Michele Dallapiccola
  • BIOGRAFIA
  • IDEE E PROPOSTE
  • ATTI POLITICI
  • CONTATTI
Autore

Michele Dallapiccola

Michele Dallapiccola

Drosophila Suzukii siamo ancora lontani dalla soluzione del problema.

Da Michele Dallapiccola 14 Luglio 2022

Qualche passo in avanti nella lotta al flagello della frutta c’è stato, sarebbe disonesto negarlo. Le notizie che arrivano dagli agricoltori di settore, il riferimento è quello dei berries, non sono affatto buone. 

A ben vedere ci sono dei sintomi che impediscono di osservare prospettive future con ampio ottimismo. Il lancio del parassitoide ganapsis brasiliensis avvenuto lo scorso anno in una conferenza stampa direttamente dal campo, non sembra procedere nel più fortunato dei modi. 

È forse questo il motivo a causa del quale la politica locale ne parla poco. Ne parlano invece le riviste specializzate di settore. Informano dell’ampliamento del numero di siti di lancio in numero assai modesto. QUI SOTTO IL LINK ALLA NOTIZIA.

FEM conferma per il 2022 i rilasci contro la Drosophila suzukii

Intanto nella manovra finanziaria, la giunta sembra correre ai ripari. Il fatto che vi sia intenzione di finanziare ancora una volta le necessarie reti è un punto positivo per certi versi ma anche un segnale di estrema debolezza. È una forma di difesa passiva, un rimedio tampone tanto e oneroso quanto complesso da gestire. E la lotta biologica portata avanti con questa velocità offre poco entusiasmo. 

Non è dato sapere perché lo sviluppo del parassitoide proceda così a rilento.

L’unica questione sicura è che anche questa del 2022 per i coltivatori di berries si sta prefigurando come un’estate di passione. 

Siamo sicuri che dalla FEM arriveranno tutte le rassicurazioni del caso. Dall’assessorato uscirà il solito annuncio del massimo impegno e della massima attenzione. Che la colpa è del Ministero che autorizza i siti di lancio con “stitichezza”.

Di certo ascoltando la voce di chi la questione la vive sulla propria pelle – o meglio frutta – l’impressione è che su questo problema l’amministrazione Provinciale poteva sicuramente impegnarsi di più ed ottenere migliori risultati.

14 Luglio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Avanzo su avanzo, la Provincia accumula finanza per il 2023. Ma finora cos’ha fatto partire?

Da Michele Dallapiccola 13 Luglio 2022

La Prima Commissione del Consiglio provinciale sta discutendo in questi giorni dell’assestamento di bilancio.

Detta in parole povere discute un’operazione che rimette in circolo le risorse disponibili a bilancio che per vari motivi, in questo momento dell’anno, non erano ancora state spese. 

La proposta arriva dalla Giunta. Da una prima analisi appaiono sempre più evidenti le sue intenzioni. Anche se l’effettiva discussione e approvazione del documento avverrà alla fine di questo mese.

E qui, sul nostro cruscotto di controllo si accende immediatamente una prima spia rossa di allarme. I tempi tecnici di utilizzo delle cifre stanziate non permetteranno di avere le alcune centinaia di milioni di euro disponibili prima dell’autunno. Si tratta di tempistiche incompatibili con la capacità di spesa che ha finora manifestato questo governo provinciale. Qualora confermato questo trend di spesa consegnerebbe ancora una volta un’ingente quota di risorse non impegnate al prossimo avanzo di amministrazione. Che stavolta sarebbe quello del 2023 l’anno elettorale. 

Che poi, un’amministrazione pubblica sia molto più generosa di contributi pubblici nell’ultimo periodo del proprio mandato è qualcosa di letteralmente banale da constatare. In questo caso però il peccato originale deriva dal fatto che fino ad ora, e durante questi 4 anni di mandato, di azioni di investimento di rilevante valore si è visto davvero poco.

Coi contributi a pioggia si tappano buchi, si accontentano lobby ma non si scrive certo una strategia per il Trentino del domani. Desideriamo una maggiore espansione del comparto turistico? Se si sta privilegiando quale tipo di turismo?  E in agricoltura, quale forma dare alla sostenibilità oppure ancora in che modo risollevare le sorti del settore zootecnico? E del Trentino tecnologico industriale che fine hanno fatto i grandi investimenti pubblici in ricerca&sviluppo che tanto hanno portato bene al comparto soprattutto nell’ambito della meccatronica dei primi anni 2000. Ecco perché possiamo dire che manca un piano complessivo di interventi per rendere davvero il sistema economico Trentino più competitivo in Italia e nel mondo. 

Che l’iniezione di risorse per opere pubbliche non sia la soluzione a una crisi strutturale lo dimostra il recente passato. Nel 2008 a valere sul 2009 furono addirittura 800 i milioni di euro messi a disposizione dalla PAT per il sistema economico per provare a contrastare la crisi. Fu una cifra così importante da rendere simili a briciole quelle a disposizione oggi da questa maggioranza. Al  di là di questo pietoso racconto l’analisi pluriennale del PIL insegnò che il sussulto che il mercato economico ricevette, ebbe il senso di un fuoco di paglia. Il Trentino economico presentò un significativo miglioramento solo nell’anno successivo per ripiombare nella seconda ondata di crisi del 2012. A quel punto come ben ricorderanno gli appassionati di cronaca politica locale l’unica strada che rimase alla PAT fu quella di interpretare in modo proprio i dettami della spending review nazionale. Tra tutte è significativo il blocco totale del turnover del personale pensionato. 

Il calo del PIL nel 2009 e il suo modesto aumento del 2010 nonostante gli 800 milioni stanziati dalla PAT

Oggi, alcune tra le imposizioni più pesanti di quel periodo sono almeno in parte superate. Eppure la situazione delle casse provinciali è ancora in evidente profonda crisi. La pandemia non ha aiutato come non lo hanno fatto le condizioni generali geopolitiche dell’attuale contesto. La carenza di personale, la mancanza di materie prime e di aziende che siano disponibili ad eseguire lavori ed appalti a prezzi correnti, stanno creando condizioni impossibili. Arrivando a ridurre l’impatto positivo dell’enorme disponibilità di Fondi del PNRR.

Questo meraviglioso strumento messo a disposizione innanzitutto dall’Europa attraverso lo Stato italiano, poteva davvero ribaltare come un calzino l’economia in crisi. Sarà davvero così alla fine? 

PS. NOTA DI COLORE. La foto di copertina è una panoramica del Cantiere della Variante di Nago. Ogni tanto la Giunta ci fa visita. Credo ci siano affezionati perché insieme al depuratore di Trento sud sono le due opere più importanti in itinere della PAT. Valgono quasi 300 milioni di euro e non le hanno nemmeno fatte partire loro.

13 Luglio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Grandi progetti per le cooperative agricole. Che fine ha fatto la visone del settore primario del domani?

Da Michele Dallapiccola 13 Luglio 2022

Anche in campo agricolo, il modello economico cooperativo trentino rappresenta un’autentica eccellenza nell’approccio alla produzione.

Seppur vada riconosciuto che l’importante dimensione di questo comparto, non ha impedito al settore privato di continuare ad operare ed espandersi. Sono state costruite validissime alternative e penso al settore lattiero caseario ma anche vere e proprie eccellenze nazionali e di interazioni. In questo secondo caso l’obbligo di riferimento va al brand Ferrari nella spumantistica. 

Uno tra i principali punti di forza del sistema Cooperativo è quello di permettere grandi economie di scala. E’ questo il più evidente motivo grazie al quale, in questo momento di crisi, gli aiuti pubblici qui, produrrebbero il miglior rapporto costo – beneficio. 

I sostegni pubblici indirizzati ad aziende cooperative determinerebbero un vero e proprio effetto cascata su tutti i consorziati. E’ quanto emerso dalle audizioni in Commissione bilancio del Consiglio provinciale lunedì pomeriggio. La segnalazione, ancora una volta arriva dai sindacati agricoli e dalle associazioni di categoria coinvolte.

Il grido di allarme del settore lattiero caseario.

Si pensi al settore lattiero caseario e a quanto bene potrebbe fare un intervento per ridurre i costi di produzione come ben ha segnalato il presidente della federazione Giacomo Broch.

Immaginiamoci ad esempio per gli impianti del settore lattiero caseario, una conversione degli impianti per la produzione dell’energia attualmente dipendenti dal gas. Quanto potrebbero risparmiare sostituendo l’approvvigionamento di elettricità e calore da fonti alternative anziché ordinarie. 

Aiuti assegnati con bandi specifici in questo senso comporterebbero un impegno finanziario relativamente modesto. E gli effetti a cascata particolarmente positivi gioverebbero ad un gran numero di persone. Per gli allevatori, la pressione sui bilanci non deriva soltanto dagli aumenti sulle materie prime o sui costi diretti aziendali. In più, la cooperativa è costretta giocoforza a girare sul bilancio finale del prodotto latte, anche l’aumento dei costi della trasformazione in prodotto finale.

I progetti per la mela di domani.

Pensiamo l’esempio assai interessante che ci offre anche questo comparto.

Parliamo del distretto della mela, nonostante questo non si trovi tra quelli che per primi determinano preoccupazione nello stato d’animo dei Trentini. Un antico adagio latino ci ricorda che se vuoi la pace devi prepararti alla guerra. È giusto allora preparare un’intera valle ad affrontare le sfide del domani?  

La sostenibilità dal punto di vista dell’ utilizzo degli agrofarmaci e dell’acqua sono due obiettivi che il sistema cooperativo melicolo trentino persegue con immenso rispetto. Anche per questo, da anni l’approccio alla produzione così sviluppato, ha raggiunto livelli d’eccellenza nazionale e internazionale. 

Fin dall’inizio della legislatura e stakeholder del settore avevano segnalato l’esigenza di portare avanti il “Piano acqua Val di Non”, avviato dalla precedente legislatura con una vera e propria dotazione di fondi. Cancellati a favore della proposta del fantomatico “tubone”. L’altro fulcro di aspetto innovativo, quello di affrontare l’utilizzo degli agrofarmaci attraverso la modalità di distribuzione sopra chioma. Non sarebbe stato forse questo, un progetto di sistema innovativo sul quale investire? E non è forse questo sito dove allocare precise risorse con la ragionevole aspettativa di constatarne una ricaduta più che diffusa?

La politica della visone, finanzia grandi progetti; quella del consenso elettorale (tutto da dimostrare) risponde invece alle esigenze puntuali. In questo momento pure male, a quanto pare.

13 Luglio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Emergenza lavoro. Capovolto il problema domanda offerta.

Da Michele Dallapiccola 11 Luglio 2022

Sono tanti i paradigmi che ha messo in discussione questa crisi geopolitica mondiale. Tra tutti, anche in Trentino, mai si sarebbe pensato che nel mercato del lavoro il problema di trovare un impiego si sarebbe trasformato nella difficoltà di trovare personale da impiegare.

Il codice fiscale per assumere un lavoratore straniero? Un’odissea.

Nelle audizioni in Commissione Consiliare per la discussione dell’assestamento di Bilancio 2022,  le parti sindacali sono state chiare. Faccio riferimento tra tutte al sindacato agricolo CIA che ha puntualmente segnalato un problema ormai conclamato. Ottenere un codice fiscale per assumere un impiegato è straniero è diventata un’odissea della durata di un numero imprecisato di settimane. Oggi il problema è essenzialmente per chi deve raccogliere la frutta tipicamente estiva.

Ma quando arriverà il tempo di vendemmia e raccolta mele? Speriamo che l’interesse diretto (e forse univoco) della giunta per questo comparto, sbrogli la matassa anche per i settori fin qui snobbati.

E non è solo il campo agricolo a vivere la pena di questo particolare frangente temporale. Anche il settore del turismo vive in uno stato di perenne allarme anche perché come nel primario la manodopera di base principalmente impiegata è essenzialmente straniera. 

Il colpo di grazia al mercato del lavoro dalle misure populiste di un governo passato.

Del paradosso che si è generato a partire dal livello nazionale, ne abbiamo parlato molte volte. A mio modesto avviso, gran parte di questa crisi strutturale è frutto degli effetti dell’applicazione pratica del populismo del governo giallo-verde. 

Da un lato aveva varato misure favorenti il reddito di cittadinanza e tutti gli escamotage per aggirarne la revoca.  Dall’altro al grido di salviniana memoria, “blocchiamo i porti!”, ci siamo preclusi la possibilità di alimentare il mercato del lavoro per tutte quelle attività che, in grande onestà, nessuno vuole fare più. E saranno in molti a ricordare che anche a livello provinciale, soprattutto nei primi mesi di governo, si scimmiottava il Capitano al motto di “aiutiamoli a casa loro!”. Peccato che lo scouting degli “scaldadivano” della lega locale frutti, ne abbia dati gran pochi. Non ne parla più nessuno ma il Web non perdona e con una semplice googlata, di articoli al riguardo nel recupera in abbondanza. DAL 2020, QUI UNO DEI TANTI ARTICOLI A PROPOSITO.

Il Trentino la terra della precarietà

Che poi il matching domanda-offerta del mercato lavoro sia afflitto da ulteriori difficoltà tutte locali, tutte da comprendere, lo certifica anche il numero di contratti precari particolarmente elevato proprio in Trentino. Solo qualche giorno fa un sindacato provinciale diffondeva a mezzo stampa, i dati di confronto tra la situazione Trentina e le realtà amministrative viciniore. Alla fine del 2021 la percentuale di occupati a tempo determinato sul totale degli occupati alle dipendenze era infatti pari al 19,4% contro il 16,3% in Alto Adige, il 16,4% della media nazionale, il 15,6% del Nordest e il 15,2% dell’area euro.

L’incubo Progettone

Ora, è difficile pensare che dall’amministrazione provinciale arriverà il classico colpo di reni. È pur vero che sono dinamiche molto difficili da governare ma quando il problema più urgente per la Giunta provinciale è portare in Consiglio provinciale la riforma del Progettone, penso si possa aver detto tutto. Anzi no!

L’urgenza mediatica di poter comunicare di aver effettuato una riforma è molto più importante della riforma stessa visto che l’ultimo emendamento disponibile dall’assessorato che girava in commissione era quello che la farà partire dal 2024.

Nel frattempo precariato e frutta sulle piante mi sa tanto che possono aspettare.

11 Luglio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Riforma del turismo. Qualcosa sta andando storto.

Da Michele Dallapiccola 10 Luglio 2022

Che il sistema di finanziamento delle aziende di promozione turistica – APT – abbisognasse di un adeguamento alla normativa europea era un dato di fatto conosciuto già da qualche anno. 

Una volta al governo della provincia la lega però ha deciso di andare oltre. Grazie al suo intervento, alcune suggestioni, annoso sogno nel cassetto di un’associazione di categoria, sono divenute realtà. Eppure, la rivisitazione dei confini delle varie Aziende-promo-turistica, non era certo tra le priorità segnalate da parte degli operatori locali. E la veridicità di ciò che sto dicendo trova ragion d’essere nel fatto che sono stati diversi i territori che si sono rifiutati di adeguarsi. Le imposizioni di regole e confini sembravano studiati a tavolino anziché in loco. 

I fatti di recente cronaca amministrativa raccontano poi che alcuni territori minori – quelli che più avrebbero dovuto giovare dello stimolo derivante da nuovi diversi collegamenti territoriali, non hanno assolutamente ricevuto l’adeguato impulso. Per essere chiari, di aspetti migliorativi non ce ne sono stati.  Anzi, qualche singolo caso di impresa turistica avrebbe già assunto pieghe finanziarie più che drammatiche. In alcune zone in particolare.

I nervi scoperti di una riforma più imposta che condivisa

Da un un lato, gli albergatori del pinetano stanno attendendo uno stadio milionario che dovrebbe risolvere tutti i problemi turistici dell’Altopiano. Arriverà così tardi (se mai arriverà);rispetto alle gravi difficoltà di alcuni operatori di oggi che nel parallelo religioso, per loro, sembra quasi prospettarsi come attesa di un premio più grande nell’aldilà.

Altrove è andata pure peggio. Erano in molti ad attendere i grandi investimenti dall’Alto Garda nelle zone viciniore, con eufemismo definite armonizzate. A ben vedere con Comano, si è trattato in realtà di una vera e propria fagocitosi. Avrebbe dovuto portare un implemento di presenze ed attività legate al prodotto turistico. Invece la meravigliosa zona nel cuore agricolo e termale del Trentino, boccheggia in uno stato che, più che asfittico, sembra già pre agonico 

A parziale giustificazione di una colpevolissima politica si può considerare che due tra gli strumenti più potenti che dovevano servire proprio a livellare differenze di risposta dei vari territori non sono ancora partiti. Di chi sia la colpa non è dato sapere ma intanto la Guest Platform, un potentissimo strumento digitale così misterioso è ancora così lontano dalla realtà che starebbe meglio rinominato col nome di “Ghost” Platform. 

D’altro canto, inquieta l’aleatorietà delle nuove istituzioni: le ATA. Le associazioni territoriali d’ambito, su grande pubblico ed utenza finale, hanno manifestato la più totale evanescenza. Probabilmente a causa di un’operatività incompresa e una dotazione finanziaria ancora imprecisata. 

A questo punto, la prassi della Provincia è rispondere a queste domande contestando queste mie come illazioni e che in realtà è tutto pronto e operativo. Del resto, sono affermazioni di un consigliere di minoranza, dunque potrebbe starci. Non fosse che chi sta subendo questo governo provinciale è più che consapevole che il racconto di qui sopra non è frutto di fantasia. Si tratta di una vera e propria testimonianza derivante da uno stretto rapporto con alcuni operatori turistici locali. E’ da loro che è arrivato l’incarico di lanciare questo grido di profonda preoccupazione.

Una timida speranza

L’occasione dell’assestamento sarà un test per verificare se questa amministrazione provinciale è ancora in grado di esprimere un barlume di coscienza amministrativa o ha sacrificato tutto il suo sapere al piano mediatico e a quello dell’esibizionismo politico. 

Non si tratta insomma di una querelle tra maggioranza e minoranza quanto piuttosto della sopravvivenza di alcune storiche aziende turistiche e alberghiere. Se non si correrà urgentemente ai ripari, tra poco tempo alcune di loro si troveranno costrette a chiudere i battenti.

Altro che riforma epocale, altro che concertone per rilanciare il turismo trentino.

10 Luglio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Alle amministrative del 2023, in Trentino andrà in scena l’Amleto?

Da Michele Dallapiccola 10 Luglio 2022

Questa scorsa settimana la cronaca politica ha scritto (a onor del vero un po’ in sordina) di un fatto politico molto interessante. La presentazione della sede e dell’organigramma della nuova formazione politica civica di centro che è Campobase

Ma perché un evento non particolarmente roboante rappresenta un fatto così significativo?

Chi segue la politica provinciale, ha chiaramente presente chi stia governando il Trentino in questo momento. Si tratta di una coalizione di centro-destra, saldamente guidata dalla Lega. Alle sue spalle scalpitano i Fratelli d’Italia. Affamati di seggi? Sicuramente forti di un sondaggio nazionale che li dà sempre più in ascesa.

Contrapposti a questo blocco, nell’altro lato dell’emiciclo del Consiglio provinciale vivacchiano le forze di centro sinistra. In cerca d’autore, stanno cominciando a ripensare scenari di governo abbandonati – obtorto collo – nel 2018.

Nel frattempo, Fugatti ce la sta mettendo tutta a scrollarsi di dosso quell’immagine di partito nazionalista completamente appiattito sul modo di operare di Salvini. Del resto, quando il capitano era in auge e faceva comodo, anche in Città, gli hanno dedicato una filiale. Lega Salvini Trentino, è il nome del partito che ci governa oggi. Ricordiamolo.

L’evoluzione procede a rilento. Questo perché il leader locale persegue gli stessi metodi del suo mentore nazionale. Probabilmente è per questo che non perde occasione di esibirsi pubblicamente spesso insieme al resto del suo esecutivo. Eventi, catastrofi, matrimoni, tutto ciò che preveda un palco o delle telecamere è loro! A governare in Provincia lasciano i dirigenti, buoni per ogni risultato. Da incolpare se le cose vanno male, da ingloriare se tutto procede per il meglio. 

Intanto anche dentro alla coalizione di governo, gli assessori – pur presuli da militanze a destra di non poco conto – provano a ripulire la loro immagine. Sono almeno un paio i tentativi di costruzione di movimenti civici da quel lato politico. Perché anche se si spacceranno per centristi e moderati andranno di fatto a sostenere Lega, Salvini e “compagnia cantante”.

Tra l’altro, a ben vedere, questa operazione per il centrodestra è a saldo zero. Gli arruolati, finora sciorinati nelle opportune conferenze stampa sono tutte persone che avevano ampiamente dato dimostrazione di aver sostenuto Fugatti già nel 2018. 

Nel frattempo nel mare magno dei voti al centro (oggi lo scouting politico è tutto lì) naviga anche il gruppo di Campobase. Che alla sinistra trentina fa tremendamente comodo. Eccolo qui il valore della notizia che ho preannunciato in apertura. Una grossa novità per gli antagonisti a Fugatti. E’ il Centro, potenziale anello di congiunzione tra la sinistra e gli altri partiti più tradizionalisti, centristi o autonomisti che potrebbero aderire all’alleanza antilega.

Anche questo raggruppamento potrebbe risultare potenzialmente attrattivo anche per il Partito Autonomista. E benché ora sia alle prese con un dibattito interno tutto suo, sta stilando un proprio programma. Non appena avrà dipanato la sua diatriba interna non potrà che aderire ad uno solo dei due blocchi raccontati sopra. Una tattica già vista in passato. Condivisibile o meno, è quella che butta il convento autonomista in questo momento. Con buona pace di chi fa già i conti dei suoi voti.

Quella di confezionare un programma per attrarre elettori è una tiritera abbastanza diffusa. Nonostante sia normale che dal modus operandi di un partito, legato a doppia mandata la propria ideologia di fondo, scaturisca un proprio programma di governo in maniera quasi naturale.

Ad esempio, la lega ha governato in questi anni all’insegna del: “dimmi cosa vuoi che faccia e io lo farò” ( o meglio, te lo prometto, visto che finora di concreto finora si è visto gran poco) 

Il centro-sinistra cercherà di trovare risposte ai principali bisogni in ambito sanitario, economico e sociale coniugandoli una propria visione.

Come potrebbe andare a finire? 

All’atto pratico ai Trentini verrà fatta una proposta da due specifici distinti blocchi. 

L’uno capitanato da Fugatti, l’altro, da una nuova figura presidenziale, interprete di novità e di competenza. Non c’è come quando manca una cosa per accorgersi del suo valore. In questo senso il governo Provinciale in carica ha dimostrato quanto le attitudini di cui sopra siano necessarie per procedere bene negli atti legislativi di governo.

Ecco perchè nell’autunno elettorale del prossimo anno, al Trentino si prospetterà quel classico, autentico dilemma da interpretare in maniera drammatica come nell’Amleto: Lega o non lega: questo è il problema! 

E dividendosi tra le due parti, nessuno potrà sottrarsi a questa basilare scelta. 

10 Luglio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Il grido di dolore dei pastori del Lagorai. 

Da Michele Dallapiccola 8 Luglio 2022

Che ad attendere i pastori in malga anche quest’anno fossero sempre più numerosi branchi di lupi è cosa che i pastori avevano messo in conto da un pezzo. La ferocia degli attacchi di questi giorni però non era cosa assolutamente prevista. 

Il fatto drammatico che ci viene segnalato in queste ore riguarda una predazione a carico di un piccolo gregge di pecore. Sono circa 500 i capi che in queste ore stanno transitando dal Passo 5 Croci in cima alla Val Campelle e che hanno dovuto subire un pesante sacrificio. 

A più riprese sono ormai circa una trentina i capi sbranati in questi giorni. Con ogni probabilità si tratta dello stesso branco di lupi che ormai dall’inizio della settimana sta circondando il gregge. Alla sua custodia non vigliano persone sprovvedute. Il conduttore è una persona coraggiosa dotata di recinti e che aveva portato con sé anche una coppia di cani maremmani. Dico “aveva” perché c’è un fatto atroce da segnalare. 

Nella predazione di questa notte il branco ha ucciso anche uno dei due maremmani che erano a guardiania del gregge insieme ad altri cani.. 

Il grido di dolore lanciato dai ragazzi proprietari delle pecore si unisce a quello degli altri pastori del Trentino. In questa zona ne trova una ragione in più. Sono infatti ben 5 i greggi che nel raggio di pochi chilometri stanno vivendo l’attacco massivo di questi – uno o due – branchi di lupi. I Servizi Forestali sono sicuramente avvisati ma l’informazione che passa sugli utenti è che loro abbiano le mani legate. 

E’ sostanzialmente questo il motivo che di risulta porta subito ad interrogare la politica. Che da anni risponde ormai con la stessa cantilena: dobbiamo aspettare Roma. 

Invece, quest’anno si sarebbero potuti accogliere i pastori con qualche novità. Mentre aspettiamo il Piano lupo nazionale, si sarebbero potuti attivare dei ripari fissi e creare le condizioni affinché la guardiania basata sul volontariato potesse avere qui una collocazione decorosa. Quest’attività di volontariato, già presente in altre regioni, coadiuva i pastori grazie ad una preparazione necessaria per attivare le azioni di guardiania e di gestione dei lupi accanto ai nostri pastori. 

La cantilena che il Ministro a Roma è avvisato, che si sta facendo tutto il possibile, non basta più. Ciò è reso evidente dal fatto che i  risultati pratici e concreti sono pari a zero. 

Qui oggi pubblico malvolentieri foto spaventose. Lo faccio però perchè è giusto che le persone che leggono vedano le scene che al mattino ormai quotidianamente, si prospettano i nostri pastori.

I recinti e i cani non bastano più. Quel supplemento di guardiania, per imitare quello che è stato fatto in Lombardia o in Piemonte è ormai ineludibile. I pastori hanno il diritto di occuparsi delle proprie greggi. E’ compito delle amministrazioni coadiuvare nella custodia del bestiame, sono convinto, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo. 

Invece, adesso, la lega ha deciso di insabbiare tutto. La tecnica di non comunicare, di non parlare più dell’esistenza del lupo nella speranza che l’accettazione sociale finisca per accogliere la sua presenza, è una mera illusione.

E’ questo allora è il senso di questi momenti di denuncia. Raccontano di persone come quelle che vi stanno parlando ora e che non possono tacere.

Da forza di opposizione la lega si era specializzata in raccolta firme, conferenze stampa e sit-in sotto un gazebo sul posto. Ora che è al governo è salita sui palchi delle manifestazioni di protesta organizzate dal sindacato agricolo di turno. Tutte cose che non servono un fico secco se non vengono accompagnate da azioni concrete in tempo breve. 

So che è molto duro quello che sto dicendo, ma ciò che (non) sta facendo l’amministrazione provinciale oggi è davvero troppo, troppo poco.

8 Luglio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Viabilità del Vanoi. Un’estate di passione. 

Da Michele Dallapiccola 7 Luglio 2022

Vivere in periferia, scegliere di abitare in una delle meravigliose Valli del Trentino richiede amore per la propria terra.

Chi decide di mantenere vive le proprie radici lo fa nella consapevolezza che troverà davanti a sé qualche difficoltà in più. Tra tutte, la distanza dai servizi. Per questo motivo chiunque abiti in periferia è comunque disposto a sopportare il disagio di viaggi, distanze ed attese che si verificano a bordo del proprio mezzo di trasporto o in quello messo a disposizione dai servizi pubblici. 

Una grande stagione di interventi pubblici dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri ha consegnato alla nostra Provincia una rete viaria invidiabile che ha bisogno di continua manutenzione. Ben si comprende dunque che ci siano forti e importanti necessità di manutenzione. Chi vive in periferia sa metterlo in conto. Al disagio del normale tragitto va aggiunto anche quello derivante dalle attese durante i periodi di manutenzione della sede stradale. Si comprende anche quando i siti di manutenzione sono multipli. Come quello che sta accadendo in questi giorni a chi deve raggiungere la Valle del Vanoi.

Le problematiche si evidenziano sia in situ cioè direttamente in Valle sia a livello di Schener, sia nella preziosissima galleria che attraversa il monte Totoga.

Senza contare le problematiche per chi proviene dall’unica alternativa rappresentata dal Brocon della quale avevamo già parlato QUI.

Il risultato è un percorso a ostacoli tra l’altro con una serie di chiusure che soprattutto per chi viene da fuori, a scopo turistico ad esempio, non sono di facile reperibilità né tantomeno comprensione. 

Ci chiediamo se la politica sia al corrente di queste difficoltà assolutamente in antitesi con quanto dalla stessa pubblicamente sempre dichiarato. La vicinanza alle Valli tanto utile in periodo elettorale al di fuori dello stesso sembra un fatto che rimane preminentemente sulla carta.

Per questi motivi con la collega Paola Demagri abbiamo voluto interrogare la Giunta provinciale. Vogliamo sapere:

  • se l’amministrazione Provinciale è al corrente delle difficoltà che i cantieri estivi stanno procurando a chi deve raggiungere il Vanoi per motivi personali o di svago. 
  • se non ritiene sia il caso di mettere in campo iniziative per migliorare l’informazione e il coordinamento degli orari di apertura/chiusura dei vari cantieri?
7 Luglio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Frequentazione della montagna. Servono soluzioni e la scienza non può alzare bandiera bianca

Da Michele Dallapiccola 6 Luglio 2022

Premetto, convinto, che nessuno nemmeno lontanamente può anche solo immaginare l’immenso strazio al quale sono state sottoposte le persone coinvolte nella tragedia della Marmolada in queste ore. 

Per questo ho trovato così dovuto ed opportuno constatare il cordoglio della Comunità, locale e nazionale. Stretto intorno ai familiari, trasmesso dalle sue Istituzioni. 

Chi soffre, chi sta male, per quanto possa sembrare strano, avverte che queste attestazioni di umano cordoglio aiutano in qualche modo a lenire il dolore provato. E’ poco, ma è tutto quello, e solo quello, che si può fare.

Est modus in rebus (Esiste una misura delle cose)

Dico questo perché passare dalle conferenze stampa all’esposizione mediatica eccessiva è un attimo. Perché il confine tra il giusto, il dovuto e l’inopportuno è davvero sottile. L’effetto “Gabriele Paolini” è in agguato per tutti. Anche per la politica che parte dalle migliori intenzioni e dai più dovuti obblighi istituzionali. Lo rimarco perché alle persone coinvolte va riservato il più devoto rispetto.

C’è poi un ulteriore argomento che considero sostanziale. Mi auguro che la questione riguardante la libera frequentazione dei ghiacciai, venga tolta dalle grinfie della politica il prima possibile. Al pari delle ipotesi riguardanti le varie soluzioni possibili. Perchè di tuttologi ne abbiamo parlato anche ieri; ad ognuno il suo mestiere. Abbiamo appena finito di mandare a riposo un numero imprecisato di virologi che subito si affacciano alla finestra dei media orde di glaciologi e di esperti della montagna. 

Sono tanti quelli che finiscono per soccombere alla tentazione di lanciare soluzioni  estemporanee. Non va affatto bene, lo dico soprattutto a me stesso. I “secondo me”, di fronte a questioni così articolate non sono ammessi. A maggior ragione se vengono dalla politica. Che ha piuttosto il compito di coordinare. La scienza, l’etica, i tecnici e chi ha le competenze per raccogliere dati e offrire soluzioni. Per andare dove? 

Sappiamo che per arrivare al pericolo zero,  dovremmo introdurre il concetto di zero frequentazione di un certo tipo di montagna. Sappiamo che questo non è possibile. Che il ventaglio di soluzioni alternative deve partire da una serie di valutazioni scientifiche. Ecco questo sì lo sappiamo. Abbiamo fior di Istituti e di Istituzioni locali pronte a collaborare. A suggerire. A progettare soluzioni e prevenzione. Facciamoli lavorare. Ascoltiamoli. Non voglio pensare che l’intelligenza delle persone di fronte certe proposte sia costretta ad alzare bandiera rossa, ops, bianca!

6 Luglio 2022 0 Commenti
1 FacebookTwitterLinkedin

Marmolada: una tragedia che lascerà il segno. 

Da Michele Dallapiccola 5 Luglio 2022

Che la montagna sia un luogo di pericolo è cosa nota. E di rispetto delle regole ancor di più. 

Eppure, lo strazio di chi ha perso un proprio caro porta tutti a chiedersi se la cosa, qualcuno poteva farla evitare, impedirla. Qui l’opinione pubblica si spacca in due. Chi chiede precise garanzie, chi invece mostra atteggiamento più fatalista. 

Per potersi schierare ci vorrebbero evidenze scientifiche, cognizione di causa, preparazione giuridica e soprattutto tanta, tantissima pietà umana. Per comprendere davvero, prima di parlare. Di tuttologi ne abbiamo visti più che a sufficienza durante la pandemia. Lì, tutti sapevano tutto e dicevano di tutto. Esattamente come è capitato alla giurisprudenza. Chiamata ad esprimersi sulla responsabilità in caso di incidenti in montagna ha scritto fiumi di pareri ed il loro esatto contrario. Da lì, sono arrivate condanne, scagionamenti, sentenze ambigue. Una vera selva dentro alla quale districarsi è impossibile. 

Eppure, anche in questo caso la giustizia farà il suo dovere. Sarà un compito straziante perché arriva dopo il dolore. Ma dovuto. 

Nel frattempo, i “l’avevo detto”, ex post non sono ammessi. Per questo circostanzio con la giusta prudenza il significato di questo mio pensiero scritto. 

Da amministratore non me la sento di non dire nulla. Non è giusto accompagnare in silenzio la vicenda. Era dovuto esprimere solidarietà ai parenti delle vittime in maniera umile e dimessa. Ma reale e sentita, sì. Ed è così infatti che, mi pare, l’intera comunità abbia trovato opportuno esprimersi. Ed ora, alla stessa stregua, con  tutta la prudenza del caso sarà altrettanto opportuno riflettere sul da farsi. Anche perché la prima a non potersi esimere dal farlo sarà la politica. 

Sarà la prima istituzione a doversi interrogare se ci sono altre situazioni simili. E il luogo dove meglio potrà avvenire il coordinamento tra chi fa informazione e come va messa in campo. lo stesso dicasi per la prevenzione. Tenuto conto che la montagna è, e rimarrà, un luogo pericoloso con o senza ghiaccia sopra la testa. Non ammette sconti e chiede in ogni momento il tragico tributo. Ma se la passione che ci porta tutti lì è comunque irrefrenabile allora lo diventano anche gli incidenti che possono succedere.

5 Luglio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin
Post più recenti
Post meno recenti

Michele dallapiccola

Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

PAGINE

BIOGRAFIA

IDEE E PROPOSTE

ATTI POLITICI

CONTATTI

micheledallapiccola@consiglio.provincia.tn.it

dallapiccolam@gmail.com

+39 335 1522884

Social

Facebook Twitter Instagram Linkedin Youtube Whatsapp

@2025 - Tutti i diritti riservati. Progettato e sviluppato da JLB Books sas

Michele Dallapiccola
  • BIOGRAFIA
  • IDEE E PROPOSTE
  • ATTI POLITICI
  • CONTATTI