomia arrivava a compimento. Momenti dove le persone che dedicavano vita ed impegno alla comunità erano dotate di spessore politico e culturale oggi ormai dimenticato. Attorno a questo “spirito degasperiano” che regalò al Trentino tantissime occasioni di sviluppo, si accasavano, un po ‘come è sempre stato, gruppi di persone afflitte da una visione distorta della politica. Al motto che a stare nelle stanze dei bottoni non si diventa ricchi ma ci si sistema. 

Così, di questa balena bianca, costoro divennero diligenti pesci remora.

Dentro a questo umile, microscopico excursus politico dal dopoguerra ad oggi, si arriva molto velocemente ai tempi di Tangentopoli. La politica frana e ne vengono coinvolti i suoi rappresentanti di ogni livello e latitudine: il potere si disgrega. Ne raccoglie i cocci, con tutta l’incapacità di gestirlo del caso, uno sparuto manipolo di autonomisti che a “spizzichi e bocconi” prova tenere duro. Si fabbricano Giunte che a più riprese cadono sotto i colpi di una legge che non favorisce certo il lavoro di squadra. E’ il quinquennio in cui i pesci remora fanno la fame. Non capiscono dove attaccarsi, vivono alla confusa ricerca del cetaceo al quale far aderire le loro ventose. 

Finalmente però, quegli stessi democristiani, storditi dai colpi del Di Pietro nazionale e suoi colleghi, riescono a riorganizzarsi. Cambiano pelle, la balena non è più bianca ma torna a navigare! 

E’ il ‘98 e in quell’acqua nuoterà per vent’anni filati con l’ultimo loro lustro col ruolo di nostromo guidato da un autonomista. Per i pesci remora è festa: è tutto chiaro, è tutto facile. Per il dove attaccarsi per farsi trascinare c’è solo l’imbarazzo della scelta. 

Nel 2013, PATT PD UPT poggiano su tre gambe uguali. Contro destra e cinque stelle, mazziati all’angolo il loro risultato elettorale rasenta il 60%, remore comprese. La collaborazione paritetica termina così. 

Nel 2018 arriva un nuovo cattivo vento nazionale. Non di tangenti quanto piuttosto di protesta. Al vento che soffia da destra, la litigiosità e i personalismi locali finiscono per provocare il resto. Così al termine di quello sconquasso, al potere, in autunno, finisce gente che ci stava provando da una vita, insieme a chi invece, a governare comincia da lì, senza neanche sapere perché. 

Ma i più incredibili sono i pesci remora. Stanno ancora tutti lì ad aspettare. Vivi, nel momento di disorientamento più complicato della loro storia. Alcuni tra i più furbi si attaccano lo stesso, già nel 2018. Non sarà bianca, non sarà balena ma è pur sempre pesce che nuota . Scuotono la coda e richiamano i loro amici rimasti in battigia a boccheggiare. 

Così nel 2023 non c’è storia. Il pesce è cresciuto, ora è blu a fiammate tricolori e nuota benissimo. I pesci remora stanno bene. Che nuoti a destra che nuoti a sinistra non fa nulla. basta che porti da mangiare e in campagna elettorale se ne vedono di tutti i colori. Ne cito almeno uno. C’è una tizia, (tra l’alto poi eletta) che nei suoi spot sui media si presenta col simbolo del precedente partito. Prima stava dall’altra parte dell’arco costituzionale ora è lì senza nemmeno il pudore di nascondere il suo essere girasole.

Che colore avrà la balena nel 2028 non è dato sapere. Una legge elettorale in forse e ambizioni di carriera personali impediscono di fare previsioni. Se non che ancora una volta sarà il vento nazionale a guidare le scelte. 

Di una cosa però siamo sicuri. Da qualsiasi parte nuoterà il potere, le remore saranno lì, pronte al centro ad aspettarlo. Diranno che è nell’interesse della comunità, che la politica si fa così, che risponde alle domande delle persone. Non servono programmi o visioni, bastano poche competenze, scarsa professionalità. 

E là in mezzo, nell’ombra ci sarà sempre chi dice: “Voi chiedete, noi staremo vicini a chi ha il portafoglio così salterà fuori qualcosa anche per voi, intanto votateci. Siamo o non siamo le vostre remore?”

Michele Dallapiccola 

Segretario politico MCA.eu

26 Febbraio 2024 0 Commenti
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Giunta regionale? Lavoro poco ma soldi facili! 

Da Michele Dallapiccola 1 Febbraio 2024

Avanti è libero nella più alta istituzione regionale. E se i posti sono più dei pretendenti non c’è problema, ne inventeremo di nuovi.

A dirlo la stessa maggioranza che si fa sostenere da falangi estreme che quell’istituzione vorrebbero abolirla. Un governo regionale che imita lo scandalso passo della Provincia di Bolzano dove, non riuscendo ad accontentare tutti i pretendenti, si è aumentato il numero degli assessori. 

Ora quel triste esempio potrebbe diventare metodo anche per la Regione. Pare che la parte di maggioranza trentina sia particolarmente afflitta da delusi e insoddisfatti del proprio risultato elettorale. E come si fa a negar loro il contentino di una piccola poltrona in giunta regionale? Così essendo limitato il numero di posti anziché far ragionare i delusi si creeranno ulteriori dicasteri dotati di indennità aggiuntive anche per loro. Nell’incomprensibile silenzio della collettività.

Ma in fondo è così, che ormai non si scandalizza più nessuno. La maggioranza gongola del suo risultato elettorale e a denunciare a a protestare siamo rimasti in pochi. 

Teniamoci tutto allora. Dai grandi carnivori pericolosi, agli stipendi più bassi d’Italia, agli appartamenti sfitti e le persone meno abbienti per strada. 

Forse è questo il nuovo Trentino, quello che se ne frega di chi sale al potere, quello che “però dai, alla nostra sagra sono sempre venuti”

Evidentemente va bene rivedere ancora e ancora un’altra volta il solito classicone natalizio di “Una poltrona per due”

1 Febbraio 2024 0 Commenti
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La politica ragionata. Cosa è successo nella tornata elettorale dell’ultimo ottobre scorso? Ed ora, verso quali lidi sta navigando la politica trentina?

Da Michele Dallapiccola 31 Gennaio 2024

Nella serata informativa tenutasi a Trento lo scorso lunedì, il politologo Brunazzo ha voluto corroborare il pensiero politico di Casa Autonomia.eu con alcune riflessioni arricchite di grafici e dati. 

La serata, assai partecipata ha visto la presenza di soci e simpatizzanti del Movimento. Ad accompagnarli c’erano alcuni esponenti delle forze politiche di coalizione. F. Zappini, M. Boato, M. Raffaelli di Azione, F. Parolari cons.ra PD, M. Malfer di Campobase

Coi presenti, il Professore ha cercato di tratteggiare le caratteristiche del voto di ottobre cercando di interpretare criticità e risultati di rilievo. 

Astensionismo, Destra locale assai competitiva, un Consiglio provinciale mai così rosa come oggi, elevata litigiosità nella maggioranza e nazionalizzazione del pensiero politico. Questi in sintesi gli elementi analizzati. 

C’è poi un dato di fatto del quale preso atto: l’elevata volatilità del voto con quella tra i due partiti nazionali come più evidente. Lo scambio di voti tra Lega e Fdi ne rappresenta lo spaccato più chiaro. Meno palese ma non per questo meno chiaro, l’interscambio di voti al centro. Li intercetta chi salta la barricata destra-sinistra perseguendo il potere, spesso in fase elettorale last minute.

Tra le situazioni altalenanti ha impressionato il tonfo del PATT che tra tutti i partiti in gioco ha prepotentemente spiccato al peggior ribasso. 

E qui non possiamo esimerci dall’offrire una nostra estemporanea riflessione, esterna al dibattito della serata. Perché questo brutto dato è vicino al punto più basso dell’ultrasettantennale storia delle Stelle Alpine. Passa infatti dai 42 mila voti del 2013 ai 32mila del 2018 ma diventa drammatico nel 2023 nonostante l’apporto di ben due forze politiche che nel 2018 avevano raccolto 15mila voti. E così ad ottobre scende sensibilmente sotto quota ventimila. Riesce tuttavia ad ottenere posti di potere attraverso un evidente contratto pre-elettorale.

Ora, i vertici di partito sempre più isolati spacciano questa condizione come un successo. In realtà chi può davvero esibirla come testa da trofeo è lo stesso Fugatti. Col PATT al suo fianco insieme a Fratelli d’Italia può raccontare ai trentini che l’autonomismo è con loro. Le persone gli hanno regalato il consenso, gli autonomisti l’anima. Perché la contraddizione di sostenere un governo nazionalista, per un autonomista autentico è davvero inaccettabile.

La relazione ha poi proseguito con un prolungato dibattito post presentazione dove abbiamo provato ad interrogarci sulle incertezze che il futuro offrirà anche alla politica trentina. Molti i quesiti ancora aperti. Ad esempio: come finirà la competizione tra lega e FDI? E conflitti interni a FDI? E il Pd e le civiche di centro sapranno riprendere un vero contatto coi territori? 

Il lavoro di comprensione dei possibili passaggi per un vero recupero dei consensi sono appena cominciati. Tuttavia cinque anni volano in fretta e il centrosinistra non potrà farsi trovare impreparato anche stavolta.

31 Gennaio 2024 0 Commenti
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ATTENTI ALLE INSIDIE DI UN VOTO DISTRATTO!

Da Michele Dallapiccola 17 Ottobre 2023

Domenica prossima, eleggeremo innanzitutto il nuovo Governatore della nostra PAT. La scelta della squadra che lo sostiene non è affatto facile e nemmeno troppo ovviamente ininfluente. Ragionateci sopra!

Da qualche giorno Casa Autonomia.eu ha pubblicato sui suoi canali social un’infografica che spiega come votando lo storico PATT ci si ritrovi a sostenere Fugatti, Lega, ma ancor peggio Fdi. Commenti al vetriolo della dirigenza del vecchio partito che ha seguito il post – tutti sul piano del personalismo – certificano il disagio che serpeggia tra gli autonomisti più genuini.

In effetti i vertici di quel che resta degli autonomisti identitari ben si guardano dal promuovere questo fatto. A dire il vero tenuto a bada nella comunicazione anche da tutti gli altri partiti della coalizione di destra. 

C’è un Fugatti nascosto in tante pieghe

Praticamente nessuno, Lega esclusa, sbandiera orgogliosamente il fatto che Fugatti sia il candidato Presidente prescelto. Perfino la lista che porta il suo cognome, insiste nel segnalare che di lista civica si tratta. In realtà sappiamo tutti che si tratta di una pura e semplice gemmazione leghista. Nata con il solo scopo di far eleggere un assessore a chiamata, della scorsa legislatura.

E tutti tengono così nascosto Fugatti, che persino lui si tiene nascosto da solo!

Non sarà sfuggito ai più che il premier leghista locale ha disertato tutti i confronti aperti e istituzionali, ben lontano da pubblico e rapporto con altri candidati. Ha scelto piuttosto di insistere a presentare il fake di quello che dovrebbe essere il “suo libro”.

Scappare tra le braccia della Meloni o del PATT, non salverebbe nessuno.

Insomma, la polpetta avvelenata di tutta questa vicenda è che non servirebbe a nulla provare a rifugiarsi nel nuovo miracolo politico italiano rappresentato dai Fratelli d’Italia. 

Che il proprio voto vada a Meloni, Gottardi, Spinelli o peggio ancora al PATT, si finirebbe per ritrovarsi comunque Fugatti alla guida della nostra Provincia anche per i prossimi cinque anni. 

Qui sotto, la simpatica animazione.

17 Ottobre 2023 0 Commenti
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Bypass ferroviario: tra controlli in arrivo e illustri assenze mai giustificate.

Da Michele Dallapiccola 22 Luglio 2023

Di una cosa siamo certi. Se in queste ore, del cantiere del bypass ferroviario di Trento nord ci fosse stata l’inaugurazione anziché i controlli del Noe avremmo avuto un’affollamento di amministratori provinciali da far spavento. Leghisti e Fratellisti avrebbero sotterrato l’ascia di guerra (elettorale) di questi ultimi mesi e si sarebbero uniti a suon di nastri da tagliare e tartine da degustare. A fianco del Sindaco. Il quale, ad onor del vero molto coraggiosamente, sta cercando di gestire le complicazioni di un cantiere che sotto casa nessuno vorrebbe mai. 

È pur vero che un domani, ad opera finita, chissà quanti vantaggi potrà portare alla città. Oggi però si devono solo giustificare paure e grandi preoccupazioni.

E così, accade come alla spianata di ghiaia a Trento sud dove ora, a concertone dimenticato, nessuno vuol farsi fotografare più. 

Là dove, in quella chiara primavera, in procinto della bella cantata di maggio. Comune e Provincia sembravano più uniti che mai. Foto di rito in maniche di camicia bianca, quasi fosse una divisa d’ordinanza (suggerivano un’intesa di fatto mai completamente sfuggita dai pensieri dei più maliziosi). 

Oggi invece di questo suggello manco l’ombra. Tutti contro tutti, a gestire la peggiore delle preoccupazioni. Quella dei pericoli ambientali. 

A questo punto, dentro a tutto questo confuso stato di cose, si profila un piccolo spiraglio di speranza. I controlli delle braccia operative della giustizia sono entrati nel cantiere! 

Ma anche in questo caso l’assordante silenziosità della Provincia preferisce lasciare le rogne a chi vuol provare a ricavarne lustro. Eppure l’opera, di profilo internazionale per i risvolti che ha dovrebbe ricevere le attenzioni di ben altri Enti che il solo semplice Comune

L’appalto è partito in fretta in furia, dopo anni di ipotesi e discussioni, solo per provare a recuperare quel disimpegno di fondi europei che il sistema di attribuzione del PNRR finirà per determinare. 

In Toscana dicono che con la fretta la gatta partorì gattini ciechi. Qui, i pregi dell’opera e i vantaggi per i posteri sono di indubbia esistenza, allo stato dell’arte però ci sono solo le preoccupazioni e i disagi dei residenti. A questi solo pochi provano a dare risposta e tra loro non certo la lega al Governo del Trentino e delle sue opere. A proposito, stiamo parlando dell’unico cantiere avviato durante la legislatura. Eppure, di tunnel in fase di scavo, la lega preferisce visitare quello di Loppio. Lì, il tempo di andarci lo trova. Ci hanno portato ministri e ospiti vari e non si tiene più il conto delle volte che lo hanno visitato. 

A proposito: qualcuno sa a che punto stanno i lavori, li?

Per Casa Autonomia.eu:

Michele Dallapiccola

Paola Demagri 

22 Luglio 2023 0 Commenti
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Nuove gravi predazioni da orso sul bestiame in Malga. Ancora una volta nessuna traccia della Provincia.

Da Michele Dallapiccola 19 Luglio 2023

In queste ore, la Val Rendena è ancora una volta teatro di alcune feroci predazioni. A farne le spese, dei bovini. Anche di grossa taglia. La responsabilità pare sia da attribuire ad uno o più orsi la cui identità non è ancora stata divulgata. Con ogni probabilità, è comunque già nota o ipotizzata con un certa precisione almeno dai servizi forestali. Come detto, lo scalpore che la notizia provoca è legato alla gravità delle lesioni, alla ferocia delle predazioni avvenute e alla confidenza dimostrata dal plantigrado con gli insediamenti umani scelti come sito di predazione. È lì che i proprietari si sono preoccupati di tentare in proprio, l’azione di dissuasione del predatore. Con i pochi mezzi a disposizione, rumore di petardi, cani da guardiania e poco altro i custodi degli animali hanno ottenuto un effetto assolutamente insufficiente. Rischiando pure la vita.

Questo dato certificherebbe che ci troviamo di fronte ad uno o più esemplari affatto preoccupati della presenza dell’uomo.

Ora, sappiamo benissimo che le persone particolarmente sensibili a queste vicende specialmente dal punto di vista naturalistico punteranno immediatamente dito e attenzione sulle eventuali carenze nelle opere di protezione. Segnaliamo che qui, stiamo parlando di campigli malghivi particolarmente ampi e per questo particolarmente difficili da proteggere sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista economico. Accanto alle opere rispetto alle quali i proprietari avrebbero dovuto ricevere una significativa assistenza tecnica risulterebbe particolarmente utile una presenza umana specializzata. Parliamo di personale forestale o di un supplemento di aiuto per quanto riguarda la guardiania.

Da tempo denunciamo che da questo punto di vista il personale forestale non è assolutamente in grado per numero di dipendenti e relativo ruolo, di sostenere adeguatamente i proprietari degli animali. Parrebbe opportuna una più assidua presenza tecnica in situ, senz’altro coordinata dalla Pat. Più che nelle opere di controllo e prevenzione la presenza di personale dedicato potrebbe sviluppare in via diretta e indiretta un più concreto aiuto ai proprietari. Ci riferiamo a formazione, informazione, controllo e monitoraggio ma non solo.

Accanto a quello che possono o devono fare i proprietari rimarrebbero da attuare anche una serie di azioni a carico della Provincia, particolarmente utili proprio in questi casi. Le pesanti azioni di recinzione, oltre a presentare un efficacia non sempre costante, sono caratterizzate da elevatissimi costi e una lunghissima tempistica di realizzazione. A questo punto l’azione immediata più efficace e praticabile potrebbe rimanere quella del monitoraggio intensivo attivato a scopo di poter dissuadere pedissequamente i tragicamente molesti animali.

Per questo l’utilizzo delle trappole a tubo finalizzato alla cattura dei plantigradi risulterebbe oltremodo urgente. Di questo tipo di strumenti la Provincia possiede tre. Ci chiediamo quante di queste siano armate e attivate per la già ordinata cattura di Mj5. E quante ne rimangono disponibili per questa drammatica situazione?

Recentemente, la Provincia è passata alla ribalta della cronaca per aver tenuto gli unici tre radiocollari posseduti in un cassetto o con le pile scariche. E adesso allora quanti ne rimangono di disponibili da subito? Si consideri che rappresentano la miglior tecnologia per poter avere precisa contezza della posizione di questi animali in tempo reale. Lo scopo è chiaro. La dissuasione fatta con petardi, rumore e paura da parte dei proprietari è sicuramente meno efficace di quella con proiettili di gomma sparati dai forestali. Sarebbero tanto più efficaci quanto più solerti potessero essere nel raggiungere gli animali, proprio grazie al radiocollare. Esperti e zoologi concordano che in caso di accanimento predatorio è fondamentale agire in maniera energica ed immediata. Esattamente come non sembra sia avvenuto qui dove tutto sta sviluppandosi in termini eccessivamente tardivi.

Le indicazioni da mettere in campo sono ben poca cosa rispetto alle reali necessità. Lo sappiamo bene. Chi vive in malga ritroverà i problemi già a partire da questa notte. Per questo la Provincia non può permettersi di rispondere che la colpa è di Roma, del Tar o degli animalisti. Girarsi dall’altra per dedicarsi al prossimo nastro da tagliare o al parco giochi da inaugurare non è un’opzione accettabile.

19 Luglio 2023 0 Commenti
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Strano governo, questo provinciale. Scappa dalle responsabilità e si rifugia sotto ai gazebo. Per protestare contro se stesso.

Da Michele Dallapiccola 25 Aprile 2023

Un tempo la lega era il vero partito dei gazebo. Stavano là sotto, nelle fiere e nei mercati. Raccoglievano firme, inveivano contro chi c’era al governo in quel momento. “Basta fare”, dicevano, “basta agire. Non siete buoni a nulla!” 

Proprio per questo incuriosisce il veder tornare sotto a quei gazebo quella stessa lega che oggi guida la Provincia e in parte anche lo Stato. Pare raccolgano nuovamente anche le firme. Insomma sembra proprio che il popolo di Pontida, di attribuire le responsabilità a qualcun altro, ne senta un bisogno folle. 

La colpa è di chi c’era prima. 

Che è anche l’unica verità. Col senno di poi, credo tuttavia che se Carlo Andreotti tornasse al governo, ben difficilmente ripartirebbe per la Slovenia “a comprare” nove orsi. Il fatto è che ora questo peloso, ingombrante ospite è qui con noi e non ce ne possiamo liberare. Come il lupo, sono protetti entrambi da severissime leggi internazionali.

Allora la colpa è di Roma! 

Dal 2018 per lunghi periodi a Roma, e ininterrottamente qui a Trento, la lega è stata in realtà a capo di esecutivo e importanti dicasteri nazionali. 

Ok, trovato! I veri responsabili della nostra inefficienza sono il Tar, i giudici e la Giustizia in generale. 

Che colpa può avere chi per mestiere fa rispettare la legge? 

Allora sono gli “scellerati” animalisti e in generale gli amanti della natura e dell’orso. 

Tra questi in effetti ci sono degli estremisti che vanno oltre ogni etica da me concepibile. E in quel caso, li condanno anche io. Ma poi, dentro a questa categoria di “cattivoni” si trovano praticamente tutti i 5 milioni di turisti che vengono a trovarci in Trentino ogni anno. Con il relativo assessore che gongola perché le prenotazioni vanno a gonfie vele lo stesso. Peccato che il Trentino aveva una reputazione scientifica nazionale ed internazionale di tutto rispetto. Aveva! E perché si possa dire che per la Provincia va tutto bene, non c’è da tener conto soltanto del registratore di cassa del proprio hotel. 

Adesso la condanna è per gli scienziati. 

La lega li condanna perché non avevano avvertito che l’aggressione di un orso avrebbe avuto esiti letali. Ci voleva l’esperto per diventarne consapevoli? 

Non sarà sfuggito ai più, quanto poco il Carroccio locale abbia cercato di parlare del problema orso e lupo in questi anni. Minimizzare, nascondere, evitare di esporre il problema è stato probabilmente un ordine di scuderia, un indirizzo politico. 

Riunioni col comitato di pubblica sicurezza, ma non si può usare lo spray al peperoncino.

Ecco, di riunioni così invece, se ne son tenute tante. Forse per condividere delle responsabilità? Fatto sta che nel frattempo di investimenti supplementari e impegno normativo per utilizzare la legge 9/2018, s’è visto gran poco. 

Siamo daccapo

Ora il sacrificio di una giovane vita ha fatto esplodere interesse e palco. Show televisivi, nazionali e  locali, vittimismo a profusione e accuse incrociate. Qui sopra la collezione delle principali. Siamo al mantra “via 70 orsi non importa come”.  La frase, letta da un punto di vista della pubblica opinione è giustissima. Non a caso, tutte le forze politiche sono praticamente d’accordo. Il problema che nessuno finora ha posto è che trasferiti i 70 plantigradi, tra cinque anni saremo da capo. Senza contare tutti i problemi che accadranno nel frattempo. 

Ciò dal quale abbiamo bisogno di partire velocemente è l’eliminazione dei soggetti pericolosi mano a mano che si presentano attuando la legge 9/2018. Altro che baggianate come quella di rendere la specie cacciabile. Boutade elettorale seconda soltanto alla discesa in piazza sotto ai gazebo. Perché chi governa ha la responsabilità di dire verità e cercare di portare avanti idee pratiche concrete e realizzabili. 

Troppo comodo far passare la legislatura a dare la colpa agli altri.

25 Aprile 2023 0 Commenti
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Grandi carnivori: quattro domande alla Giunta provinciale.

Da Michele Dallapiccola 8 Aprile 2023

Evidenziare le carenze che la politica di questi ultimi cinque anni ha dimostrato di avere non potrà lenire lo strazio di una vità strappata ai suoi affetti ma potrà aiutare a smuovere le acque.

Non di meno, il supplemento di attenzione derivante dal rilievo di alcune questioni preminentemente tecniche, potrebbe contribuire alla mitigazione dei rischi comunque ancora presenti. In che modo?

Attraverso quattro semplici domande rivolte alla Giunta provinciale.

L’ordinanza e l’aumento della sorveglianza a tutela della pubblica sicurezza.

Di fronte a una situazione di pericolo conclamato le auspicabili soluzioni estreme quali l’abbattimento o la rimozione/captivazione, non sono mai di immediata o rapidissima agibilità. Possono passare giorni per non dire settimane prima di arrivare a qualcosa di concreto. Nel frattempo lo strumento dell’ordinanza con divieto di frequentazione dei boschi e l’intensificazione della presenza dei forestali nei luoghi di maggior pericolo sono davvero gli unici strumenti di pronto soccorso.

  • Quante squadre di forestali in più sono state collocate nei luoghi frequentati dagli orsi MJ5 e JJ4?
  • Quante e quali Ordinanze a tutela della pubblica incolumità sono state firmate dal Presidente della Giunta provinciale dopo la vicenda di MJ5 di qualche settimana fa?

La consapevolezza sociale.

Da anni la Provincia si prodiga per far arrivare alla popolazione la più capillare informazione del caso. Avvertimenti, dépliant e promozione non bastano mai. Siamo convinti che una politica seria e consapevole debba spendersi in prima persona soprattutto per l’effetto mediatico che può avere la presenza di una Giunta Provinciale in un incontro pubblico rispetto a un banale volantino inviato a casa. Al netto della sospensione necessaria per motivi di pubblica sanità durante il periodo della pandemia, va rilevato che questa politica, di presenza personale ne ha investita davvero poca. Qualche sparuto incontro a porte chiuse e nient’altro di straordinario.

  • Quanti incontri pubblici e di formazione informazione ha tenuto in prima persona questa Giunta provinciale nei periodi pre e post Covid?

I radiocollari

Pur strumento di controllo di difficile applicabilità tecnica, qualora utilizzato rimane tra i pochi, e sicuramente il più efficace possibile, per riuscire a monitorare gli animali, specie quelli pericolosi.

  • Quanti sono i radiocollari a disposizione del Corpo Forestale della PAT?
  • Quanti di questi sono applicati e quanti sono attivi? Esiste un progetto, uno studio o l’intenzione di acquisire soluzioni innovative per questo tipo di apparecchiatura?
  • Come mai il sito Grandi Carnivori PAT, che ne registra come applicati soltanto due, è aggiornato al 2020? Nonostante JJ4 sia responsabile di un’aggressione a persone e M62 di numerosi danni.

Le trappole a tubo

Premesso che è bene escludere la cattura in free ranging, con dardo narcotico per conclamate pericolosità dei soggetti ricercati. Soggetti per altro piuttosto schivi, al fine di addivenire ad una solerte situazione di mitigazione del pericolo, la soluzione migliore è dotare i soggetti pericolosi di radio collare. Per applicarlo è necessario catturare gli animali.

Tra i due sistemi disponibili l’unico che rimane è dunque quello dell’utilizzo di trappole a tubo.

  • Quanti dispositivi di questo tipo ha a disposizione la Provincia?
  • Poiché la cattura non è comunque priva di rischi, le trappole vanno costantemente sorvegliate, direttamente o tramite strumenti telematici: quante di queste dunque sono state disposte nella zona delle due recenti aggressioni?
  • E di queste, quante sono quelle attive, armate e sorvegliate dal corpo forestale in zona?

Poniamo sul piatto del dibattito pubblico semplici questioni tecniche, per sapere se davvero è stato fatto tutto il possibile per evitare ulteriori tragedie come quelle delle ultime ore.

Paola Demagri e Michele Dallapiccola

8 Aprile 2023 0 Commenti
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Chi dorme non piglia… PNRR!

Da Michele Dallapiccola 6 Aprile 2023

Leggere di amministratori o politici che si meravigliano del rischio di perdere i fondi del PNRR sorprende non poco.  

E’ infatti arcinoto che la logica europea di assegnazione dei suoi fondi agli Stati membri è piuttosto rigorosa e stringente. Prendiamo quelli accordati all’agricoltura attraverso la PAC (politica agricola comunitaria). Consegnati a cadenza settennale vanno utilizzati entro la scadenza del suddetto periodo. Solo particolari e non facili accordi tra Stato e Comunità possono permettere deroghe alla scadenza di assegnazione. Dunque, qualora non utilizzati, vanno restituiti al mittente. Sono questi, i cd. fondi del disimpegno l’incubo di qualsiasi assessore regionale all’agricoltura che si rispetti.  Non a caso sono notori i contenziosi nazionali, specie di alcune regioni del sud verso la Comunità europea, per riuscire a trattenere risorse non ancora impegnate nel settennio di corrispondenza. 

E quanto sopra enunciato era chiaro fin dall’inizio anche per le assegnazioni finanziarie agli Stati membri derivanti dalla ripartizione dal Recovery Fund.  

Si sapeva tutto.

Fin da subito la Comunità europea era stata perentoria. Conosceva i “suoi polli”, la logica di assegnazione ed eventuale revoca avrebbe seguito le stesse regole dei fondi della PAC.

Ora l’Italia piange e il Governo nazionale annuncia che dei 200 miliardi assegnati ne verranno impegnati forse 100. Bruxelles invece non piangerà di certo. Dentro ai 700 miliardi e passa prenotati dalla Van der Leyen, c’era parecchio debito. Che a questo punto l’Europa non dovrà contrarre più.

Ma senza lanciarsi in complicate ipotesi sulle questioni finanziarie comunitarie abbiamo fin troppo materiale del quale discutere anche solo rimanendo qui in Provincia di Trento. Del particolare attivismo della Giunta in questi ultimi tempi ne abbiamo già parlato. Annunci su annunci, appalti su appalti, inaugurazioni di ogni minima attività sul territorio.

Siamo arrivati a dover assistere alla scena in cui l’assessora alla sanità, comparto le cose stanno andando alla grande (???) è arrivata a trovare il tempo di andare a inaugurare un mercatino rionale del riuso. 

Si vede che la frequentazione di sagre e comitati vari non ha permesso che negli amministratori provinciali maturasse la consapevolezza che il tempo a disposizione per impegnare i fondi a livello locale non sarebbe bastato. Secondo una consolidata consuetudine italiana hanno atteso che l’acqua toccasse il collo. E così, anziché distinguersi per capacità di utilizzo dei fondi europei come è sempre stato fatto in passato per la PAC (il Trentino li ha sempre consumati pressoché per intero), abbiamo perso tempo. E così “via coi concorsi!”. Ma quanto ci metterà quel personale a diventare veramente utile allo scopo preposto? Solo oggi ci siamo accorti che con qualche dipendente Provinciale in più, si sarebbe forse potuto gestire qualche fallimento in meno? Perché di questo si tratta.

Non riuscire ad investire tutti i finanziamenti ricevuti, specialmente per una Provincia autonoma è un vero e proprio fallimento.

A meno che l’omologazione all’Italia alla quale questa giunta Provinciale sta cominciando ad abituare i Trentini, non sia qualcosa di così tollerabile che l’orgoglio popolare non se ne accorge nemmeno più.

6 Aprile 2023 0 Commenti
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