Michele Dallapiccola
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CHE GLI ARTIGIANI NON SIANO GLI ULTIMI (A PAGAR IL CONTO PER TUTTI)

Da Michele Dallapiccola 27 Aprile 2020
Chi si aspettava un Conte che “TANA LIBERA TUTTI”, è rimasto deluso. E c’è da capirlo, specie se ad ascoltarlo siano stati artigiani, commercianti o un imprenditori che abbiano realizzato che nella migliore delle ipotesi, prima di 3 settimane , non si potrà rincominciare.

DI CHI E’ LA COLPA?

Ce lo meritiamo tutto questo? Si poteva fare diversamente? Difficile dirlo ma lo scenario di che cosa può succedere, lo disegnano i dati. La tabella sopra, evidenzia un quadro chiarissimo, quello viziato dall’Italia dei furbetti, delle deroghe, del “però io no”. E anche a livello locale c’è chi: non ha fatto chiudere le case di riposo, le piste da sci per far lavorare le proprie strutture alberghiere o ha concesso un sacco di eccezioni. E’ per questo che la curva dei decessi/giorno dell’Italia è ancora così lontana da quella della Cina che pure, ancora, al sicuro non si trova. Ebbene, aprire indistintamente il 4 maggio a questo popolo di incontrollabili sarebbe stato davvero troppo pericoloso perché il virus è ancora tra noi. Mi si permetta anche un’affermazione controcorrente che giustifica e  comprende chi ha la responsabilità di gestione di danni da una eventuale e non remota ripresa dell’epidemia e dei decessi. I dati scientifici ci consolano e ci dicono che il caldo ci aiuterà, ne sono fiducioso anch’io ma nel frattempo, noi abbiamo il compito di  tenere alto il pressing su chi governa, affinché non si verifichi uno scarica barile tra Stato e Provincia rispetto al quale, a pagare, finirebbero sempre i soliti.

UNA MOZIONE PER CHI E’ IN GRAVE DIFFICOLTÀ: GLI ARTIGIANI

La collega Paola Demagri, assistita una convinta sottoscrizione mia e del collega Ugo Rossi, ha predisposto una mozione per stimolare un’attenzione che dal competente assessore manca. Parliamo degli artigiani, una categoria poco assistita, se non per voce della propria Associazione, da questo dibattito politico. Mentre doverosamente aspettiamo che l’epidemia scemi, le loro aziende non  possono essere lasciate sole e del resto con tutti i tavoli convocati in questi giorni, perchè negare proprio questo? Con l’auspico che non si trasformi in chiacchiere, passerelle assessorili e burocrazia abbiamo predisposto la mozione, ecco il testo: 

LA GIUNTA SI IMPEGNI A COSTITUIRE UN TAVOLO (anche) PER L’ARTIGIANATO.  

Sulla base di quanto stabilisce il nuovo DPCM del 26 aprile 2020, non è prevista nel corso del mese di maggio l’apertura delle attività di estetisti ed acconciatori. In via generale per il settore dell’artigianato, ma in particolare proprio per gli artigiani che operano nel settore dei servizi alla persona, sarebbe necessario organizzare un tavolo di lavoro che veda la presenza oltre che dei competenti uffici provinciali, di esperti del settore sanitario e dei rappresentanti delle categorie per trovare una soluzione a livello provinciale che, sulla base di un comune accordo tra le parti, possa derogare all’obbligo di chiusura per tutto il mese di maggio. 

Il protrarsi di questa situazione coinvolge moltissime piccole imprese artigianali, che già si trovano in gravissima difficoltà, e si paventa il pericolo di un collasso del settore. La situazione di stallo rischia di favorire il lavoro a domicilio, che non essendo legalmente previsto non da nessuna sicurezza dal punto di vista sanitario. Si ritiene quindi opportuno aprire un tavolo di lavoro al fine di verificare le eventuali condizioni per far si che le attività degli acconciatori e degli estetisti possano essere messe in condizione di ripartire quanto prima. Si può già tranquillamente affermare che l’eventuale apertura anticipata, anche limitata al comune di residenza, sarà garantita dalla professionalità degli attori coinvolti che applicheranno in maniera rigorosa la normativa e i protocolli sanitari richiesti. Tutto ciò premesso, 

IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO IMPEGNA LA GIUNTA PROVINCIALE:

  • ad istituire un Tavolo di lavoro per l’artigianato coinvolgendo alla presenza oltre che dei competenti uffici provinciali, di esperti del settore sanitario e dei rappresentanti delle categorie. 

Trento, 24 aprile 2020. Firmato: Paola Demagri  con Ugo Rossi e Michele Dallapiccola 

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CARENZA LAVORATORI IN AGRICOLTURA: GIUSTE LE PAROLE DELL’ASSESSORA MA DA UN ANNO CHIEDIAMO FATTI E FINO AD ORA, SOLTANTO PAROLE. 

Da Michele Dallapiccola 26 Aprile 2020
Ci sono slogan che piacciono tanto ad una grossa fetta di popolazione che, in quanto tale, va rispettata e capita. Il problema per chi li usa e chi li vorrebbe veder realizzati, si configura nel momento in cui si deve passare dalla fase di annuncio alla fase di applicazione. Ne sanno qualcosa i contadini che sotto ai post sui social, che minacciano di revocare il reddito di cittadinanza a chi non vada a lavorare nei campi, di like ne mettono gran pochi. Vediamo di capire insieme il perchè!

A livello puramente teorico e diciamo pure semplicistico, parliamo di un provvedimento giusto e non nuovo – tanto che esiste già – ma che va semplicemente reiterato ed applicato. Il problema della carenza di personale però non può esser risolto in maniera così semplicistica e pigra! Come si fa a pensare che sia sufficiente ordinare che qualche funzionario risolva i problemi delle carenze di personale in agricoltura codificando una norma, che sia poi sufficiente annunciare sui social, per risolvere il problema? I numeri dei fabbisogni sono impressionanti e per essere saturati richiederebbero un impegno personale e diretto da parte dell’assessora, fatto di intelligence politica e relazioni tra Roma e Bruxelles. Ne sanno qualcosa i contadini locali in contatto col mondo tedesco. In Germania, da quasi un mese ormai, si è già passati dalla parola all’azione. Per la testimonianza di quanto affermato, è molto interessante leggere quanto riportato in calce a questo pensiero e che riguarda un estratto di scambi mail e newsletter che ci aiutano a capire di come abbiano affrontato e risolto il problema lì. 

Per quanto riguarda il livello locale invece siamo ancora completamente al buio. Le esternazioni della giunta Provinciale ci fanno capire che a livello locale non solo siamo lontani anni luce dalla soluzione del problema ma non ne abbiamo nemmeno capito l’esatta dimensione.

  • Proviamo a spiegare meglio attraverso dei numeri, partendo da un  esempio con la zona nord-ovest dell’alta Valsugana, dal Pinetano e dintorni, fino ai Mocheni, dove la coltivazione prevalentemente è rappresentata dai piccoli frutti. Diciamo, che ci sono circa 10000 abitanti con una forza lavoro che può essere intorno al 40% e di questi, i disoccupati sono circa il 5%: dunque parliamo di 150/200 persone. Ora, per coltivare piccoli frutti servono circa 8 persone/ha e gli ettari coltivati nella zona, possono verosimilmente essere considerati poco meno di un centinaio: parliamo dunque di un fabbisogno che può avvicinarsi alle 7/800 persone. Tolti i familiari che possono saturare circa 150/200 (in base al numero di aziende)  e considerando che gli “scaldadivani” (così come brutalmente li definisce l’assessora) obbligati ad accettare possano essere circa la metà dei disponibili, ben si capisce che, anche se questo provvedimento avesse successo, si arriverebbe a saturare forse meno di un quarto del fabbisogno.

Si moltiplichino pure questi numeri su scala Provinciale (dove la dimensione del problema vale circa 25000 contratti di lavoro) e in un attimo si capirà il senso della nostra preoccupazione. Come leggerete anche sotto nella newsletter tedesca, a questi problemi si aggiunge oggi una preoccupazione in più. Stiamo infatti parlando di agricoltura sempre più specializzata, tecnologica, di precisione e di responsabilità, dove anche il personale va formato e non improvvisato – innanzitutto al fine di non essere pericoloso per se stesso – per arrivare ad essere in grado di garantire standard di prestazione quali-quantitativi accettabili. Lavorare l’ortofrutta o con il bestiame oggi, non può essere affidato all’improvvisazione e non è giusto che le imprese agricole debbano accollarsi la preoccupazione di tutte le persone che si trovano nella necessità impellente di ricorrere a questi strumenti di assistenza sociale, perchè dentro a questo raggruppamento molto eterogeneo, ce ne sono alcune che nemmeno si trovano nelle condizioni psicofisiche o ideali per reggere lavori così impegnativi.

Da lungo tempo segnaliamo il problema della carenza di personale, sia per evidenza dello stesso che per esperienza nostra. Lo abbiamo fatto in tempi assolutamente non sospetti e cioè a partire dallo scorso anno, in particolare nell’interrogazione 774 del 6 settembre 2019. Se la giunta avesse interpretato il suo ruolo con impegno e serietà, se fossero stati verificati dei canali e accordi di diverso tipo, probabilmente si sarebbe riusciti ad arrivare a situazioni simili a quelle ad esempio che sono state costruite in questi giorni in Germania, proprio come rappresentato sotto. 

E a questo punto, visto che nella nostra riflessione, riferendoci ai risultati abbiamo parlato di giunta e di disoccupati: scaldadivani, adesso, a chi lo dobbiamo dire? 

SOTTO, L’ESTRATTO DA UNA NEWSLETTER TRA CONSORZI DI PRODUTTORI TEDESCHI (tradotto liberamente)

Schächter 8 aprile 2020, 17:33: Di ….omissis… A ..omissi…, Karlsruhe. 

Si deve agire rapidamente perché le condizioni cambiano ogni ora: martedì, l’Ispettorato federale della polizia, l’ufficio distrettuale di Rastatt e gli operatori aeroportuali di Rheinmünster-Söllingen non erano ancora sicuri se otto aerei avrebbero fatto volare per la prima volta a partire da giovedì, gli aiutanti della raccolta dalla Romania all’aeroporto di Baden. Invece, improvvisamente a partire da mercoledì, sette voli iniziano a Cluj e a Sibiu. 

Da quando il governo federale ha deciso una settimana fa, di allentare il divieto d’ingresso per i lavoratori del raccolto a causa della crisi di Coronavirus e di far volare 40.000 lavoratori stagionali dall’est Europa verso otto aeroporti di destinazione in Germania in aprile e maggio, ci sono stati nuovi sviluppi costanti. Ma una cosa è certa: i produttori di asparagi e fragole sono sollevati di poter contare su dipendenti di vecchia data, principalmente dalla Romania. “Senza questo, dovremmo affrontare una catastrofe”, afferma Markus Leicht, che, con la sua azienda a Eggenstein-Leopoldshafen, ha prodotto 250 tonnellate di asparagi l’anno scorso.

Leicht ha registrato le date di ingresso per 40 rumeni su un sito web attivato dall’Associazione degli agricoltori tedeschi. Sabato dovrebbero atterrare all’aeroporto di Baden. “Spero che arrivino anche tutti”, afferma Leicht, che ha bisogno di circa 300 lavoratori nella fase di punta della raccolta degli asparagi e delle fragole. Verranno effettivamente tutte e 40 le persone di Easily Expected? Molti rumeni, polacchi e croati che sono venuti in Germania in auto o in autobus per il raccolto per anni avrebbero paura di volare, afferma Leicht. Inoltre, molti hanno comprensibilmente temuto di entrare attualmente in Germania, per paura di essere infettati dal virus corona. In Germania, il tasso di infezione è significativamente più alto di quello attuale, ad esempio in Romania. Al contrario, i dipendenti della Croce Rossa tedesca, dopo l’atterraggio all’aeroporto di Baden, dovrebbero verificare “mediante ispezione” e “mediante misurazione della febbre” se gli assistenti del raccolto hanno mostrato sintomi di un’infezione da coronavirus. In questo caso, queste persone dovrebbero tornare immediatamente indietro. I test devono essere effettuati anche in Romania, organizzati dalle compagnie aeree, tra gli altri. Per le due settimane di permanenza, gli aiutanti del raccolto vivono in quarantena effettiva, in alloggi forniti dalle fattorie, lavorano in campi separati e non sono autorizzati a lasciare i propri alloggi. Le compagnie devono garantire il rispetto di queste regole, nonché del pagamento dei voli, che costano tra 100 e 175 euro. Il suo funzionamento è “Corona free”, assicura Markus Leicht. Gli aiutanti del raccolto dell’Europa orientale che erano venuti prima delle restrizioni all’ingresso erano già lì da tre settimane e mezzo.

Simon Schumacher, amministratore delegato dell’Associazione dei coltivatori di asparagi e fragole della Germania meridionale (VSSE) a Bruchsal, è a conoscenza solo di due casi di corona nelle aziende, non tra la forza lavoro. La crisi di Corona, in particolare, avrebbe enormi problemi per le aziende che fornivano i loro asparagi solo al settore della ristorazione. Markus Leicht è più strutturato e, tra le altre cose gestisce cinque negozi agricoli nella regione, serve una grande catena di supermercati e discount, ma anche ristoranti. Negli ultimi anni, circa 148.000 aiutanti del raccolto sono stati disponibili per i produttori di asparagi in Germania. Questo numero non sarà affatto raggiunto dagli europei dell’est che hanno volato quest’anno. 300 persone non saranno in grado di aiutare al culmine del raccolto con la stessa facilità dell’anno scorso.

Non mancano le offerte di aiuto locale per i produttori. Ma molti tedeschi avrebbero smesso dopo poche ore a causa del duro lavoro, secondo l’industria. I team consolidati e di lunga data dell’Europa orientale hanno lavorato in modo efficiente. Si presume che un lavoratore a lungo termine dell’Europa orientale possa essere sostituito solo da tre a quattro principianti, afferma Schumacher di VSSE. D’altra parte, le persone in cerca di lavoro sono spesso scoraggiate dai salari. Ancora e ancora si sente che alcuni agricoltori non offrono nemmeno alle persone un salario accettabile.

Molte offerte di aiuto sono attualmente ben accette, afferma Markus Leicht: “Ma semplicemente non è fattibile in termini di organizzazione”. Dopo aver consultato l’Ufficio distrettuale di Karlsruhe, cercherà comunque di istruire un gruppo di richiedenti asilo in campi separati nella raccolta degli asparagi mercoledì prossimo.
IMG-20191121-WA0011-01DI SEGUITO, UN ESEMPIO DI INFORMAZIONE DA UN PRODUTTORE TEDESCO ED INVIATAGLI DAL SUO CONSORZIO DI RIFERIMENTO (l’Associazione dei coltivatori di asparagi e fragole della Germania meridionale)

Gentile signor …omissis… Per l’ingresso dei lavoratori stagionali dalla Romania alla Germania, tenere presente quanto segue:

  • La registrazione dei lavoratori stagionali su https://saisonarbeit2020.bauernverband.de/ deve essere effettuata entro le 11:55 sulla lezione della data del volo. Puoi trovare le istruzioni qui.
  • Non è necessaria la conferma della protezione dei dati degli aiutanti del raccolto per la registrazione. Serve solo a soddisfare le normative sulla protezione dei dati.
  • I lavoratori stagionali devono aver ricevuto preventivamente informazioni scritte sulle misure di igiene e acconsentito.
  • Si prega di notare che le modifiche possono essere apportate nel portale di registrazione fino a 48 ore prima della partenza.
  • Registrandosi su https://saisonarbeit2020.bauernverband.de/, la polizia federale riceve l’elenco dei propri lavoratori stagionali. Non è più necessario inviarli alla polizia federale.
  • Per l’ingresso, i lavoratori stagionali hanno bisogno del contratto di lavoro o di una conferma da parte del datore di lavoro (preferibilmente bilingue) e di un documento di identità valido (carta d’identità o passaporto).
  • Il controllo sanitario viene effettuato presso l’aeroporto di destinazione. Gli aeroporti stanno attualmente coordinando i dettagli dei controlli sanitari con le autorità sanitarie competenti. Le compagnie aeree charter coordinano anche parzialmente il controllo sanitario. Se i voli sono prenotati su voli di linea, il datore di lavoro è anche responsabile del test sanitario. Tuttavia, questo è con la polizia federale e l’operatore aeroportuale, nonché con un servizio medico come Chiarire DRK, ASB o THW. Non è possibile testare autonomamente gli aiutanti del raccolto al di fuori della zona di transito con personale medico. 

Maggiori informazioni sono disponibili qui nelle FAQ di Pro Sky consultabili qui: Opzioni di prenotazione

  • Pro Sky: https://info.pro-sky.com/de/sonderfluege-erntehelfer
  • Eurowings: https://www.eurowings.com/de/informieren/aktuelles-hilfe/erntehelfer.html?gwc=purlerntehelfr
  • Air Partner: https://www.airpartner.com/de/flugzeug-chartern/erntehelfer-frage
  • Nota: è possibile specificare le proprie esigenze e le date desiderate con le compagnie aeree. Non esiste un numero minimo per la prenotazione di un volo.

Arrivo in Romania all’aeroporto: se i tuoi lavoratori stagionali rumeni hanno problemi ad arrivare all’aeroporto, dovresti segnalare alla polizia o ai rappresentanti militari la 7 ° ordinanza militare del 4 aprile 2020, articolo 10, che consente esplicitamente ai lavoratori stagionali di partire:

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Art. 10. – (1) Sunt permise zborurile efectuate de toţi operatorii aerieni prin curse neregulate (charter), pentru transportul lucrătorilor sezonieri din România către alte state, cu avizul autorităţilor uffic din ţara de destinaţie. (2) Prevederile alin. (1) nu se aplică lucrătorilor care-şi desfăşoară activitatea în domeniul sanitar şi al asistenţei sociale.

(Traduzione con traduttore Google) Art. 10. – (1) I voli di tutte le compagnie aeree con voli irregolari (charter) sono consentiti per il trasporto di lavoratori stagionali dalla Romania verso altri paesi con l’approvazione delle autorità competenti del paese di destinazione. (2) Le disposizioni del paragrafo 1 non si applicano ai dipendenti che svolgono le loro attività nel campo dell’assistenza sanitaria e sociale. 

Fonte: https://huff.ro/stiri/ordonanta-militara-nr-7-din-4-aprilie-2020-20559

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  • I tuoi lavoratori stagionali dovrebbero anche essere in grado di mostrare un contratto di lavoro bilingue mentre viaggiano in aeroporto.
  • Il viaggio verso l’aeroporto funziona in taxi dopo il primo feedback dei coltivatori. Il trasporto pubblico è fermo.
  • Si prega di notare che integriamo regolarmente le FAQ per l’ingresso dei lavoratori stagionali sulla homepage di vsse.de nell’area protetta. 
  • Qui troverai un’offerta di Firmenich su maschere protettive e altri articoli di sicurezza sul lavoro.

Cordiali saluti: Herr …omissis…

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Dai Comuni, una mano tesa – anche – al turismo

Da Michele Dallapiccola 22 Aprile 2020
Anche in Trentino, gravi i danni Covid per imprese e lavoratori. Per il turismo si prefigurano difficoltà peculiari. Intanto, la politica locale procede con lentezza aumentando la burocrazia e ritardando nella messa a disposizione delle risorse. Un piccolo aiuto però potrebbe arrivare subito anche dai Comuni.

Inginocchiata da questo lockdown, l’economia trentina attende preoccupata l’autorizzazione a riprendere dal governo provinciale e nazionale. E’ altrettanto evidente che un via libera, che comunque arriverà in maniera graduale, non basta: abbiamo bisogno anche di un “recovery plan” con indirizzi puntuali per ogni settore. Dall’esperienza del mio precedente incarico, mi sento investito di promuovere un piano di azione speciale per la più grande delle nostre “factory” provinciali, quella dell’ospitalità, La situazione odierna che emerge dalle dichiarazioni delle principali associazioni di categoria fotografa una situazione dove oltre il 90% delle aziende alberghiere dichiarano di essere chiuse (il 37,5% non ha dipendenti, la maggior parte ha meno di 5 dipendenti). Per fronteggiare la crisi, la quasi totalità di queste imprese ha fatto ricorso alla Cassa Integrazione o ferie/permessi. In mancanza di risposte certe e di interventi finanziati a fondo perduto, i titolari non hanno certo chances nel chiedere ai dipendenti di ridursi lo stipendio o di rinunciarvi proprio e dunque dai dati ipotizzati emerge che in questo stato di cose, oltre il 60% potrebbe non essere in grado di pagare Inps, Iva ed Equitalia trovandosi con la beffa di un Durc irregolare. Da sondaggi informali di settore inoltre la stampa specializzata riporta che le aziende intervistate hanno intenzione di inserire in azienda risorse economiche personali ma non cercheranno di ricorrere a nuovi prestiti con banche o finanziarie. Per il 25% è a rischio il pagamento di affitti, fornitori e bollette. Circa il 40% indica che non riuscirà a pagare il commercialista. Si teme possano essere decine e decine le strutture alberghiere trentine che potrebbero chiudere definitivamente nel 2020.

  • Dobbiamo prepararci ad autunno caldo; mancando i giorni lavorativi, molte famiglie non arriveranno nemmeno alla disoccupazione e a settembre ci troveremo di fronte a un’emergenza economico sociale senza precedenti. Molte persone che finora hanno vissuto dignitosamente potrebbero trovarsi vittime di uno stato di indigenza al quale, finora, non erano abituate. E da qui ci sono anche ricadute psicologiche e morali su tutti noi.

Intanto, a fronte di uno scenario economico di aiuti e regole provinciali dai tratti ancora incerti per non dire completamente oscuri, si cominciano a delineare delle ipotesi di gestione degli ospiti, durante questa fase di crisi, piuttosto inquietanti. Pare, verrà permesso di soggiornare nella stessa stanza solo a familiari quindi, per un gruppo di amici che ha prenotato 10 doppie, serviranno 20 singole, idem per ristoranti con gestione tavoli, gettando la remuneratività delle strutture a minimi inaccettabili. Dal punto di vista dell’impiego, con ogni probabilità, la quasi totalità degli albergatori trentini farà ricorso a contratti a chiamata con conseguente aggravamento della precarietà lavorativa. Questo ulteriore livello di disagio sociale potrebbe esprimersi qui e così, in riproduzione di ciò che accadrà anche a livello nazionale. In autunno infatti le centinaia di migliaia di stagionali del turismo  potrebbero trovarsi senza reddito e senza aver maturato i giorni per avere la disoccupazione.

  • In questo quadro assolutamente preoccupante si avverte dunque la necessità di inoltrare uno stimolo alla maggioranza provinciale affinché i tempi delle decisioni siano i più brevi possibile e portino a un piano costruito su poche cose ma molto puntuali, concrete, realistiche, con il timing giusto e con la lucidità necessaria per intervenire nei punti (e nei modi) appropriati, a mente aperta e con cognizione di causa. Niente vestiti per tutte le stagioni, niente ritorni al già detto, ma comprensione della situazione inedita e focus sul che fare qui e ora. 

Il metodo del confronto e del rapporto col territorio è molto lodevole solo quando ci sia tutto il tempo utile e necessario per effettuare modifiche normative nei termini più “ecumenici” possibili. Purtroppo il mercato in questo momento non ha tempo di aspettare i passaggi della condivisione e probabilmente è più incline ad accettare norme imperfette, da migliorare in corso d’opera piuttosto che provvedimenti completi che scontano il male del prendersi il tempo di regolamentare ogni fattispecie. I 13 tavoli del turismo ne sono un chiaro esempio. L’assessorato abdica dalla propria responsabilità decisoria, coinvolge con l’effetto di allungare i tempi, deresponsabilizzandosi dall’incombenza di proposte e provvedimenti che dovrebbero produrre il suo intelletto, la sua cultura ed il suo staff. Ed è paradossale che proprio la lega, da sempre a gran voce nemica della burocrazia, abbia voluto dotarsi di uno strumento così complicato per assumere delle decisioni che hanno carattere di urgenza. Come se non bastasse, il continuo sguardo a sud ha impedito di imitare l’esempio altoatesino che in brevissimo tempo ha invece predisposto un sistema di risorse comunque articolato anche senza bisogno di 13 tavoli recuperando piuttosto 300 milioni di euro attraverso debito e variazioni di bilancio.

Nell’attesa, ci auguriamo ormai agli sgoccioli, che la giunta Provinciale elabori un provvedimento simile anche per la provincia di Trento abbiamo voluto depositare un’interrogazione ad adiuvandum e nella convinzione che un forte aiuto potrebbe arrivare proprio dalla riduzione dei tributi pubblici prima tra tutte l’IMIS che anche tutte le strutture turistiche sono tenute a versare. Un nuovo accordo di Finanza locale rielaborato potrebbe permettere ai Comuni di rimodulare i versamenti offrendo alle imprese l’opportunità di ripristinare quella liquidità minima ma fondamentale per poter lenire i danni di una stagione estiva che si presenta alquanto tragica.

22 Aprile 2020 0 Commenti
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ATTIVITÀ CULTURALI, SPORTIVE ED EVENTI OUTDOOR: CHIAVE DI VOLTA DELLA RIPARTENZA DEL TURISMO NELLA FASE 2?

Da Michele Dallapiccola 21 Aprile 2020
Nell’immediato periodo post restrizioni da Covid19, siti come i Canyon della Val di Non, le attività outdoor tanto care all’Alto Garda e diffuse in tutta la provincia oppure le attività culturali all’aperto, saranno le prime a partire mentre per gli eventi sportivi, che richiamano grandi assembramenti, ci vorrà qualche tempo in più.IMG-20180701-WA0038

In entrambe i casi è necessario non farsi trovare impreparati: per i le prime attività va predisposta un’iniezione organizzativa specifica ed immediata perché, per la nostra economia turistica resa latente dalla crisi, potrebbe trattarsi di quella necessaria scintilla per il fuoco. Nel secondo caso, nella metafora della combustione, la raccomandazione è quella di mantenere il serbatoio con il pieno di carburante al fine di poter partire con attività di promozione straordinarie – dunque di valore – appena le condizioni sanitarie ci permettano di iniziare con il giusto passo.

Testo Interrogazione 1


OPERATORI DEL SETTORE CULTURALE E MUSEI CHE LAVORANO ALL’APERTO: COME SI STA ATTIVANDO LA GIUNTA PROVINCIALE PER IL LORO SUPPORTO?

Tutti gli operatori economici stanno cercando di progettare e programmare una ripartenza delle proprie attività e di conseguenza anche quelli del settore culturale. Tra questi, in Trentino ce ne sono moltissimi che lavorano su iniziative che abitualmente si svolgono all’aperto impiegando una foltissima platea di dipendenti proprio dentro a queste realtà. In questo momento, com’è giusto, il lockdown non consente alle persone di spostarsi, ma ci sarà presto una ripartenza e questa andrà programmata e organizzata.

Leggiamo quotidianamente di come potrebbe cambiare il turismo e la fruizione del territorio, i tecnici del settore stanno delineando nuove tipologie di turismo più soft, all’aria aperta, fatte di piccoli numeri, basate su spostamenti limitati o addirittura nessun spostamento godendo della natura e di ciò che viene offerto entro i propri confini comunali.

Nel settore comunemente denominato culturale, specie all’aperto sono innumerevoli e benIMG-20200421-WA0014-01 preparati gli operatori in grado di costruire un’offerta adeguata ad un turismo di questo tipo ma serve programmazione, organizzazione e un supporto anche tecnico della Provincia attraverso i propri strumenti di marketing del territorio.

Per questo abbiamo interrogato la Giunta per sapere se vi sia l’intenzione o se sia già stato attivato, uno strumento di lavoro condiviso tra gli operatori culturali che propongono attività outdoor per programmare, organizzare e supportare la ripresa di attività che in una prima fase saranno le uniche in grado di adeguarsi rapidamente ad una nuova richiesta di fruizione del territorio e in caso affermativo qual’è lo strumento e da chi è composto.

Testo interrogazione 2


LA PROVINCIA PRESERVI I FONDI DELLE MANIFESTAZIONI SPORTIVE

Sono moltissime le manifestazioni sportive che in questo periodo sono state rinviate o peggio ancora annullate. Frutto del grande lavoro di volontariato sociale e sportivo che mescola il proprio lavoro a quello delle associazioni private, valorizzano in maniera esponenziale il prezioso contributo economico della Provincia

https://www.micheledallapiccola.it/wp-content/uploads/2020/04/InShot_20200421_153954976_2-1.mp4


In questi giorni, sono particolarmente evidenti non solo le cancellazioni di eventi specialmente velici nell’Alto Garda, ma anche di quelle attività in altre zone di turismo lacustre primaverile, come ad esempio in Alta Valsugana o in Val di Ledro dove la primavera, da sempre caratterizzata dal particolare flusso turistico, si presenta lì, particolarmente ricca di attività tipiche e di contesto.

Ma se gli ospiti e l’indotto di questi eventi sono persi per sempre, sono invece ancora presenti i relativi stanziamenti nel bilancio provinciale, dedicati a quelle manifestazioni, Sarà bene non immobilizzare questi fondi, reindirizzandoli piuttosto alle imprese attualmente prive di reddito. Contestualmente, questa ri-programmazione dovrà tuttavia conservare il rispetto di uno spazio finanziario anche attraverso la costruzione di un cd. “fondo speciale ripartenza eventi sportivi” che permetta di organizzare, con ancor più vigore, quegli stessi eventi non appena le norme sanitarie lo permetteranno.

Al fine di poter meglio formulare una proposta e offrire ai cittadini un’idea concreta del volume finanziario corredato alle considerazioni di cui sopra, è necessario poter disporre di dati certi. Accanto al macro quadro, della cui entità chiediamo da tempo contezza e relativo al più importante dei capitoli provinciali, cioè il cosiddetto fondo di riserva, abbiamo interrogato il Presidente della giunta provinciale per sapere a quanto ammontino i fondi disponibili per gli eventi per attività sportive straordinarie relative a tutti gli strumenti che fanno capo all’assessorato competente.

21 Aprile 2020 0 Commenti
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SULL’OPPORTUNITÀ’ DI UNA RIFORMA DELLA PROMOZIONE TURISTICA: UN NOSTRO PARERE.

Da Michele Dallapiccola 19 Aprile 2020
Che sui propri profili social, un politico curvi la realtà, cercando di rappresentare solo gli elementi a sé favorevoli, non è che la prosecuzione in chiave moderna di una tecnica vecchia come il mondo. Comprensibile in politica, scorretta, quando accade su una pagina utilizzata come profilo istituzionale con l’incoerenza di chi richiama a non praticare la politica sui social, proprio sul social utilizzato per le proprie comunicazioni istituzionali.

Veniamo ai fatti: il 18 aprile un membro dell’esecutivo provinciale, ha pubblicato affermazioni che a nostro avviso non rispondono al vero e che in questa sede intendiamo smentire. Nel post si parla genericamente di una proposta del PATT, quando invece ad esser sul tavolo è un DDL proposto da tre consiglieri provinciali appartenenti al relativo gruppo consiliare. Questa proposta non viene nemmeno presa in considerazione addossandoci piuttosto una contrarietà generale alla riforma della norma sulla promozione turistica. In realtà la richiesta di sospensione dell’iter di approvazione della riforma, è recente ed è stata resa impellente dagli eventi occorsi in queste ultime settimane. E’ altrettanto ingiusto che ci venga attribuita una contrarietà alla riforma del turismo tout-court laddove avvertiamo questa, netta, solo verso una riorganizzazione integrale del comparto.

E’ oggettivo che nei prossimi mesi, le difficoltà da superare, specie nel mondo del turismo, saranno enormi. Abbiamo motivo di pensare che potranno venir affrontate meglio con strumenti conosciuti e rodati anziché afflitti dagli attriti tipici delle norme nella loro fase di prima applicazione. Ci trova d’accordo invece il pensiero che l’innovazione sia un’azione necessaria per stare al passo coi mercati. Lo abbiamo voluto certificare anche col deposito, avvenuto ormai più un’anno fa, della nostra proposta di riforma. Dentro al DDL presentato vi sono numerosi punti di similitudine a quello formulato dall’attuale giunta  probabilmente perchè gli stakeholder ascoltati nei cinque anni di esperienza passata, sono gli stessi che questo esecutivo ha incontrato nel suo primo anno di legislatura. Medesimi anche i funzionari provinciali che hanno dunque predisposto la norma sentendo il territorio in due tornate consecutive, una con l’assessore precedente ed una con l’attuale.

Siamo d’accordo che vi sia la necessità di costruire agenzie intermedie per superare quegli ineludibili ed arcinoti problemi generati alla “direttiva Bolkestein” sull’utilizzo dei fondi pubblici, a nostro modo di vedere, però, questi tavoli lavorerebbero meglio aggregati per competenza tematica anziché territoriale, proprio come chiede anche ASAT.

Concordiamo inoltre con l’opportunità di ripensare i confini di alcune APT, secondo noi con una logica bottom-up anziché imposta dall’alto come vuole la giunta provinciale.

Altrettanto inquietante, è la preoccupazione relativa al fatto che con la scusa di omologare la tassa di soggiorno si finisca per rimodularla al rialzo. 

Proseguendo nell’analisi delle affermazioni che non rispondono al vero riportate nel post, va fermamente smentita anche la dichiarata disponibilità dell’esecutivo a collaborare.

L’unica occasione, dove la giunta ha voluto confrontarsi con le forze di minoranza, è stata uno striminzito incontro quando ancora la proposta di legge era in una fase embrionale. In quella sede – davanti a numerosi testimoni – il sottoscritto aveva chiesto all’assessore di prendere in considerazione l’ipotesi di unificare i rispettivi disegni di legge proprio a conferma della nostra disponibilità a collaborare. Disponibilità che viene reiterata da questa interrogazione che deve venir intesa come massima apertura all’offerta di contributo pratico. Pur attendendo fiduciosi una qualche risposta da parte della Giunta, ci sembra di poter interpretare il silenzio di questi mesi come una sorta di indisponibilità al dialogo. 

Quanto riportato corrisponde ad una premessa di un’interrogazione che abbiamo preparato con l’intento di mettere nero su bianco e, visti i fatti accaduti, di pretenderlo anche dalla Giunta per via istituzionale anzichè apprendere curvature della realtà dai social di qualche assessore. Abbiamo dunque interrogato il Presidente della giunta provinciale.

– per sapere se, prima della discussione in commissione e come richiesto, sia intenzione della giunta farci pervenire una proposta di unificazione della norma convenzionalmente indicata come “Riforma del Turismo, al nostro ddl 16 del 28/03/2019 “Modifiche della legge provinciale della legge turistica 2002”

 

– In caso affermativo si chiede di conoscere quali aspetti, del disegno di legge da noi presentato, possano venir presi in considerazione al fine di permettere al Gruppo Consiliare del Partito Autonomista T.T., di valutare l’opportunità di procedere attraverso una discussione unificata.

19 Aprile 2020 0 Commenti
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Verso le case di riposo, nessuna responsabilità.

Da Michele Dallapiccola 18 Aprile 2020

SEGNANA CONFERMA CHE LE CASE DI RIPOSO SONO SOLE E CHE LA PROVINCIA NON SI PRENDE NESSUNA RESPONSABILITÀ.

SCONCERTANTE. È questa la sensazione che come consiglieri provinciali del PATT (Demagri, Rossi e Dallapiccola) abbiamo provato nel leggere la lettera dell’Assessore provinciale alla Salute in risposta all’intervento di un Presidente di APSP. “Non è ammissibile che l’assessore alla Sanità scarichi in questo modo tutte le responsabilità sulle RSA, con una violenza che non è propria del ruolo che ricopre”. Queste le affermazioni di Demagri ancora incredula di quanto ha letto.
Il j’accuse di Segnana è infatti totale, e pare essere il fondamento di uno scarica-barile che la Provincia farà nei confronti delle proprie RSA. Dichiara infatti rivolgendosi direttamente al Presidente Matteotti (e di riflesso a tutti i rappresentanti di RSA) “Prima di accusare impropriamente la Provincia la invito a valutare se Lei ha messo in atto tutte le raccomandazioni e indicazioni che Le sono state trasmesse considerando il numero di ospiti ed operatori in cui si è manifestato Covid19 nell’APSP di cui è legale rappresentante”.
A leggere vengono i brividi. L’Assessore alla Sanità del Trentino Segnana lascia intendere l’inadeguatezza del sistema e che non sia stato fatto tutto il possibile per evitare casi di Covid19 nelle RSA. E da la colpa alle strutture. Permetteteci di rinfrescare la memoria all’assessore Segnana: nelle prime misure di contenimento della diffusione del COVID19 aveva deciso che un parente per ospite sarebbe potuto entrare in struttura. Sono state le RSA con coraggio a decidere che il blocco sarebbe stato totale, e con il senno di poi, hanno fatto benissimo a non ascoltare le indicazioni della Giunta.
In conclusione permetteteci di evidenziare che il Governo provinciale è al servizio di tutti e deve proteggere il sistema che dipende dalla Provincia, non scaricare le colpe sugli altri per salvaguardare se stessi. Inoltre lo stile non cambia, chi è abituato a non prendersi le proprie responsabilità, non lo farà mai.IMG-20200418-WA0044-01IMG_0220-01

Nella foto le indicazioni per il personale in campo agricolo ricalcano pressoché in toto quelle nazionali, lasciando gli agricoltori in enorme difficoltà. Nell’immagine sopra un post al 6 marzo invitava ancora le persone in Trentino e del quale abbiamo ragionevole motivo di pensare, la politica era a conoscenza

Il nostro compito è l’obbligo di denuncia di questa incresciosa situazione ma oltre che con le persone in difficoltà lavorative e di salute, sentiamo anche il bisogno di manifestare solidarietà con tutti i Presidenti e Direttori delle RSA che hanno dovuto affrontare da soli e senza alcun coordinamento della Provincia questa difficilissima situazione.

I consiglieri PATT

Paola Demagri
Ugo Rossi
Michele Dallapiccola

18 Aprile 2020 0 Commenti
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Tra mito e leggenda: dall’antichità un monito a chi amministra oggi.

Da Michele Dallapiccola 17 Aprile 2020
A questa giunta provinciale va tutta la nostra solidarietà ma  non possiamo non osservare che al preoccupante ritardo nella presentazione delle contromisure alla crisi si accompagna una incomprensibile accelerazione che porterà ulteriore scompiglio in un sistema momentaneamente in ginocchio.

N26FabiusCunctatorL’attendismo presentato come strategia, si scontra con la richiesta di velocità di risposte che la nostra società riporta in metafora ad un antico timore, quello generato dalle azioni di Quinto Fabio Massimo Verrucoso detto Cunctator, il Temporeggiatore.

Un storia di oltre 2200 anni fa quando la sua attesa per decidere come combattere, organizzando le difese di Roma, provocò ad opera di Annibale, la devastazione del restante territorio circostante. 

E se il nemico nella nostra attualità è il Covid-19, in questa storia i corrispondenti delle truppe e delle fortificazioni di allora, sono i provvedimenti sanitari ed economici di oggi. L’Alto Adige ad esempio, per combattere la sua battaglia ha deciso di agire subito innescando debito e recuperando immediato di avanzo di Amministrazione per arrivare a formare, nel paragone militare, una batteria di fuoco da 300 milioni di euro operativa, attraverso una moltitudine di provvedimenti, già da qualche giorno.

L’impressione che un Trentino attendista – temporeggiatore – stia sperando di recuperare i fondi in altra maniera si fa sempre più consistente. L’ipotesi, più volte ventilata di rivedere, gli accordi con lo Stato per recuperare dalle devoluzioni erariali quanto necessario per combattere la crisi, è estremamente pericolosa.image-03

Il Patto di Garanzia firmato da Rossi e Kompatscher alla fine del 2014 è un accordo che ha superato il vaglio della Corte Costituzionale, parificato a rango di legge, e come un vero e proprio scudo ci protegge da eventuali nuovi ed ulteriori appetiti romani verso le nostre Casse. Demolire una struttura giuridica così solida per provare a recuperare sfondi pur importantissimi ma così ed in questo momento finirebbe, forse per sempre, per privare il Trentino del punto di salvaguardia più alto che sia mai stato raggiunto fino ad oggi per la nostra autonomia.

Ma proprio l’attendismo diffuso della giunta provinciale rende ancor più curiosa – e dal nostro punto di vista politico, anche suicida – l’accelerazione dell’assessore al turismo, che nel periodo più buio della storia di questa attività, decide che per risollevare il morale del comparto vanno scompaginate tutte le regole di funzionamento e tagliati a metà i finanziamenti pubblici. Ovvero, chiarisco per i non addetti ai lavori, tratterrà metà della tassa di soggiorno che gli albergatori hanno raccolto lo scorso anno. Ebbene, l’accostamento più appropriato con le figure salienti dell’antica Roma qui non può che cadere su Nerone.

Nerone-incendio-Roma (1)Secondo gli storici di quel tempo, l’imperatore Nerone fu il fautore principale dell’incendio che si diffuse nei quartieri più poveri di Roma la notte del 18 luglio del 64 (evento ricordato come Grande incendio di Roma). La responsabilità fu dell’Imperatore che avrebbe ordinato ai suoi uomini di appiccare l’incendio alla città. Secondo gli storici infatti, Nerone non considerava Roma all’altezza dei suoi canoni di bellezza e per lui era necessario intervenire drasticamente, effettuando un notevole cambiamento urbanistico, spazzando via tutto il vecchio. Secondo Svetonio, Nerone era considerato un odiato despota e nella sua opera “De Vita Caesarum”, lo accusa direttamente di aver provocato tale disastro.

Tornando ai nostri giorni posso confermare che durante l’adozione di questa riforma, sarà nostra premura segnalare criticità e suggerire proposte, almeno fino a quando sarà possibile ed avrà senso esprimersi. Se la Giunta procederà come ha fatto in questi due anni è facile pensare che procederà imperterrita ma allora è altrettanto facile immaginare che la successiva fase applicativa sarà foriera di insoddisfazioni e di disagio con responsabilità che cadranno sulla forza politica responsabile della sua approvazione. A quel punto per noi, si svilupperà la grande opportunità politica di provare a ricomporre gli assetti del comparto partendo proprio da dove la riforma avrà fallito.

Si tratta di un disegno politico alternativo da attuarsi nell’immediato post lega, condizione che per intenderci, “rebus sic stantibus” non longe est!

17 Aprile 2020 0 Commenti
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CONSIGLIO PROVINCIALE: LA COMUNICAZIONE È IMPORTANTE MA ORA SERVONO I FATTI.

Da Michele Dallapiccola 16 Aprile 2020
Nella sua relazione sulla crisi da Covid-19, Fugatti ieri in Consiglio ha confermato che dalla sua giunta, la comunicazione è stata ritenuta un atto strategico.

Deve proprio esser così perché praticamente finora è stato fatto davvero poco altro!

E infatti anche in Aula, purtroppo, abbiamo dovuto assistere alla replica della conferenza stampa quotidiana presentata in maniera sintetica. Invece, ci sarebbe piaciuto sentir parlare di provvedimenti amministrativi, di disegno complessivo di una exit strategy, di quali politiche sanitarie si prefigurano per il nostro futuro. Sarebbe stato bello sapere quali fragilità sociali verranno prese in mano per prime ma soprattutto sarebbe stato necessario avere un quadro anche solo generale delle risorse disponibili e da dove si intenda recuperarle.

Conoscere il dato finanziario generale è fondamentale per elevare qualsiasi forma di proposta sensata e credibile e invece in merito a questo dopo mesi di richieste formali la risposta che abbiamo ottenuto è stata:

“In base alla disciplina degli equilibri di bilancio e quindi di indebitamento per gli enti territoriali è possibile contrarre nuovo debito nella misura in cui si ammortizza debito in essere”.

 

Non credo servano ulteriori commenti. 

E intanto è impietoso il confronto con Bolzano  dove la Giunta altoatesina, due giorni fa, ha stanziato 300 milioni di euro freschi freschi per la sua popolazione e società. Parecchi provvedimenti tra i quali, per citare almeno un esempio, un aiuto immediato per il canone di locazione con un importo massimo di 800 euro per ciascuna famiglia che verrà erogato per tre mesi. Hanno diritto a questo sostegno quei cittadini che, a causa della situazione di emergenza, hanno perso il loro lavoro e per ottenere questo sostegno basterà compilare un modulo scaricabile dal web accompagnato da un’autocertificazione nel modulo di domanda.

Nel frattempo, a Trento, ogni sera da 40 giorni ormai, si tiene un’ora di conferenza stampa, dove si continuano a leggere elenchi ed auspici.

16 Aprile 2020 0 Commenti
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A commercianti, partite IVA e ristoratori in difficoltà, la Giunta offre la conferenza stampa quotidiana.

Da Michele Dallapiccola 15 Aprile 2020
In questi giorni, sempre più telefonate ci raggiungono nel tentativo di ricevere da noi quelle risposte sociali ed economiche che evidentemente il governo provinciale tarda a far arrivare. 

Sono voci di Partite IVA prive di tutele specifiche, di commercianti al dettaglio, di ristoratori rimasti senza reddito, o più in generale di chi non sia ricompreso nei pochi strumenti che finora Governo Nazionale o Provincia abbiano messo in campo. E allora il pensiero va alle tante ore che questa Giunta Provinciale trascorre in conferenza stampa e mi chiedo se parte di quelle stesse ore le avesse invece investite a prepararsi dal punto di vista amministrativo, oggi forse potrebbe permetterci di beneficiare di provvedimenti finanziari tangibili anche per queste professioni giustamente disperate. E se, letta con gli occhi pre-Covid, qualche nostra critica del passato è parsa eccessiva si rivaluti ad esempio la pur suggestiva e lodevole iniziativa del tour settimanale dell’esecutivo nelle vallate trentine. 

E’ un apprezzato segno di vicinanza ai territori che di fatto però impegna e impedisce all’amministratore che lo pratica di studiare e dedicarsi a tempo pieno alle attività amministrative anziché anche a quelle di rappresentanza. Le frequentazioni del territorio, ridotte a favore di qualche momento di preparazione tecnica in più, avrebbero donato alle conferenze stampa – oggi recitate con lo stesso pathos di una partita di tombola – un assessore al bilancio ricco di spunti e di idee, che non aspetta i titoli dei giornali per decidere cosa dire. Avemmo ascoltato competenze sanitarie strutturate verso un orizzonte che lascia intravedere qualcosa in più rispetto ai pur utilissimi numeri di contagi. E che dire di quei dicasteri curvati nel pensiero da evidenti interessi personali che non trovano niente di meglio che proporre vacanze invernali? Dopo mesi di stop scolastico? Dopo ore ed ore di lezione perse e mai più recuperabili?

Se solo ci avessero ascoltato quel debito tanto importante quanto utilissimo, la Provincia lo avrebbe contratto già un anno fa; se solo fossero stati più reattivi, l’emissione di Bond sarebbe già in partenza anche su base regionale, grazie alla fiducia e le notevoli disponibilità di risparmi dei trentini. E se invece che, come a Pontida, a Roma o a Bruxelles si fossero recati nei dicasteri anziché sui palchi dei comizi, quanti contatti in più ci sarebbero ora da mettere a fattor comune?  Abbiamo bisogno, infatti, di nuove norme ed agevolazioni anche per il settore agricolo che si trova ormai in ginocchio ad eccezione del comparto melicolo: ma forse l’atonia è dovuta proprio a questo?

Saremo facili profeti immaginando che alla società avvilita ed affamata del post-Covid non basterà invocare la presenza del virus – anche insieme a Vaia – come scusa al proprio non fare, né basteranno i like degli amici, epurati dei commenti negativi, perchè il filtro sociale della nostra comunità sottopone i suoi politici a giudizio quotidiano anche attraverso i dettagli più insignificanti. Interessi personali, atteggiamenti arroganti, populismi inconcludenti non sono ammessi: taciuti nel confronto diretto si accumulano, si sommano e montano come una piccola goccia che diventa torrente e poi fiume. Col tempo.

Non so se la politica tornerà ad acquistare la fiducia delle persone, se sarà capace di ritrovare il suo ruolo, ma se così fosse lo farà innanzitutto verso chi ha saputo dimostrare la propria affidabilità. Verrà  punita la bulimia del fare, a tutti i costi, col rischio di dover tornare sui propri passi senza nemmeno l’umiltà dell’ammissione delle proprie colpe. Vi immaginate quanto sarebbe bello sentire: “Abbiamo sbagliato, ad esempio, a tener le piste aperte, ad invitare nuovi ospiti in trentino – anche con l’aiuto social del nostro leader politico – abbiamo sbagliato a permettere le visite nelle case di riposo. E sì, non temiamo confronti o giudizi e se necessario ben venga anche una commissione d’inchiesta, siamo disponibili a collaborare”. Ma affermazione di questo tipo, soluzioni amministrative originali o che guardino a nord anziché continue ammiccanti scopiazzature di ciò che succede a sud, temo che almeno nell’immediato, non ne vedremo.

15 Aprile 2020 0 Commenti
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IL SENSO DELL’OPPOSIZIONE IN CONSIGLIO PROVINCIALE

Da Michele Dallapiccola 14 Aprile 2020
La recente denuncia dei comportamenti di Salvini da parte di Conte durante una conferenza stampa, ha reso evidente quanto i leghisti non siano affatto in grado di accettare critiche o consigli, aggiungo, indipendentemente dai ruoli rivestiti. E se a Conte che ha avuto una non comprensibile caduta di stile, va detto che è ruolo delle opposizioni farsi sentire, altrettanto si osserva che il comun denominatore tra la lega romana e quella trentina rimane, la sguaiata indisponibilità ad accettare critiche o consigli. Soggetti che nella scorsa legislatura facevano opposizione alla propria maggioranza e che oggi stanno chiusi in un prezzolato silenzio completano un quadro di governo che sembra più definito da rigore gerarchico di ispirazione militare che da forme di collaborazione popolare e democratica.

All’eterogeneo gruppo dei presuli di Pontida, va comunicato che quest’attività rappresenta il nostro mandato istituzionale e piaccia o no, questo “core business”, ogni minoranza lo interpreta come ritiene più opportuno. Il 21 ottobre 2018 noi non abbiamo né vinto né perso nulla – come ostinatamente i consiglieri leghisti più primitivi insistono a farci notare – noi abbiamo semplicemente ricevuto il mandato da una porzione di popolo trentino ad effettuare opposizione politica con scienza e coscienza. 

Rispetto ad altri consiglieri, un tempo all’opposizione oggi al governo, non siamo avvezzi alla facile denuncia agli organi giudiziari e questo ci porta a non sprecare tempo a rilevare dolosità, quelle le prenderà in considerazione chi ne è deputato, piuttosto cerchiamo di segnalare colpe a scopo critico costruttivo senza mai omettere di elevare proposte perché rispetto a chi politicamente si è formato e fino ad oggi ha vissuto dentro ad un gazebo, noi l’esperienza di amministrare responsabilmente il ruolo di maggioranza lo abbiamo già vissuta.

Con un aneddoto personale vorrei cercar di trasmettere quanto valore io attribuisca allo spirito di collaborazione.

  • All’inizio del mio percorso amministrativo mi trovai a gestire un’emergenza politica. Vista con gli occhi di oggi sembra un’inezia ma nei primi anni 2000 Civezzano visse l’espansione edilizia come un autentico dramma. I comitati del NO, la popolazione tutta, una minoranza particolarmente critica, si scontrano con le legittime esigenze di un’edilizia impetuosa che aveva messo in crisi il sistema delle infrastrutture del paese di Civezzano. Solo la redazione di un nuovo PRG avrebbe potuto dirimere democraticamente la cosa e dunque per la sua redazione decisi di formare una commissione paritetica tra maggioranza e opposizione. L’equilibrato contributo collettivo permise a ciascuno di assumersi la propria responsabilità, di portare la propria esperienza e la scelta si rivelò vincente perché individuammo la miglior soluzione possibile non criticata perché figlia di tutti. Molti anni dopo, da assessore provinciale, avrei portato con me quello stile accordando l’approvazione di disegni di legge ordini del giorno o mozioni dei consiglieri di minoranza come fatto più che normale.

Oggi le nostre proposte sono spesso rifiutate con superficialità e disprezzo disarmanti, definite addirittura strumentali, come recentemente con l’usuale piglio borioso una rappresentante dell’attuale esecutivo ha voluto apostrofare. E per proseguire nei personaggi degni di menzione, va ricordato un altro assessore tanto impetuoso, quanto poco strutturato, che in suo inopportuno post sul proprio profilo istituzionale è arrivato a definire i nostri pensieri, atti di sciacallaggio. Per provare a rinforzare le sue congetture o meglio quelle di chi gli scrive i pezzi, in mancanza di dati oggettivi è arrivato ad attribuire al sottoscritto concetti, paure e responsabilità che sembrano piuttosto corrispondere ad un tentativo di proiettare sul prossimo sensi di colpa evidentemente avvertiti come propri. Infine merita menzione un consigliere che ormai da un anno interviene solo dopo di me per denigrare, non senza amenità, le mie considerazioni. Mai un prodotto intellettuale proprio, mai un costrutto politico di prospettiva si convenga ad un’altra importate carica ch’egli detiene. Il rischio di risultare stucchevole mi impone di interrompere gli esempi riportando la’attenzione alla lega trentina nel suo insieme. Appiattita sui consigli dei propri adepti, vive perscrutando profondamente l’orizzonte a sud, benché la Provincia di Trento abbia strumenti propri più che adeguati senza dover mai attendere Zaia come invece oggi puntualmente avviene. Ma a questo punto il tunnel è imboccato con oneri ed oneri che solo il futuro ripartirà. A chi è lasciato in disparte rimane il tempo per organizzarsi per un sempre più probabile dopo-lega ma con la malinconia di veder l’Alto Adige procedere in solitaria con quello stile autonomista che anche nel recente passato aveva fatto tanto bene anche ai nostri bilanci. 

“Continuerò a chiedere al governo il potere di definire a livello regionale strategie e tempistiche per la ripartenza”: afferma in una triste prima persona singolare il Presidente Kompatscher, peccato che il presidente che potrebbe esser suo alleato, costantemente girato di schiena, stia guardando – solo e da solo – verso sud.
PS: rassicuriamo che a questa minoranza mantenere i rapporti a nord interessa e molti rapporti di amicizia formati la scorsa legislatura, son rimasi intatti.

14 Aprile 2020 0 Commenti
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Michele dallapiccola

Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
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