Michele Dallapiccola
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Inceneritore dopo le elezioni? La Giunta provinciale gioca a nascondino con l’ambiente e le persone.

Da Michele Dallapiccola 4 Aprile 2023

La gestione provinciale dei rifiuti è senza ombra di dubbio una materia tecnica e amministrativa piuttosto complessa. 

Qui in Trentino negli aspetti negativi, fortunatamente siamo agli esatti antipodi dei casi estremi che si verificano a livello nazionale ed in particolare in alcune grandi città del centro-sud. 

Qui Enti gestori, Enti locali, educazione e civiltà diffusa hanno portato il Trentino ad essere una delle Province a maggiore capacità di raccolta secondo il metodo differenziato. 

E dunque, questa amministrazione aveva iniziato il suo mandato di governo ormai quasi cinque anni ora sono con tutte le carte scoperte sul tavolo. 

Prima della trattativa per la riassegnazione della concessione di gestione dell’Autostrada A22, il Trentino poteva vantare un ottimo rapporto con Bolzano. Si basava su accordi di natura commerciale per quanto riguarda  la valorizzazione di una piccola parte del nostro rifiuto accompagnato da un serio programma di attività migliorative della gestione sul territorio trentino. Un approccio disertato da questa Giunta provinciale fin dal suo esordio, ripreso in mano soltanto quando il problema è diventato grave. 

Per lungo tempo i nostri amministratori se ne sono ben guardati dal raccogliere la responsabilità della chiusura del ciclo dei rifiuti direttamente in provincia di Trento. Alias: la costruzione di un termovalorizzatore, un gassificatore o comunque uno strumento che fosse in grado di massimizzare gli aspetti positivi riducendo quelli relativi all’inquinamento.

Ora è arrivata la fine della legislatura con un bel nulla di fatto e con essa una promessa da mettere in campo dopo le elezioni. Almeno questo è ciò che promette il Vicepresidente PAT competente in materia (tra un salto di partito e una nuova campagna elettorale). 

Se si volevano fare le cose per bene, partendo dall’inizio della legislatura, i tempi c’erano tutti. A Trento abbiamo autorevolissimi Istituti di ricerca che sono in grado di indicare le migliori pratiche di campo per ridurre l’impatto ambientale ai minimi termini. Abbiamo capacità di esercizio finanziario piuttosto consistenti. Vengono “sfruttate” per promettere varianti stradali, tunnel e viadotti di ogni sorta e genere che impegneranno i prossimi governi provinciali per almeno altri quattro mandati.

Come titolava un quotidiano ieri, la Provincia stessa dà modo di dedurre quanto costerà questo tergiversare secondo il suo ultimo Aggiornamento del Piano di Gestione dei Rifiuti. Lo “scherzo” dei ritardi impegnerà risorse distratte ai contribuenti provinciali una cifra che supererà di lunghezza i 300 milioni €!

Se leggete del disagio nelle mie parole, state leggendo bene. E’ davvero incomprensibile come si possano impegnare le risorse dei bilanci provinciali che si renderanno disponibili per i prossimi 20 anni. Con l’urgenza sopra evidenziata, è davvero difficile da giustificare. 

Da consiglieri di minoranza non possiamo tacere né evitare di esprimere il nostro dissenso. Più che per la prossima giunta provinciale Il problema sarà grave per il nostro domani. 

4 Aprile 2023 0 Commenti
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MALGHE VUOTE E GIORNALI PIENI!

Da Michele Dallapiccola 28 Marzo 2023

Dei titoli PAC, dei PREMI comunitari riservati alla zootecnia, in questi anni si è fatto un gran parlare. Merito di una carta stampata più protesa ad enfatizzare (legittimi) scontri tra imprenditori che ad offrire una corretta ed ampia lettura della realtà dei fatti. A parziale giustificazione dei tabloid va detto che la materia è molto complicata. 

Tra i non addetti ai lavori nessuno ha capito (e continua a non capire) niente. La materia è obiettivamente ostica. Forse per questo chi la racconta tende a semplificare. Il risultato? Si rappresenta soltanto che di mezzo c’è un affare dove si possono fare tanti soldi con poca fatica.  

Premesso che nemmeno chi la considera un’interessante opportunità di reddito di fatica ne fa poca, rimane in effetti che qualcuno che ha cercato di approfittarne, c’è stato. Il metodo è stato quello di massimizzare il profitto e riducendo l’aspetto zootecnico e di passione per gli animali. Dunque lo scopo originale per il quale erano nati i premi Pac. Da qui, proprio dal senso etico della questione, scaturisce tutta la nostra condanna e il nostro dissenso. 

Invece, gli interventi economici, riservati ai pascoli in quota, hanno avuto un grandissimo merito nel mantenimento della montagna. Non dobbiamo dimenticarci che sono nati soprattutto per diminuire il GAP dei costi che l’agricoltura di montagna manifesta rispetto alle sue altre espressioni. 

A queste complicate vicende, da qualche anno a questa parte, si sono aggiunte anche molte amministrazioni locali. Sono entrate a gamba tesa nella questione pretendendo un ritorno economico da questa fonte di ripiano delle spese originariamente a disposizione delle aziende agricole. Per questo motivo talvolta irriverenti nei confronti del lavoro dei contadini, hanno fatto di ogni erba un fascio tra allevatori e speculatori aumentando di fatto spesso a dismisura il valore di affitto dei pascoli e degli alpeggi di proprietà. 

Gli imprenditori zootecnici impreparati a questo repentino cambio di parametri di gioco si sono spesso trovati a combattere dentro a un “gioco” al rialzo che ha generato ben più di un dissapore e di un’incomprensione.

Se ciascuno avesse fatto la sua parte e tutti avessero lavorato con onestà, questo non sarebbe successo. Perché nei margini di operatività degli enti locali c’era la possibilità di attivare dei bandi secondo la modalità dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Una condizione che avrebbe favorito le imprese locali rispetto agli speculatori. Così non è stato e si è demandato di lasciar fare tutto a Bruxelles. Nel frattempo la Giunta provinciale se ne è ben guardata dal parlare in pubblico anche solo minimamente di ciò che stava avvenendo. 

Troppo comodo per la lega al governo del Trentino, promuovere soltanto i propri presunti successi elettorali rispetto al dare ampia e precisa informazione riguardo alla prossima Pac.

Il risultato è stato che per molte aziende agricole il valore della prossima domanda unica subirà una pesante contrazione. Così sarà sicuramente per il settore Ovi Caprino e in particolare per il comparto dei transumanti.

Su Terra&Vita, un competentissimo Prof Angelo Frascarelli, offre una sintesi tecnica dei recenti riscontri che potrà avere il ricalcolo dei Premi PAC. C’è tutto al link qui sotto:

Titoli Pac, ecco come cambiano i valori con il ricalcolo

Ciò che qui insieme noi possiamo considerare è che una legislatura partita tutta in salita con un assessore competente privo di esperienza nel settore, si sta infine chiudendo nel peggiore dei modi. E il brutto è che queste gravi implicazioni denunciate si ripercuoteranno anche sulla prossima legislatura, indipendentemente da chi vincerà le elezioni. 

28 Marzo 2023 0 Commenti
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Casa Autonomia.eu: nel riposizionamento degli autonomisti, le ragioni della nostra esistenza.

Da Michele Dallapiccola 14 Marzo 2023

Un sondaggio Winpoll, delle deduzioni personali e alcune ipotesi dettate dall’interpretazione del non detto dentro al PATT. Questi elementi possono sembrare aleatori, ma a noi che abbiamo fondato Casa Autonomia.eu, sono invece bastati per percepire – con largo anticipo – il drammatico spostamento a destra degli autonomisti storico identitari. E così adesso che tutto si sta avverando anche molti di loro sono in preda ad una profonda crisi. 

Manca un ulteriore passo. L’alleanza con Fratelli d’Italia che non è ancora formalizzata, nonostante le elezioni provinciali siano ormai alle porte. È vero che a parole, la dirigenza di partito si ostina a definire reversibili le scelte fin qui effettuate. Ma sono rimasti in pochi a crederlo. 

Gli altri, quelli che la pensano come noi, sono invece convinti che il prossimo passo, il suggello con i seguaci della Meloni, sarà solo questione di tempo. E non sarà nemmeno l’ultimo passaggio. Perchè a dirla tutta, pare sia imminente anche un ulteriore colpo basso, dritto allo stomaco dei puristi del fiore alpino: la fusione di PATT, Progetto trentino e Autonomisti popolari. Un patto a triciclo che una volta definitivamente consacrato, farà scendere l’appeal del partito anche per i più affezionati, a minimi mai visti prima. E gli autonomisti storici potrebbero ridursi davvero al lumicino.

Proprio come certifica un recente sondaggio WINPOLL che ipotizza un PATT al 7%, con un dato del tutto verosimile. Si tratta infatti della trasposizione in sondaggio del recente risultato elettorale nazionale alla Camera dove il PATT si è presentato già fuso con Progetto Trentino. 

Se questo assetto sarà mantenuto anche per le prossime elezioni provinciali, la candidatura di Tonina nelle stelle alpine sarà un fatto certo. E si tratterà del suo terzo cambio di casacca in pochi anni. 

Non è difficile ipotizzare che la regia “poera” gli affiancherà anche qualche altra figura esponente di Progetto Trentino, ovviamente di genere femminile. Alla squadra sembra ormai certa anche l’adesione di Kaswalder, sempre che le vicende giudiziarie per la questione Pruner non facciano prendere alla sua candidatura una brutta piega. Nomi forti insomma, in pole position sugli esiti delle urne. E se le previsioni Winpoll si avvereranno per questo “nuovo” PATT, sarà difficile pensare di andare oltre i due o tre seggi. 

Insomma, il rischio che gli autonomisti lavorino per far eleggere persone estranee alla fedeltà al partito c’è tutto.

Anzi, si crucciavano tanto se ammettere deroga ai mandati di esponenti storici ma finiranno invece per eleggere almeno un paio di ultrasessantenni, e forse solo quelli. Alla faccia degli scalpitanti Movimenti autonomisti Giovanile e Femminile.

Intanto nella “base” elettorale, nel cd zoccolo duro una certezza c’è. Per ora Panizza ha trasformato il “suo” partito in una delle tante liste civiche felici alleate di Fugatti. Ma quando la coalizione sarà al completo, sarà ancora più evidente a tutti che questa strategia, altro non sarà stata che il più efficace tentativo di portare i simboli di Salvini e della Meloni nel parlamento trentino. Un fatto che per molti trentini, ma soprattutto per gli autonomisti storici, suona come stridore acuto al confronto di una sinfonia. 

Ecco perché il PATT potrà contare soltanto sugli affezionati al simbolo e tra loro su quei pochi che non considerano la destra come un male assoluto per l’Autonomia. 

Noi no. 

Noi di Casa Autonomia.eu, abbiamo rifiutato con convinzione questo format preconfezionato. La creazione di un contenitore civico autonomista è il più puro atto di dignità e di orgoglio trentino che noi si possa offrire alla nostra Provincia Autonoma. 

Seguire Salvini e la Meloni è un atto più che legittimo e per certi versi a livello nazionale anche comprensibile. Non certo da quel Trentino che ha ancora a cuore le prerogative di autogoverno della nostra terra.

Paola Demagri 

Michele Dallapiccola

14 Marzo 2023 0 Commenti
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Un cortocircuito nel centrodestra? Sembra proprio in arrivo.

Da Michele Dallapiccola 6 Febbraio 2023

Casa Autonomia.eu, le idee, le ha chiare da mesi. Per questo, da subito, è rimasta schierata nell’alveo politico che gli autonomisti hanno calcato dal lontano 1998: il centrosinistra autonomista, oggi rinnovato nell’Alleanza Democratica per l’Autonomia. 

Dall’altra parte, a disposizione delle scelte politiche dei trentini c’è la Destra. Più o meno moderata ma sempre Destra rimane. 

Ora, noi sappiamo bene che dovremmo evitare di guardare la paglia nell’occhio altrui quando nel nostro c’è una trave. Quella noi, ce la toglieremo a breve. Ma quella finita nell’occhio di Fugatti in queste ore, più che una paglia sembra essere un intero pagliaio. 

Come farà a tenere insieme, due forze politiche che sono come il diavolo e l’acqua santa? 

Uno delle tante schermaglie dei due pretendenti della lega.

Da un lato gli autonomisti storico identitari gli stanno per giurare eterna fedeltà elettorale dall’altra i Fratelli d’Italia attendono tronfi i risultati delle elezioni regionali del prossimo 12-13 febbraio. Pronti, a quanto pare, a far pesare il loro nuovo ulteriore successo. 

Una lega corteggiata, insomma, da due pretendenti che non si possono vedere!

Se rimarranno separati la lega perderà le elezioni, se invece staranno insieme gli autonomisti perderanno tanti voti da toccare un fondo mai visto prima in settant’anni di storia. Azzerando lo sperato effetto booster della loro annessione al Carroccio.

C’è davvero di che esser curiosi aspettando di vedere come andrà a finire. 

6 Febbraio 2023 0 Commenti
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Il Giallo in Tour. Oltre 800, le presenze registrate agli incontri pubblici del Movimento più giallo che ci sia. 

Da Michele Dallapiccola 4 Febbraio 2023

Casa Autonomia.eu è partita l’8 novembre U.S. con la sua serata fondativa. Da lì, attivando numerosi incontri abbiamo sviluppato una serie di serate informative. I contenuti presentati più che di natura politica sono prevalentemente di tipo tecnico amministrativo. Come fin dal 2012, che forse alcuni ricorderanno, dove avviammo questo tipo di presentazioni insieme all’allora Assessore Rossi. Si trattava di una serie di serate dedicate all’Autonomia letta dal punto di vista pragmatico del bilancio provinciale. 

Proseguii gli incontri pubblici anche in veste di Assessore provinciale dove però presentavo dati relativi ai sistemi provinciali agricolo e turistico. 

Nei primi anni di questa legislatura infine, si era un po’ persa questa abitudine, frenata ad onor del vero dell’indisponibilità del nostro ex partito a promuovere questo tipo di attività. Del resto con la collega Paola Demagri, abbiamo sempre lavorato come consiglieri di opposizione contrastando le attività delle lega al governo del Trentino. E questo fatto alla dirigenza delle stelle alpine non è mai andato a genio. Oggi se ne comprendono finalmente le (tristi) ragioni benché ormai questa sia diventata una condizione che non ci riguarda più. 

Ci riguarda invece il fatto che alle nostre serate si fa sempre il pienone. Fino ad ora abbiamo praticamente sempre infilato il tutto esaurito. Serate a tema, come quelle sulla sanità, la gestione dei grandi carnivori, le mutazioni della nostra società. Oppure semplicemente quelle che trattano, di nuovo ed ancora una volta, della situazione demografica, sociale ed economica del Trentino. Certo, ne parliamo a grandissime linee, tuttavia con dati numerici e relative fonti. Contestualizziamo tutto con le macro cifre del bilancio provinciale di previsione 2023, per ragionare insieme sul senso di alcuni stanziamenti rispetto ad altri. 

Sono più di 800 le persone che abbiamo contattato fino ad oggi. Le prossime tappe? Sanzeno, (in collaborazione coi nostri amici di Campobase), Mori e Tione. Presto sarà la volta di Pergine e Castel Tesino.

E non abbiamo nessuna intenzione di fermarci. Portò bene nel 2013 dove, anche allora, il contatto con le tante persone incontrate ci accreditò sui trentini. Ci permise di dimostrare quello spessore amministrativo necessario per potersi proporre al governo della nostra Provincia. 

Con tutta l’umiltà del caso ci proveremo ancora. Uniti con l’Alleanza per l’Autonomia, forti dell’aiuto di tutti, ma soprattutto di chi si rifiuta di pensare di mettere il Trentino nelle mani di Fratelli d’Italia o ritiene possibile lasciar governare ancora il Trentino alla squadra di Salvini.

Noi ci siamo, la risposta del pubblico anche, tra breve arriverà anche l’ufficializzazione del nostro candidato Presidente. Manca soltanto quella, perché sulla composizione e sull’unità della squadra fortunatamente non c’è dubbio alcuno.

4 Febbraio 2023 0 Commenti
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Panarotta Vs Pinè: un match impietoso dove a perdere sono soltanto i cittadini.

Da Michele Dallapiccola 30 Gennaio 2023

Conto alla rovescia per le elezioni provinciali. E il tempo dei bilanci è sempre più vicino, con le disparità di trattamento di territori sempre più evidenti. 

Quante volte dai banchi della minoranza, abbiamo accusato la giunta provinciale di non avere visione. Consapevoli che molti tra quelli che ci hanno ascoltano, hanno spesso finito col non capire. Del resto, la frase può prestarsi ad accezioni infelici. Infatti, di solito è usata da chi non sa cosa dire. Allora, per spiegare questo concetto astratto utilizzeremo il migliore dei metodi: quello degli esempi. E di questi, in Alta Valsugana ne abbiamo uno grande come una casa. 

Prendete il caso dei fondi promessi all’altopiano di Pinè per lo sviluppo della comunità in cambio della figuraccia delle mancate Olimpiadi. Penso che gli abitanti di Pinè siano tutti molto felici. Quella montagna di soldi, (quando arriverà) farà la fortuna dell’Altopiano. Mai, si era vista nella storia della Provincia (la promessa di) una tale montagna di finanziamenti in una quantità simile, ad un’unica zona. Almeno io non ricordo nulla del genere nemmeno attualizzando cifre importanti distribuite nel passato. E su questo, non possiamo che unirci alla soddisfazione dei pinetani. Le idee ci sono, la speranza pure, con la fede in un favoloso protocollo sulla carta, il quadro spirituale è praticamente perfetto. Tanto serve per arrivare ad ottobre con la vita terrena. Passate le elezioni si vedrà. 

Ma se prendiamo la strada per Pergine e cerchiamo altre iniziative dal simile tenore, passato il Riposo, non troviamo più nulla! 

La terza Città del Trentino insieme agli altri Comuni del vecchio C4 che circondano la Panarotta, per lo sviluppo della loro Alpe, hanno ricevuto un bel nulla! 

“Colpa della Società!” Si vocifera dai corridoi di palazzo Europa; “colpa dei Comuni”, gli fa eco piazza Dante! Fatto sta che con la colpa che è sempre degli altri, quest’improvvida amministrazione provinciale, tra i tanti si è conquistata anche questo primato negativo. E’ stata la prima a non impedire la chiusura di una stazioncina sciistica di così interessanti prerogative. 

Il meccanismo di gestione finanziaria pubblica/privata avrebbe permesso svariate opzioni.

Nonostante in Trentino siano stati firmati protocolli ovunque, pur di promettere qualsiasi fandonia e fantasia milionaria, qui la politica ha abdicato alle proprie responsabilità. Qui che realisticamente con poche centinaia di migliaia di euro si sarebbe potuto fare tutto. Qui che si è lasciato andare tutto a remengo. 

Cosa ci voleva a mettere insieme l’assessorato agli Enti locali, garantire le risorse ai Comuni, chiamare il dicastero al turismo a fare da “notaio” e la Comunità di valle a coordinare le operazioni. Ora la nostra cara stazioncina sarebbe aperta e funzionante. 

Invece sabato, quando ho accompagnato in Panarotta un ospite illustre che veniva a trovarci dalla Capitale, mi sono vergognato. Gli ho dovuto mostrare una situazione spettrale. Sembrava di trovarsi in quell’Italia malata di clima che cambia e amministrazioni pubbliche incapaci di sostenere adeguatamente l’impresa privata. 

Esattamente come è successo in Panarotta, in barba all’Autonomia delle scelte locali.

30 Gennaio 2023 0 Commenti
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La “tangenziale-autoscontro” di Trento: cosa ha intenzione di fare la Giunta?

Da Michele Dallapiccola 25 Gennaio 2023

Ogni mattina chi scende dalla Valsugana in automobile e vuole entrare in città attraverso la tangenziale, deve affrontare una vera e propria odissea.

Collisioni ed incidenti hanno raggiunto una frequenza tale da trasmettere l’impressione che facciano parte della quotidianità. Come quello di mercoledì 25 gennaio, dove 6 malcapitati automobilisti si sono trovati coinvolti loro malgrado in un tamponamento a catena, che ha causato code e rallentamenti impressionanti. Un’ora media in più per ciascun automobilista incolonnato, è stata necessaria per raggiungere il proprio luogo di lavoro.

So per esperienza, in forza di passati incarichi di governo, che chi si addentra in queste critiche sui social finisce spesso e volentieri vittima della “shitstorm”. Nel nostro personalissimo caso si tratta essenzialmente di sconosciuti sostenitori della controparte che ci accusano di non aver fatto nulla prima. E potrebbero pure avere ragione, non fosse per una serie di condizioni di contesto che vanno attentamente tenute in considerazione.

Qui si parleremo di responsabilità passate e mancanze del presente. Innanzitutto il fattore tempo. La Lega è in carica da ormai 5 anni e la soluzione più concreta che ha scelto per questo tratto di raccordo stradale, sicuramente supportata dai dati, è stata quella di accordare la sistemazione di un autovelox all’uscita ovest del tunnel di Martignano.

Meglio di nulla, meglio anche dell’ambizioso progetto di raddoppio della tangenziale. Questo è un sogno, finito per ora chissà dove, che prevede di inserire nelle opere di contesto associate al rinnovo della concessione della A22, il raddoppio della tangenziale di Trento, utilizzando l’attuale sede della A22 per realizzare un tratto nuovo più ad est, in galleria. Opere bellissime, ma faraoniche, che arriveranno chissà quando. Proposte buone da campagna elettorale, ma del tutto inutili all’atto pratico della quotidianità.

Nella nostra modestissima esperienza di quotidiani frequentatori della “tangenziale-autoscontro” possiamo senza dubbio affermare, che uno dei suoi siti più pericolosi si trovi in corrispondenza dell’immissione dello svincolo di Centochiavi, direzione sud, uscita 7. Si tratta di uno svincolo con una corsia di accelerazione brevissima, soprattutto rispetto alla sua omologa controlaterale in direzione nord. In corrispondenza, anche le due corsie di marcia si trovano particolarmente costrette tra i guard rail di protezione perché lo svincolo, per non farsi mancare nulla, si immette in curva.

Un paio di proposte rapidamente attuabili

Le soluzioni potrebbero essere un paio: in via urgente (e i motivi ci sarebbero tutti), l’uscita potrebbe essere chiusa al mattino nelle ore di punta, almeno temporaneamente. Il tutto naturalmente in attesa dell’intervento definitivo che non può essere che una nuova sistemazione dello svincolo che lo porti almeno ad assomigliare a quello controlaterale.

Il suggerimento, che ci sentiamo di tradurre in atto politico, interrogherà la giunta provinciale al fine di sapere se essa sia in possesso di risvolti tecnici che indichino come procedibile il suggerimento enunciato sopra. Siamo consci infatti, che la nostra semplice osservazione porta ad umile corredo il buon senso delle molte persone che ce lo hanno segnalato.

Chiederemo come abbia intenzione di attivarsi, questo esecutivo, per tentare di tamponare (e mai verbo fu più ambiguo) il pericolosissimo ingorgo di traffico che affligge gli utenti della tangenziale di Trento ormai praticamente ogni mattina.

25 Gennaio 2023 0 Commenti
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Ma l’autonomia è ancora nel cuore dei trentini?

Da Michele Dallapiccola 24 Gennaio 2023

La sensazione che siamo rimasti in pochi ad avere una percezione chiara di cosa significhi viverci “con” o “senza” appare piuttosto diffusa. E la colpa di questo apparente disinteresse è difficile da attribuire. Non solo perché i trentini hanno altro a cui pensare. Chi ha compito e strumenti per spiegare le cose, evidentemente, non tocca i giusti canali dell’informazione.

Cerchiamo di capire insieme il perché.

Partiamo dall’individualismo, che è senz’altro la condizione umana socialmente più diffusa di questa nostra epoca. Tutta del “qui ed ora”. E in fondo la politica corrisponde a questo tipo di società poiché ne rappresenta la più diretta espressione. E’ facile pensare a se stessi, anche nel voto, no? Basta scegliere chi promette di più. Siamo bombardati dalle promesse, ci arrivano addosso senza nessun bisogno di sforzarsi più di tanto. Arrivano soprattutto da due canali: i media (on e offline) e il contatto diretto. I grandi messaggi ideologici nazionali lavorano sul primo strumento, quelli autonomistici locali soprattutto attraverso il contatto personale. E lo slogan: “ti prometto più autonomia nel governo del Trentino” detto a voce, a nulla vale davanti ad un concretissimo “taglieremo il prezzo della benzina”, sui social. Anche se poi sappiamo come vanno a finire queste cose.

E’ dunque in questo approccio che ci pare di individuare il più evidente successo dei partiti a riferimento nazionale rispetto alle liste autonomiste locali. Anche in Trentino. E così la salvaguardia delle nostre prerogative di governo, rimane nelle mani di una porzione minoritaria del nostro sistema partitico locale. Troppo forte l’influenza del pensiero nazionale, troppo facili i messaggi populisti rispetto alla divulgazione del valore dell’autonomia.

Poi, certo, anche gli statalisti provano a dissimulare. Cercano di adattare i loro riferimenti ideologici al contesto locale. Prendete Fratelli d’Italia ad esempio. Persino il movimento dal passato più nero che ci sia, ha fatto una campagna elettorale per le nazionali proclandosi paladino delle nostre prerogative di governo.

Noi di Casa Autonomia.eu, a questo cambio di pelle della destra, crediamo davvero poco. Di fronte a simili contraddizioni abbiamo deciso senza indugi di scegliere da che parte stare fin da dopo le elezioni nazionali. Non ci siamo accontentati di accordicchi o di poltrone, perché per noi ad essere in gioco è il destino dell’Autonomia del Trentino. E tentare di tenercela stretta vale più di un mandato consiliare. Per questo abbiamo deciso di raccogliere chi la pensa come noi (e siamo in tanti) e organizzarci in un movimento civico, indipendente.

Vogliamo offrire la stessa chiarezza di posizionamento e coerenza di pensiero politico che gli autonomisti vollero esprimere dal 1998 in poi. E questo è possibile soltanto in un raggruppamento qual è l’Alleanza democratica per L’autonomia. La riprova è la rosa di nomi attualmente sul tavolo come candidati alla carica di Presidente. Sono tutti di espressione civica locale.

Dall’altra parte, le civiche a destra sono costrette ad accordarsi con i referenti locali delle sagrestie romane. Stipule di accordi su specifici elementi programmatici, dirette col candidato presidente, sono metodi di facciata vecchi come il mondo. Sono fatti per coprire accordi sottobanco che garantiscano un paio di posti di governo indipendentemente dal risultato elettorale. Così anziché un metodo, un’impostazione di amministrare si opta per le briciole. Ma non solo.

Peggio ancora si finisce per sostenere chi sul fronte delle azioni amministrative ha segnato il passo. Ha scelto il reddito di cittadinanza nazionale rispetto ad un più efficace sostegno di garanzia provinciale. Ha distrutto una rete dell’accoglienza senza rendersi conto che anche il Trentino invecchia. Peggio ancora, è sempre più povero di forza lavoro senza poterne fare a meno.

Chi si accorda con questi amministratori finisce per accontentarsi sia della scarsa competenza che del metodo. Scarsa la prima, tutto social e annunci stampa il secondo. Caratteristiche buone per galleggiare un mandato, non certo per garantire un sano futuro alla nostra terra. Quella ha bisogno di Autonomia e persone preparate e coraggiose

Per MCA: Paola Demagri e Michele Dallapiccola.

24 Gennaio 2023 0 Commenti
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Dopo la figuraccia con l’ICE RINK PINE’, il re è nudo. Ma perchè la vicenda travolge tutta la Provincia?

Da Michele Dallapiccola 21 Gennaio 2023

La conferenza stampa della Giunta Provinciale a Baselga di Piné di questo scorso venerdì ha rivelato alla comunità locale una cocente delusione. Scoramento e sfiducia della politica in senso generale, ora, sono più che comprensibili. Ma c’è un aspetto inquietante che fa dell’episodio di Pinè un caso di gravità provinciale eccezionale.

Se è vero com’è vero che un documento rivela che si sapeva formalmente tutto, già dal 6 ottobre, allora la Giunta provinciale in questo tempo ha barato. Ha preso in giro la Comunità. Aspettando solo il momento più opportuno per annunciare la triste sconfitta.

Tra noi consiglieri di minoranza ce ne sono molti che hanno ricoperto incarichi di governo. Per questo fin da subito ci eravamo accorti (e avevamo denunciato) la poca trasparenza degli attuali amministratori provinciali, con le loro sparate e talvolta anche con le loro bugie. Del resto, è o non è il partito di Salvini quello che governa anche in Trentino? 

Ma qui noi siamo un po’ speciali e certi scivoloni amministrativi ce li costruiamo in AUTONOMIA. Pensate ad esempio a tutto quello che si nasconde dietro alla vicenda dell’Ospedale di Cavalese o alle permute immobiliari in cambio di Castel Valer. Si trasformeranno tutte in una serie di operazioni speculative che sembra già di vedere. 

E che dire della vicenda legata alla strampalata gestione dei grandi carnivori? Per non parlare delle centrali idroelettriche, dell’inceneritore o della Valdastico. 

La prepotenza con la quale a Pinè le cose sono andate male (per la giunta) e come sono venute alla luce deriva però soltanto dal fatto che le scadenze delle temporali per la realizzazione delle infrastrutture olimpiche ne impedivano palesemente qualsiasi possibilità di procrastinare oltre. 

E il bello è che la farsa continua. Che serietà può avere una delibera preparata la mattina della conferenza stampa, in fretta e furia che prevede l’assegnazione di una valanga di milioni? Di questi protocolli negli anni ne abbiamo visti davvero tanti. Finiti a far muffa e ragnatele anche quando le cose andavano meglio. Figuriamoci in questi tempi di crisi.

E se c’è chi si dichiara soddisfatto, siamo sicuri che lo è anche la delusissima comunità pinetana?

Ora perciò la giunta manifesterà una sola priorità: arrivare ad ottobre. La farsa da raccontare basterà tenerla su fino ad allora. Poi, le elezioni cancelleranno ogni cosa?

Tutta questa vicenda però, almeno un fatto positivo ce lo ha regalato. Tutti, (se vogliono vederla), possono avere la prova provata che quello che le minoranze consiliari sospettavano fin dall’inizio è vero. La politica di questa amministrazione provinciale è fatta di social, annunci e protocolli. Allora dico: come può, non dico un autonomista, ma anche solo semplicemente una persona seria, pensare di allearsi e firmare accordi di teorico futuro governo con le forze attualmente in carica?

Anche per questi aspetti, noi di Casa Autonomia.eu siamo sempre più convinti e sempre più soddisfatti delle nostre scelte: dignità, innanzitutto. 

21 Gennaio 2023 0 Commenti
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E voi, con quale spirito affronterete il 2023? 

Da Michele Dallapiccola 19 Gennaio 2023

BA Doxa avvalendosi di Gallup International, un prestigioso istituto statistico ha diffuso i risultati di un curioso sondaggio.

2022 vs 2023: felice o infelice?

Da un lato c’è l’ambizione forse un po’ forte di sondare questi sentimenti su base planetaria. Tuttavia mi sembra molto attendibile oltre che interessante il report dai dati raccolti su base nazionale. Dove, non mi sorprende leggere che gli italiani che si aspettano un 2023 migliore del 22 sono solo il 13%. 

Ben il 48% invece prevede che le cose andranno peggio.  E il bello è che non siamo un popolo di pessimisti .

19 Gennaio 2023 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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