Michele Dallapiccola
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POLITICA

Nuove gravi predazioni da orso sul bestiame in Malga. Ancora una volta nessuna traccia della Provincia.

Da Michele Dallapiccola 19 Luglio 2023

In queste ore, la Val Rendena è ancora una volta teatro di alcune feroci predazioni. A farne le spese, dei bovini. Anche di grossa taglia. La responsabilità pare sia da attribuire ad uno o più orsi la cui identità non è ancora stata divulgata. Con ogni probabilità, è comunque già nota o ipotizzata con un certa precisione almeno dai servizi forestali. Come detto, lo scalpore che la notizia provoca è legato alla gravità delle lesioni, alla ferocia delle predazioni avvenute e alla confidenza dimostrata dal plantigrado con gli insediamenti umani scelti come sito di predazione. È lì che i proprietari si sono preoccupati di tentare in proprio, l’azione di dissuasione del predatore. Con i pochi mezzi a disposizione, rumore di petardi, cani da guardiania e poco altro i custodi degli animali hanno ottenuto un effetto assolutamente insufficiente. Rischiando pure la vita.

Questo dato certificherebbe che ci troviamo di fronte ad uno o più esemplari affatto preoccupati della presenza dell’uomo.

Ora, sappiamo benissimo che le persone particolarmente sensibili a queste vicende specialmente dal punto di vista naturalistico punteranno immediatamente dito e attenzione sulle eventuali carenze nelle opere di protezione. Segnaliamo che qui, stiamo parlando di campigli malghivi particolarmente ampi e per questo particolarmente difficili da proteggere sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista economico. Accanto alle opere rispetto alle quali i proprietari avrebbero dovuto ricevere una significativa assistenza tecnica risulterebbe particolarmente utile una presenza umana specializzata. Parliamo di personale forestale o di un supplemento di aiuto per quanto riguarda la guardiania.

Da tempo denunciamo che da questo punto di vista il personale forestale non è assolutamente in grado per numero di dipendenti e relativo ruolo, di sostenere adeguatamente i proprietari degli animali. Parrebbe opportuna una più assidua presenza tecnica in situ, senz’altro coordinata dalla Pat. Più che nelle opere di controllo e prevenzione la presenza di personale dedicato potrebbe sviluppare in via diretta e indiretta un più concreto aiuto ai proprietari. Ci riferiamo a formazione, informazione, controllo e monitoraggio ma non solo.

Accanto a quello che possono o devono fare i proprietari rimarrebbero da attuare anche una serie di azioni a carico della Provincia, particolarmente utili proprio in questi casi. Le pesanti azioni di recinzione, oltre a presentare un efficacia non sempre costante, sono caratterizzate da elevatissimi costi e una lunghissima tempistica di realizzazione. A questo punto l’azione immediata più efficace e praticabile potrebbe rimanere quella del monitoraggio intensivo attivato a scopo di poter dissuadere pedissequamente i tragicamente molesti animali.

Per questo l’utilizzo delle trappole a tubo finalizzato alla cattura dei plantigradi risulterebbe oltremodo urgente. Di questo tipo di strumenti la Provincia possiede tre. Ci chiediamo quante di queste siano armate e attivate per la già ordinata cattura di Mj5. E quante ne rimangono disponibili per questa drammatica situazione?

Recentemente, la Provincia è passata alla ribalta della cronaca per aver tenuto gli unici tre radiocollari posseduti in un cassetto o con le pile scariche. E adesso allora quanti ne rimangono di disponibili da subito? Si consideri che rappresentano la miglior tecnologia per poter avere precisa contezza della posizione di questi animali in tempo reale. Lo scopo è chiaro. La dissuasione fatta con petardi, rumore e paura da parte dei proprietari è sicuramente meno efficace di quella con proiettili di gomma sparati dai forestali. Sarebbero tanto più efficaci quanto più solerti potessero essere nel raggiungere gli animali, proprio grazie al radiocollare. Esperti e zoologi concordano che in caso di accanimento predatorio è fondamentale agire in maniera energica ed immediata. Esattamente come non sembra sia avvenuto qui dove tutto sta sviluppandosi in termini eccessivamente tardivi.

Le indicazioni da mettere in campo sono ben poca cosa rispetto alle reali necessità. Lo sappiamo bene. Chi vive in malga ritroverà i problemi già a partire da questa notte. Per questo la Provincia non può permettersi di rispondere che la colpa è di Roma, del Tar o degli animalisti. Girarsi dall’altra per dedicarsi al prossimo nastro da tagliare o al parco giochi da inaugurare non è un’opzione accettabile.

19 Luglio 2023 0 Commenti
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Casa Autonomia.eu: nel riposizionamento degli autonomisti, le ragioni della nostra esistenza.

Da Michele Dallapiccola 14 Marzo 2023

Un sondaggio Winpoll, delle deduzioni personali e alcune ipotesi dettate dall’interpretazione del non detto dentro al PATT. Questi elementi possono sembrare aleatori, ma a noi che abbiamo fondato Casa Autonomia.eu, sono invece bastati per percepire – con largo anticipo – il drammatico spostamento a destra degli autonomisti storico identitari. E così adesso che tutto si sta avverando anche molti di loro sono in preda ad una profonda crisi. 

Manca un ulteriore passo. L’alleanza con Fratelli d’Italia che non è ancora formalizzata, nonostante le elezioni provinciali siano ormai alle porte. È vero che a parole, la dirigenza di partito si ostina a definire reversibili le scelte fin qui effettuate. Ma sono rimasti in pochi a crederlo. 

Gli altri, quelli che la pensano come noi, sono invece convinti che il prossimo passo, il suggello con i seguaci della Meloni, sarà solo questione di tempo. E non sarà nemmeno l’ultimo passaggio. Perchè a dirla tutta, pare sia imminente anche un ulteriore colpo basso, dritto allo stomaco dei puristi del fiore alpino: la fusione di PATT, Progetto trentino e Autonomisti popolari. Un patto a triciclo che una volta definitivamente consacrato, farà scendere l’appeal del partito anche per i più affezionati, a minimi mai visti prima. E gli autonomisti storici potrebbero ridursi davvero al lumicino.

Proprio come certifica un recente sondaggio WINPOLL che ipotizza un PATT al 7%, con un dato del tutto verosimile. Si tratta infatti della trasposizione in sondaggio del recente risultato elettorale nazionale alla Camera dove il PATT si è presentato già fuso con Progetto Trentino. 

Se questo assetto sarà mantenuto anche per le prossime elezioni provinciali, la candidatura di Tonina nelle stelle alpine sarà un fatto certo. E si tratterà del suo terzo cambio di casacca in pochi anni. 

Non è difficile ipotizzare che la regia “poera” gli affiancherà anche qualche altra figura esponente di Progetto Trentino, ovviamente di genere femminile. Alla squadra sembra ormai certa anche l’adesione di Kaswalder, sempre che le vicende giudiziarie per la questione Pruner non facciano prendere alla sua candidatura una brutta piega. Nomi forti insomma, in pole position sugli esiti delle urne. E se le previsioni Winpoll si avvereranno per questo “nuovo” PATT, sarà difficile pensare di andare oltre i due o tre seggi. 

Insomma, il rischio che gli autonomisti lavorino per far eleggere persone estranee alla fedeltà al partito c’è tutto.

Anzi, si crucciavano tanto se ammettere deroga ai mandati di esponenti storici ma finiranno invece per eleggere almeno un paio di ultrasessantenni, e forse solo quelli. Alla faccia degli scalpitanti Movimenti autonomisti Giovanile e Femminile.

Intanto nella “base” elettorale, nel cd zoccolo duro una certezza c’è. Per ora Panizza ha trasformato il “suo” partito in una delle tante liste civiche felici alleate di Fugatti. Ma quando la coalizione sarà al completo, sarà ancora più evidente a tutti che questa strategia, altro non sarà stata che il più efficace tentativo di portare i simboli di Salvini e della Meloni nel parlamento trentino. Un fatto che per molti trentini, ma soprattutto per gli autonomisti storici, suona come stridore acuto al confronto di una sinfonia. 

Ecco perché il PATT potrà contare soltanto sugli affezionati al simbolo e tra loro su quei pochi che non considerano la destra come un male assoluto per l’Autonomia. 

Noi no. 

Noi di Casa Autonomia.eu, abbiamo rifiutato con convinzione questo format preconfezionato. La creazione di un contenitore civico autonomista è il più puro atto di dignità e di orgoglio trentino che noi si possa offrire alla nostra Provincia Autonoma. 

Seguire Salvini e la Meloni è un atto più che legittimo e per certi versi a livello nazionale anche comprensibile. Non certo da quel Trentino che ha ancora a cuore le prerogative di autogoverno della nostra terra.

Paola Demagri 

Michele Dallapiccola

14 Marzo 2023 0 Commenti
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220 PERSONE ALLA PRESENTAZIONE DI CASA AUTONOMIA.EU, NON CI ASPETTAVAMO UN SUCCESSO COSI’.

Da Michele Dallapiccola 20 Novembre 2022

La Sala di Clarina era strapiena. Amici, (di quelli, molti) curiosi molti volti noti della scena pubblica trentina.

Ai cittadini abbiamo voluto raccontare idee, obiettivi e scopi della nuova organizzazione nata dopo la separazione dalle Stelle Alpine.

I dati parlano chiaro, in Italia la situazione non è delle migliori: non solo siamo il fanalino di coda delle economie avanzate, ma dalla crisi del 2008 ormai i genitori hanno la certezza che i figli non avranno una situazione economica migliore della propria. A questo si aggiunge poi il problema del calo demografico, che si descrive con una semplice e triste frase: più morti che nati. Queste sono solo alcune delle difficoltà che sta affrontando il nostro Paese e di conseguenza la nostra Provincia e sono le sfide che Casa AutonoMia.eu si propone di raccogliere.

Non vogliamo proporre soluzioni facili o basate su semplici slogan come succede ora, ma piuttosto portare avanti progetti di lungo periodo pensati per cercare di garantire maggiore benessere a tutta la comunità, partendo proprio dagli stimoli e dalle idee dei cittadini.Abbiamo rilevato un bisogno di rappresentanza da parte della popolazione trentina, che al momento non si identifica con le forze che governano la Provincia.

INNOVATIVI ED INTERESSANTI

Non serve cercare il consenso negli altri partiti (tantomeno nel PATT). Non chiediamo alle persone di cambiare idea.

Invece, vogliamo offrire casa politica a chi non la ha. Per varie ragioni.

A non andare a votare sono stati oltre un terzo dei cittadini anche del Trentino. Possiamo provare a chiederci perché e a dare loro motivo di ritornare a credere nella politica?

Quindi abbiamo deciso di creare un Movimento con l’obiettivo di proporre un’alternativa, un’alternativa dotata di un’identità e una direzione precise. Volevamo un Movimento che si inserisse fin da subito nel gruppo di centrosinistra, che fosse autonomista, popolare e democratico, per rispettare valori del passato validi ancora oggi, ma anche progressista e digitale, per abbracciare allo stesso tempo il futuro, rivolgendosi ai giovani e alle cause che stanno loro a cuore.

L’interesse dimostrato dalla cittadinanza per il nuovo Movimento è stato straordinario. Alla presentazione ufficiale, arrivando sia dal capoluogo che dalle valli del Trentino. C’erano molti volti noti della scena pubblica locale, che hanno voluto accogliere la nuova associazione e augurarle buon lavoro e buona fortuna. Primi fra tutti la consigliera del Movimento Marisa Postal e Luigi Panizza, ex presidente onorario del Patt. La sua fiducia in Casa AutonoMia.eu, in particolare ci ha molto onorato. Perché ha voluto testimoniare che è riuscito a ritrovare i valori del suo Patt, al momento assenti nelle scelte delle Stelle Alpine.

Moltissimi gli interventi, unanimemente pronti a mostrare il loro supporto al nuovo Movimento in giallo.Le adesioni al movimento sono subito arrivate. Così l’obiettivo di arrivare a 200 tessere entro Natale è praticamente già raggiunto.

Ora, il prossimo appuntamento sarà ad Arco il 1 di dicembre. Vi aspettiamo numerosi anche lì.

20 Novembre 2022 0 Commenti
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L’analisi dei voti del PATT alla camera e al senato? Eccola servita! 

Da Michele Dallapiccola 26 Settembre 2022

Come è andata con i risultati elettorali? A chi fa il mio mestiere nelle giornate come queste, la domanda scorre sui display dei device come un parossismo. 

E tocca raccontare il buono che c’è in un riconoscibile responso alle urne. Nonostante l’opinione personale di alcuni di noi ci avrebbe portato a fare altro, alla fine ci siamo impegnati tutti affinché il PATT raccogliesse un buon risultato. E così è stato, almeno rispetto al passato e alle aspettative.

Perché sul piano pratico il voto agli autonomisti non poteva portare a nulla di concreto. E infatti cosi è stato, pura testimonianza.

Ma far parte di un partito significa questo. Accettare le decisioni della maggioranza e rispettarle. Almeno fin quando risultino accettabili. Diversamente ognuno è poi (giustamente) libero di prendere la propria strada, come già molte volte è successo in passato. E ancora succederà.

Tornando alle impressioni sul voto, un paio di considerazioni, anche forti, ci stanno tutte. 

Il rammarico più grande deriva dal constatare che se il centrosinistra fosse stato unito avrebbe potuto portare a Roma 3 senatori. Uno per ciascuno dei tre seggi, lo dicono i numeri dello scrutinio. Le divisioni, questa volta più per colpa del mio, che di altri partiti, hanno portato a questo. Tant’è. 

Nel frattempo al PATT non è rimasto che provare a capitalizzare un risultato che a ben vedere è arrivato. Peccato che è frutto dell’unione di due partiti. Progetto Trentino ha partecipato attivamente e si è visto tutto. Ottenendo risultati soprattutto dove c’era un nome importante a trainare.

Ora è chiaro, come e quanto fossero molto più graditi i nomi in gioco al Senato rispetto a quelli dei candidati alla Camera. 

In particolare, sul collegio senatoriale di Rovereto ha pesato molto la promozione del vicepresidente della giunta provinciale, così come nel Primiero, molto ha contribuito la presenza di promoter di spicco della compagine facente riferimento a PT. 

Il risultato è matematica. Alla Camera, i voti sono quasi gli stessi computati nel 2018 quando gli autonomisti erano da soli. Dunque si può dire che per quanto riguarda la sua quota parte, il PATT abbia perso. In alternativa si può pensare che l’alleanza di PT non abbia portato nulla. 15.500 voti a 16 mila circa.

Al Senato le cose sono andate un po’ meglio. Da 16 mila voti circa sono passati a 24 mila circa. Un aumento del 50 % dovuto sia alla presenza di un altro partito, che ad un diverso appeal, specie delle due valide candidate donne: Roberta Bergamo e Patrizia Pace. 

Ora, come già raccontato ieri, il Partito si trova di fronte ad una sua fase di dialogo interno dove dovrà decidere con chi proseguire il suo cammino in vista delle provinciali del 2023.

Già oggi nei corridoi di piazza Dante Fugatti veniva dato per “morto che cammina” da qualche esponente (un po’ troppo focoso a dire il vero) dei suoi Fratelli d’Italia. Effettivamente nella campagna elettorale di stampo leghista non son serviti a nulla nemmeno i milioni distribuiti o promessi.

Tra tutti cito un significativo esempio. Il dato dell’astensionismo più forte si è registrato in Val dei Mocheni dove uno speranzoso giudicariese contava di comprare i consensi coi “contribute“. Il nesso non c’è ma il sillogismo sì: 20 milioni di € attribuiti alla Valle incantata hanno visto la metà degli aventi diritto al voto, andare a spasso anziché alle urne.

Se davvero la lega si trovasse in una situazione così difficile come fu quella di Rossi nel 2018, vuoi proprio che sia il PATT a salvarne le parti? Sarebbe a dir poco kafkiano.

26 Settembre 2022 0 Commenti
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L’attualità del messaggio autonomista

Da Michele Dallapiccola 13 Febbraio 2022

Parte da lontano. Dalla sua radice storica: l’Associazione Studi Autonomistici Regionali, l’ASAR.

Settantacinque anni di scissioni, fuoriuscite, piccoli aggiustamenti di simbolo lo hanno visto sopravvivere fino ai giorni nostri: sotto le spoglie che conosciamo oggi. E’ il Partito Autonomista Trentino Tirolese: il PATT. Nato come alternativa alla Democrazia Cristiana, da subito, ha cercato di distinguersi nel panorama politico locale. I suoi cavalli di battaglia hanno sempre tenuto in fortissima considerazione l’attualità perseguendo l’amministrazione della cosa pubblica col faro dei principi dell’autonomia e della cultura storica. Eppure, a giudicare dai numeri, questo partito non ha mai sfondato nel cuore dei trentini. Rispetto a quello degli altoatesini verso la SVP, l’interesse politico della popolazione locale ha da sempre preferito guardare ai partiti nazionali. Anzi, il Trentino dei tempi recenti è arrivato a tollerare e infine votare partiti nazionalisti statalisti. 

Di tutto questo sarebbe facile cercare le colpe in casa altrui. E’ invece da ritenere assai più produttivo individuare le cause interne del mancato incontro.

Per una serie di ragioni il Partito Autonomista è sempre stato poco accattivante per un gran numero di persone, soprattutto giovani. Eppure dietro ai messaggi che custodisce sono rappresentati tutti gli ingredienti per una società in equilibrio.  Il rispetto del proprio passato, la competenza per la gestione del presente e la definizione di pensieri per il proprio futuro. Si possono leggere nelle azioni concrete dei suoi amministratori di riferimento, diretto o indiretto. Da Roma a Bruxelles, dai Comuni, alle Circoscrizioni, alle Comunità di Valle fino alla Provincia. Non c’è luogo dove il PATT non abbia i propri riferimenti. Ciò accade proprio perché l’approccio alla gestione della cosa pubblica è pragmatico.

Si tratta dell’antesignano dell’agire civico. Si tratta di un metodo di amministrare completamente sdoganato dalle attuali liste Civiche che amministrano nei Comuni ora anche in lizza per la gestione della PAT.  Dal punto di vista programmatico ed culturale ed organizzativo le basi per piacere, dunque, ci son tutte. Non ci piove. Evidentemente quello che manca allora è un corretto modo di comunicarlo. 

Lavorare sull’aspetto, sui mezzi di comunicazione e sui contenuti

Se c’è una cosa che i nostri tesserati lamentano da sempre, è la mancanza di comunicazione tra la sede e la “base”. L’attività su carta, da sempre molto onerosa, ha conosciuto in questi anni ulteriori eccessi di difficoltà. In parallelo però la comunicazione digitale è stata però completamente sdoganata alla portata di tutti, dalla diffusione dagli smartphone. Oggi, per accedere alla rete non è più necessario possedere hardware e competenze particolari. E col meccanismo delle notifiche si può agire proattivamente sulla persona per la cattura della sua attenzione. Contenuti brevi ma frequenti, su poche pagine social, accorpate riconoscibili e condivise potrebbero moltiplicare la promozione del Brand PATT. Iniziative di valle, ora gelosamente custodite su chat zonizzate, potrebbero diventare patrimonio comune. 

Un nuovo contenitore

Anche il contenitore andrebbe rinnovato, a partire dal simbolo. Attingendo ai principi del marketing moderno il simbolo dovrebbe assumere carattere di logo, e percezione di autentico Brand: un marchio. Come procedere? È prassi piuttosto recente del mondo del design ricorrere a stilemi che ascrivono alla nostalgia senza stravolgere le buone idee originali. Vengono riproposti nuovi aspetti e interpretazioni dell’idea di partenza.

Prendiamo il mondo dell’automotive. Sergio Marchionne rilanciò la FIAT attraverso la riproposizione della 500. Le linee della nuova 500 richiamavano in tutto e per tutto quelle della vecchia. Ma la nuova vettura non aveva nulla a che vedere con quella precedente. L’operazione geniale fu quella di produrre un contenitore assai simile al primo modello ma in tutto e per tutto rispondente ad una moderna citycar a prezzo ragionevole. Risultò appetibile per il mercato giovanile ma interessante anche per gli acquirenti d’antan che rivivevano i giorni della loro gioventù acquistando qualcosa di moderno

Un rinnovato messaggio politico

Pensiamo allora al PATT. All’aspetto del suo simbolo e dei suoi colori. Ai suoi social, al suo sito alla sua comunicazione. Quanto si potrebbe lavorare per valorizzare persone e contenuti che animano ogni sua azione quotidiana dentro ad una nuova configurazione di mezzi, di aspetto grafico delle comunicazioni, di simbolo-logo-brand?

Già dallo stesso acronimo di partito si potrebbe intuire un nuovo payoff. Ecco qui l’operazione nostalgia-modernità di Marchionniana memoria. Mai come in questo frangente storico si è dimostrata necessaria la presenza dell’Unione Europea a garantire pace, prosperità ed economia.  Perché allora non ripensare ad un PATT-EU. Abbiamo già avuto un momento storico nel partito dove queste due vocali affiancano l’acronimo del nostro simbolo. E oggi, PATT-EU può definire, già a partire dal nome, il perimetro politico-amministrativo entro i cui confini  operare. Termino questo alcuni cenni alla forma per passare alla sostanza dei contenuti.

Nuovi contenuti nel programma politico.

Nel novero delle emergenze sociali di questo tempo, quella del lavoro rimane ancora una delle questioni più rilevanti delle quali un partito politico ha l’obbligo di occuparsi. Parliamo di lavoro inteso come economia. La possibilità di sostentamento di una comunità non può più permettersi di prescindere dal luogo che abita, vive e valorizza.

In pratica non è possibile parlare dell’ecosistema altamente antropizzato della montagna trentina senza affrontare l’imprescindibile questione ambientale 

Oggi la tutela dell’ambiente è trattata talmente in tante declinazioni e sfumature che parlarne qui in questo modo risulta quasi offensivo. Ma è imprescindibile. La tutela dell’ambiente anzi, e degli animali, è da pochi giorni diventata articolo della nostra Costituzione. Con un passaggio ulteriore. La protezione dell’ambiente deve permettere all’uomo di conviverci. La politica verde del no ad ogni costo si è infatti rivelata tanto affascinante quanto impraticabile. Invece un messaggio moderato che esprime il concetto di sostenibilità, affiancato all’ambientalismo diventa chiave di volta per comprendere lo sviluppo della montagna del domani. 

Sostenibile, non mi stancherò mai di spiegare questo abusatissimo termine significa per sempre e per tutti. Si applica facilmente ad una serie di attività umane. Due, a mio modestissimo avviso, hanno di questi tempi una grandissima forza gravitazionale per chi si interessa di politica. Sono argomenti insomma che portano con sé una potenziale attrattività “orizzontale trasversale” capace di indurre interesse nei confronti di un’ampissima platea di persone. A mio vedere è proprio questo allora l’atteggiamento che deve adottare un partito di raccolta quale vuole diventare il PATT. 

Il Trentino ha l’ambiente nel proprio DNA. Questo dato incontrovertibile gli deriva, oltre che dalla propria collocazione geografica, anche dalla conformazione del proprio territorio. Rinforza l’essere terra con una forte vocazione culturale mitteleuropea. Negli anni, questo connubio Trentino/ambiente, è stato concepito, costruito e utilizzato (giustamente) come brand cioè, passatemi il termine, come strumento di marketing e lo è tutt’ora. La società attuale pone e, soprattutto, pretende impegno da tutti sulle predette tematiche. Da qui, l’utilità per un partito di trovarsi a fianco di queste persone e farne battaglia comune.

Il Partito di raccolta

Oggi il PATT riunisce in sé parecchie “anime”. E’ forse questo l’eufemismo più interessate per definire le inclinazioni politiche al suo interno. Atteggiamenti liberali, talvolta si scontrano con sensibilità sociali, esattamente come accade nella cugina SVP. L’attrattività da parte di chi ci osserva dall’esterno è garantita dalla rinomata attenzione alle radici storiche della terra trentina. Lo sforzo di non sconfinare nel parossismo è notevole e le nuove generazioni che hanno tentato di approcciare il partito di dividono immediatamente. Si formano legami interni con le persone che animano le due correnti ma lo scambio tra le stesse è poco fertile e tantomeno poco proficuo. Valgono ancora molto le relazioni interpersonali e la rete della amicizie dei vari componenti di Partito.

L’agognato rinnovamento oltre che dal payoff che annunci un rinnovato perimetro di interesse politico e dalla grafica del simbolo, dovrebbe offrire rinnovate aree di interesse politico- partitico. Nuovi argomenti potrebbero affiancarsi all’interesse per la cultura mitteleuropea e alla storia in un’ottica di loro valorizzazione. Degli ambiti che riguardano il sociale e la persona, ne dà ampia motivazione la collega Demagri nel suo documento congressuale.

Questo mio, completa gli ambiti di interesse chiedendo al partito un ulteriore sforzo. Occuparsi di lavoro, di sostenibilità e di conseguenza di ambiente può essere la sfida del nuovo PATT. Un rinnovato insegnamento potrà arrivare dagli Schuetzen. Attraverso la divulgazione degli aspetti culturali legati alla nostra storia ci hanno insegnato di un tempo in cui l’impegno civico volontaristico doveva esplicarsi attraverso azioni di protezione da aggressioni di vario genere e grado. Le aggressioni di oggi derivano da comportamenti umani sbagliati, inquinamento o politiche non adeguate alla preservazione della montagna. Dobbiamo far sì che questo nuovo PATT possa diventare il partito che a quelli della tradizione affianca (anche) i nuovi protettori: quelli del nostro ambiente: la terra dove vogliamo vivere. 

Questi nuovi aspetti tematici, questo rinnovato aspetto digitale potrebbero davvero favorire l’ingresso di nuove leve che partendo non necessariamente dal dato anagrafico potrebbero ringiovanire il partito. Interpretare i principi e la storia dell’autonomia in chiave moderna sarà il nostro passo evolutivo. Obbligatorio.  

13 Febbraio 2022 0 Commenti
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L’amministrazione della Provincia Autonoma di Trento? Sempre più simile al resto d’Italia?

Da Michele Dallapiccola 1 Febbraio 2022

Quanta impressione fanno i titoloni sui giornali locali. 

Specialmente quando sui media si parla di alleanze partitiche omologhe a quelle del livello nazionale: “Salvini ha detto così, Fratelli d’Italia si comporterà cosà, la lega con Mattarella ha tradito…” 

Accanto al gran parlare riguardo agli accadimenti nella politica nazionale, anche in amministrazione locale accadono cose mai viste in passato. Nella Autonomissima Provincia di Trento, i Sindaci si trovano costretti a mettersi d’accordo su come aderire al sistema dei finanziamenti distribuiti dal PNRR nazionale. Finiscono per respirare aria romana, i nostri primi cittadini. Saranno i primi a dover sperimentare la triste realtà che vivono le Regioni a Statuto ordinario dove manca l’Autonomia e tutto passa dalla centralissima Capitale.

Il fumo negli occhi.

Ci prova Fugatti a gettarlo, verso l’opinione pubblica. Tra conferenze stampa del concertone e rinnovi di promesse d’opere pubblica quasi fossero quelle battesimali. 

Vien proprio da chiedersi che cosa ne penserebbe l’immenso Degasperi potesse tornare anche un giorno soltanto. Un giorno, vissuto ancora per guardare che cosa ce ne siamo fatti delle Regole di autogoverno che per primo lui contribuì a darci.

Cosa direbbe, ad esempio, nel vedere che hanno usato uno strumento nobile come l’Autonomia per provare a tener aperti i negozi la domenica. Cito questo fatto non a caso.

Proprio in questi giorni una sentenza ha dato torto alla Provincia costringendola a pagare per l’illegittimità di quella norma. Una sentenza che a catena, probabilmente aprirà la strada ad altri contenziosi. Finirà per mandare “sotto” la Provincia, costringendola a pagare e provocando migliaia di euro di danni ai trentini.

E in campo sanitario? A cosa è servita l’Autonomia? Cosa ce ne siamo fatti dell’Autonomia durante la pandemia? Come gestiamo autonomamente (fatto che ovviamente non avviene) il reddito di garanzia/cittadinanza come accade invece in Alto Adige?

Vedesse tutto questo il vecchio Grande Alcide, si arrabbierebbe tantissimo. A randellate, ci manderebbe tutti a lavorare insieme per formare una fortissima Alleanza tra movimenti locali. Quelli che non possono esimersi dall’avere relazione coi partiti nazionali – ci mancherebbe – ma che liberi di operare le scelte locali si unirebbero sotto le direttive delle persone competenti del luogo. Quelle persone che guardano soprattutto all’interesse dei trentini e della nostra Autonomia. Fin quando da Roma ce la lasceranno esercitare appieno.

PS, giusto per non dimenticare, QUI IL LINK di un pensiero al riguardo dei FDI.

1 Febbraio 2022 0 Commenti
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Al lavoro e alle imprese: con la prima ondata ristori, con la seconda rincari!

Da Michele Dallapiccola 12 Gennaio 2022

Tegole sempre più pesanti rischiano di cadere sulla testa delle imprese. Anche locali.

Questo inizio d’anno staglia all’orizzonte sempre più definita la prospettiva di un’annata economica dai toni piuttosto oscuri. Possono sembrare banalità queste mie ma un primo ascolto, è sempre più chiaro e nitido il grido di allarme delle associazioni di categoria. 

Ad esempio, oggi gli allevatori terranno una conferenza stampa che con ogni probabilità avrà lo scopo di rimarcare le loro difficoltà. 

Il peggioramento delle condizioni economiche generali deriva dall’aumento dei costi di energia e materie prime, è arcinoto. E’ un fatto che rischia di vanificare il tentativo di compensare i danni della pandemia avvenuto attraverso il meccanismo dei ristori e dei finanziamenti del PNRR. 

In realtà la cosa stupisce poco se letta alla luce di una riflessione più istintuale che fattuale. 

Tutta la capacità di reazione finanziaria dell’Europa e del nostro Stato, si è basata sugli iniziali 700 miliardi stanziati dalla Comunità europea sommati ad una minoritaria quota di ulteriore debito italiano. A questo si sono aggiunti anche i debiti provinciali che ha contratto e contrarrà la lega al governo del Trentino. 

Chi ripagherà tutti questi soldi presi in prestito? 

E’ senza dubbio la domanda che tutti noi ci siamo posti più e più volte. E la risposta è facile: tutti noi. Il solo dubbio che rimane è: quando e come?

Con tutta probabilità sarà il mercato stesso a regolarsi da solo. lo fa e lo ha sempre fatto in maniera reattiva e giustificabile mescolata a chi ne approfitta delle condizioni generali di contesto di crisi. 

Prendete il caso degli incentivi in campo edile e del contestuale aumento dei costi per le malcapitate imprese soprattutto a causa di quelli delle materie prime. Alla fine i vantaggi messi in campo dallo Stato sono finiti tutti lì. Ed ora che dire dell’aumento del costo dell’energia? Bollette salatissime che alla cieca, senza pietà, colpiscono privati ed imprese. Quei ristori, in qualche caso molto consistenti, hanno solo apparentemente aiutato le nostre aziende. Sono stati la mano che dà. Peccato che subito dopo sia arrivata la mano che prende, quella dei rincari.  

Con la tensione sui bilanci pubblici così elevata, sarà difficile pensare a nuovi pesanti interventi in campo compensativo. Allora, forse più che ad una stagione di appalti, (senz’altro utili), dì shopping immobiliare e di concerti (meno urgenti), andranno ripensati gli impegni da inserire nel prossimo assestamento di bilancio della PAT.

Sarà indispensabile pensare di ridurre la tassazione provinciale e comunale nel massimo grado possibile. E’ un’azione che porta meno visibilità politica rispetto ad una promessa di un’opera o di un concertone, ma di certo aiuterebbe la società in maniera più completa e trasversale.

12 Gennaio 2022 0 Commenti
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GOVERNO PROVINCIALE. POCHE MANI ALLA FINE DELLA PARTITA.

Da Michele Dallapiccola 3 Gennaio 2022

Se il periodo di governo fosse paragonabile ad una partita a briscola, allora saremmo autorizzati a pensare che questa giunta, con ogni probabilità, ha già giocato tutti i suoi carichi

Come avrete notato tutti, ogni membro del governo del cambiamento, presidente compreso, ha cercato di “giocarsi” la sua riforma.

Opere pubbliche/riassetto normativo.

La caparbietà di voler promuovere come fattibile il prolungamento della A31 fino a Rovereto sud è grande almeno quanto l’impossibile promessa quale è. Può invece destare attenzione un Piano che contenga almeno una grande opera da 50 a 60 milioni all’anno. Il confronto col recente passato dove le risorse erano anche meno è impietoso. Oltre a quelle minori nella nostra precedente legislatura solo con le due principali abbiamo avvicinato i 300 (Depuratore di Trento sud/Collegamento Loppio-Busa).

Di norme proposte dalla giunta provinciale e impugnate dal Governo centrale si è perso il conto. Come delle spese per resisterci in giudizio.

Turismo

Una riforma che aveva chiesto una sparuta minoranza ha prevalso su tutti. Aumento di burocrazia, livelli di gestione e tassa di soggiorno costringono la promozione locale a doversi riorganizzare durante il peggior periodo dal dopoguerra che il turismo abbia mai conosciuto.

Sanità

Sembra quasi organizzata per corrispondenza una riforma che sempre più svela la sua tendenza. Oltre ai tagli è palese il tentativo di privatizzare la sanità trentina. All’uopo, questa maggioranza si è scelta un direttore generale il cui modus operandi appreso nelle sue precedenti esperienze nazionali, va proprio in questa direzione. 

Comunità di Valle 

Romperà forse finalmente gli indugi questa maggioranza, troppo timida su questo aspetto. Ben diverso il piglio che manifestava nel suo pregresso momento di opposizione.

Diceva di cancellare tutto, finirà col gestire un piccolo make-up senza probabilmente cambiarne nemmeno il nome.

Agricoltura

Alla PAC 21-28, il piano europeo dei finanziamento agricoli, manca un 20% delle risorse. Son finite nel PNRR? Poco importa, la missione di non scontentare nessuno è praticamente impossibile. Eppure, intanto, si aiutano viti e mele quando già ci sta pensando il mercato E si trascura la zootecnia in mano ad un silente manipolo ormai costituito da un migliaio scarso di operatori. 

Ambiente

Di discariche e centraline ne abbiamo già parlato, sarebbe come agitare il coltello nella piaga. Di lupi, orsi e cinghiali, da chi ha lavorato una vita per il settore, si sarebbe potuto pretendere qualcosina(-ina) in più del grave silenzio.

Scuola e… cultura?

Reintrodurre la sovraintendenza e togliere l’obbligo del trilinguismo noncuranti del dissenso generale saranno sufficienti a scrivere qualcosa oltre la semplice cronaca? L’unica cosa certa è che a perderne è la completezza intellettuale dei nostri giovani, specialmente rispetto ai loro competitor più a nord. Nativi bilingui.

È dunque sempre più forte adesso che un gran bel concertone sistemi tutto. Tra polemiche e difficoltà oggettive, la manifestazione finirà in maniera agrodolce. Correranno il rischio che i danni superino i guadagni. Quest’ultimi sicuri soltanto con chi ha fatto un contratto dagli aspetti molto discutibili.

E intanto, mani da giocare ne restano davvero poche.

3 Gennaio 2022 0 Commenti
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L’AUTONOMIA (PERSA) ANCHE NELLE REGOLE DEL TURISMO

Da Michele Dallapiccola 4 Dicembre 2021

Contestazioni della Corte dei conti al  comparto turismo. Ma questa maggioranza non si dichiarava autonomista?

Una nuova oscura incognita adombra i pensieri delle imprese turistiche provinciali. 

Ci riferiamo alla contestazione alle strutture ricettive da parte della Corte dei Conti. Riguarda la mancata presentazione del conto giudiziale dell’imposta provinciale di soggiorno. Praticamente si tratta del riepilogo di quanto riscosso e di quanto versato nell’anno finanziario di riferimento.

Come noto la Legge n. 8 del ‘20 prevede che i gestori delle strutture turistiche siano responsabili del pagamento dell’imposta con diritto di rivalsa su chi la dovrebbe pagare. 

E’ anche previsto l’obbligo di una dichiarazione, da presentare cumulativamente ed esclusivamente in via telematica entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui si è raccolta la tassa. Purtroppo, questa dichiarazione, si è aggiunta alla rendicontazione periodica già prevista dalla Provincia. Alla faccia della semplificazione! 

Per quanto riguarda il Trentino la stessa legge sopra nominata, stabilisce che i gestori delle strutture ricettive sono tenuti alla rendicontazione quadrimestrale dell’imposta per via telematica a Trentino Riscossioni senza ulteriori trasmissioni ad altri Enti.

La Corte di Cassazione ha stabilito che i gestori delle strutture ricettive, sono soggetti solo alle sanzioni tributarie previste dalla legge e non al controllo della Corte dei Conti. 

E la Provincia che dice? Una posizione pubblica e severa su questa e su molte altre questioni sarebbe estremamente opportuna. Ne gioverebbero gli imprenditori del settore e la popolazione tutta. Sapete perchè? 

Rispondo da autonomista. 

Se poter disporre dello strumento normativo ha ancora un senso, se l’autonomia è ancora considerata un valore, impegnamoci tutti nelle opportune e reciproche sedi a rivendicarlo e a farlo valere come diritto. 

Altrimenti va  a finire come col reddito di cittadinanza che a livello nazionale oggi la lega tanto critica. Pur di accaparrarsi pochi miserabili spiccioli destinati da Roma al suo finanziamento, si è finito per adottarlo anche in Trentino. In Alto Adige invece, pur di conservare regole autonome, di certo più serie e maggiormente garantiste, si è deciso di rinunciare ai fondi nazionali e investire del proprio. 

Ecco perché sarebbe proprio il caso che la Provincia si facesse parte attiva presso la Corte dei Conti, e la Polizia Economico – Finanziaria di Trento. Andrebbero fatte presenti le disposizioni della Legge Provinciale e la loro corretta interpretazione.

O pensa forse la Provincia che le potenziali sanzioni, poi tutte da dimostrare, non siano un problema per il comparto turistico? 

Forse la crisi non è sembrata abbastanza dura.

4 Dicembre 2021 0 Commenti
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EMERGENZA NIDO NELLE VALLI DEL TRENTINO?

Da Michele Dallapiccola 1 Dicembre 2021

E’ risaputo che i servizi della prima infanzia sono uno dei pilastri di una società evoluta, progressista e capace di favorire la natalità.

A modestissimo esempio, ricordo come la realizzazione di un vero Asilo Nido sia stato uno dei principali motivi d’orgoglio a Civezzano delle nostre liste CIVES. Oggi capitanate proprio da una donna – Katia Fortarel – continuano ad impegnarsi nel migliore dei modi per mantenere innanzitutto adeguato, quel servizio prima di altri.

E i risultati si vedono. Il Nido convenzionato Civezzano/Fornace, conta 60 posti tutti assolutamente gettonatissimi.

A livello provinciale le cose non vanno, ovunque, altrettanto bene. Quando le segnalazioni arrivano fino a noi Consiglieri di opposizione vuol dire che le condizioni carenziali sono già in avanzato stato di crisi. Tra tutti cito gli esempi del Primiero o della Val Rendena. Eh sì, proprio quella che fiduciosamente ha votato un parlamentare, un consigliere e tre assessori provinciali. Ricordo, persone organiche alla filiale del partito che Salvini ha aperto in Trentino. Si tratta della compagine politica che sbandiera il rapporto città/valli come primo motore delle sue azioni politiche.

Se come descritto sopra, l’aiuto alla – natalità – passa innanzitutto attraverso l’erogazione dei servizi alla -perinatalità -, realizzare un adeguato numero di posti nido in valli, tra l’altro ricche di lavoro e di imprese, è il primo atto necessario. 

Dalla Val Rendena al Primiero, i posti al Nido scarseggiano. 

E la cosa è ancor più grave se si pensa che siamo passati dalle promesse di campagna elettorale dei nidi gratis, alla triste realtà del fatto che non ci sono nemmeno posti a pagamento!

Evidentemente il problema deriva da una scarsa programmazione territoriale. Anche perché se è vero che un’opera non si realizza in pochi anni, da qualche parte bisognerà pur cominciare. Intanto, languono i finanziamenti. Questo perché pare che, l’Accordo di finanza locale coi Comuni, abbia già lasciato molti illusi sul tappeto. Non di meno sarebbe utile sapere perchè, si collochino sul fondo di riserva 192 milioni di €uro. Si badi bene, nell’anno post Covid, quello che più dovrebbe presentarsi povero di risorse. Per dare un termine di paragone la giunta Rossi nel suo penultimi anno di mandato i milioni a bilancio sullo stesso capitolo erano 33. 

Quando scarseggiano le risorse può sopperire la fantasia. E’ evidente che alle spalle la presenza provinciale è determinate. Nel bene o nel male. Ne sa qualcosa proprio il Comune che ho citato in apertura: il mio.

All’inizio degli anni 2000, dall’allora Assessore Grisenti, anche Civezzano fu infatti lasciato a secco di finanziamenti per un’analoga opera straordinaria. La CIVES non si pianse addosso e riadattò un vecchio appartamento di custode dell’ex Collegio, a nuovo asilo nido. Fece la sua funzione fin quando la Provincia sbloccò l’agognato finanziamento.

Mi pare che il via libera sia coinciso con il cambio di dicastero. Mi pare.

1 Dicembre 2021 0 Commenti
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