La politica ragionata. Cosa è successo nella tornata elettorale dell’ultimo ottobre scorso? Ed ora, verso quali lidi sta navigando la politica trentina?

Da Michele Dallapiccola

Nella serata informativa tenutasi a Trento lo scorso lunedì, il politologo Brunazzo ha voluto corroborare il pensiero politico di Casa Autonomia.eu con alcune riflessioni arricchite di grafici e dati. 

La serata, assai partecipata ha visto la presenza di soci e simpatizzanti del Movimento. Ad accompagnarli c’erano alcuni esponenti delle forze politiche di coalizione. F. Zappini, M. Boato, M. Raffaelli di Azione, F. Parolari cons.ra PD, M. Malfer di Campobase

Coi presenti, il Professore ha cercato di tratteggiare le caratteristiche del voto di ottobre cercando di interpretare criticità e risultati di rilievo. 

Astensionismo, Destra locale assai competitiva, un Consiglio provinciale mai così rosa come oggi, elevata litigiosità nella maggioranza e nazionalizzazione del pensiero politico. Questi in sintesi gli elementi analizzati. 

C’è poi un dato di fatto del quale preso atto: l’elevata volatilità del voto con quella tra i due partiti nazionali come più evidente. Lo scambio di voti tra Lega e Fdi ne rappresenta lo spaccato più chiaro. Meno palese ma non per questo meno chiaro, l’interscambio di voti al centro. Li intercetta chi salta la barricata destra-sinistra perseguendo il potere, spesso in fase elettorale last minute.

Tra le situazioni altalenanti ha impressionato il tonfo del PATT che tra tutti i partiti in gioco ha prepotentemente spiccato al peggior ribasso. 

E qui non possiamo esimerci dall’offrire una nostra estemporanea riflessione, esterna al dibattito della serata. Perché questo brutto dato è vicino al punto più basso dell’ultrasettantennale storia delle Stelle Alpine. Passa infatti dai 42 mila voti del 2013 ai 32mila del 2018 ma diventa drammatico nel 2023 nonostante l’apporto di ben due forze politiche che nel 2018 avevano raccolto 15mila voti. E così ad ottobre scende sensibilmente sotto quota ventimila. Riesce tuttavia ad ottenere posti di potere attraverso un evidente contratto pre-elettorale.

Ora, i vertici di partito sempre più isolati spacciano questa condizione come un successo. In realtà chi può davvero esibirla come testa da trofeo è lo stesso Fugatti. Col PATT al suo fianco insieme a Fratelli d’Italia può raccontare ai trentini che l’autonomismo è con loro. Le persone gli hanno regalato il consenso, gli autonomisti l’anima. Perché la contraddizione di sostenere un governo nazionalista, per un autonomista autentico è davvero inaccettabile.

La relazione ha poi proseguito con un prolungato dibattito post presentazione dove abbiamo provato ad interrogarci sulle incertezze che il futuro offrirà anche alla politica trentina. Molti i quesiti ancora aperti. Ad esempio: come finirà la competizione tra lega e FDI? E conflitti interni a FDI? E il Pd e le civiche di centro sapranno riprendere un vero contatto coi territori? 

Il lavoro di comprensione dei possibili passaggi per un vero recupero dei consensi sono appena cominciati. Tuttavia cinque anni volano in fretta e il centrosinistra non potrà farsi trovare impreparato anche stavolta.