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Un inverno da lupi, con un tempo da lupi

Da Michele Dallapiccola 13 Dicembre 2021

E non sono casuali le espressioni qui sopra. L’astuto carnivoro, del cattivo tempo, si fa forte quando non vittima.

Sarà per questo motivo che in questa stagione molto più che in altre, la cronaca riporta notizie di predazioni in prossimità delle abitazioni. Questo è dovuto semplicemente al fatto che questi animali sono in cerca di cibo. Nelle alte quote afflitte dalla neve, la caccia richiederebbe eccessivo sforzo. Non è la stessa cosa insomma rincorrere un cervo o un capriolo dalle lunghe zampe in un metro di neve che farlo nel bosco o nel fondovalle.

Spariti dalla cronaca e dalla vista invece rispetto a un tempo sono i gazebo della Lega.  Quelli che allestivano in protesta per la presenza di grandi carnivori per intenderci. Ora che sono passati al governo ci spiegano che è colpa del Ministro, dello Stato, dell’Europa e di tutto quello che non c’entra con loro.

Comunque sia, da tempo giunta e componenti di maggioranza varia si sono trincerati dietro ad un serafico silenzio.  La cronaca invece continua a funzionare e la brutta figura è dietro l’angolo. 

Non c’è nessun piano straordinario di investimenti a livello Provinciale: né per protezioni supplementari né per aiuti sulla guardiania. 

L’occasione di accompagnare Alberto Pattini nella presentazione del suo nuovo libro sulla transumanza in questi giorni, ci permette di toccare con mano lo scoramento. E questa sfiducia che parte della Pastorizia innanzitutto, non si ferma a questa ristretta cerchia di imprenditori. Sono persone che suscitano sempre più empatia e portano in dote una nutrita schiera di persone alle quali l’allevamento della pecora risulta sempre più simpatico. 

Difficile dire come evolverà una situazione che si presenta in aggravamento. L’unico dato certo sul tavolo oggi è l’insuccesso della Lega. 

Tanto dal punto di vista giuridico amministrativo che da quello dell’implemento e del miglioramento delle opere di protezione siamo poco lontani dal nulla di fatto. 

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Valdastico e trilinguismo. Il senso (sbagliato) di due scelte ideologiche

Da Michele Dallapiccola 13 Dicembre 2021

Le interviste al Presidente della Giunta provinciale vanno sempre lette con attenzione e curiosità. Anche se sempre di più, stanno diventando argomento da addetti ai lavori. 

Ebbene, anche ieri, un quotidiano locale riportava le opinioni del capo dell’esecutivo provinciale. Impegnato innanzitutto in una sorta di strenua autodifesa dello strampalato progetto Valdastico a Rovereto.

Effettivamente dove la vogliono i salvinisti in Trentino, pare che la Valdastico non la voglia nessun’altro. L’unica ipotesi che può rendere accettabile quest’opera è che sia funzionale alla soluzione dei problemi di traffico della Valsugana, cosa che la proposta leghista non fa. Non spiega nemmeno la differenza costi/benefici tra le due ipotesi per ora sul tavolo.

La sua e quella sulla carta. La concessione della Serenissima è stata prorogata sulla base dell’impegno di prolungare l’A31 fino a Trento Sud.

L’intervista procede incalzando il premier. Messo alle corde contrattacca! Secondo la massima carica politica leghista locale, il Trentino pagherà uno scotto a causa di un PIL inferiore del 10% rispetto all’Alto Adige. Cercando in questo fatto economico la ragione dei vari disagi di livello locale. A parte il fatto che è difficile capire il nesso tra le due questioni, in uno scritto di qualche tempo fa ne abbiamo spiegato bene le ragioni.

TURISMO: perchè tanta differenza tra TRENTINO e ALTOADIGE?


In realtà, i trentini possono dormire sonni tranquilli. Le due economie sono paragonabili solo in parte. Così come le due amministrazioni. Del resto, le cose andrebbero davvero male se le spese fossero le stesse. Invece durante lo scorso triennio la precedente giunta ha fortemente ridotto l’indebitamento provinciale. Da 1,9 miliardi di Euro a 1,2 miliardi di Euro circa. Questo fatto oggi permette ai leghisti di contrarre nuovo debito. Sono i 300 milioni di Euro dei quali parla la maggioranza in questi giorni.  Ma questo nell’intervista, la Giunta si guarda bene dal dirlo, come si guarda bene dal ricordare quanti soldi siano arrivati dallo Stato. O quanto pochi fondi provinciali abbiano voluto stanziare a ristoro di questa crisi.

O come mai sul loro fondo di riserva giacciano inutilizzati quasi 200 milioni di euro?

Se Fugatti volesse davvero permettere al Trenino di recuperare il gap con l’Alto Adige dovrebbe cominciare innanzitutto a fare gli stessi investimenti che fa Kompatscher per i suoi concittadini. 

E se le risorse vengono dalle tasse che pagano le imprese, metterle nelle stesse condizioni di lavoro dei nostri cugini a nord. 

Qualche consiglio?

A che cosa pensava servisse quel piano trilinguismo che la lega appena insediata al governo ha cancellato? Se L’Alto Adige è partito prima di noi o vive un più florido commercio con Austria e Germania è perché le persone parlano tedesco e pure inglese. Meglio di noi e da sempre.

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Siamo una strana società. Vorremmo la nostra merce venduta nel mondo ma i muri e i fili spinati ai confini.

Da Michele Dallapiccola 11 Dicembre 2021

Stridono le notizie di questi giorni. Per le loro contraddizioni sulla carta stampata. 

È pur vero che ciò del quale parleremo riguarda lo Stato in un caso, la Provincia in un altro. Come potremo ragionare insieme, in questo seguente breve pensiero, sono però più legate di quanto possa sembrare. 

La prima riflessione riguarda un fatto nazionale che ha a che fare con la moglie di un uomo di fiducia di Salvini. Il nesso vero riguarda lo sfruttamento e di converso l’affrontare l’enorme difficoltà di gestire e reperire manodopera non specializzata.

In questo oceano tempestoso di noie, l’agricoltura è la punta di un iceberg dalle proporzioni inimmaginabili. 

La difficoltà a reperire manodopera

Di relato ne soffre anche la nostra Provincia. Come ben ricorderete, la sua neo insediata Amministrazione pensava di risolvere i propri problemi scalzando quelli che chiamava con una discreta strafottenza gli scalda divani!

Quanto ridicola appaia oggi quell’affermazione lo testimonia la cronaca. E ciò che abbiamo ricordato sopra non verrà liquidato con un semplice “ve l’avevamo detto”. Questa frase la riserviamo alla gestione dei rifugiati in Trentino. Si viveva una stagione difficile quando lo Stato inviava al centro di Marco interi pullman di persone. E son passati solo pochi anni. E come vi ricordate, si tentò di integrare quella che sarebbe stata anche una potenziale forza lavoro sul territorio.

Quella lega, che allora protestava, nell’illusione data dall’esperienza di bastare a se stessa, salita al governo del Territorio ha distrutto tutto. 

Ma il lavoro non si ferma

Nel frattempo l’economia e le imprese non si sono certo fermate. Rispondendo al richiamo nazionale del valore della qualità, del brand Made in Italy e mi si conceda anche il piccolo atto di vanità, di quello Trentino.

L’export ha regalato ottime soddisfazioni ed i nostri prodotti hanno invaso il mercato mondiale. Lo stesso che come noi, di quella manodopera ha un bisogno sostanziale.

La società non inclusiva, che rifiuta, che alza muri e fili spinati è destinata a scomparire. Chi sa accogliere, chi sa gestire, distinguendo le mele buone dalle mele marce (nei locali e negli immigrati) vince. 

O pensiamo forse – ad esempio – che America e Germania siano diventate locomotiva economica di Mondo ed Europa alzando fili spinati come ha fatto la lega nazionale o quella provinciale in via Fersina?

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Proiezioni di voto. Sta cambiando il clima (per la lega)?

Da Michele Dallapiccola 10 Dicembre 2021

Che stia cambiando il clima planetario è una tragedia certa. Ma ora sta accadendo anche in politica. Come è normale che sia.

Le conseguenze non sono ovviamente tragiche ma comunque utili da conoscere. Previsioni, sondaggi, studi di serie storiche di esiti elettorali coadiuvano la politologia.

Sono gli strumenti scientifici che la politica si trova a disposizione per immaginare il futuro dei suoi schieramenti.

La cronaca di questi giorni riporta un nuovo sondaggio, a mia opinione assai interessante. Dopo parecchi mesi, fissa in pole position, la lega vede quello che con ogni probabilità sarà l’inizio del suo riposizionamento al ribasso.

Anche per il panorama partitico provinciale, arrivano le prime simulazioni di cambio ad opera di un’agenzia specializzata.

Il ridimensionamento non riguarda solo i seguaci del Giussano. Se per lungo tempo e fino ad ora abbiamo constatato che  sondaggi erano ad esclusivo favore del centrodestra, oggi sta cambiando  qualcosa.

A QUESTO LINK L’ARTICOLO COMPLETO.

Come avrete letto, sono state presentate 3 simulazioni. Nella maggior parte dei casi sondati, la lega manifesta sofferenza. Comunque segna il passo rispetto a solo un anno fa, dove specie nei sondaggi, il partito di Salvini sembrava invincibile.

La sicumera scricchiola. Ed è normale che sia così. Le ripercussioni dei salvinisti nazionali, si manifesteranno in maniera piuttosto diffusa, trentino compreso, dove il Matteo nazionale dal 2018, ha aperto una filiale.

E’ solo questione di tempo, poi alle ipotesi dei sondaggi si sostituirà la realtà. Anzi, anche da noi c’è già un capolino. Qualche consigliere provinciale se n’è già andato, per migrare ancora più a destra.

Nel frattempo è mia personale e ferma opinione che con pazienza vada preparata una giusta alternativa. Come può il Trentino gradire a lungo partiti gerarchizzati, italianizzati, verticistici, statistici? Va preparata l’alternativa seria, che per colpa degli stessi attori di oggi nel 2018 non c’era.

La lezione è capita, la buona volontà non manca, i sondaggi vanno a favore. Manca ormai poco più di un’anno e mezzo. Non resta che lavorare con il giusto team.

E l’impressione è che troveremo buona compagnia.

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Giovani, innovazione e montagna.

Da Michele Dallapiccola 9 Dicembre 2021

Porta al avvicinarsi al mondo del turismo, la propensione allo sviluppo dei territori. Si avverte particolarmente forte in quelle valli che fino ad ora, nel paniere “offerta vacanza i n Trentino” non avevano occupato posizione centrale.

Se c’è una caratteristica che accomuna alcune APT del Trentino è la capacità di saper promuovere bene, le caratteristiche “green” del proprio territorio di competenza.

Il paradosso delle infrastrutture

Potrà sembrare strano ma è un lavoro tanto più facile quanto meno grave è il livello di infrastrutturazione del territorio. Condizione che non corrisponde affatto ad uno stato di mancata organizzazione, anzi. Un territorio può avere pochissime infrastrutture ma presentare piuttosto caratteristiche di naturalità e storicità fuori dal comune. Promosse offerte e rese fruibili come prodotto turistico secondo un’organizzazione territoriale definita. 

Si tratta di conoscere – bene – le peculiarità del proprio territorio e saper comunicare – meglio – come fruirne. Segnaletica, attività digitale, informazioni puntuali, ma anche piccoli punti di ristoro e convivio. Tutto spiegato off, ma soprattutto on-line: un canale imprescindibile.

Prendi il Lagorai, ad esempio. Viverlo come un “local”.

Malghe, storia, cultura del territorio? Perché non trovare il modo di allargare nel massimo grado possibile la loro conoscenza? Perché non costruire l’opportunità di farlo vivere a tutti? E così nel claim “vivere come un local” sta tutta la voglia di carpire le attenzioni dei nuovi più smaliziati turisti del prossimo futuro.

L’iniziativa che ha visto premiare alcuni giovani studenti proprio in Valsugana. 

Trend di mercato, indagini conoscitive di magazine, agenzie e istituti di ricerca dedicati, indicano questa come strada già tracciata.

Così, come abbiamo detto molte volte, ciò che un tempo furono le occasione mancante oggi sono opportunità. I grandi caroselli funiviari portarono e danno ancora fortuna e ricchezza a molti. Laddove mancano però, oggi si possono attivare iniziative sostenibili per davvero. Malghe, storia e territorio selvaggio – come la catena del Lagorai sono elementi preziosi per questa economia in via definizione.

Attenzione, l’incanto non è per tutti. Come l’opportunità di lavoro. Sono a disposizione soltanto di chi le sa cogliere.

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Non solo grazie al Volontariato del Trentino.

Da Michele Dallapiccola 8 Dicembre 2021

Nella società dei diritti e della fretta, sono merce rara, l’educata attesa e la sincera gratitudine verso chi dona il proprio tempo al suo prossimo.

Quanto sterminati siano gli ambiti dei quali si occupa il volontariato, è cosa nota a tutti. Specialmente ai trentini. Sarà perchè è tipico delle genti di montagna questo mettersi a disposizione, fatto sta che è davvero difficile pensare ad un giornata dove non ci sia occasione di incrociare l’azione di questa nutrita, quanto silenziosa coorte di persone. Alle quali, di apparire, importa davvero poco. Eppure nel Trentino che lavora e si diverte, alcuni occupano posti chiave legati anche al funzionamento della nostra società.

Pensate ai Corpi dei Vigili del Fuoco, sparsi nella nostra Provincia, tanto per citare un autorevole esempio. Proprio loro che in questi giorni hanno festeggiato la patrona della loro protettrice, Santa Barbara. 

Oppure, i Volontari del 118, con il loro prestigioso oltre che provvidenziale servizio, alle prese – niente di meno che – con la salvezza della nostra vita. A QUESTO LINK l’articolo completo del bellissimo esempio della Croce Bianca Alto Garda

E poi, l’economia, specie quella turistica dove attraverso associazioni, pro-loco e attività di contesto varie, si garantisce l’animazione presso le più disparate manifestazioni. Stupefacente a simbolo di tantissime altre, la macchina dei Mercatini laddove gestiti da un’associazione locale. Un dedalo di amicizie lega queste persone, attraverso la gioia di spendersi per il prossimo, gratificate spesso solo da uno sguardo o da una parola. 

Grazie. 

E’ quello che certe volte ci dimentichiamo di dire. Voglio pensare che valga anche da chi lavora in politica dunque afflitto dallo stereotipo del grazie a prescindere; financo al punto da risultare fine a sé stesso. Per questo il semplice grazie deve andare oltre.

Deve piuttosto contribuire ad una riflessione un po ‘più profonda che ciascuno di noi deve fare. Questi prossimi giorni saranno afflitti da code ed attese oltre il dovuto. Staremo in fila per motivi sanitari, per festeggiamenti natalizi e servizi vari. Ebbene, molti di questi sono coadiuvati dal volontariato. E’ importante tenerlo presente. Così, un grazie sincero, pur non richiesto, sarà il più bell’accompagnamento ad una responsabile dose di pazienza e di rispetto verso il prossimo. Non credo serva scomodare Sant’Agostino per rimarcare certi concetti. Certo leggere DE CIVITATE DEI a qualche persona dai modi troppo spicci, ogni tanto, farebbe proprio bene!

Ma si sa, nella società dei diritti e della fretta, l’educata attesa e la sincera gratitudine verso chi dona il suo tempo al proprio prossimo, sono merce rara.

8 Dicembre 2021 0 Commenti
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Vacanze in Baita: un turismo tanto buono da poter essere esportato

Da Michele Dallapiccola 8 Dicembre 2021

Una gradita visita, di una delegazione Valtellinese, ha reso onore alla famosa Associazione turistica trentina. La strada per le imprese di montagna è faticosa ovunque e per tutti. Questa però sembra quella giusta

E qui entrano in gioco le comunità locali, quelle che hanno una storia anzi la propria storia da raccontare. Perché è ciò che chiede l’ospite oggi: il conoscere ed il poter vivere come un locale. Non di meno c’è una nutrita schiera di persone che apprezza la fuga, la vacanza “detox”. E a scovare queste persone nel mercato mondo, ci pensa il Web.

E’ in quest’ottica che l’iniziativa Vacanze in Baita, ha da sempre avuto un’enorme successo. Al punto tale da venir percepita come un’operazione da imitare. Questo è avvenuto grazie all’intuizione di due Sindaci della Provincia di Sondrio Graziano Murada di Albosaggia e Primavera Farina di Caiolo.

Nei giorni scorsi, insieme ad un gruppo di potenziali animatori di questa iniziativa nella loro località nel cuore della Valtellina si sono voluti incontrare con Marika Sammartano Presidente della locale associazione Vacanze in Baita.

L’occasione è stata propizia anche per visitare un’eccellenza tra queste strutture la Baita Al Rossat di Sant’Orsola in Val dei Mocheni. Abbiamo provato l’orgoglio di poter esportare modelli di impresa per le zone di montagna con caratteristiche antropologico-sociologiche e orografiche simili alle nostre.

 

Da Sindaca a Sindaca: la visita al Comune di Civezzano con Katia Fortarel


L’immancabile visita all’Orrido, attrazione superstar dell’Ecomuseo dell’Argentario

Ci muove a pensare che questa collaborazione potrebbe fermarsi soltanto a un piccolo benché importante ambito. Le istituzioni Ecomuseali, l’agricoltura di prossimità, quella che animò la stessa Coop. Sant’Orsola nella sua prima ora. Sono tutte cose che in Valtellina ci assimilano.

E ad andarci, ci si sente un po’ anche a casa.

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Come va con il latte? La Provincia alle prese con le difficoltà della zootecnia. (parte 2°)

Da Michele Dallapiccola 5 Dicembre 2021

Sui bilanci delle aziende zootecniche si adombrano nuove difficoltà.

Come abbiamo detto nel precedente scritto, alcune di natura assolutamente congiunturale, in generale aggravate sotto qualche aspetto anche dalle mancanze della politica.

Non si vive di soli (e pochi) contributi settoriali.

A questa maggioranza, va imputata una grande responsabilità. I cd. “contributi settoriali”, nati per sostenere il comparto, sono di sempre più difficile praticabilità tecnica. Senza fantasia e aggrappandosi a mille scuse, nel tempo sono stati sempre più ridotti. Senza contare l’ingiustizia di un intervento che lascia scoperti i contadini – egualmente – trentini che conferiscono all’agroindustria privata anziché cooperativa.

Eppure un metodo per colmare questa lacuna ci sarebbe stato. Se si fosse attivato un pesante piano di promozione per l’intero comparto lattiero caseario ne avrebbero potuto giovare tutti. Si sarebbe potuto far leva su una macchina “oleatissima” quale è la società di Promozione in house della Provincia. Attualmente questa si occupa essenzialmente di turismo. 

Con tutta evidenza, a detta del Presidente della Provincia in persona, la divisione delle competenze di turismo ed agricoltura, tra due distinte figure, a mio vedere non ha giovato al sistema. 

Il nuovo CDA della Trentino Marketing e il sistema agroalimentare.

Del settore in generale ma più in particolare del latte, il nuovo CDA sembra letteralmente infischiarsene. Del resto i convocati, sono tutti operatori del settore turismo con una visione eccessivamente compartimentata. Sono rari gli slanci del caso. Un esempio promosso in lungo il largo è quello dell’asta di formaggi d’elite. Uno spot, in “single shot” all’anno, “cui prodest”? Ma sopratutto, può bastare a colmare le lacune di un intero settore?

La pubblicità è l’anima del commercio. 

Lo recita un vecchio adagio e altrettanto ci sgoliamo da anni a ripeterlo. Invece, in modo miope, la politica agricola provinciale si è fissata su piccoli obiettivi di prossimità. A ben vedere, senza programmazione, quel poco che ha fatto in questi anni, è stato distribuire contributi per piccoli cespiti.  a

Basti pensare che la Provincia è arrivata ad attivare contributi per i materiali di consumo. La logica di questo pensiero è incomprensibile a meno che non la si legga in chiave elettorale. Attivando dei micro bandi è molto più facile personalizzare la soddisfazione della domanda diretta. Un grosso investimento in pubblicità su uno specifico settore va invece a valorizzare tutti. Lo fa però su un livello più alto e dunque l’immediatezza del contributo è meno evidente. E la mancanza di visione, alta e lontana, gli allevatori sono destinati a pagarla. L’impressione che il peggio debba ancora arrivare, visitando le stalle, si sente forte e palpabile.

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Come va con il latte? La Provincia alle prese con le difficoltà della zootecnia. (parte 1°)

Da Michele Dallapiccola 4 Dicembre 2021

E’ la solita domanda. Se la scambiano contadini e appassionati del settore specie quando non si incontrano da tempo.

E in queste discussioni mi ci butto anch’io. Non ho mai perso infatti, il piacere di trascorrere qualche fine settimana ogni tanto a girare per le stalle della Valsugana dove per vent’anni ho servito i miei affezionati clienti. E anche oggi a quasi 8 anni da quando ho sospeso la professione li ritrovo con immutato piacere e vengo ricambiato dalla stessa amicizia di allora. 

Nei racconti e dalle informazioni avute da loro in questi giorni, non ho trovato però la stessa forza d’animo e buona volontà di sempre. Scavando nelle motivazioni purtroppo mi sembra di averne inteso anche i perchè.

La burocrazia oltremodo asfissiante

Quella che affligge ogni azienda e dunque anche la parte amministrativa dell’allevamento, ora ha definitamente coinvolto anche il sistema sanitario veterinario. Va specificato che la digitalizzazione è nata con la buona volontà di voler aiutare gli agricoltori nell’interesse della sacrosanta sicurezza alimentare. Purtroppo però qualcosa è andato storto. I controlli incrociati e gli asfissianti impegni normativi sono arrivati agli estremi anche in questo campo.

A difesa dei miei stimati colleghi veterinari penso soprattutto perché anche nell’igiene e nella sanità pubblica la carenza di personale si sente tutta. 

La marginalità sempre più bassa.

E’ il fattore che coniuga entrambe le metà di cielo produttivo caseario del Trentino. 

Apro un piccola parentesi per ricordare che la raccolta del latte, specialmente in Valsugana è operata da un privato e da una grossa cooperativa. Quest’ultima, nonostante le raccomandazioni della politica, ha tenuto chiuse le sue porte a nuovi soci, per lungo tempo. Solo recentemente, pare a seguito di pesanti pressioni della giunta provinciale, sembra abbia accolto qualche nuovo socio. Non si sa sulla base di quale criterio o se altri verranno ancora accolti.

Questa situazione di duopolio, unita ad un mercato che sconta la concorrenza europea, ha determinato dalle condizioni di prezzo del latte locale piuttosto particolari. E’ rimasto tutto nell’alveo del gestibile o almeno tollerabile fin quando le cose sono andate bene, specialmente dal punto di vista della marginalità. Ma ecco che improvvisamente ha fatto irruzione sul quadro congiunturale del momento, l’enorme aumento delle materie prime e dell’energia. Hanno colpito profondamente anche il settore zootecnico e le difficoltà e le differenze sono diventate vere e proprie spine. 

A pagarne le spese, un settore dalla delicatezza cristallina. 

La zootecnia è sostenuta da un sempre più ridotto numero di partite iva. Eppure, è l’attività economica che ha la più grande responsabilità nei confronti del settore trainante l’economia trentina: il turismo.

Senza terre coltivate, l’appeal della nostra Provincia, nei confronti dei potenziali ospiti, sarebbe ben diverso. Ma se non ci arrivano nemmeno i due assessori competenti (al posto di uno), forse anche la sola denuncia da parte di un consigliere di minoranza, è un atto un po’ inutile. Speriamo che riprendendo in mano la questione, a questo punto dopo il 2023, non sia troppo tardi per rimediare. 

PS. Se qualcuno ha letto nella data qualche eccesso di vanità riponga pure i suoi sospetti. Gli addetti al settore lo sanno benissimo è la data di partenza del nuovo PSR. E forse anche di qualcos’altro.

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La lega di opposizione era contro la tassa di soggiorno? Quella di governo la aumenta!

Da Michele Dallapiccola 3 Dicembre 2021

Che anche quella di soggiorno sia una tassa antipatica a tutti è un dato di fatto.

Certo da quando è stata istituita il Trentino ha cercato di lenire il disagio. Per questo è stata messa a disposizione di turisti e imprenditori proprio nella zona dove viene raccolta. Con la vecchia legge il gettito della tassa di soggiorno ritornava direttamente ai territori maggiorato del 40% circa attraverso un fondo perequativo 

La tassa come prevista da noi nella sua prima introduzione

Oggi invece gli albergatori si trovano ad effettuare questa antipatica operazione con una prospettiva diversa rispetto al passato. L’introito di questa imposta che finirà nel grande calderone provinciale, diviso tra mille confusi rivoli. 

Assessorato, Tavoli vari, CDA della TN Marketing, ATA, Ambiti, Comuni che non sanno più da che parte aderire, fusioni di Ambiti ancora in fieri: sono solo gli accenni a tutte le azioni della politica assai poco chiare al singolo imprenditore. 

In gran sintesi, sul dove investire il frutto della sua raccolta della tassa di soggiorno – ora – il sistema turismo provinciale voluto dalla lega, contiene cinque o sei livelli decisionali. 

L’aument-ino della tassa durante l’anno del Covid

Per carità, si presume tutti a favore del sistema turismo. Visti da dietro al bancone di una qualsiasi reception di hotel sembrano quasi nascosti e sparsi dietro ad una grande nebbia. Ma la lega, non paga di tutto questo, ha deciso di colpire queste persone proprio alla vigilia di uno dei momenti più spiacevoli del Post covid. Con la funesta ombra di restrizioni sanitarie all’angolo!

I nuovi importi con gli aumenti del modello lega-Failoni

Se non ci siamo persi qualcosa, secondo un inspiegabile disegno della maggioranza, a partire da questo mese la tassa di soggiorno sarà computata in valore praticamente doppio rispetto alla sua prima introduzione. 

Forse albergatori e turisti avevano altro a cui pensare!

3 Dicembre 2021 0 Commenti
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