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Fratelli d’Italia? Sempre più anche del Trentino.

Da Michele Dallapiccola 28 Gennaio 2023

Per un autonomista che si rispetti quest’affermazione qui sopra è una di quelle da far tremare i polsi.

Eppure all’indomani dei risultati delle regionali del 12-13 febbraio potrebbe rivelarsi un’amarissima realtà. E’ sempre più diffusa la convinzione che il prossimo candidato presidente del centro-destra anche in Trentino venga designato da Roma.

Nel frattempo un autorevolissimo Istituto nazionale ha diffuso in queste ore gli esiti di un sondaggio molto interessante. Si racconta del Candidato presidente del centrodestra, il leghista Fontana, sempre più in vantaggio rispetto a tutti gli altri avversari.

A questo punto, qualora il responso delle urne confermasse questo risultato ci troveremmo la trazione leghista sulle tre più importanti Regioni del nord est e su una delle due Province Autonome: la nostra.

Parallelamente però, in tutti e quattro i territori Fratelli d’Italia porta con sé il trofeo delle elezioni nazionali. Superate da poco con risultati di straordinario valore.

Il prossimo autunno si voterà anche in Trentino.

Con Fedriga in Friuli e Zaia in Veneto praticamente intoccabili e Fontana da poco rieletto, è proprio sul Trentino che gli appetiti della Meloni potrebbero provare a rivendicare una rappresentanza territoriale di rilievo.

La richiesta di un proprio candidato presidente in rappresentanza del centrodestra trentino potrebbe rappresentare la giusta ricompensa per i favolosi risultati del partito dal passato più scuro che ci sia. E la scelta potrebbe cadere sull’attuale proposta sul tavolo perché diventerebbe un ottimo filo conduttore con Roma attraverso una graditissima affinità di genere.

In questo piccolo gioco di potere, per chi riuscisse ad accaparrarsi lo scranno più in alto di piazza Dante, ci starebbe pure un interessante bonus. Per i primi due anni e mezzo il Presidente della Provincia autonoma di Trento è anche Presidente della Regione Trentino Alto Adige.

Tante le ipotesi, tutte comunque così verosimili da provocare qualche bel pensiero agli schieramenti in gioco. E a non dormire sonni tranquilli potrebbero finirci almeno in due.

Da un lato la Lega, che sperava nella continuità con la riconferma dell’asso pigliatutto del 2018. Potrebbe non esser così. Tra l’altro, visti i deludenti risultati in caduta libera alle nazionali, vede i suoi rappresentanti provinciali in preda ad una drammatica certezza. Più d’uno, tra loro, smetterà di rivestire lo stesso incarico o lo stesso ruolo anche nella prossima legislatura.

Ma c’è un altro schieramento politico che dovrà fare i conti con qualche defezione. Il gruppo degli autonomisti storico identitari, forte di un sondaggino artigianale (taylor made) pare abbia tutta l’intenzione di andare dritto dal candidato premier. Proporranno un contrattino di governo in cambio di un’alleanza. Perchè per quanto tecnica di quella si tratta. Il mantra utilizzato è che l’attuale Presidente della PAT va bene, perchè i suoi avi furono tesserati con le Stelle Alpine.

Qualora le cose prendessero la piega, tuttaltro che ipoteitca raccontata qui sopra, allora spiegare che il contratto può avere lo stesso valore anche con un partito statalista nazionalista sarà un pelino più difficile. E per qualcuno tra loro arrivare fin lì, così a destra, sarà sicuramente improponibile.

Ma questi sono problemi che non ci riguardano affatto. Noi autonomisti di Casa Autonoma.eu, la nostra scelta l’abbiamo fatta già da qualche mese sulla scorta di convinzioni e azioni politiche che portiamo avanti da sempre.

28 Gennaio 2023 0 Commenti
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La “tangenziale-autoscontro” di Trento: cosa ha intenzione di fare la Giunta?

Da Michele Dallapiccola 25 Gennaio 2023

Ogni mattina chi scende dalla Valsugana in automobile e vuole entrare in città attraverso la tangenziale, deve affrontare una vera e propria odissea.

Collisioni ed incidenti hanno raggiunto una frequenza tale da trasmettere l’impressione che facciano parte della quotidianità. Come quello di mercoledì 25 gennaio, dove 6 malcapitati automobilisti si sono trovati coinvolti loro malgrado in un tamponamento a catena, che ha causato code e rallentamenti impressionanti. Un’ora media in più per ciascun automobilista incolonnato, è stata necessaria per raggiungere il proprio luogo di lavoro.

So per esperienza, in forza di passati incarichi di governo, che chi si addentra in queste critiche sui social finisce spesso e volentieri vittima della “shitstorm”. Nel nostro personalissimo caso si tratta essenzialmente di sconosciuti sostenitori della controparte che ci accusano di non aver fatto nulla prima. E potrebbero pure avere ragione, non fosse per una serie di condizioni di contesto che vanno attentamente tenute in considerazione.

Qui si parleremo di responsabilità passate e mancanze del presente. Innanzitutto il fattore tempo. La Lega è in carica da ormai 5 anni e la soluzione più concreta che ha scelto per questo tratto di raccordo stradale, sicuramente supportata dai dati, è stata quella di accordare la sistemazione di un autovelox all’uscita ovest del tunnel di Martignano.

Meglio di nulla, meglio anche dell’ambizioso progetto di raddoppio della tangenziale. Questo è un sogno, finito per ora chissà dove, che prevede di inserire nelle opere di contesto associate al rinnovo della concessione della A22, il raddoppio della tangenziale di Trento, utilizzando l’attuale sede della A22 per realizzare un tratto nuovo più ad est, in galleria. Opere bellissime, ma faraoniche, che arriveranno chissà quando. Proposte buone da campagna elettorale, ma del tutto inutili all’atto pratico della quotidianità.

Nella nostra modestissima esperienza di quotidiani frequentatori della “tangenziale-autoscontro” possiamo senza dubbio affermare, che uno dei suoi siti più pericolosi si trovi in corrispondenza dell’immissione dello svincolo di Centochiavi, direzione sud, uscita 7. Si tratta di uno svincolo con una corsia di accelerazione brevissima, soprattutto rispetto alla sua omologa controlaterale in direzione nord. In corrispondenza, anche le due corsie di marcia si trovano particolarmente costrette tra i guard rail di protezione perché lo svincolo, per non farsi mancare nulla, si immette in curva.

Un paio di proposte rapidamente attuabili

Le soluzioni potrebbero essere un paio: in via urgente (e i motivi ci sarebbero tutti), l’uscita potrebbe essere chiusa al mattino nelle ore di punta, almeno temporaneamente. Il tutto naturalmente in attesa dell’intervento definitivo che non può essere che una nuova sistemazione dello svincolo che lo porti almeno ad assomigliare a quello controlaterale.

Il suggerimento, che ci sentiamo di tradurre in atto politico, interrogherà la giunta provinciale al fine di sapere se essa sia in possesso di risvolti tecnici che indichino come procedibile il suggerimento enunciato sopra. Siamo consci infatti, che la nostra semplice osservazione porta ad umile corredo il buon senso delle molte persone che ce lo hanno segnalato.

Chiederemo come abbia intenzione di attivarsi, questo esecutivo, per tentare di tamponare (e mai verbo fu più ambiguo) il pericolosissimo ingorgo di traffico che affligge gli utenti della tangenziale di Trento ormai praticamente ogni mattina.

25 Gennaio 2023 0 Commenti
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Ma l’autonomia è ancora nel cuore dei trentini?

Da Michele Dallapiccola 24 Gennaio 2023

La sensazione che siamo rimasti in pochi ad avere una percezione chiara di cosa significhi viverci “con” o “senza” appare piuttosto diffusa. E la colpa di questo apparente disinteresse è difficile da attribuire. Non solo perché i trentini hanno altro a cui pensare. Chi ha compito e strumenti per spiegare le cose, evidentemente, non tocca i giusti canali dell’informazione.

Cerchiamo di capire insieme il perché.

Partiamo dall’individualismo, che è senz’altro la condizione umana socialmente più diffusa di questa nostra epoca. Tutta del “qui ed ora”. E in fondo la politica corrisponde a questo tipo di società poiché ne rappresenta la più diretta espressione. E’ facile pensare a se stessi, anche nel voto, no? Basta scegliere chi promette di più. Siamo bombardati dalle promesse, ci arrivano addosso senza nessun bisogno di sforzarsi più di tanto. Arrivano soprattutto da due canali: i media (on e offline) e il contatto diretto. I grandi messaggi ideologici nazionali lavorano sul primo strumento, quelli autonomistici locali soprattutto attraverso il contatto personale. E lo slogan: “ti prometto più autonomia nel governo del Trentino” detto a voce, a nulla vale davanti ad un concretissimo “taglieremo il prezzo della benzina”, sui social. Anche se poi sappiamo come vanno a finire queste cose.

E’ dunque in questo approccio che ci pare di individuare il più evidente successo dei partiti a riferimento nazionale rispetto alle liste autonomiste locali. Anche in Trentino. E così la salvaguardia delle nostre prerogative di governo, rimane nelle mani di una porzione minoritaria del nostro sistema partitico locale. Troppo forte l’influenza del pensiero nazionale, troppo facili i messaggi populisti rispetto alla divulgazione del valore dell’autonomia.

Poi, certo, anche gli statalisti provano a dissimulare. Cercano di adattare i loro riferimenti ideologici al contesto locale. Prendete Fratelli d’Italia ad esempio. Persino il movimento dal passato più nero che ci sia, ha fatto una campagna elettorale per le nazionali proclandosi paladino delle nostre prerogative di governo.

Noi di Casa Autonomia.eu, a questo cambio di pelle della destra, crediamo davvero poco. Di fronte a simili contraddizioni abbiamo deciso senza indugi di scegliere da che parte stare fin da dopo le elezioni nazionali. Non ci siamo accontentati di accordicchi o di poltrone, perché per noi ad essere in gioco è il destino dell’Autonomia del Trentino. E tentare di tenercela stretta vale più di un mandato consiliare. Per questo abbiamo deciso di raccogliere chi la pensa come noi (e siamo in tanti) e organizzarci in un movimento civico, indipendente.

Vogliamo offrire la stessa chiarezza di posizionamento e coerenza di pensiero politico che gli autonomisti vollero esprimere dal 1998 in poi. E questo è possibile soltanto in un raggruppamento qual è l’Alleanza democratica per L’autonomia. La riprova è la rosa di nomi attualmente sul tavolo come candidati alla carica di Presidente. Sono tutti di espressione civica locale.

Dall’altra parte, le civiche a destra sono costrette ad accordarsi con i referenti locali delle sagrestie romane. Stipule di accordi su specifici elementi programmatici, dirette col candidato presidente, sono metodi di facciata vecchi come il mondo. Sono fatti per coprire accordi sottobanco che garantiscano un paio di posti di governo indipendentemente dal risultato elettorale. Così anziché un metodo, un’impostazione di amministrare si opta per le briciole. Ma non solo.

Peggio ancora si finisce per sostenere chi sul fronte delle azioni amministrative ha segnato il passo. Ha scelto il reddito di cittadinanza nazionale rispetto ad un più efficace sostegno di garanzia provinciale. Ha distrutto una rete dell’accoglienza senza rendersi conto che anche il Trentino invecchia. Peggio ancora, è sempre più povero di forza lavoro senza poterne fare a meno.

Chi si accorda con questi amministratori finisce per accontentarsi sia della scarsa competenza che del metodo. Scarsa la prima, tutto social e annunci stampa il secondo. Caratteristiche buone per galleggiare un mandato, non certo per garantire un sano futuro alla nostra terra. Quella ha bisogno di Autonomia e persone preparate e coraggiose

Per MCA: Paola Demagri e Michele Dallapiccola.

24 Gennaio 2023 0 Commenti
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Lega/Fratelli d’Italia VS Alleanza per l’Autonomia. Risultato tutto da definire per due squadre ancora senza capitano

Da Michele Dallapiccola 23 Gennaio 2023

Tra i modi di dire più affascinanti della lingua italiana rientra senza dubbio “Se Atene piange, Sparta non ride”. In mezzo ad un grande e prolungato contrasto, la situazione difficile di una delle due “contendenti” non significa necessariamente che l’altra abbia vita facile.

Ecco una metafora per descrivere la situazione politica locale in vista delle elezioni provinciali del 2023. Ovviamente i due contendenti in parola sono gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra. Entrambi in cerca di un regista di coalizione si osservano, si annusano, attendono. 

Da un lato c’è lo scontro Lega a vs Fratelli d’Italia: ancora tutto da dipanare. I due partiti nazionali si stanno contendendo la carica di candidato presidente. E l’impressione che la cosa non si esaurirà in poche settimane c’è tutta. Così, quel paio di forze politiche ancora in attesa di sciogliere le proprie riserve saranno costretta ad attendere, attendere, attendere ancora. Tutta da vedere con quale risultato! 

Poi c’è centrosinistra, ritardatario, assorto, in trepidante attesa della riorganizzazione del PD. Che, piaccia o meno, è una componente fondamentale per chi vuole cimentarsi a contrastare la destra specialmente provinciale. Fortunatamente, i tempi dei Dem, sono ormai agli sgoccioli e manca davvero poco al rush finale tutto da definire nel loro Congresso. 

Intanto, in casa Alleanza per l’Autonomia dei passi avanti si son fatti. L’entrata in coalizione del determinatissimo gruppo di Casa Autonomia ha consolidato la compagine anche sul fronte politico più caro ai trentini, quello dell’autogoverno. E la rosa dei nomi di potenziali candidati alla presidenza si sta focalizzando su un paio di scelte. Francesco Valduga e Paola Demagri qualora si volesse optare per una scelta che incontri l’alternanza di genere.

E dunque, questa volta, chi tifa Meloni e Salvini anche per il Trentino può mettersi il cuore in pace. L’impressione che nessuno nel centrosinistra litigherà c’è tutta. E’ solo questione di tempo ma la voglia di rimanere uniti, alleati contro il nazionalismo e lo statalismo c’è tutta. E a breve la scelta sarà finalmente operativa. 

23 Gennaio 2023 0 Commenti
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Una fermata da 50 milioni di euro!

Da Michele Dallapiccola 22 Gennaio 2023

Eccola qui! Questa che vedete è la prima fermata della Trentino Trasporti che trova chi sale da Trento utilizzando un mezzo pubblico. E abbia la necessità di scendere o salire qui avendo come riferimento la frazione di San Mauro nel Comune di Baselga di Pinè. 

Beh, diranno molti di voi, ce ne sono tante così in Trentino. Eh certo aggiungo, e buona grazia. Anche perché la fermata serve il ridente abitato di San Mauro che con la sua lunghissima tradizione estrattiva, ospita anche una meravigliosa chiesetta che consiglio a tutti di visitare. Una chiesetta paleocristiana, una delle più antiche del Trentino della cui esistenza si hanno notizie fin dal 1200.

Tornando alla fermata, non possiamo non considerare l’estrema particolarità che questa si trova nel Comune che da poco è diventato il più ricco del Trentino. Almeno in termini di € investiti/numero abitanti. Da due o tre giorni, (non di più) è stato impreziosito da una sorta di protocollo da mille e una notte che ricoprirà l’Altipiano di opere pubbliche: 50 milioni di €. Almeno! 

Ovviamente i primi ad esser quantomeno perplessi sono gli ormai disincantati abitanti, abituati come sono a far da sé e a rimboccarsi le maniche.  

Allora, se posso permettermi, un umile suggerimento lo rivolgerei alla Provincia. Visto che ormai ci sono così tanti soldi a disposizione per realizzare nuove opere pubbliche, fossi nella Lega inizierei da qui. 

La fermata è a ciglio strada. E’ solo un palo, senza banchina, dietro ad una curva, in un strada di montagna dove la neve non è infrequente e gli spazzaneve la depositano ai piedi del palo, costringendo il malcapitato passeggero a scendere in mezzo alla carreggiata. A quel punto, raccomandandosi l’anima a Dio, senza marciapiede né strisce pedonali, si deve percorrere un tratto di parecchie decine di metri al buio di strada provinciale. Prima di guadagnarne una secondaria e …salva la vita.

Non è certo perché a San Mauro abitano poche persone che si possono correre certi rischi! E vista la ridotta complicazione tecnica che la realizzazione dell’opera richiede, potrebbe essere la prima di una lunghissima serie. Il dinamico duo della Giunta provinciale F&F, arriverebbe così ad inaugurarla giusto poco prima delle elezioni di ottobre. E il successo elettorale sarebbe salvo dato che solo in quel caso, almeno un nastro in Pinè potrebbero averlo tagliato. Almeno uno! 

PS. Dall’altra parte dell’altipiano domina la valle lo spettro di quello che fu il rifugio Tonini. Se poi si volesse partire veloci con le cose serie ed utili subito dal punto di vista turistico per la località, inizierei da lì. Ma in fretta.

22 Gennaio 2023 0 Commenti
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Dopo la figuraccia con l’ICE RINK PINE’, il re è nudo. Ma perchè la vicenda travolge tutta la Provincia?

Da Michele Dallapiccola 21 Gennaio 2023

La conferenza stampa della Giunta Provinciale a Baselga di Piné di questo scorso venerdì ha rivelato alla comunità locale una cocente delusione. Scoramento e sfiducia della politica in senso generale, ora, sono più che comprensibili. Ma c’è un aspetto inquietante che fa dell’episodio di Pinè un caso di gravità provinciale eccezionale.

Se è vero com’è vero che un documento rivela che si sapeva formalmente tutto, già dal 6 ottobre, allora la Giunta provinciale in questo tempo ha barato. Ha preso in giro la Comunità. Aspettando solo il momento più opportuno per annunciare la triste sconfitta.

Tra noi consiglieri di minoranza ce ne sono molti che hanno ricoperto incarichi di governo. Per questo fin da subito ci eravamo accorti (e avevamo denunciato) la poca trasparenza degli attuali amministratori provinciali, con le loro sparate e talvolta anche con le loro bugie. Del resto, è o non è il partito di Salvini quello che governa anche in Trentino? 

Ma qui noi siamo un po’ speciali e certi scivoloni amministrativi ce li costruiamo in AUTONOMIA. Pensate ad esempio a tutto quello che si nasconde dietro alla vicenda dell’Ospedale di Cavalese o alle permute immobiliari in cambio di Castel Valer. Si trasformeranno tutte in una serie di operazioni speculative che sembra già di vedere. 

E che dire della vicenda legata alla strampalata gestione dei grandi carnivori? Per non parlare delle centrali idroelettriche, dell’inceneritore o della Valdastico. 

La prepotenza con la quale a Pinè le cose sono andate male (per la giunta) e come sono venute alla luce deriva però soltanto dal fatto che le scadenze delle temporali per la realizzazione delle infrastrutture olimpiche ne impedivano palesemente qualsiasi possibilità di procrastinare oltre. 

E il bello è che la farsa continua. Che serietà può avere una delibera preparata la mattina della conferenza stampa, in fretta e furia che prevede l’assegnazione di una valanga di milioni? Di questi protocolli negli anni ne abbiamo visti davvero tanti. Finiti a far muffa e ragnatele anche quando le cose andavano meglio. Figuriamoci in questi tempi di crisi.

E se c’è chi si dichiara soddisfatto, siamo sicuri che lo è anche la delusissima comunità pinetana?

Ora perciò la giunta manifesterà una sola priorità: arrivare ad ottobre. La farsa da raccontare basterà tenerla su fino ad allora. Poi, le elezioni cancelleranno ogni cosa?

Tutta questa vicenda però, almeno un fatto positivo ce lo ha regalato. Tutti, (se vogliono vederla), possono avere la prova provata che quello che le minoranze consiliari sospettavano fin dall’inizio è vero. La politica di questa amministrazione provinciale è fatta di social, annunci e protocolli. Allora dico: come può, non dico un autonomista, ma anche solo semplicemente una persona seria, pensare di allearsi e firmare accordi di teorico futuro governo con le forze attualmente in carica?

Anche per questi aspetti, noi di Casa Autonomia.eu siamo sempre più convinti e sempre più soddisfatti delle nostre scelte: dignità, innanzitutto. 

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E voi, con quale spirito affronterete il 2023? 

Da Michele Dallapiccola 19 Gennaio 2023

BA Doxa avvalendosi di Gallup International, un prestigioso istituto statistico ha diffuso i risultati di un curioso sondaggio.

2022 vs 2023: felice o infelice?

Da un lato c’è l’ambizione forse un po’ forte di sondare questi sentimenti su base planetaria. Tuttavia mi sembra molto attendibile oltre che interessante il report dai dati raccolti su base nazionale. Dove, non mi sorprende leggere che gli italiani che si aspettano un 2023 migliore del 22 sono solo il 13%. 

Ben il 48% invece prevede che le cose andranno peggio.  E il bello è che non siamo un popolo di pessimisti .

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Nel mancato ICE RINK di Pinè, un’umiliazione per il Trentino davanti a tutto il Nord Italia.

Da Michele Dallapiccola 18 Gennaio 2023

Ormai la notizia viaggia anche sui media nazionali. Nel link qui sotto si parla di tutti i ritardi dei cantieri italiani con una nota a specifica voce di Salvini che parla del fallimento del sogno “pinaitro”. (alla faccia dell’Autonomia)

LA STAMPA – TORINO – MILANO: il ritardo dei cantieri e il sogno infranto di Pinè

Come forza di controllo e di opposizione non potevamo evitare di segnalare la gravità della situazione. (nella foto di copertina la nostra conferenza stampa di ieri)

Ora la pezza della Lega rischia di diventare peggio del buco. I ristori chiesti dalla località in cambio di 70 milioni di promesse fin qui ignorate, rischiano di trasformarsi in un protocollo da 50 milioni di altrettante promesse fasulle. Tanto le elezioni provinciali si terranno tra pochi mesi. Un nuovo episodio della farsa potrebbe reggere ancora molto bene. 

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Un ristoro? Meglio di nulla, ma adesso Pinè merita delle scuse.

Da Michele Dallapiccola 18 Gennaio 2023

Il fallimento del progetto dello stadio del ghiaccio di Pinè è la metafora della politica-fuffa della Lega Salvini al governo del Trentino, tutta social e promesse, fatta di “faremo la prossima volta” e di “ce lo chiedono le persone”. 

Il grande sogno olimpico di Pinè è sempre più lontano. Nel pieno timore della giunta provinciale di ammetterlo ed assumersi le relative responsabilità. 

Non è un caso che in Altopiano la fiducia ha da sempre stentato a farsi strada tra entusiasmo e scetticismo in una sorta di sentimento agrodolce. “Lo faranno davvero? Non costa troppo? Ci farà bene? Ci manderà tutti in malora?”. Quante domande, quanto contrasto.

Ma alla fine, la proverbiale scaltrezza dei “pinaitri” ha ceduto a quella dell’accoppiata Avio-Rendenera! Perchè in effetti, almeno all’inizio, al dinamico duo di Giunta provinciale erano in tanti a dare credito. E nonostante diffidenza e perplessità serpeggiassero fin da subito, nessuno si azzardava a parlarne pubblicamente. Eccetto una sparuta minoranza che per dovere di mandato istituzionale effettuava il suo lavoro in Consiglio comunale. Confermava, per altro, l’estremo potenziale valore della manifestazione olimpica in sé, senza negare l’estrema contraddizione di costruirci una cattedrale, prima di bonificare il deserto.

Nel partito del “sì ad ogni costo” invece c’è sempre stata la compagine degli affezionati allo sport su lame. E quanto diffuso sia questo spirito in paese, lo certifica l’enorme sostegno che ha raccolto la petizione on line a sostegno dell’opera. Era molto più facile dire di sì a loro e a tutti che affrontare la realtà. Perché Pinè ne ha bisogno, perché Pinè se lo aspetta, perché in Pinè governa la Lega e allora si fa e basta! Anzi, ad un certo punto, il Carroccio aveva pure promesso la direttissima per Cavalese! Ve la ricordate la strada provinciale da Montesover? Avrebbe dovuto collegare i due siti olimpici Pinè-Fiemme. Alla fine era una baggianata talmente grande che nemmeno Fugatti, l’uomo dei tanti sì, è riuscito a prometterla come fattibile per un anno soltanto.

Anche in Consiglio Provinciale lo sconforto è palpabile.

I più sarcastici, ironizzano sul fatto che per arrivare a fare così tante promesse, negli scantinati di piazza Dante abbiano trovato la macchina dei soldi. Per i più disincantati è sempre stata soltanto una questione di tempo. La drammatica notizia prima o poi sarebbe dovuta soltanto arrivare. Considerato il ritardo, la lentezza e la scarsa cura amministrativa con la quale sono stati da sempre affrontati i lavori. 

Ora tutti parlano di ricompense e di progetti alternativi. Va tutto bene, comprese le pezze politiche che la Provincia sta provando a metterci sopra. Anche perché la figuraccia ha assunto ormai una dimensione provinciale. 

Il fallimento del progetto dello stadio del ghiaccio di Pinè è la metafora della politica-fuffa della Lega Salvini al governo del Trentino tutta social e promesse, di “faremo la prossima volta”, di “ce lo chiedono le persone”. 

Così l’Ovalone finirà lì insieme alla Valdastico a Rovereto, all’inceneritore, agli ospedali di Trento e Cavalese, ad un imprecisato numero di funivie (una per ogni valle) e a tante varianti stradali attese davvero come quella di Rovereto; tanto per citare le opere più famose. Tutte sostituite da un bel concertone come se una gran festa a spese dei contribuenti, basti a seppellire tutto.

A Pinè intanto si sono semplicemente buttati quattro anni al vento. Anni di potenziali azioni di sviluppo della località che nel frattempo è stata smembrata nel suo assetto promozionale turistico da una riforma bislacca che in pratica ha riformato soltanto qui. Gli operatori sono stati divisi, mandati a Cavalese e poi lasciati ritornare a Trento, fino (a farli diventar “storni” come si dice nel dialetto locale). I pochi rimasti sono praticamente degli eroi benché gestiscano più che egregiamente questa stupenda – perché tale rimane – località. 

Ora le fosse sono piene. E’ il senno di poi che le riempie. Quello di chi l’aveva detto, di chi sapeva, di chi chiedeva le famose ricompense. Accanto alle chiacchiere (comprese le nostre qui) merita rispetto e solidarietà per come sono andate le cose, questa località, che sperava. Ci sperava tanto e invece è stata soltanto presa per i fondelli.

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Il perché di una scelta nella cronaca politica di questi giorni.

Da Michele Dallapiccola 16 Gennaio 2023

Duello senza esclusione di colpi in casa centrodestra.

I due principali partiti nazionali, alle prese con la poltrona più contesa: quella di Presidente della Provincia autonoma di Trento. E così la coalizione che sembrava più granitica che granitica non si può si sta trasformando in un gigante dai piedi d’argilla. Ovviamente mi riferisco all’alleanza Lega Salvini e FDI in Trentino, che in questi giorni si sfidano sui tabloid al motto: “il candidato presidente della Provincia per il 2023, tocca a me”.

Ed in effetti, se la Lega può vantare il presidente uscente, in Trentino la Meloni può esibire un’escalation di estimatori da far impallidire chiunque. Nel giro di quattro anni, i suoi elettori sono aumentati di venti volte! Venti volte, avete capito bene. Da poco più di 3000 nostalgici della destra più dura a oltre 60 mila appassionati dell’ordine, del liberismo e del rigore meritocratico (tutto da dimostrare alla prova dei fatti).

Tutti in attesa di tutto.

A questo punto, pare che la singolar tenzone tra i due e in vista del 2023, non si svolgerà prima dei verdetto delle urne delle regionali di Lombardia e Lazio che si terranno a metà febbraio. E poiché ciò che si preannuncia è un risultato in ricalco a quello delle nazionali, fossi nell’attuale governatore del Trentino, non dormirei sonni tranquilli.

Molti di voi troveranno questa, una paglia nell’occhio della destra al confronto dell’alleanza democratica per l’autonomia. Negli occhi di quest’ultima, non ci sono più le travi che c’erano nel 2018 perché le squadre in gioco hanno ritrovato un’evidente coesione. Così, i tempi dei due schieramenti per la definizione del candidato presidente si sovrappongono. I due raggruppamenti di destro-destra e centro-sinistra rimangono in pista ad osservarsi in surplace.

In mezzo a tutto questo c’è un gruppo di autonomisti che per loro fortuna una scelta l’hanno già fatta. CasaAutonomia.eu ha scelto da che parte stare fin dal suo esordio nello scorso autunno. Il sottoscritto poi, ha cominciato a dirlo due anni prima, fin dalla preparazione del Congresso del suo ex partito.

In ogni riunione ho sempre dichiarato che se si fosse configurata un’alleanza con la destra io avrei fatto scelte diverse. Mai avrei potuto sostenere l’attuale maggioranza di Governo provinciale trentino. E così è stato.

Oggi Casa Autonomia è una felice protagonista della costruzione della proposta di governo alternativa all’attuale maggioranza. Tutt’altra cosa che un’agonica attesa per capire da che parte stare, con chi contrattare, al chi chiedere la meno peggio, aspettando che Salvini e Meloni (padella o brace) decidano sulle sorti dei trentini. O meglio di quella parte di trentini ai quali va bene accettare tutto.

16 Gennaio 2023 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
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