Michele Dallapiccola
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Il Patt, la Valdastico e l’apprensione di due valli.

Da Michele Dallapiccola 17 Ottobre 2021

Il prolungamento della A31 vive da cinquant’anni sotteso tra il sogno ed il mito. A tal riguardo esprimo qui una mia forte convinzione: anche questa legislatura, finirà con un nulla di fatto.

L’idea di Fugatti di proporre il collegamento tra Piovene Rocchette e Rovereto Sud, sta alla soluzione di questo rebus come la polvere agli occhi, lo specchietto alle allodole o l’aria fritta all’appetito.


Azzardo questi perentori giudizi, perché ad oggi sul tavolo possiamo considerare che non ci sia nulla di concreto. Nemmeno dal punto di vista progettuale. Dunque la nostra discussione non può fare altro che rimanere nel campo delle chiacchiere. E dico per fortuna! Ed ecco perché se a parole sono i progetti, a voce rispondono le contro argomentazioni. Purché trasmesse con altrettanta forza mediatica.

Da qui, la manifestazione in località Spino di oggi.


Faremo un po ‘come Bertoldo col re. Ve la ricordate la novella? “Hai annusato l’odore d’arrosto delle mie cucine, mi devi uno scudo d’oro disse il sovrano all’acuto villano. Ma con estrema scaltrezza egli tosto rispose: dell’arrosto sentii soltanto l’odore, lascerò dunque cadere lo scudo d’oro o mio stimato siro cosicché voi ne potrete sentire il rumore.” 

La nostra azione di protesta potrà sembrare poco concreta. E’ la risposta alla politica di governo che da capire, di tangibile offre davvero ancora molto, ma molto poco. Nemmeno la stessa famigerata variante del PUP, non risulterebbe necessaria se non per parlarne. 


Il Patt quest’azione e questa presa di posizione le deve alla sue valli.

La Vallagarina e le valli del Leno, rifiutano la devastazione. La Valsugana rifiuta anche una proposta scriteriata che non risolverebbe nessun problema per il traffico che la attraversa.


Anzi, appare quasi kafkiano che a fronte di esigenze di sviluppo della valle, tutto quello che dimostra di aver capito questa lega poco razionale è che la valle abbia bisogno di 60 milioni di euro di asfalto. Sarebbe quello che nei sogni leghisti attraverserebbe la piana di Ospedaletto per il famigerato raddoppio della SS. E pensiamo al disegno nefasto di questo progetto complessivo con il collegamento dellA31 con a Rovereto sud. Chi diretto a nord sceglierebbe di pagare e farla più lunga quando potrà contare su una SS47 tutta velocizzata, tra l’altro? 


Per questo la proposta del PATT rimane quella fatta la scorsa legislatura. La stessa proposta che è scritta come condizione essenziale per la proroga di gestione della A4 fino al 2026 come di fatto è scritto oggi.


Prolungamento in superstrada gratuita a due corsie, tra Piovene Rocchette e il casello A22 di Trento Sud. Solo così l’arteria sarà competitiva con la SS47, solo così verrebbe utilizzata volentieri in alternativa alla Valsugana. Riducendone il traffico


Ma per fortuna lo ripeto, queste proteste sono atti dovuti. La lega nella sua corsa verso il 2023, probabilmente punta su un nulla di fatto. E promesse tante quante le scuse. Un problema per il Trentino ma forse un’opportunità per chi verrà dopo. 

17 Ottobre 2021 0 Commenti
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Le paure dei no-vax, la paura dai no-vax.

Da Michele Dallapiccola 15 Ottobre 2021

Da medico veterinario lo voglio ripetere ancora una volta. Mai avrei salvato tanti animali se non avessi avuto a disposizione presidi farmacologici come sono i vaccini. Un bene che è patrimonio dell’umanità.

Eppure anche ieri una moltitudine di persone si muoveva in città. Prima in piazza Dante e poi per le vie del centro. 

Gridavano libertà.


Di fatto stavano impedendo quella di molte altre persone. Siamo stati in tanti ad incrociarli, e quasi tutti, me compreso, abbiamo cambiato strada. Penso per paura. Effettivamente, il rischio di infezione per quanto difficile non sarebbe stato peregrino.

Erano alcune centinaia infatti le persone a girare in assembramento senza mascherina e senza rispettare le minime norme di distanziamento. Come se il virus non esistesse più.


Sono convinto che il nostro modo di vivere e di percepire la vita è stato fortemente influenzato dal lockdown e dalle conseguenze dell’epidemia. Che non è né un’invenzione né uno scherzo. Negli occhi di chi si è ammalato, l’angoscia del casco e del tubo è difficile da cancellare. E quanto è tragico pensare a quelli che non ci sono più. Alle persone che di Covid sono morte.

Forse è anche per questo che quelle persone, tutte vicine, tutte senza mascherina e tutte da vaccinare, facevano così impressione.


Come andrà a finire?

Il tempo è signore dice un adagio popolare. La ragionevolezza sarà il miglior motore di salvezza per l’umanità. Dal dissenno dei meno. Raggiunta l’immunità di gregge, il virus non farà più paura. Anche se assai probabilmente continuerà a circolare senza una precisa data di scomparsa. Nel frattempo però la medicina avrà trovato il modo di gestire la clinica e i numeri delle persone ammalate o potenzialmente in pericolo di vita. Ci auguriamo – e non abbiamo motivo di dubitarlo – che i casi di malattia saranno gestiti così come il suo decorso sul singolo individuo. E la presenza del virus, pur endemica potrà venir assorbita dalla società.


A farne le spese e a mantenere un modesto grado di diffusione ne saranno forse maggiormente responsabili le persone non vaccinate. E’ pur vero infatti che il vaccino non protegge al 100 % dalla malattia. Ma se c’è una cosa altrettanto sicura è che i non vaccinati o non recentemente ammalati, sono esposti al 100% alla malattia.


Questo scritto, sia chiaro, non vuol certo far parlare con vanità una persona che pensa di essere in grado di convincere gli altri a cambiare idea. 

La manifestazione di oggi e la veemenza delle parole che si levavano dai cortei, mi hanno però così colpito da spingermi con forza a raccontare la mia ferma opinione. Pasteur non può esser esistito invano.


La rabbia, il vaiolo e le altre pestilenze dell’umanità, le hanno sconfitte le persone come lui e chi come tanti altri – e come me – ci ha creduto, si è vaccinato e ha vaccinato.


Da medico veterinario lo voglio dire ancora una volta. Mai avrei salvato tanti animali se non avessi avuto a disposizione presidi farmacologici come i vaccini. Un bene, patrimonio dell’umanità.

15 Ottobre 2021 0 Commenti
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Riaccensione Cementificio. Che preoccupazione!

Da Michele Dallapiccola 14 Ottobre 2021

Da qualche mese tiene banco sui media locali la preoccupazione derivante dalla riaccensione del forno annesso al cementificio di Ponte Oliveti nel Comune di Madruzzo.

La questione è estremamente controversa. Chi abita lontano da questa località, della cosa vede prevalentemente gli aspetti positivi. Sono rappresentati dall’opportunità di lavoro e di sviluppo che l’attivazione di un qualsiasi opificio regala al livello provinciale. 


Ma proviamo per un attimo a metterci  nei panni di chi abita vicino al cementificio. Probabilmente, chiunque cambierebbe la propria opinione. Va tutto bene, ma non nel mio giardino. Gli anglosassoni la definiscono logica NIMBY.


In ogni caso la questione va affrontata con grande senso di responsabilità. Il cementificio inquina e va chiuso, oppure, rifugiarsi dietro al fatto che un’autorizzazione è cosa fatta e non c’è niente da fare, non è ammesso. Sono considerazioni che non possono far parte del vocabolario di un buon amministratore. Per questo sentiamo il bisogno di contribuire al dibattito pubblico con un nostro parere.

La nostra posizione di minoranza ci pone nelle condizioni di esprimerci in maniera diretta e precisa. La nostra attività di opposizione in Consiglio, ci permette di esercitare il nostro compito di controllo attraverso alcune azioni di proposta. 

La sintesi di questi pensieri porta a considerazioni analoghe a quelle della deputata Emanuela Rossini apparse sulla stampa in questi giorni. 


La domanda sorge spontanea. Ok, l’autorizzazione c’è, e i posti di lavoro sono sacri. Su questo non ci piove. Ma senza dimenticare le due precedenti e fondamentali premesse, qual è la risposta a questi sostanziali quesiti?

  • E’ stato fatto tutto il possibile per l’azienda per dotare l’impianto delle migliori tecnologie possibili per catturare le emissioni in atmosfera?
  • Esistono migliorie che possono essere adottate al fine di mitigare nel maggior grado umanamente possibile il livello di emissioni in atmosfera da parte del sito produttivo?

Siamo convinti che la qualità di vita e dell’ambiente trentino passano anche attraverso la risposta positiva ai due importanti quesiti posti sopra. 

Tuttavia, poiché il compito di un politico non può esaurirsi in un semplice atto di protesta, una precisazione va fatta. 

Sarà nostra intenzione proseguire collaborando con tutti quelli che lotteranno per ottenere le migliorie auspicate sopra. 

Dentro al quadro dei diritti di chi lavora e produce, la politica deve assumerne la posizione di saggio mediatore. Soprattutto ora.


L‘impressione di questo momento infatti, è che purtroppo questo governo provinciale si sta comportando da illustre assente. 

14 Ottobre 2021 0 Commenti
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Dov’è finita la bandiera del Trentino.

Da Michele Dallapiccola 13 Ottobre 2021

Un governo del cambiamento porta tante novità, si sa. Sta nell’ontologica condizione delle cose. Alcune gradite altre meno.

Su questo giudicheranno gli elettori. Ma c’è un cambiamento di questi giorni, molto insignificante per i più, che mi ha colpito più di altri e per questo ve ne voglio parlare. 


Premetto le scuse, rivolte a chi ha la bontà di leggermi. Oltre a parlare di una questione di piccolo conto, sto utilizzando un’impertinente prima persona singolare. Ciò che sto per esporre rappresenta una mia modestissima impressione che tuttavia sento il bisogno di esprimere.

Mi è stato fatto notare che la Provincia e di conseguenza la giunta provinciale si è dotata di un nuovo layout per il proprio sito internet. Nulla di eclatante direte voi. E su questo concordo. Giudicate voi nell’immagine sotto.


Un sito più performante e più moderno. Sicuramente.


Che poi sia un pò più difficile trovarci le cose, lo considero un pieno limite personale. Poco incline quale sono a gettarmi a capofitto nelle novità della tecnologia.

Tuttavia il nuovo sito, asciutto, agile, veloce e completo persegue verosimilmente le logiche di marketing e di feeling cromatico dettate dalle moderne regole della comunicazione. L’azzurro è un colore rassicurante. E fior di partiti politici hanno attinto a questa condizione, a piene mani, già da tempo.

Senza scomodare materie che conosco poco, vengo comunque trascinato in una considerazione. Perchè un partito territoriale, come afferma di sentirsi la lega, ha completamente dimenticato di inserire il più territoriale dei simboli dalla Home Page della massima istituzione che rappresenta?


Dov’è finito il Trentino?

Manca il brand territoriale Trentino, ma soprattutto manca ogni riferimento alla bandiera.

Ma i suoi colori sono davvero visivamente così  fastidiosi al punto dal dover esser disertati? L’identità e l’appartenenza sono fatti molto intimi, che ciascuno di noi sente alla propria maniera. E’ pur vero che rispetto ai problemi concreti della nostra società questo descritto sopra è proprio piccolo. Mi vien da dire, pure sintomatico.


La considero una grande disattenzione, sicuramente di una reale insensibilità. 

13 Ottobre 2021 0 Commenti
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Più valore ai comuni! Con la lega al governo del Trentino sembrerebbe proprio di no.

Da Michele Dallapiccola 12 Ottobre 2021

Doveva essere il governo del nuovo rapporto città-valli. Necessario per colmare il gap tra il valore delle periferie con quello delle città.

Eppure, almeno fino ad ora, questo stato di cose, tra i Comuni, non si è ancora visto. Certo, c’è stato un ammiccante pulmino in tour per le valli del Trentino. La vicinanza ai Municipi, grandi o piccoli che fossero, va riconosciuto, è stata portata tutta. E le promesse e gli impegni han davvero tenuto banco. 

 

Di fatto però gli unici fatti concreti particolarmente percepiti fino ad ora sono stati i tagli. Mirati su alcuni fondi. Poco riuscita, a migliorare questa condizione di scoramento, anche l’operazione “cordialità” Euregio. I sessanta sindaci in trasferta austriaca in occasione del suo Decennale, pare abbiano portato a casa proprio poco a parte un fertile momento di reciproca conoscenza. 

 

Le difficoltà di funzionamento dei comuni

Le mai dissipate, persistono in forma di carenza di organico nei comuni. Anche se son state finalmente ammesse delle timide deroghe. Possibili in un limitatissimo numero di situazioni. Nella maggior parte legate alla condizione che i comuni mantengano l’assetto di gestione associata. E – converrete – risulta notevole che la proposta citata arrivi dallo stesso assessorato che ha derubricato la norma capestro che invece le imponeva. Ora, le forme di gestione intercomunale rispondono a logiche di assetto “volubile”.

 

Da considerare come grave, c’è poi il problema relativo ai finanziamenti dei comuni che riguarda il Fondo investimenti minori. Che fosse incombente era noto da tempo. Avevamo avuto occasione di parlarne anche in un nostro recente scritto proprio su questo blog. ECCOLO QUI SOTTO.

 

Di cosa stiamo parlando? Cito testualmente le parole del sindaco di Trento:

 

L’ex Fim non è un fondo straordinario: è un trasferimento dovuto, confermato anno dopo anno e che dunque è diventato strutturale e indispensabile per chiudere i bilanci comunali. Cancellarlo significa mettere in grande difficoltà i Comuni, che poi sono gli enti più vicini ai cittadini, quelli che possono intervenire prontamente per arginare il disagio, che possono mobilitarsi per garantire il decoro, la sicurezza, e manutenzione del territorio”

I comuni insomma corrono il rischio di scrivere la loro peggior pagina di storia contemporanea. Coi fondi a disposizione trattenuti su quello di Riserva.

Insomma la luna di miele coi Comuni, conquistata da questa maggioranza a bordo di un allegro pulmino, sembra cominciare a dare i primi segni di cedimento. Rammarica constatarlo soprattutto alla luce dell’altro grave problema che incombe alle loro spalle.

 

L’incompiuta riforma delle Comunità di Valle.

Orfana di qualsiasi idea propositiva, lasciata in balia degli eventi e sulle spalle di alcuni poveri commissari. Sa solo il cielo e loro stessi che razza di responsabilità si stiano assumendo in questo momento.

 

Ma questa è un’altra questione. Assolutamente non meno urgente.

12 Ottobre 2021 0 Commenti
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Animali selvatici e convivenza con l’uomo: ancora un incidente!

Da Michele Dallapiccola 11 Ottobre 2021

Il problema degli investimenti di animali selvatici è un problema storico e conosciuto. Diffuso a tutta la viabilità stradale del Trentino.

È costante l’aumento del numero di animali selvatici. Allo stato attuale, il problema ricorrente dei danni diretti o indiretti che questi provocano sta assumendo una dimensione preoccupante. Al privato è data la possibilità di protezione passiva attraverso il ristori del danno mediante assicurazione. Ma è la protezione attiva quella ben più importante poiché manifesta l’indubbio pregio di intervenire prima che il danno si verifichi. Specialmente laddove questo riguardi aspetti di pubblica incolumità. Se il danno agli autoveicoli è infatti facilmente assicurabile direttamente dai privati, nulla può compensare situazioni anche gravi come da sempre già occorse anche alle persone. 

In tal senso in passato, il Servizio Viabilità ha cercato di affrontare il problema sperimentando numerose soluzioni anche innovative, nessuna risolutiva.


Qualche proposta di soluzione. Ancora inascoltata

Delle proposte erano state sollevate anche in passato, spingendo a continuare nel solco di quanto già avviato.

Siamo intervenuti anche con alcuni stimoli politici confluito poi in alcuni atti formali. QUI IL LINK DELL’ULTIMO PRESENTATO

Pare che a forza di insistere, il progetto pensato in val del Chiese tra Cimego e Condino tra breva partirà. Si dovrebbe sostanziare nel posizionamento di dispositivi in grado di rilevare la presenza di animali in prossimità della sede stradale, nello specifico soprattutto ungulati. A questo punto il segnale elaborato sarebbe inviato ad una centralina che farebbe scattare un cartello luminoso, oppure una serie di lampadine poste sui paracarri, di modo da avvisare dell’effettivo pericolo. 


Purtroppo per l’attivazione di questa meraviglia tecnologica, non abbiamo nessuna certezza né del come ma soprattutto di quando. 

E intanto la valle soffre. Che pure è anche una delle tante zone afflitte dal diffusissimo problema dei cinghiali.  A QUESTO LINK UNA RIFLESSIONE IN MERITO


Va evidenziato che in questa zona si sono presentati per primi e la loro presenza è sempre più insostenibile. A nulla son valse ACT, Autonomia e politica locale, va detto ad onor del vero, indipendentemente dal colore che governava.


Ciò che intendiamo sottolineare oggi riguarda l’aspetto grottesco dello stato di cose. Un governo del teorico fare, il governo leghisti del cambiamento, il governo amico delle doppiette che avrebbero dovuto risolvere tutti i problemi si trova ora a giocare in difesa.

Nulla di fatto sui carnivori, men che meno sui cinghiali.


Criticava il passaggio obbligato da assicurazione sui danni stradali da selvatici da provinciale a privata, oggi la estende anche ai grandi carnivori.


Meraviglie del cambio di casacca.

11 Ottobre 2021 0 Commenti
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Domenica d’autunno. Da turista del Trentino

Da Michele Dallapiccola 10 Ottobre 2021

Da qualche anno, la promozione turistica lancia anche la stagione autunnale; il tessuto d’impresa e il volontariato hanno risposto, le manifestazioni si sono moltiplicate.

E dopo lo stop imposto da motivi sanitari, anche la vita delle persone sta cercando di riprendersi i suoi spazi. Girando per il Trentino la cosa si percepisce tutta. E’ trascorsa così questa domenica d’autunno in un Trentino che tenta la ripresa dopo il Covid: da turista del Trentino.


Visto il tipo di mezzo di trasporto utilizzato, la destinazione non poteva esser che breve: Festa della zucca a Pergine e mostra della Capra pezzata mochena a Centrale di Bedollo 

All’affollatissima kermesse perginese – norme anticovid permettendo – non mancava proprio nulla. Una mostra dedicata al prodotto agricolo autunnale per antonomasia -sua maestà la zucca – proposta insieme alle altre delizie di stagione.

Nota culturale in plauso agli organizzatori, il fatto di aver portato in mostra almeno anche un piccolo omaggio alla zootecnia.


Se poi volete avere la bontà di sopportare una nota personale, ho trovato un amico che mi ha mostrato la figlia di una delle pecore acquistate in passato dalla mia famiglia.


A Bedollo il clima era più intimo, più tecnico ma non meno festoso. Con l’attenta presenza dei servizi veterinari, e dei giudici di gara, i proprietari hanno trasmesso al numeroso pubblico tutta la loro passione per gli animali e per la loro terra. 


Qui la nota di colore l’ha portata la giunta provinciale, reduce da un recente convegno a Pinzolo dove era emersa forte la polemica sui piccoli ruminanti al pascolo in alta quota. Qui a Centrale per fortuna, le polemiche sulle malghe e sui pastori, però non ci stavano proprio. Dunque, orfana della festa di una razza in estinzione – la vacca Rendena a Pinzolo, la reggenza provinciale si è accontentata di una specie minore in Bedollo. Ah, pur sempre pericolo d’estinzione, intendiamoci. Per fortuna nel locale lieto fine ha avuto parole di elogio per il delizioso autoctono caprino i cui esemplari, astanti, sembravano quasi apprezzare.


Lo sguardo era fisso, nel vuoto, tipico del momento del loro ritmato ruminare. Provocava il tintinnio dei loro campanelli. Era un rumore gradevole che accompagnava un transitorio momento di solennità.


Mi è piaciuto parlare coi pastori intervenuti, nei classici crocchi delle retrovie, lontani da palco e microfoni. Parlavano di animali, del ritrovato valore di questa professione e della mai migliorata remuneratività. I commenti son sempre i soliti: come andrà la PAC? Che burocrazia e quanto difficile è diventato, il muoversi oggi coi greggi in transumanza?


Pochi i commenti sui grandi carnivori. Forse per sdegno, più probabilmente per rassegnazione.

10 Ottobre 2021 0 Commenti
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Il Giardino Bortolotti o dei Ciucioi.

Da Michele Dallapiccola 9 Ottobre 2021

È solo una delle ultime trovate del vulcanico Ecomuseo dell’Argentario. QUI IL LINK

Offre alla visita delle antiche miniere medievali dell’Argentario, didattica, ricerca, cultura, convegni, la visita all’Orrido di Ponte Alto, passeggiate su sentieri tematici e dedicati e ora, questa iniziativa: la gestione e la visita del Giardino dei Ciucioi. Ufficialmente strutturata ormai da un paio d’anni, ha  sofferto la crisi da pandemia come ogni attività economica e sociale della comunità mondiale.


La macchina organizzative dell’Ecomuseo, non si è certo persa d’animo. Rispetto delle regole anti-covid, ingegno e buona volontà. 

Tutto è riaperto alla grande al servizio dei Comuni di riferimento a disposizione di turisti e semplici curiosi. Questi fine settimana d’autunno, lavorerà in stretta connessione con il territorio.


La visita culturale del giardino pensile più famoso del Trentino, si accompagnerà alla degustazione presso le favolose cantine lavisane. Ieri era il turno della Monfort. QUI IL LINK PER PRENOTARE AD UNO DEI POSSIMI EVENTI IN PROGRAMMA.


La rete provinciale degli Ecomusei, QUI IL LINK PER VEDERLI TUTTI, garantisce un’ampia gamma di servizi ed opportunità per investire il proprio tempo e quello degli ospiti. La primavera e la stagione attuale, cioè l’autunno rappresentano momenti ideali per trascorrere del bel tempo alla scoperta del nostro meraviglioso Trentino.


Approfittiamone, sono attrazioni davvero alla portata di tutte le tasche, spesso anche gratuite. Faremo una cortesia al nostro animo. La percezione grande valore della nostra terra passa anche dalla sua conoscenza dei luoghi più intimi.


Come i suoi analoghi, anche l’Ecomuseo dell’Argentario sa condurre dentro a questa dimensione. Proprio sulle porte della città di Trento.

9 Ottobre 2021 0 Commenti
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Opere pubbliche: doveva essere la stagione dei sì. Ma da Pinè comincia il duro scontro con la realtà.

Da Michele Dallapiccola 8 Ottobre 2021

Deve esser stata una settimana difficile questa scorsa per la lega. Un quotidiano locale, riporta una notizia che solo all’apparenza si manifesta di modesto rilievo. 

La lega ha dovuto dire il suo primo no.

Questi i fatti: un gruppo di persone interessate alla questione, si sono recate in Provincia a perorare la propria causa. La richiesta consiste nel veder finanziata una delle tante opere milionarie che normalmente arrivano all’attenzione di chi governa. Ed è qui che avviene il fatto fenomenale. La Provincia si esprime con un no! 

 

Sarà stato l’entusiasmo di immaginare la valanga dei fondi che arrivano da fuori provincia per le opere olimpiche? Fatto sta che sull’altipiano di Pinè, di promesse e di complimenti, si sono spellati le mani. Non si son limitati a impegnarsi per la copertura multimilionaria dello stadio del ghiaccio. Con l’occasione hanno anche pensato di promettere una connessione viabilistica da sempre sognata. E, mi vien da dire, se tale, un perchè ci sarà pur stato.

Ma è giusto anche esser onesti. Si tratta o meglio si tratterebbe di un bel progetto, inutile negarlo. Connettere Brusago in linea retta a Molina rientra assolutamente nei lodevoli intenti del più saggio dei visionari. In senso più che positivo, qualora realizzato, questo collegamento darebbe alle località dei vantaggi non indifferenti. Il problema è che i costi di costruzione di un’opera di questo tenore sono assolutamente fuori scala rispetto alla vastità delle esigenze che ha il Trentino. E finalmente la lega è stata messa con le spalle al muro e ha deciso di dire la verità.

Potrebbe sembrare normale in un qualsiasi altro contesto amministrativo. Per questa maggioranza invece, il no è stato fin da subito bandito da ogni loro comunicato stampa.

Ad adiuvandum, ricordo una magistrale dissertazione d’apertura della prima manovra di bilancio a firma della lega. Un’impettito Presidente annunciava convinto – a tutti i trentini – che dopo la stagione dei no, finalmente, era arrivata quella dei sì!

Sarà stato l’entusiasmo del nuovo incarico amministrativo, sarà stato la scarsa conoscenza delle risorse pubbliche, fatto sta che il risultato di questa ferma convinzione ha comportato un’evidenza.

I leghisti hanno trascorso questi loro primi 3 anni governo a dispensare assenso ed ottimismo

Promesse per tutti!

Sulla scorta di questo slancio e di impeto abbiamo assistito a promesse di ogni genere. Varianti, ponti, strade e superstrade. Sugli impianti di risalita poi non si son lasciati mancare nulla.

Ad un certo punto del loro percorso amministrativo avevano pensato di fare anche un po’ di sintesi. In pratica annunciavano investimenti cadenzati al ritmo di una grande opera da 60-70 milioni all’anno. 

Qualcosa è andato storto

Fatto sta che anche qui deve essere andato storto qualcosa. Sono già passati tre anni e non abbiamo ancora visto nulla. Ora, per finire la legislatura, di anni all’appello ne mancano due. Sarà forse per questo che alla mal parata stanno cercando di concentrare due anni in uno.

Per la realizzazione del nuovo ospedale di Cavalese sembra che di milioni ce ne vogliano 140. Quasi da fare aleggiare il sogno di incaricare un privato. Direttamente!

Una praticabilità tecnico giuridica tutta da verificare, lascia sul terreno un solo fatto certo. Il finanziamento per ammodernare il nosocomio esistente è stato cancellato.

A suffragio della confusione che portano tutte queste promesse porto un altro esempio.

Gli abitanti della Bassa Valsugana potrebbero beneficiare di investimenti per sviluppare il proprio territorio per un valore di 60 milioni di euro. Si annunciano come sicuri. Già bell’e stanziati!

In realtà, di tutto questo bengodi, la popolazione locale potrebbe non vedere un becco d’un quattrino. Perchè? Sono, o meglio non sarebbero fondi dedicati ad uno sviluppo armonico della valle. Spesi insomma per creare lavoro tra turismo e agricoltura e artigianato. A lasciar fare ai leghisti, finirebbero invece tutti in per terra, spesi ad asfaltare la piana di Ospedaletto per raddoppiare la appena sistemata ss47. Insomma la si trasformerebbe in qualcosa che assomiglia sempre più ad un’autostrada, molto più utile veneti che ai locali. All’uopo della sicurezza andrebbe benissimo un sistema di controllo di velocità e sovrappasso come è stato installato a Pergine o a Grigno! 

Ma la lega è così, vive di annunci e di slogan. Così abbiamo passato anche l’ultima settimana di Consiglio provinciale a parlare di Valdastico. Come se si trattasse di un cantiere che inizia il prossimo anno e finisce quello dopo. 

Lo so che quelle che ho raccontato, messe in questo modo sembrano quasi barzellette. Invece sono gli annunci fatti sui media dalla lega. Ciascuno di noi può verificarli attraverso una semplice “googgolata”. 

Probabilmente anche questo è cambiamento. Si è passati da un modo di governare indirizzato del realismo ad una gestione di fantasia fatta di continue promesse elettorali. Per quanto tempo ancora? 

8 Ottobre 2021 0 Commenti
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Finanziamenti – irrigazione – agricoltura: trinomio da addetti ai lavori. Poco compreso dagli altri cittadini, complicato da gestire per la politica.

Da Michele Dallapiccola 7 Ottobre 2021

Proveremo in questa breve sintesi a fare un po’ di cronistoria di quello che è successo in Provincia di Trento intorno a questo trinomio, giustappunto in questi ultimi 3 anni. 

2018 

La lega va al governo del Trentino ed eredita il piano acqua Val di Non con una prevista dotazione di 6 milioni di euro.


Alla prima manovra di bilancio utile, la lega li cancella. Ci riesce talmente bene, al punto che questa settimana dai banchi del Consiglio, l’Assessora afferma di non averne mai sentito parlare. A QUESTO LINK IL COMUNICATO STAMPA DELL’EPOCA. 


2019 

Dalla PAT arriva solo un silenzio tombale. Dal comparto agricolo emerge fortissima preoccupazione.


2020 

Pare che dallo Stato arrivino fondi disponibili anche per il Trentino sul bando dei piano irriguo nazione. Dalla maggioranza continua il silenzio tombale.

2021 

Inverno.

Da più di un anno è nota l’informazione che ci saranno fondi disponibili. Scriviamo numerosi atti politici formali. Questo sotto è l’ultimo dei tanti.


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Primavera

Dalla Val di Sole, la giunta torna con la “coda tra le gambe” e dopo aver proposto un tubone da 50 milioni di€ per prelevare acqua da Pejo e portarla in Val di Non. A parte assenso non ci sono i fondi.


Estate

Confermata la disponibilità di fondi nazionali sono un ventina i CMF che si attivano per arrivare a depositare in tempo i progetti di nuovi impianti irrigui.

La Val di Non si attrezza e trova delle soluzioni che costerebbero la metà e potrebbero risolvere molti problemi irrigui della valle, rendendo inutile il progetto “tubone” da Pejo. 


Autunno

La giunta, “al fumo delle candele” offre il proprio assenso ai progetti da depositare appena in tempo utile per poterli prestare in sede ministeriale. Nel frattempo propone una legge che permetta anche al consorzio trentino di Bonifica di effettuare servizi nonostante la federazione dei consorzi li abbia praticante già predisposti tutti. 


Oggi. 

Esce la graduatoria del bando. Per finanziare tutti i progetti presentati il Ministero dovrebbe mettere a disposizione 1,6 miliardi di €.

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Come previsto sono 880 i milioni € disponibili con ulteriori 440 in arrivo. I progetti inseriti potrebbero venir finanziati solo con estrema difficoltà. Come e successo a quelli della Sicilia che si trovano in posizione a piè di lista. Questa condizione sull’Isola ha scatenato una serie di proteste tali e tante da ipotizzare richieste di dimissioni. A QUESTO LINK TUTTI I TITOLI DI QUESTA NOTIZIA


Cosa rimane di questa triste vicenda? 

Che il territorio ha deciso qual è la strada MAESTRA per risolvere i propri problemi di natura irrigua. Sarà necessario attendere  e sperare che da Roma arrivi qualche buona notizia. Anche dai banchi del Consiglio a lega continua a dare risposte evasive e la preoccupazione rimane. A QUESTO LINK LA NOTIZIA COMPLETA


Nel frattempo, è il caso che la Provincia si rimbocchi le maniche e si rinfreschi la memoria, recuperando lo spirito del PIANO ACQUA VAL DI NON ripensandolo e proponendolo anche su scala provinciale.

Le soluzioni ora ci sono, le hanno progettate i territori. Ora la strada è tracciata. 

7 Ottobre 2021 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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