Michele Dallapiccola
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Parto con la Volkswagen, vado in val di Fiemme passando da Pinè. La storia degli impegni dei politici e la reale fattibilità delle cose. 

Da Michele Dallapiccola 31 Gennaio 2022

Mi piace molto leggere di aspetti legati ad aspetti tecnici e di mercato dell’automotive. 

Da qualche giorno, un paio di notizie hanno stimolato in me un interessante paragone.

Le dichiarazioni di Herbert Diess, AD del Gruppo Volkswagen. 

In Europa spiega Diess la VW ha una quota di mercato di circa il 20%. Affinché questa quota sostenga l’obiettivo del 50% di veicoli elettrici imposto dalla UE, ha bisogno di 6 Gigafactory. Queste fabbriche dovrebbero essere operative entro il 2027 o il 2028 per consentire di raggiungere l’obiettivo per il 2030. È quasi impossibile farlo. VW ha solo il 20% del mercato, quindi 6 stabilimenti. L’Europa ha bisogno di 30 di questi impianti. Ogni impianto è di due chilometri per uno. Devono essere spostate enormi quantità di materie prime. Di questi tempi. A QUESTO LINK L’ARTICOLO COMPLETO

Insomma, come avete capito la politica europea si è presa un impegno che le imprese difficilmente saranno in grado di rispettare. E questo mi porta a raccontare della seconda notizia che riguarda invece la politica provinciale.

100 milioni di € tutti in Pinè per lo stadio del ghiaccio.

Dopo aver tentato in tutte le salse di propinare agli abitanti dell’altipiano come è fattibile un progetto mirabolante la Provincia ha dovuto ripiegare su progetti e impegni finanziari più a portata delle proprie tasche e della reale fattibilità tecnica.  Del resto, le Olimpiadi sono ormai alle porte e realizzare opere pubbliche milionarie non è certo come costruire una palazzina. Con tutto il rumore fatto, può succedere però che la Provincia autonoma di Trento possa venir mal intesa. Osservata dall’esterno potrebbe sembrare la terra del Bengodi. 

Così arrivano proposte milionarie da parte di qualche archistar. Peccato che far loro pronunciare la parola magica “Finanza di progetto” non risolva i problemi di natura economica, perché i milioni prima o poi alla fine ce li metterebbe la Provincia. Con gli interessi. Non parliamo poi della tempistica di realizzazione. Quelli per realizzare una struttura milionaria non scavalcano di certo la lentezza dell’iter autorizzativo. Ne sanno qualcosa gli abitanti di Cavalese. Avevano un appalto per rinnovare il loro ospedale bell’e pronto. Gabbati con lo specchietto per allodole di una favolosa finanza di progetto, si son lasciati cancellare i milioni stanziati. Non paghi, hanno permesso al partito dei gazebo di trascorrere tutta una legislatura in folle a decidere se è utile o meno avere l’ospedale dov’è o nel fondovalle. 

Intanto le promesse ci sono, quindi dov’è il problema, si chiederanno molti di voi? Perché non sognare auto elettriche per tutti, mega stadi da 100 milioni in Pinè o scambi immobiliari meravigliosi solo come un nuovo ospedale?

Perché l’ottimo è nemico del buono e ad aspettare chissà cosa si perde tempo. Le olimpiadi si avvicinano e il nuovo ospedale si allontana. A Pinè in particolare lo stadio del ghiaccio rischia di fare la stessa fine dell’altrettanto famoso Centro acquatico locale. Di Cavalese… non so proprio dire nulla.

31 Gennaio 2022 0 Commenti
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Elezione di Mattarella. E’ prossimo il tramonto della politica?

Da Michele Dallapiccola 30 Gennaio 2022

La politica nazionale ha giocato le sue carte. Ma la partita non si è certo chiusa così. Finirà per influenzare anche il livello locale, specialmente quello di chi ha a cuore l’Autonomia.

Su questo ho provato fino all’ultimo a tacere. Il rischio di sconfinare nella banalità era praticamente certo. Alla fine non ho resistito, sento il dovere di esprimere un pensiero. 

L’elezione di Mattarella a Presidente della Repubblica non meritava tutta questa gogna mediatica. 

Tuttavia voglio uscire dal coro delle persone arrabbiate con una piccola premessa. Il valore della democrazia lo impone, obbliga quasi ad investire 7 giorni di pene e discussioni in Parlamento. Un risultato sbagliato, sull’orizzonte temporale di un settennio, avrebbe infatti potuto provocare danni incalcolabili. Cito, tra tutti, il rischio di ri-perdere la recentemente, rinnovata credibilità in Europa. La domanda che ci dobbiamo porre invece è un’altra.

Perché le persone si sono sentite offese dal comportamento dei nostri politici?

Probabilmente da un’attitudine negativa prevale su tutte: la diffusa incoerenza della politica e dei politici. E’ questa la condizione che più di altre ha minato la reputazione di un’intera classe politica. Abbiamo sentito dire tutto e il contrario di tutto. Indirizzati dai like e dai sondaggi, abbiamo assistito a continui cambi di casacca ed opinioni, tanto dei leader, che di interi movimenti. Gli stessi che, sono convinto, verranno puniti dai pronostici e dalle urne del nostro futuro prossimo.

Non farà eccezione la compagine trentina visto che uno tra i leader più discussi di questa kermesse presidenziale è stato proprio Salvini e la sua lega. La stessa che nel 2018 anche qui in Trentino, nel tentativo di amministrarlo, aprì una sua “filiale”.   

E sono proprio loro quelli che sul web lasciavano indelebile memoria dei loro pensieri riguardo a scelte come quella odierna.

Sui social si esprimevano, dai social sono stati colpiti.

Sono troppe le persone che hanno conservato memoria di quanto dichiarato alla rampante ricerca del consenso. Sputavano nel piatto dove oggi si dichiarano felici di mangiare. Lo “shitstrom” sui post domenicali di Fugatti ne è una triste riprova. 

Ci saranno ripercussioni sulla politica locale?

Con ogni probabilità sì. Del resto, come può un autonomista legato al Trentino, ai valori dell’autogoverno e alle proprie radici, pensare anche solo lontanamente di collaborare con questa politica? 

I partiti non potranno rimanere impassibili davanti a questi scossoni. Comportamenti come quelli di questi giorni avranno sicuramente un peso sulle decisioni da prendere per il futuro del Trentino. 

Nel 2018, il PATT rifiutò di abbracciare la lega a costo di rimanere all’opposizione, in minoranza per i cinque anni successivi. Oggi, sono orgoglioso della scelta che fece il mio partito. A QUESTO LINK potrete leggere l’opinione del nostro Segretario Simone Marchiori. Io sono sempre più convinto che molti altri movimenti troveranno la stessa forza di reagire costruendo una valida alternativa. E stavolta senza litigare tra loro.

30 Gennaio 2022 0 Commenti
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L’Europa è una, unica, unità. E si è dimostrata molto più utile e matura di quanto pensasse qualcuno, ora al governo.

Da Michele Dallapiccola 27 Gennaio 2022

Anche in quest’inverno di fiato sospeso per il turismo, l’epidemia ci ha mostrato l’utilità dell’Europa attraverso molti avvenimenti.

Non soltanto importanti quanto materialistici come il mega prestito e contestuale finanziamento a fondo perduto all’Italia attraverso il PNRR. L’Europa ci ha soprattutto insegnato che delle regole omogenee tra gli Stati membri aiutano (anche) l’economia. 

Basti pensare a quanto si aspetta un lasciapassare per i turisti stranieri in questi giorni. Erano incessanti gli appelli diretti e sui media del governo trentino verso quello nazionale. Del resto, è sacrosanto il desiderio e l’impegno di fare tutto il possibile per provare a salvare la stagione invernale.

In tutto questo però, si osserva una triste constatazione. L’opera del governo trentino è pressoché inutile. Le liberalizzazioni dei viaggi derivano da così tante variabili extra provinciali che provare ad intestarsi anche solo parziali meriti, fa venir da ridere. Cosa significa quando la Provincia parla di pressing sul governo? E cosa significa che invia note ai Ministeri? Intendiamoci, è bene che si muova o che si faccia sentire. Agli operatori del sistema turismo fa percepire un governo provinciale sensibile e vicino. E questo, è un fatto gradito oltre che dovuto. 

Come in tutte le cose però, l’esagerazione e la teatralizzazione rischiano di svilire nobili atti di presa di coscienza politica. Il rischio di finire dentro alla novella della mosca cocchiera è assai elevato. A QUESTO LINK LA NOVELLA DEDICATA A CHI NON LA RICORDASSE. 

Dobbiamo considerare che davanti alla gestione di una pandemia serve un coordinamento così articolato da far sembrare piccola anche l’Italia intera. E così scopriamo che il duo Garavaglia-Speranza stava in realtà aspettando Bruxelles. Che un po’ alla volta apre corridoi sul mondo (QUI IL LINK DELLA NEWS). 

Rinnova la libera circolazione fino ad invitare l’Italia stessa ad adeguarsi (QUI IL LINK DELLA NEWS). E supererà il sistema dei colori. 

E mi vien da pensare che il suggerimento delle Regioni e Provincie Autonome di queste scorse ore, forse non è nemmeno arrivato agli organi comunitari preposti a queste decisioni. Forse organismi politico amministrativi così complessi e lontani, queste norme le hanno elaborate in via originale e diretta. Forse. 

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La carrozza e la Mosca

Da Michele Dallapiccola 27 Gennaio 2022

Per una strada lunga, erta, sassosa e tortuosa, esposta al sole, procedevano a stento sei robusti cavalli, tirando una Carrozza. I viaggiatori, donne, vecchi e frati, avendo pietà dei cavalli, erano scesi: i cavalli sudati e trafelati erano lì lì per cedere, quando arriva una Mosca, che volando, punzecchiando di qua, ronzando di là, pensa che tocchi a lei spingere la carrozza. Si posa sul timone, poi siede sulla punta del naso del cocchiere e quando vede che la carrozza bene o male cammina, si imbaldanzisce tutta la sciocchina.

Va e viene e si riscalda con la boria di un grande ufficiale, quando spinge in battaglia i soldati dispersi verso la vittoria.

– E non vi pare indegno, – pensava quella stolta bestiola, – che a spingere sia sola, mentre quel frate legge tranquillamente il breviario e questa donna canta? Forse che cantando si tira la carrozza? -.

Intanto che l’insetto ronza queste note moleste, la carrozza arrivò su in cima. E la Mosca: – Buon Dio, siamo finalmente arrivati su queste alte colline. Ehi, signori cavalli, ringraziatemi, la strada diventa pianeggiante, dovreste pagarmi per ciò che ho fatto! -.

Così fanno certi arruffoni che in alcune iniziative sembrano essere indispensabili e invece rovinano tutto, gente importuna, inutile e noiosa (La Fontaine, Favole, VII, IX).

27 Gennaio 2022 0 Commenti
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Ma quanti sono i Comuni del Trentino? E che fine hanno fatto i Comprensori?

Da Michele Dallapiccola 26 Gennaio 2022

Sono semplici domande di cultura civica generale alle quali credo solo pochi addetti ai lavori saprebbero rispondere. 

Un po’ perché – a dirla tutta – la cosa è argomento che forse appassiona poco; un po’ perché in questi anni abbiamo assistito ad un cambio epocale nell’assetto dei nostri comuni. 

Divenni Sindaco nel mese di maggio del 2000. Allora i comuni in Trentino erano 223. Insieme a loro il sistema degli Enti locali era composto da 11 Comprensori. La legge 3 del 2006, li avrebbe aboliti per lasciare lo spazio alle attuali 16 Comunità di Valle. Partirono nel 2010. 

Nel frattempo Ledro, attraverso un  voto popolare alla fine del 2008 diede il via ad un percorso epocale: i sei comuni ledrensi di lì a poco sarebbero diventati uno solo. 

Il resto è storia recente. 

Le restrizioni economiche della spending review, una serie di referendum ed opportunità di condividere difficoltà e progetti spingeranno i comuni Trentini a fondersi. Infine, una serie di diversi episodi consultivi ed amministrativi, hanno portato nell’arco di un decennio ad arrivare alla situazione attuale.

Oggi il loro numero è arrivato a 166. 

La popolazione rimane sovrana e valuterà ulteriori passaggi. Dal punto di vista tecnico logistico c’è spazio. Nella vicina Provincia di Bolzano ad esempio i Comuni sono infatti “soltanto” 116. 

Le riforme del passato si sono susseguite lungo un ventennio fatto di modifiche e ripensamenti. Questa però doveva essere quella epocale, quella del vero cambiamento. Invece dai gazebo alla campagna elettorale gli slogan invettivi della lega verso le Comunità di Valle si sono mitigati. Una loro abolizione sarebbe stata impossibile, ne avranno preso sicuramente atto. 

Hanno però caratterizzato la legislatura con un fatto incredibile: la sospensione degli Enti intermedi. Così in questi anni di indecisione, dei commissari nominati attraverso una norma posticcia hanno retto bilanci pubblici dal valore di decine di milioni di €. 

Insomma con le Comunità di Valle la lega si è comportata un po’ come con la gestione dell’orso del lupo. Si è trovata al governo senza sapere che pesci pigliare.

E adesso come si presenterà una riforma che di fatto arriverà ad un anno dalle elezioni? 

Ho motivo di ritenere che comunque verrà pensata e presentata, sarà un fallimento. Se proporrà grandi cambiamenti, sarà un dramma a gestirli proprio in fase di chiusura della legislatura. Se invece i cambiamenti saranno minimali, ci si chiederà che senso abbia avuto perdere tutto questo tempo per poterli mettere in pratica. 

In tutto questo gli unici veri i grandi sconfitti saranno stati gli Enti Locali. Perché hanno permesso tutto questo?

 

Ben venga dunque un nuovo movimento di espressione civica fatto di persone probabilmente coadiuvate da qualche primo cittadino. Sapranno sicuramente mettere del sale nel programma elettorale della prossima legislatura. 

Questa ormai, la lega se l’è persa.

POST SCRIPTUM

 

Per chi volesse saperne di più questo è il sito della Provincia.


Va molto meglio su questo sito commerciale. Aprendo QUESTO LINK TROVERETE l’elenco aggiornato dei Comuni trentini. Ci si può divertire a cambiare l’ordine alfabetico o altri parametri: abitanti, estensione, etc…

26 Gennaio 2022 0 Commenti
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Green pass falsi. Una triste vicenda.

Da Michele Dallapiccola 25 Gennaio 2022

Per un politico di opposizione come me, questa poteva essere un’ottima occasione di buttarla in caciara, generalizzando il caso. 

Il ragionamento sarebbe stato basso, qualunquista, di questo tenore :”c’è una persona che potrebbe aver sbagliato, è un esponente attivista della lega, ergo, tutta la lega sbaglia!”

Ecco, io non voglio fare questo discorso, lo rifiuta la mia dignità. Anche se la lega, proprio in casi simili occorsi a governi del passato, aveva chiesto le dimissioni del presidente della giunta. 

La verità la rivelerà solo il corso della giustizia.

In questo momento l’unica cosa giusta è prendere atto che c’è una giustizia che farà luce su una persona che potrebbe aver sbagliato. Vero è, che si tratta di un amico di un consigliere provinciale della lega. E’ un dato di fatto che il web non dimentica e certifica.

Qui in paese lo scudo e il traino di Salvini però non contano. Possono aiutare in Provincia, specie se gli avversari sono stati litigiosi tra loro – come siamo stati noi – ma qui no. Qui contano le persone, il loro valore e la loro onestà.  

Le famiglie coinvolte meritano solidarietà

E’ questo il centro del discorso che voglio fare qui, oggi. Il mio è solo un pensiero di rammarico e di vicinanza innanzitutto alle famiglie al centro di questa vicenda. Innanzitutto perché, come già detto, fino a prova contraria siamo in molti a sperare che la vicenda si spenga in una bolla di sapone.

Le famiglie implicate, di origine e della persona coinvolta non meritano la gogna. Genitori, figli, parenti tutti, sono da sempre persone stimate dalla comunità, dentro ad essa integrate e lavoratrici. 

Sulla persona implicata nel tragico caso, io non mi sento di dire nulla, si esprimerà la magistratura. Non è giusto che chi non sa (la maggior parte di noi) condanni a priori. 

Potrebbero esserci molti altri colpevoli

Si potrebbe trattare di chi, consapevolmente, avesse utilizzato questo servizio. Tra le molte persone implicate in buonafede, ci potrebbe esser stato qualche novax scientemente attivatosi per avere un falso certificato di guarigione. Se così fosse stato, allora queste persone colpevolmente potrebbero aver girato indisturbate nella società civile diffondendo il virus. Avrebbero potuto mandare persone innocenti all’ospedale o peggio. Sarebbero forse meno colpevoli quelle persone? 

Un messaggio ai novax (e ai disonesti).

E’ un richiamo a chi invoca la libertà, la propria, senza rendersi conto che l’unico modo di esercitarla per un no vax è isolarsi dal mondo e vivere nell’eremitismo. Chiunque altro, non vaccinato, voglia invece girare indisturbato nella società civile da non immunizzato finisce per correre enormi rischi per se stesso e per il prossimo. Se poi volesse farlo con quei sotterfugi enunciati sopra, allora diventerebbe anch’egli un criminale da condannare, al pari di chi si fosse prestato a falsificare le cose. 

La vicenda in ogni caso, rimane molto brutta e la comunità di Civezzano – lo ripeto – questa triste esposizione mediatica non la merita affatto.

25 Gennaio 2022 0 Commenti
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Orsi d’estate e lupi d’inverno. Presenze inquietanti vicino ai centri abitati.

Da Michele Dallapiccola 24 Gennaio 2022

Orso e lupo sul territorio provinciale dividono l’opinione pubblica. La legge tutela integralmente i grandi carnivori con grande soddisfazione di chi, orso e lupo, può osservarli da lontano. Il lavoro, le preoccupazioni e i danni son lasciati a quei pochi che devono conviverci combattendo presenza e predazioni.

Ma c’è davvero di che avere paura?

Avere paura è un diritto di ciascuno, lo certificano le testimonianze. E la gestione di questa condizione, per la politica, è di sicuro un gran cruccio. 

Sull’argomento “grandi carnivori” l’opinione pubblica è spaccata in due. E’ forse questo il principale motivo che sta portando chi governa il Trentino in questo periodo a non far nulla. Anzi, si riserva pure il lusso di dare la colpa a qualcun altro. 

Prendere posizione assumere decisioni comporta invece il peso di sopportare un giudizio. Parlo per esperienza personale (quanti insulti mi son preso da amici e sconosciuti per esser troppo contro o a favore dei grandi carnivori). 

Invece, chi amministra deve farsi interprete di una variegata platea di opinione popolare spesso contraddittoria, sempre divergente. Proprio per questo la gestione dei grandi carnivori non dipende dalla volontà del singolo politico o partito. Assume pensiero e responsabilità diversa a seconda che interpreti il livello locale, nazionale od europeo.  

Intervenire, cambiamo la legge. Mica facile eh?

A livello europeo la corrente d’opinione più importante è quella naturalistica e protezionistica. Dunque Bruxelles non rinuncerà mai dall’obbligo  di far applicare la sua Direttiva Habitat.

Può permettersi di farlo perchè ha un fortissimo strumento in mano, quello dei finanziamenti agli Stati membri. Quella Nazione che tentasse di derogare senza seguire l’iter (che pure è previsto), finirebbe immediatamente in procedura di infrazione (come è già successo) Questo significa che potrebbe infliggere sanzioni milionarie.

A chi percepisce la Domanda Unica, di totale provenienza comunitaria, questa antifona, fa sicuramente drizzare le orecchie. (per dirla chiara: “ammazzi i lupi? Ti tolgo i contributi”) Questo, ci aiuta  a capire il motivo a causa del quale tutto quello che si farà nel controllo e nella gestione di questi animali saranno solo dei piccoli ritocchi locali.

In questo momento, i partiti e la politica locale ai suoi vari livelli tendono ad assumere atteggiamenti cerchiobottisti a seconda della platea che si trovano davanti o del ruolo che rivestono. Invece c’è un’unica ricetta: la verità. Quella stessa che personalmente, ho sempre cercato di mettere in pratica. Eppure non sono mai riuscito a liberarmi da etichette, spesso in contrasto tra loro. Per alcuni sono troppo pro, per altri troppo a favore. È per tentare di fuggire da questi cliché che cerco di scrivere spesso riguardo a questo argomento. 

Nessuna ricetta magica, qualche indicazione precisa, sì.

So che è un discorso molto lungo quasi noioso da spiegare ma le cose stanno più o meno in questi termini.  Se sull’orso si può pensare di intervenire solo su quel raro soggetto particolarmente dannoso o pericoloso per l’uomo, sul lupo un intervento mirato è praticamente impossibile. Eppure, la specie ha una riproduzione così protetta che sta procedendo in maniera esponenziale. Dunque, non c’è ombra di dubbio che qualche esemplare dovrà essere soggetto a controllo letale.  

I pastori, gli allevatori ed i semplici hobbisti proprietari di animali lo sanno bene ma stanno andando sempre più incontro ad una forma di rassegnazione. Non per questo non hanno bisogno di aiuto. La richiesta è quella di un intervento pubblico di rimozione di qualche esemplare laddove le predazioni siano particolarmente insistenti.

Ma per non illudere le persone va precisata una cosa. In quanto animale territoriale lo spazio fisico lasciato libero dalla sua occupazione con un prelievo mirato, entro breve tempo verrà utilizzato da qualche altro soggetto quando non addirittura da un altro branco. Darà sollievo psicologico alle persone interessate ma il problema si ripresenterà in brevissimo tempo.

Le persone vanno informate. 

Esattamente come accade per la volpe, la presenza degli altri due grandi carnivori sul nostro territorio è destinata a rimanere endemica. Per questo motivo ed in estrema sintesi, i livelli d’azione non possono che essere due: da un lato l‘aiuto ai pastori rimuovendo qualche esemplare ma soprattutto promuovendo opere di protezione e aiuto alla guardiania. In parallelo e non meno importante va ricostruita una relazione con la popolazione per informare e preparare alla presa d’atto. QUESTE SPECIE ANIMALI RIMARRANNO CON NOI PER SEMPRE. 

Questa mia ferma convinzione a mio modo di vedere appartiene a quella verità della quale tutti hanno bisogno. So perfettamente che a dire così non si accontenta nessuno (e si perdono i voti). Sono altrettanto sicuro che su un lungo orizzonte temporale potrà essere soltanto questa verità ad aiutare le persone. Ma non solo. Permetterà anche di salvare la dignità di quel politico che l’ha professata rispetto a chi raccoglieva firme nei gazebo e cercava di dare la colpa a qualcun altro. 

Una consultazione importantissima. 

A questo link, gestito da importanti istituti scientifici europei tra cui il nostro Muse, raccomando di cercare le risposte alle molte vostre domande riguardo al lupo e alla sua potenziale interazione con noi. 

QUI IL LINK DELLE DOMANDE: https://www.lifewolfalps.eu/faq/ 

QUI LE FALSE CREDENZE DA SFATARE:  https://www.lifewolfalps.eu/fake-news/

24 Gennaio 2022 0 Commenti
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La montagna e i suoi limiti non si affrontano senza prudenza ed attrezzatura.

Da Michele Dallapiccola 23 Gennaio 2022

Ha particolarmente scosso anche la comunità trentina, la tragedia nella quale un paio di giorni fa, sono occorsi dei turisti lombardi in Val di Breguzzo. 

Un dramma consumato in un niente. Perché la montagna non ha smesso di perdonare errori o sottovalutazioni. E non è solo una questione di propria forza fisica o condizioni meteorologiche. Le valutazioni devono essere il più larghe ed accorte possibili. 

Ci ho fatto caso anch’io, ieri, in uno dei giri di montagna considerati facili, alle porte della città. Mi trovavo nelle condizioni ideali per affrontare quella che è poco più di una passeggiata: dalle Viote al Cornetto. Trattandosi di una camminata invernale, mi ero dotato di idonea attrezzatura: racchette e ramponi in primis.

Ebbene arrivato in prossimità della Cima Cornetto, a pochi metri dalla sommità, mi sono reso conto di un passaggio a dir poco angosciante. In una valletta all’ombra, pochi metri sotto la cima c’era un passaggio obbligato che avrebbe imposto di seguire delle orme ghiacciate. Sono quelle dei trekkers che numerosi nei giorni scorsi hanno raggiunto la cima. Nessuna possibilità di appiglio, nessuna possibilità di perdere l’equilibrio.

Chi avesse sbagliato in quei pur pochi metri non avrebbe avuto nessuna possibilità di salvezza. Un semplice un piede in fallo, un attimo di apprensione, l’inciampo nella neve ghiacciata, avrebbero avuto conseguenze letali. Sotto, si stendeva infatti un pendio inclinato a 60° lungo qualche centinaio di metri. Non senza rammarico è prevalsa la ragione, abbiamo optato per un rientro diverso offrendoci una deviazione passando dalla bella malga di Cavedine. 

Ogni giorno, e ancor di più ogni domenica sulle nostre montagne si muovono tantissime persone, fin troppe senza idonea attrezzatura. Anche oggi erano davvero tanti, quelli incontrati senza ramponcini, ad esempio. Pensiamo anche solo ad una banale caduta sul ghiaccio senza scomodare patemi che si richiamano a tragedie. Vanno evitati, basta poco. Basterebbe quella cultura popolare che tutti noi da ragazzi abbiamo avuto la fortuna di imparare dalla vita rurale. Almeno chi ha avuto la fortuna di poterla vivere. Quella che oggi si perde sempre più, anche nelle nostre valli. 

Che sia forse giunto il tempo di indire un momento educativo di questo tenore e di questi argomenti anche in ambito scolastico? Di certo qualche informazione in più, magari attraverso i nuovi canali digitali, non guasterebbe.

Visto che è anche il compito di un consigliere, direi proprio che al più presto lanceremo questo messaggio anche alla Provincia.

23 Gennaio 2022 0 Commenti
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Danni da Drosophila. Siamo alle solite: manca la programmazione provinciale.

Da Michele Dallapiccola 22 Gennaio 2022

Come ad ogni inizio anno di questa legislatura, avvertiamo l’esigenza di stimolare la Provincia a prestare più attenzione all’annoso problema della Drosophila. 

E’ pur vero che qualche segnale c’è stato. Dopo una serie inenarrata di stimoli richiami e convegni (promossi dagli imprenditori provati) lo scorso anno è partita la sperimentazione in campo della diffusione del suo nemico naturale, la Ganapsis brasiliensis.

Dopo il lancio del parassitoide, come è normale immaginare però, il problema si presenta tutt’altro che risolto. Davanti a noi, purtroppo avremo ancora molto tempo dove vivere il disagio della fastidiosa convivenza col vorace parassita. 

Del resto, fino a quando – e soprattutto se – la colonizzazione del parassitoide Ganapsis b., non porterà ad un pesante abbattimento della popolazione del moscerino della frutta, avremo ancora bisogno di metodi fisici di contrasto. Le reti si sono dimostrate indiscussi presidi utili a contenere il disagio e i trattamenti. 

Purtroppo, per i coltivatori di berries le noie non finiscono mai. Sta per presentarsi per loro un ulteriore problema che riguarda gli aiuti all’acquisto delle reti di protezione. Questi presidi sono molto onerosi e per questo sono sempre stati sostenuti da aiuti pubblici. La misura 411 del PSR, però non contempla la possibilità di finanziamento. Alle misure previste dai fondi OCM, non tutte le grandi cooperative frutticole, hanno aderito. Alcune vaste aree agricole del Trentino sono dunque rimaste escluse colpite dalla mancanza di programmazione, a questo punto, da parte della Giunta provinciale. La sua azione di mediatore avrebbe potuto mettere in campo strumenti straordinari quali ad esempio specifici Bandi.

Ne sono stati attivati parecchi in questi anni, anche per asset di ben più minuta portata. La legge 4 del 2003, offre possibilità di intervento piuttosto agili ed altrettanto variegate. Inoltre, sarebbe bastato fare un copia incolla anche solo dalla precedente legislatura. A QUESTO LINK IL COMUNICATO STAMPA DI ALLORA. Per questo con la collega Paola Demagri intendiamo stimolare la giunta provinciale ad intervenire depositando (per ora) l’ennesima interrogazione.

Con 190 milioni e passa sul fondo di riserva del Presidente, investire qui due o trecentomila euro non sarà sicuramente un problema.

22 Gennaio 2022 0 Commenti
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LA RIPRESA NON È UGUALE PER TUTTI. Sul settore turismo e tempo libero l’ombra di una nuova terribile ondata di crisi.

Da Michele Dallapiccola 21 Gennaio 2022

Per ristorazione, turismo e cultura la ripresa non è mai arrivata.

Eppure Confcommercio Nazionale ha rilevato che rispetto al precedente il 2021 si è chiuso con una crescita del Pil del 6,2% e dei consumi del 5,1%. E’ solo dal 2023 che si potranno recuperare i livelli pre-pandemia per tutti i settori.

Anche il Trentino in questo non fa eccezione. In particolare nell’ospitalità non sono certo riusciti a riprendersi e ad “agganciare” la ripresa. La filiera turistica e dall’area della cultura e del tempo libero sono ancora molto distanti anche in provincia dai livelli del 2019. 

Secondo l’Ufficio Studi Nazionali Confcommercio, il completo ritorno ai livelli pre-pandemici non avverrà prima del 2023. Anche perchè anche la nuova ondata pandemica ha imposto una prosecuzione delle restrizioni. E come se non bastasse, anche l’accelerazione inflazionistica innescata dai prezzi delle materie prime, rischia di bloccare l’ampio potenziale di consumo delle famiglie italiane. L’eccesso di risparmio forzoso e precauzionale accumulato negli ultimi due anni si sbloccherà assai difficilmente davanti a nuove condizioni di incertezza pandemica e di rialzo dei prezzi. Per questo con le categorie coinvolte non si può certo scherzare. 

I 70 milioni€ ristorati agli impiantisti, assai importanti sulla carta, nella realtà hanno lasciato diverse falle. Specie nelle piccole stazioni. Anche nel settore del commercio e del turismo, sono arrivati ristori. Apparentemente a pioggia, hanno coperto molto bene certi casi (anche ingiustamente) ma hanno lasciato gravi, anzi gravissimi buchi in altri. 

Su tutto, in questo inizio 2022, si staglia Omicron e la sua ombra. Sfiducia, disdette, alberghi chiusi perché vuoti, sono le cifre con le quali confrontarsi. E la paura che a gestire gli aiuti a livello locale sia un governo maldestro è a dir poco piuttosto concreta. 

E’ di ieri la nuova impugnativa del provvedimento di deroga ai plateatici che tanto avrebbe aiutato. “Governo ladro, non ci ha lasciato fare!”: diranno i leghisti. QUI IL LINK DELLA NOTIZIA

Certi loro provvedimenti sembrano quasi presi “dopo cena”, in compagnia. Si pensi ad esempio tra tutti, ai danni che hanno prodotto alla GDO con le chiusure domenicali imposte e non concordate. Alle cause milionarie che ora, per questo dovranno gestire. 

E che dire della Riforma del Turismo? Partita tra mille eccezioni, ha finito per pesare sui deboli, costringendo le ex APT a riorganizzarsi nel loro peggior periodo della storia economica.

Solo un paio di esempi, questi sopra. Ecco perchè, fossi nei panni di un operatore del settore turismo non me ne sarei così zitto e buono. Fossi un loro rappresentante, per quegli alcuni della mia categoria ai quali sta andando proprio male, mi spenderei. 

Educatamente apostroferei il governo provinciale. Lo spingerei ad organizzarsi in qualche provvedimento di “ristoro 2022” visto che il fondo di riserva di Fugatti ammonta a oltre 190 milioni di€.

Questa cosa toglie molti alibi. Perchè di prebende da campagna elettorale non è ancora tempo. 

21 Gennaio 2022 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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