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Fusione APT Val di Non – Val di Sole. Io la penso così.

Da Michele Dallapiccola 5 Febbraio 2022

Non mi piacciono le frasi fatte. Anche se fin troppo spesso incappo anch’io nel citare proverbi, detti popolari e metafore.

Ma se usarle, come insegna Umberto Eco, non è cosa linguisticamente elegante in questa occasione forse, è opportuno farlo.

La stampa riporta oggi della querelle tra le Aziende di Promozione turistica della Val di Non e della Val di Sole. Sconfina azzardando considerazioni relative alla realizzanda fusione tra i due Ambiti. Leggendo delle considerazioni del presidente solandro di frasi fatte ne sovvengono fin troppe. Se il buongiorno si vede dal mattino, nel corso della giornata vanno colte le occasioni per starsene zitti.

Il mattino delle considerazioni giornalistiche di stamane tratta di pareri dati riguardo ad azioni altrui. Non dovrebbero competere a soggetti che intendono fondersi alla pari ed in buona armonia. Spetterebbero piuttosto alla parte politica. È pur vero che questo presidente un ruolo un po’ politico ce l’ha. In questa veste, mi vien da suggerire, andrebbe tenuto da parte anche nel tentativo di ammorbidire i toni dello scontro. A quelli ci pensa già a sufficienza la giunta Provinciale anche in altri settori. Pensiamo solo alla arcinota questione del “tubone”.

L’occasione di starsene zitti, andrebbe raccolta da chi affronta una fase così delicata dove giudizio ed azione tra enti e persone andrebbe svolta alla pari. Non dimentichiamo che chi si è permesso di giudicare l’opportunità di assunzioni di personale, nella scorsa legislatura è stato al centro di imbarazzanti polemiche pubbliche.

Alla fine, l’ultima frase fatta che cito è che non tutto il male vien per nuocere. Questa sorta di lamentela solandra mascherata, in fondo, penso abbia reso un servizio alla Val di Non. Le ha offerto la possibilità di chiedersi se ha davvero voglia di finir governata (e giudicata) dall’esterno. 

L’esempio di alternativa c’è. 

L’orgoglio lagarino ha utilizzato le maglie della norma per mantenere una propria indipendenza che ha già dato ottimi risultati. Gli eventi hanno provocato una rinnovata collaborazione tra pubblico e privato. Anche i tempi per opporsi ci sono tutti perché da qui alla fusione, in Consiglio Provinciale, passeranno due momenti legislativi molto utili all’uopo: l’assestamento di luglio e la finanziaria di dicembre

I giochi dunque rimangono tutti aperti e tutti da definire. Spetta alla Val di Non decidere del proprio destino.

5 Febbraio 2022 0 Commenti
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Amministrare non è sempre facile. Ma il costo degli errori finisce troppo spesso addosso a chi le scelte le deve subire.

Da Michele Dallapiccola 4 Febbraio 2022

Confesso che quando sono stato apostrofato come responsabile di danni al settore del turismo, mi sono un po’ incuriosito.

E’ successo in Consiglio provinciale, soprattutto all’inizio dell’attuale mandato. A lungo ho cercato di capire meglio, basandomi soprattutto su numeri ed autocritica. Per evidente limite mio non sono mai arrivato a capire a cosa si riferissero le critiche ricevute.

Osservando le cifre cardinali, ad esempio, si può constatare che i turisti che venivano in Trentino nel 2014 erano 5 milioni all’anno, nel 2019 erano aumentati fino a sei. E non poteva nemmeno trattarsi di un riferimento alla reintroduzione della tassa di soggiorno perché l’attuale governo l’ha addirittura aumentata. Non avrò mai nemmeno la soddisfazione di confrontare questi numeri con chi mi ha sostituito a causa di una tragedia planetaria. Il covid ha sconquassato qualsiasi equilibrio e le statistiche di oggi non sono minimamente paragonabili al passato.

Adesso invece, ci sono dei settori dove questo governo provinciale, i danni li ha fatti davvero. E col certificato! Come noto, è notizia di questi giorni che la Provincia sia stata bacchettata dal Tar riguardo al provvedimento che ha portato alla chiusura domenicale dei negozi. Questo fatto potrebbe aprire la strada alla richiesta di rimborso danni per un valore di qualche milione di euro da parte delle aziende obbligate alla chiusura forzata. E ne avrebbero tutte le ragioni.

Ma le scelte politiche prese da “faciloni” le avevano già concretamente manifestate. Nella scorsa stagione invernale i continui annunci di prossima apertura avevano provocato alcune false partenze sugli impianti da sci. L’inutile approntamento delle piste e delle maestranze è costato alle società cifre che mai si riusciranno a quantificare.

Non valgono meno delle perdite economiche, anche quelle in materia di Autonomia. Attraverso un utilizzo dissennato dello strumento normativo stiamo accumulando ricorso su ricorso, sconfitta su sconfitta su moltissimi argomenti. Le prove muscolari col governo, non è proprio tempo di farle. Anche perché arrivano in parallelo ad incomprensibili atti di sudditanza a logiche di partito nazionali che nulla hanno a che vedere con la politica e la cultura locale.

Appalti fermi, investimento in concertoni anziché in contrasto al caro energia e caro-vita, sono ulteriori constatazioni che non possono essere considerate danno in senso stretto. Sono piuttosto frutto di scelte politico populiste, comprensibili solo fino ad un certo punto.

Di certo, orientano l’opinione pubblica al giudizio sulla qualità dell’operato di questa giunta provinciale.

4 Febbraio 2022 0 Commenti
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Raddoppio SS 47: parte il percorso partecipativo.

Da Michele Dallapiccola 4 Febbraio 2022

La Valsugana si merita attenzione. Tanta. E questo significa che alla Valle la Provincia qualche finanziamento importante lo deve. 

Può trattarsi di un investimento da 60 milioni di € tutti in un adeguamento stradale? Parliamone. Per questo, vista l’apertura al pubblico, con la collega Paola Demagri, abbiamo voluto toccare con mano la qualità della serata di apertura del percorso partecipativo del progetto  di allargamento della statale della Valsugana tra Grigno e Castelnuovo.

Probabilmente la scelta di impostare il confronto su presupposti eccessivamente tecnici anziché politici ha pesato. Il dibattito che ne è seguito non è stato infatti molto partecipato. “Abbiamo preso un impegno con gli abitanti della zona”, questa in sintesi sembra essere il significato del discorso del Presidente della Giunta Provinciale. Quasi una sorta di impegno legato a promesse del passato. 

Eppure, il recente allargamento della retta di Ospedaletto ha parificato il tracciato locale a quello di molte altre Strade Statali del Trentino. Il gap che questo tratto subiva rispetto ad altri è stato pareggiato. In sala alcuni abitanti prospicienti ai recenti lavori hanno in effetti espresso note di soddisfazione.

Tra i pochi interventi, notevole invece la preoccupazione della proposta di sbocco della Valdastico a Rovereto sud. Il tracciato, si dice, finirebbe per risultare poco appetibile per chi dal nord est italiano vuole raggiungere il Brennero. Continuerebbe a transitare in Valsugana come del resto hanno sempre esternato i nostri timori.

I presupposti politici di un investimento in asfalto. E’ stato davvero valutato tutto?

Ciò che ha più colpito, a mio avviso, sono stati i presupposti politici paventati da questa Giunta come motivazione a realizzare un simile intervento. Per effettuare i controlli sul traffico pesante e la sicurezza stradale, non sono certo necessarie 4 corsie. Basta farli.

La cosa assurda è che questa politica sia arrivata a parlare di valorizzazione del territorio e delle sue pregevoli caratteristiche turistiche ed economiche. Una considerazione suggellata dal bell’intervento del Presidente di Acli Terra locale. “come si fa a dire che si tutela l’ambiente quando si propone il progetto di 22 km asfalto?”. Manca terreno agricolo, attività di bonifica non ne sono state fatte, anzi finora sono state cancellate quelle che erano state precedentemente finanziate. 

Un’ultima questione. Si presenta la strada come scelta bell’e fatta. Nessuna motivazione del perché si investono qui i promessi sessanta milioni di€ e non altrove o altrimenti. A questo punto lanciamo una provocazione.

Perché non investire sulle attività economiche e sulle micro imprese locali. 

Vi immaginate un nuovo PATTO TERRITORIALE, o un nuovo LEADER dotati di sessanta milioni di €? Quanti giovani, quante nuove attività a sviluppo del lavoro e della zona potrebbero aiutare? Si investa sul lavoro, si aiutino i giovani perché queste frasi non possono essere solo slogan, ci vogliono anche le risorse. 

A questo punto però alle varie preoccupazioni se ne aggiunge una ulteriore. Un progetto così grosso, può vedere la fine della legislatura senza che se ne sia fatto nulla. Il Gal invece, era già attiva e si poteva fissare fin da subito. Ad esempio. 

Il rischio che ad un anno dalle elezioni ci si trovi davanti ad una boutade elettorale è elevatissimo. 

4 Febbraio 2022 0 Commenti
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La capacità di adattamento al mondo del lavoro. Il nuovo must della società moderna.

Da Michele Dallapiccola 2 Febbraio 2022

Raccogliere le occasioni, adattarsi al mondo del lavoro mano a mano che queste si presentano è il nuovo modo di stare al passo di un mondo del lavoro in continua evoluzione. 

Il mito del posto fisso è morto, ucciso da questa società in continuo divenire. Così le ambizioni più alte vanno sempre e comunque perseguite. Devono anche essere il punto di arrivo di un percorso a tappe dove le tappe intermedie non possono essere considerate umilianti ma solo formative. 

A diventare grandi, (forse è ora di cominciare a dire vecchi), si dispensano consigli e racconti un po’ lontani. Così capita anche a me. Quando qualcuno all’inizio della sua carriera me lo chiede, non riesco ad emanciparmi dal vizio di raccontargli aneddoti che provino ad avere sapore di saggezza. Farà un po’ sorridere ma siccome a me è capitato così, racconto loro la mia storia.  

In gioventù lavoravo presso l’azienda familiare. Allevavamo ovini. Vivevo il lavoro del taglio sanitario delle unghie delle pecore come un fatto di routine. Imparai da bambino e mai mi sarei immaginato che sarebbe per me diventata un’azione che avrei praticato per centinaia di volte.

Successivamente, la professione veterinaria mi impose di dedicarmi alla podologia bovina. Si trattava di un ambito assai simile a quello dove mi ero formato da giovane, il piede ovino. Analoghe: l’anatomia, le patologie e infine anche le terapie, preventiva, medica e chirurgica. Così da principiante non disdegnai, usando qualche vecchio trucco di maniscalco, di dedicarmi alla cura delle unghie bovine. Nelle stalle era un lavoro che molti colleghi si rifiutavano di fare, per fretta o inesperienza. Non è sufficiente conoscere soltanto la parte teorica. Così, questo mio utilissimo gesto clinico mi portò ad incontrare la simpatia di molti allevatori. L’apprezzamento per questo umile aspetto li porto spesso a scegliermi come veterinario aziendale, la mia vera aspirazione.

Impara l’arte. 

E, aggiungo, non disdegnare lavori umili, poco remunerativi o poco consoni alle proprie aspirazioni iniziali. Nella generalità dei casi, l’impegno e il lavoro pagano quasi sempre. 

E questa considerazione vale in maniera talmente larga che talvolta mi trovo a ripeterlo anche a chi si affaccia ad un nuovo impegno che non c’entra nulla con l’esperienza personale. Professionale o politica che sia. 

Per sapere come vanno le cose in Trentino da pochi giorni è uscito il nuovo REPORT ISPAT del mercato del lavoro riferito al 2020. Al pulsante DOWNLOAD una sintesi.

SintesiCaratteristicheMercatoLavoroTrentino2020.1642062671-1Download
2 Febbraio 2022 0 Commenti
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L’amministrazione della Provincia Autonoma di Trento? Sempre più simile al resto d’Italia?

Da Michele Dallapiccola 1 Febbraio 2022

Quanta impressione fanno i titoloni sui giornali locali. 

Specialmente quando sui media si parla di alleanze partitiche omologhe a quelle del livello nazionale: “Salvini ha detto così, Fratelli d’Italia si comporterà cosà, la lega con Mattarella ha tradito…” 

Accanto al gran parlare riguardo agli accadimenti nella politica nazionale, anche in amministrazione locale accadono cose mai viste in passato. Nella Autonomissima Provincia di Trento, i Sindaci si trovano costretti a mettersi d’accordo su come aderire al sistema dei finanziamenti distribuiti dal PNRR nazionale. Finiscono per respirare aria romana, i nostri primi cittadini. Saranno i primi a dover sperimentare la triste realtà che vivono le Regioni a Statuto ordinario dove manca l’Autonomia e tutto passa dalla centralissima Capitale.

Il fumo negli occhi.

Ci prova Fugatti a gettarlo, verso l’opinione pubblica. Tra conferenze stampa del concertone e rinnovi di promesse d’opere pubblica quasi fossero quelle battesimali. 

Vien proprio da chiedersi che cosa ne penserebbe l’immenso Degasperi potesse tornare anche un giorno soltanto. Un giorno, vissuto ancora per guardare che cosa ce ne siamo fatti delle Regole di autogoverno che per primo lui contribuì a darci.

Cosa direbbe, ad esempio, nel vedere che hanno usato uno strumento nobile come l’Autonomia per provare a tener aperti i negozi la domenica. Cito questo fatto non a caso.

Proprio in questi giorni una sentenza ha dato torto alla Provincia costringendola a pagare per l’illegittimità di quella norma. Una sentenza che a catena, probabilmente aprirà la strada ad altri contenziosi. Finirà per mandare “sotto” la Provincia, costringendola a pagare e provocando migliaia di euro di danni ai trentini.

E in campo sanitario? A cosa è servita l’Autonomia? Cosa ce ne siamo fatti dell’Autonomia durante la pandemia? Come gestiamo autonomamente (fatto che ovviamente non avviene) il reddito di garanzia/cittadinanza come accade invece in Alto Adige?

Vedesse tutto questo il vecchio Grande Alcide, si arrabbierebbe tantissimo. A randellate, ci manderebbe tutti a lavorare insieme per formare una fortissima Alleanza tra movimenti locali. Quelli che non possono esimersi dall’avere relazione coi partiti nazionali – ci mancherebbe – ma che liberi di operare le scelte locali si unirebbero sotto le direttive delle persone competenti del luogo. Quelle persone che guardano soprattutto all’interesse dei trentini e della nostra Autonomia. Fin quando da Roma ce la lasceranno esercitare appieno.

PS, giusto per non dimenticare, QUI IL LINK di un pensiero al riguardo dei FDI.

1 Febbraio 2022 0 Commenti
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Parto con la Volkswagen, vado in val di Fiemme passando da Pinè. La storia degli impegni dei politici e la reale fattibilità delle cose. 

Da Michele Dallapiccola 31 Gennaio 2022

Mi piace molto leggere di aspetti legati ad aspetti tecnici e di mercato dell’automotive. 

Da qualche giorno, un paio di notizie hanno stimolato in me un interessante paragone.

Le dichiarazioni di Herbert Diess, AD del Gruppo Volkswagen. 

In Europa spiega Diess la VW ha una quota di mercato di circa il 20%. Affinché questa quota sostenga l’obiettivo del 50% di veicoli elettrici imposto dalla UE, ha bisogno di 6 Gigafactory. Queste fabbriche dovrebbero essere operative entro il 2027 o il 2028 per consentire di raggiungere l’obiettivo per il 2030. È quasi impossibile farlo. VW ha solo il 20% del mercato, quindi 6 stabilimenti. L’Europa ha bisogno di 30 di questi impianti. Ogni impianto è di due chilometri per uno. Devono essere spostate enormi quantità di materie prime. Di questi tempi. A QUESTO LINK L’ARTICOLO COMPLETO

Insomma, come avete capito la politica europea si è presa un impegno che le imprese difficilmente saranno in grado di rispettare. E questo mi porta a raccontare della seconda notizia che riguarda invece la politica provinciale.

100 milioni di € tutti in Pinè per lo stadio del ghiaccio.

Dopo aver tentato in tutte le salse di propinare agli abitanti dell’altipiano come è fattibile un progetto mirabolante la Provincia ha dovuto ripiegare su progetti e impegni finanziari più a portata delle proprie tasche e della reale fattibilità tecnica.  Del resto, le Olimpiadi sono ormai alle porte e realizzare opere pubbliche milionarie non è certo come costruire una palazzina. Con tutto il rumore fatto, può succedere però che la Provincia autonoma di Trento possa venir mal intesa. Osservata dall’esterno potrebbe sembrare la terra del Bengodi. 

Così arrivano proposte milionarie da parte di qualche archistar. Peccato che far loro pronunciare la parola magica “Finanza di progetto” non risolva i problemi di natura economica, perché i milioni prima o poi alla fine ce li metterebbe la Provincia. Con gli interessi. Non parliamo poi della tempistica di realizzazione. Quelli per realizzare una struttura milionaria non scavalcano di certo la lentezza dell’iter autorizzativo. Ne sanno qualcosa gli abitanti di Cavalese. Avevano un appalto per rinnovare il loro ospedale bell’e pronto. Gabbati con lo specchietto per allodole di una favolosa finanza di progetto, si son lasciati cancellare i milioni stanziati. Non paghi, hanno permesso al partito dei gazebo di trascorrere tutta una legislatura in folle a decidere se è utile o meno avere l’ospedale dov’è o nel fondovalle. 

Intanto le promesse ci sono, quindi dov’è il problema, si chiederanno molti di voi? Perché non sognare auto elettriche per tutti, mega stadi da 100 milioni in Pinè o scambi immobiliari meravigliosi solo come un nuovo ospedale?

Perché l’ottimo è nemico del buono e ad aspettare chissà cosa si perde tempo. Le olimpiadi si avvicinano e il nuovo ospedale si allontana. A Pinè in particolare lo stadio del ghiaccio rischia di fare la stessa fine dell’altrettanto famoso Centro acquatico locale. Di Cavalese… non so proprio dire nulla.

31 Gennaio 2022 0 Commenti
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Elezione di Mattarella. E’ prossimo il tramonto della politica?

Da Michele Dallapiccola 30 Gennaio 2022

La politica nazionale ha giocato le sue carte. Ma la partita non si è certo chiusa così. Finirà per influenzare anche il livello locale, specialmente quello di chi ha a cuore l’Autonomia.

Su questo ho provato fino all’ultimo a tacere. Il rischio di sconfinare nella banalità era praticamente certo. Alla fine non ho resistito, sento il dovere di esprimere un pensiero. 

L’elezione di Mattarella a Presidente della Repubblica non meritava tutta questa gogna mediatica. 

Tuttavia voglio uscire dal coro delle persone arrabbiate con una piccola premessa. Il valore della democrazia lo impone, obbliga quasi ad investire 7 giorni di pene e discussioni in Parlamento. Un risultato sbagliato, sull’orizzonte temporale di un settennio, avrebbe infatti potuto provocare danni incalcolabili. Cito, tra tutti, il rischio di ri-perdere la recentemente, rinnovata credibilità in Europa. La domanda che ci dobbiamo porre invece è un’altra.

Perché le persone si sono sentite offese dal comportamento dei nostri politici?

Probabilmente da un’attitudine negativa prevale su tutte: la diffusa incoerenza della politica e dei politici. E’ questa la condizione che più di altre ha minato la reputazione di un’intera classe politica. Abbiamo sentito dire tutto e il contrario di tutto. Indirizzati dai like e dai sondaggi, abbiamo assistito a continui cambi di casacca ed opinioni, tanto dei leader, che di interi movimenti. Gli stessi che, sono convinto, verranno puniti dai pronostici e dalle urne del nostro futuro prossimo.

Non farà eccezione la compagine trentina visto che uno tra i leader più discussi di questa kermesse presidenziale è stato proprio Salvini e la sua lega. La stessa che nel 2018 anche qui in Trentino, nel tentativo di amministrarlo, aprì una sua “filiale”.   

E sono proprio loro quelli che sul web lasciavano indelebile memoria dei loro pensieri riguardo a scelte come quella odierna.

Sui social si esprimevano, dai social sono stati colpiti.

Sono troppe le persone che hanno conservato memoria di quanto dichiarato alla rampante ricerca del consenso. Sputavano nel piatto dove oggi si dichiarano felici di mangiare. Lo “shitstrom” sui post domenicali di Fugatti ne è una triste riprova. 

Ci saranno ripercussioni sulla politica locale?

Con ogni probabilità sì. Del resto, come può un autonomista legato al Trentino, ai valori dell’autogoverno e alle proprie radici, pensare anche solo lontanamente di collaborare con questa politica? 

I partiti non potranno rimanere impassibili davanti a questi scossoni. Comportamenti come quelli di questi giorni avranno sicuramente un peso sulle decisioni da prendere per il futuro del Trentino. 

Nel 2018, il PATT rifiutò di abbracciare la lega a costo di rimanere all’opposizione, in minoranza per i cinque anni successivi. Oggi, sono orgoglioso della scelta che fece il mio partito. A QUESTO LINK potrete leggere l’opinione del nostro Segretario Simone Marchiori. Io sono sempre più convinto che molti altri movimenti troveranno la stessa forza di reagire costruendo una valida alternativa. E stavolta senza litigare tra loro.

30 Gennaio 2022 0 Commenti
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L’Europa è una, unica, unità. E si è dimostrata molto più utile e matura di quanto pensasse qualcuno, ora al governo.

Da Michele Dallapiccola 27 Gennaio 2022

Anche in quest’inverno di fiato sospeso per il turismo, l’epidemia ci ha mostrato l’utilità dell’Europa attraverso molti avvenimenti.

Non soltanto importanti quanto materialistici come il mega prestito e contestuale finanziamento a fondo perduto all’Italia attraverso il PNRR. L’Europa ci ha soprattutto insegnato che delle regole omogenee tra gli Stati membri aiutano (anche) l’economia. 

Basti pensare a quanto si aspetta un lasciapassare per i turisti stranieri in questi giorni. Erano incessanti gli appelli diretti e sui media del governo trentino verso quello nazionale. Del resto, è sacrosanto il desiderio e l’impegno di fare tutto il possibile per provare a salvare la stagione invernale.

In tutto questo però, si osserva una triste constatazione. L’opera del governo trentino è pressoché inutile. Le liberalizzazioni dei viaggi derivano da così tante variabili extra provinciali che provare ad intestarsi anche solo parziali meriti, fa venir da ridere. Cosa significa quando la Provincia parla di pressing sul governo? E cosa significa che invia note ai Ministeri? Intendiamoci, è bene che si muova o che si faccia sentire. Agli operatori del sistema turismo fa percepire un governo provinciale sensibile e vicino. E questo, è un fatto gradito oltre che dovuto. 

Come in tutte le cose però, l’esagerazione e la teatralizzazione rischiano di svilire nobili atti di presa di coscienza politica. Il rischio di finire dentro alla novella della mosca cocchiera è assai elevato. A QUESTO LINK LA NOVELLA DEDICATA A CHI NON LA RICORDASSE. 

Dobbiamo considerare che davanti alla gestione di una pandemia serve un coordinamento così articolato da far sembrare piccola anche l’Italia intera. E così scopriamo che il duo Garavaglia-Speranza stava in realtà aspettando Bruxelles. Che un po’ alla volta apre corridoi sul mondo (QUI IL LINK DELLA NEWS). 

Rinnova la libera circolazione fino ad invitare l’Italia stessa ad adeguarsi (QUI IL LINK DELLA NEWS). E supererà il sistema dei colori. 

E mi vien da pensare che il suggerimento delle Regioni e Provincie Autonome di queste scorse ore, forse non è nemmeno arrivato agli organi comunitari preposti a queste decisioni. Forse organismi politico amministrativi così complessi e lontani, queste norme le hanno elaborate in via originale e diretta. Forse. 

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La carrozza e la Mosca

Da Michele Dallapiccola 27 Gennaio 2022

Per una strada lunga, erta, sassosa e tortuosa, esposta al sole, procedevano a stento sei robusti cavalli, tirando una Carrozza. I viaggiatori, donne, vecchi e frati, avendo pietà dei cavalli, erano scesi: i cavalli sudati e trafelati erano lì lì per cedere, quando arriva una Mosca, che volando, punzecchiando di qua, ronzando di là, pensa che tocchi a lei spingere la carrozza. Si posa sul timone, poi siede sulla punta del naso del cocchiere e quando vede che la carrozza bene o male cammina, si imbaldanzisce tutta la sciocchina.

Va e viene e si riscalda con la boria di un grande ufficiale, quando spinge in battaglia i soldati dispersi verso la vittoria.

– E non vi pare indegno, – pensava quella stolta bestiola, – che a spingere sia sola, mentre quel frate legge tranquillamente il breviario e questa donna canta? Forse che cantando si tira la carrozza? -.

Intanto che l’insetto ronza queste note moleste, la carrozza arrivò su in cima. E la Mosca: – Buon Dio, siamo finalmente arrivati su queste alte colline. Ehi, signori cavalli, ringraziatemi, la strada diventa pianeggiante, dovreste pagarmi per ciò che ho fatto! -.

Così fanno certi arruffoni che in alcune iniziative sembrano essere indispensabili e invece rovinano tutto, gente importuna, inutile e noiosa (La Fontaine, Favole, VII, IX).

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Ma quanti sono i Comuni del Trentino? E che fine hanno fatto i Comprensori?

Da Michele Dallapiccola 26 Gennaio 2022

Sono semplici domande di cultura civica generale alle quali credo solo pochi addetti ai lavori saprebbero rispondere. 

Un po’ perché – a dirla tutta – la cosa è argomento che forse appassiona poco; un po’ perché in questi anni abbiamo assistito ad un cambio epocale nell’assetto dei nostri comuni. 

Divenni Sindaco nel mese di maggio del 2000. Allora i comuni in Trentino erano 223. Insieme a loro il sistema degli Enti locali era composto da 11 Comprensori. La legge 3 del 2006, li avrebbe aboliti per lasciare lo spazio alle attuali 16 Comunità di Valle. Partirono nel 2010. 

Nel frattempo Ledro, attraverso un  voto popolare alla fine del 2008 diede il via ad un percorso epocale: i sei comuni ledrensi di lì a poco sarebbero diventati uno solo. 

Il resto è storia recente. 

Le restrizioni economiche della spending review, una serie di referendum ed opportunità di condividere difficoltà e progetti spingeranno i comuni Trentini a fondersi. Infine, una serie di diversi episodi consultivi ed amministrativi, hanno portato nell’arco di un decennio ad arrivare alla situazione attuale.

Oggi il loro numero è arrivato a 166. 

La popolazione rimane sovrana e valuterà ulteriori passaggi. Dal punto di vista tecnico logistico c’è spazio. Nella vicina Provincia di Bolzano ad esempio i Comuni sono infatti “soltanto” 116. 

Le riforme del passato si sono susseguite lungo un ventennio fatto di modifiche e ripensamenti. Questa però doveva essere quella epocale, quella del vero cambiamento. Invece dai gazebo alla campagna elettorale gli slogan invettivi della lega verso le Comunità di Valle si sono mitigati. Una loro abolizione sarebbe stata impossibile, ne avranno preso sicuramente atto. 

Hanno però caratterizzato la legislatura con un fatto incredibile: la sospensione degli Enti intermedi. Così in questi anni di indecisione, dei commissari nominati attraverso una norma posticcia hanno retto bilanci pubblici dal valore di decine di milioni di €. 

Insomma con le Comunità di Valle la lega si è comportata un po’ come con la gestione dell’orso del lupo. Si è trovata al governo senza sapere che pesci pigliare.

E adesso come si presenterà una riforma che di fatto arriverà ad un anno dalle elezioni? 

Ho motivo di ritenere che comunque verrà pensata e presentata, sarà un fallimento. Se proporrà grandi cambiamenti, sarà un dramma a gestirli proprio in fase di chiusura della legislatura. Se invece i cambiamenti saranno minimali, ci si chiederà che senso abbia avuto perdere tutto questo tempo per poterli mettere in pratica. 

In tutto questo gli unici veri i grandi sconfitti saranno stati gli Enti Locali. Perché hanno permesso tutto questo?

 

Ben venga dunque un nuovo movimento di espressione civica fatto di persone probabilmente coadiuvate da qualche primo cittadino. Sapranno sicuramente mettere del sale nel programma elettorale della prossima legislatura. 

Questa ormai, la lega se l’è persa.

POST SCRIPTUM

 

Per chi volesse saperne di più questo è il sito della Provincia.


Va molto meglio su questo sito commerciale. Aprendo QUESTO LINK TROVERETE l’elenco aggiornato dei Comuni trentini. Ci si può divertire a cambiare l’ordine alfabetico o altri parametri: abitanti, estensione, etc…

26 Gennaio 2022 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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