Michele Dallapiccola
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Siccità e crisi economica. Tempesta perfetta per la zootecnia dove gli aiuti della giunta arrivano (poco) e fuori tempo massimo.

Da Michele Dallapiccola 24 Luglio 2022

In questo periodo di crisi generalizzata, sarebbe ingiusto stilare una graduatoria che possa stabilire a quale settore economico è andata peggio rispetto ad altri.

Cercando di mantenere il focus delle considerazioni essenzialmente in ambito tecnico si possono osservare delle sostanziali differenze tra un comparto e l’altro. Soprattutto se a venir presi in considerazione sono gli effetti della crisi dentro e fuori al sistema nel quale operano le aziende monitorate. E’ questo il motivo che può riservare alla zootecnia il triste primato di osservato speciale tra i settori colpiti. 

Si tratta infatti di un insieme di aziende dalla delicatezza cristallina la cui marginalità negli anni si è via via sempre più ristretta. 

Non mancano altri problemi di natura sociale quale il forte invecchiamento medio degli imprenditori con conseguente riduzione del numero delle aziende. Con ogni probabilità questo è anche legato al modello di vita che si abbina a chi alleva vacche. Assolutamente fuori paragone a quello di altre professioni. Eppure, nutrite schiere di antropologi e fior di sociologi si sprecano nel raccontare dei custodi del paesaggio. Gli allevatori, secondo tutti, andrebbero premiati in ogni modo e in ogni misura.

Così non è, o almeno non lo è più. Nonostante fosse assolutamente prevedibile l’arrivo di momenti molto difficili. Non a caso, da più di un anno come Gruppo PATT, stimoliamo la giunta provinciale a prendere in considerazione azioni straordinarie di sostegno al settore. Eppure no, caparbio, l’esecutivo provinciale non ha voluto intervenire fin da subito. Assistendo il settore nell’ambito della promozione si sarebbero potuti portare a casa dei risultati da capitalizzare nel momento della crisi. E non si è voluto intervenire nemmeno ad inizio anno, quando le voci cominciavano ad alzarsi anche attraverso i media.

Finalmente arriva oggi un provvedimento annunciato ormai da almeno 3 mesi.

A contarli bene, saranno almeno una decina i comunicati stampa che raccontano dei 4 milioni dedicati all’agricoltura. E anche se osservati attraverso l’ottica di un privato cittadino possono sembrare tanti, va invece preso atto che in ottica di impatto sul settore di tratta di una cifra al limite del risibile. I ristori, di media, si collocheranno intorno ai €100 a capo. E tra scadenze, istruttorie e iter amministrativo complessivo gli allevatori non se li ritroveranno sul conto prima della fine dell’anno.

Dopo la crisi generale, il flagello della siccità

Il problema è che nel frattempo oltre a tutti gli altri incidenti di contesto è arrivata anche la siccità. Che magari per un’impresa industriale o artigianale non è un problema particolarmente grave ma che per la zootecnia è assolutamente devastante. Scene come quelle di questi giorni non si ricordano a memoria d’uomo ed i danni a bestiame e produzione rischiano di essere irreversibili. A QUESTO LINK UNA DELLE TANTE NOTIZIE

Questo anche perché anche se sono finalmente previste precipitazioni in arrivo, i danni al cotico erboso sono irreversibili. Anzi, la poca erba di rispunta che dovesse repentinamente crescere potrebbe risultare ancor più compromissiva della corretta qualità nell’alimentazione del bestiame (chi alleva sa perfettamente a cosa mi riferisco).

Poi per carità, chi investe e fa impresa mette in conto qualsiasi forma di rischio e sono sicuro che i nostri contadini sapranno rialzarsi anche da questo annus horribilis. 

Ciò che sconvolge dunque, è la politica ipocrita che pretende di avere ragione e di raccontare se stessa come capace di aver risolto i problemi del sistema. Invece, anziché annunciare bandi come quello visto in questi giorni, dovrebbe soltanto stare zitta e chiedere scusa. 

Ecco perché la nostra Provincia dovrebbe attivarsi come parte fortemente interessata dal problema. Abbiamo una componente della Giunta provinciale che ha assunto il ruolo di Coordinatrice della Commissione Protezione Civile della Conferenza delle Regioni. I contatti giusti dovrebbero esserci no? A QUESTO LINK UN SEGNO DI VITA. AMMINISTRATIVA.

Con una mozione ad hoc, con la collega Paola Demagri ci attiveremo per impegnare la Giunta a chiedere lo stato di calamità naturale che si è abbattuto sulla zootecnia e sugli istituti di malga e alpeggio in queste settimane, a causa della drammatica condizione di siccità.

24 Luglio 2022 0 Commenti
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Il Civismo al Governo del Trentino? Come il lupo con la cuffia nel letto della nonna. Di Cappuccetto Rosso.

Da Michele Dallapiccola 23 Luglio 2022

La cronaca politica di queste ultime ore riporta alcune notizie piuttosto interessanti solo all’apparenza sganciate tra loro.

Si parte dall’escalation che il peso politico di FDI potrebbe rivestire nell’ormai imminente campagna elettorale e successivo governo. Stando ai sondaggi anche il Trentino, a modo suo, potrebbe contribuire a sostenere il più anti-autonomista dei partiti nazionali. 

Ebbene, nel gioco delle alleanze, i candidati del centrodestra trentino finiranno per fare proprio questo. E lo stesso Fugatti travestito anche lui come il lupo nel letto della nonna di Cappuccetto rosso prova ad indossare la cuffia da moderato. Da capo coalizione quale è, finirà per rivestire il ruolo di coordinatore di questo letterale scempio per la nostra Autonomia. E non sarà solo. C’è infatti chi, più o meno inconsapevolmente, finisce per alimentare il sostegno a FDI in modo ancor più “incappucciato”. Sotto il paravento del civismo, va osservato che chi alimenta le liste satellite del duo FDI&LEGA, porterà acqua al mulino degli statalisti; a settembre in ottica nazionale, il prossimo anno per il governo della Provincia. 

Sostenere gli eredi dell’MSI, di AN e/o della destra vera, non è una convinzione che sta propriamente nelle corde dei trentini. Ecco perché domenica scorsa nel farlo notare, ho toccato qualche nervo scoperto. Due “passionarie” di questo nuovo civismo, in una lista che ne assume il nome, qualche giorno fa si son prese la briga – cercando visibilità sui media locali – di negare spudoratamente questo evidente stato di cose. Io mi ero limitato a commentare l’attivismo degli assessori agli Enti locali che in queste ultime legislature, hanno fatto incetta di amministratori locali in cerca di una scorciatoia per piazza Dante.

Nulla a che vedere col diritto di ciascuno di esprimere la propria idea e offrire la propria disponibilità a candidare dove meglio crede. L’appunto che elevo se mai è un altro. Ed è rivolto proprio a chi cerca di mettersi la cuffia della nonna nella metafora di cui sopra per portare il vestito di espressione civica e dunque moderata. Non devono convincere me. Lo spiegheranno agli elettori.

Chi sostiene Fugatti, sostiene Salvini, Meloni, e tutta la destra da sempre più nemica dell’Autonomia.

Intendiamoci, nessuna recriminazione. Lo sappiamo che noi trentini siamo così. Votiamo e adottiamo opinione politica tanto frastagliata e che assomiglia piaccia o no, sempre più a quella degli italiani.

Gli autonomisti alle nazionali.

Un piccolo baluardo di coesione politico-partitica rimane ancora nel vicino Sudtirol. Almeno in qualche collegio i cugini altoatesini si potranno permettere il lusso di non agganciarsi a nessun schieramento nazionale. ma non in tutti. Per questo è assai probabile immaginare che l’SVP cercherà un accordo a livello locale con dei movimenti che contribuiranno all’elezione dei loro rappresentati. Questo avverrà dove la percentuale bulgara di voto degli autonomisti è ormai uno sbiadito ricordo. Il collegio senatoriale di Bolzano ad esempio potrebbe essere uno di questi. E c’è da scommettere che in quel sostegno fuori dal suo perimetro l’SVP lo saprà valorizzare immediatamente alle nazionali e il prossimo anno per le provinciali.

Nel frattempo il PATT potrà portare il suo contributo sul listino regionale proporzionale per la Camera. Sul resto dei collegi a livello provinciale mi è parso di capire che la direzione del partito al quale appartengo ha già comunicato che invece intenderà non scegliere. 

Non sta a me giudicare o proporre una linea diversa da quella che pare ormai segnata dal partito che mi sento con onore di rappresentare. Suppongo però che da consiglieri provinciali sarà assai difficile sottrarsi alla campagna elettorale o suggerire di non schierarsi alle persone che quotidianamente ci chiederanno un consiglio o un’opinione. 

Il livello personale di ciascuno di noi finirà per emergere e ciascuno contribuirà a sostenere la compagine che più sente propria. 

E’ inevitabile. E con le premesse in apertura a questa mia breve riflessione sopra, mi sembra piuttosto chiaro quale non potrà essere la mia.

23 Luglio 2022 0 Commenti
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IL TRENTINO ARSO DALLA SETE. E LA POLITICA NON PUÒ STARE A GUARDARE.

Da Michele Dallapiccola 23 Luglio 2022

La ricorderemo per un bel pezzo questa anomala estate rovente. E rattrista pensare che questa iperbole climatica quasi senza senso potrebbe pure non rimanere a lungo da sola negli annali della storia. Intanto è la amara realtà di queste settimane. E questo ci basta.

Consultiamo tutti Meteotrentino alla ricerca, in speranza, di qualche evento meteo che interrompa questo flagello.

Oggi, in fondo alla ragionevole serie dei canonici 5 giorni, oltre ai quali ha poco senso fare previsioni, si comincia ad intravedere un po’ di speranza. Anche se sappiamo tutti che quando accade questa inversione di tendenza l’acqua che scende dal cielo è sempre ferale di qualche “problemino”.

Nel frattempo, ancora incendi, paesi senz’acqua, agricoltura in ginocchio e bestiame in sofferenza. Sono situazioni di crisi della cui entità la società, l’economia e la politica dovranno aspettare ad elaborare un conto finale. Di certo, nella cifra finale ci saranno maggiori spese, danni diffusi e minori entrate. C’è da aspettarsi che sarà salata perché questa siccità avrà un riflesso certo anche sul nostro Pil. Quanto, come e perché, saranno le rilevazioni statistiche dei prossimi mesi a definirlo.

Intanto c’è da dire una cosa. Stiamo per affrontare il periodo elettorale nel post anticiclone più caldo che memoria d’uomo ricordi. Saprà la politica farsi carico, nel pieno di questa crisi, di assumere davvero intenti e programmi che ricomprendano azioni a contrasto del cambiamento climatico? Furono prerogativa di certi partiti dalle alterne fortune. Oggi sono pensieri diventati patrimonio dell’umanità.

Oltre alle piogge e alla soluzione della crisi di governo, auguriamoci che questa estate elettorale porti anche un po’ di luce su sensate proposte di politica ambientalista.

23 Luglio 2022 0 Commenti
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Aiuto, a Roma non c’è più il Governo. E adesso?

Da Michele Dallapiccola 22 Luglio 2022

Non è certo una di quelle notizie che sfugge nonostante le news dalla politica non siano per i più propriamente in cima ai propri interessi.I tecnicismi dei prossimi passaggi, è giusto lasciarli raccontare dai media. Ormai anche il web ci informa tutti, in tempo reale e in maniera puntuale.

Se il panorama nazionale è piuttosto convulso, ancora meno chiare sono forse le dinamiche locali. Eppure, anche le varie liste nella loro declinazione provinciale concorreranno infatti alla definizione del parlamento. Il sistema elettorale attualmente vigente è definito rosatellum. (bis per la precisione). Nei seggi uninominali del Trentino, (due alla camera e tre al Senato) andrà in scena uno schema di voto piuttosto consolidato. Ci sarà un candidato del centrodestra contro quello del centrosinistra. Ma c’è una situazione molto interessante. Per tradizione ed ideologia è da sempre riservata agli autonomisti. È quella legata alla corsa con l’SVP, naturalmente su base regionale. Sarà molto semplice per il Partito autonomista collegare i propri, ai voti della Stella alpina di Bolzano pare non bastino. Come storicamente accade è assai probabile immaginare che anche in questa tornata, in questo listino, sarà presente un rappresentante del PATT. Indipendentemente dal risultato personale contribuirà così all’elezione del parlamentare altoatesino autonomista.Sui collegi uninominali delle ultime scorse due tornate, il PATT coltivava ancora buoni rapporti in alleanza al centrosinistra. In accordo coi colleghi di coalizione ciascuna delle tre gambe dell’alleanza si era occupata di promuovere un proprio candidato.

La situazione attuale

Il Partito autonomista ha da poco affrontato il proprio congresso. Ha utilizzato dei claim piuttosto facili da ricordare. Da un alto è lo stesso titolo della tesi del segretario a contenere l’invito a pensare fuori dagli schemi. E infatti prosegue raccontando che per il PATT è giunto il momento delle scelte.Ecco, a ben vedere dal congresso in qua, non sembra proprio questo il principale piglio che il partito nel suo insieme sia stato capace di mostrare. Anzi di voler scegliere da che parte stare, in forma palese unita ed ufficiale, finora non ha proprio dato il minimo segnale.

Di certo, dal livello nazionale è arrivato un fortissimo scossone. E se a non scegliere ancora per un po’ potrà forse provare a tener duro il partito, non ci riusciranno certo a farlo i suoi rappresentanti. Almeno quelli più in prima linea. Un’opinione pubblica attenta alla politica, affranta, preoccupata, incerta del proprio futuro, poco tollererebbe chi non è in grado di esprimere un proprio parere, una linea precisa, un’opinione. Perdente o vincente che sia. Ma chiara e rispondete ad una precisa etica.

Ne sono convinto perché anch’io sento di far parte di questa ampia fascia di popolazione, grazie a dio afflitta da questa preziosa attitudine.

22 Luglio 2022 0 Commenti
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Le proposte del PATT a sostegno dell’ovinicoltura e della transumanza. Settori più vessati che dimenticati dalla politica provinciale.

Da Michele Dallapiccola 20 Luglio 2022

In quest’ultimo periodo si è parlato tanto di crisi della zootecnia. Il riferimento del comune sentire è stato tutto riservato al settore della bovinicoltura da latte. 

Ci sono però altre due specialità di allevamento, riferite ad un sub comparto del quale non si parla mai. La produzione della carne. 

L’esistenza di questo tipo di imprese anche in Trentino è ai più sconosciuta. Sia perché il consumatore medio è sempre meno affezionato a questo alimento sia perché per tradizione ed abitudine la carne di un certo tipo, quella ovina, è praticamente scomparsa dalla tavola dei trentini. 

L’altro motivo che rende questo settore particolarmente ristretto riguarda il fatto che produrre carne richiede tanta terra. Che sia per produrre foraggi che per pascolare. 

Allevati in ricovero, soprattutto per motivi tecnici, i bovini da carne sono rimasti legati al fondovalle dove la terra libera è poca. Di conseguenza, sono pochi anche gli allevamenti di questo tipo. La loro sopravvivenza si è legata ad un percorso di qualità. Certificato dal Marchio Qualità Trentino o dalla cura nella produzione o della lavorazione della carne. Ci sono poi delle vere e proprie mosche bianche che lavorano in filiera corta dal pascolo al lavorato. 

L’allevamento della pecora: perché?

Produrre carne ovina è un lavoro piuttosto singolare. Ha bisogno di tanta superficie e vasti prati dove procurarsi l’erba. Le greggi se la procurano coltivando le superfici d’alta quota o i terreni abbandonati di fondovalle. Il grande valore sociale della transumanza sta tutto nel fatto che le pecore in Trentino finiscono per coltivare terreni che nessuno voleva più: per altitudine o per scomodità. Mantenendo armonico il paesaggio, preservando dal rimboschimento. I capi allevati sono aumentati vertiginosamente in questi anni al punto che secondo ISPAT, lo scorso anno hanno superato in numero i capi bovini sfiorando cifra 50mila.

Comunque sia il metodo col quale viene prodotta, la quota di ovini da macellazione è venduta praticamente tutta agli amici mussulmani residenti in Italia. Con buona pace di dice che è meglio aiutarli a casa loro, non ci fossero gli immigrati, dalle nostre parti di pecore non se ne vedrebbero più. Chissà se è anche il motivo che all’atto pratico fa risultare questa categoria così antipatica al governo provinciale. Che del Carroccio e dei suoi slogan è diretta emanazione. 

I principali “danni” di questa maggioranza? Riduzione di valore della prossima PAC riservata ai transumanti, aumento del periodo di pascolamento obbligatorio per accedervi. Nessuna soluzione né per risolvere lì per ridurre il problema legato alla presenza dei grandi carnivori né nessun aiuto finanziario supplementare risotto ai canonici sostegni europei. 

Per questo motivo, nel prossimo assestamento di bilancio spingeremo questo governo Provinciale ad impegnarsi almeno un po’ a trovare un modo per offrire a questo comparto un sostegno economico e una migliore assistenza nella protezione dai grandi carnivori. Con grande rammarico abbiamo dovuto produrre un tomo di emendamenti ostruzionistici per obbligare la giunta ad ascoltarci. Sono azioni antipatiche ma fino ad ora tutte la altre forme di proposta fin qui effettuare erano cadute nel vuoto.

Allo stato attuale queste imprese operano silenziose ma non per questo lo fanno libere dai problemi – gravi – di questo momento economico.

20 Luglio 2022 0 Commenti
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QUANDO I SONDAGGI NON SONO SU COMMISSIONE.

Da Michele Dallapiccola 19 Luglio 2022

Sono sempre molto più sinceri.

Specie quando a presentarli sono Istituiti autorevoli e non i diretti interessati. È questo il caso, nel quale è occorso il Trentino di ambito sanitario. Un’autentico smacco per un comparto che è sempre stato nelle posizioni di vertice delle classifiche nazionali. Non eravamo abituati ad una sanità che arranca, a reparti di ospedale che centellinano il materiale. Non eravamo pronti a carenze di personale. Le carenze di medici erano qualcosa di lontano.

Ma la cosa che ancora più stride è che questa autorevole ricerca è stata consegnata alla stampa nelle stesse ore in cui, incautamente, la lega incensava se stessa di un sondaggio assai poco credibile. Siamo stati davvero in tanti a pensarlo. E per farsi un’idea della credibilità che trasudava bastava leggere i commenti sui social dei media che avevano fatto passare la notizia. Come andrà a finire non lo sappiamo. Siamo invece convinti che il prossimo governo Provinciale avrà gatte da pelare se vorrà recuperare il gap con altre regioni e che per ora sembra solo in aumento.

AL LINK QUI SOTTO LA NOTIZIA COMPLETA.

La Sanita trentina non è più la migliore.

19 Luglio 2022 0 Commenti
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I lupi del Baldo.

Da Michele Dallapiccola 18 Luglio 2022

Non sono altro che i componenti di un branco tra la trentina di numero che attualmente popolano la nostra Provincia. 

Hanno già fatto scalpore questo scorso inverno in una serie di comparsate tra Loppio e Mori dove sulla locale Statale qualche esemplare ci ha pure rimesso le penne. Probabilmente sono gli stessi che ora si sono portati sul Baldo a predare gli animali monticati. Il risultato di questo stato di cose, al quale gli allevatori non si abitueranno mai, merita oggi menzione. 

La particolare conformazione della zona è caratterizzata da vaste aree vegetate da mughi. Questo stato di cose comporta che a seguito delle predazioni i pastori trovino enorme difficoltà a reperire le carcasse degli animali sbranati. Il bilancio finale è un elevatissimo numero di animali dispersi, specie tra gli ovini. 

Ieri siamo stati in visita alle pendici dell’Altissimo dove si lavora duro. Sette, otto recinti, tre cani maremmani, tre custodi non sono sufficienti ad evitare le numerose predazioni. Perché adesso il lupo si è fatto furbo e a questo punto gli attacchi, anche qui come altrove, avvengono durante le ore del giorno, sotto gli occhi dei conduttori. A quel punto, il Corpo Forestale si trova con le mani legate per quanto riguarda l’ultima magra consolazione. I rimborsi possono avvenire soltanto se si trovano i resti della carcassa predata. 

Verso il Piano Provinciale Gestione del Lupo

Questo sopra è solo uno dei numerosissimi casi dove risulterebbe estremamente utile un servizio suppletivo di guardiania coordinato dalla Provincia. Insieme alla realizzazione di una rete di ripari in quota per i pastori, e ad altri di natura più innovativa (collari con trasponder), potrebbero rappresentare quel plus, riconosciuto al Trentino e fondamentale per ottenere la qualifica di Provincia italiana che effettua la protezione nel migliore dei modi. Perché? A quel punto il Trentino invocando anche la sua specifica legge potrebbe diventare territorio pilota per la sperimentazione di un piano lupo da rimodellare in futuro anche su scala nazionale. Solo in questo modo, è pensabile che lo Stato possa permettere all’Autonomia di agire. Nel migliore dei modi, in tutti i sensi.  Fin quando non sarà così, tutti se ne laveranno la bocca e i veri martiri di questo progetto di conservazione naturalistica saranno solo ed esclusivamente gli allevatori.

Spiego ancora una volta questo passaggio, consapevole di risultare noioso. Perché anche recentemente un quotidiano online si divertiva a definirmi “orso-lupista”. Epiteto, ameno, che fa sorridere me e chi mi conosce bene. E’ il termine usato volgarmente dagli “arrabbiati del lupo”, (che sono comunque da capire) per definire gli animalisti ambientalisti e che la quella redazione online ha deciso di attribuirmi. Impropriamente. Non riconosco come miei, i concetti enunciati nel pezzo pubblicato qualche giorno fa. Non corrispondono alle questioni come le ho sempre spiegate e la loro traduzione su carta, ad opera di una pur apprezzabile “pasionaria del Lagorai”, autrice dello scritto, deriva da una loro libera interpretazione. Inoltre, da quel giornale nessuno ha mai né sentito, né contattato il sottoscritto. (e sono in Consiglio da 14 anni).

Io cerco di comportarmi da persona seria senza prendere in giro nessuno. Che le norme sul lupo non permettano di toccarlo nemmeno con un fiore, l’ho sempre detto. Che si debba spingere al massimo sulle attività di protezione, pure. Solo così, ripeto come sopra, potremo – forse – ottenere dallo Stato la gestione della presenza del lupo attraverso l’abbattimento di qualche capo tra i più dannosi. 

Ora lo hanno capito anche quelli che raccoglievano firme sotto ai gazebo e la facevano facile. E se il quotidiano on-line che ha parlato di me, volesse dedicare un pezzo anche a loro, potrebbe proprio titolarlo “I colpa-di-roma-isti”. 

Ma ai pastori non importa nulla di chi è la colpa. Loro chiedono aiuto e invocano soluzioni.

Quel che resta di un asino qui sopra e di una pecora qui sotto.
18 Luglio 2022 0 Commenti
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Riforma del Turismo. I danni collaterali di una modifica di legge che arriva nel periodo peggiore della sua storia.

Da Michele Dallapiccola 17 Luglio 2022

Un vecchio adagio trentino recita così: “el tess no l’ha mai pensà per el famà”. Chi è sazio non si è mai preoccupato di chi ha fame.

Si tratta di un proverbio che si addice molto bene ad alcuni effetti collaterali della riforma del turismo. A quanto pare, sono diversi gli ambiti di promozione turistica che hanno vissuto le fusioni come imposte dall’alto. Questo è avvenuto specialmente quando a dover subire l’eufemismo dell’armonizzazione, sono stati ambiti piccoli (affamati di presenze) condotti nelle spire di ambiti ampiamente già strutturati (i sazi). Del resto, è molto più facile ascoltare Campiglio, Val di Fassa e il Garda che tante altre località pur sempre trentine, pur sempre potenzialmente turistiche ma più piccole e dunque meno interessanti dal punto di vista del consenso.

Ne abbiamo già parlato anche recentemente, a proposito di due ambiti fusi per superiore imposizione. Comano e Pinè, pur per motivi, stato di operatività e prospettive future assai diverse, sono zone tra i cui operatori lo scoramento è più che palpabile.

Allo stato d’animo diffuso nei territori di questi due enti, si aggiunge quello di chi, da subito, aveva manifestato disagio. Le APT della Vallagarina e quella sospesa tra le Maddalene e la Rocchetta.

A questi territori oggi si affianca oggi il Consorzio di Promozione del Chiese dei cui dolori da ampio resoconto la carta stampata. Una valle la cui vocazione turistica non è tra le più antiche eppure ricca di interessanti peculiarità. Avrebbe bisogno di una cura certosina nella creazione del prodotto. Con un aiuto dall’alto – ci mancherebbe – ma soprattutto grazie all’attenzione focalizzata che solo enti locali di promozione di piccola dimensione possono dare. L’attività a misura di territorio, è più in grado di sollecitare e organizzare la disponibilità del volontariato. E molte delle nostre manifestazioni, di piena valenza turistica, sono costruite intorno all’esistenza e all’attività delle Proloco. Pensar di liquidare la soddisfazione del volontariato, con una mera assegnazione e di contributi non basta di certo. 

Così la confusione regna sovrana, i dipendenti lavorano malvolentieri e a farne le spese con loro sono i turisti nostri ospiti. A questa sussidiarietà al contrario, si è arrivati a causa di un disegno della giunta influenzato all’anarchia delle scelte. Dei quattro ambiti pensati sin dall’inizio, soprattutto su suggerimento di un’associazione di categoria, si è passati ad un assetto che più che variabile assai confuso. 

Sul turismo, la tempesta perfetta.

Come se non bastasse, il comparto trattore dell’economia trentina, boccheggia a causa di una tempesta perfetta che nessuno avrebbe mai neanche lontanamente potuto immaginare.

Post-pandemia, guerra, aumento dei costi delle materie prime, carenza di personale, crisi ambientale, solo per citare le preoccupazioni peggiori.

A queste, la politica provinciale ha pensato bene di aggiungerci l’aumento della tassa di soggiorno e una moltiplicazione di livelli di comando e organizzativi mai visti prima. Alla faccia della semplificazione ora, chi dovrebbe amministrare il Trentino turistico deve destreggiarsi tra ATA, Consorzi di Apt, nuovi CdA, Direttori vari. E se tutto questo non basta ancora questa riforma, applicata ora, nel periodo peggiore del turismo trentino, ha obbligato le aziende di promozione turistica locale a riorganizzarsi, in regole di funzionamento e assetto del personale. Una trovata caparbia, della quale il governo Provinciale pare, pure, andarne fiero. 

Io invece qualche “piccola” perplessità la percepisco tutta. E penso anche che il nostro compito sia dar voce a chi non se la sente di farlo in prima persona.

17 Luglio 2022 0 Commenti
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Il vizietto.

Da Michele Dallapiccola 16 Luglio 2022

Destino o concorrenza casuale di eventi?

Per occasione che di ogni uomo fa ladro, o per semplice casualità, fatto sta che chi fa l’assessore provinciale agli Enti locali in Trentino, finisce vittima di questo veniale peccato. Un vizietto, insomma. Ogni Presidente della PAT che io ricordi, si è trovato in Giunta un suo “tessitore” finito a girare il Trentino alla ricerca di amministratori locali da far candidare in una propria lista.

Per Dellai fu Grisenti. Forte di un percorso che li aveva visti crescere insieme, con alterne fortune, già vent’anni fa l’Assessore dal canuto soprannome, solcava le valli della Provincia a fare scouting di amministratori locali con la voglia di crescere. Relazioni costruite ragionando sull’opportunità dei vari contributi provinciali per i Comuni portavano a rapporti intensi tra il dicastero e i sindaci di allora.

Poi venne il tempo di Rossi Presidente. Forte dello stesso titolo di studio del suo predecessore e di una ancor più evidente scuola politica, il suo braccio destro agli Enti locali, veniva direttamente da Vermiglio.

Tra caffè di parole e sogni forse troppo in là rispetto alla propria reale portata anche questo fido (?) assessore non resistette alla tentazione di praticare la prassi del reclutamento. 

Vuoi che i tempi non erano maturi, vuoi che le figure raccolte dentro allo stesso contenitore, erano di troppo disparata provenienza politica, fatto sta che anche in questo secondo caso le cose andarono male.

La terza volta.

Anche il Fugatti presidente dell’oggi ha il suo tessitore. Stesso incarico di Giunta, stesso piglio suadente, stesso vizietto dei suoi predecessori. Poco importa se dai racconti di una sua militanza di gioventù emergano movimenti dalle pieghe politiche – diciamo – molto pronunciate. Oggi meglio “stirarle” (cosa non si fa per non infastidire le potenziali adesioni più sensibili). 

Dico questo perché le novità introdotte da questo nuovo talent scout pare non vogliano fermarsi al singolo amministratore. Pare che la voglia di reclutamento lo spinga a tentare di arruolare anche altri, interi, movimenti politici. 

Questa volta tutto sembrerebbe procedere per il meglio. Ciò che fece inciampare i suoi predecessori, oggi sembrebbe lontano. Eppure, a ben vedere, all’orizzonte di questo progetto si stagliano un paio di grossi “però”. 

Il primo è tutto interno alla lista ereditata dal compianto Borga. Una piccola pur rispettabilissima aggregazione civica già forte di due capolista, pure di genere diverso. L’ingresso a Piazza Dante, si presenta coi primi due posti già seriamente opzionati in partenza. E questo, all’ambizione di un Sindaco di diventare consigliere provinciale, offre lo stesso appeal di una pelliccia in mezzo al Sahara.

Il secondo “però” riguarda l’entusiasmo col quale le liste civiche di (vero) centro, teoricamente cooptate, dovrebbero incontrare questo improbabile matrimonio. L’attuale maggioranza affronterà le prossime elezioni nazionali certa dell’accordo con Fratelli d’Italia. Qualora confermata lo farà anche a quelle provinciali. Questa presenza “puzzerebbe” fin troppo di quel nazionalismo che già oggi nella coalizione, è sufficientemente alimentato dalla stessa Lega. 

Ci sono poi dei “rumors” assai circostanziati che raccogliamo come tentativo di Lega-Salvini-Trentino di cambiare pelle (politica). NE ABBIAMO PARLATO PIU’ ESTESAMENTE A QUESTO LINK.

Il progetto sembrerebbe quello di escludere PD e FdI spacciandosi come aggregazione di centro moderato. La sola presenza del Carroccio locale, sarebbe però più che sufficiente a spaventare la componente civica più tradizionaliste e più legata all’Autonomia del Trentino. Stressata dall’obbligo di una scelta così radicale questa compagine finirebbe per a portare a destra soltanto pezzi di se stessa. 

Lo racconta una storia già andata in scena nell’autunno del 1998. Come allora per Andreotti, oggi a Fugatti rimarrebbe la scelta del portare con sé alle elezioni provinciali del 2023, soltanto i cocci di questi gruppi oppure i seguaci della Georgia nazionale o perché no, tutt’e due i movimenti insieme. Alla faccia di chi vorrebbe tenere lontana l’Autonomia dallo Statalismo. 

Questa trama così complicata evoca quella del film che casualmente offre il titolo a questa mia breve riflessione politica. Il copione di questo remake, l’ho messo nero su bianco, curioso di vedere come andrà a finire perchè io, onestamente, non sono ancora in grado di fare previsioni.

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Contro le scelte della Giunta in campo sanitario, Centrosinistra e PATT protestano. In due siti distinti: perché?

Da Michele Dallapiccola 15 Luglio 2022

È successo ieri in Trentino. E’ anche vero che con questa compagine politica, il PATT ha in comune una storia di governo lunga 20 anni. Dal 2018 poi, le loro strade si sono però traumaticamente e tragicamente divise.

Da allora da “separati in casa”, siamo comunque all’opposizione. Insieme. Adesso, a quattro anni dallo “scisma” posso testimoniare che la maggioranza dei componenti del Gruppo PATT nella parte sinistra dell’Emiciclo del Consiglio si trova molto bene. Tanto che la Collega Demagri è stata fin da subito riconosciuta e oggi ancora riveste il ruolo di Garante e rappresentante di tutti i gruppi consiliari di minoranza. (5s esclusi)

Ecco perché al fatto che alla manifestazione del centrosinistra contro ai tagli alla Sanità, il PATT non fosse presente non significa nulla di preoccupante. Ciò è accaduto perchè anche il Partito Autonomista ha organizzato una propria manifestazione analoga. Semplicemente in altro luogo. Di sicuro, questo comportamento è piaciuto alla sua Direzione di Partito. In questo momento è in attesa di ritrovare una propria confort zone di azione partitico-politica. 

Nel frattempo, noi Consiglieri possiamo, anzi, dobbiamo capire. Dobbiamo pazientare, è solo questione di tempo. Entro breve il Partito potrà sciogliere le proprie riserve e svelare le sue prossime alleanze in funzione del 2023. 

Nel frattempo gli eletti in consiglio provinciale – come è comprensibile – non possono certo abdicare al proprio compito, alla propria etica e al mandato ricevuto dai cittadini che li hanno votati. Va avanti così da quattro anni e nessuno capirebbe un cambio di rotta o di comportamento. Verrebbe giustamente interpretato – ad esser buoni – come poco serio.

E’ questo il motivo a causa del quale, la maggioranza del Gruppo consiliare Patt, proprio ieri, ha voluto manifestare insieme alla sezione locale del partito a Pellizzano. Si tratta di un luogo simbolo. In quella località i tagli alla sanità dettati dalla spending review del centrodestra trentino hanno picchiato duro. Non sono stati provocati soltanto i problemi legati all’assistenza infermieristica nelle case di riposo ma anche attraverso la soppressione del punto prelievi di zona. Si trattava di un piccolo servizio comunque di grande importanza. Dava qualità a chi ha deciso di vivere in Valle nonostante le difficoltà di mobilità. 

La stampa ha osservato due siti distinti (Trento e Pellizzano) della stessa protesta e lo ha voluto sottolinearlo. E’ comprensibile. A questo link l’articolo in parola.

Può dunque starci il sospetto di una diffusa difficoltà di collaborazione tra il centrosinistra e il PATT. In questa fase però da entrambe le parti della compagine, ci sono consiglieri provinciali che cercano comunque di lavorare e collaborare in funzione dell’interesse dei trentini. Come già detto, rispettando il proprio mandato consiliare di argine alla deriva del centrodestra, cercano di fare più del loro meglio.

Collaborano senza litigare e lavorano in un perimetro politico completamente al di fuori dell’attuale maggioranza. Mentre i partiti stanno decidendo cosa fare. Sarebbe bello mettendoci un po’ più di brio di quello visto finora.

Anche perchè sembra sempre più probabile che a ottobre si voti e allora le scelte saranno obbligate.

15 Luglio 2022 0 Commenti
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