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La comunicazione politica ai tempi del web

Da Michele Dallapiccola 30 Novembre 2021

L’elenco di indirizzi web presentato qui sotto vuole essere un affettuoso messaggio a chi ci segue.

Sono molti, forse ripetitivi, lo sappiamo. Eppure, capita comunque che qualcuno ravvisi e ci raccomandi maggiore attività di comunicazione. E chi fa il nostro lavoro, legge grande affetto in queste parole: arrivano dalle persone che incontriamo girando per le valli del Trentino. Un peregrinare che si definisce con una cifra.

120.000 km in tour nel Trentino

E’ la distanza percorsa in questi tre anni, uno dei quali fortemente limitato dalle prescrizioni sanitarie. Durante questi incontri normalmente bi-settimanali cerchiamo di realizzare, raccogliere e dialogare con le persone che ci cercano. Raggiungerci è facile, oggi facilissimo. E a chi intendesse leggere qualcosa di più della nostra attività, di seguito lasciamo qualche link.

Pubblichiamo quotidianamente pensieri, riflessioni o atti politici.

Seguirci e consigliarci è un modo per non subire la politica. E’ anche un modo per osservarla ed indirizzarla specialmente laddove si intenda porsi in una posizione di controllo od opposizione della lega, fino al 2023, al governo del Trentino. A voi la scelta del canale più congeniale. Vi aspettiamo

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30 Novembre 2021 0 Commenti
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La carne, quella buona.

Da Michele Dallapiccola 27 Novembre 2021

E’ forse l’alimento più discusso tra quelli che mettiamo nel carrello della spesa. Parliamo della carne. 

Dal dopoguerra ad oggi, le generazioni che si sono susseguite, ne hanno interpretato il parabolico sviluppo. Il diagramma di consumi parte scarsissimo dopo la guerra e raggiunge picco determinato dal l’abbuffata dei boomers quelli nati nella prima metà degli anni 60. Dopo il nuovo millennio, il consumo ha cominciato a calare drasticamente.

Secondo un report della Coldiretti di un paio d’anni fa, il consumo medio annuo di carne in Italia era tra i più bassi in Europa, 79 kg a persona all’anno. Oggi, secondo i dati di Carni Sostenibili, siano a circa 77 kg capite/anno, circa la metà del maggior consumatore mondiale, gli Stati Uniti. 

Sempre Coldiretti, durante la presentazione dell’indagine la spesa degli italiani ai tempi del coronavirus, riporta dati interessanti che relegano sempre più la carne a cenerentola del carrello della spesa. C’è anche un dato curioso in controtendenza: sul podio dei prodotti alimentari più richiesti in questo periodo risalgono anche la carne in scatola, con un incremento del 60%.

Sul carrello della spesa la carne pesa il 10% di quanto investiamo per nutrirci. A QUESTO LINK UN’INTERSANTE ANALISI DI REPUBBLICA

Le abitudini di consumo cambiano non soltanto a causa delle mode ma anche per mutare della società. Chi avrebbe mai pensato ad esempio, che anche il mercato Halal potesse diventare così interessante? Notevole il caso della macelleria Largher, da sempre molto attiva nel settore innovazione, che ha attivato una linea di lavorazione apposita.

A QUESTO LINK IL SERVIZIO VIDEO DEL Tg RAI

Benvenuti mussulmani dunque? Di certo i pastori lo dicono. Come abbiamo avuto modo di scrivere in più occasioni, senza il mercato islamico questi produttori non saprebbero davvero come sopravvivere. A quanto pare dai numeri del settore sono circa 20.000 gli agnelli che vengono allevati e pressoché  totalmente consumati dal mondo arabo.

L’altro giorno mi sono preso la briga di fare un giro in un grosso centro della grande distribuzione organizzata. Ci ho trovato la carne bovina con il marchio Qualità Trentino.

L’ovino veniva da lontano e gli unici due tagli presenti erano quelli che oggi consigliano le ricette della cucina internazionale della TV e dei social.

Per fortuna ci sono anche le macellerie artigiane di fiducia. E alcuni esempi di vendita diretta e filiera corta.

Fortunatamente da loro, a richiesta, si può ancora ottenere di tutto al giusto prezzo. Lo consiglio.

Cambia il tempo e la carne sana buona e genuina dei nostri pascoli la lasciamo mangiare a chi evidentemente è molto più rispettoso delle sue tradizioni rispetto a noi.

27 Novembre 2021 0 Commenti
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PIU’ PECORE CHE VACCHE

Da Michele Dallapiccola 25 Novembre 2021

Da qualche anno, dal 2018 per la precisione, la Statistica Provinciale rivela un dato curioso. In Trentino, il numero di pecore ha superato quello delle vacche. 

E’ di 45 a 47 mila, la cifra di una partita che si può permettersi il lusso di non contemplare le 15 mila capre che pure sono presenti.

Anch’esse raddoppiate nell’ultimo ventennio. 

Stamattina do’ i numeri, lo so! 

Eh, che è uscita la nuova edizione 2020 “Conoscere il Trenino” di ISPAT e da curioso di numeri quale sono non potevo non aggredire. Ne parliamo tra persone che come me provano amore per il territorio e gli animali. Ecco perché è naturale soffermarsi sugli aspetti relativi al mondo dei nostri allevatori. Tra tutti quelli che li riguardano va segnalato un dato curioso: quello relativo al mondo ovinicolo. Tra tutti uno dei più legati agli effetti della politica in particolare su due aspetti 

Stano ma vero. Il legame con l’islam

Sembrerà singolare ma il legame più forte del mondo dei pastori è quello con le politiche di immigrazione. Si si avete capito bene. Senza i mussulmani i pastori non saprebbero dove sbattere la testa visto che non saprebbero dove vedere i propri agnelli. E vista la consistenza segnalata parliamo di una produzione di circa 30 mila pezzi all’anno! Messi in fila uno dietro l’altro questi agnelli, coprirebbero la distanza tra Trento e Cles, tanto x dire.

Beh, vanno tutti nelle mani del mercato islamico locale, nazionale e pure in export. 

Ecco perchè vedere un leghista ad una riunione di pastori fa davvero ridere! 

Gli allevatori, europeisti!

Il secondo legame a doppia mandata è con l’Europa. Non c’è miglior europeista di chi alleva animali oggi. Anche in Trentino. E senza distinzione tra pecore e vacche. Questo perché la politica si occupa della redistribuzione del reddito della società attraverso l’erogazione degli invidiatissimi premi. Ma il dato, è di fatto: l’agricoltura di montagna è sostenuta. Ed è giusto che sia così

Perché i contributi alla zootecnia non devono provocare invidia sociale?

Vogliate gradire questo sillogismo che in poche parole a mio modesto avviso spiega molto: 

– Produrre in agricoltura in montagna costa.

– La montagna coltivata piace a locali e turisti

– I turisti portano guadagno alle varie attività di montagna

– Il guadagno delle varie attività economiche va distribuito dalla politica a chi lavora per sé e per la montagna ma ne ricava meno.

In questo caso, a far da equilibrio ci pensa l’Europa secondo un concetto che mi sembra piuttosto chiaro. 

E le pecore, da qualche anno coltivano la montagna meglio che in passato. Più pecore, più superficie coltivata, specie in estate, in alta quota. Zona di espansione di un turismo sostenibile, assolutamente in linea con i nuovi indirizzi del nuovo turismo che diversifica e destagionalizza. Per la gioia dei turisti nostri ospiti, dei trentini e dei… lupi!

Ma questa è un’altra storia di politica e di inefficienza. E siccome è triste, non ne voglio parlare in un articolo che per una volta vuole essere di ottimismo e soddisfazione.

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PERCHÉ PER IL FUTURO DEL TRENTINO È COSI’ SIGNIFICATIVO CHE KOMPATSCHER ABBIA PARTECIPATO ALLA CONVENTION DI ITALIA VIVA?

Da Michele Dallapiccola 22 Novembre 2021

La Leopolda è un convegno politico ideato da Renzi che si svolge in un luogo che porta questo nome. 

La partecipazione del Presidente Kompatscher a questo incontro nello scorso fine settimana ha assunto toni particolarmente delicati. Potrebbe infatti influenzare in qualche maniera anche il destino politico del Trentino.

E’ noto a tutti il filo a doppia mandata che lega l’SVP altoatesina – di cui Kompatscher è il più autorevole esponente – ai suoi cugini trentini del PATT. Il nostro movimento è da sempre molto attento ad alleanze ed orientamenti politici presi a nord di Roverè della Luna.

Degli autonomisti altoatesini è bene considerare soltanto il grande orizzonte politico. La visuale corta incappa infatti in qualche acciacco ed inevitabili divergenze presenti, come è normale che sia, anche lassù. Lungi dal criticare o consigliare soluzioni politiche in casa altri, noi trentini autonomisti ci facciamo bastare le nostre di casa. 

Ma se Kompatscher arriva pubblicamente ad esporsi fino a livello nazionale è meglio aguzzare lo sguardo. Egli ha un’attenta consapevolezza delle dinamiche di opinione della sua terra. Evidentemente, percepisce che lo statalismo e la deriva nazionalista non fanno per loro. E’ dunque il ragionamento aperto ed europeista che lo spinge a prendere posizioni dure, lontane dai partiti che li rappresentano. E dentro al suo partito il supporto e l’indirizzo ampio e trasversale si palpano. 

Questo significativo passaggio potrebbe arrivare ad influenzare l’alleanza politica del suo partito anche alle elezioni nazionali del prossimo anno. 

A quel punto, al PATT, assai difficilmente potrebbe scegliere posizioni divergenti da quella linea politica. Almeno in funzione di una coerenza custodita dai suoi organi di partito. Si tratta di una logica politica che segue il proprio filo conduttore da più di 70 anni. 

E il livello politico locale entra in fibrillazione. In ottica elezioni provinciali 2023, avere o non avere il partito autonomista alleato può valere la vittoria alle elezioni. 

C’è un sillogismo tutto da verificare. 

Con la SVP e di conseguenza PATT,  lontani dalla lega, i seguaci trentini di salvini potrebbero trovarsi davanti ad un ostacolo al loro bis in Piazza Dante. Ad un coagulo moderato e centrista il PATT non può che aderire specie se questo avviene anche in Sudtirolo. Una sorta di alleanza allargata contro lo statalismo. lanciata verso l’Europa, ben salda alla tutela dell’autonomia.

Tutto da decidere, assolutamente da discutere dentro gli organi di partito.

Converrete tuttavia affascinante per alcuni, ma gravemente preoccupante per i salviniani locali.

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E se il partito autonomista diventasse anche ambientalista?

Da Michele Dallapiccola 21 Novembre 2021

Leggo con piacere che da più parti, movimenti e partiti anche nazionali ad espressione locale si fregiano dell’aggettivo “autonomista”.

Ma precisamente, qual è il significato di un aggettivo che tutti abbiamo l’impressione di conoscere?

Autonomista è colui che crede dell’autonomismo. E l’autonomismo è il fenomeno politico caratterizzato dalla rivendicazione, da parte degli abitanti di una data località, ad ottenere maggiore potere decisionale rispetto alla sovranità statale, cui comunque rimane sottoposto il territorio.

Fin qui tutto bene.

Il nostro partito aggiunge poi due ulteriori aggettivi: “trentino” e “tirolese”. Ci permettono di collocare nello spazio e nella storia il nostro agire politico: qui e da lì. Ebbene, molti partiti anche statali, oggi si definiscono autonomisti. Ma solo questo qualificativo possono prendere in prestito dal PATT. Il secondo ed il terzo aggettivo fanno parte di qualcosa di più intimo, di più definito. E’ come se utilizzati così, insieme, ci appartenessero e non potessero venire plagiati.

Lo spiego con un esempio.

Chi segue la politica trentina avrà certamente sentito la lega definirsi spesso autonomista. Che fa già ridere così essendo questa un partito per propria natura statalista!

Ve lo immaginate un leghista autonomista trentino tirolese?

Ecco, questa è la grossa differenza tra il PATT e la lega. Il vero senso di appartenenza alla nostra terra. Un senso diffuso che non può essere clonato o prestato pena lo scadere nel ridicolo. E’ comunque piacevole che l’autonomismo, del quale il PATT non pretende certo il copyright, sia diventato patrimonio comune a quasi tutti i partiti presenti in provincia.

Ovviamente quasi, perché per fortuna, Fratelli d’Italia e i suoi Meloniani, questo coraggio non lo hanno ancora avuto. Anche se qualcosa mi induce a pensare che prima o poi, la faccia tosta di dirlo, arriveranno ad averla.

Invece, abbiamo sentito parlare di un’insolita coalizione di centro destra autonomista. E Autonomisti si sono definiti anche molti partiti dall’altra parte dell’arco costituzionale. E’ una bella soddisfazione per quel PATT che durante gli oltre 70 anni dell’autonomia ne ha custodito la fiamma. Anche ora quando molti provano fa farsene luce.Gli Autonomisti continueranno il loro percorso, grazie ad un processo democratico in fieri che al loro interno li governa con il giusto dibattito.

A questo punto, in questa contaminazione di aggettivi che offrono indirizzo politico mi piace lanciare un’idea. Perché anche il nostro partito non potrebbe beneficiarne? Certo non potrebbe avvenire che dentro ad una tesi congressuale, ma chiedo soprattutto ai vecchi autonomisti, quelli che si batterono per la Samatec ad esempio, ambientalisti autonomisti ante litteram.

Ecco, tutelare l’ambiente non può che stare nel cuore di un pensiero autonomista. Accanto a chi si fregia del termine autonomista forse perché comincia finalmente a capire cosa vuol dire, il PAtt può fare il suo passo in avanti.

Aggiungere anche il termine ambientalista al suo pacchetto di aggettivi fondanti il suo programma.

Non c’è futuro senza ambiente. E senza autonomia, proteggerlo è molto più difficile.

21 Novembre 2021 0 Commenti
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CASTEL MADRUZZO. Sarebbe bello potesse appartenere alla Comunità della Valle di Laghi

Da Michele Dallapiccola 20 Novembre 2021

Lo dico perché magari conoscete qualche amministrazione pubblica che è interessata all’acquisto. 

In Valle dei Laghi, sono sicuro che sarebbero in molti ad esser contenti. Da anni c’è chi coltiva il sogno di vedere a disposizione della collettività un patrimonio meraviglioso come questo. Tra l’altro so che qualche anno fa era pure in vendita. Neanche a tanto: tre, quattro milioni di euro, o giù di li. Non so se ancora oggi.

Certo in un sito così simbolico si sarebbero potute organizzare delle visite guidate, delle cene a tema e molte attività culturali. Iniziative che tenute lì dentro avrebbero avuto ancor più valore, ora che turisticamente, la Valle dei Laghi si è collegata al Garda trentino.

Un bel castello in più, nella promozione delle attività storico culturali della Busa non ci starebbe niente male, non trovate?

Capisco le preoccupazioni di qualcuno, eh! Cioè – starete già dicendo – con tutti i problemi economici del momento, proprio in un castello, una pubblica amministrazione dovrebbe spendere qualche milione di euro? Teoricamente potreste avere ragione. 

Una scelta analoga l’affrontò anche la Provincia qualche anno fa. Dopo attenta riflessione, tirata per la giacca, su un’analoga meravigliosa opportunità, decise di operare diversamente. Non comprò ma aiutò la comunità perginese a  diventare proprietaria del proprio maniero. Operò finanziando l’attività economica di gestione. In questo modo la proprietà sarebbe rimasta locale. La Provincia anziché fare shopping immobiliare spinse affinché partisse un’attività economica.

Certo, se ora la Provincia comprasse Castel Madruzzo o Pergine, chissà quanti altri castelli privati ancora sarebbero in vendita. E si produrrebbe molta ingiustizia. Perché Madruzzo si ad esempio e Pergine no?

E poi ci sono i problemi sanitari. 

Perchè se proprio volesse dedicarsi al settore immobiliare, la pubblica amministrazione di turno, forse – dico sommessamente forse – non farebbe meglio a dedicarsi prioritariamente alle strutture sanitarie da completare? Senza contare che mancano pure i medici. Realizzando nuove Case della Salute, lì si potrebbero incontrare le professionalità. Lì, metterebbero in comune le scarse disponibilità attualmente presenti sul territorio. 

A questo punto mi è venuta in mente un’idea. Leggo sui giornali di effervescenti disponibilità d’impresa private presenti sul nostro territorio, attive in maniera molto vivace. Qualora confermate, queste potrebbero essere ottime notizie.

Si potrebbe pensare di offrire in permuta l’Ospedale di Cavalese magari attraverso una tripla “finanza di progetto”. La Provincia si troverebbe con un ulteriore castello da una parte, un bell’ospedale nuovo dall’altra con in mezzo una lodevole iniziativa immobiliare privata a finanziare tutto questo “giro d’aria” di immobili. 

Forse però sogno troppo. Corro troppo veloce con la fantasia e la Valle dei Laghi è meglio che certe idee se le faccia passare.

20 Novembre 2021 0 Commenti
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Gli acciacchi di salute del Sistema sanitario provinciale.

Da Michele Dallapiccola 20 Novembre 2021

La giunta itinerante è una gran bella cosa. Almeno per chi la ospita.

Un po’ complessa da gestire, invece, per chi dovrebbe discutere – magari – un centinaio di delibere insieme a conferenze, annunci, selfie e pranzi di rappresentanza.

Ma si tratta di una scelta, legittima e comprensibile. Si predilige la parte relazionale a quella tecnico amministrativa. 

A giudicare dai risultati, gli effetti di questa modalità di gestione della cosa pubblica, diciamo così, presentano dei margini di miglioramento. Tra tutti, il più significativo, andrebbe cercato nel comparto della sanità. 

La cui gestione, trasmette un’idea poco rassicurante. Vien da chiedersi se questo stato di cose dipenda dal primo indirizzo che questa giunta diede alla sua “macchina amministrativa”, poco dopo il suo insediamento.

Ricorderemo tutti, che all’Azienda sanitaria trentina venne chiesto di risparmiare 120 milioni di euro! Come se avessero ereditato una gestione sprecona. In un comparto che manifesta continui bisogni?

Se a questa locale imposizione di risparmio, si aggiunge la generale carenza di medici, ben si comprendono le gravi lacune nei servizi locali, Ormai non si contano nemmeno più. Da Ledro alla Valsugana. Dal Tesino alla val di Sole. Fino su, alle Giudicarie.

E il PATT non può transigere. Per questo alcuni responsabili di partito stanno reagendo in questi giorni. Non è dunque casuale la seria preoccupazione che il PATT Val di Sole ha voluto rimarcare ieri.

Qui le parole del coordinatore locale Gianluca Zambelli. 

 

La cosa che più ci ha deluso è che l’assessora anziché fornire una visione che guardi il futuro, spiegando anche cosa si intende fare con il PNRR rispetto alla Casa della Salute e ai cosiddetti ‘Ospedali di Comunità’, si è limitata a indicazioni tecniche, dando come unica prospettiva l’adozione di un atto amministrativo. Siamo consapevoli che è necessario che venga nominato un direttore dell’Azienda sanitaria, poiché ad oggi la governance di Apss è retta da soli ‘facenti funzioni’, ma per quanto riguarda i servizi della Valle di Sole e le questioni aperte su tutto il nostro territorio è logico che quanto detto oggi da Segnana sia fonte di grande delusione”.

Anche il segretario Simone Marchiori, qualche giorno fa, ha voluto manifestare profonda preoccupazione in merito alle vicende dell’ospedale di Tione.

 

Da Agenzia l’Opinione.

Evidentemente, la logica leghista, quella tutta gazebo e raccolta firme, fa fatica a ingranare con la macchina amministrativa con la quale sta provando a cimentarsi ora.

Portare a casa soluzioni è tutt’altro che facile.

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ARRIVA LA QUARTA ONDATA? Che preoccupazione!

Da Michele Dallapiccola 17 Novembre 2021

Un tempo dal nord, in questa stagione, scendevano soltanto ondate di freddo meteorologico. Oggi invece arriva un vagone carico di preoccupazione.

E’ quella che hanno scatenato i nuovi rischi sanitari. Con il cambio di stagione il Covid sta rialzando la testa. E questo fatto avviene specialmente nelle regioni poste al nord del Trentino, guarda caso proprio dove la cultura no-vax è risultata più diffusa. Vicinanza territoriale e provenienza di una porzione importane dei nostri ospiti nel turismo sono motivi locali che si affiancano a due ulteriori fattori di carattere generale. Per questo più temibili. Vediamo insieme quali.

La tenuta del vaccino. 

Si è dimostrata “molto efficace” ma “non completamente efficace”, che è cosa ben diversa. Ad inficiare il massimo risultato sono le varianti dei virus e diverse specialità vaccinali. Per questo quel rapporto anticorpo/antigene necessario a  permettere al nostro corpo di reagire, può in parte abortire. Inoltre, va considerato che ciascuno di noi reagisce al vaccino o alla malattia sviluppando una quantità dì anticorpi nel sangue – definita tecnicamente titolo ematico anticorpale – del tutto soggettiva.

La circolazione del virus

La seconda questione che permette al virus di circolare con una discreta disinvoltura – oltre alla problematica di cui sopra – purtroppo, è quella legata alla presenza di persone non affatto vaccinate. Questo si verifica nei bambini sotto i 12 anni e soprattutto con le persone no-vax.

Chi ha scelto di non vaccinarsi, in nome di una propria libertà di scelta, di fatto coltiva il virus. Non c’è niente da fare. Guarda caso proprio laddove il rapporto vaccinati/popolazione è più basso, lì stanno aumentando i casi di polmonite da Coronavirus. 

Ebbene, finché il meteo e la stagione hanno impedito la replicazione del virus, i contagi derivanti dai cortei di protesta nelle piazze (a mio avviso tra lo squallido il folkloristico) sono stati piuttosto limitati. Oggi invece, con il clima a proprio favore, la circolazione del virus comincia a farsi temere. Così quella società evoluta che crede alla scienza e che ha voglia di ripresa e di lavoro, si sta rendendo conto di quanti danni possano portare alcuni convinti di un proprio credo. 

Si tenga conto un fatto grave.

E’ concreto il rischio che a risentirne possa essere anche la stagione sciistica. Su questa funesta evenienza, può e deve fare qualcosa ciascuno di noi. Al netto della politica. 

Chi amministra il turismo in Trentino oggi, è troppo viziato dell’interesse personale per risultare credibile nel comunicare il corretto stato delle cose.

A riprova di questa mia piccante considerazione: un fatto. E’ nella mente di tutti e nel portafoglio degli impiantisti, quanto e quale danno sia stato prodotto dai continui annunci della politica trentina. Ricorderemo tutti quando lo scorso anno, a partire da questo periodo, questa continuava ad annunciare aperture immediate degli impianti.

Lo sci è sì un’attività sportiva individuale che purtroppo avviene nella stretta promiscuità. E gran parte delle persone che lo praticano manifestano scolo nasale reso abbondante e costante come effetto delle basse temperature. Cosparso dai guanti e dal respiro su ogni superficie che venga in contatto con lo sciatore è ottimo terreno di veicolo del terribile morbo. 

Questo fatto la scienza lo conosce benissimo. Non sarà certo il grido di qualche impresa o politico al loro servizio a fermare nuovi blocchi qualora il numero dei casi di contagio aumentasse. 

Lo straziante scenario che tutti temiamo. 

Provoca autentico ribrezzo e va assolutamente contrastato. E’ l’incombente blocco verso il quale ognuno di noi ha un compito ed una responsabilità. Noi vaccinati siamo molti più numerosi delle persone “no-vax”. Se ciascuno di noi immunizzati tentasse di convincere un no-vax appartenente al giro delle sue conoscenze a collaborare con la società nell’interesse della scienza, renderebbe un grosso servizio alla società. 

Ogni vaccino in più, è un altro passo in avanti per l’umanità verso la sconfitta di questo epocale flagello.

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LA ZOOTECNIA CHIEDE ALLA POLITICA MAGGIORE TUTELA DELLA MONTAGNA

Da Michele Dallapiccola 16 Novembre 2021

E non è un caso che l’appello arrivi da una delle categorie più fragili della nostra economia, quella degli allevatori in sede di audizione in Consiglio Provinciale per il Bilancio.

Forse non più per la ridotta – a dir poco – marginalità del lavoro di allevatore, quanto piuttosto a causa del modello di vita che questo impone. 

Uno sprazzo di luce dalla nuova PAC ‘14-’20.

Assai semplicisticamente possiamo ritenere che il trend sarà confermato anche per i prossimi anni. Eppure questa interessante disponibilità finanziaria,  non sembra in grado di arrestare l‘emorragia delle partite IVA full-time di allevatori in Trentino. La produzione, nel comparto lattiero-caseario di questo ultimo decennio si presenta come tendenzialmente stabile.

Vi è una ben più grande funzione del sistema allevatoriale: quella relativa al compito di custodi del territorio. Un atto assolto attraverso la pratica del pascolo, presidiato dagli istituti d’alpeggio. Accanto a quelli bovini, alle quote più alte si accompagna quello degli ovicaprini. Poche aziende perlopiù transumanti, custodiscono le porzioni più alte delle nostre montagne: quelle sopra i 2000 mt di altitudine slm. In questo caso l’attività caratteristica si estrinseca esclusivamente attraverso la produzione carne destinata al mercato musulmano.

Per questo motivo appare fortemente condizionante l’apporto finanziario garantito dalla PAC.

Gli allevatori: non soltanto contributi finanziari.

Piuttosto regole uguali per tutti per l’assegnazione per le malghe e forte sostegno nella protezione degli armenti dalle aggressioni che derivano dalla convivenza obbligata con i grandi carnivori. 

 

Un’amministrazione pubblica che si rispetti, dovrebbe saper salvaguardare questi aspetti nell’ambito delle azioni di tutela della Nobile Arte del Pastore. Ma mentre in Provincia di Trento si tende ad ignorare i problemi minimizzando le difficoltà di convivenza con i grandi carnivori, in Alto Adige si insiste su ben altro registro. La professione di Pastore verrà valorizzata al punto da costruire vero e proprio percorso tecnico-professionale.

L’iniziativa altoatesina che purtroppo staglia il loro approccio alla valorizzazione della montagna come un gigante al confronto del piccolo Trentino. QUI IL LINK DELLA NUOVA OPPORTUNITA’ ALTOATESINA

 

Valandro, 1992: pastori altoatesini e trentini insieme.

Il sospetto è che la scarsa considerazione per il comparto sia da imputarsi ad una ancor più scarsa conoscenza della materia amministrata da parte di chi governa in questo momento La Provincia Autonoma di Trento. 

Qualora confermato, sarebbe davvero un peccato doverne prendere atto.

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Consiglio provinciale o bicicletta?

Da Michele Dallapiccola 10 Novembre 2021

La lega ha scelto! E se è vero che il Trentino ha problemi ben peggiori di questo da denunciare, i fatti di ieri celano un significato più profondo che qui vorrei raccontare. 

Cos’è successo?

Questa settimana, la giunta provinciale ha seguito la seduta di Consiglio in maniera molto distratta.

Ad un certo punto, ad esempio, il Presidente ha preferito abbandonare l’aula consiliare per presenziare alla conferenza stampa del Giro d’Italia.

Nulla di grave direte voi! E in parte condivido. Non fosse che in Consiglio intanto si stava discutendo dell’interramento della ferrovia del Brennero. Un’opera di valore storico per tutto il Trentino: parliamo di un investimento di quasi un miliardo e mezzo di €. 

A certi comportamenti politici la lega ci ha abituato.

Sempre pronta ad intestarsi i meriti quando la partita è positiva, veloce a nascondere la testa sotto la sabbia quando arrivano i problemi. 

E questa maggioranza provinciale, oggi preferisce lasciare solo il Sindaco di Trento a spiegare ai trentini, vantaggi e disagi che l’opera creerà.

Trova invece il tempo di partecipare ad una normalissima conferenza stampa di presentazione di un evento sportivo come avviene ogni giorno, da sempre, in Triennio. 

La faccenda dell’interramento è una questione troppo seria per non essere affrontata con la giusta responsabilità. Drenerà gran parte delle risorse del PNRR che arriveranno a Trento.

Questo è il motivo a causa del quale tutte le opere promesse come finanziabili con il PNRR dalla lega, vanno prese con le pinze. Appartengono ai sogni leghisti, certo, alle richieste della popolazione, anche, ma sono lontane dalla realtà. 

Il corposo pacchetto di opere pubbliche.

È stato presentato dalla maggioranza nei giorni scorsi: bene! Peccato che quasi tutto il promesso di oggi, compreso l’elenco di opere inserite come attivabili nella prossima finanziaria proviene dal passato. 

A tal riguardo, è emblematico il commento del Presidente della precedente Giunta provinciale. In un suo recente tweet ha elencato tutto quello che la giunta spaccia come proprio dato di fatto.

La sua testimonianza, alla quale mi associo, rivela che il 90% di queste opere appartiene alla Giunta Rossi. Invece, l’unica responsabilità che ha la lega su queste opere è che fino ad ora non è stata capace di farne partire nemmeno una. E’ rimasto tutto fermo tranne quello ereditato come già avviato dalla precedente amministrazione. Così, nella pratica del taglio del nastro denigrando comunque chi c’era prima i leghisti si sono rivelati in tutti i loro limiti.

Infine è doveroso chiarire il senso delle lamentele delle forze di opposizione. Corrisponde al tentativo di far giungere al governo provinciale lo stimolo a fare di più e a fare meglio. 

Non ci resterà che insistere perché fino ad ora i leghisti si sono dimostrati tanto inefficaci quanto sordi.

10 Novembre 2021 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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