Michele Dallapiccola
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SICURI DI NON AVERNE AVUTO ABBASTANZA?

Da Michele Dallapiccola 2 Ottobre 2020

Breve cronaca della settimana di preparazione al ballottaggio, della lega al governo del Trentino 

LUNEDÌ 28 settembre. 

Il Presidente della lega se la prende con la Svp minacciando ritorsioni politiche a causa, a suo vedere, di accordi elettorali non rispettati. Peccato che è grazie al Partito Popolare Sudtirolese che la lega siede in maggioranza anche in regione.

Dopo i recenti disaccordi tra Trento e Bolzano sulla A22, tutto potrebbe complicarsi con la rottura definitiva. Si potrebbe prefigurare uno scenario limite dove in regione, la SVP potrebbe considerare nuove possibili maggioranze, con la lega messa alla porta.

MARTEDÌ 29 settembre. 

Una nuova tegola cade sulla testa della lega relativamente ai contenziosi aperti nei confronti dei diritti dei cittadini. La vittoria di un ricorso privato, fa saltare la nuova modalità di assegnazione delle case Itea, vero – ormai ex – cavallo di battaglia dei salviniani in Trentino

MERCOLEDÌ 30 settembre. 

Dopo la strigliata del Tar della scorsa settimana, il Codacons vince la sua battaglia contro la Giunta in merito alle chiusure domenicali. Solo pochi giorni prima avevano provato a correre ai ripari correggendo il tiro di una norma a dir poco confusa. Tutto il Trentino è territorio turistico, avevano dovuto dichiarare, capitolando. Peccato che la richiesta danni sembra sempre più atto dovuto. Se è forse probabile da parte di consumatori è quasi certa da parte dei commercianti torteggiati dal provvedimento. 

Nel frattempo, convocano Zaia in Trentino per un “endorsement” ai loro candidati. L’autogol è clamoroso. L’abile governatore di quella che fu la Serenissima, finisce per promuovere la Valdastico attraverso le valli del Leno come opera strategica. Peccato che favorisca i Veneti ma devasti i territori locali.

Tutti sono concordi nel considerare l’opera un vero scempio ambientale che porta il vessillo di San Marco a scontrarsi sempre più con l’Aquila di San Venceslao

GIOVEDÌ 1 ottobre. 

Si rivela il capolavoro in negativo, la cappella Sistina al contrario di questa giunta nella non-gestione dei grandi carnivori. Dopo un’estate all’insegna della totale noncuranza del problema lupo, dopo decine e decine di predazioni che hanno lasciato gli allevatori allo sbando.

Si è pensato di dedicarsi esclusivamente agli orsi, nella totale incapacità di decidere qualcosa di risolutivo, cominciando ad ingabbiarli. Già tre, nati in cattività, sono detenuti. Ora, ai tre selvatici captivati, si è tentato di aggiungerne ulteriori tre, portando a 9 il numero degli orsi ingabbiati in Trentino. Pochi giorni fa, l’ordinanza che avrebbe permesso di proseguire è stata fermata dalla Giustizia. Nel frattempo un’ispezione dei Carabinieri al Casteller ha portato il nostro Presidente della provincia fino all’umiliazione risultare denunciabile per maltrattamento di animali.

VENERDÌ 2 ottobre. 

Nuova grana per la lega trentina. Il governo impugna 3 norme: sanità, superamento del precariato e sugli appalti. Non è certo la prima volta  che succede ma a giudicare da come stanno andando le cose tutto non può che peggiorare.

Nel frattempo, l’Ente nazionale protezione animali, uno dei più strutturati ed autorevoli nel campo, annuncia un propria denuncia a carico della Provincia per le vicende legate alla gestione orso al Casteller

SABATO 3 ottobre. 

Proseguono gli appelli della lega a votare i loro rappresentanti al ballottaggio. Rovereto, Arco, Riva i principali centri interessati.

Siete sicuri di non averne avuto abbastanza?

Nella foto di copertina, la bella Vallarsa da Forte Pozzacchio. Pensatela coi viadotti di Zaia&Fugatti

2 Ottobre 2020 0 Commenti
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Lega in Trentino. Lasciateli fare, lasciateli lavorare.

Da Michele Dallapiccola 30 Settembre 2020

All’inizio del nostro mandato, a noi consiglieri di minoranza veniva spesso rivolto questo appello.

Oggi, dopo due anni di governo leghista in Trentino, questa cosa non ce la chiede più nessuno.

Complici forse, i numerosi scontenti che hanno prodotto le loro azioni di governo

Eppure, avranno provato a chiedersi come migliorare? Probabilmente si, perchè hanno cercato di farsi aiutare nientepopodimeno che da Salvini. Ora che il suo rank nei sondaggi procede al ribasso, hanno cambiato sponsor. Con le quotazioni politiche al rialzo, ecco Zaia!

Ma non sarà che tutto è congegnato per coprire i (mis)fatti locali?

Pensiamo a quante cose sono andate male in questi due anni. Pensiamo solo ai sei ricorsi persi in questi ultimi tempi. Organizzazione della Provincia, aperture/chiusure domenicali, sulla cattura di JJ4, o sulle nuove modalità di assegnazione delle case Itea, tanto per citarne alcuni.

Mi permetto di segnalare tutto questo – e non con poco disappunto – perchè non sopporto l’ipocrisia e le bugie. La lega, racconta di volere il bene dei trentini ma agisce tradendo in pieno questa promessa. 

Mi spiego meglio.

Gli orari festivi dei negozi. Il Trentino non è tutto turistico, anzi no, lo è!

Failoni, l’assessore perplesso.

Se c’era davvero la volontà di migliorare la qualità di vita dei commessi chiudendo i negozi di domenica bisognava mediare, non imporre. Ci sono gli interessi degli utenti e di un’economia di pari passo che vanno tutelati. Altrimenti reagiranno tutelandosi, e come biasimarli? Non è che invece si voleva soltanto carpire consenso in campagna elettorale? 

La non-gestione dei Grandi Carnivori. Ora sono già sei, gli orsi in gabbia in Trentino.

Come con JJ4? Si voleva accarezzare la benevolenza dei clesiani giustamente preoccupati? Altre, sarebbero state le azioni, tutte da mediare con lo Stato. Diversamente? Nessun consenso in più. Prova ne è che a Cles, sotto ai riflettori della locale assessora, la lega non è nemmeno riuscita a mettere in piedi una traccia di lista. Così è andata anche con tutta la gestione Grandi Carnivori con un nulla, dico nulla di fatto sul lupo e con gli orsi consegnati al totale disatteso del PACOBACE. Si è pensato di chiuderli in gabbia.

Adesso ne abbiamo 3 al Casteller, uno a San Romedio e il 5° e il 6° a Spormaggiore! E’ questo il Trentino capace di sapiente gestione naturalistica che vogliano trasmettere? SEI ORSI IN GABBIA. 

La dannosa delibera sulle case ITEA

Si cercava il consenso dei delusi sulle modalità di attribuzione delle case Itea? Andavano mediate ed individuate nuove modalità di assegnazione, frutto di passaggi amministrativi ragionati e condivisi.

Cavallo di battaglia della lega “gardolotta”, dove il locale leghista in seno al Consiglio Provinciale ha portato a casa una magra figura. In Alta Valsugana a Pergine, anche all’omologo rappresentante per la lega locale non è rimasto che accomodarsi con lo stesso nulla di fatto visto a Cles e a Gardolo. Anzi, ha subito lo smacco di vedere i voti leghisti locali finire – con ogni probabilità – nelle urne a favore di chi, a suon di articoli di fuoco sul giornale, li ha sempre criticati.

La finanza provinciale: a che punto siamo?

E che dire della gestione finanziaria provinciale a dir poco incerta? La mancanza di una decisa assunzione di responsabilità come ha fatto l’Alto Adige, al Trentino ha fatto perdere un treno: l’opportunità di attivare un robusto debito provinciale. Avevamo detto: il debito lo farà la provincia o lo dovranno fare le imprese. Ora che la seconda ondata di crisi da Covid è sempre più manifesta, le nostre possibilità di manovra sono particolare aleatorie.

E della “venetizzazione” dei 5 milioni€ nel loro Ente Sviluppo? Sono finiti nello stesso fosso degli accordi che impediscono una decisa presa di posizione del Trentino riguardo al rinnovo di concessione all’A22 a fianco dell’Alto Adige. Tutti a sud.

Le noie con l’SVP. Rotto un asse strategico per il Trentino.

Non paghi di aver rotto l’asse con Bolzano sul piano tecnico, per farla finita, i leghisti han pensato bene di implementare la rottura portandola a livello politico. Il taglio di rapporti con la SVP nei ballottaggi alle comunali di questi giorni ha fatto davvero scalpore.

I danni all’economia. Non bastava il Covid.

Nel frattempo in Provincia, gli assessori alle attività economiche, nel pieno della crisi da Covid, hanno incominciato a riorganizzare tutti i tavoli della promozione turistica.

Non paghi si sono dedicati a boicottare le decisioni delle Casse Rurali. Pali tra le ruote, prendendo le parti delle compagini minoritarie, sulle progettate fusioni di Trento-Lavis, Rovereto-Riva, ed ora infine sulle Giudicarie. Anzi, tante le contraddizioni dentro a quest’ultimo provvedimento che i tre assessori giudicariesi, al momento di deliberare hanno lasciato le loro poltrone. Con scaltrezza ma non certo inosservati.

Anche nel settore primario, un enorme punto di domanda sovrasta gli investimenti. Non c’è nessuna indicazione precisa di se, né quando, si metteranno nuovi fondi a disposizione del settore agricolo. 

E mentre il bostrico ferisce le nostre foreste molto peggio di Vaia, di approfittarne ed attivare piani di recupero di superfici ad uso agricolo non se ne parla nemmeno. Anzi. In Valsugana, a fronte della cancellazione dei fondi per la bonifica di Villa Agnedo, si progetta uno scempio ambientale, vorace di terreni agricoli. Il raddoppio della statale 47 è previsto con una modalità nuova, mai vista altrove al mondo. Due strade a doppio senso senza spartitraffico centrale, tutte due in mezzo a pregiato terreno agricolo.

I veri interessi della lega oggi.

Ma oggi, tutto questo non conta. Ci sono i ballottaggi da monitorare. E nel cuore dei leghisti ha soffiato forte il vento della nostalgia. Quello di ritornare alle proprie origini, quel luogo calcato per anni alla spasmodica ricerca di firme contro qualcosa: il mercato settimanale. 



E tra una bancarella ed un gazebo, tra un leader nazionale ed un collega di partito stanno cercando di riconquistare la fiducia dei trentini.

Proveranno a raccontare loro che i brutti e i cattivi, ora che al governo ci stanno loro, sono i giudici e la magistratura perché bocciano i loro provvedimenti anticostituzionali. La tecnica è vecchia come il mondo. Si cerca un comune nemico e si colletta il consenso con la promessa di combatterlo.

Sono pochi i comuni in cui si andrà al ballottaggio. Nel frattempo i trentini in queste elezioni comunali si sono espressi.

Piuttosto chiaramente.

Ps: nella foto di copertina un pino malato di bostrico e una bonifica. La giunta per loro ha pensato ad un destino comune: lasciarli alla cura dei proprietari.

30 Settembre 2020 0 Commenti
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STATALIZZAZIONE DEL TRENTINO? ORA I DUBBI SON FUGAT(T)I

Da Michele Dallapiccola 29 Settembre 2020

Siete tra i preoccupati per la statalizzazione che il Trentino sta subendo a causa della Lega? Beh, se ancora qualcuno aveva dei dubbi ora può dire di averli davvero fugati

Il capolavoro politico di “venetizzazione” che i salviniani trentini stanno compiendo in queste ore è da antologia. 

Dopo la vicenda dei 5 milioni€ a Veneto Sviluppo, dopo aver cercato in tutti i modi di svendere loro l’A22, sganciandosi dall’accordo con il Suedtirol, tra poche ore assisteremo alla presentazione di un nuovo suggello del Trentino con il mondo della Destra Veneta. Convocato in veste di attore protagonista ecco a voi niente poco di meno che: Luca Zaia!

Bravissima persona, eh! Governatore capace, estremamente adatto a gestire la sua terra.

Appunto la sua. Quella affamata di autonomia, collante intorno al quale egli ha costruito tutto il suo personalissimo successo.

Ciò che la lega Trentina sembra aver dimenticato, invece, è che il Trentino l’autonomia ce l’ha già. Basterebbe utilizzarla.

Non di poco conto tra l’altro, osservare che la maggioranza dei comuni, specie di piccola dimensione, non vogliono esporre il simbolo per non esporsi a incresciosi fraintendimenti.

Il più comune è quello relativo al fatto che le amministrazioni locali poco gradiscono il farsi attribuire il sospetto di risultare guidate o peggio ancora commissariate da Trento. Figuriamoci da Venezia!!! E’ il motivo del copioso fiorire nelle elezioni comunali di tante liste civiche. Nonostante di fatto accolgano sensibilità spesso diversissime c’è chi addirittura ha pensato di ricamarci sopra un movimento vero e proprio adatto a guidare la Provincia. E chissà se poi andrebbe d’accordo con Zaia? 

Insomma anche ai ballottaggi il nazional partito non si è lasciato sfuggire l’occasione di dimostrare ciò che è. Completamente legato a diktat che vengono dall’alto politico nazionale o dal sud della nostra provincia ,a costo di arrivare a mettere in crisi i nostri amministratori locali

A voi cari elettori la scelta che riterrete più opportuna.

29 Settembre 2020 0 Commenti
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I CIVICI. MA, A CHE PUNTO ERAVAMO RIMASTI?

Da Michele Dallapiccola 28 Settembre 2020

Ancora non son terminati i ballottaggi che già, puntuali, ritornano. Con il loro progetto amministrativo del quale si sente parlare da più di 20 anni. Per la politica odierna, praticamente un’era! 

Un po’ di storia, un po’ di cronaca.

Per due lustri, all’inizio di questo millennio, fui sindaco civico anch’io. Di quegli anni ricordo un nitido aneddoto del settembre del 2000. Un rampante avvocato, il caro e compianto Rodolfo Borga aveva organizzato delle colazioni di lavoro politico. Aveva spesso invitato anche me. Mi chiedeva di aderire ad un suo entusiastico disegno. Qualche anno dopo, in effetti, avrebbe incontrato un certo successo, sappiamo bene come. Fu anche lo stesso motivo che mi impedì di aderire. I valori della destra, non sono precisamente al centro del mio sentire politico benché alcuni elementi, la meritocrazia tra tutti, siano assolutamente condivisibili.

Ma veniamo ai fatti di cronaca. Domenica prossima si terranno i ballottaggi, e lo scacchiere delle elezioni comunali sarà completo. Nel chiaroscuro delle caselle nere alla destra e bianche al centrosinistra, predomina nettamente la luce. E dentro a queste caselle, già si possono immaginare, gli interessati a proseguire in politica a livello provinciale. Fatto, si badi bene, che trovo giusto, legittimo e assolutamente apprezzabile. E’ così che si fa: i progetti solidi partono da lontano. In questo modo si forma una classe politica di dirigenti provinciali prepararti. E si evita di trovarsi nella situazione attuale dove il traino nazionale – al netto dell’incapacità del centrosinistra di rimanere unito – ha consegnato il governo del Trentino ad amministratori dal curriculum vitae piuttosto scarno e scadente.

Cosa può accadere ora.  

Ora un gruppo – sedicente omogeneo – di sindaci, pare si stia ri-organizzando per ri-provare a governare la Provincia. Bene, si potrebbe dire.

Certo, ma non benissimo se si tengono in considerazione anche alcuni aspetti potenzialmente problematici. Vediamo di provare a capire insieme dove si potrebbero celare. Partiremo da considerazioni personali ed d’esperienza ed osservazioni oggettive.

Il movimento dei sindaci civici 

Quanti sono? Da chi sono rappresentanti? Come sono organizzati? Vi sono tratti comuni nel loro legame ideologico? Tutte domande – per ora senza risposta. E del resto è difficile convincere i cittadini di non esser guidati da ideologie riconducibili a partiti già presenti sulla scena oggi, democratiche o liberali che siano. Anche solo per il fatto che definire delle regole, non trovate sia proprio un’azione tipica dei partiti?

Ed in effetti, l’attuale legge elettorale provinciale questo chiede, anzi obbliga, a fare: appartenere alla destra, alla sinistra oppure accomodarsi al centro, alleandosi ad uno dei due schieramenti. L’alternativa ultima è rimanere isolati, per conto proprio, a rappresentare se stessi seguendo la politica da “privatisti” del consiglio, un pò alla Giovanazzi, per intenderci. Che infatti, giunto nell’arena – leggasi: aula del consiglio provinciale – alla fine si è sempre dovuto piegare all’obbligo di aderire ad una maggioranza o all’opposizione che le urne avevano decretato.

La legge elettorale e le norme che regolano il funzionamento dell’aula provinciale non lasciano scampo. Ed in effetti, leggendo tra le parole del sindaco di Pergine, di queste regole, da persone preparate quali sono, hanno chiara contezza. 

Qual’è la consistenza numerica di questo gruppo? I conti sono facili da fare. 

Ogni elemento, dell’ipotetica lista dei sindaci, apporterebbe il proprio consenso, il proprio bagaglio di voti. Numero di voti al netto di chi, alle comunali li ha scelti come persone ma che alle elezioni di livello superiore, si sente invece in dovere di esprimere una propria ideologia.

E l’osservazione della realtà delle elezioni politiche del passato ci indica che le persone che lo fanno in provincia sono la maggioranza. 

I Sindaci del Trentino: molte sensibilità diverse.

I Civici: una novità per la politica trentina? 

Partiamo dalla loro collocazione politica. Difficile pensare che riusciranno davvero a trasmettere senso di centralità e di neutralità.

Del resto, è già accaduto che un progetto simile abbia militato in consiglio provinciale. All’opposizione dal 2008 al 2018, strizzava l’occhiolino alla politica di destra. Alla fine con legittima e comprensibile ambizione, si è lanciato tra le braccia di Salvini.

A partire proprio da quell’esempio, il Comune che fu governato da Borga, un suo discepolo politico fa già intuire che l’aria tira verso la stessa destra di allora. E questo è solo uno dei tanti esempi che fanno intuire che difficilmente questo così eterogeneo gruppo rimarrà slegato da logiche di orientamento. 

In un’ipotetica corsa in solitaria, hanno i numeri per governare?

Per legge elettorale, in provincia vince chi arriva primo. Non ci sono i ballottaggi. O ci si apparenta prima o si rimane fuori dall’esecutivo, dalla maggioranza 

Dunque, i conti sono bell’e fatti. L’attuale destra che governa il trentino assorbe circa il 40%, la Sinistra il 20, il Patt tra il 10 e il 15%. Tra M5stelle e altri schieramenti unipersonali infine c’è un ulteriore 10% impegnato. Di incollocabile, rimane solo uno striminzito 15%. Ammesso e non concesso di riuscire a raccoglierlo tutto, onestamente sembra un pò poco, per pensare di governarci la Provincia.

E chi pensa che le cose vadano diversamente è perché non ha questa percezione della realtà. Proprio come Daldoss e i suoi fedelissimi, che nell’estate del ‘18, in più di un’occasione, avevano esternato la convinzione di riuscire a collettare l’interesse di un terzo dell’elettorato provinciale.

Come pure lo stesso Carli che alle comunali di Trento, ha dimostrato che il Centro, da solo, per quanto moderato e capace, è morto.

E cosa potrebbe accadere, allora?

Tre le opzioni possibili, dunque, cari ex colleghi.

Correndo da soli, per un consolidato di numeri che derivano dall’osservazione storica dell’andamento dei risultati elettorali provinciali del passato, vi troverete a lavorare per garantire un posto in consiglio in minoranza. Lo ricoprirà il fortunato sindaco dimissionario che vi farà da candidato presidente. 

Come alternativa, vi potrete agganciare ad una coalizione, digerendo e spiegando ai vostri elettori che un’ideologia alla fine ce l’avevate, eccome! 

Infine, come terza soluzione, come è sempre accaduto in questi 20 anni, potreste finire per dividervi, sparpagliando i candidati nelle varie liste già presenti, qualcuna già un pò civica, ma comunque schierata. 

Ve lo racconto per esperienza. Ero anch’io uno di voi e le le cose le ho sempre viste finire così. O nel frattempo è cambiata la legge elettorale trentina e non me ne sono accorto?

28 Settembre 2020 0 Commenti
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Inverno Turistico e Covid alle porte: quali le risposte della politica?

Da Michele Dallapiccola 24 Settembre 2020

Finora, questo governo provinciale non ha dato dimostrazione di particolare prontezza di riflessi e di efficacia nelle risposte ai problemi che via via si presentano.

Potrei citare la risposta al problema della drosophila suzukii nella piccola frutticoltura, quella ai grandi carnivori nella zootecnia, la gestione dell’organizzazione scolastica sotto Covid. Peggio ancora sono andate questioni più complicate quali quelle finanziarie relative all’assunzione di debito. Un conseguente stanziamento di fondi per opere pubbliche sarebbe stata una veloce risposta alle necessità delle imprese, specie locali. 

E’ per questo motivo che, preoccupati, abbiamo voluto interrogare e stimolare la Giunta Provinciale.

I dati provvisori, relativi all’andamento dell’estate turistica del Trentino, recentemente diffusi, indicano modesti margini di ottimismo. Non sono tuttavia condivisi dalle associazioni di categoria che esprimono invece grande preoccupazione. Sia per come è trascorsa l’estate ma soprattutto perchè anche sulla nostra provincia incombe tenebrosa la paura di una seconda ondata di virosi da Covid. 

Fortunatamente sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista organizzativo, la società e la medicina sono più preparate. Sono cambiate le terapie e si è potuta constatare la grande efficacia del trinomio: disinfettante, mascherine e distanziamento.

La soluzione definitiva tuttavia avverrà non prima della distribuzione di un efficace presidio vaccinale. Dovrà essere somministrato ad un’adeguata fascia di popolazione e questa dovrà sviluppare una sufficientemente ampia immunità di gregge.

Tutto lascia supporre dunque che ciò accadrà non prima di qualche mese lasciando la stagione invernale in preda all’incertezza e al Covid.

E’ in questo preoccupante quadro che si incastra l’industria turistica invernale.

Se da un lato infatti la frequentazione della montagna estiva utilizza gli impianti di risalita in misura non imponente, questo invece accade pesantemente durante l’inverno.

L’utilizzo delle funi d’acciaio è infatti elemento imprescindibile e le code agli impianti stessi sono davvero difficili da gestire.

Nondimeno la nostra clientela nord europea osserverà le notizie relative all’andamento del virus per decidere se raggiungerci o meno.

Da considerare inoltre che la settimana bianca per la clientela italiana non è così importante ed irrinunciabile come lo sono invece le vacanze estive.

Anche le associazioni di consumatori ci hanno messo del proprio e ha fatto specie la notizia di questi giorni, relativa alla richiesta danni che queste hanno effettuato attraverso una class action proprio nei confronti delle società proprietarie degli impianti di risalita nella località austriaca di Ischgl.

Questi sopra, in breve sintesi, gli elementi che preoccupano maggiormente gli operatori turistici del nostro inverno. Per il settore, la stagione è praticamente in procinto di iniziare. Dal punto di vista della comunicazione e dell’approccio sarebbe importante capire velocemente quali siano gli indirizzi provinciali per gestire al meglio la stagione in turistica invernale soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo degli impianti e delle relative code per l’accesso agli stessi.

Tutto ciò premesso si interroga la giunta per sapere 

  • se sia allo studio un piano speciale di utilizzo degli impianti di risalita nel periodo invernale qualora le condizioni sanitarie relative al covid si profilano simili o peggiori rispetto allo stato attuale.
  • In caso di affermazione positiva quali siano le linee di indirizzo generali della Provincia, al fine di rendere edotta con il più largo anticipo possibile la popolazione turistica e residente.
24 Settembre 2020 0 Commenti
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Carenze nella didattica a distanza

Da Michele Dallapiccola 23 Settembre 2020

C’è incertezza sul come gestire al meglio i bambini e i ragazzi bloccati a casa dalla quarantena da Covid. Quale autorevole testimone, anche Fugatti la certifica in una recente quanto infelice clip video, apparsa nei giorni scorsi su “Il Dolomiti”. Il video a questo link!

Non è solo, il presidente, quando cerca di immaginare il momento nel quale si occuperà di come aiutare i genitori a curare questa delicata fase.

Anche l’assessore all’istruzione infatti, destreggiandosi tra un comizio elettorale e l’altro, sta sicuramente pensando a come organizzerà la didattica  a distanza per i ragazzi e bambini bloccati a casa per quarantena da Covid. Peccato che per alcuni di loro, questa prassi sanitaria sia già iniziata. Denunciamo pubblicamente il problema che si è verificato, proprio in qualche caso segnalatoci. Alcuni genitori e studenti hanno rilevato l’assenza di opportuna assistenza tecnica da parte del personale docente.

Ci chiediamo se gli istituti comprensivi, siano stati in grado di mettere gli insegnanti nelle migliori condizioni di poter operare in tal senso? 

Di seguito, il testo dell’interrogazione.

Carenze nella didattica a distanza

Molti bambini e ragazzi in quarantena domestica derivante da positività a Covid, anche nella stessa classe, non stanno ricevendo adeguata assistenza e continuità nell’insegnamento a distanza. Trapela un senso di incertezza nell’organizzazione scolastica. Questo specialmente per quanto riguarda la gestione della didattica da remoto. Pare non siano chiari e precisi nemmeno gli indirizzi su come procedere. Nella filiera organizzativa, il personale docente denuncia spesso di non esser stato messo nelle condizioni di poter attivare prontamente attività scolastica per i ragazzi rimasti a casa.

Probabilmente, i protocolli prevedono dotazioni multimediali e connessioni informatiche più robuste.

Vi è tuttavia, un pesante rimpallo di responsabilità tra l’organizzazione scolastica e quella provinciale, che dovrebbe governare tutto il processo di assistenza tecnica nei vari istituti.

Tutto ciò premesso il consiglio interroga la giunta per sapere 

perché in provincia, ogni classe di ogni ordine e grado non sia in grado di garantire la didattica a distanza a bambini e ragazzi in quarantena preventiva domestica.

Trento, 24 settembre 2020

Cons.ri Dallapiccola, Demagri, Rossi.

23 Settembre 2020 0 Commenti
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Ora la giunta provinciale sostituisce i suoi Servizi?

Da Michele Dallapiccola 16 Settembre 2020

Quando le informazioni tecniche le fornisce la giunta provinciale, qualora strumentalizzate potrebbero risultare fuorvianti.

Che nei Comuni delle nostre vallate si preferisca lasciare in disparte la politica nazionale e provinciale è un fatto notorio. Sono le liste civiche ad esser preferite, come espressione di impegno personale di ciascuno a servizio della propria comunità.

Per questo motivo la presenza di politici di livello superiore, specie quando non richiesta, è vissuta come un’ingerenza nelle libere scelte di una comunità.

L’uso dell’acqua e la crisi da Covid, due temi sensibili

A peggiorare le cose possono contribuire fatti come quello descritto nell’episodio che ha stimolato la nostra interrogazione che tratta di acqua, un tema sensibile ed estremamente delicato. Inoltre riteniamo che creare falsi convincimenti, esprimere illazioni senza alcun rispetto dei ruoli e delle diverse competenze – prevaricando il ruolo tecnico – possa alimentare attese infondate. E’ profondamente scorretto e generatore di dibattito negativo nelle comunità locali.

Proprio come è avvenuto qualche giorno fa in un Comune delle Giudicare che aveva posto una precisa domanda alla PAT. Da che data, un Comune può applicare la Tariffa ridotta del ciclo dell’acqua?

E cosi, questa domanda, la abbiamo girata alla Giunta, con l’interrogazione qui di seguito.

Durante la pandemia da Covid anche gli Enti Locali hanno cercato di venire incontro a cittadini ed imprese con vari provvedimenti compresa la riduzione di varie tariffe. Ciò avviene in un quadro normativo rispetto al quale i vari Servizi provinciali possono assistere tecnicamente offrendo pareri di opportunità e legittimità.

Dentro a questo solco, stona una vicenda occorsa al Comune di Sella Giudicarie rispetto alla quale, appare giusto riportare una sintetica cronaca per meglio inquadrare la vicenda.

In data 26.06.2020, il capogruppo di minoranza comunale “Civica futura”, (supportato per sua affermazione da puntuali informazioni ricevute da un assessore e da un dirigente provinciale tramite messaggi whatsapp!?) asseriva che le tariffe relative al ciclo dell’acqua potessero essere ridotte o azzerate anche retroattivamente alla data di assunzione del provvedimento.

L’amministrazione comunale, nel frattempo, si era preoccupata di chiedere formale parere tecnico al Servizio Autonomie locali della PAT affinché comunicasse la vera interpretazione del comma 2 dell’art.21 della L.P. 13 maggio 2020, n. 3.

Contrariamente a quanto sostenuto dalla minoranza comunale, si è potuto appurare soltanto che tale norma prevede la riduzione/esenzione delle tariffe relative al ciclo dell’acqua come applicabile dalla data della delibera e non dall’inizio dell’anno in corso.

In attesa del parere richiesto, l’amministrazione effettuava ulteriori opportuni approfondimenti tecnici preordinati all’adozione delle relative delibere. Sentita, seppur informalmente, la Commissione tecnica tributi e tariffe istituita in seno al Consorzio dei comuni trentini, riceveva conferma che le nuove tariffe avrebbero trovavano legittima applicazione solo dalla data di entrata in vigore del provvedimento e non retroattivamente. Lo stesso Ufficio del Vice Presidente Provinciale, dopo un breve approfondimento, confermava il quadro normativo.

A quel punto, il Consiglio e la Giunta comunali, in data 05 agosto (ultima data utile prima del silenzio elettorale e ancora senza nessuna risposta ufficiale da parte della PAT) adottavano i provvedimenti di rispettiva competenza. Tra questi, l’azzeramento delle aliquote IMIS autorizzate dalla PAT e a seguire le tariffe ed i canoni di locazione per un importo complessivo di oltre 400.000,00 euro.

Notevole, che il provvedimento assunto dal Comune di Sella Giudicarie relativo alle tariffe dell’acqua, è identico nei termini e nell’applicazione a tutti quelli assunti dai comuni trentini che hanno deliberato in merito.

In data 17 agosto 2020, veniva pubblicata sul sito istituzionale della Provincia (sezione Territorio/Autonomie locali) una nota Informativa in merito alle novità normative ed amministrative per quanto riguarda la materia dei tributi e delle entrate extra-tributarie locali. Nel chiarimento si evidenziava puntualmente che ‘…Le tariffe così rideterminate trovano applicazione dalla data del provvedimento che le determina, ovvero da data successiva indicata nel provvedimento stesso, e quindi senza effetto retroattivo.’

Veniamo all’attualità. Pochi giorni fa, una nota a firma dell’Assessore agli Enti locali, avv. Mattia Gottardi, fa finalmente pervenire una risposta scritta all’amministrazione comunale.

In data 07.09.2020, dopo oltre 70 giorni dalla richiesta, fuori tempo utile, in piena campagna elettorale e vaga in molti passaggi, contiene informazioni che non solo non corrispondono a quanto superficialmente affermato dalle minoranze comunali ma nemmeno alle interpretazioni ufficiali della PAT.

Riteniamo che creare falsi convincimenti, esprimere illazioni senza alcun rispetto dei ruoli e delle diverse competenze (anche in senso tecnico) possa alimentare attese infondate oltre ad essere profondamente scorretto e generatore di dibattito negativo nelle comunità locali.

Tutto ciò premesso il consiglio interroga la Giunta per sapere

  • se è al corrente del parere del consorzio dei comuni in merito all’interpretazione del comma 2 dell’art.21 della L.P. 13 maggio 2020, n. 3 e delle linee guida pubblicate in agosto dal Servizio Autonomie locali?
  • se debba essere considerata una prassi della quale prendere atto. Alle richieste di formale parere ai servizi provinciali, d’ora in poi, risponderanno i competenti membri di giunta provinciale direttamente di propria firma.
  • se non si convenga, in caso affermativo che le risposte siano fatte pervenire, chiare, di univoca interpretazione e non oltre il tempo massimo per poterne formulare un conseguente provvedimento.

Trento, 15 settembre 2020

Cons. Michele Dallapiccola, Cons. Paola Demagri, Cons. Ugo Rossi. 

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La Pergine del nostro domani.

Da Michele Dallapiccola 11 Settembre 2020

Le opportunità di lavoro come chiave di sviluppo della società. Dove e su che cosa si può contare?

Lo sviluppo armonioso di una comunità non può che tenere in imprescindibile considerazione anche il suo aspetto economico. Per questo, agli ottimi insediamenti industriali e artigianali, vanno innanzitutto offerte migliorie, a partire dall’infrastruttura digitale. Divenuto asset fondamentale al pari di una qualsiasi opera di urbanizzazione, è ormai indissolubilmente legata allo sviluppo del terziario e dei servizi. 

Anche il turismo e l’agricoltura attendono l’intervento del pubblico come determinante ai fini di un corretto ed armonioso sviluppo territoriale. La scorsa amministrazione provinciale, a trazione autonomista, ha puntato su questi settori con investimenti importanti anche a livello locale.

Dove si è investito di più.

Oltre alle canoniche misure di sostegno agricolo, abbiamo deciso di destinare anche all’Alta Valsugana un’importante fetta di fondi LEADER europei. Alcuni milioni di € hanno già finanziato diverse iniziative private. 

Il sostegno economico all’impianto irriguo sul conoide della Marzola e la nuova struttura della “Sant’Orsola” hanno poi ulteriormente dirottato sul territorio quasi 20 milioni€.

Nondimeno, altri 5 milioni€ hanno connotato il livello turistico. 

L’acquisto del castello di Pergine non si sarebbe potuto realizzare senza il fondamentale incentivato provinciale.

Assieme al distretto culturale, il sostegno alla stazione sciistica dell’Alpe di Pergine, la Panarotta, ha voluto spingere sull’ammodernamento degli asset per favorire la fruibilità particolarmente rivolta alle famiglie, al divertimento sulla neve e all’avviamento allo sci.

E sufficiente? Qualche concetto sul quale impostare il metodo di sviluppo.

Possono contributi, finanziamenti o vile denaro che dir si voglia, rappresentare il colore e la capacità di innovazione di un’amministrazione provinciale o comunale?

No. Ricondurre il pensiero di sviluppo di una località al tipo o alla quantità di finanziamenti assegnati è riduttivo.

Nemmeno un’attenta manutenzione delle infrastrutture comunali definisce la cifra del giudizio positivo verso un’amministrazione locale. La risposta è scontata, accanto a queste pur necessarie condizioni è necessaria una capacità di visione del proprio futuro.

Dunque, la domanda che l’amministratore della Pergine – di domani – si deve porre è: che cosa vuole essere Pergine – di domani -?

Pergine non merita di stare rinchiusa

Sono ben cinque le liste che si contrappongono all’amministrazione uscente. Tutte, accomunate dal pensiero politico che la città di Pergine deve aspirare ad avere una maggiore apertura verso il piano provinciale e non solo.

 Qualche suggerimento pratico

A noi piacerebbe aggiungere un’ulteriore domanda. Che cosa può connotare Pergine e la sua caratterizzazione turistica, posto che in questo settore intravediamo ampissimi margini di sviluppo? Le enormi carenze dell’attualità si potrebbero riassumere in una sola domanda: che cosa porta con sé come ricordo un turista che oggi visita Pergine? I bravissimi commercianti locali fanno i miracoli ed il centro è tenuto bello e vivo grazie a loro. Ma. 

Tradotto nel linguaggio moderno dei social, che cosa c’è di interessante da “postare” in città?

C’è un luogo iconico, un “punto wow” qualcosa da voler condividere con i propri amici per lasciare un indelebile ricordo sulle proprie pagine digitali? Che esperienze indimenticabili si possono vivere a Pergine? Eppure sarebbero molti gli aspetti da sviluppare rispetto ai quali l’amministrazione comunale ha la possibilità di fare sintesi.

Prendiamo Trento: gli anni l’hanno trasformata in una meravigliosa città turistica grazie ad alcuni pesanti investimenti in attrazioni. Il Muse tra tutti. Per costi e replicabilità dell’iniziativa questo non può riprodurre anche a Pergine.

La seconda attrazione di Trento per numero di visite però è il Castello del Buonconsiglio. E qui, comincia ad accendersi la scintilla del nesso.

Pergine è stato un fiorente borgo medioevale. Molti i richiami storici, gli stilemi architettonici e culturali di quel periodo. La felice intuizione di attivare un Parco minerario ne è un esempio. L’attività estrattiva garantì, in quei secoli, un benessere che può essere raccontato. È necessario l’impegno di alcuni investimenti piccoli e mirati. Ad esempio, perchè non collegare in maniera chiara e precisa con un camminamento tra il centro e il Castello? E la sua musealizzazione, come di fatto sta accadendo, non è imprescindibile?

Altro capitolo è il lago. Fu luogo turistico di asburgica memoria, come racconta la storia. Qui gli investimenti pubblici si intersecano con quelli privati e ancora una volta l’amministrazione comunale può migliorarsi. Molto. Su tutto gli attuali, deludenti, confusi collegamenti, pedonali e ciclabili col centro. Devono essere chiari, facili da individuare, protetti e sicuri.

Nondimeno la Cittadella dei piccoli frutti. Un esempio simile in Piana rotaliana riguarda il vino. Sono alcune decine di migliaia i visitatori che ogni anno transitano nella struttura delle Cantine Rotary di Mezzocorona per visitare questa Filiera produttiva.

L’attività di distretti agricoli di respiro europeo come è anche quella di Pergine nel campo dei piccoli frutti potrebbe rivestire ruolo di interessante centro turistico.

 Infine.

Un Presidente della nostra Provincia, ai tempi della grandeur del suo partito, veniva spesso redarguito da un quotidiano locale con una finta locuzione latina all’uopo coniata: “Asfaltare non est gubernare”. 

A ben vedere è un monito adatto anche per l’attuale realtà amministrativa perginese.

11 Settembre 2020 0 Commenti
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IL TRENTINO: SARA’ LA TERRA DEGLI ORSI IN GABBIA?

Da Michele Dallapiccola 1 Settembre 2020

Nel tempo della lega al governo del trentino, la gestione dei grandi carnivori ristagna nella palude delle idee. 

E così dentro ai prodotti di politica salmastra, ci è finito anche l’orso. O meglio gli orsi in eccesso. Il parametro pare sia stato edittato direttamente dal presidente che con insindacabile giudizio ha individuato in 30 il numero preciso. Stabilito il difetto, o meglio l’eccesso, si è pensato bene di intervenire, incominciando a… rinchiuderli tutti! Questo perchè, affrontato il nazional ludibrio con ordinanza prese tra capo e collo (per JJ4) e dal Tar impugnata, si è accorto di non avere né la forza né’ il coraggio di ordinare di sparare. Eppure quando stavano sotto i gazebo a raccoglier firme, i leghisti, paventavano tutt’altra sicumera.

Così la soluzione farsa partorita ora è quella di catturare gli orsi che anche solo minimamente infasticano l’opinione pubblica, o meglio la campagna elettorale.

DJ3 al Casteller. Sarà trasferita altrove

Secondo un suo personale credo, dicevamo, che Il presidente della Provincia ha stabilito che in Trentino vi siano 30 orsi di troppo. Non è stata citata nessuna motivazione né nessun studio che porti a comprendere il perché del numero sopra annunciato.

In realtà, scientificamente ed eticamente è assai difficile stabilire se siano troppi o magari troppo pochi. Per questi motivi, la precedente Giunta aveva promulgato una norma che se attuata avrebbe previsto la gestione dei grandi carnivori. L’intento prevedeva di prescindere dalla conta e si sarebbe partiti invece dagli esemplari problematici.

La lega al governo del trentino, per risolvere il problema, pare abbia invece pensato di cominciare a catturarli e chiuderli dentro a dei recinti. Qualora non si trovasse soluzione diversa, in breve tempo, potrebbero essere parecchi gli esemplari di orso rinchiusi in una gabbia.

Il Trentino così potrebbe diventare famoso per essere la Provincia con il maggior numero di orsi in gabbia del mondo.

Un recinto, a misura di orso. M49, tuttavia, lo ha scavalcato e divelto.

I meno giovani ricorderanno gli orsi di Rovereto, Gocciadoro e Sardagna. Li rivedete nella foto in copertina. Erano abominevoli galere, che custodivano animali psicotici. Fortunatamente, l’evoluzione nel rapporto con gli animali ha risolto quella prassi. Invece, il provvedimento attuale della lega, nell’ambito della gestione degli fauna selvatica, ha fatto fare al Trentino un salto a ritroso di 50 anni.

E’ assolutamente comprensibile la necessaria preoccupazione per le persone ma non è giustificabile accettare una soluzione decisa in fretta e furia dopo non aver fatto praticamente nulla nei primi due anni di governo.

La non soluzione riserva al Trentino una nomea inquietante quella di regione incapace di gestire un corretto equilibrio ecosistemico del quale l’esistenza dei granai carnivori costituisce certificato vivente.

Che l’ambiente, la sua importanza e la capacità di gestirlo bene non fossero il fiore all’occhiello della politica leghista lo sapevamo. 

Del resto, il relativo dicastero è stato affidato ad una figura che ne ha intascato l’incarico e da allora non ha più proferito original parola. In parte comprendiamo. Anzi, esprimiamo solidarietà a questa figura politica, nota più per il suo drammatico cambio di casacca che per un vissuto a difesa e promozione dei temi ambientali. È difficilissimo promuove un argomento del quale nella vita se sia occupati davvero poco.

E che dire della relazione di questo problema col turismo? Dentro a questo desolante quadro, il Trentino spinge a promuovere pesantemente la provincia all’estero,valorizzando anche i suoi aspetti ambientali e la sua capacità di gestirlo al meglio. In questa situazione paradossale si sprecano risorse e reputazione con opere inutili se, come dicevamo si fosse intervenuti prima.

E’ per mettere in risalto gli aspetti ridicoli di queste decisioni che abbiamo voluto depositare un’INTERROGAZIONE.

Quanto verrà a costare il nuovo recinto a Spormaggiore riservato a DJ3? Quanti metri quadrati misurerà l’area recintata? Per quanti orsi si ha intenzione di utilizzarla? È in programma la realizzazione di ulteriori recinti? Se si, quanti e dove?

E mentre si costruiscono queste strutture, si diserta l’impegno di attuare la legge 9/’18 che permetterebbe di gestire questi animali, prelevando solo qualche raro esemplare problematico e permettendo al contempo lo sviluppo ragionevole della specie.

Non di meno, in questo modo, si ignora completamente il problema lupo, senza proferir verbo su come o cosa si possa fare per lenire il disagio di ci deve, suo malgrado convivere.

Eppure, da parte nostra, sarebbero arrivate numerose proposte, una legge già predisposta ed esperienze negative e positive da recuperare per costruire qualcosa di originale dal punto di vista amministrativo.

Invece, si prova a dar la colpa e a mettere alle strette il ministro.

L’impressione è che del virtual edificio chiamato Autonomia, si stia smontando mattone dopo mattone.

1 Settembre 2020 0 Commenti
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IL MALTEMPO, L’AGRICOLTURA E LA LEGA AL GOVERNO DEL TRENTINO

Da Michele Dallapiccola 31 Agosto 2020

Se per un politico, esprimere vicinanza e solidarietà nelle situazioni di sventura agli amici contadini è un atto dovuto e riguardoso, un partito al governo del Trentino insieme alle “pacche sulle spalle” ha la responsabilità di portare con sé qualcosa di più concreto.

Va precisato che nei confronti dei danni da meteo per soggetti non assistiti da copertura assicurativa, l’ente pubblico può fare poco quando non pochissimo e in determinate, particolari condizioni.

Proprio per questo all’inizio di questa programmazione rurale fu fatto un grande passo in avanti, spostando il sistema delle assicurazioni dal primo al secondo pilastro della PAC. Questa descrizione tecnica in parole povere significa avere certezze riguardo alle risorse disponibili. Nelle precedenti Programmazioni finanziarie rurali infatti l’accesso ai fondi di stabilizzazione del reddito era aperto alla base nazionale. Pensate l’incertezza che comporta il dover correre per dividere una torta tra tutte le regioni. Dopo la modifica del sistema di riparto finanziario siamo passati a stabilire la dimensione della fetta spettante a ciascuna regione e provincia autonoma fin dall’inizio della PAC in corso.

Il risultato è stato, che siamo passati dal disporre di circa 20 milioni di euro all’anno pregressi e in forse agli attuali 25 milioni€ certi, all’anno. Oggi, il plafond di persone che possono beneficiare del sistema di stabilizzazione del reddito è sempre più ampio. Per vari motivi. 

Innanzitutto perché accanto a questi, la Provincia ha sempre messo a disposizione fondi supplementari per  Co.di.pra. Poi, soprattutto perché i bravi amministratori del Consorzio Difesa, negli anni, hanno spostato sempre più gli aiuto da un sistema basato sulle polizze ai cosiddetti IST: strumenti per la stabilizzazione del reddito.

Tornata dalle vacanze, l’assessora, oltre alla vicinanza e alla solidarietà, temiamo che potrà dare poca soddisfazione ai contadini. Questo perché nelle attività economiche la solidarietà si comprende meglio se ha forma di aiuti o finanziamenti. Veri, reali, legali, fattibili.

Per poter attivare aiuti straordinari in una condizione similare a ciò che è successo per la crisi da Covid per gli albergatori, bisognerebbe poter dichiarare lo stato di calamità naturale. Tutti sappiamo che dal punto di vista giuridico si tratta di un’operazione piuttosto complessa dunque la cosa più concreta che l’assessora può ora promettere – ed in tempi brevi – è quella di trasferire più fondi al Co.di.pra per promuovere e allargare e rendere più “leggero” il plafond degli aventi diritto.

Più volte abbiamo rimarcato l’assurdità ed il non senso dell’azione del Presidente Fugatti nel trattenere parcheggiati 350 milioni di euro. Si tratta trattandosi del fondo di riserva del Presidente da dove la variazione di bilancio potrebbe essere apportata in tempi molto rapidi con gli evidenti benefici del caso. Inoltre, grazie a lavoro di Co.di.pra, attraverso gli strumenti mutualistici, si otterrebbe un’interessantissima effetto finanziario moltiplicatore.

Ci auguriamo che nelle passerelle leghiste agricole e pre-elettorali dei prossimi giorni, si dispenseranno serietà e provvedimenti concreti assumendosi la responsabilità di quello che si può davvero fare.

Per questo motivo abbiamo predisposto un’INTERROGAZIONE al fine, a parer nostro, di far arrivare un giusto suggerimento alla lega.

  • A quanto ammontano gli stanziamenti a favore di Co.di.pra per l’anno 2019 e 2020
  • C’è intenzione di implementare in maniera straordinaria questi stanziamenti?

Aiuterebbe molto saperlo. Solleverebbe l’amarezza anche di chi è stato colpito dal maltempo in questi giorni.

PS: nella foto di copertina ho riassunto, il sistema di finanziamento della PAC al Trentino. Ho attinto alla mia memoria pertanto chiedo venia se le cifre pur attendibili, non siano precise ed aggiornatissime. Eventualmente troverete tutti gli approfondimenti del caso su www.trentinoagricoltura.it

31 Agosto 2020 0 Commenti
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