Michele Dallapiccola
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Pensiero Autonomista

La campagna elettorale entra nel vivo. E già si pensa alle discussioni post voto.

Da Michele Dallapiccola 28 Agosto 2022

Stanno già partendo le prime indicazioni di voto nazionale. I risultati si preannunciano preoccupanti soprattutto per la nostra autonomia. E per questo attesi con trepidazione. Ma riusciranno a offrire chiara indicazione su cosa potrà succedere alle provinciali del 2023? Staremo a vedere. Intanto, fino a domenica scorsa di indizi se n’erano visti gran pochi.

Su scheda e panorama politico c’è comunque una gran confusione, benché l’esistenza di due grossi schieramenti contrapposti sia piuttosto evidente.

Da un lato la destra, sempre più marcatamente a destra. È sostenuta dai sondaggi che vedono il partito della Giorgia nazionale sempre più forte e sempre più centrale, anche qui, in Provincia.

Dall’altra parte il centrosinistra. Che, questa volta in Trentino, ha ricostruito un’interessante anomalia. Qui infatti, la coalizione ricomprende il cd. terzo polo nazionale.

“In medio” della scheda elettorale, dove nella proverbiale locuzione sta la virtus, si sono invece collocati una serie di partitini che si apprestano alla loro corsa in solitaria per varie ragioni.

Lì, si colloca anche il Patt. Come dicevamo in apertura, pronto ad una corsa trentina in solitaria a sostegno dell’SVP. Questo almeno quello che era successo fino a venerdì scorso. Poi, il beffardo destino ed una proattiva dirigenza di partito, si son trovati ad offrire, a cronaca e tesserati, la presenza in listbva del vicepresidente della PAT. Candidato in un collegio senatoriale.

La candidatura è durata meno di 24h, immediatamente vicariata comunque da una collega dello stesso partito. Ora, ci sono due condizioni che a mio modesto avviso non lasciano sperare nulla di positivo per il futuro del nostro partito.

La prima riguarda il fatto increscioso che in qualità di consiglieri provinciali abbiamo ragionevole certezza di poter considerare come vero. Il divieto alla candidatura del più alto rappresentante di Progetto Trentino in seno al Patt è stato imposto al telefono, da un veto della Meloni a Salvini.

Avere questo tipo di problemi per noi autonomisti è un fatto inconcepibile. Oltretutto, se già in fase di candidatura arrivano divieti, cosa potrebbe accadere durante la fase di governo?

La seconda questione riguarda le precise esternazioni delle quali i rappresentanti di Progetto Trentino non fanno certo mistero. Potremmo ritrovarci alleati con un partitino il cui presidente afferma che, per le provinciali del 2023, potrà prendere in considerazione alleanze con chiunque tranne che col il Pd. Sa quasi di strada imposta e tracciata.

Fortunatamente, sul cosa fare dopo il 25 settembre il Patt non si è ancora trovato a discuterne. Sono due e contrapposte le posizioni divergenti su un’ipotesi di alleanza post voto nazionale.

Una parte di Autonomisti parrebbe pensare ad un centro sganciato dalla sinistra e alleato con civici vari e una lega che abbia la forza di staccarsi da Fratelli d’Italia. Questa almeno l’ipotesi che sembra emergere dai rari e superficali momenti di confronto che il partito si è voluto regalare. Senza contare che questo fatto è tutto legato a dinamiche nazionali.

Dall’altra c’è chi vede anche nella lega locale il partito statalista quale di fatto è. Popolato oltretutto da abili politici da gazebo più che da competenti amministratori. Da rifuggire ad ogni costo. Io, non da solo, mi trovo qui.

Queste due posizioni si stanno sempre più radicalizzando senza che la dirigenza del partito sia fino ad ora stata in grado o abbia voluto provare a trovare una mediazione. Ammesso e non concesso che ci sia.

Insomma si preannuncia un autunno politicamente molto caldo noi Autonomisti trentini. Ma intanto concentriamoci sul voto del 25 settembre

Rigorosamente alla Stella Alpina.

28 Agosto 2022 0 Commenti
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CON O CONTRO LA DESTRA? L’AUTONOMIA NON SI PUÒ BARATTARE CON LE POLTRONE.

Da Michele Dallapiccola 21 Agosto 2022

Mentre tra qualche più che comprensibile malumore, l’Alleanza DEM per L’Autonomia ha trovato l’accordo per i suoi candidati, nella destra trentina c’è ancora una confusione pazzesca.

È la legge del contrappasso. Oggi a me domani a te. Con ogni probabilità, ciò accade perché la competizione tra Meloni e Salvini sta diventando sempre più forte anche in Trentino. E questo è solo uno tra i tanti motivi a causa dei quali un partito autonomista che si rispetti dovrebbe star lontano da certi lidi.

E invece no. Con deleghe a carta bianca, una caparbia direzione di partito si sta nottetempo arrovellando per risolvere il rebus dei rebus. Far combaciare deliberati congressuali che dicono no alla destra e celebrare un matrimonio con Fugatti. Il quale, giustamente, al convivio di questo strano sposalizio, vuol invitare tutto il parentado.

Che fare insomma? Di certo quello abortito sul collegio senatoriale di Rovereto in queste ore, è subito sembrato un esperimento alla dottor Frankenstein. E infatti, come nel mitologico racconto, il furor di popolo, (notare bene bipartisan) ha inseguito la bestia. Ed è apparso subito chiaro che il direttivo del PATT, non riuscirà a conficcare, il cuneo dirompente dello statalismo, (con o senza vasellina) nel suo “zoccolo duro” di tesserati.

È emerso con ogni evidenza infatti che la destra nazionale ha influito pesantemente sulle scelte del Partito. Molto di più ad esempio dei suoi Consiglieri Provinciali, tanto per dire. Ma non bastava.

Ci avete fatto caso anche voi che i candidati del PATT sono stati derubricati ad elemento regolatore di conti tra Lega e FDI? Umiliati e trascinati da un collegio all’altro per non dar fastidio ai vari contendenti ai seggi sicuri della destra?

Adesso, il timore che aleggia nelle chat (che rendono i nostri telefoni roventi in queste ore) è che questo approccio sia un tentativo della dirigenza delle Stelle Alpine di sperimentare una formula in vista del 2023. Eliminati i riottosi interni al partito, il presentarsi in solitaria alle Provinciali potrebbe indebolire il centrosinistra. Questa operazione, concordata con Salvini/Fugatti, piazzerebbe in Consiglio provinciale il candidato Presidente. E post voto, al PATT potrebbero aprirsi nuovamente le porte del Mart e della giunta regionale. Questo tragico scenario è quanto di più ambiguo e umiliante si possa immaginare.

Il congresso ha risposto in maniera estremamente chiara alle esternazioni del presidente onorario e delle affermazioni del segretario. Accompagnate, è pur vero, da una tesi ad esser eufemisti, palindroma. È da lì che deriva il legittimo diritto della direzione di partito di sondare tutte le opportunità.

Oggi però le condizioni sono chiare. La destra statalista si presenta come pacchetto completo. Camaleonti, civici, Salviniani, Meloniani, tutti uniti. E se a Trento si litiga, interviene Roma e tutti a cuccia.

Il futuro del PATT può abbracciare questo scenario anche solo di striscio? È accettabile come è successo in queste ore il procedere in maniera euristica?

La risposta la daranno gli organi di partito e potrà anche risultare sorprendente. Ma chi vuol bene all’autonomia non potrà certo sottrarsi dall’effettuare questa scelta.

Con o contro gli statalisti?

Forse un consiglio di partito dove porsi questa domanda sarebbe proprio il caso di farlo.

21 Agosto 2022 0 Commenti
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Un pensiero politico “vecchio” di 11 anni ma ancora tanto attuale.

Da Michele Dallapiccola 17 Agosto 2022

Già 11 anni fa, nell’editoriale riprodotto qui sotto parlavo di una politica costruita in riferimento al cattolicesimo democratico AUTONOMISTA. È ancora estremamente attuale pensarlo come unico vero antidoto alla voracità romana o a modelli politici padani, qui trapianti (anche per colpa nostra) che nulla hanno a che vedere con l’interpretazione trentina dell’Autonomia.

Ecco perché con un po’ di nostalgia per l’entusiasmo e i risultati di allora lo ripubblico oggi. L’auspicio è quello di ritrovare l’unità e la forza di offrire per il prossimo 2023 un’alternativa credibile alla destra attualmente al governo del Trentino.

12 luglio 2011: IL PATT HA LE CARTE IN REGOLA PER GUIDARE LA PROVINCIA

Raccolgo con favore il dibattito in corso all’interno della coalizione di governo, su quello che sarà l’eventuale dopo Dellai, se di dopo Dellai si può parlare.

A prescindere da quelli che saranno gli scenari futuri, si deve pensare alla gestione politica dell’attuale quadro per preparare le condizioni migliori per un 2013 che è dietro l’angolo. Il Patt si presenta in questa fase politica con le carte in regola di chi sa di aver fatto un grosso e leale sforzo di ammodernamento dei propri quadri, un’approfondita azione di radicamento sul territorio con l’assunzione in primis di diversi ruoli di responsabilità di governo a partire da Comuni e Comunità di Valle, da un attento ruolo di governo in seno alla Giunta provinciale. Il risultato elettorale di mezza Legislatura delle Comunità di Valle ha oltremodo confermato un trend positivo e apprezzato del Partito.

Al di là del felice riscontro elettorale, rimarco il dato politico di questo percorso: è il confermato ruolo di centralità del Patt nel panorama politico trentino, retto da un sistema politico rispetto al quale il Patt, risulta sempre più sostanziale piuttosto che funzionale. (Tutto ciò non certo per affermare una sorta di amplificazione mediatica di meriti che non spetta a un suo esponente ovviamente esprimere.)

Desidero invece tentare di coniugare in termini di opportunità pubblica, la lettura della situazione politica attuale. Oggi risulta veramente inutile per il Trentino, parlare di uomini prima ancora che di progetto generale. Io valuto il lavoro dell’attuale Giunta provinciale degno di proseguire, pur con contributi e implementazioni programmatiche, all’interno di un assetto di equilibri come quello attuale.

In questa fase tanto delicata, risulta fondamentale anche la difesa dell’assetto autonomistico, dai rigurgiti neocentralisti.

A Roma i conti non tornano; ma con l’accordo di Milano sottoscritto dal nostro Presidente Dellai, i Trentini hanno dimostrato di sapersi fare carico di una dimensione nazionale molto complessa e complicata. Tutto ciò ancora non è sufficiente e la scure tremontiana, in questi giorni, sta abbassando nuovi fendenti contro la nostra Autonomia, per raschiare ancora una volta il fondo di un barile idealmente non suo.

Noi Autonomisti non possiamo fingere di non vedere. Dobbiamo onorare quel patto di stabilità che continuiamo a osservare nell’agenda dei lavori a quelle capacità di contenimento della spesa che rappresentano voragini debitorie in altre realtà italiane.

E’ importante per tutto il Trentino che si faccia quadrato, a prescindere dalle logiche di appartenenza, in questo momento storico; sentire anche all’interno del Consiglio provinciale, forze che tifano per un livellamento in basso degli attuali standards autonomistici in favore di un ridimensionamento del privilegio autonomista trentino, è offensivo ed autolesionista.

Se la Giunta provinciale ha lavorato bene, di questo positivo impegno collegiale credo vada dato atto di un senso di responsabilità vero, anche agli Autonomisti. Il Patt vive questa partecipazione al Governo della Provincia con molta attenzione ed equilibrio. Io, quale Presidente del Gruppo mi sono fatto garante e continuerò a farlo: la nostra è una linea di appoggio leale e dialogante, utile ad una coalizione che appieno rispetta l’anima e le origini politiche della gente trentina.

Cattolicesimo democratico e autonomismo popolare sono, elettoralmente parlando, centro politico trentino che risulta originale e non, come alcuni vorrebbero far passare, un’anomalia: rappresenta piuttosto una risorsa di fatto. E’ un elemento stabilizzatore che ha retto al rischio di una deriva che a un certo punto anche nella nostra Provincia avrebbe potuto fare breccia.

Se nessun neo centralismo, sia esso romano o padano è riuscito ad intaccare fino ad ora il nostro assetto autonomistico, lo si deve anche a questa diga di cui il Patt costituisce l’anima autonomista storica.

Il futuro richiede la capacità di interpretare problematiche dalle origini lontane ma dalle ricadute locali importanti. E’ quel che si suol dire l’effetto pratico di una globalizzazione che risparmia nessuno. E’ proprio in questa situazione che l’Autonomia deve mostrare il suo lato innovativo e non meramente contabile, cioè la capacità di inventare e sperimentare soluzioni nuove per difficoltà impreviste.

Viene chiesto al Patt un ulteriore sforzo; e ciò che serve è proprio questo Patt che sta crescendo, capace di trarre forza dalle proprie origini senza rimanerne schiacciato; in grado di superare il localismo per guidare una modernità dimensionata. Un Patt forte di una visione riequilibratrice tra centro e periferia, tra Città e valli, ma dotato di una nuova attenzione all’ambiente con proposte coraggiose e di prospettiva. Un Patt slegato da modelli culturali assoluti ed unilaterali che non rischi di confondere folklore e storia, provincialismo e cultura. Per questo Autonomismo, occorre coesione politica oltre che partitica. Occorre la necessità di guidare il Trentino avendo a cura l’interesse primo della Comunità su quello dei Partiti e delle persone ed è per questo che la comunità deve poter utilizzare tutti i suoi strumenti per poter individuare la miglior figura umana oltre che politica. Non di meno, la squadra che andrà ad interpretare tale percorso dovrà tener presente, oltre che la scelta dei suoi componenti, anche la complessa ed estrema articolazione del momento. Quelle che ci attendono sono fasi storiche in cui le risorse finanziarie imporranno interventi selettivi, attenti, rigorosamente contenuti. Il che significa avere la consapevolezza di entrare in una fase in cui gli atti politici anche impopolari andranno pensati e messi in campo, dando priorità a quelli strutturali, con il coraggio di chi desidera guidare il futuro anziché lucrare demagogicamente sul presente.

Infine un’umile riflessione intorno ad un fatto che conoscono molto bene anche i colleghi di coalizione: pallottoliere alla mano non vi sono conti che diano ragione ad una sola, singola forza politica quanto piuttosto alla famosa squadra di cui sopra.

Mi sia concesso di continuare allora il paragone calcistico (che a chi mi conosce bene risulta poco consono) ma, ritengo, assai efficace; dicevo dunque, vedo una squadra della quale il Patt può porsi come vero, unico centravanti.

Michele Dallapiccola È consigliere provinciale del Patt

Pubblicato il 12 Luglio 2011 sul sito del PATT nel suo precedente layout. QUI IL LINK ORIGINALE

17 Agosto 2022 0 Commenti
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PER L’AUTONOMIA? C’E’ ANCORA SPERANZA.

Da Michele Dallapiccola 1 Agosto 2022

Un rinnovato patto tra autonomisti sta per tornare sulla scheda elettorale che accompagnerà le scelte dei trentini nella tornata delle elezioni nazionali del prossimo 25 settembre.

E questo è il dato positivo del quale tutti noi autonomisti andiamo fieri.

Una scelta quasi obbligata quella di allearsi con l’SVP, da sempre tanto fortunata (soprattutto per gli altoatesini). 

Ad onor del vero, in proporzionale misura, di questo ne ha sempre  beneficiato anche il Partito autonomista locale ed il Trentino tutto, benché le performance di ogni nostro rappresentante a Roma, non siano sempre state, diciamo così, ineccepibili. 

La definizione delle alleanze nei vari collegi non è ancora stata determinata nella sua veste definitiva. 

La Direzione del PATT, con saggezza si riserva di valutare prudentemente tutte le variabili del caso.

Nel percorso decisorio interno c’è stato qualche comprensibilissimo incidente di protocollo. Ci può stare. È tutto attribuibile alla premura che le scadenze elettorali hanno imposto? Poco importa. Un partito di raccolta non è un partito dal pensiero unico e la presenza di anime diverse è ricchezza e normalità.

Chi è responsabile del partito conosce bene queste dinamiche. Ed è per questo e non a caso, secondo il mio modesto avviso, che una preziosissima frase adorna il deliberato congressuale. Suona più o meno così,: “salvo diverse condizioni dell’ultimo minuto”. Staremo a vedere, perché per fortuna qualche giorno di tempo ancora c’è. 

Nel frattempo trovo estremamente interessante la riflessione di G. Kessler apparsa ieri su un quotidiano locale. QUI IL LINK DELL’ARTICOLO COMPLETO. In buona sostanza il già Presidente del Consiglio Provinciale, striglia soprattutto i partiti nazionali (ma non solo) a non assumere posizioni individualiste, a non contarsi, anche a costo di perdere.

Per il PATT, nelle prossime ore, potrebbe concretizzarsi il mantenimento imprescindibile del doppio simbolo autonomista e l’aprire una strada per ragionare con chiunque intenda sostenere candidati parlamentari alternativi ai sovranisti statalisti. 

La partita è ancora aperta, la fiducia nel buon risultato e nell’impegno della segreteria e del mio partito a valutare con attenzione tutte le proposte, pure. Le prossime ore saranno decisive.

Spero davvero ancora tanto in una soluzione che non lasci sul terreno troppi delusi. La Segreteria del Partito è al lavoro, un supplemento di fiducia, dovuto e necessario

1 Agosto 2022 0 Commenti
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A volte ritornano! 

Da Michele Dallapiccola 30 Luglio 2022

L’horror di Stephen King? Il film ancora più succulento? Direi piuttosto la cruda realtà. A chi piacciono le citazioni, questo paragone richiama immediatamente la scena che potrebbe presentarsi all’Italia il 26 settembre, il giorno dello spoglio. Da non credere!

Sondaggi alla mano, alle elezioni nazionali del prossimo inizio d’autunno, gli italiani, con la complicità di un discreto numero di trentini potrebbero finire per rivotare l’incredibile. Ci sono tutti, eh! C’è chi è andato e tornato dal Papeete, chi è uscito sano e salvo dai processi del bunga bunga, chi da donna, madre, cristiana, la sua italianità, ha voglia di urlarla all’Italia intera!

Ma se tutto ciò non vi fosse bastato, vogliamo ricordare i governi “Berlusconi” che per primi inaugurarono una lunga stagione di danno (finanziario vero) alle casse del Trentino? Furono devastanti i provvedimento legati alla Spending review con un miliardo e mezzo di Euro circa pagati all’Italia in questi anni. Alla faccia dei trentini e del loro infischiatissimo Statuto. 

In tutto questo, cosa abbia deciso di fare il Partito Autonomista – a nostro personalissimo avviso – è piuttosto sorprendente. La sintesi di queste ore potrebbe essere più o meno questa: a tutti gli effetti, chiude a qualsiasi forma di collaborazione con i centro-democratici nazionali e locali. “Salvo ripensamenti dell’ultimo minuto”, come annuncia a mezzo Stampa attraverso i suoi rappresentanti. 

Ma per sapere a cosa ci riferiamo, dobbiamo descrivere un flashback tornando indietro di tre giorni. Giovedì scorso infatti in una caldissima sera di luglio, il Partito Autonomista ha approvato all’unanimità una risoluzione che lo porterà ad aderire alla corsa verso il Parlamento dell’SVP. L’intento dei cugini oltre Salorno è quello di portare a Roma sei loro parlamentari. Tre alla camera e tre al Senato. Questa condizione pare presentarsi come facile o assai probabile in tutti i loro seggi anche solo in virtù dei loro voti provinciali. 

Per questo motivo nell’ambito dell’accordo regionale, i voti che i trentini tributeranno al palmares elettorale dell’SVP poco o nulla aggiungeranno ai loro risultati. 

Si poteva fare diversamente?

Mantenendo buoni rapporti coi cugini altoatesini, che meritano tutta la nostra stima, aiuto e rispetto, si sarebbero potute organizzare delle forme di collaborazione con altri partiti anche nazionali. Coinvolgendoli per ripartire i seggi disponibili tra noi, loro e il centrosinistra nazionale. Questo tipo di compagine politica infatti, mai fu responsabile di azioni deleterie nel confronti dell’autonomia. Al contrario della destra, come ho avuto modo di raccontare sopra nell’introduzione a questo breve ragionamento politico.

Ecco allora che un accordo, ripeto, in una via tutta trentina guidata dagli autonomisti tra SVP, partiti nazionali di centro e democratici, avrebbe potuto giocarsi una chance in più di vincere su qualche collegio anche in Trentino. Come invece, siamo convinti accadrà in tutto il Sudtirol. 

L’effetto, sperato e cercato sarebbe stato quello di avere un parlamentare meloniano o salviniano in meno a favore di qualche parlamentare trentino in più. Appartenente sì ad una compagine nazionale, ma di quel tipo di partiti che non hanno mai fatto del male alla nostra Autonomia.

Queste nostre considerazioni arrivano forse fuori tempo massimo. Il Partito al quale sentiamo di appartenere pare aver già deliberato. “salvo ripensamenti dell’ultimo minuto”.  Lo ha fatto a sorpresa, in un momento in cui il nostro dovere di Consiglieri Provinciali trattenesse me e la collega Paola Demagri in Consiglio a votare l’assestamento di Bilancio della Provincia.

Se gli organi di partito hanno deciso di assumersi questa responsabilità è evidentemente perché sentivano il diritto ed il dovere di far così. A noi non resta che accettare e dunque per ora lo diciamo qui. In seguito lo riprenderemo anche nelle sedi opportune perchè risponde ad una nostra convinzione supportata da tanti altri simpatizzanti e tesserati per ora esterni al processo decisorio.

Anche noi però avvertiamo un nostro compito. Quali cittadini ma soprattutto come Consiglieri Provinciali abbiamo l’obbligo istituzionale di denunciare le situazioni di pericolo politico amministrativo. E a quel punto, dibattere democraticamente col partito e con la cittadinanza è principio essenziale. Gli Autonomisti, in Trentino, meritano trasparenza al fine di poter maturare consapevolezza. Delle azioni dell’oggi e delle loro conseguenze verso il domani.

Quando per l’Autonomia potrebbe essere troppo tardi. Sempre dal nostro punto di vista.

Paola Demagri e Michele Dallapiccola

30 Luglio 2022 0 Commenti
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Il Civismo al Governo del Trentino? Come il lupo con la cuffia nel letto della nonna. Di Cappuccetto Rosso.

Da Michele Dallapiccola 23 Luglio 2022

La cronaca politica di queste ultime ore riporta alcune notizie piuttosto interessanti solo all’apparenza sganciate tra loro.

Si parte dall’escalation che il peso politico di FDI potrebbe rivestire nell’ormai imminente campagna elettorale e successivo governo. Stando ai sondaggi anche il Trentino, a modo suo, potrebbe contribuire a sostenere il più anti-autonomista dei partiti nazionali. 

Ebbene, nel gioco delle alleanze, i candidati del centrodestra trentino finiranno per fare proprio questo. E lo stesso Fugatti travestito anche lui come il lupo nel letto della nonna di Cappuccetto rosso prova ad indossare la cuffia da moderato. Da capo coalizione quale è, finirà per rivestire il ruolo di coordinatore di questo letterale scempio per la nostra Autonomia. E non sarà solo. C’è infatti chi, più o meno inconsapevolmente, finisce per alimentare il sostegno a FDI in modo ancor più “incappucciato”. Sotto il paravento del civismo, va osservato che chi alimenta le liste satellite del duo FDI&LEGA, porterà acqua al mulino degli statalisti; a settembre in ottica nazionale, il prossimo anno per il governo della Provincia. 

Sostenere gli eredi dell’MSI, di AN e/o della destra vera, non è una convinzione che sta propriamente nelle corde dei trentini. Ecco perché domenica scorsa nel farlo notare, ho toccato qualche nervo scoperto. Due “passionarie” di questo nuovo civismo, in una lista che ne assume il nome, qualche giorno fa si son prese la briga – cercando visibilità sui media locali – di negare spudoratamente questo evidente stato di cose. Io mi ero limitato a commentare l’attivismo degli assessori agli Enti locali che in queste ultime legislature, hanno fatto incetta di amministratori locali in cerca di una scorciatoia per piazza Dante.

Nulla a che vedere col diritto di ciascuno di esprimere la propria idea e offrire la propria disponibilità a candidare dove meglio crede. L’appunto che elevo se mai è un altro. Ed è rivolto proprio a chi cerca di mettersi la cuffia della nonna nella metafora di cui sopra per portare il vestito di espressione civica e dunque moderata. Non devono convincere me. Lo spiegheranno agli elettori.

Chi sostiene Fugatti, sostiene Salvini, Meloni, e tutta la destra da sempre più nemica dell’Autonomia.

Intendiamoci, nessuna recriminazione. Lo sappiamo che noi trentini siamo così. Votiamo e adottiamo opinione politica tanto frastagliata e che assomiglia piaccia o no, sempre più a quella degli italiani.

Gli autonomisti alle nazionali.

Un piccolo baluardo di coesione politico-partitica rimane ancora nel vicino Sudtirol. Almeno in qualche collegio i cugini altoatesini si potranno permettere il lusso di non agganciarsi a nessun schieramento nazionale. ma non in tutti. Per questo è assai probabile immaginare che l’SVP cercherà un accordo a livello locale con dei movimenti che contribuiranno all’elezione dei loro rappresentati. Questo avverrà dove la percentuale bulgara di voto degli autonomisti è ormai uno sbiadito ricordo. Il collegio senatoriale di Bolzano ad esempio potrebbe essere uno di questi. E c’è da scommettere che in quel sostegno fuori dal suo perimetro l’SVP lo saprà valorizzare immediatamente alle nazionali e il prossimo anno per le provinciali.

Nel frattempo il PATT potrà portare il suo contributo sul listino regionale proporzionale per la Camera. Sul resto dei collegi a livello provinciale mi è parso di capire che la direzione del partito al quale appartengo ha già comunicato che invece intenderà non scegliere. 

Non sta a me giudicare o proporre una linea diversa da quella che pare ormai segnata dal partito che mi sento con onore di rappresentare. Suppongo però che da consiglieri provinciali sarà assai difficile sottrarsi alla campagna elettorale o suggerire di non schierarsi alle persone che quotidianamente ci chiederanno un consiglio o un’opinione. 

Il livello personale di ciascuno di noi finirà per emergere e ciascuno contribuirà a sostenere la compagine che più sente propria. 

E’ inevitabile. E con le premesse in apertura a questa mia breve riflessione sopra, mi sembra piuttosto chiaro quale non potrà essere la mia.

23 Luglio 2022 0 Commenti
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Il vizietto.

Da Michele Dallapiccola 16 Luglio 2022

Destino o concorrenza casuale di eventi?

Per occasione che di ogni uomo fa ladro, o per semplice casualità, fatto sta che chi fa l’assessore provinciale agli Enti locali in Trentino, finisce vittima di questo veniale peccato. Un vizietto, insomma. Ogni Presidente della PAT che io ricordi, si è trovato in Giunta un suo “tessitore” finito a girare il Trentino alla ricerca di amministratori locali da far candidare in una propria lista.

Per Dellai fu Grisenti. Forte di un percorso che li aveva visti crescere insieme, con alterne fortune, già vent’anni fa l’Assessore dal canuto soprannome, solcava le valli della Provincia a fare scouting di amministratori locali con la voglia di crescere. Relazioni costruite ragionando sull’opportunità dei vari contributi provinciali per i Comuni portavano a rapporti intensi tra il dicastero e i sindaci di allora.

Poi venne il tempo di Rossi Presidente. Forte dello stesso titolo di studio del suo predecessore e di una ancor più evidente scuola politica, il suo braccio destro agli Enti locali, veniva direttamente da Vermiglio.

Tra caffè di parole e sogni forse troppo in là rispetto alla propria reale portata anche questo fido (?) assessore non resistette alla tentazione di praticare la prassi del reclutamento. 

Vuoi che i tempi non erano maturi, vuoi che le figure raccolte dentro allo stesso contenitore, erano di troppo disparata provenienza politica, fatto sta che anche in questo secondo caso le cose andarono male.

La terza volta.

Anche il Fugatti presidente dell’oggi ha il suo tessitore. Stesso incarico di Giunta, stesso piglio suadente, stesso vizietto dei suoi predecessori. Poco importa se dai racconti di una sua militanza di gioventù emergano movimenti dalle pieghe politiche – diciamo – molto pronunciate. Oggi meglio “stirarle” (cosa non si fa per non infastidire le potenziali adesioni più sensibili). 

Dico questo perché le novità introdotte da questo nuovo talent scout pare non vogliano fermarsi al singolo amministratore. Pare che la voglia di reclutamento lo spinga a tentare di arruolare anche altri, interi, movimenti politici. 

Questa volta tutto sembrerebbe procedere per il meglio. Ciò che fece inciampare i suoi predecessori, oggi sembrebbe lontano. Eppure, a ben vedere, all’orizzonte di questo progetto si stagliano un paio di grossi “però”. 

Il primo è tutto interno alla lista ereditata dal compianto Borga. Una piccola pur rispettabilissima aggregazione civica già forte di due capolista, pure di genere diverso. L’ingresso a Piazza Dante, si presenta coi primi due posti già seriamente opzionati in partenza. E questo, all’ambizione di un Sindaco di diventare consigliere provinciale, offre lo stesso appeal di una pelliccia in mezzo al Sahara.

Il secondo “però” riguarda l’entusiasmo col quale le liste civiche di (vero) centro, teoricamente cooptate, dovrebbero incontrare questo improbabile matrimonio. L’attuale maggioranza affronterà le prossime elezioni nazionali certa dell’accordo con Fratelli d’Italia. Qualora confermata lo farà anche a quelle provinciali. Questa presenza “puzzerebbe” fin troppo di quel nazionalismo che già oggi nella coalizione, è sufficientemente alimentato dalla stessa Lega. 

Ci sono poi dei “rumors” assai circostanziati che raccogliamo come tentativo di Lega-Salvini-Trentino di cambiare pelle (politica). NE ABBIAMO PARLATO PIU’ ESTESAMENTE A QUESTO LINK.

Il progetto sembrerebbe quello di escludere PD e FdI spacciandosi come aggregazione di centro moderato. La sola presenza del Carroccio locale, sarebbe però più che sufficiente a spaventare la componente civica più tradizionaliste e più legata all’Autonomia del Trentino. Stressata dall’obbligo di una scelta così radicale questa compagine finirebbe per a portare a destra soltanto pezzi di se stessa. 

Lo racconta una storia già andata in scena nell’autunno del 1998. Come allora per Andreotti, oggi a Fugatti rimarrebbe la scelta del portare con sé alle elezioni provinciali del 2023, soltanto i cocci di questi gruppi oppure i seguaci della Georgia nazionale o perché no, tutt’e due i movimenti insieme. Alla faccia di chi vorrebbe tenere lontana l’Autonomia dallo Statalismo. 

Questa trama così complicata evoca quella del film che casualmente offre il titolo a questa mia breve riflessione politica. Il copione di questo remake, l’ho messo nero su bianco, curioso di vedere come andrà a finire perchè io, onestamente, non sono ancora in grado di fare previsioni.

16 Luglio 2022 0 Commenti
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LA COERENZA DI UN PERCORSO. AUTONOMISTA

Da Michele Dallapiccola 21 Giugno 2022

La coerenza di un percorso partito nel 2018 non può portare che in un’unica direzione. Condivido il pensiero dei colleghi Demagri Paola Consigliere Provinciale e Roberto Stanchina

LEGGI TUTTO, APRI QUI👇🏻👇🏻👇🏻

Provinciali 2023, dopo Dallapiccola anche Demagri guarda alla ”futura coalizione che sfiderà Fugatti”.

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La lega chiama il PATT?

Da Michele Dallapiccola 15 Giugno 2022

E’ un percorso impegnativo quello che dovrà intraprendere il PATT prima di poter rispondere affermativamente o negativamente a questa chiamata. E questo perché qualunque sarà la scelta, le conseguenze per il Partito saranno assai significative.

Questo perchè, volenti o nolenti, gli autonomisti hanno governato con il centrosinistra almeno dal 1998 al 2018. In quell’anno poi, da separati in casa a causa di una serie di personalismi politici, regalammo alla destra una vittoria piuttosto scontata. 

Il Patt però, candidò una sua squadra con le idee ben precise. Tutte riassunte in uno dei suoi indovinatissimi spot. 

La gondola nel lago di Tovel. 

Mai i trentini permetterebbero davvero un simile obbrobrio? Noi allora pensammo di no. In quel caldo autunno politico decidemmo dunque di essere interpreti di chi si rifiutava di collaborare politicamente con chi, per governare, riceveva gli ordini da Roma e da Milano. 

Da poco, il Congresso degli autonomisti ha approvato una mozione che vieta ai suoi componenti di esternare indicazioni riguardo alla sua linea politica. Soltanto alla Direzione di partito è permesso di esprimere pubblicamente simili considerazioni. Questa regola interna può avere un suo senso ed io mi sento di ottemperarla. Per questo i pensieri enunciati qui a seguire non possono avere che umilissima valenza personale. E’ tuttavia obbligatorio ricordarlo anche per tutti quelli che la pensano come noi.

Sono tantissime le persone che in questi giorni ci hanno raccomandato prudenza nello sviluppo di nuove alleanze. Sono sicuro che il partito e la sua direzione sapranno dare quella chiarezza di linea politica della quale i suoi tesserati hanno tanto bisogno.

Pochi riuscirebbero a sopportare un carico di gondole diretto al lago di Tovel. Molti a ostacolarlo ed io tra questi.

15 Giugno 2022 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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Michele Dallapiccola
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