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Aiuto! C’è un’invasione di insetti alieni? 

Da Michele Dallapiccola 24 Giugno 2022

Sembra il titolo di un film e invece è un’amara realtà. Anche il Trentino, il montuoso territorio, cerniera mitteleuropea tra lo Stivale e l’Europa intera non è indenne dagli effetti negativi del cambiamento climatico. 

Delle intemperanze del clima ne parleremo in altra occasione. Qui oggi vorrei riprendere un allarme lanciato da Coldiretti sulle pagine de Il Dolomiti. 

QUI IL LINK DELLA NOTIZIA. 

Zecche, cavallette, bostrico.  Per citare le sventure raccontate nella notizia. QUI IL LINK DEL COMINICATO

Ma le preoccupazioni non si fermano qui. Già dal 2015 il prestigioso Istituto Zooprofilattico delle 3Venezie segnalava un paio di inquietanti presenze. 

Mi riferisco all’incombente colonizzazione anche dei nostri territori di due nuove specie di zanzara. La giapponese e la coreana. Embè direte voi, che problema c’è? Si metteranno in coda alle zanzare locali e a quella tigre. E purtroppo no, non è così semplice. (Teppareva!) Queste zanzare hanno una preoccupante caratteristica. Le loro larve sono termofobe. Se l’acqua dove sono state deposte è troppo calda non si sviluppano. E quindi? Quindi queste zanzare sono bell’e pronte per colonizzare anche le zone di montagna anche sopra i mille metri. Comunque più in alto rispetto all’altimetria che le zanzare locali rispettano per questioni biologiche.

Le zanzare giapponese e coreana, il cui nome scientifico è rispettivamente Aedes japonicus e Koreika, sono insetti appartenenti alla famiglia dei Culicidae ed alla super-famiglia dei Diptera.

Provengono dal Giappone dalla Corea, Taiwan, Cina Meridionale e Russia. La diffusione nel mondo occidentale è da attribuire al commercio di pneumatici.

Possono svilupparsi sia in ambienti acquatici naturali che artificiali, come ad esempio piscine, vasche per pesci esterne, secchi umidi, fori negli alberi ecc. Il periodo di maggiore attività di questa specie, sia di larve che di adulti già pungenti, è tra il mese di maggio e quello di novembre. In Svizzera, alcune uova sono state ritrovate fino ad autunno inoltrato.

I danni provocati.

La puntura di queste zanzare può essere molto pericolosa poiché la specie è vettore del Virus del Nilo occidentale (chiamato anche virus WNV). Recentemente è stato scoperto che è anche in grado di trasmettere tra gli altri anche il virus Dengue ed il virus Chikungunya.

Riusciremo ad arginare l’invasione?

Io sono speranzoso. Ma sarà solo mettendo in campo tutte le possibile soluzioni. Dai classici insetticidi per gli adulti, ai larvicidi nelle pozze d’acqua. Ma anche utilizzando nuove e sempre più avanzate strategie di controllo, come il rilascio di maschi sterili geneticamente modificati in grado di abbattere drasticamente il successo riproduttivo dei ditteri, fino a far arrivare al collasso intere popolazioni.

L’importante è che intanto, di popolazione, non collassi la nostra. Politica e cittadini uniti devono, possono rispettare le più severe direttive che fermino il climate change. 

Sostenibilità delle azioni e riduzione delle emissioni di carbonio in primis. Facile no? 

24 Giugno 2022 0 Commenti
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Fotovoltaico e populismo. L’ultimo episodio di un mandato trascorso all’insegna del folklore

Da Michele Dallapiccola 22 Giugno 2022

In una Provincia Autonoma da poco più di 500mila abitanti restare in sella per un secondo mandato per un’amministrazione provinciale in carica può risultare un’impresa tutto sommato fattibile. Se la coalizione che la sostiene è poi  fatta di cespugli e liste monopersonali, vige un militare rispetto verso la lista di maggioranza relativa. Tutti seguono ubbidienti. Ciò accade in funzione del fatto che il consigliere singolo deve tutto a chi lo ha accolto in maggioranza. 

Diverso è se le liste che compongono la coalizione sono strutturate e forti. E magari pure litigiose. Ma questa è un’altra storia, sempre più convinti, superata e appartenente al passato

Tornando al ragionamento di cui sopra non si può ignorare che la policy di ingaggio del consenso della lega si sostanzia nel populismo. E per far questo non esita a brandire ogni mezzo disponibile. Sembra quasi di utilizzare la nostra autonomia come una pezza da piedi. L’importante è dare a tutto un taglio populista. Alla spasmodica ricerca di un consenso che faccia breccia nel cuore dell’impenitente seguace e perché no, anche del curioso osservatore occasionale.

Così la giunta Fugatti norma dopo norma sta inanellando una serie di ricorsi da parte dello Stato italiano. Sembra quasi voler certificare che del risultato non le importa un fico secco. L’ultimo di una serie di norme semplificative delle autorizzazioni all’installazione di pannelli fotovoltaici. A QUESTO LINK LA NOTIZIA DA IL DOLOMITI. Anche da queste pagine avevamo voluto sottolineare la debolezza della norma. QUI IL LINK COMPLETO..

Il governo del cambiamento

A questo esecutivo sembra quasi bastare l’annuncio del cambiamento anche quando questo non è possibile. Del resto, trovare a chi dar la colpa quando le cose vanno male, è una soluzione facile. E quando non c’è nessuno sul quale scaricare, Vaia, Covid e quelli di prima sono scuse che vanno benissimo per ogni stagione. 

Manca un anno alle elezioni e l’impressione che serpeggia tra gli addetti ai lavori è che ne vedremo ancora delle belle. 

Mentre la coalizione alternativa sta cominciando a dare i primi timidi segni di vita, la Giunta Fugatti sta cercando di sopravvivere adottando il vecchio caro metodo di antica democristiana memoria del “distribuisci et impera”: cariche, incarichini e contributi. Purché leali e riconoscenti. Competenza e preparazione non sono richieste.

Tutto in ordine, eh, tutto da copione!

Così come è sempre stato. Singolare che a farlo sia anche maggioranza che dai banchi dell’opposizione si stracciava le vesti per questa prassi assai consolidata. Ma proprio ora che ne ha scoperto il fascino pervasivo del potere, affiora anche per lei un nuovo grattacapo. Chi un tempo praticava lo sport dell’acchiappaconsensi, sovrapponeva questo metodo ad una elevata condizione di competenza amministrativa. Strafalcioni, sciatterie e folklore non erano ammesse. Mai una giunta del passato si sarebbe sognata di comportarsi così allegramente come fa questa politica di oggi.

E’ vero, i tempi sono cambiati, la gente non ci fa più caso, anzi. Si vota chi appare come simile o chi non dice mai di no. Ammesso e non concesso che persone così rappresentino una parte cospicua del corpo elettorale. Per quanto tempo anche questa compagine avrà voglia di tenersi il prosciutto sugli occhi?

22 Giugno 2022 0 Commenti
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La sostenibilità del Vino Trentino.  Sarà la chiave per tenere insieme le due anime del comparto?

Da Michele Dallapiccola 21 Giugno 2022

L’hanno tenuto nel salotto più bello della città. Al Muse l’accoglienza era da serata di gala. È passato quasi in sordina se non per gli addetti ai lavori ma quello al quale abbiamo assistito l’altra sera pare sia stato il primo bilancio di sostenibilità di un consorzio vini in Italia. In apertura un messaggio tra tutti. È necessario fare sinergia tra politica, ricerca e impresa. Perché il Trentino si compone di un territorio piccolo dove è difficile emergere in qualità. Eppure, tra i nostri monti alberga una grande tradizione enologica. E’ qui che dobbiamo innestare una condizione di fortissima carica identitaria. Lo ha detto il Consorzio Vini del Trentino, organo che cura gli interessi dei soci ma svolge anche funzioni di natura pubblica. Vigila e tutela ad esempio le 5 doc e le 2 IGT. Riconosciuto da norma nazionale.

Investe 430 mila euro all’anno nella promozione dei soci consorziati. Ed è stato il primo in Italia ad assumere la certificazione SQNPI. Un disciplinare attento. Fatto per gestire la produzione integrata. Rispetta gli obiettivi della crescita sostenibile. Promuove la ricerca, il risparmio idrico, qualità di vita e di soddisfazione economica per i produttori. La tutela dei consumatori è invece garantita da 120 mila controlli sul prodotto. Si affiancano ad un serrato impegno della parte della quale sono responsabili le imprese. Nel frattempo anche il Consorzio farà la sua parte nello sviluppo del progetto enoturismo dando grande respiro all’enologia. Questo interessante momento di presentazione dell’attività del Consorzio ha dato adito a critica alcuna. Anzi, con i mezzi a disposizione in un’autonomissima Provincia come quella di Trento, riesce fin troppo bene a fare il proprio dovere. 

Una Provincia, un vino con due anime

Non ritengo questa la sede dove approfondire un argomento molto più generale che solo di relato si collega all’attività del pregiato istituto. Un paio di problemi però, vanno accennati.

Il Trentino è atavicamente afflitto da un marcato dualismo di modalità di approccio al mercato vinicolo. Siamo produttori di circa il 15% delle bollicine nazionali. Eppure la nostra terra ospita cantine mini o micro che producono poche migliaia di bottiglie. Non a caso la superficie media dell’azienda viticola trentina occupa 1.6 ettari soltanto. L’approccio al mercato di queste due realtà diametralmente opposte necessiterebbe di politiche di sostegno completamente diverse. Da anni la politica tenta di colmare questo gap. Con scarsi risultati e un necessario mea culpa. 

La più riuscita formula che cercasse di proteggere grandi e piccoli produttori è stata sicuramente la piattaforma del Trentodoc. Formidabile il traino delle Cantine Ferrari, eccezionale lo sforzo di chi vi ha aderito nonostante la dimensione più limitata. 

E fuori dalle bolle? Una landa sconfinata fatta di grande industria e piccoli produttori. Entrambi al confronto col mondo, finiscono per agire con mezzi completamente diversi. Così, chi produce, vinifica e commercializza fuori dal sistema si comporta davvero da eroe. 

Fin quando l’asse politica-produttori-istituzioni di settore non saprà sostenere parimenti le due modalità di fare vino in Trentino il suo senso non sarà compiuto. A chi è specializzato nell’approccio più umano, più artigianale andranno riservate attenzioni speciali. Parliamo infatti di prodotti diversi con caratteristiche diverse e mercati solo in parte sovrapponibili. Al cui approccio va riservata diversa identità commerciale. Del resto tra nord e su del Trentino gli esempi non mancano. Grandi sistemi in Veneto, piccole cantine in Alto Adige. 

La certificazione. Una panacea?

La seconda considerazione critica se la merita la certificazione SQNPI. È senz’altro meritorio averla voluta cercata e ottenuta dal sistema dei produttori rappresentato dal consorzio. Per primi in Italia. Come Trentino, lo capisco, per emergere all’estero dobbiamo accordarci al brand Italia.

Quanto questa strategia sia consona anche al piccolo produttore o alla complessiva remuneratività del comparto è però tutto da dimostrare.

Saranno sufficienti gli intendimenti della giunta di risolvere tutto (per ora intenzionalmente) col progetto enoturismo?

Quale connotazione accessoria potrà rivendicare il piccolo produttore per spiegare la differenza del suo prodotto col resto del vino Trentino che l’industria cooperativa produce?

Solo in quel caso saremo avanti di un passo ai nostri competitor come gli solo gli sforzi della viticoltura eroica possono meritare. 

In tal senso l’apprezzato sforzo al convegno dell’altra sera appariva estremamente opportuno.

Forse poco evidente perché ancor meno compreso e per nulla enfatizzato proprio dalla stessa politica provinciale. Che assorta, assisteva.

21 Giugno 2022 0 Commenti
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LA COERENZA DI UN PERCORSO. AUTONOMISTA

Da Michele Dallapiccola 21 Giugno 2022

La coerenza di un percorso partito nel 2018 non può portare che in un’unica direzione. Condivido il pensiero dei colleghi Demagri Paola Consigliere Provinciale e Roberto Stanchina

LEGGI TUTTO, APRI QUI👇🏻👇🏻👇🏻

Provinciali 2023, dopo Dallapiccola anche Demagri guarda alla ”futura coalizione che sfiderà Fugatti”.

21 Giugno 2022 0 Commenti
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Il valore del rispetto della storia e della cultura per una comunità.

Da Michele Dallapiccola 19 Giugno 2022

Devo ammetterlo, la storia non è mai stata la mia passione. Certo, sono una persona curiosa del suo passato. Ma mi viene spontaneo frugarci dentro soltanto quando cerco il perché di alcune situazioni.

Eppure una comunità in ordine con i propri riferimenti sociali e culturali non può prescindere dall’esercizio di tenere vivo il ricordo del suo passato. In questo senso le compagnie degli Schützen, specialmente nei territori del Tirolo storico esercitano il fascino di questa condizione con vivo impegno volontario. Non è soltanto la solennità che portano alle cerimonie quanto piuttosto il continuo lavoro di promozione del ricordo di ciò che la nostra terra fu nei quasi ormai mille anni passati. 

A mia parziale discolpa si consideri che appartengo ad una generazione che dal proprio percorso scolastico, subì in via definitiva la completa cancellazione della storia. La narrazione la impostò chi, sul Trentino, aveva vinto la guerra. La raccontarono a chi in loco, l’aveva persa. Fu così che i programmi scolastici degli anni ’70 e ’80 ancora insegnavano a me e ai miei coetanei, che l’eroe era Cesare Battisti. 

Solo in seguito, solo grazie all’adesione al Partito Autonomista ebbi l’opportunità di conoscere meglio il mondo culturale che stava dietro al movimento degli Schützen. Finalmente compresi il senso profondo di alcune nozioni. Benché le avessi precedentemente cercate anche per conto mio, le ho potute vivere al meglio partecipando ad alcune loro manifestazioni. Non lo ho fatto in maniera assidua. Lo ammetto. I miei interessi mi hanno portato a dedicarmi di più alle mie passioni che riguardano essenzialmente il mondo naturalistico e scientifico. Non per questo non provo simpatia per questo mondo culturale. 

Ieri ho avuto occasione di partecipare alla processione per il Corpus Domini di Civezzano. La Schützen-Kompanie Kalisberg è una di quelle più attive a livello provinciale e l’invito ricevuto dal suo Presidente è stato per me un grande onore.

Piccola nota a margine: con qualcuno della compagnia abbiamo pure discusso sul senso dell’abbigliamento. E ci è piaciuto considerare che il manierismo dell’abbigliamento non può trasudare ipocrisia. Dunque abbiamo stabilito che era giusto che io partecipassi indossando un abito in moda Italiana e ancor più che loro lo facessero col costume tipico. In fondo, è l’espressione della nostra cultura. E’ così, ibridata senza responsabilità di nessuno. Aspetti italiani e tirolesi figli di un luogo e di tempi che hanno permesso alle due culture di fondersi e prosperare.

Il valore della diversità

Sapremo davvero essere terra autonoma e vincente quando ci sarà vera e totale accettazione di chi ha passioni culturali, sociali e di relazione diverse. È intollerabile ascoltare persone che canzonino l’impegno delle nostre Schützen-Kompanie nella diffusione della storia e della cultura. Così come è apprezzabile l’apertura del movimento dei “Sizzeri” a chi come me, “afflitto da italianità”, è ben disposto ad ascoltare, imparare e far tesoro del racconto del da dove veniamo. Pur nel rispetto dei reciproci interessi. E magari anche senza l’ipocrisia di un abito finto-tirolese o della partecipazione alle manifestazioni in maniera distratta. Orologio e cellulare vanno lasciati stare, tradiscono una testa altrove e una presenza fatta più per carpire consenso elettorale che per imparare qualcosa.

Partecipando io ad esempio ho maturato nuove mie convinzioni. Ad esempio, a cosa sia servita questa fertile mescolanza di culture. Ce lo dimostra la capacità di accoglienza del Trentino. Al punto che di questa attitudine ne abbiamo fatto una vera professione. Basti pensare al valore del comparto turismo in campo economico tanto per citare un fatto eclatante che ne è derivato. Ma questa è tutta un’altra storia e ne parleremo in una prossima discussione.

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Le amministrative di domenica scorsa: nei sondaggi i primi effetti sul centrodestra.

Da Michele Dallapiccola 18 Giugno 2022

Era tutto previsto: le elezioni amministrative di domenica scorsa avrebbero prodotto sicuri strascichi alla salute e al gradimento dei partiti da parte della pubblica opinione.

E’ inevitabile: il loro posizionamento nei sondaggi è da sempre segnato dagli eventi elettorali – anche locali -dove la presentazione del simbolo conta sempre tanto. Chi candida, lo usa per brillare di luce riflessa del leader nazionale che in quel momento sta trainando il successo. 

Ne sa qualcosa la lega trentina che nel 2018 ne approfittò (giustamente) a man bassa. L’occasione era particolarmente ghiotta. Dall’altra parte quel centrosinistra, che aveva ininterrottamente governato dal 1998, si era suicidato. Anche il partito al quale appartengo, dopo 20 anni di onorata lealtà ad un patto coi centro-democratici, aveva optato per una corsa in solitaria.

Oggi le cose si stanno pian piano ricomponendo. I separati in casa stanno cominciando a riparlarsi. 

Nel mentre, il Partito autonomista sta cercando di individuare una visione unitaria che metta d’accordo tutte le sue componenti. Contestualmente anche il Centrosinistra trentino si sta riorganizzando. E i rapporti tra i vari Gruppi di Minoranza in Consiglio, al netto di qualche singolo distinguo, non sono mai stati cosi collaborativi e cordiali come lo sono oggi.

Invece, il centrodestra dilaniato dalla gestione del potere e dagli appetiti, interni sta iniziando a mostrare le stesse prime crepe che cinque anni fa fecero crollare la nostra compagine. E’ la legge del contrappasso.

Quella stessa lega che nel 2018 a livello provinciale arrivò ad uno storico risultato del 27%, oggi si troverebbe – con ogni probabilità – a ricalcare il risultato nazionale. Quattro o cinque seggi in meno.

Probabilmente è anche per questo motivo, e non può sfuggire nemmeno allo sguardo più distratto, che la lega stia ora cercando di muoversi con il passo del camaleonte. Nuovo terreno di gioco (politico), nuova pelle.

La mia personale impressione è il suo tentativo di immaginare un futuro più moderato che sposti il baricentro un po’ meno a destra di dove, l’alleata di coalizione Giorgia Meloni, li sta trascinando ora. Non è un mistero l’esperimento locale di scaricare Fratelli d’Italia per imbarcare le Stelle Alpine. (questione tutta da vedere)

Il Trentino col nero ha poco a che fare. Influenzato dal Sudtirol che addirittura non lo può proprio vedere. Eppure i sondaggi di quest’ultima settimana lo danno in costante crescita.

Come si può notare questo, va tutto a scapito della Lega. Rivelando a mio modesto avviso un paio di condizioni. 

Va innanzitutto preso atto che anche qui in Provincia la componente della lega territoriale moderata è fortemente compressa da quella nazionalista. Quest’ultima, tra l’altro, si presenta come particolarmente aggressiva.

In secondo luogo anche se Fugatti prova a vestirsi di colore bianco-balena, numeri da vincente fa fatica a trovarne. Con pochi spazi di espansione che pare cercare nella moltiplicazione delle liste civiche. Normalmente uni o bi-personali arrancano quando devono trovare numeri veri. Ottengono modesti consensi, questo si, in funzione dei candidati che le compongono. Storicamente, al vaglio delle provinciali, segnano percentuali di poche unità.

Moltiplicare le liste civiche per questa compagine, potrà arginare l’emorragia di voti dalla lega a fratelli d’Italia in maniera piuttosto limitata. Perchè a votare chi pratica il manierismo politico se si può votare l’originale saranno in pochi.

Inoltre, si punta sullo spingere liste dipinte intorno al portafoglio dei vari assessori. Come se il consenso fosse in vendita o si potesse comprare. Amministratori e cittadini staranno zitti ed in equilibrio fino alla fine. E poi voteranno secondo il cuore, non certo per marchetta. Quante volte si sentiranno dire: “assessore, i soldi sono della Provincia, mica tuoi, e ricevere un contributo è un diritto, mica un regalo di Partito!”

Anche se i seguaci di Pontida sembra che questa cosa non l’abbiano ancora capita, tenteranno comunque di allacciare rapporti con forze più moderate. Per cercare di smarcarsi. Ma anche questa strada è sbarrata almeno per un pò.

Alle elezioni nazionali del 2023 infatti, questo matrimonio coatto dovranno farselo andare giù. A prescindere. Almeno da quanto si apprende dalle dichiarazioni dei “Giorgia & Matteo” nazionali.

A quel punto mi chiedo una cosa. Con che coraggio divorzierebbero poi, nel giro di poche settimane, per tentare di conquistare la Provincia senza Fratelli d’Italia, Dio solo saprà. Per celebrare poi un nuovo matrimonio tra marzo e giugno 2023 per vestirsi di moderazione (autonomista)? Chi è appassionato di politica capisce al volo che questa strada è eccessivamente pirotecnica ed è pure poco credibile. La comprenderebbero ancor meno i Trentini. Così, la strada che nel 2023 dovrebbe riportare Alberto da Giussano in piazza Dante, lo farebbe passare dalla porta di servizio e nemmeno nello stesso posto. Di certo non il mio.

18 Giugno 2022 0 Commenti
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Lo squarcio di Vaia, una ferita ancora aperta per il bosco trentino

Da Michele Dallapiccola 17 Giugno 2022

E’ una delle più grosse ferite che a memoria d’uomo, madre natura abbia procurato al Trentino.

Alla fine del 2018 un nubifragio ha colpito la nostra terra. L’uomo l’ha chiamato Vaia. A ruota è arrivata un’epidemia di bostrico. Le foreste del Trentino hanno cambiato fisionomia e con loro il nostro paesaggio. L’enorme massa di legname da prelevare che si è generata, ha lasciato un settore in una strana condizione. Il super lavoro ha imposto di svendere una parte consistente della ripresa e del recuperato. E su ciò che rimane ancora in bosco pesano molti interrogativi. 

Già alla fine dell’anno le categorie lanciavano un appello. QUI IL LINK. Come verrà affrontata l’emergenza del bostrico, chiedevano? E ancora adesso riguardo l’approvvigionamento del legname – da informazioni che ci sono arrivate a livello locale – la programmazione per il prossimo anno, rimane piuttosto scoordinata tra le varie zone.

Il fatto che a distanza di 4 anni da Vaia ci sia ancora incertezza sul come sarà gestito il recupero del materiale da ripresa, deriva – a onor del vero – dalla digrazia nella disgrazia causata dal bostrico. Il clima favorevole allo sviluppo del parassita si è innestato su una iniziale incertezza dell’amministrazione. Il risultato di questi molteplici fattori fa si che nelle zone colpite dalla tempesta, ancora oggi è indefinito quanto legname si potrà avere a disposizione

Non di meno, bonifiche e conversioni a prato pascolo di alcune zone, sono rimaste solo sulla carta. Si dice che il Piano Forestale e Montano provinciale delineerà meglio la questione. La giunta promette un’attesa non superiore alla fine di quest’anno.

La fiducia è sicuramente inferiore alla speranza. L’indole di questa maggioranza non è delle più proattive. Non a caso Fugatti invoca per il prosieguo della legislatura il pragmatismo della lega. Perché fino adesso ritiene di aver amministrato senza possederne? 

A giudicare dai tanti scontenti effettivamente vien da pensare proprio così.

17 Giugno 2022 0 Commenti
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GRANDI CARNIVORI: da Tenno a Rango continuano le razzie. Intanto formazione & informazione farebbero davvero comodo.

Da Michele Dallapiccola 16 Giugno 2022

I media danno spazio in queste ore ad un sindaco trentino preoccupato.

A seguito di un episodio di predazione, attende fiducioso indicazioni sul da farsi. Insieme, ci sono sono altri primi cittadini che invece da fare se ne danno eccome. E così in questa legislatura, una rete di amministratori locali responsabili ha organizzato delle serate informative. Lo scopo è di infondere data da fare per permettere alla popolazione di acquisire consapevolezza. La questione ovviamente riguarda il rapporto e la presenza dei grandi Carnivori sul territorio, 

Questo accade soprattutto perché la giunta del cambiamento ha smesso di fare quello che quella precedente aveva sempre fatto. Tra gli improperi e le urla di una lega di opposizione ci siamo comunque sempre mossi in giro per le valli trentine promuovendo una nutrita serie di serate informative. Ritenevamo fondamentale informare la popolazione sui rischi e sulle considerazioni che devono essere messe in conto in caso di presenza di grandi carnivori nelle vicinanze delle proprie abitazioni. 

Le mancanze della politica

In questa legislatura invece, la Provincia non ha più organizzato un bel niente. Le riunioni sul territorio sono tutte state organizzate da sindaci che hanno convocato la Province a rispondere a questo stato di necessità. E se è vero che la soluzione del problema è ancor lontana a venire, non è certo a non parlarne che il problema si risolve.

Anche noi il nostro Gruppo consiliare ha cercato di sopperire a questo bisogno . Forti di un’esperienza pregressa (perdonerete il piccolo atto di amor proprio), piuttosto completa. 

L’aver lavorato da allevatore prima, veterinario ed assessore alle foreste e fauna poi, ci ha consegnato una visione del problema piuttosto articolata. 

Così qualche sera fa abbiamo aderito ad un’iniziativa del Comune di Terragnolo. E’ stato il più recente atto di una pregressa e nutrita serie di incontri dove cerchiamo di dare un taglio tecnico e scientifico. Il tentativo è quello di evitare di attribuire colpe a qualcuno, quanto piuttosto di proporre soluzioni. 

Da più di due anni ormai giriamo il Trentino tenendo serate via via sempre più ricche e complete di informazioni. Etologia, fisiologia di lupo e orso gestione, aspetti normativi e approccio sociologico. Sono questi alcuni dei tanti aspetti che vengono affrontati nelle dense serate che i nostri spettatori ci regalano. Attraverso le loro attestazioni di soddisfazione per le informazioni ricevute voglio trasmettere una testimonianza ai miei (ex) colleghi.

Cari Sindaci, non aspettate che il problema di presenza o predazione da parte di orso o lupo si presenti nei dintorni delle abitazioni delle vostre comunità. Predisponete per tempo delle serate informate come quelle che vi abbiamo raccontato qui sopra. La Provincia, con o senza politica è attrezzata per rispondervi attraverso strutturatissime serate informative. Sempre molto apprezzate e sempre molto utili. Qualora per qualsiasi motivo non ci fosse la sua disponibilità, con la stessa serietà professionale saremo assolutamente disponibili a vicariare l’eventuale latitanza della politica.

Non esitate a contattarci, questo spinoso argomento deve sempre essere affrontato, mai subito.

16 Giugno 2022 0 Commenti
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Riduzione del personale al Sait. Che ne pensa la Provincia?

Da Michele Dallapiccola 16 Giugno 2022

Prudenza, ponderatezza nelle espressioni dei giudizi devono far parte di ogni considerazione politica di amministratore pubblico che si rispetti.

Questo perché dietro a situazioni spiacevoli spesso si nascondono informazioni o stati di fatto che alterano la realtà raccontata dai media.

In questi giorni, a tal proposito tiene banco sulla stampa il licenziamento di qualche decina di persone da parte del Sait. Io lo capisco molto bene perché dal punto di vista amministrativo è un problema che la Provincia ha già vissuto anche nel suo recente passato. Tra l’altro parliamo di un’azienda che segue a tutti gli effetti logiche e regole di mercato. Imprescindibili. Non sta dunque alla politica giudicare l’azienda cooperativa sulle ragioni che hanno portato a questo estremo gesto. Eventualmente si potrebbe sindacare sul evidente appiattimento filogovernativo che la Federazione delle Cooperative ha assunto in maniera piuttosto evidente  in questo recente periodo. 

Ulteriori attori di questa querelle mediatica sono le parti sindacali. Svolgono egregiamente la loro parte e non hanno certo bisogno di avvocati della difesa.

Un assordante silenzio.

In questo sovraffollato quadro di responsabilità, manca un attore principale nel quale si è potuto ascoltare soltanto un assordante silenzio. La Provincia autonoma di Trento per braccio armato del suo dedicato dicastero in tutto questo passaggio – almeno pubblicamente – si è fatta sentire davvero poco. Nelle sagrestie delle trattative qualche scambio di informazioni e parole tra le parti in causa e la politica ci sono sicuramente stati. Ciò che inquieta però è che non vi sia anticipazione alcuna che abbia in qualche maniera dato una mano alle persone che rimarranno senza lavoro. 

Questo modo di operare preoccupa assai anche se è piuttosto abituale da parte di questa maggioranza al governo del Trentino. 

Dove ci sono problemi e difficoltà si preferisce rispondere con il silenzio. Cito fatti assai gravi come la grana del NOT o la gestione dei grandi carnivori. Non è migliore la triste vicenda presentata qui sopra.

16 Giugno 2022 0 Commenti
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La lega chiama il PATT?

Da Michele Dallapiccola 15 Giugno 2022

E’ un percorso impegnativo quello che dovrà intraprendere il PATT prima di poter rispondere affermativamente o negativamente a questa chiamata. E questo perché qualunque sarà la scelta, le conseguenze per il Partito saranno assai significative.

Questo perchè, volenti o nolenti, gli autonomisti hanno governato con il centrosinistra almeno dal 1998 al 2018. In quell’anno poi, da separati in casa a causa di una serie di personalismi politici, regalammo alla destra una vittoria piuttosto scontata. 

Il Patt però, candidò una sua squadra con le idee ben precise. Tutte riassunte in uno dei suoi indovinatissimi spot. 

La gondola nel lago di Tovel. 

Mai i trentini permetterebbero davvero un simile obbrobrio? Noi allora pensammo di no. In quel caldo autunno politico decidemmo dunque di essere interpreti di chi si rifiutava di collaborare politicamente con chi, per governare, riceveva gli ordini da Roma e da Milano. 

Da poco, il Congresso degli autonomisti ha approvato una mozione che vieta ai suoi componenti di esternare indicazioni riguardo alla sua linea politica. Soltanto alla Direzione di partito è permesso di esprimere pubblicamente simili considerazioni. Questa regola interna può avere un suo senso ed io mi sento di ottemperarla. Per questo i pensieri enunciati qui a seguire non possono avere che umilissima valenza personale. E’ tuttavia obbligatorio ricordarlo anche per tutti quelli che la pensano come noi.

Sono tantissime le persone che in questi giorni ci hanno raccomandato prudenza nello sviluppo di nuove alleanze. Sono sicuro che il partito e la sua direzione sapranno dare quella chiarezza di linea politica della quale i suoi tesserati hanno tanto bisogno.

Pochi riuscirebbero a sopportare un carico di gondole diretto al lago di Tovel. Molti a ostacolarlo ed io tra questi.

15 Giugno 2022 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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