Michele Dallapiccola
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SCOPERTA SENSAZIONALE! IN TRENTINO, IL COVID SI CONTRAE DI DOMENICA: ANDANDO A NEGOZI!

Da Michele Dallapiccola 27 Ottobre 2020

C’è voluto un intero giorno in più rispetto al vicino Alto Adige, per la lega al governo del Trentino. Alla fine l’ha prodotta anche lei. L’ordinanza di recepimento del DPCM di Conte, per gestire questa nuova seconda ondata da Covid.

Ancora una volta, lo ha fatto con lo spirito di uno scienziato che sperimenta più che di un’amministrazione che ragiona. Certo, ha introdotto qualche elemento di novità molto positivo – ritardando la chiusura dei pubblici esercizi del Food & beverage – e per ora, mandando tutti comunque a scuola.

A supermercati e negozi chiusi di domenica. Un’altra volta!

Perchè strafare? Perché rischiare sulla pelle altrui? In questo bel pezzo de Il Dolomiti che trovi QUI, il costituzionalista Francesco Palermo spiega chiaramente il pasticcio combinato dalla Lega al governo del Trentino e cosa c’è il forte rischio succeda ora. 

Saremmo stati così soddisfatti se il Trentino avesse cercato almeno per una volta di far valere le prerogative della propria autonomia con oculatezza.

Invece, nemmeno qui si è voluto agganciare all’Alto Adige. Neanche qui è stato emanato un provvedimento analogo a quello nostro, ad esempio, per la gestione dei Grandi Carnivori.

Il Trentino ha scelto una strada propria rispetto all’Alto Adige e ora rischia di venir isolato. Con la solita malizia da “furbetti del quartierino” i leghisti locali hanno provato a reinserire nell’ordinanza di recepimento del DPCM, la norma che chiude i negozi la domenica.

Per dimostrare che cosa? Che avevano ragione? Che razza di machismo è questo? I tanto sbandierati pareri tecnico-scientifici ascoltati da Fugatti raccontano forse che il Covid si diffonde al supermercato di domenica? E così qualcosa che per una volta va davvero incontro ai pubblici esercenti rischia di venir vanificato da questo atto di basso profilo.

Non sarebbero state le 2 ore in più sui ristoranti a far saltare la mosca al naso di chi si oppone ai provvedimenti della Provincia.

Ma i negozi specie di grande dimensione non si sono certo scordati che nei pochi mesi in mezzo a questi due lockdown, sono stati bloccati da una legge dichiarata improcedibile. 

E giustamente, a quanto pare, c’è anche chi ha avviato una causa per richiesta danni alla Provincia. Questo provvedimento così strampalato non potrà che implementare il disagio collettivo a detrimento delle pur poche – ma buone eccezioni – che conteneva. 

Non si rischia sulla pelle del prossimo. Chi amministra deve essere prudente, perché se poi le cose saranno andate bene non si sarà trattato di bravura ma solo di fortuna.

E il Trentino non merita di esser gestito dalla sorte!

27 Ottobre 2020 0 Commenti
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La gestione politica dell’aggravamento della seconda ondata

Da Michele Dallapiccola 26 Ottobre 2020

Due presidenti, Trento e Bolzano, due conferenze stampa, due approcci diversi alla gestione della tegola amministrativa per le nostre teste che è il nuovo DPCM di Conte. 

C’è da capirli. Risulta davvero difficile districarsi tra mille dubbi ed altrettante opinioni per capire chi abbia davvero ragione sul come gestire la tragedia planetaria del Covid. Penso non sia facile ascoltare, da un lato il mondo medico scientifico e dall’altra la società e l’economia. In questo tempo figlio del web, preda della “sondocrazia” prendere decisioni è davvero difficile. Tutti sembrano arrabbiati con chi governa: come dar loro torto? Per i ragazzi e gli insegnanti a scuola, la didattica a distanza è uno schifo! E che dire delle persone anziane, che pur a loro protezione per carità, son tenute recluse lontano dall’affetto dei propri cari, nelle case di riposo?

Nelle immagini sotto, l’esempio nazionale

Eppure c’è un dato di fatto. 

Le esigenze di tutte queste persone, lasciate libere dai vincoli verso terzi, si sono dimostrate in grado di determinare una fitta rete di conflitti, proprio sul fronte dei contagi.

Chi lavora in sanità ce lo racconta. Chi ha visto gli ammalati, gli intubati, i morti, ha una visione molto cruda della realtà.

“Se non moriremo di Covid, moriranno le nostre aziende!”, gridano le nostre imprese.

E la politica chi deve ascoltare, allora? Quanto è giusto garantire preminentemente le esigenze sociali ed economiche rispetto a quelle sanitarie? Viviamo in un’epoca dove tutto è cifrabile, commensurabile. Lo sono i danni alle aziende, lo sono, purtroppo i costi sanitari e della vita umana. Siamo in grado di calcolare quanto costa curarci da Covid e quanto vale in euro una vita persa. E politica ed economia calcolano e confrontano le decisioni da prendere secondo il minor danno. Di qui arriverà la soluzione. Facile? Più a dirsi che a farsi, specie se il calcolo riguarda qualcuno vicino a noi, quando non noi stessi. Io però ho fiducia. Nel senso di responsabilità delle persone e nella scienza, nella classe medica e anche in quella parte politica che amministra prendendosi le proprie responsabilità. Diversa dalla politica che si distingue per il lungo tergiversare. Il vero male, il non decidere, il non sapere.

Che fare, allora?

Dunque piaccia o no, a mio vedere va apprezzato chi si assume responsabilità subito ed in maniera chiara e, per quanto antipatica, comunque comprensibile. 

Ricordiamoci che i nostri comportamenti di oggi influiranno sul contagio a partire dai prossimi 15 giorni. Scriveranno scenari che solo le più sofisticate tecniche statistiche ed epidemiologiche, sono in grado di prevedere. 

Obbediamo per una volta a questo accorato appello, proviamo a lasciar da parte la nostra italianità e seguiamo medici e regole.

Che la visione del nostro domani, in un vita catapultata al vivere alla giornata, provi per una volta ad uscire dall’egoismo del continuare a guardarsi la punta delle scarpe. 

A livello provinciale chi governa, faccia tesoro di Recovery fund e risparmi sulle devoluzioni erariali e ne faccia valore per irrobustire il sistema di aiuti statali per l’economia in crisi. Apri qui, sono già uscite le prime misure. Non morirà nessuno se una circonvallazione pur attesa da 30 anni ritarderà di altri 3. Si spostino le promesse tipiche di una campagna elettorale permanente e si aiutino le imprese.

Che cosa ci aspetta nei prossimi mesi?

Il tempo che ci separa dalle soluzione di questa crisi sarà tanto più sopportabile quanto più in modo equilibrato saremo capaci di viverlo noi. Alla politica si deve chiedere, e la politica deve rispondere. A noi tutti il conseguente compito di accettare, di accontentarci.

Non manca molto, e anche se alcuni mesi, in queste condizioni possono sembrare una vita, ma ormai ci siamo. La stampa internazionale dà il vaccino ormai sempre per più vicino. Entro fine anno, si dice. Distribuzione, sviluppo di immunità prima su persone sensibili, e poi di gregge, sconfiggeranno il virus. Con qualche mese di sconto, perchè a fermarlo in tempo ci penserà la bella stagione. 

Son lunghi sei mesi di limitazioni di lavoro specie se mal sostenuto da aiuti e sovvenzioni. E sono dure le mie parole ma non c’è altra strada.

Il virus, delle opinioni degli uomini, sa di poterselo permettere e dunque, se ne frega.

26 Ottobre 2020 0 Commenti
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L’AUMENTO DELLE INDENNITA’ AL TEMPO DELLA LEGA.

Da Michele Dallapiccola 22 Ottobre 2020

Questa, per me, è la terza legislatura. Come ad ogni lustro, assisto al ritorno puntuale del refrain che riguarda l’adeguatezza del livello delle nostre indennità di carica. E ancora una volta, la politica ne esce con le ossa rotte.

Questa volta, però si poteva evitare. Si sapeva, tutto, dall’inizio di legislatura. Nel frattempo, l’inerzia di un Presidente del Consiglio regionale ha atteso che le tegole gli cadessero in testa. Ci ha esposto a questo brutto momento di disagio collettivo. Anzi si è pure contraddistinto per ingenuità: ha cercato di dare la colpa a chi c’era prima. Peccato per lui che son già due anni, che è presidente, son già due anni, che sa questa cosa. Son già due anni che una soluzione, la poteva trovare.

Se solo avesse voluto.

Per fare un esempio prima di lui, Rossi e Kompatscher, insieme all’allora Presidente Moltrer, presero in carico il problema nei loro primissimi mesi di insediamento. E mica cifre come queste! Sotto il fuoco incrociato della stampa nazionale – che colpevolmente ignorò che nel resto d’Italia nulla cambiava – venne affrontata la questione vitalizi. Si passarono le forche caudine milionarie dei ricorrenti! Oggi invece, pur al corrente delle iniziative per evitare aumenti – di colleghi di opposizione! – si è preferito tacere. 

Io ho atteso.

Sapevo delle proposte di riduzione già sul tavolo ed ero curioso di sapere se e quando, questo presidente leghista avrebbe risposto. Niente da fare, ancora una volta incompetenza ed inesperienza hanno tenuto banco.

Gli eventi hanno reso nudo, il re.

Con un’aggravante. E’ aumentata la percezione scadimento generale della classe politica e con questa il ruolo del consiglio provinciale. Ed è un peccato perchè tanto si sarebbe potuto fare in direzione contraria. Perchè nonostante i nostri abbondanti 70 anni di AUTONOMIA, sono convinto ci siano ancora molti trentini che a certe domande non saprebbero rispondere.

Qual è il compito di un CONSIGLIERE PROVINCIALE/REGIONALE?

Capire a cosa serva una Giunta è un po’ più facile, ma un Consigliere? Qual è il suo compito preciso? Che cosa produce di concreto?

Penso la colpa sia anche mia, nostra, di chi fa questo lavoro insomma. Passa, ed è passato poco, il messaggio dell’impegno di chi siede in Consiglio. Di lì al non capire a cosa serva l’Autonomia, il passo è breve. 

Il consiglio Provinciale è il nostro Parlamento, il luogo prezioso dove la Provincia Autonoma di Trento costruisce il proprio impianto normativo. Un percorso costruttivo o di controllo fatto di mozioni, interrogazioni, ordini del giorno, emendamenti, disegni di legge, interventi verbali in aula. Tutti prodotti che vanno preparati con impegno intellettuale e di studio.

Si gestiscono i quasi 5 miliardi€ del Bilancio Provinciale. Se si sbaglia, i danni sono in proporzione. Pensate ad esempio alla legge Fugatti/Failoni sulle chiusure domenicali e ai milioni di € che ora le associazioni di danneggiati potrebbero chiedere.

Ad ogni singolo consigliere è consegnata la responsabilità di evitare gli errori e promuovere lo sviluppo. Possibilmente raccontandolo pubblicamente. Al netto delle restrizioni sanitarie di questo periodo, in effetti è un’attività molto apprezzata.

Nella 14° legislatura ad esempio, insieme al collega Rossi, ebbero molto successo una serie di incontri dove raccontavamo del riparto finanziario del Bilancio Provinciale. O in questa legislatura, ante Covid, dove in una decina di serate sempre molto partecipate, abbiamo raccontato della nostra attività normativa a tema “grandi carnivori”. 

Non risponde a doveri di mandato invece, il fatto che un consigliere si presti ad attività di patronato, fornendo contatti o informazioni dentro alla pubblica amministrazione. Son fatti suoi, lo fa per autopromozione, per spirito di disponibilità verso la collettività trentina. E’ un atteggiamento giusto da evitare se strumentalizzato o sovraesposto. Rischia di non venir compreso o peggio di venir malinteso. Non compete al consigliere nemmeno il proselitismo partitico. Deve sempre essere gratuito ed ultroneo rispetto al proprio impiego.

Ma in tutto questo il cittadino come può discernere il valore di un lavoro, al di là delle apparenze? 

Mi sa che ci vorrebbe una sorta di Tripadvisor della politica. Che pure c’è e si chiama voto.  Solo che arriva ogni 5 anni. Per questo nel frattempo va promosso un trasparentissimo sito del Consiglio dove sono riportati ad indelebile memoria, tutti gli atti politici che ciascun consigliere ha prodotto. Fatti che valgono molto più delle semplici presenze in aula. Specie se inconsapevoli come quelle recentemente occorse ad un consigliere di maggioranza nemmeno in grado, in Aula, di spiegare che cosa gli avevano – evidentemente – fatto firmare.

I cittadini non sono esclusi da responsabilità. 

Seguiteli i vostri politici! Seguiteli secondo le vostre simpatie e la vostra inclinazione personale. Ma fatelo. Se vi è difficile farlo di persona, sulla stampa o alla TV, utilizzate il Web. C’è un sito ufficiale e ci sono i social dei consiglieri. Più saranno seguiti, più si sentiranno controllati e nella necessità di dimostrare come meritata, l’indennità che ricevono. 

Sul giudizio dell’attuale amministrazione decideranno i cittadini attraverso il voto. Nel frattempo rimane che l’aumento delle nostre indennità – specialmente ora – è ridondante, sbagliato, senza se e senza ma. 

Una figuraccia che molti di noi non meritano, con un po’ più di competenza e coscienza nel bel mezzo della crisi da Covid, il Presidente del Consiglio Regionale, ce la poteva proprio evitare.

22 Ottobre 2020 0 Commenti
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E’ il momento di vaccinarsi. Anzi, no?

Da Michele Dallapiccola 18 Ottobre 2020

La foto di un governo che si vaccina per dare il buon esempio va benissimo. Il problema emerge quando il vaccino non è disponibile. Significa che chi amministra non è serio, non ha competenza o si cura dell’apparenza e non della sostanza. 

Ma prima di provare a capire cos’è andato storto in Trentino (tanto per cambiare) trovo utile fare insieme a voi questa piccola riflessione. 

Il mondo sta aspettando con trepidazione l’arrivo del vaccino anti-Covid. Intanto, per limitare il contagio, abbiamo a disposizione numerosi strumenti.

Ci aiuteranno a trascinare la nostra società verso  la salvezza. Fondamentali soprattutto perché oggi, nel pieno della seconda ondata, non possiamo permetterci nuovo lockdown. Ho come la sensazione che il mondo occidentale abbia finito i fondi per resistere. Con l’Europa al massimo della sua capacità di indebitamento e l’Italia sia allo stremo, come se la potrà cavare la Provincia di Trento?  

Abbiamo dei segnali di ottimismo. Inducono a questo, tamponi eseguiti a tappeto, un nuovo, diverso approccio terapeutico e una apparente minor aggressività del virus. 

Ciascuno di noi poi, di fronte a questa tragedia planetaria, non è inerme. Abbiamo delle responsabilità personali e possiamo utilizzarle come stimolo. Di qui, l’unione delle singole azioni, aiuterà l’intera società. Mi riferisco al corretto utilizzo di mascherine, disinfettante e distanziamento. Insieme ai comportamenti corretti e al rispetto del prossimo, fanno miracoli. A questo purtroppo si devono aggiungere parecchie rinunce. Sport, divertimento, libertà di movimento e pazienza, soprattutto tanta pazienza.

Intanto, la comunità scientifica non sta certo con le mani in mano. Il web è ricco di informazioni più che incoraggianti. Ci viene raccontato di 51 presidi vaccinali attualmente in dirittura d’arrivo. Tra i più interessanti i progetti di Pfizer, Astrazeneca e Moderna. Qui i link sulle ultime news:

  • Qui per Pfizer
  • Qui per Astrazeneca
  • Qui per Moderna

Nel frattempo l’opzione vaccino anti-influenzale per i virus stagionali ordinari, sarebbe stata un plus che avrebbe aiutato molto. Utilizzo il condizionale perché nonostante i roboanti annunci della Giunta con tanto di foto e comunicato stampa, siamo in alto mare. Mancano le dosi riservate perfino alle categorie a rischio.

E mentre l’Emilia Romagna ne annuncia disponibili di ulteriori rispetto alle dosi a queste riservate, qui niente da fare. Manca per le persone che ci credono, (pur non categoria a rischio come il sottoscritto), ma a quanto pare, scarseggia anche per chi ne ha davvero bisogno. 

Perchè, prima di farsi fotografare non si è pensato ad approvvigionarsi dei presìdi necessari?

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VERSO LA GESTIONE DEI GRANDI CARNIVORI IN AUTONOMIA

Da Michele Dallapiccola 16 Ottobre 2020

Formazione/informazione e poi, il resto: così si fa! O meglio si dovrebbe fare. Peccato che la strada giusta per ora, l’abbia presa soltanto l’Alto Adige. Perchè?


Apri QUI per l’articolo completo de IL DOLOMITI.

Non si prendono in giro gli allevatori! Sono una categoria di persone serie. Ascoltano volentieri i consigli su come tenere a bada i grandi carnivori rispetto al proprio bestiame. Si prestano a mettere in pratica di tutto. Ma poi la società civile e la politica, sono disposte a prendersi fino in fondo le proprie responsabilità?

In particolare, chi governa dovrebbe utilizzare iniziative come questa altoatesina, come un primo passo verso un accordo col Governo. Proprio come leggiamo in questo articolo de Il Dolomiti.

A Trento FINO AD ORA, non ha portato nulla litigare con il Ministro Costa e ammassare orsi in gabbia sperando di sfuggire alle denunce.

Ora il Ministro è sull’Aventino e sulla lega al governo del Trentino sono numerose le pendenze che ci auguriamo non presenteranno risvolti giudiziari gravi. Con il metodo di questa provincia piuttosto, si sono mandati all’aria 5 anni di lavoro. Eravamo arrivati ad effettuare un grande passo. Una legge di gestione dei grandi carnivori in Autonomia.

A quel punto, seguendo le indicazioni delle migliori prassi internazionali, si sarebbe dovuto attivare un percorso – in accordo col Ministro – per dimostrare che si sta facendo tutto il possibile. Il punto di arrivo? L’agibilità integrale del PACOBACE e un Piano Lupo Provinciale. In pratica due parole d’ordine: possibilità di intervenire su soggetti singoli e MASSIMA SALVAGUARDIA della specie. 

In Trentino? Per ora il nulla di fatto. Rimangono le tracce sul Web di un Fugatti oppositore che non crede alle favolette di Slauz e Giulietta. Qui il video dell’epoca. Che i Forestali (ufficiali di pubblica sicurezza) smentiscono anche quest’anno, dati genetici alla mano: qui l’articolo de Il Dolomiti.

Favolette o meno, proseguono la loro storia d’amore “lupesco” Hanno sfornato una nuova ulteriore cucciolata sui Monti Lessini. Qui l’articolo.

Chissà se l’Onorevola locale ha già messo in carica la pistola elettrica per tenerli lontano qualora scendano in paese?

16 Ottobre 2020 0 Commenti
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ZOOTECNIA: NEI NUMERI, LA LETTURA DEL SUO FUTURO

Da Michele Dallapiccola 13 Ottobre 2020

Che la zootecnia, sia un settore in cronica difficoltà è un dato di fatto. Mestiere difficile, quello dell’allevatore, tanto duro quanto unanimemente percepito come carico di dignità sociale e ricco di soddisfazioni morali. Di quelle economiche invece, il riconoscimento è piuttosto stentato.

Vita in malga, la vacanza degli allevatori!?

Non solo finanziario, il motivo ostativo alla diffusione su maggiore scala di questa professione. Ve n’è uno di tipo sociale. A ben vedere, grande come una casa: il lavoro dell’allevatore è totalizzante. Dal punto di vista fisico, umano e mentale. Ed è per questo che spesso l’allevatore ha scarse occasioni di occuparsi della cosa pubblica o attivarsi per acquisire molteplici relazioni sociali allargate.

La bella Valsugana, dove la zootecnia sa dire la sua

Eppure, della sua esistenza ce ne accorgiamo tutti specie quando viviamo il territorio trentino a scopo ludico o ricreativo. E lo percepiamo come ordinato e vivibile quando il confine tra il verde chiaro dei prati al verde scuro dei boschi è netto e definito.

Grigie al pascolo, per tener lontani i boschi

Quando i prati coltivati a sfalcio o pascolo delimitano in maniera evidente i confini con il bosco. Il riverbero è forte e positivo anche dal punto di vista del marketing turistico. Si tratta dell’immagine che noi offriamo del nostro ambiente.

La zootecnia in festa! Che gioia per i nostri ospiti

Ebbene: sono gli allevatori e gli zootecnici per i prati coltivati a sfalcio o a pascolo ed i pastori transumanti per le aree marginali. Sono loro i veri responsabili di questa miracolosa gestione.

Quanto bene fanno i greggi transumanti all’alta montagna dove le vacche non vanno più?

L’estesa Val Rendena o la preziosa Val di Fassa, regine del nostro turismo estivo potrebbero presentarsi ai nostri ospiti senza i loro prati e con i boschi fin dentro ai centri abitati.

manza Rendena SUPERLATIVA!

Accanto a un fattore negativo esterno al sistema ce n’è uno interno al sistema stesso. Quello che fa riferimento, dicevamo anche alla scarsa appetibilità finanziaria di questa professione rispetto ad altre. Gli attuali modelli di sviluppo aziendale relativi alla remuneratività del latte non giocano a favore di ampi margini di interesse da parte dei giovani. Che tra l’altro, non possono considerare attrattiva, una professione che li potrebbe tenere lontani dalle molte occasioni di svago e di divertimento che invece i propri coetanei possono permettersi.

Tecnica e preparazione: non c’è futuro per l’improvvisazione

A questo punto sorge spontanea una domanda. Tutto ciò premesso dove sta andando la zootecnia trentina?

Un aiuto può arrivare dalla lettura dei numeri e delle cifre del comparto. A patto che poi vengano utilizzati per aiutare il sistema zootecnico ad evolvere. Come provammo a fare anche noi, in passato, cercando di stimolare la raccolta dei dati riguardanti la zootecnia. Abbiamo provato a farlo partendo da un aspetto talvolta trascurato: la gestione e la sostenibilità economica dell’azienda agricola.

Camosciata delle Alpi, interessante alternativa alla bovinicoltura da latte

Questa interrogazione vuole invece stimolare l’assessorato a rendere edotti noi e la collettività sui numeri della zootecnia. Anche se letti su un periodo relativamente breve ma estremamente significativo: quest’ultimo ventennio.

Puerpera di limousine. Gelosa della sua amata vitella.

Sappiamo che questi dati sono sparsi in alcuni database diversi. Sarà piuttosto difficile reperirli in tempi brevi e per alcuni sarà difficile risultare esaustivi e completi nella risposta. Siamo altrettanto convinti però che una volta ottenuti saranno estremamente utili agli scriventi e all’assessorato stesso.

Partendo dalla lettura di questa base passata, si potranno prefigurare con maggior accuratezza scenari futuri, specie alla luce della proposta, oggi su ogni tavolo politico agricolo europeo, di una nuova Politica Agricola Comunitaria.

Per meglio suggerire, abbiamo propedeuticamente richiesto alla Giunta una ricognizione accurata dei numeri immaginati sopra, depositando un’interrogazione.

I contenuti sono costruiti per conoscere, relativamente alla nostra Provincia, il più recente dato annuale completo disponibile, ed il suo corrispondente di 10 e di 20 anni prima, riguardo a:

  • La consistenza patrimonio bovino totale
  • La consistenza del patrimonio bovino da latte.
  • La consistenza del patrimonio ovino totale
  • La consistenza del patrimonio ovino transumante
  • La consistenza del patrimonio caprino totale
  • I quintali di latte prodotti nell’anno di riferimento.
  • I quintali di latte caprino prodotti nell’anno di riferimento.
  • Il numero di aziende zootecniche totali.
  • Il numero di aziende zootecniche full time o professionali
  • L’età media dei loro titolari
  • La superficie coltivata a sfalcio e pascolo
13 Ottobre 2020 0 Commenti
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San Martino al Passo Rolle. Sostenibilmente!

Da Michele Dallapiccola 12 Ottobre 2020

Provoca apprensione, il silenzio della Giunta, su un’opera – venga perdonata la ripetizione – giunta al termine dell’iter autorizzativo. In dirittura d’arrivo potrebbe venir scavalcata da altre opere funiviarie, peraltro interessantissime dal punto di vista politico-sociale ma sulle quali va attentamente valutata, in via propedeutica, la sostenibilità finanziaria futura. Senza dimenticare la progettazione definitiva.

Ci ha molto preoccupato non sentir nominare il Collegamento San Martino Passo Rolle nelle nuove opere finanziate dalla Provincia in abito funiviario. 

Con quest’ennesima rassicurazione, vogliamo offrire alla giunta provinciale l’opportunità di aggiornare le imprese locali e non solo, sulle sue reali intenzioni dell’esecutivo riguardo all’ordine in parola.

Per questo motivo troverete qui seguito il testo dell’interrogazione depositata.

Quale il cronoprogramma per la realizzazione del collegamento S. Martino – Passo Rolle? 

Nella tornata consiliare di questo inizio di ottobre il presidente Fugatti ha relazionato in merito all’allocazione nel Bilancio Provinciale di oltre 160 milioni di euro. Si tratta di risorse provenienti dal Fondo di Riserva, distribuite con la massima discrezionalità da parte della Giunta. Tra queste, è davvero cospicua la quota destinata alla realizzazione di opere pubbliche, a dir del Presidente, in ottica anti-crisi. 

Dentro a questi fondi, abbiamo colto con interesse la destinazione di 70 milioni di euro per il comparto funiviario. Come è stato evidenziato, sono riservati alla funivia del Bondone e al collegamento Brentonico – Malcesine. Ottime progettualità, nessun dubbio. Certo, sul fronte della sostenibilità finanziaria della successiva gestione c’è molto da lavorare. Su questo ci sarà il tempo di valutare attentamente. 

Sul tavolo rimane un altro grande progetto funiviario, quello del collegamento San Martino – Passo Rolle. Rispetto ai succitati progetti, quest’ultimo sta ultimando le fasi autorizzative.

A più riprese, a seguito anche delle nostre numerose interrogazioni, ha ricevuto ampie rassicurazioni da parte della giunta provinciale in merito alla finanziabilità e al completamento dell’iter.

Tutto ciò premesso si interroga la giunta per sapere 

  • Dove si colloca in termini prioritari di interesse, finanziabilità, ed impegno alla realizzazione, il collegamento San Martino – Passo Rolle rispetto alle due nuove opere indicate dalla Giunta?
  • Se, come auspicabile, viene considerata un’opera prioritaria ed in fase di avvio, quale sia il cronoprogramma di massima che la Giunta prevede per la sua realizzazione? 

Firmato: Dallapiccola, Demagri, Rossi

12 Ottobre 2020 0 Commenti
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L’autostrada che porta in Veneto.

Da Michele Dallapiccola 8 Ottobre 2020

La cronaca politica locale ricalca la drammatica deriva del Trentino verso il Veneto. No, non preoccupatevi. Nulla che riguardi la tettonica a placche o qualcosa di geologico. Una metafora piuttosto. 

Un po’ di cronistoria 

Fin dal primo dopoguerra l’accordo Degasperi-Gruber legò Trentino ed Alto Adige con un filo a doppia mandata. Oggi, quella proficua collaborazione sancita da un lunghissimo percorso istituzionale insieme, potrebbe prendere una nuova piega. La Regione testimone e cornice di un comun destino ha da sempre alimento l’orientamento a trovare accordi tra le nostre due Province. Mai ha permesso loro di divagare fuori dai propri confini. Men che meno e a minor ragione, di guardare a sud. 

Tant’è stato. 

Oggi invece, la facilità di rapporti del nuovo presidente Trentino con il Veneto, agevolata dalla sua storia personale e politica, ha aperto una crepa nei rapporti con Bolzano. Potenzialmente, si tratta di una frattura definitiva, provocata dalla partita della A22. Parliamo di un argomento tanto noto alla cronaca locale quanto diffuso negli hashtag sui social. Ma cosa tratta? 

I molti tra voi che già conoscono la questione, perdoneranno l’eccesso di sintesi utilizzato nelle prossime righe. Si tratta di un difetto che va tollerato nel segno del provare a divulgare, nel più largo grado possibile, le azioni che hanno fin qui caratterizzato questa partita.

La “questione A22”

Autostrada del Brennero Spa è una società mista pubblico-privata che si occupa della gestione dell’Autostrada A22. Proprieta per circa l’85% principalmente nelle Provincie di Trento, Bolzano e di alcuni Comuni e Provincie della Lombardia e del Veneto. Il restante 14% circa delle quote, per un valore di circa 160 milioni€ appartiene a soci privati. La gestione della tratta autostradale è affidata con una concessione scaduta nel lontano 2014.

Fino ad ora si è chiesto ed ottenuto di proseguire in deroga alla scadenza attraverso una serie di proroghe che ora sembrano arrivate al capolinea.

Per accordare un rinnovo di concessione per ulteriori 30 anni, l’accordo tra il Ministero e la Comunità Europea richiede che i soci privati vengano liquidati. 

Di qui il principale scoglio poiché secondo la Corte dei Conti, l’ammontare massimo ammissibile per questa operazione finanziaria ammonta a soli 70 milioni€. Evidentemente impraticabile a norme “sic stantibus”. 

Bolzano cercherebbe di uscire da questo empasse con una strategia normativa ad hoc, come ha già tentato di fare attraverso i propri parlamentari. E’ in atto il tentativo di intervenire sull’impianto normativo nazionale. Trento spinge invece su una semplice proroga decennale. Contestualmente dimostra di tollerare che si caldeggino una serie di opere migliorative sulla tratta. La più importante vale circa 4,1 miliardi€ e corrisponde alla realizzazione della terza corsia tra Verona e Modena.

CLAMOROSO!

  • Si accetta di ottemperare alle giuste, comprensibili esigenze degli investitori veneti ma che stanno in Veneto.
  • Si ipotizza di assegnare 5 milioni di euro dei trentini a Veneto Sviluppo, trovandosi mediaticamente obbligati a fare retromarcia.
  • Si gioca la partita col Ministro delle Regioni Boccia, per trattenerne parte delle concordate devoluzioni erariale qui in provincia ottenendo meno di Bolzano.
  • Nella partita grandi carnivori, ad un Ministro, pessimo nemico dell’Autonomia contrapponiamo i dispetti istituzionali. Hanno boicottato il dialogo, con persona sbagliata.

In pratica, stiamo per consumare una tra le fratture più importanti che dal dopoguerra abbiamo diviso Trento da Bolzano. Ci stiamo scontrando contro il muro dell’assenza di dialogo. 

Vi consigliamo di allacciare le cinture.

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L’idroelettrico ai Trentini

Da Michele Dallapiccola 7 Ottobre 2020

I numeri del settore.

  • 34 le grandi derivazioni idriche in Trentino
  • 17 le relative concessioni idroelettriche
  • 5 i miliardi di megawatt prodotti
  • 200 milioni€ il valore della produzione. 
  • 2017 l’anno in cui la norma di attuazione ha stabilito che è Trento a poter definire le modalità di assegnazione delle concessioni. Ben prima di oggi, dunque, l’articolo 13 dello statuto ci ha dato la possibilità di legiferare in materia.

Cosa è successo oggi.

Il Consiglio Provinciale ha licenziato la modifica della legge che regolerà le disposizioni in materia di grandi derivazioni a scopo idroelettrico. Possiamo considerare questo passaggio come un atto dovuto. Si tratta di una norma preminentemente tecnica. Per questo sorprende l’enorme enfasi con la quale l’assessore competente ha voluto presentarne la stesura. 

Hanno enorme significato l’acqua e l’energia cinetica che porta con sé. Non meno sorprende la forza vitale ch’essa imprime a ciò che tocca. E’ un bene collettivo strategico per i trentini sul quale molto dovrà ancora venire elaborato e discusso.

Colpevolmente la giunta in questa fase ha voluto assumersi poche responsabilità. La stesura dei bandi di gara per l’assegnazione delle nuove concessioni, così come proposto e approvato in norma, lascerà spazio ad alcune opzioni non chiare.

Cosa accadrà d’ora in poi?

Per ora, le poche regole sul tavolo oggi, favoriscono procedure di assegnazione basate sul rapporto prezzo/canone. Molti saranno i nodi che si presenteranno, gli interessi economici che effettueranno la propria pressione e altrettanti gli aspetti relativi al bene della comunità che invece andranno tutelati. Li ricordo da ex assessore all’agricoltura e alla pesca. Posso confermare le tante difficoltà che da sempre ha incontrato la Provincia nell’affrontare questi aspetti. Rendere attuale un equilibrio tra i vari utilizzi dell’acqua, in applicazione della normativa sui deflussi minimi vitali, è estremamente arduo. E potremmo procedere a raccontare quanto siano strategici gli investimenti sugli impianti e sull’ambiente. 

Il consiglio, su questi temi consegnerà alla giunta un foglio bianco. sul quale la lega al governo del trentino scriverà la propria storia.

Intanto leggono i leghisti in aula. I loro commenti alla Norma sulle derivazioni ad utilizzo idroelettrico. Raccontano banalità, desiderata ovvie, raccomandazioni alla tutela di tutto ed del contrario di tutto. Rimane, lo ripeto, un assegno in bianco a disposizione della giunta. Fortunatamente il nostro compito di controllori non si esaurisce qui. Proseguiremo a monitorare l’iter rispetto al piccolo passo che esce da Consiglio provinciale ora.

Lo stile del presente lo abbiamo visto, del futuro possiamo attuare un esercizio di immaginazione.

Si dice che il buongiorno si vede dal mattino. Quello visto in mano alla lega in questi primi due anni di governo, ci lascia pensare che avremo ancora molto su cui lavorare.

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COMUNI TRENTINI: SI RIPARTE.

Da Michele Dallapiccola 5 Ottobre 2020

Come la quiete dopo il temporale. Ripartono i nostri Comuni. E intanto ciascuna forza politica racconta delle proprie vittorie.

Lo abbiamo fatto anche noi. Lo diciamo sottovoce, ora, ma con una certa soddisfazione. Si contano sulle dita di UNA MANO i comuni in Trentino che hanno voluto ospitare, almeno in forma palese, l’ideologia ed il simbolo della lega.

A Pergine e a Cles, la soddisfazione maggiore: non c’è stato nessuno che abbia avuto il coraggio di associare la propria persona a questo simbolo, né come primo cittadino, né in una lista. Lì la lega non è nemmeno riuscita a presentarsi. Nonostante, promoter d’eccezione, vivessero in quelle località: il Presidente del Consiglio Regionale e un’Assessora Provinciale.

A ben vedere, chi offre la propria disponibilità a candidare, mette a disposizione la propria figura, la propria persona. Pochi vivono questa occasione come una sfida, piuttosto la avvertono come forte responsabilità. Ecco perché vi devo confessare che pur non conoscendo termini più appropriati, trovo che per le elezioni, vincere o perdere, siano verbi proprio antipatici.

Piuttosto, vincere, significa assumersi responsabilità. Un messaggio che traspare come non ancora completamente colto anche in ambito più ampio.

Ho come la personalissima impressione che a livello provinciale, a due anni di distanza dal voto, non sia ancora superata la fase elettorale. A mio vedere la lega al governo del trentino si concentra ancora troppo, sul tentativo di carpire il consenso, sul trasmettere l’empatia quasi come di un clan tribale. Si lavora a spot e ci si concentra, sempre a mio avviso, sull’apparire anziché sulla progettualità e sulla visione.

Un esempio tra tutti? La gestione orso. Sono pochi al mondo i problemi che ad ignorarli si risolvono da soli. E la questione grandi Carnivori NON è tra queste. Forse anche nella speranza di non finire in procura, si è provato a mettere in gabbia tutti gli orsi che davano fastidio. E alla fine in procura, probabilmente, ci finiranno lo stesso. 

Ancora oggi in Aula di Consiglio Provinciale, dai banchi della lega, esponenti partitici di rilievo – più seri che faceti – lanciano non senza il condimento di qualche epiteto, un motto di incoraggiamento alle proprie fila: “abbiamo vinto, arrendetevi! Adesso qui comandiamo noi!” 

Mi chiedo cosa? Si comandano un’astronave, un transatlantico, tutt’al più un aereo. La Provincia si guida, si governa, si programma nel suo futuro, con delle scelte. Di quelle che nei nostri Comuni, nei giorni scorsi, abbiamo visto in maggior numero. Per fortuna. 

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