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E adesso, la Provincia acquisti anche Castel Pergine e Castel Madruzzo!

Da Michele Dallapiccola 23 Dicembre 2022

Sembra che la cosa sia ormai ufficiale. La Provincia governata dalla lega sta acquistando castelli. 

Si avete capito bene, dopo i grandi successi nella gestione della sanità, dopo le tantissime opere pubbliche avviate, dopo le enormi risorse assegnate ai comuni (i fondi PNRR sono statali), pare avanzi tempo e soldi per iniziare a comprare antichi manieri. Partendo dalla Val di Non. Intendiamoci, qualora confermata, per i locali e il turismo di valle, sarebbe un’ottima notizia. 

Ma coi tempi che corrono forse – dico forse – non era proprio quello il primo posto dove spendere 15 milioni di euro. Nemmeno in Val di Non. Valle dove, ricordiamoci, progetti di ampliamento della rete irrigua, variante di Cles e liceo Russel sono opere assolutamente al palo. La Valle dei Laghi, sogna da sempre di tornare in possesso del suo locale maniero. Ma anche in questo caso, nel sogno qualcosa è andato storto, perchè il castello resta dov’è, cioè nelle mani di svariate agenzie di vendita.

Alla valle in compenso per premio si è assegnata la riapertura del cementificio.

Ma si sa, governare significa scegliere e la lega pare si sia orientata a scegliere questo. Gettandosi dietro la schiena problemi e contraddizioni.

Ne parlo con un certo trasporto perché anche la giunta precedente (della quale facevo parte) era stata investita della stessa questione. Allora il compianto Conte Spaur ipotizzava una compravendita per una cifra intorno ai 35 milioni di€.

Oggi, a quanto pare, la posta in gioco è meno della metà. E non tutta in pagamento cash. Metà dell’impegno sarebbe infatti assolto trasferendo patrimonio immobiliare attualmente in disuso da parte della PAT.

Dunque le cifre di oggi son diverse e fanno ben sperare chi attende da anni una risposta analoga dalla Provincia. In passato si era infatti deciso un no categorico generalizzato all’acquisto di castelli. Ma con questa operazione, i tifosi dell’acquisto di altre strutture del genere da parte della Pat, potranno tornare a sognare. Che cosa se non nuovi ulteriori acquisti? 

Nel novero del patrimonio immobiliare provinciale potrebbero entrare anche Castel Madruzzo e Castel Pergine. Da anni nei pensieri e nei desiderata delle comunità ai piedi di questi due manieri attualmente di proprietà privata. 

Altrimenti, questa maggioranza provinciale dovrà spiegare perché in Val di Non si è deciso per il sì e in Valle dei Laghi e a Pergine per il no.

L’altra cosa che sarebbe meglio chiarire è il destino urbanistico post vendita dei compendi immobiliari alienandi in permuta al castello, oggi alla ribalta della cronaca.

Per i due più voluminosi, Tonale e Villa Rosa, le comunità attendono da anni di sapere quale uso pubblico la Provincia decida di dargli. Ora che potrebbero finire in mani private, sarebbe davvero disdicevole che post vendita ne venisse stravolta la destinazione urbanistica. Ma ancora più disdicevole che per un passaggio di seconda o terza mano finisse nelle grinfie della solita impresa immobiliare che a turno ronza in giro alla giunta Provinciale del momento. Magari, per la solita, prevedibile speculazione residenziale.

23 Dicembre 2022 0 Commenti
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Aspettando il 2023: in Trentino non c’è stato sempre il sole.

Da Michele Dallapiccola 22 Dicembre 2022

Nella recente manovra finanziaria in Consiglio provinciale, la Giunta ha raccontato ciò che secondo il suo punto di vista, è andato a buon fine.

La legislatura è entrata ormai nel suo ultimo anno di esercizio dunque quello enunciato è un bilancio complessivo di auto-giudizio del proprio operato.

Ciò del quale si è ben guardata la lega dal fare, è stato anche solo lontanamente nominare le cose che invece sono andate storte.

Nel nostro compito di Minoranza noi non possiamo certo ignorare i grandi mali sociali e le sfortune che sono capitate nel corso del loro mandato. C’è da dire però, che questi fatti hanno afflitto un po’ tutti. Prendiamo però ad esempio la realtà amministrativa più simile e vicina a noi e cioè Bolzano. Anche lì i problemi sono stati gli stessi ma nessuno ha avuto l’impressione che le cose siano andate alla stessa maniera. Inoltre il PNRR ha scaricato sui territori quantità di fondi impressionanti mai viste prima. Eppure…

Qui a seguire abbiamo voluto ricordare alcuni tra i granĵdi aspetti amministrativi inevasi o abortiti. Rimarranno indelebilmente legati al mandato amministrativo della Lega in Trentino. Saranno lasciati in eredità a chi si dovrà far carico del prossimo mandato legislativo.

La forma scarna, brutale dello scritto qui sotto, sacrifica l’eleganza della forma alla facilità di comprensione del testo. Il fatto incredibile è che ogni frase da sola, potrebbe da sola costituire il titolo di un prossimo pezzo su questo blog. Per ora fermiamoci a citarli.

Sanità:

fuga dei sanitari, liste d’attesa interminabili, privatizzazione selvaggia (ottiene chi paga)

Scuola

Cancellato il trilinguismo senza creare alternative; assenza di proposte riforma; nessuna gratuità sugli asili nido (come promesso in campagna elettorale)

Enti locali

Riforma delle Comunità di valle: dopo due anni di commissariamento, è arrivata una riforma minimale che su limita a lottizzare i posti di potere.

Lavori pubblici

Pochi e scarsissimi i lavori avviati; sono saltati i PPP del NOT, delle terme di Levico e quello dell’Ospedale di Cavalese parte in salita tra proteste e sospetti. Dopo aver cancellato stanziamento e progetti della ristrutturazione della sede attuale; ancora in piedi una proposta progettuale della Valdastico tra le Valli del Leno, ambientalmente devastate per le zone interessate; riassegnazione dell’A22: nel PPP il quadro delle opere pubbliche sbilanciato sui soci italiani.

Turismo

riforma APT commissionata e commissariata da un’associazione di categoria; rapporti tesi con le APT che avevano manifestato volontà differenti rispetto ai previsti accorpamenti; aumento della tassa di soggiorno; ritardo nelle opere strategiche per il turismo (es. collegamento San Martino – Passo Rolle)

Agricoltura

circa 30 milioni di meno sul PSR rispetto a quello passato; interventi insufficienti e tardivi per la crisi della zootecnia; 30 ettari di terreno di pregio rovinati per sempre per un concerto; fitopatie in espansione. (flavescenza, drosophila, cimice)

Protezione civile

obbligo iscrizione VVFF riforma del terzo settore

Ambiente

centraline idroelettriche di media e piccola derivazione messe a gara con perdita di entrate per i comuni ex concessionari; riapertura delle discariche di Imer e Monclassico, mala gestione Ischia podetti, ritardo nella proposta di gestione locale anche con eventuale gassificatore

Rapporti istituzionali

proposta di macroregione del Triveneto lombardo emiliano; impugnati dalla corte costituzionale oltre un centinaio di provvedimenti amministrativi di questa giunta (fino ad ora)

Cooperazione

mancato rinnovo contrattuale nelle cooperative sociali erogatrici di servizi socio sanitari

Foreste

vendita legname da Vaia, assenza di aiuti pubblici per il recupero prativo da bosco schiantato

Fauna

nessuna novità nella gestione dei grandi carnivori con una loro progressiva moltiplicazione in numero e danni; idem dicasi per i cinghiali

Trasporti pubblici

trasporto orario cadenzato mai attivato; elettrificazione della Valsugana ancora in miraggio.

Politiche abitative.

stanziamento ridicolo (3 milioni€) a favore delle giovani coppie: budget di legislatura più basso mai stanziato fino ad ora.

Olimpiadi invernali 2026

estremo ritardo nell’approntamento delle opere (Oval Pinè); siamo l’unica Provincia unica in Italia a spendere fondi propri ed in abbondanza (oltre 50 mio€).

Politiche del Lavoro

gestione ideologica dei rifugiati, gestione nazionalistica del reddito di cittadinanza quando bastava proseguire con il reddito provinciale di garanzia; contrasto alla carenza di personale affrontato poco e male, con nessun strumento innovativo.

REGIONE:

abolizione assessorato agli enti locali (dalla prossima legislatura passerà alle Province ) aumento indennità per tutti compresi Ex Consiglieri titolari di vitalizio e CDA della A22 mantenuto a livelli ante decreto MADIA cioè più del Presidente della Repubblica ( 240 mila€/anno per vivere possono bastare)

Questo elenco è da leggere come un canovaccio. Sono le peggiori criticità rilevante rispetto alle quali chi farà una proposta di governo alternativa alla lega sarà chiamato a stendere il suo programma.

22 Dicembre 2022 0 Commenti
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Essere autonomisti

Da Michele Dallapiccola 21 Dicembre 2022

Che cosa significhi oggi essere autonomisti è qualcosa che ai trentini sembra rimanere ancora piuttosto oscuro.

Forse perché di partiti che si proclamano tali c’è solo l’imbarazzo della scelta e dunque nessuno di loro prevale sugli altri.

Non c’è forza o movimento politico che ormai non si dichiari tale. A partire dal partito statalista per antonomasia: Fratelli d’Italia. Durante la tornata per le elezioni nazionali di settembre, i suoi rappresentanti hanno trascorso tutto il tempo a proclamarsi autonomisti. 

Ma si sentono autonomisti anche i leghisti, i dem, i civici e manco a dirlo pure noi di Casa Autonomia.eu.

Chi ha a cuore questo modo di agire politico rivendica maggiore potere decisionale rispetto alla sovranità statale, alla quale rimane sottoposto il proprio corrispondente territorio.

Questa condizione in Trentino l’abbiamo già definita, seppur mai compiutamente. Insieme al vicino Alto Adige siamo gli enti locali che possiedono il maggior grado di responsabilità rispetto allo Stato.

In questo contesto, i partiti autonomisti si occupano della diffusione della cultura e dello spirito politico che li contraddistingue. Che non si annulla né si confonde o conclude con il piacere di promuovere la divulgazione della storia, della cultura e del folklore locali. Tutti elementi utilissimi, che contribuiscono ad alimentare una maggiore cultura identitaria ma hanno poco a che fare col buon governo del territorio. 

Che poi dal punto di vista culturale ci sia comunque bisogno di maggiore consapevolezza lo certificano le parole del Presidente della Provincia dei giorni scorsi. Abbiamo già avuto modo di stigmatizzare la sua disponibilità nello spingere per una Macroregione collaborando con gli altri governatori regionali del nord-est. Una sorta di Trivento lombardo emiliano. 

Interessantissimi i partner regionali tirati in ballo, pericolosissima la condizione che ci spingerebbe a separare il nostro destino e la nostra attuale collaborazione amministrativa con Bolzano. 

L’Autonomia trentina, questa insidiata.

Se poi nel frattempo a livello romano l’attuale Governo mettesse mano alla riforma della Costituzione, la frittata diverrebbe completa. Il presagio deriva dalla dichiarata volontà del governo Meloni di istituire il “presidenzialismo” anche a livello italiano. 

Su pressione delle destre tedesche e la connivenza della destra trentina, potrebbe accadere un fatto. Nelle spire della riforma della Costituzione potrebbe finire stritolato anche lo Statuto di Autonomia. Con la scusa di un lifting potrebbe letteralmente venire segato in due pezzi: uno trentino e uno altoatesino. Inizialmente uguali. 

Questo incubo liquiderebbe come inutile l’istituzione Regione da sempre tanto antipatica agli autonomisti della destra altoatesina. Quadro, quello regionale, da sempre invece tanto utile al Trentino perché aggancia la nostra Specialità di governo a quella altoatesina. Così poi, col passare del tempo, quest’ultima, grazie ad una minoranza linguistica forte, tutelata da accordi internazionali, potrebbe lasciare per sempre al palo quella trentina.

Allora immaginatevi se nel frattempo in Trentino venisse avanti la collaborazione con le altre regioni italiane confinanti. Immaginatevi se si attivasse la fantomatica macroregione del nord est ipotizzata da Fugatti. In pochi anni si brucerebbero decenni di sforzi messi in campo da generazioni per far bella la nostra terra.

E Degasperi,  per l’Autonomia trentina, sarebbe vissuto invano.

21 Dicembre 2022 0 Commenti
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Stadio del Ghiaccio di Pinè: siamo ancora in tempo ?

Da Michele Dallapiccola 20 Dicembre 2022

“Il periodo che rimane a disposizione per rispettare le imprescindibili scadenze dettate dal CIO è limitato, restando non negoziabile la scadenza per la consegna dell’opera ultimata e collaudata in tempo utile per la realizzazione delle gare olimpiche.“

Queste inquietanti parole non sono mie. Le ha scritte e firmate la Giunta provinciale parlando dello Stadio del ghiaccio di Pinè. 

Non entreremo certo nel merito dell’opportunità di realizzare o meno l’opera. Non è nostro compito. La Comunità pinetana, di concerto con la Provincia ha già deciso. 

Stadio si vuole e stadio sia. 

Al netto delle decisioni prese però questa cosa spaventa assai. Nell’ultima delibera della Giunta Provinciale si parla di un costo che supera i 50 milioni di Euro. Siamo praticamente con un piede nel 2023 e per la metà del 2025 la struttura va collaudata. 

Si tratta di un’opera pubblica che soggiace alle regole di un qualsiasi altro appalto. Con tutte le difficoltà burocratiche del caso. Quindi: che tipo di iter si immagina per un simile valore a base d’asta? E son solo dei privati le difficoltà a reperire le materie prime? E i rincari? Tanto per citare alcuni tra i problemi trasversali. 

L’area interessata dalla costruzione poi ne ha di tutti suoi, noti a chi ha dovuto cimentarsi per la fallita costruzione, proprio nello stesso sito, di un centro acquatico. 

Le parole a scopo di stimolo.

Non voglio infatti essere travisato nei concetti che da sempre diffondo e che qui tengo a rimarcare. Troppo spesso i miei pensieri sono stati strumentalizzati da chi vuole a tutti costi far passare il sottoscritto come persona che sta dalla parte del no all’opera. 

Non è affatto così. Innanzitutto perché le decisioni non spettano a me e poi come ripeto, Comunità locale e Provincia hanno deciso.

Ciò che mi preme dunque è tenere alto il livello di pressing sulla Giunta provinciale a mio avviso ancora fin troppo prodiga di ottimismo e scarsamente reattiva nella “messa a terra” delle opere pubbliche programmate. Nessun appalto è partito fino ad ora in questa legislatura, nemmeno tra quelli già finanziati. 

E’ nota l’assidua presenza di questi politici sul territorio che giocoforza si ripercuote sulla corrispondente loro assenza presso le sedi provinciali. 

Nel frattempo, altri luoghi nel nord Italia ospiterebbero a tempo zero lo spostamento delle gare. Per l’Altipiano dei Due Laghi questo sarebbe uno smacco assolutamente inaccettabile.

20 Dicembre 2022 0 Commenti
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Fugatti e il Triveneto lombardo-emiliano

Da Michele Dallapiccola 19 Dicembre 2022

Posso senz’altro testimoniare che tra gli autonomisti, quelli più legati a storia, cultura e identità gridarono allo scandalo. Correva il 2017 e la Provincia si era agganciata alla proposta veneta di adottare una nuova DOC per il Pinot Grigio da affiancare a quella vigente DOC Trentino. In termini volontari e alternativi – si badi bene – i viticoltori trentini avevano acquisito la possibilità di vendemmiare anche con la nuova DOC Pinot Grigio delle Tre Venezie.

Ai più attenti appassionati identitari era sfuggito che il nome, certo degno del Ventennio, dava però una possibilità in più ai nostri viticoltori. In caso di prezzo interessante, la vendemmia con questa nuova Doc sarebbe potuta diventare più remunerativa. Nel frattempo, la Doc locale è rimasta, ora come allora, immutata nel valore e nel diritto di vendemmia per ogni viticoltore locale.

Adesso sarò io ad osservare gli autonomisti storici, allora più critici, con curiosità. Come prenderanno l’odierna boutade del governatore trentino Fugatti? Veneto di nascita, trentino di adozione, forte di una sua cultura di profonda matrice leghista cerca, ammicca e propone alleanze con la parte più italiana – che più italiana non si può – dei governatori delle Regioni confinanti. 

Chiarisco che la cosa non mi scandalizza affatto. Anzi, entro certi termini potrebbe offrire anche al Trentino alcune opportunità, soprattutto in termini di potere contrattuale con Bruxelles. 

Conoscendoli da vicino mi chiedo però come la prenderanno quelli che si definiscono autonomisti genuini, nel midollo e nei costumi. Come potranno accettare alleanze politiche con la politica provinciale responsabile di questo tipo di proposte? Schuetzen, tesserati storici del trentin tirolese Partito, appassionati di identità, non leggeranno forse con orrore una notizia apparsa ai più invece così ghiotta da esser riverberata dai quotidiani online di mezzo nord Italia? 

Qui a seguire, riporto alcuni link dell’’impressionante successo della pensata leghista.

  • QUI BRESCIA
  • QUI VERONA
  • QUI VIRGILIO.IT
  • QUI VICENZA
  • QUI AGENZIA DI NEWS NAZIONALI
  • QUI TRENTO
  • QUI POINTOFNEWS.IT
  • UIL-TN

Purtroppo, se la coerenza in politica, è qualcosa che si compra e si vende, per far digerire questa trovata al mondo identitario autonomista, mi sa che prossimamente vedremo fiorire ben più di un’offerta di mercato.

19 Dicembre 2022 0 Commenti
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Chi di voi è senza Amazon scagli la prima… compera!

Da Michele Dallapiccola 16 Dicembre 2022

E’ difficile resistere al Bezos planetario, siamo in tanti a saperlo. E sono pochi invece rimasti sempre più in pochi quelli che non hanno mai incrociato direttamente o indirettamente almeno una volta nella vita il mitico sito di uno degli uomini più ricchi del pianeta. Il tasto ACQUISTA è li. Ci guarda, ci affascina, ci seduce e poi ci chiama. Si fa schiacciare!

E la coscienza localista ce l’ha davvero dura a resistere. E’ disarmante la facilità con la quale quel tasto digitale si appropria dei nostri soldi. Tra chi ci riesce meglio e chi ci riesce peggio, c’è anche chi può invece trovarne un certo vantaggio. 

Perché la piattaforma è democratica aperta a tutti, a chi compra e a chi vende. Ed è maledettamente ben organizzata. 

Se ne sono accorte quelle imprese, che alla spicciolata e spontaneamente sono approdate alla corte delle vendite via Web di Re Jeff. 

E se n’è accorto anche lui. Così ha deciso così di approfittarne dell’orgoglio italiano categorizzando i prodotti in piattaforma attraverso una serie di variabili – dei filtri elaborati -. Guidano il consumatore ad individuare con celerità i prodotti provenienti dalla propria terra. 

E così è stato. E quale miglior sponsor da ricercare se non quello istituzionale? Così va in tutto il mondo e il buon vecchio Jeff lo sa.

A questo punto di questa favola americana arrivano i nostri (governanti locali). Partono subito, non se lo fanno dire due volte. Quale miglior occasione di questa? Conferenza stampa, palco, microfono e gloria sicura, mostrandosi a fianco di uno dei più blasonati brand mondiali.

Ma la fretta, si sa, è cattiva consigliera e al gran galà la Provincia si è presentata con il vestito sbagliato. Almeno a mio modo di vedere, per immagine da sponsorizzare, sulla pagina sarebbe stato molto più opportuno utilizzare il brand promozionale TRENTINO coi triangoli colorati anziché lo stemma della Provincia, ma tant’è. Son scelte. Non lo sono invece quelle che da Giunta disattenta quale sei, non ti permettono di accorgersi nemmeno che nella foto che rappresenta la tua terra vengono messe delle montagne dell’alto Adige. Come ben ha segnalato anche un noto quotidiano locale. 

Ma il peggio di questo racconto deve ancora venire. Fin dall’inizio della legislatura, questa giunta-jukebox aveva ricevuto da qualcuno l’incarico di suonare la canzone “Facciamo l’Amazon trentina”. Ma il bello è che non si è fermata alla sola canzone, perché ha deciso di metterci pure dei soldi. E mica pochi, eh! Per quel che si sa, come nel celebre fumetto del Signor Bonaventura, si sono presentati col canonico cachet: UN MILIONE. Per trovarsi, un bel doppione in Provincia o un grosso concorrente se volete. E che il mestiere lo sa già fare molto bene e per davvero. Così adesso abbiamo l’Amazon che vende in Trentino, (sotto le montagne dell’Alto Adige ) e poi c’è l’Amazon trentina che venderà cose simili. Prima o poi. 

Intanto, il confronto per prezzi, tempi di consegna e assortimenti è impietoso. E la cosa scandalosa è che tutto questo avviene con l’abbondante contributo pubblico da parte degli stessi politici che hanno promosso l’accordo col colosso americano. Allora, se da un lato era impossibile dire di no ad Amazon, ci chiediamo il senso di aver investito nel vano tentativo di costruirgli contro una improbabile concorrenza locale. Ma come dicevo, sono cambiati i tempi. E l’impressione che le persone a queste cose ci badino meno è sempre più tangibile. O forse  no?

16 Dicembre 2022 0 Commenti
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Villa Agnedo: la bonifica e la ripartenza agraria mai compiuta.

Da Michele Dallapiccola 15 Dicembre 2022

Sono state le troppe difficoltà amministrative ad impedire alla Bonifica di Oltre Brenta di vedere la luce. E sarebbe stata solo una parte del progetto iniziale di recupero di terreni abbandonati in quella località nell’attuale Comune di Castel Ivano.

Dopo un iter pluriennale – nel 2017 credo – si decise comunque di avviare l’attuazione di un primo Lotto. 

Adesso però pare che le difficoltà burocratiche siano ulteriormente superate dalla mancanza di volontà politica di finanziamento dell’interessante progetto. 

E l’aggettivo è alquanto appropriato soprattutto grazie al ritrovato interesse da parte dell’Agricoltura locale a recuperare un’antica vocazione di Valle.  Per secoli La Valsugana è stata infatti considerata Vigneto degli Asburgo. Certo parliamo di varietà e modalità di coltivazione ben differenti. Rispetto ad allora l’attuale viticoltura sta come il PC al pallottoliere. 

Oggi, alcuni coraggiosi imprenditori hanno dato vita a nuove cantine. E queste hanno permesso alla vite di far di nuovo capolino nel parterre agricolo locale. Nella zona le produzioni tipiche sono ben rappresentate essenzialmente da piccoli frutti, mela e latte. Ecco perché l’interesse della pubblica amministrazione si sarebbe dovuto dimostrare straordinario. Invece la sensibilità della Lega rispetto alle esigenze del posto si è rivelata altro.

Una proposta tutta coperta d’asfalto.

Per intenzione di chi governa anche gli stessi terreni interessati dalla bonifica sarebbero stati solcati da 11 km di asfalto a quattro corsie.  Un’autentica sollevazione locale ha consigliato agli ideatori del progetto di capitolare su un preliminare ambientalmente molto più accettabile. Peraltro le difficoltà economiche che si prospettano alla Provincia fanno tutt’altro che ben sperare riguardo alla reale possibilità di vedere realizzato il progetto di allargamento stradale promesso in questo primo stralcio di campagna elettorale per il 2023.

Molto più economico per la PAT ma molto più utile alla località sarebbe risultato attivare un progetto speciale di recupero di terreni abbandonati. Fatto difficile da aspettarsi da una Giunta Provinciale molto “seduta” sull’argomento. Nulla è stato attivato nemmeno quando Vaia aveva offerto loro l’occasione su un piatto d’argento. Ecco perchè abbiamo voluto sottoporre alla Giunta un Ordine del Giorno alla Finanziaria 2023.

Chiediamo al Governo provinciale di attivarsi per concordare con le amministrazioni pubbliche locali e le imprese del posto a predisporre un accordo di programma locale che preveda la bonifica e il ripristino di siti ambientali abbandonati da riportare ad utilizzo agricolo con particolare attenzione alla viticoltura.

15 Dicembre 2022 0 Commenti
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Acqua & Termalismo in Valsugana tra potenzialità e peculiarità.

Da Michele Dallapiccola 14 Dicembre 2022

Oltre a connettere idealmente Alta e Bassa Valsugana, il distretto termale della Valsugana manifesta un ulteriore pregio. La sostenibilità del ciclo dell’acqua viene qui intercettata dalle attività umane su più livelli.

L’uomo ne incontra la manifestazione naturale, a disposizione di tutte le tasche nella frequentazione dei Laghi. E’ un’opportunità di reddito l’acqua minerale Levico Casara. Ma forse l’aspetto più pregiato che l’acqua manifesta in valle è quello legato al suo grande valore nell’impiego tanto di ambito sanitario che come SPA. Ovviamente dentro all’Istituto delle Terme, negli stabilimenti di Levico e Roncegno. 

Nota di rilievo poiché quello dello sviluppo dell’ambiente acquatico da valorizzare fuori stagione sarebbe un ambito tutto da sviluppare. Con un Trentino che da sempre arranca rispetto al vicino Alto Adige, in estremo ritardo rispetto a realizzazione di numero e qualità di strutture di settore.

Eppure il divertimento in acqua affiancato al suo utilizzo termale in senso stretto può rappresentare ottimi margini di ulteriore sviluppo delle attività turistiche. A maggior ragione in una valle dove l’acqua come scritto sopra, è un comune denominatore piuttosto sentito.

Levico e il suo finanziamento “scippato”

Un colpo basso allo sviluppo locale è derivato dal fallimento del progetto di ammodernamento delle terme proposto con la formula del progetto in PPP (partenariato pubblico privato). Un po’ come era stato pensato per il NOT dove abbiamo visto tutti come ha funzionato. A seguito di una più che comprensibile volontà di abdicare a un percorso finanziario e amministrativo piuttosto complesso è successa una cosa molto grave. La Provincia ha deciso di non dare informazione alcuna rispetto al destino dei cinque milioni di euro che erano stati impegnati proprio per la ristrutturazione del compendio termale in parola.

La mozione in Consiglio Provinciale.

Durante questa tornata di discussione in Consiglio provinciale della legge finanziaria abbiamo presentato un ordine del giorno per impegnare la giunta ad attivare un percorso progettuale e di dialogo con le amministrazioni pubbliche locali e gli imprenditori interessati.

Riteniamo urgente individuare la miglior forma di valorizzazione di un adeguato investimento migliorativo dei complessi termali di Levico e Roncegno

14 Dicembre 2022 0 Commenti
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Stazione sciistica della Panarotta. Io ci credo ancora.

Da Michele Dallapiccola 13 Dicembre 2022

Non tutto è perduto. Se è vero com’è vero che non si può praticare lo sci ovunque per lo stesso motivo e allo stesso livello, se è successo che la Panarotta non è Bolbeno e non ha meritato le stesse attenzioni da parte della Giunta provinciale, allora per l’Alpe di Pergine ci vogliono nuove idee. Solo quattro anni fa era stata sostituita “la Malga”, finanziate migliorie e la nuova pista da slittino, inaugurata lo scorso anno. Eppure sempre passata un era geologica. E la chiusura di questa stagione fa tanta paura perchè presagisce a qualcosa di definitivo.

foto d’archivio

Evitarlo, è una scelta politica della quale la Provincia dovrà assumersi una grande fetta di responsabilità. Perché le idee e gli stimoli ci sono tutte e tutti. 

Un illuminato imprenditore fiammazzo.

Qualche anno fa, pensò proprio nella stessa catena del Lagorai solo in un altro punto più ad est qualcosa di straordinario. Proponeva di rilanciare i luoghi attraverso la loro rinaturalizzazione. 

Il progetto naufragò probabilmente perché gli interessi economici della località in parola e il suo grado di antropizzazione impedirono di trovare un sereno accordo con gli attori economici del posto. 

In questo caso invece, Trentino Sviluppo, che è proprietà della quasi totalità degli asset locali, potrebbe forse applicare la norma provinciale. Prevede incentivi in caso di dismissioni e nuove idee. 

Forme molto più soft di divertimento sulla neve ma soprattutto una infrastrutturazione super leggera adatta rendere alla portata di molte più persone l’attività di alpinismo sulla neve. Panarotta, Fravort, Gronlait, luoghi sconosciuti ai più possono diventare un prodotto turistico che dia lavoro ad alcune famiglie?

Noi siamo convinti di sì. Oltre alla vicinanza ai territori espressa nelle giunte girovaghe nei Comuni, per il loro sviluppo e per la credibilità della Provincia ci vogliono idee, progetti e relativi stanziamenti di fondi a bilancio. 

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Valsugana: obiettivo sviluppo territoriale.

Da Michele Dallapiccola 12 Dicembre 2022

Nel variegato paesaggio del Trentino, sono molte le valli che hanno sviluppato un’autentica vocazione economica o produttiva. Penso al distretto artigianale industriale di Rovereto, agli ortaggi per la val di Gresta, alla mela o alla vite per le famose valli di Non e Cembra. Senza dimenticare la marcata vocazione turistica invernale o estiva di molte altre località.

In mezzo a tutti questi aspetti, la Valsugana invece si è distinta per una caratterizzazione piuttosto composita della sua vocazione economica. Nessuna delle quali è mai arrivata a prevalere sulle altre. 

I distretti meritano una menzione speciale.

Parto da quella turistica estiva sul distretto dei laghi; o ancora, dei distretti Industriali a Pergine, Levico, Borgo e Grigno. Notevole l’agricoltura anche di eccellenza rappresentata da Sant’Orsola, il termalismo di Levico e Roncegno, la natura selvaggia del Lagorai, i siti storici e culturali della val dei Mocheni, di Sella Valsugana e quelli dei circuiti della Grande Guerra. Gettonatissimi anche gli sport sulla neve del Brocon, in Lavarone ma ahimè, non più sulla Panarotta. Una nota di encomio infine, va tutta al turismo di nicchia della singolare ma interessantissima iniziativa vacanze in Baita e anche qui dei B&B di qualità. Eppure nonostante tutto questo meraviglioso elenco, la sensazione che i valsuganotti siano sì, degli ottimi interpreti della loro storia, purtroppo però ancora in cerca di autore, c’è tutta.

La fiducia attraverso la promozione di progetti concreti

Ci ha provato a lungo la Provincia – ad esempio – attraverso i fondi LEADER, messi a disposizione dall’Europa per rilanciare la Valle. Forse con troppo, troppo poco. Eppure in passato la Provincia ci ha creduto, mettendoci del suo. Penso ai finanziamenti del rinnovo dell’impianto irriguo del conoide di Pergine, del nuovo Stabilimento di Sant’Orsola, del Biogas consortile di Villa Agnedo o degli impianti sciistici della Panarotta (ora lasciata al suo destino) di Lavarone o del progetto Aree Interne in Tesino (ancora al palo).

E ancora, sempre in passato, la Provincia ha provato a crederci purtroppo senza adeguato sostegno da parte della giunta attuale. Al manifestarsi delle prime difficoltà a proseguire la lega ha abbandonato numerosi progetti di sviluppo già avviati. E così ad andare in fumo in questa legislatura sono stati diversi finanziamenti stanziati dalla precedente. 

Cito la bonifica di Villa Agnedo, pensata per creare nuovi vigneti o l’ammodernamento delle terme di Levico. Senza voler agitare il coltello nella piaga della Panarotta. 

Le proposte di oggi

Oggi invece assistiamo a proposte di sviluppo del governo leghista, tutte incentrate sullo sviluppo di arterie stradali. Ad ora parliamo soltanto di promesse. Tutta da verificare ad esempio, c’è quella di estrinsecare l’attenzione a questo territorio attraverso 30 milioni di euro di asfalto. Nello stesso posto dove la provincia ha appena finito di spendere 10.

Insomma, la legislatura finirà con un bel progetto di uno stradone, finanziato in annualità mi pare dal 2024 al 2032. Un bel pagherò (se mai farò). Forse, con tutte le premesse raccontate sopra, il collegio elettorale di Fugatti meritava proprio qualcosa di più.

12 Dicembre 2022 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
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