Michele Dallapiccola
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Inceneritore dopo le elezioni? La Giunta provinciale gioca a nascondino con l’ambiente e le persone.

Da Michele Dallapiccola 4 Aprile 2023

La gestione provinciale dei rifiuti è senza ombra di dubbio una materia tecnica e amministrativa piuttosto complessa. 

Qui in Trentino negli aspetti negativi, fortunatamente siamo agli esatti antipodi dei casi estremi che si verificano a livello nazionale ed in particolare in alcune grandi città del centro-sud. 

Qui Enti gestori, Enti locali, educazione e civiltà diffusa hanno portato il Trentino ad essere una delle Province a maggiore capacità di raccolta secondo il metodo differenziato. 

E dunque, questa amministrazione aveva iniziato il suo mandato di governo ormai quasi cinque anni ora sono con tutte le carte scoperte sul tavolo. 

Prima della trattativa per la riassegnazione della concessione di gestione dell’Autostrada A22, il Trentino poteva vantare un ottimo rapporto con Bolzano. Si basava su accordi di natura commerciale per quanto riguarda  la valorizzazione di una piccola parte del nostro rifiuto accompagnato da un serio programma di attività migliorative della gestione sul territorio trentino. Un approccio disertato da questa Giunta provinciale fin dal suo esordio, ripreso in mano soltanto quando il problema è diventato grave. 

Per lungo tempo i nostri amministratori se ne sono ben guardati dal raccogliere la responsabilità della chiusura del ciclo dei rifiuti direttamente in provincia di Trento. Alias: la costruzione di un termovalorizzatore, un gassificatore o comunque uno strumento che fosse in grado di massimizzare gli aspetti positivi riducendo quelli relativi all’inquinamento.

Ora è arrivata la fine della legislatura con un bel nulla di fatto e con essa una promessa da mettere in campo dopo le elezioni. Almeno questo è ciò che promette il Vicepresidente PAT competente in materia (tra un salto di partito e una nuova campagna elettorale). 

Se si volevano fare le cose per bene, partendo dall’inizio della legislatura, i tempi c’erano tutti. A Trento abbiamo autorevolissimi Istituti di ricerca che sono in grado di indicare le migliori pratiche di campo per ridurre l’impatto ambientale ai minimi termini. Abbiamo capacità di esercizio finanziario piuttosto consistenti. Vengono “sfruttate” per promettere varianti stradali, tunnel e viadotti di ogni sorta e genere che impegneranno i prossimi governi provinciali per almeno altri quattro mandati.

Come titolava un quotidiano ieri, la Provincia stessa dà modo di dedurre quanto costerà questo tergiversare secondo il suo ultimo Aggiornamento del Piano di Gestione dei Rifiuti. Lo “scherzo” dei ritardi impegnerà risorse distratte ai contribuenti provinciali una cifra che supererà di lunghezza i 300 milioni €!

Se leggete del disagio nelle mie parole, state leggendo bene. E’ davvero incomprensibile come si possano impegnare le risorse dei bilanci provinciali che si renderanno disponibili per i prossimi 20 anni. Con l’urgenza sopra evidenziata, è davvero difficile da giustificare. 

Da consiglieri di minoranza non possiamo tacere né evitare di esprimere il nostro dissenso. Più che per la prossima giunta provinciale Il problema sarà grave per il nostro domani. 

4 Aprile 2023 0 Commenti
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Allevatori: luci ed ombre sulle mostre zootecniche di primavera. 

Da Michele Dallapiccola 1 Aprile 2023

Ieri in via delle Bettine si respirava un bel clima. Tanti tantissimi giovani, passione e molta speranza: nel futuro. Di fiducia invece se ne sentiva un po’ la mancanza. Questo perché, dobbiamo dircelo, siamo in tanto a pensare che questa giunta provinciale si sia lasciata sfuggire di mano un pò troppo la gestione della materia zootecnica, . 

Due grandi preoccupazioni. 

Innanzitutto la remuneratività. L’impennata delle materie prime e dei costi energetici ha provocato un drammatico calo dei margini di guadagno. Il sostegno alla commercializzazione e alla promozione, tradizionalmente sostenuto con fondi pubblici ha invece lasciato molto a desiderare e se ci sono consorzi che alla fine hanno ripianato con il proprio bilancio, ci sono stati invece caseifici che hanno sofferto quando non addirittura chiuso. 

L’altro grande capitolo negativo è stata la PAC. La politica agricola comunitaria ha visto un ribaltone dal punto di vista del ricalcolo dei titoli e un nuovo assetto di regole di assegnazione dei fondi nelle Misure. Aggiungono scossone a scossone in un comparto dall’equilibrio delicatissimo. 

Dialogando con gli intervenuti, nelle stalle contigue all’arena, al riparo da orecchie indiscrete, non si sentivano certo girare parole tenere nei confronti della giunta. L’assenza di contenuti e di reale comprensione dei problemi del settore hanno segnato profondamente il giudizio di questi ormai 5 anni di operato. E il tutto ha sovraccaricato una parafisiologica sofferenza del settore dovuta alle difficoltà di ricambio generazionale. Non sarà una legislatura facile la prossima, indipendentemente da chi governerà. 

Di certo non serena e con davanti uno spettro davvero inquietante. Una zootecnia sempre più ridotta nel numero dei suoi interpreti. 

1 Aprile 2023 0 Commenti
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La nomina in Commissione dei 12? Una vicenda dai contorni molto tristi per la nostra Autonomia.

Da Michele Dallapiccola 29 Marzo 2023

Questo è accaduto perché la nomina di un Commissario dei 12 è il prodotto di una prova tecnica di alleanza politica. Forse il primo atto in ordine temporale, a rappresentare l’effettiva l’alleanza tra la destra trentina e gli autonomisti storico-identitari.

Fino ad ora, questa condizione si era manifestata limitatamente a qualche incarico di seconda linea o all’approvazione di qualche emendamento in Consiglio provinciale. Questioni insomma più di facciata che di sostanza. Adesso no, qui si è andati oltre.

Il veicolo di scambio è stata la disponibilità di uno stimato giurista, a suo dire a disposizione della politica. E in effetti da buon tecnico ha già avuto modo di esprimere una buona dose di eclettismo. Ha iniziato la sua carriera in ambiente politico DEM, per poi proseguire a fianco delle Presidenze di Rossi, prima e Kompatscher, poi. La chiamata alla quale ha deciso di rispondere in questa stagione è stata quella degli autonomisti di destra. Su loro proposta è stato nominato in Commissione dei 12 sostenuto e votato anche dalla destra politica al governo del Trentino. In pratica per riuscire ad eleggerlo gli autonomisti storico identitari hanno dovuto scendere a patti con lega e FdI.

Chi segue la politica sa che una simile operazione ha un significato profondo. In pratica, ben prima della formalizzazione della compagine del centro destra, questi nuovi autonomisti hanno gia completato la loro mutazione genetica politica. Lo rappresenta il voto con Leghisti e Fratellisti architettato pur di piantare la bandierina su una nomina simbolica. Va detto che per mancato bon ton istituzionale, e in spregio ad ogni prassi storica in Consiglio provinciale, anche l’attuale maggioranza ha sommato sgarbo a sgarbo.

Si tratta di un modo di governare tipico di questa destra trentina. La stessa, rispetto alla quale stiamo cercando di costruire un governo provinciale alternativo.

La squadra è sempre più ampia, la designazione del Presidente questione di ore.

Allo stato attuale registriamo con grande soddisfazione un’ ottima accoglienza da parte del pubblico. Sale piene nei nostri incontri, moltissime le richieste di adesione. In negativo? Davvero poco. (Qui a seguire un piccolo simpatico aneddoto)

Su una pagina social, stanno fiorendo in questi giorni dei meme confezionati per altro con puerile cura e manifesta incompetenza digitale (tipica di noi boomer). Vorrebbero scimmiottare pagine analoghe che trattano la politica con scherno e satira talvolta sguaiata e spesso feroce. Il profilo fake gestore della pagina in parola raccoglie like e amicizie prevalentemente da persone legate da una comune appartenenza o simpatia politica, quella per il nostro ex partito. Invettiva e sarcasmo pur manifestando un livello intellettuale davvero basso – per ora – non hanno mai sconfinato nelle fattispecie perseguibili dalla polizia postale.

Per quanto riguarda l’autonomia intesa come prerogativa istituzionale lo strumento più efficace a sua difesa lo interpreta la politica.

Nel centrosinistra interpretato dall’alleanza dem. autonomista, la rappresentatività più evidente è interpretata da Casa Autonomia. Gli altri autonomisti non ci sono più, sono di là, a destra, con gli statalisti.

29 Marzo 2023 0 Commenti
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MALGHE VUOTE E GIORNALI PIENI!

Da Michele Dallapiccola 28 Marzo 2023

Dei titoli PAC, dei PREMI comunitari riservati alla zootecnia, in questi anni si è fatto un gran parlare. Merito di una carta stampata più protesa ad enfatizzare (legittimi) scontri tra imprenditori che ad offrire una corretta ed ampia lettura della realtà dei fatti. A parziale giustificazione dei tabloid va detto che la materia è molto complicata. 

Tra i non addetti ai lavori nessuno ha capito (e continua a non capire) niente. La materia è obiettivamente ostica. Forse per questo chi la racconta tende a semplificare. Il risultato? Si rappresenta soltanto che di mezzo c’è un affare dove si possono fare tanti soldi con poca fatica.  

Premesso che nemmeno chi la considera un’interessante opportunità di reddito di fatica ne fa poca, rimane in effetti che qualcuno che ha cercato di approfittarne, c’è stato. Il metodo è stato quello di massimizzare il profitto e riducendo l’aspetto zootecnico e di passione per gli animali. Dunque lo scopo originale per il quale erano nati i premi Pac. Da qui, proprio dal senso etico della questione, scaturisce tutta la nostra condanna e il nostro dissenso. 

Invece, gli interventi economici, riservati ai pascoli in quota, hanno avuto un grandissimo merito nel mantenimento della montagna. Non dobbiamo dimenticarci che sono nati soprattutto per diminuire il GAP dei costi che l’agricoltura di montagna manifesta rispetto alle sue altre espressioni. 

A queste complicate vicende, da qualche anno a questa parte, si sono aggiunte anche molte amministrazioni locali. Sono entrate a gamba tesa nella questione pretendendo un ritorno economico da questa fonte di ripiano delle spese originariamente a disposizione delle aziende agricole. Per questo motivo talvolta irriverenti nei confronti del lavoro dei contadini, hanno fatto di ogni erba un fascio tra allevatori e speculatori aumentando di fatto spesso a dismisura il valore di affitto dei pascoli e degli alpeggi di proprietà. 

Gli imprenditori zootecnici impreparati a questo repentino cambio di parametri di gioco si sono spesso trovati a combattere dentro a un “gioco” al rialzo che ha generato ben più di un dissapore e di un’incomprensione.

Se ciascuno avesse fatto la sua parte e tutti avessero lavorato con onestà, questo non sarebbe successo. Perché nei margini di operatività degli enti locali c’era la possibilità di attivare dei bandi secondo la modalità dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Una condizione che avrebbe favorito le imprese locali rispetto agli speculatori. Così non è stato e si è demandato di lasciar fare tutto a Bruxelles. Nel frattempo la Giunta provinciale se ne è ben guardata dal parlare in pubblico anche solo minimamente di ciò che stava avvenendo. 

Troppo comodo per la lega al governo del Trentino, promuovere soltanto i propri presunti successi elettorali rispetto al dare ampia e precisa informazione riguardo alla prossima Pac.

Il risultato è stato che per molte aziende agricole il valore della prossima domanda unica subirà una pesante contrazione. Così sarà sicuramente per il settore Ovi Caprino e in particolare per il comparto dei transumanti.

Su Terra&Vita, un competentissimo Prof Angelo Frascarelli, offre una sintesi tecnica dei recenti riscontri che potrà avere il ricalcolo dei Premi PAC. C’è tutto al link qui sotto:

Titoli Pac, ecco come cambiano i valori con il ricalcolo

Ciò che qui insieme noi possiamo considerare è che una legislatura partita tutta in salita con un assessore competente privo di esperienza nel settore, si sta infine chiudendo nel peggiore dei modi. E il brutto è che queste gravi implicazioni denunciate si ripercuoteranno anche sulla prossima legislatura, indipendentemente da chi vincerà le elezioni. 

28 Marzo 2023 0 Commenti
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Orso MJ5: come andrà a finire la sua storia?

Da Michele Dallapiccola 26 Marzo 2023

Sapere che nei boschi dietro casa c’è un orso come l’MJ5, non è certo una consapevolezza che specialmente in Val di Rabbi lascia tutti tranquilli. Giusto per usare un eufemismo. 

Anche perché siamo tutti costretti a rivivere un pericolo che la memoria d’uomo ha cancellato. Una situazione, quella della convivenza uomo-orso che i trentini hanno dimenticato ormai da parecchie generazioni. Oggi però la numerosità degli orsi e la grande frequentazione dei boschi hanno aperto nuove preoccupazioni, soprattutto a partire dall’episodio di Daniza del 2014. 

In questo breve pensiero, non vorrei entrare nella diatriba relativa al fatto che l’orso sia un vantaggio o una preoccupazione per noi trentini. Invece non possiamo esimerci dall’osservare che il dibattito pubblico intorno alla gestione della presenza dei grandi carnivori e in particolare della questione MJ5 rimarcano ancora una volta come questa amministrazione provinciale fosse impreparata a gestire la materia. Ma non solo, fin dall’inizio del loro mandato e in prosecuzione fino ai giorni nostri, hanno preferito sbagliare per conto proprio. 

Cioè, invece che imparare da chi li aveva preceduti e cioè dai nostri errori, proseguendo nel solco tecnico normativo intrapreso con grande fatica nella scorsa legislatura, hanno preferito inventarsi cose nuove (ad esempio tentare di scaricare la responsabilità sul comitato per la pubblica sicurezza). Peggio ancora hanno cercato continuamente di minimizzare il problema non parlandone più. Salvo scoprire che non è uno di quelli che si risolve da solo. E così i leghisti al governo del Trentino sono stati presi alla sprovvista anche da questo secondo attacco all’uomo. 

Per tutta risposta hanno cercato di trattare la vicenda con populismo e superficialità. Il Presidente che tenta immediatamente di rassicurare i preoccupati rappresenta un vuoto atto di machismo amministrativo per nulla sostenuto dal punto di vista tecnico. 

Infatti, dopo aver immediatamente annunciato l’abbattimento, si è trovato a dover risolvere una serie di grane legate al fatto che innanzitutto l’orso responsabile dell’aggressione va identificato. E per farlo bisogna catturarlo. E’ cioè necessario un colpo di fortuna che si ottiene aspettando che quello specifico animale entri in una trappola a tubo. Dopodiché gli si applica il collare, ne si prelevano dei campioni per l’identificazione genetica e mentre si attendono per qualche giorno i risultati, lo si deve liberare. E avanti così, finche non si cattura quello giusto lavorando in una vastissima zona.

Che si debba far così, lo dicono le regole del Pacobace. Sono complete e chiarissime. 

E adesso la verità.

Trattandosi di un maschio piuttosto maturo mai incorso di altri incidenti, assai difficilmente nei suoi confronti Ispra permetterà qualsiasi azione cruenta. L’ha annunciata Fugatti, certo e probabilmente gli farebbe assai comoda nella sua campagna elettorale di ottobre. 

Per ora però è soltanto una boutade, messa lì sul giornale tra l’imprecisione e l’opinione. E’ un gran peccato perchè così facendo, la credibilità dell’amministrazione provinciale cala lasciando invariata la preoccupazione della popolazione. 

Il risultato è che oggi oltre ad esser amministrata da una Giunta provinciale come questa, la Val di Rabbi si trova a dover fare i conti con un orso pericoloso nei propri boschi senza che nessuno spieghi loro cosa sta succedendo e cosa fare con precisione. 

26 Marzo 2023 0 Commenti
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Oggi scrivo di chi scrive.

Da Michele Dallapiccola 25 Marzo 2023

In particolare, di politica sulla carta stampata. Lo specifico perché anche in Trentino ci sono diversi quotidiani di informazione, con alcuni che invece viaggiano esclusivamente sul web.

Anzi, le prestazioni di questi marcano traguardi assolutamente incomparabili con quelle del classico “foglio” specialmente per visualizzazioni e diffusione.In effetti, la carta stampata arranca. I dati la danno in continuo ribasso osservando soprattutto il numero di copie vendute.

Ad onor del vero, un piccolo sussulto al settore sembrava averlo offerto l’apertura di un quarto giallissimo quotidiano cartaceo. E a quanto pare l’obiettivo di offrire grande pluralità di informazione è stato raggiunto. La concorrenza spietata tra imprenditori locali e altoatesini si è concretizzata a suon di tabloid. Sì è così generata una spasmodica ricerca dell’informazione più dettagliata e precoce possibile. Tra l’altro, su quest’ultimo aspetto la battaglia con l’on line è persa in partenza. Su quel terreno ad esempio, il Giallo del web è imbattibile.

Sulla notizia in sé e sulle novità invece è tutta un’altra faccenda. E’ forse per questo che da parte dei vari giornalisti si percepisce la spasmodica necessità di spaccare il capello in quattro di ogni avvenimento. Cercano di ricavarne il maggior numero di notizie possibili e il lettore ne beneficia. E in quanto tale anche al politico. Questo però la vive con favore fin quando, a finire sotto le forche caudine della vivisezione giornalistica siano le altre forze politiche. Si badi bene, senza farne una malattia in caso contrario. Per noi politici infatti, accettare critica e informazione è un dovere. Anche quella soggettivamente percepita come negativa.

Il problema diventa oggettivo quando i pezzi pubblicati dai vari professionisti della comunicazione si infarciscono di aggettivi negativi, di giudizio ed impressioni che nulla hanno a che vedere con la notizia in sé. Peggio ancora quando sanno di parzialità. Quando però la distorsione di fatti sconfina pedissequamente oltre il rigore di cronaca indirizzata dalla linea editoriale, propria di ogni quotidiano, la notizia diventa propaganda politica per l’una o per l’atra parte. Storie vecchie come il mondo, sempre attuali sempre egualmente spiacevoli.

La mosca al naso che tento di scacciare in questo breve pensiero la racconto a scanso di equivoci. Riguarda un episodio politico di quest’ultimo periodo.

In questi giorni, dopo mesi di valutazioni ed ipotesi, l’Alleanza Democratica Autonomista, ha espresso la sua precisa volontà di chiudere su una proposta unitaria di candidato Presidente. Lo sta facendo alla luce di un dibattito interno molto acceso.

Concordo sul fatto che i non addetti ai lavori possano poco comprendere le ragioni della prolissità di quella discussione. In realtà tutto è dovuto al fatto che la democrazia in sé ammette e favorisce diverse correnti di pensiero. Così, trovare sintesi diventa più difficile. Il premio per questo tortuoso percorso però è una più diffusa rappresentatività in termini di proposta politica. Questo per quanto ci riguarda. Per rispetto verso gli elettori e i potenziali candidati, entro la prossima settimana definiremo il Candidato presidente. Ormai ci siamo.

Ma se Atene piange, Sparta non ride di certo. Il duello Fugatti – Gerosa, con la questione bollente da gestire a causa della presenza nell’alleanza di Fdi per gli autonomisti identitari, è uno spettacolo ancora tutto da rappresentare.

C’è da chiedersi, leggendo il tono di certi resoconti giornalistici di questi giorni, se anche quella trattativa diventerà merce ghiotta per giornalisti dal sarcasmo facile. O più semplicemente, la loro millantata professionalità franerà sotto i colpi d’una linea editoriale sempre molto più indulgente verso la destra rispetto alla nostra controparte?

25 Marzo 2023 0 Commenti
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Piano acque 2018 cancellato. Nemmeno ora (in piena siccità) la Giunta ammette di avere sbagliato

Da Michele Dallapiccola 21 Marzo 2023

Se c’è una cosa che abbiamo sempre criticato nel governo del cambiamento interpretato da questo centrodestra è proprio quello fatto tanto per cambiare, per cancellare ciò che era stato proposto da quelli di prima. 

Oggi ci troviamo in piena emergenza idrica. La siccità e la situazione difficile sono un fatto grave che per quanto imprevedibile non si può certo definire inaspettato. 

Tanto che le amministrazioni del passato avevano investito pesantemente su questo settore.

Parlano di cifre impressionanti, di valori intorno ai 100 milioni di euro, stanziati in periodi difficili, badate bene non certo questi di vacche, ingrassate dal PNRR. A questo link un resoconto del 2018.

Letto con gli occhi di oggi fa davvero venire il nervoso. Avevamo impostato un Piano dove si sarebbe dato il là ad una nuova stagione di investimenti. Tutti improntati a proiettare un piano di azione di risposta alla siccità. 

Invece no, si è voluto cancellarlo, senza reintegrare le risorse altrove allocate. Anzi, la lega al governo del Trentino ha risposto con un “piano strade” milionario sul quale è opportuno fare un inciso. In fatto di sicurezza stradale non si specula né si può attendere. Alcune opere sono attese da anni per davvero. Hanno un valore strategico locale enorme sia per qualità di vita dei residenti che ritorno economico. Cito tra tutte la variante di Pinzolo.

Ma quante poi tra le altre varianti, ponti e gallerie, promesse ed impegnative per il Bilancio provinciale possiamo dire che abbiano la stessa caratteristica di utilità ed urgenza rispetto ad un deciso Piano acque che preveda un accurato ripristino della rete civile e un articolato piano di implementazione di numero e capacità di accumulo dei nostri bacini artificiali?

Il tempo stringe, i problemi sono gravi ma questa amministrazione, in fase terminale di legislatura, pensa agli annunci e al voto facile. Che arriva davvero con la promessa di un’opera stradale?

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Serate di Casa Autonomia.eu. Perché di tanta partecipazione?

Da Michele Dallapiccola 21 Marzo 2023

Casa Autonomia.eu si è un movimento popolare. Vicino alle persone. Per questo ha da subito avvertito il bisogno di stare con le persone per capire. E raccontare.

Una sorta di novità rispetto a quella politica che ha poco da dire e molto da gridare. Quella che cerca di esistere senza la capacità di raccontare contenuti, professionalità.

Di solito, quella la stessa politica che si lancia nelle solite “operazioni ascolto”. Invece, una volta ascoltato, una volta raccolto, serietà vorrebbe che chi si occupa della cosa pubblica desse conto dei problemi recepiti. E soprattutto lanciasse almeno qualche idea su quali possono essere le soluzioni.

Il termine politica significa gestione della comunità.

Che è esattamente quello i politici dovrebbero fare. Vivendola, sentendola dentro e per questo sapendone raccontare problemi e possibili soluzioni. Interpretare questo modus operandi ci ha portato a fare qualcosa di impegnativo.

Non abbiamo scelto di stare sotto ad un gazebo a raccogliere firme. Rimarrebbero in un cassetto. Non abbiano deciso di girare per sagre in ogni dove alla ricerca del selfie di turno. Non ci siamo affidati ad un taglio di nastro e una consegna di una coppa. E non conquistano la simpatia elettorale promettendo strade, varianti , gallerie o contributi perché in questo momento siamo in minoranza. Eppure le persone che ci seguono sono davvero tante.

Ce lo siamo chiesti molte volte del perché succeda questo e ciò che ci sembra più rispondente alla realtà è perché anche a noi piace tanto stare con le persone. Non di meno perché abbiamo sempre qualcosa da raccontare. Nelle nostre serate ad esempio, non manca il momento di relazione ma segue una parte dove presentiamo dati referenziati con l’aiuto di foto, grafici e slides. Ci permettano di spiegare il perché di preoccupazioni e scenari futuri.

Non serve denigrare gli avversari politici, non serve parlare male di nessuno. Ciò che alle persone piace, probabilmente è sentire finalmente un politico che non parli il politichese e racconti cose concrete. Con dati, grafici, numeri e indirizzi. Abbiamo numerose comunità da andare a trovare ancora. Prima dell’estate, dove la voglia di chiudersi in una sala cala. E prima dell’autunno che quest’anno sarà particolarmente caldo. Oltre che per il cambio climatico, per la campagna elettorale delle prossime elezioni provinciali. Vi aspettiamo ai prossimi incontri.

La prossima settimana siamo nelle due valli più distanti dalla Città. Lunedi ad IMER e martedì a STORO.

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L’Alleanza democratica per l’Autonomia? E’ un solido villaggio anche per Casa Autonomia.eu.

Da Michele Dallapiccola 18 Marzo 2023

Ci siamo. Il raggruppamento politico alternativo alla destra in Trentino, sta per entrare nel vivo della scelta del proprio candidato presidente. E’ questione di pochi giorni. 

Nelle scorse settimane il toto nomi, figlio della solita roulette giornalistica (qualcosa dovranno pur scrivere i nostri quattro quotidiani) aveva indicato alcune ipotesi a metà strada tra l’ameno e tramontato prima di nascere. Lasciando stare i vertici di palazzo Thun e Geremia, i due nomi che hanno tenuto più banco sono stati quelli di Francesco Valduga e Paola Demagri. 

Il Sindaco di Rovereto diciamolo a chiare lettere è un’ottima figura. Professionale, preparato e competente. Annunciato con favore dal proprio neonato Movimento CAMPOBASE, ha in breve scalato simpatia e largo consenso il ruolo di candidato presidente papabile. A noi di Casa Autonomia piace.

Da qualche tempo però nelle pieghe dell’opinione pubblica si è insinuata una nuova idea. Ma se ci fosse una persona competente, simpatica e altrettanto capace? Magari, (ciliegina sulla torta), di genere femminile? L’ispirazione, l’ha forse lanciata proprio quello stesso centrodestra che parimenti alla nostra coalizione non ha ancora chiuso la partita. Anzi, mentre per noi l’unità è sacrosanta nessuno pensa neanche minimamente a corse in solitaria o a fratture nelle coalizione, laggiù, a destra le cose non sembrano andare benissimo. La loro coalizione non si è ancora ricomposta. Di Fratelli d’Italia si sa che allo stato delle cose sta proponendo in solitaria il proprio candidato: donna. Bella da vedere sarà quando e se, deciderà di rientrare. Giusto per vedere che effetto farà la sua co-presenza con quella del PATT. 

Insomma, sarà stato l’effetto Schlein o ancor più quello Meloni, fatto sta che la donna, sia essa candidata che incaricata, piace sempre più.

E’ forse per tale motivo che in queste ore e da più parti, sul nome di Paola Demagri si fa un gran parlare. Per quanto ci riguarda questa cosa ci riempie d’orgoglio. Siamo una forza relativamente giovane e ci fa onore che tra le varie teoriche candidature possa annoverarsi la nostra Presidente.

Per esser chiari.

A questo punto, le notizie che passa la stampa ci impongono l’obbligo di un fermo chiarimento. L’eventuale mancata designazione di  Paola Demagri a candidato per le prossime elezioni provinciali non è un punto pregiudiziale alla presenza del nostro Movimento dentro alla coalizione. Tutte le forze, compresa la nostra, sono leali all’impegno preso ormai qualche mese fa. Non si assisterà agli indecorosi spettacoli visti nel 2018 dove chi veniva escluso dal gioco se ne andava col pallone. 

Qui oggi si discuterà ancora per qualche giorno ma poi via, tutti uniti e decisi con una seria proposta alternativa a Salvini, Meloni e le forze politiche -cespuglio che li circondano.

 Al momento la partita è ancora tutta aperta, con un solo finale, comunque positivo.

18 Marzo 2023 0 Commenti
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Quest’inverno le belle notizie arrivano dal settore turismo: è davvero così?

Da Michele Dallapiccola 16 Marzo 2023

Parlare di buone notizie di questi tempi è cosa piuttosto rara. Stavolta l’opportunità ce la offrono i numeri del settore turismo. La stagione invernale sta per chiudersi con cifre da record!

Son dati, dei quali deve rallegrarsi tutta la comunità trentina. Spiego il perché. Secondo Confcommercio, questo comparto impatta sul Pil provinciale per il 15%. Un momento di particolare favore economico si riverberà positivamente anche sulla tassazione. La condizione statutaria provinciale ne convoglierà i 9 decimi trattenuti, nelle pieghe del bilancio provinciale. 

I costi aziendali, un’escalation incontrollabile! 

Nel frattempo alle maggiori entrate per gli operatori del settore si affianca tanta preoccupazione. Le spese sono salite alle stelle. E non riprendiamo soltanto la (sacrosanta) cantilena dell’impresa di turno che si lamenta delle bollette. Vogliamo fermare l’attenzione su qualcosa di reale e diffuso legato all’aumento dei costi in generale e in particolare. C’è infatti una nuova voce sempre più pesante: quella delle commissioni alle OLTA. Un servizio digitale diffuso a livello planetario al quale nemmeno il Trentino non ha potuto fare a meno. Oppure sì, ci ha ben provato e ancora continua a farlo il nostro vecchio caro domestico Feratel, ma la sua capacità di fronte alle grandi sorelle digitali mondiali può fare davvero ben poco. E così questa sorta di nomofobia delle imprese turistiche impone di lanciare, rilanciare, cliccare in continuazione alla comprensibile e spaventosa ricerca del cliente. Le cifre che pagano oggi certe strutture sono diventate impressionanti. 

Ma il salasso per gli operatori non si ferma qui. La recente riforma del turismo ed in particolare nella modalità di finanziamento delle APT, ha introdotto il sistema della prevalenza privata di approvvigionamento dei fondi di funzionamento. 

In pratica se l’Apt vuole introitare il contributo pubblico per il suo funzionamento deve recuperare una cifra anche solo leggermente superiore dal privato. Morale, dalla sera alla mattina, gli operatori privati associati alle varie APT si sono trovati a dover sborsare fior di quote associative. Spesso con cifre mai viste prima come è accadute ad esempio nell’Alto Garda. Non parliamo di cifre astronomiche ma che in certi casi hanno provocato una vera e propria rivolta con cambio di APT di appartenenza, come è accaduto con l’Altopiano di Pinè che da Fiemme è convogliato su Trento. 

I guai non vengono mai da soli

I vari accorpamenti hanno infatti generato parecchio scontento a livello locale. Sia perchè sono stati decisi a tavolino sia perchè poi ciascun ambito ha fatto quello che voleva. In questo stato di anarchia, la gestione centralistica dei capoluoghi del turismo ha di fatto focalizzato l’attenzione sulle grandi località uccidendo la disponibilità di volontariato locale che tanto era fertile con il sistema dei consorzi pro loco. In questo caso le noie più evidenti si sono manifestate nelle Giudicarie. E a farne le spese la qualità dell’intrattenimento e del prodotto turistico delle località minori (Invece è facile fare i bulli in Val di Sole o sul Garda).

Nel frattempo, la trazione del sistema politico turistico ha curvato l’attività dell’Ente pubblico al punto che la sua Società di sistema è ritornata sui suoi passi originali, invecchiata nell’approccio a tanti anni fa. Appare evidente, anche alla lettura del recente Piano operativo che gli impegni presi spingano perché diventi una sorta di “eventificio” tutto proteso ad attirare gente ad ogni costo. Dai concerti alle manifestazioni sportive, ben venga tutto purché facile e subito pronto. Questa sorta di bulimia festaiola nasconde una terribile insidia. Quella di acquistare prodotti preconfezionati dove gli ospiti non scelgono la nostra provincia per il suo valore intrinseco come può essere ad esempio il suo ambiente naturale ma perché qui, si tengono manifestazioni che di fatto sono di proprietà altrui. Ci affidiamo a terzi insomma spendendo tra l’altro fior di quattrini per alimentare diritti e società esterne alla provincia. Solo la professionalità dei tecnici di settore potrà salvare il futuro del turismo trentino da questo miope modo di operare della politica attuale. 

La qualità dell’offerta turistica: obiettivo imprescindibile.

In tutto questo proliferare di preoccupazioni l’operatore medio fa sempre più fatica a gestire la qualità. Uno degli elementi che la contraddistingue è senza ombra di dubbio quello di un’adeguata dotazione di personale. Questo concetto vale sia nel numero di ULA impiegate che per la qualità della loro formazione. Per contro siamo oggi di fronte ad un allarmante calo degli indici demografici. A questo si aggiunge una gestione sconsiderata dei flussi migratori col problema immigrazione più subìto che gestito, sia dal livello nazionale che da quello locale.

Trovare personale dipendente è per questo diventata una vera e propria avventura senza fine. Non va sottovalutata la difficoltà ormai endemica che vive il settore alla luce degli aspetti relativi al ricambio generazionale. 

La dimensione dei problemi sopra elencati è tale e tanta che alcune strutture, stanno privando la propria clientela del servizio cucina, riducendo la qualifica del proprio hotel a “camera e colazione”. L’impatto, soprattutto di immagine, nelle località interessate dal fenomeno, è negativo e sarà una delle più importanti sfide che la prossima politica provinciale dovrà saper affrontare.

I costi del personale. 

In tutto questo fiorire di ostacoli all’impresa turistica, non stupiscono i dati recentemente apparsi sui quotidiani locali che narrano dell’aspetto relativo agli stipendi: il settore della ricettività è quello che riesce a staccare gli assegni mensili peggiori. Lo scriviamo qui in calce a una serie di circostanze che sono un combinato disposto che assomiglia più a un circolo vizioso che è una serie di difficoltà. 

Insomma il grido “più lavori e meno guadagni, meno guadagni e più abbassi la qualità” ci fa pensare che i bei numeri di queste stagioni turistiche, rappresentati in apertura, sono soltanto una vittoria di Pirro . 

16 Marzo 2023 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
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Michele Dallapiccola
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