Michele Dallapiccola
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La settimana bianca come appuntamenti fisso nel calendario scolastico. E’ davvero una buona idea o lo sci si rilancia con altro?

Da Michele Dallapiccola 29 Novembre 2022

L’argomento è uno di quelli che agli operatori del settore piace tanto. Sono stato assessore al turismo anch’io e lo so. Anche perchè non ci sono solo gli albergatori a considerarla una cosa buona e giusta, lo pensano ad esempio tutti i maestri di sci o gli impiantisti tanto per citare alcune tra le tante categorie economiche coinvolte. 

Se però vogliamo entrare nel merito dei problemi che affliggono il settore del turismo, probabilmente va fatta qualche riflessione in più. Nel senso che per risollevare il settore non bastano certo le presenze generate da un’ulteriore settimana di vacanza scolastica. 

Oggi ci sono bollette alle stelle, carenza di personale, costi esorbitanti, ricambio generazionale che manca e quasi 150 strutture chiuse. QUI IL LINK

Cosa ne pensano gli insegnanti di questa proposta?

Pare che nessuno glielo abbia chiesto. Quantomeno l’assessore all’istruzione è assolutamente silente. In maniera grave e colpevole. E’ d’accordo? E’ contrario? Abbiamo motivo di ritenere che sia soprattutto lui a dover concordare la proposta con docenti ma soprattutto con le famiglie.

Quante di queste infatti, nella settimana di vacanza scolastica invernale andrebbero davvero in vacanza a sciare? Poi è vero che il provvedimento si rivolgerebbe a tutta Italia, scremando chi, armi e bagagli, venisse in Trentino in settimana bianca. Ma a quel punto noi locali finiremmo in un paradosso. Per far arrivare gli ospiti negli hotel, chi accudirebbe bambini /ragazzi di chi, da trentino lavora e li ha a casa da scuola? A luglio si decise di risolvere tenendo aperte d’imperio le scuole materne. Si finirebbe per riprodurre quel pateracchio amministrativo anche in inverno? 

Ben venga dunque un ripensamento del calendario ma fatto soprattutto in funzione dello scolaro, dello studente dei programmi scolastici. E delle famiglie coinvolte. 

Infine un’altra considerazione. La principale associazione degli albergatori della provincia, l’Asat, diretta espressione di Federalberghi, all’inizio mandato, prima che nominasse il suo presidente, a capo del Cda della Trentino Marketing, era molto critica, soprattutto in senso costruttivo. (oggi molto meno)

Ebbene nella legge voluta proprio da questa Giunta, per il nuovo ente intermedio del turismo detto ATA (associazione territoriale d’ambito) aveva proposto un’idea. Lavorando su scala provinciale, il neoformato istituto avrebbe potuto costruire proposte per rinforzare i vari prodotti del turismo (Neve, bici, trekking, acqua, enogastronomia, etc..) 

Idee per il settore neve dunque, da San Martino al Tonale, dal Brentonico alla Panarotta. Una sinergia di pensiero su scala provinciale con fondi dedicati e progetti di promozione, dove ogni “parrocchia” sciistica ci avrebbe messo del suo, coadiuvata e finanziata dalla Provincia. Trovo difficile che un tavolo tecnico preparato come sarebbe stato quello, si sarebbe lasciato andare a toccare complessità come quelle che regolano il mondo della scuola. Gli effetti collaterali sarebbero subito sembrati certi ed imponderabili. 

Insomma, l’idea della settimana bianca istituzionale è sicuramente bella, ma non tiene conto di conseguenze e difficoltà di applicazione legate al mondo dell’istruzione e soprattutto a studenti e famiglie che non sciano.  

29 Novembre 2022 0 Commenti
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La lana lunatica e le altre creazioni ultra-artigianali dello slow fashion. Uno stile di vita o una grande opportunità anche per il Trentino?.

Da Michele Dallapiccola 28 Novembre 2022

Capita spesso, un po’ per passione un po’ per affinità, che io finisca in qualche maniera per imbattermi con chi centra con le pecore. 

Qualche giorno fa in effetti mi è successo ancora. Ma a Vermiglio ho trovato qualcosa di assolutamente raffinato seppur legato comunque al mondo dell’ovinicoltura. 

Lo Slow fashion è un movimento che promuove forme di abbigliamento sostenibile sia dal mondo vegetale che da quello animale

In questo caso, Viola Framba una simpaticissima agronoma trentenne solandra lo interpreta in quello che si può definire un autentico miracolo. Ha trasformato ciò che tecnicamente si definisce sottoprodotto da macero in qualcosa di assolutamente unico e straordinario. 

Recuperando l’attrezzatura della cara nonna ha riportato in vita il valore della lana locale grazie a dei macchinari e il cui uso era ormai desueto. L’arguta dottoressa ne realizza dei manufatti unici nel loro genere. Utilizza autenticissima lana solandra, irsuta forse, ma sicuramente traspirante ed isolante in maniera calda e genuina più di ogni altro tessuto high tech sintetico in commercio. È naturale, insomma, come la maggior parte dei coloranti utilizzati per dar vita alle sue creazioni. 

In Trentino sono davvero poche le persone che si dedicano a questo tipo di attività. 

Sarebbe bello pensare ad una rete tra loro con una forma di promozione unica legata a filiere di antica memoria. Attività perse nella notte dei tempi e nel profondo delle nostre valli, lasciate sopravvivere solo grazie all’ingegno e alla buona volontà delle imprenditrici e degli Imprenditori che riescono a cimentarsi con qualche soddisfazione economica. 

Da una semplice idea lanciata nel laboratorio di Vermiglio, si potrebbe pensare di partire con un convegno o un momento di ritrovo tra tutte queste forme più di arte che di artigianato.

Mi sa che è giunto il momento di organizzarlo.

28 Novembre 2022 0 Commenti
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Riflessioni sul calo delle nascite nella nostra società. Tratte liberamente da una chat del nostro Movimento. 

Da Michele Dallapiccola 27 Novembre 2022

Sono molto attivi I soci fondatori del nostro Movimento. In queste ore, una loro chat si è casualmente trovata a far da teatro di interessanti discussioni nell’ambito della denatalità. Mi hanno così colpito alcuni passaggi della loro discussione digitale che non ho resistito alla tentazione di riportarne qui di seguito almeno una piccola parte (ho modificato quel minimo indispensabile per poter seguire il filo del discorso). Lo stile dunque è piuttosto colorato – ci perdonerete – ma si tratta di brani raccolti da W.App che ci sembravano davvero troppo interessanti e genuini per lasciarli soltanto lì.

Riporterò iniziale del nome e genere della persona che parla per permettere un miglior comprensione del pensiero. 

C. uomo

Abbiano parlato del calo delle nascite considerando che si tratta di una di un problema multifattoriale. Un ruolo forte però lo riveste anche una società che ritarda l’ingresso nel mondo del lavoro. Porta a ragionare su un progetto di vita solo dopo i 30/35 anni, età in cui le probabilità del concepimento sono ridotte drasticamente. Negli anni ’60, ai tempi del boom di nascite invece, le coppie si formavano prima dei 30. Bastava un solo reddito familiare e volendo ci si poteva dedicare anche all’accudimento dei figli. 

Dar seguito ad un desiderio di natalità oggi ormai non è più soltanto una questione di volontà. E il tema della fertilità non è affatto secondario. I nostri genitori si sono sposati a 20 anni e sono diventati genitori a 22. Adesso a 22 sei appena uscito emotivamente dall’adolescenza, a 24/25 finisci gli studi. Poi inizia un lungo calvario di precariato sottopagato. Sei semi-stabilizzato quando arrivi alla soglia dei 35. Qualsiasi ginecologo potrebbe poi spiegare meglio di noi quali sono le conseguenze. 

N. donna

Insomma, arrivi a quell’età in cui realizzi che l’orologio biologico è andato avanti, diventa difficile riuscire a diventare genitori, si prova la Procreazione Assistita poi la strada dell’adozione. E’ tutto molto complicato e il tempo passa. Poi mettiamoci la crisi in cui viviamo, la crisi dell’istituzione famiglia, e ce ne sarebbero ancora. il discorso dovrebbe essere abbracciato globalmente

A. donna

Quando parliamo di mezzi economici spesso pensiamo ai soldi, in realtà il concetto è molto ampio. Chiediamoci ad esempio cosa ferma una donna benestante dal fare figli? Forse la perdita del riconoscimento sociale, l’annullamento della sua persona, il rischio di vederla solo e soltanto come madre e quindi il senso di colpa che deriva dal perseguire le sue aspirazioni anziché la prole? C’è molto giudizio (o pregiudizio) sull’operato della donna. Donna che un tempo poteva/doveva essere la regina della casa e la madre/moglie perfetta, ma che oggi (grazie a Dio) in quel modello non va più bene. Il giudizio però è duro a morire, pesa, insieme alla paura di non poter essere libere di inseguire i propri sogni e desideri senza sentirsi colpevoli. Insomma, se una donna benestante fa figli e vuole comunque lavorare viene giudicata perché affida i figli alla baby sitter invece di crescerli. Quindi la questione economica pesa prima ancora di quella della fertilità. Se noi avessimo un sistema che consente alle donne di non esser tagliate fuori dal mondo del lavoro, non essere penalizzate, si potrebbe sfruttare il momento d’oro della fertilità femminile, salvando il desiderio di maternità e salvaguardando la loro possibilità di lavorare e realizzarsi professionalmente.

Dunque: se il problema fosse l’educazione di base che si sta dando alle nuove generazioni? Se mancasse l’esempio da parte nostra? Ecco, forse c’è da lavorare anche sotto quell’aspetto. Se si diventa maggiorenni a 18, forse è il caso di allentare la presa e renderli sempre più autonomi, dare loro gli strumenti perché possano farcela da soli. Questa è una sfida per i politici secondo me.

M. donna

…sicuramente. E in questo senso ho detto che il discorso deve essere globale, la responsabilità non può essere solamente in capo alle famiglie, né queste possono addossare al loro esterno. Questa è la vera sfida, investire a tutto tondo, in termini di risorse economiche ma anche umane, in termini di spesa di tempo e energie.

E’ un’impresa enorme, ma è arrivato il tempo in cui non si può più procrastinare.

27 Novembre 2022 0 Commenti
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Segui il giallo: un invito alla coerenza.

Da Michele Dallapiccola 26 Novembre 2022

L’ultimo elemento che raccontiamo in questa descrizione ad episodi del simbolo del nostro Movimento, riguarda il colore scelto per il disco utilizzato come sfondo. Si tratta del colore giallo descritto in tre diverse gradazioni, scelte a rappresentare le tre eccellenze agroalimentari del nostro territorio. 

Mele, bollicine e formaggio.

Sono tre tra le tante peculiarità agroalimentari del nostro territorio che ci permettono di correre nel mondo, riconosciuti e riconoscibili. Insieme al resto del paniere enogastronomico trentino intrattengono e allietano i nostri ospiti. Sono il cardine del turismo che vorremmo, quello legato al territorio (anziché ai concertoni). Quello dove l’ospite si immerge nelle esperienze sensoriali, quelle vere, quelle vissute nella parte più schietta e genuina del nostro amato Trentino.

E’ un colore che piace, che incontra con facilità la simpatia di tutti perché è il colore del sole, della luce che illumina le nostre montagne, il nostro paesaggio, d’inverno come d’estate.  Rende belli i laghi con la loro luce tutta da godere, rende belle le vacanze dei nostri ospiti. Da loro, è’ infatti il lato sud delle Alpi, quello che abitiamo noi, ad essere particolarmente apprezzato rispetto al lato nord. E’ afflitto da una variabilità meteorologica molto meno marcata. Il clima è migliore ed il cibo è più buono.

Il piano politico

Sarà dunque il giallo a diventare il colore acceso della novità? Di certo, il giallo di questi autonomisti ha le idee chiare. Il nostro movimento rimane collegato all’alveo dell’Alleanza democratica per l’autonomia, con grande coerenza rispetto al piano ideologico delle persone che hanno deciso di dargli vita. Una coerenza appunto, che tiene viva questa alleanza da quasi un quarto di secolo. Accanto a partiti nazionali come PD o Azione, accanto a espressioni civiche come Campobase (una sorta di spin-off della Margherita e delle civiche a lei affini o collegate), una lista di indirizzo autonomista era a dir poco necessaria. 

E il nostro gruppo, che parte dal basso, continuerà a dialogare con le forze a lui similari. Ma c’è una condizione che tra tutte le persone che ci contattano in questi giorni, viene senz’altro più apprezzata. 

Il lato giallo dell’Autonomia, si tiene ben lontano dall’opportunismo che l’alleanza con partiti statalisti oggi finisce per delineare.

26 Novembre 2022 0 Commenti
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.eu: dominio web o citazione d’antan mai venuta meno nel suo enorme valore?

Da Michele Dallapiccola 24 Novembre 2022

A metà degli anni settanta il nome del PATT viene affiancato dal suffisso UE. Significa per l’Unione Europea. La felice intuizione di Enrico Pruner, sottolinea la volontà del partito di lavorare per l’integrazione europea e per il superamento dei confini nazionali.

L’intenzione è quella di raccoglie l’anelito di una Provincia Autonoma così importante da permettersi di dialogare con Bruxelles. L’ambito sarebbe stato quello di un accordo transregionale, di una valorizzazione di un legame tra popoli oltre i loro confini politici. 

Ante litteram si trattava di promuovere quello che almeno in piccola parte è riuscito oggi a produrre il Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera, il GECT Euregio. Eppure, ancora oggi la vera cooperazione oltre i confini è ancora lontana da venire. 

Nel mentre abbiamo ancora estremamente bisogno di varcare questi nostri confini. Non solo implementando le collaborazioni già attive come quelle di ambito sanitario ad esempio o di quelle importantissime relative alla gestione di opere come il tunnel di base del Brennero.

Questa mano tesa verso nord, dovrà trasformarsi soprattutto in un fatto culturale che influenza lo spirito della collettività per provocare nuove ancor più strette collaborazioni. Penso ai settori del commercio e del turismo tra i più significativi. Mano dunque ai programmi di scambio scolastico (come già avviene ma meglio di come avviene) e spinta per un trilinguismo voluto e apprezzato perché non imposto ma proposto.

EU: due lettere per un duplice significato. Quello di richiamare anche nel simbolo il fatto che questo partito è capace di viaggiare sui cavi della fibra ottica ma sa anche guardare con particolare attenzione verso nord.

24 Novembre 2022 0 Commenti
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M di montagna: la conformazione del territorio dove viviamo è anche la ragione delle nostre scelte e del nostro affetto.

Da Michele Dallapiccola 22 Novembre 2022

E’ sufficiente seguire le indicazioni che hanno fornito gli Stati generali della montagna per permettere all’amministrazione provinciale di poter dire d’aver fatto il proprio dovere? La declinazione delle cose da fare secondo noi, la possiamo sintetizzare piuttosto in tre semplici sostantivi per un unico territorio.

Montagna. 

Dunque no. L’operazione ascolto di inizio mandato degli Stati Generali, pare non aver funzionato. Più volte per questo abbiamo criticato la maggioranza. Anziché far scaturire un piano complessivo di sviluppo del Trentino di domani, ha determinato la promessa di una serie interminabile di opere stradali. Tanto costose quanto incompatibili con le disponibilità finanziarie del bilancio provinciale. Le arterie stradali di collegamento sono importanti, non c’è ombra di dubbio ma lo sono ancor più i servizi, pubblici nelle valli. Non solo quelli amministrativi delocalizzati ma anche i trasporti pubblici. A Bolzano ad esempio ha dato ottimi risultati il cadenzamento orario dei pullman. 

Ambiente. 

E’ il bene più prezioso che abbiamo. Acque aria e terra. Tre dei quattro elementi dell’antica cosmogonia esterni alla dimora dei trentini, col quarto, il fuoco – interno – voluto a rappresentare il focolare domestico. Sono gli elementi  che scrivono la cifra della nostra comunità ma solo se sono in equilibrio tra loro. Vietato lo sfruttamento smodato della risorsa idrica, svenduta a scopo idroelettrico com’è stata da una legge che non abbiamo voluto noi. E per il resto della sua valorizzazione si attivi piuttosto un piano ragionato di utilizzo, come fu il Piano acqua val di Non

Sì ad una riduzione delle emissioni carboniose con una tutela dell’aria che promuoviamo come respirabile anche per i nostri turisti. Siamo capaci di spiegarne il perché? 

Gestione consapevole e attenta della raccolta differenziata e del sistema di gestione dei rifiuti. Per non utilizzare il suolo come mero elemento di deposito. 

Sostenibilità.

“Per sempre e per tutti” è la migliore declinazione di questo sostantivo. E così deve essere pensata la valorizzazione delle nostre risorse. Un’agricoltura a lotta integrata, integrata davvero con chi si impegna invece nel bio, con una valorizzazione dell’energia rinnovabile che consumi ciò che si rigenera. E un piano urbanistico a saldo incrementale della cubatura su scala provinciale pari a zero. Adeguare, migliorare, ristrutturare!

Che la demolizione degli ecomostri e del patrimonio edilizio non sia più un tabù. Ma che possa venir incentivata anche attraverso l’applicazione di misure bonus di cubatura diversamente collocabili. 

Ci piacerebbe pensare alla riproposizione del fondo del paesaggio. Pulire e ripristinare aree a prato pascolo, valorizzazione dei terreni afflitti dal rimboschimento da abbandono offrirebbero ad allevatori e turisti un Trentino prativo curato ed esteticamente gradevole.

Sono alcune idee tutte da affinare dentro ad un programma di coalizione frutto della pregressa esperienza amministrativa che non possiamo non raccontare. 

22 Novembre 2022 0 Commenti
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Un unico simbolo dai tanti contenuti. Oggi parleremo di AUTONOMIA

Da Michele Dallapiccola 21 Novembre 2022

Autonomia come strumento. Valorizzata come esercizio di responsabilità per tutelare i cittadini e il loro rapporto con la società, a partire dal mondo del lavoro. L’obiettivo? La competitività.

  • Che senso ha per le imprese trentine esercitare la propria attività in una Provincia Autonoma rispetto a farlo in una Regione a Statuto ordinario?
  • A che punto è il completamento della rete a banda larga nella nostra Provincia? 
  • Le promesse di investimento nel settore, fatte dalla provincia in queste ore, quanto ci metteranno a passare dalla fase di promessa elettorale alla reale trasmissione dei dati?
  • Le pur deboli peculiarità della nostra fiscalità almeno laddove possibile sono in grado di offrire la miglior agevolazione al mondo del lavoro locale?
  • Iter burocratici eterni, selva di regole che si sormontano, rispondono certo alla proverbiale onestà delle genti di montagna. Ma quanto frenano la facilità dei processi e la velocità nella risposta? 
  • Non è forse che la dotazione di mezzi e personale da parte della PAT è inadeguata? E la digitalizzazione del suo rapporto con il cittadino possono considerarsi soddisfatte da promesse di intervento in chiusura di legislatura?
  • E ancora, le azioni della politica rispondono ad un disegno di sistema o sono frutto di un accumularsi di risposte in forma di spot alle varie richieste?

Queste tante, troppe domande, in qualche caso non hanno nemmeno risposta. Scaturiscono dalla constatazione di una realtà afflitta da problemi di attualità spesso mal gestiti dalla stessa politica che li doveva lenire.

Fin da inizio mandato criticammo il metodo. Ci rendemmo conto che l’approccio di questa politica locale rispondeva in maniera puntuale alle singole richieste delle varie categorie o delle lobby di interesse. E così ha continuato a fare per tutta la legislatura. Alla fine, la politica a gettone ha prodotto provvedimenti spot come quello fermato dallo Stato della chiusura dei centri commerciali. Il risultato? Milioni di danni e commessi scontenti perché illusi per niente.

Pensiamo al modo di sostenere le imprese nel bel mezzo della crisi. I tanto sbandierati aiuti Qualità Trentino ad esempio, non sono stati altro che una fotocopia di provvedimenti che in Provincia ci sono sempre stati. In questo caso sono stati promozionati in forma di bando per farli sembrare una novità. 

E che dire degli aiuti ai settori in crisi da pandemia, sviluppati come sostegno in conto interesse per nuovi debiti. Fermi in preammortamento per due anni, presenteranno il conto delle rate adesso, nel pieno della seconda crisi con gli interessi sulle rate stesse che iniziano a salire. Ecco perché quello che l’Assessore dedicato chiama volano messo in campo per le imprese in realtà non sono altro che ulteriori 330 milioni di debito che le imprese, pur con tutte le dovute agevolazioni dovranno pagarsi. 

Poi ci sono i problemi mai affrontati. Pensiamo ad un esempio tra tutti, quello della carenza di personale. Nel turismo, nel commercio, nell’artigianato e nell’industria. Siamo consapevoli che non può essere affrontato da un Trentino isolato e solo quanto piuttosto in una logica di sistema e di collaborazione con lo Stato. Ma fin quando non gestiremo le questioni dei flussi migratori in maniera sistemica finiremo per subire soltanto le decisioni altrui. (Specie se le uniche lettere che abbiamo spedito al governo sono quelle con la richiesta di accorciare il calendario scolastico per far venire più turisti nel proprio e nell’altrui albergo durante le vacanze invernali).

Il Trentino insomma ha bisogno di una visione d’insieme dove gli sforzi economici della Provincia, sempre meno in grado di intervenire sul singolo o sul privato, dovranno concentrarsi sui servizi, sullo snellimento delle procedure e sui rapporti con lo Stato.

Sburocratizzare, snellire, velocizzare. Per davvero. Dovremo, potremo essere laboratorio di applicazione di norme e regole, esempio per l’Italia che viaggia e lavora, anziché luogo di privilegi mai davvero compresi dal resto della nazione.

21 Novembre 2022 0 Commenti
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Un unico simbolo dai tanti contenuti. Oggi parleremo di casa.

Da Michele Dallapiccola 20 Novembre 2022

Nella presentazione pubblica del nostro Movimento abbiamo voluto chiarire  il significato degli elementi chiave contenuti nel nostro simbolo. Narrano in maniera chirurgica il focus dei punti sostanziali dell’agire politico rispetto ai problemi reali della nostra società.

Nel pensiero di oggi, chiariremo il significato che vogliamo attribuire ai sostantivi che esplicano il significato della parola casa, delle criticità connesse e dei punti focali sui quali la buona politica dovrebbe concentrarsi per tentare di limitarli.

STABILITÀ

Dove c’è casa c’è comunità. La disponibilità di adeguati fondi per permettersi un’abitazione dignitosa anche nel ricco Trentino non è scontata. Politiche per la casa dedicate al diritto all’abitazione, adatte soprattutto alle giovani coppie e alle altre fasce fragili della società, da questo governo provinciale non hanno ricevuto adeguata soddisfazione

RELAZIONI

La felicità parte dalla qualità di vita entro le mura domestiche. Sostegno alla natalità, all’assistenza domiciliare in tutti quei momenti dove la persona nella sua vita in casa trova ostacoli spesso insuperabili, non vanno derubricati a rapporto privatistico tra chi ha un problema e chi lo risolve come attività professionale a scopo di lucro. Siamo cittadini trentini, paghiamo le tasse e l’autonomia deve creare strumenti pubblici per dare le risposte soprattutto di tipo pubblico.

IDENTITÀ’

Quella di un territorio si distingue dalla qualità dell’architettura urbanistica e dei suoi manufatti. Arranca quella digitalizzazione che poteva essere un buon passo per semplificare la vita a chi vuole metter mano ad un qualsiasi immobile. Sempre nel rispetto delle regole e della collettività. Questa Giunta però ha messo mano al PUP solo per scompaginare i progetti sulla Valdastico e ha usato la commissione urbanistica comprensoriale come elemento di riequilibrio politico. Una pezza peggiore del buco provocato dalla riforma delle Comunità di valle finita per diventare l’ufficio di collocamento degli esponenti del partito dell’assessore agli enti locali che l’ha promossa e voluta.

FAMIGLIA

Sostantivo collettivo sempre più aperto a definire nuove forme di vita o di convivenza. A partire da quella rappresentata in maniera sempre più numerosa cioè formata da un singolo individuo. La digitalizzazione, e sempre più articolati servizi alla persona, si dimostrano sempre più necessari. Sarà imprescindibile lo strumento per raggiungere tutte le abitazioni del Trentino finalmente e per davvero: la connettività digitale e la rete dati informatici. 

SICUREZZA

Non ci sono solo gli atti di criminalità esterni alla casa da tenere in considerazione. Il luogo di abitazione è teatro di incidenti domestici provocati da drammatiche fatalità ma anche dalle persone stesse e dai rapporti malati che nel tempo possono determinarsi.

Un ente pubblico deve saper proteggere i suoi cittadini sia fuori che dentro le mura domestiche. 

20 Novembre 2022 0 Commenti
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220 PERSONE ALLA PRESENTAZIONE DI CASA AUTONOMIA.EU, NON CI ASPETTAVAMO UN SUCCESSO COSI’.

Da Michele Dallapiccola 20 Novembre 2022

La Sala di Clarina era strapiena. Amici, (di quelli, molti) curiosi molti volti noti della scena pubblica trentina.

Ai cittadini abbiamo voluto raccontare idee, obiettivi e scopi della nuova organizzazione nata dopo la separazione dalle Stelle Alpine.

I dati parlano chiaro, in Italia la situazione non è delle migliori: non solo siamo il fanalino di coda delle economie avanzate, ma dalla crisi del 2008 ormai i genitori hanno la certezza che i figli non avranno una situazione economica migliore della propria. A questo si aggiunge poi il problema del calo demografico, che si descrive con una semplice e triste frase: più morti che nati. Queste sono solo alcune delle difficoltà che sta affrontando il nostro Paese e di conseguenza la nostra Provincia e sono le sfide che Casa AutonoMia.eu si propone di raccogliere.

Non vogliamo proporre soluzioni facili o basate su semplici slogan come succede ora, ma piuttosto portare avanti progetti di lungo periodo pensati per cercare di garantire maggiore benessere a tutta la comunità, partendo proprio dagli stimoli e dalle idee dei cittadini.Abbiamo rilevato un bisogno di rappresentanza da parte della popolazione trentina, che al momento non si identifica con le forze che governano la Provincia.

INNOVATIVI ED INTERESSANTI

Non serve cercare il consenso negli altri partiti (tantomeno nel PATT). Non chiediamo alle persone di cambiare idea.

Invece, vogliamo offrire casa politica a chi non la ha. Per varie ragioni.

A non andare a votare sono stati oltre un terzo dei cittadini anche del Trentino. Possiamo provare a chiederci perché e a dare loro motivo di ritornare a credere nella politica?

Quindi abbiamo deciso di creare un Movimento con l’obiettivo di proporre un’alternativa, un’alternativa dotata di un’identità e una direzione precise. Volevamo un Movimento che si inserisse fin da subito nel gruppo di centrosinistra, che fosse autonomista, popolare e democratico, per rispettare valori del passato validi ancora oggi, ma anche progressista e digitale, per abbracciare allo stesso tempo il futuro, rivolgendosi ai giovani e alle cause che stanno loro a cuore.

L’interesse dimostrato dalla cittadinanza per il nuovo Movimento è stato straordinario. Alla presentazione ufficiale, arrivando sia dal capoluogo che dalle valli del Trentino. C’erano molti volti noti della scena pubblica locale, che hanno voluto accogliere la nuova associazione e augurarle buon lavoro e buona fortuna. Primi fra tutti la consigliera del Movimento Marisa Postal e Luigi Panizza, ex presidente onorario del Patt. La sua fiducia in Casa AutonoMia.eu, in particolare ci ha molto onorato. Perché ha voluto testimoniare che è riuscito a ritrovare i valori del suo Patt, al momento assenti nelle scelte delle Stelle Alpine.

Moltissimi gli interventi, unanimemente pronti a mostrare il loro supporto al nuovo Movimento in giallo.Le adesioni al movimento sono subito arrivate. Così l’obiettivo di arrivare a 200 tessere entro Natale è praticamente già raggiunto.

Ora, il prossimo appuntamento sarà ad Arco il 1 di dicembre. Vi aspettiamo numerosi anche lì.

20 Novembre 2022 0 Commenti
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Aiuti all’agricoltura. Preoccupa il calo delle risorse.

Da Michele Dallapiccola 17 Novembre 2022

Numeri e dati di bilancio in calo, accompagnano il morale di un settore sul quale non splende certo il sole. In commissione l’assessora competente ha cercato di far fare bella figura al governo del quale fa parte sciorinando cifre e numeri. La situazione finanziaria però è tutt’altro che rosea. Per poter mostrare cifre particolarmente importanti, questo esecutivo è arrivato a citare anche le spese correnti (per intenderci le paghe dei dipendenti provinciali). 

Per fare un termine di paragone – ad ogni buon conto – parliamo di 60 milioni di euro circa. Nella precedente legislatura lo stanziamento annuo medio è sempre stato di oltre 100 milioni di € all’anno. E mica con tutti i fondi del PNRR a disposizione!

Tra i tanti, mi ha colpito un impegno dichiarato dall’esecutivo. Quello di dare il via ad uno studio di settore per capire quali interventi mettere in campo a fronte di una situazione di crisi e difficoltà. 

Che vi fosse necessità di questo tipo di ricognizione tecnico-economica lo diciamo dall’inizio della legislatura. Cito il primo degli atti politici di una lunga serie da noi depositata e più volte rimarcata in Consiglio provinciale datato 4 aprile 2019. Si tratta dell’interrogazione numero 410 dal titolo: “Attivazione del servizio di consulenza economico-finanziaria a favore degli allevatori”. 

Da allora e per lungo tempo, è stato fatto gran poco. E di direttamente rivolto agli allevatori con risvolti diretti di aiuti per assistenza tecnica, ancora meno. Ora qualcosa sembra partire. Meglio tardi che mai. Dubito però che col tempo residuo rimasto e in piena crisi zootecnica questa attività di ricognizione e consulenza mai davvero avviata, potrà risultare minimamente utile al comparto.

17 Novembre 2022 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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