Michele Dallapiccola
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La Giunta, sull’orso, chiede e ottiene collaborazione dalla minoranza. Ma prima ne boccia tutte le proposte.

Da Michele Dallapiccola 10 Maggio 2023

Non si risolve un problema con lo stesso pensiero usato per crearlo. (cit. Einstein)

E’ una citazione che si addice allo spirito delle sette proposte fatte pervenire alla Giunta provinciale in questa ultima seduta di Consiglio. Si tratta di migliorie da apportare all’attuale modalità di gestione della presenza dei grandi carnivori sul territorio provinciale.

Sono sette indirizzi politici che cercano di intervenire sulla gestione dei grandi carnivori di qui in poi. La stessa gestione che insieme alle amministrazioni del passato con una propria forte impronta, ha contribuito a determinare questa situazione. 

Lo stesso Presidente, nel suo lungo intervento in Aula, ha parlato di una serie di colpe, di responsabilità, di azioni che non avrebbe potuto intraprendere. Ed in effetti a nostro personale giudizio si è trattato di un lungo discorso lungo un’ora e venti formato da una serie di excusatio non petita, senza uno straccio di proposta. O di impegno. 

A parte continuare a dire che ne vanno spostati 70. 

E con questa parentesi, ne approfittiamo per ricordarvi che per farlo ci vorrebbero settanta ordinanze alle quali seguirebbero (almeno) 70 ricorsi e settanta relativi percorsi giudiziari. 

Eppure, siamo convinti che ai trentini questa proposta piace. Seduce, affascina per la sua semplicità: metà orsi, metà problemi. Quindi nessuno si sogna di dire che non sarebbe interessante. Ma quanto è realistica? Quanto è fattibile? Quanto sarebbe davvero utile? Da qui il senso delle sette risoluzioni, non certo esaustive delle azioni da intraprendere. Sentiamo però il bisogno di offrire aiuto al governo provinciale. Siamo convinti che è necessario intervenire subito con un implemento per la sicurezza per le persone.

Invece, fin dall’inizio del suo mandato Fugatti ha dato l’impressione di voler procedere da solo, almeno fino ad ora. Lo ha fatto in tivù, gridando al lupo, all’orso, insultando l’Italia che ci osserva e si interroga (spesso a sproposito).

E si badi bene, il Presidente riceve tutta la nostra solidarietà quando si deve difendere dagli attacchi della componente estremista animalista e non solo. Gli atteggiamenti ideologici, specie quelli violenti vanno respinti sempre.

Il problema è stato il tono di risposta alle provocazioni assolutamente non istituzionali. Possiamo capirli ma non giustificarli. Infatti, nel tentativo di stringere intorno a sé il consenso dei trentini, raggiunto sicuramente e con grande facilità con le proposte estreme di cui sopra, la giunta provinciale ha finito con il far arrabbiare un sacco di persone specialmente non trentine. Stimolando da parte loro l’adire alle vie legali.

Il riverbero mediatico anche locale, ha tuttavia contribuito a generare un diffuso clima di paura nelle persone. Tra l’altro assolutamente legittimo e comprensibile. 

Il fatto è che questo esecutivo, come unica soluzione, propone una rimozione di massa. Quante persone ci credono davvero? Quante persone credono che questo progetto sia realizzabile in tempi compatibili con l’esigenza di sicurezza necessaria subito? Senza contare che le nostre proposte non escludono certo che il governo provinciale tenti comunque questa impresa. 

Allora, l’improvvisa disponibilità della giunta a dialogare in queste ore con la minoranza, assume un nuovo aspetto. Ora, e soltanto ora, Fugatti propone al Consiglio una mozione a suo sostegno. Lo fa adesso, dopo settimane di comparse in dibattiti televisivi assolutamente sopra le righe con un palmares di ricorsi, denunce e querele visto poche volte in passato. 

In questa fase di crisi, a discussione in fase di chiusura, la giunta arriva a chiedere aiuto. Tende la mano provocando una netta impressione. Non sarà mai che chiede questo perché si sente “braccata”? E un sostegno bipartisan specialmente in sede legale in fase di difesa, quanto le potrebbe far comodo? 

Noi ci siamo, ma il Governo provinciale ci deve ascoltare. E le nostre mozioni per tutta risposta le ha praticante bocciate tutte.

10 Maggio 2023 0 Commenti
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Un richiamo alla razionalità

Da Michele Dallapiccola 10 Maggio 2023
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GRANDI CARNIVORI: SETTE RISOLUZIONI PER OFFRIRE AL GOVERNO PROVINCIALE UN CONTRIBUTO FATTIVO PER UNA LORO GESTIONE SOSTENIBILE 

Da Michele Dallapiccola 4 Maggio 2023

1 – Ri-attivazione di un piano di comunicazione diretta e istituzionale

Pare che uno dei fattori che in questi anni ha favorito l’accadimento di incidenti anche dalle conseguenze tragiche, sia stata la non completa consapevolezza della popolazione relativa ai pericoli connessi alla presenza degli orsi nei nostri boschi ed ai relativi comportamenti da osservare. 

Oltre alla comunicazione formale della PAT on e off line, siamo convinti che la presenza fisica delle istituzioni conferirebbe alla comunicazione quel giusto grado di enfasi che merita. Nella popolazione che si trova a dover convivere con l’orso, potrebbe attivare un maggior grado di interesse e presa di coscienza. Riducendo probabilmente il clima di paura che in questo momento alberga nelle zone interessate.

Tutto ciò premesso il consiglio impegna la giunta

Ad attivare un piano di comunicazione articolato che preveda la presenza della Provincia su due livelli istituzionali. Quello aperto al grande pubblico, dove sia prevista la presenza della giunta provinciale e quello didattico, dove la presenza delle istituzioni, attraverso il corpo forestale si esplichi sia a livello di comunità che a livello scolastico a partire dagli istituti comprensivi che hanno sede dove le femmine risultano maggiormente stanziali.

Si chiede inoltre che la giunta riattivi in forma stabile e permanente l’attività del tavolo “comunicazione grandi carnivori” 

2 – La Giunta presenti il Rapporto annuale Grandi Carnivori

Accanto alla tragica fatalità, uno dei fattori concausa di drammatici incontri orso-uomo potrebbe risultare la non completa consapevolezza della popolazione riguardo ai pericoli connessi alla presenza degli orsi nei nostri boschi ed ai comportamenti da osservare in caso di frequentazione dei boschi 

Oltre alla comunicazione formale della PAT on e off line, abbiamo motivo di ritenere che la presenza fisica delle istituzioni conferirebbe alla comunicazione quel giusto grado di enfasi che merita e che le è proprio. Attiverebbe da parte della popolazione un maggior grado di interesse e presa di coscienza. 

Tutto ciò premesso il consiglio impegna la giunta

Riattivare la veste istituzionale della presentazione del rapporto grandi carnivori in almeno tre appuntamenti annuali distribuiti sulla parte di territorio trentino abitati dall’orso. 

3 – attivazione servizio di custodia ed informazione nelle valli 

L’espatrio di 70 orsi è una delle misure cardine della proposta di questa GP per implementare la sicurezza della popolazione. Misura di certo suggestiva ma a nostro avviso inutile e difficilmente realizzabile poiché rischierebbe di riportare la specie a rischio estinzione. Riporterebbe la popolazione ursina ad un numero di 50 esemplari circa. Numero dal quale sono iniziati i problemi del Trentino con questi animali. Erano infatti 50 circa gli esemplari presenti già nel 2014, ai tempi di Daniza cioè quando cominciarono i primi problemi. Anche altre misure più concrete e realistiche richiederanno comunque molto tempo prima di poter manifestare i loro effetti. Condizione che ci porta a pensare che il periodo emergenziale durerà a lungo. Fatto che richiede l’adozione di misure di risposta tanto transitorie quanto efficaci e necessarie, in attesa di adottare una gestione più efficace possibile, capace di ridurre al minimo i rischi per la popolazione.

Tutto ciò premesso il consiglio impegna la giunta

a che fino a conclusione del periodo emergenziale di crisi, rimanga attivo un servizio di custodia ed informazione nelle valli maggiormente abitate dall’orso gestito da personale dedicato con particolare funzione di protezione e mantenimento della consapevolezza della popolazione riguardo a presenza del plantigrado e dei potenziali pericoli collegati e delle conseguenti misure e attenzioni da adottare. 

4 – attivazione di un piano locale per la gestione della specie lupo

La grande attenzione mediatica sollevata dall’orso ha momentaneamente distolto l’attenzione dall’altro grande carnivoro, il lupo. Oltre a tutte le misure di prevenzione e dissuasione, vista la numerosità della specie anche a livello locale (non più in estinzione) sembrerebbe giunto il momento di attuare un momento di controllo di alcuni soggetti specialmente dove le predazioni siano particolarmente accanite. Lo strumento normativo c’è e si è rivelato applicabile. 

Tutto ciò premesso il consiglio impegna la giunta

in ottemperanza a quanto previsto dalla legge 9/2018 a prevedere  nel più breve tempo possibile l’attivazione di un piano locale per la gestione della specie lupo, in particolare adottando prima possibile strumenti di prevenzione/protezione particolarmente efficaci su questa specie. 

5 – ricerca per la realizzazione di radiocollari tecnologici innovativi 

La consistenza delle abitudini, specialmente degli orsi confidenti, rappresenta il primo strumento per poter intervenire sui suddetti soggetti con attività di controllo e dissuasione.

Non di meno lo stesso collare potrebbe diventare strumento automatico attivo per infastidire gli animali eccessivamente umanizzati. Contribuendo a diseducare l’animale alla confidenza prima che questa diventi molesta.

Tutto ciò premesso il consiglio impegna la giunta

Ad riprendere il percorso di ricerca per la realizzazione di radiocollari tecnologici innovativi interrotto nel 2018 che permetta di mitigare in maniera puntuale e precisa la presenza e l’avvicinamento dei grandi carnivori agli insediamenti e alle produzioni umane

6 – Riattivare il monitoraggio intensivo degli orsi a cadenza annuale 

E pur vero che la letteratura internazionale considera il monitoraggio della specie orso come sufficiente anche se mantenuto su base quadriennale. Questo accade nei luoghi dove esistono nuclei molto più consistenti di quello locale. Il Trentino, tuttavia, con le sue risorse e con le sue disponibilità ne avrebbe sicuramente a giovare se la raccolta di campioni in modalità intensiva avvenisse in modo continuativo. 

Tutto ciò premesso il consiglio impegna la giunta

A riattivare il monitoraggio intensivo degli orsi con cadenza annuale in luogo di quella biennale come da questa giunta provinciale attualmente stabilito

7 – attivare una misura di finanziamento permanente per le Bienenhäuser

L’apicoltura hobbistica, per numerosità di interpreti, rappresenta un momento sostanziale della nostra biodiversità, specialmente in campo agricolo. 

Oltre alle patologie connesse alla pratica apistica zootecnica, rappresentano un problema le sempre più numerose predazioni da parte dei plantigradi locali. Le casette anti orso rappresentano un buon compromesso. Le risorse messe a disposizione dalla PAT sono però dedicate soltanto alle aziende più strutturate. 

La platea degli aventi diritto andrebbe dunque ampliata. I fondi a disposizione, aumentati.

Tutto ciò premesso il consiglio impegna la giunta

ad attivare una misura di finanziamento permanente per le Bienenhäuser anche per gli apicoltori hobbisti, concordando con le rispettive associazioni di categoria un adeguato limite per l’accesso al contributo.

Hanno firmato: 

Dallapiccola Michele

Demagri Paola

Coppola Lucia

Maestri Lucia

Manica Alessio

Olivi Alessandro

Rossi Ugo

Tonini Giorgio

Zanella Paolo

Zeni Luca

4 Maggio 2023 0 Commenti
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Flavescenza dorata: un flagello mai sopito per un problema sempre attuale. 

Da Michele Dallapiccola 1 Maggio 2023

Ha già ormai qualche mese di vita l’ultimo report di monitoraggio presentato dalla FEM che riguarda la situazione provinciale della flavescenza dorata. Dalla relazione dell’ormai scorso dicembre, la situazione è apparsa in tutta la sua gravità. E’ acclarato che le misure che si basano sull’estirpo tempestivo delle viti sintomatiche e un’attenta lotta di gestione del vettore non hanno funzionato come era auspicabile.  I dati sono impressionanti. Negli ultimi anni l’epidemia si è portata via 650mila piante, corrispondenti a 130 ettari.

Dialogando con gli agricoltori che in questo periodo, ginocchia a terra, tentano di rimpiazzare le viti estirpate si avverte grande scoramento. Le misure messe in campo dalla Provincia per sostenere il settore non sono riuscite a contenere la malattia. E non ha prodotto gli effetti sperati nemmeno l’attività di vigilanza e controllo troppo disarmonica nei suoi effetti pratici. Tradotto: pochi gli incentivi, scriteriatamente distribuiti e controlli portati avanti poco e male.

Oggi, l’attenzione mediatica della politica è tutta orientata a parare i colpi di impopolarità provocati dall’orso. Tuttavia, non si può pensare che lo scafoide vettore dell’agente eziologico della malattia aspetti che la questione plantigradi si plachi nella sua gravità. 

Non siamo insomma in periodo di pace. La guerra con uno dei più grossi problemi che la viticoltura Trentina abbia mai dovuto affrontare di fatto non si è mai sospesa. 

Una proposta decente

Il roboante “piano strade” promesso dalla Lega e propagandato in questi giorni con un bollettino pervenuto ai capi famiglia pagato a spese dei contribuenti, necessiterebbe di un insieme di risorse che impegnerebbe la PAT almeno per i prossimi vent’anni. E di fronte a disastri di simili proporzioni, vien da chiedersi quanto sia utile impegnare cifre così ingenti rispetto ad altre priorità.

1 Maggio 2023 0 Commenti
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Tanto va Fugatti all’orso che ci lascia lo zampino (coi sospetti sulla morte di M62 a gettare benzina sul fuoco).

Da Michele Dallapiccola 30 Aprile 2023

Certo, non si può che condividere. Tutto quello che la lega va ripetendo in quest’ultimo periodo, riguardo al difficilissimo rapporto uomo/orso, piace alla maggioranza dei trentini. In giro, specialmente nelle valli, non senti praticamente più nessuno che non invochi la liberazione della nostra provincia da orsi e da lupi. E c’è da capirli.

O meglio, gli amanti di animali e natura da tanto silenziosi che sono, sembrano una sparutissima minoranza. Protestano i “taliani” gli estranei, i “foresti”.

Tutto più chiaro e tutto comprensibile. 

Se si frequentano le periferie il messaggio è chiaro! La gente ha paura a girare nei boschi. E nessuno può dar loro torto, visto ciò che è successo. 

A sto punto alla lega la strada politica da seguire potrebbe sembrare facile. Dopo quattro anni di assoluto silenzio e manifesta inefficienza, unirsi alle proteste (anzi alimentarle) potrebbe sembrare la strada migliore anche per loro! Del resto un nemico comune c’è. La brutta Italia e i suoi governanti incapaci di capire le nostre ragioni.

Peccato che al governo ci sia proprio la lega, sia qui che a Roma. E quanta pazienza abbiano i trentini di sentirsi raccontare panzane è difficile da quantificare. 

Questo perché, un conto è ripetere ciò che vogliono sentirsi dire i trentini, un conto è operare nell’interesse e nella sicurezza delle persone, mentre qui e a Roma decidono cosa fare. Per altro qui, una legge da attuare ci sarebbe: la 9 del 2018. Solo che per applicarla ci vorrebbero il coraggio e la determinazione che in questi 4 anni, (da quando la corte costituzionale l’ha dichiarata ammissibile) non ci sono stati.

C’è un altro aspetto non del tutto trascurabile.

Questa gestione della Fauna locale, così roboante dal punto di vista mediatico, pare aver infastidito la destra nazionale. 

Lì, da Roma, lontani dai pericoli, è facile essere animalisti anche se si è di destra. L’ex ministra Brambilla, la pasionaria degli animali non è affatto sola, neanche dentro alla lega. Riprova, ne sia, il tombale silenzio di Salvini su questa vicenda. Dice di essere tanto legato al Trentino e alla Rendena ma su questa vicenda non ha aperto il becco manco per un tweet!

Proprio perché, pare siano proprio tanti, i leghisti che rifiutano l’etichetta di anti orso sanguinari che Fugatti porta loro in casa. Ed è lo stesso loro rappresentante che, affamato di consensi locali, pur di compiacere i trentini insieme alla sua degna assessora, è andato in rete nazionale sulla “tivvù” a dar dei pirla a tutti. Anche per questo, la morte di M62 accertata ieri, vista la sua condizione di animale ricercato, potrebbe risultare ulteriore fonte di sospetti e accuse incrociate. 

E questa potrebbe rappresentare anche la motivazione dei “Fratelli” per assestare la spallata finale alla lega del Trentino. Dal livello romano, questa di Trento, potrebbe forse essere l’unica candidatura pretendibile a Presidente di provincia/regione del nord. Quassù, nella parte alta dello stivale, la Meloni ha investito tanto surclassando ovunque la lega, ottenendo molti parlamentari ma pochi amministratori locali. Finora.

Insomma, potrebbe essere per lei la volta buona. E parrebbe andar bene persino al Patt. Ma con questo, ho proprio detto tutto.

30 Aprile 2023 0 Commenti
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Quanta oscurità in questa maggioranza provinciale. Una riflessione-denuncia di storture politiche che non spaventano ma fanno pensare

Da Michele Dallapiccola 28 Aprile 2023

Non è da oggi che per lavoro, da politici provinciali ci muoviamo nelle nostre valli. In funzione degli impegni in consiglio provinciale tra una seduta ordinaria e una commissione, cerchiamo di investire il nostro tempo quotidiano spostandoci in periferia. Incontriamo gli utenti che si rivolgono a noi, direttamente nei loro luoghi di residenza.

Questo stato di cose ci ha portato a costruire numerosi rapporti confidenziali coi rappresentanti della società civile. Sono tanti quelli impegnati a vario titolo nel sociale, nel volontariato oppure nella pubblica amministrazione. Spesso, ci raccontano del loro rapporto con questa giunta provinciale. Narrano di una compagine che ha sicuramente avuto il merito di intensificare i rapporti di Piazza Dante col territorio. L’apparente vantaggio si è tutto concretizzato a favore della qualità dei rapporti tra la politica e cittadini.

Non è tutto oro quello che luccica. Ne abbiamo già parlato anche in passato. 

L’apparente “sì a tutti” della lega dalla faccia buona, dei primi anni di governo, nei suoi effetti pratici si è rivelato un annuncio di prevalente facciata. Ed ora, l’inefficienza di questi scorsi cinque anni si giustifica con le sventure e le colpe altrui. Eppure, la pandemia ha colpito anche il Veneto e l’Alto Adige ma l’amministrazione non si è comportata così. 

Fu emblematica, ad esempio, anche l’assenza dal Consiglio provinciale per partecipare in rappresentanza della provincia ad una delle tante tappe del Giro d’Italia. Ma al di là della trascuratezza con la quale trattano i propri doveri istituzionali, rispetto a quelli propagandistici di rappresentanza, ci sembra curioso segnalare ciò che i cittadini avvertono riguardo al rapporto con questo tipo di politica. 

Pare che i vari partiti e partitini che governano, abbiano avviato un’attività di intelligence territoriale. Avrebbero costruito una sorta di schedatura degli utenti in relazione alla loro rete di amicizie.

Chi è in qualche maniera collegato alle forze di minoranza racconta di avvertire una sorta di disagio quando si trova costretto per motivi amministrativi a relazionarsi con i vari assessori della giunta provinciale.

Qualcuno è arrivato ad ipotizzare che questo atteggiamento influenzi anche il metodo di ripartizione dei fondi sulla finanza locale. 

Faccio fatica a crederlo ma non sono pochi gli amministratori che mi hanno confessato di percepire che si sia restaurata l’antipatica pantomima amministrativa del sindaco in Provincia col cappello in mano. Come qualche legislatura fa. E questa condizione, in maniera ancora più prepotente, è emersa in fase di apertura delle candidature per le prossime elezioni provinciali. 

Il confronto col passato è inquietante. 

Sarà un mio limite ma non ho ricordo in passato di persone che pur avendo idee diverse dalla maggioranza avessero paura ad esporsi. “Sai questi sono vendicativi, sai, è meglio di no, sai mi hanno raccomandato di pensarci bene…”: è quello che ci dicono.

Si tratta di un atteggiamento che non è rimasto relegato all’ambito politico. La riprova la stanno vivendo i presuli della Lega confluiti in Fratelli d’Italia. E c’è tensione nei rapporti tra le due principali forze di destra, ancora separate in vista della prossima tornata elettorale. Pare che l’assenza di dialogo rappresenti una ripicca verso chi abbia abbandonato l’ara di Pontida per approdare a più sicuri lidi, pur sempre a destra.

La stessa mancata partecipazione al tavolo “orso” promosso dai “Fratelli” sarebbe stata provocata da una serie di telefonate “dissuasorie” dal dubbio gusto in termini di bon ton istituzionale. Il risultato è un ulteriore irrigidimento anche dei rapporti dei meloniani verso la lega, sempre più ai ferri corti. La sfiducia verso Fugatti, pare parta direttamente da Roma. Peserebbe il suo comportamento dinanzi all’Italia riguardo alla vicenda orso. Vedremo come andrà a finire questo braccio di ferro a destra, in vista di ottobre.

Di rapporti tesi, ne sanno qualcosa anche dirigenti e funzionari provinciali. Parliamo di quelli che per ragioni meramente tecniche hanno voluto mettersi di traverso rispetto a decisioni che la politica voleva provare ad imporre. La sostituzione di alcune figure di vertice non è certo stata espressione di uno spoil system di americana maniera.

Infine un ultimo rilievo. 

A livello provinciale questa maggioranza ha pensato bene di esercitare il proprio potere in maniera così sfacciata che l’assessore agli enti locali, adesso indica ai Comuni di adottare mozioni nemmeno più attraverso un suggerimento o una sua legittima veste istituzionale ma facendo scrivere direttamente dal proprio partito. Qualche anno fa questo tipo di atteggiamento avrebbe generato uno scandalo mediatico degno di opportune dimissioni.

28 Aprile 2023 0 Commenti
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Gestione Carnivori: che brutta figura la nostra Autonomia

Da Michele Dallapiccola 27 Aprile 2023

Non sarà sfuggita, specialmente alle persone più preoccupate, la riunione tecnica riguardante l’argomento orso, tenuta presso il Ministero all’inizio di questa settimana. 

E’ da lì che le associazioni animaliste e ambientaliste hanno dettato una road map per una migliore gestione degli orsi sul nostro territorio. 

Non so a voi, ma a leggere di questi risultati, specie in chiave autonomista, a me rammarica proprio. Significa vedere svilita la nostra Provincia davanti ai suoi cittadini e allo Stato. 

Un tempo la PAT era un faro a livello nazionale ed internazionale per capacità di gestione e avanguardia nella tecnica. 

Questi ormai cinque anni trascorsi nel pieno della gestione leghista della questione hanno scardinato parecchi parametri. Che prima sembravano paradigmatici. 

Abbiamo fondate ragioni di ritenere che questo sia accaduto a causa dell’atteggiamento politico tenuto dal governo provinciale, durante tutto il suo mandato. 

Nascondere, minimizzare, ridurre l’impatto mediatico della presenza dei grandi carnivori. 

E dunque via il “tavolo comunicazione”, via i confronti, via le pubbliche serate. Nessuna soluzione tecnica innovativa, né per la prevenzione né per la protezione. Ma tra collari dalle pile scariche e il nascondersi dalle pubbliche serate di divulgazione, c’è in mezzo una responsabilità amministrativa da rilevare. Forse la peggiore delle colpe. La legge 9/2018 è stata lasciata nel cassetto per quattro lunghi anni. Perché è dal 27 settembre 2019 che la Corte Costituzionale ha dato ragione alla nostra Autonomia. Tant’è che oggi, per catturare MJ5 la Provincia si avvale di un decreto incardinato su questa norma, dimostrando che la legge c’è, funziona e si poteva applicare. Anche prima. E dirò di più, a questo punto anche per i lupi. 

L’eredità di una vera norma autonomista

A noi, del Governo precedente, dopo aver tanto peregrinato per ottenere un vero e proprio strumento normativo autonomista, rimane una magra soddisfazione. 

In queste ore su un quotidiano locale, la Giunta comincia a tornare coi piedi per terra e afferma alcune cose in maniera sensata. Mi riferisco alle misure di contenimento. Afferma infatti che dei plantigradi, vanno abbattuti metodicamente e puntualmente partendo innanzitutto dai confidenti. Pericolosi o particolarmente dannosi che siano. Già questo, da solo, è un impegno gravosissimo.

Non sappiamo se questo sarebbe bastato ad evitare una tragica fatalità. Certo impegnandosi di più, in comunicazione e aspetto amministrativo della questione, qualche esemplare pericoloso in giro in meno, l’avremmo avuto.

La giunta parla anche di un tetto massimo di animali. Che in pratica è quello che il Trentino vuole sentirsi dire. Noi rispondiamo con la verità. I trentini hanno sì ragione, ma il tetto massimo cozza con delle severissime leggi europee che saranno forse stravolte. Ma non ora e comunque non in tempi brevi. Applicare subito la legge 9/18 su tutti i soggetti “difficili” minimizzerebbe invece immediatamente tutti i potenziali pericoli. 

Assistiamo ad una giunta che da pochi giorni si muove come non ha fatto in questi quattro anni precedenti. A questo punto il pensiero sopra ogni questione non può che andare alla vita umana sfuggita in una tragedia legata ad una straziante fatalità.

Non sta a me stabilire colpe o responsabilità. E’ giusto che io rimanga nelle considerazioni di natura istituzionale. 

Per questo osservo che dopo aver celebrato la propria esistenza nel più folcloristico dei modi, anche di fronte allo show business televisivo nazionale è ridicolo che il partito della Giunta provinciali si sia ritirato in questi giorni sotto ai Gazebo o al Consorzio dei Comuni a chiedere sostegno al proprio presidente. 

Ancora non ci siamo, ma con l’intervista citata qui sopra, si sta finalmente cominciando a dire qualcosa di serio, almeno alla popolazione locale, almeno in parte.

27 Aprile 2023 0 Commenti
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CasaAutonomia.eu: un sondaggio SWG potrebbe spiegare il perchè di questo suo grande e veloce successo.

Da Michele Dallapiccola 26 Aprile 2023

Il radar politico di SWG, in un suo recente studio-sondaggio, ci racconta che sulla scena politica nazionale niente sarà più come prima.

Leggiamo volentieri i tanti sondaggi delle agenzie specializzate. Sul web, si reperiscono facilmente. Aiutano a guardare un po’ lontano. Se vogliamo, ci permettono anche di ipotizzare alcuni scenari futuri. 

Per noi che cerchiamo di occuparci di politica, capire attualità e tendenze e provare ad interpretare al meglio le esigenze del momento, è davvero fondamentale.

Che l’attuale sistema politico, economico e sociale susciti un discreto malcontento tra gli italiani, non è certo una novità. A ritenere che questo funzioni più o meno bene è soltanto un italiano su quattro.

Il Trentino si adagia al trend nazionale, lo dimostrano i dati elettorali delle ultime tornate nazionali, in rapporto ai risultati provinciali. Le grandi correnti nazionali dell’antipolitica degli anni 10 non hanno certo risparmiato. Ciò che ci fa ben sperare però anche per il Trentino è che in Italia sta tornando la voglia di rimanere nel perimetro del contesto democratico. 

Nel suo recentissimo report, SWG ha evidenziato che solo un 16% di italiani mostra un’inclinazione a volere un ribaltamento radicale dello status quo, da perseguire anche con rivolte o svolte autoritarie.

A destra inoltre, sono particolarmente rappresentate le correnti di sostegno a Putin o il movimento no-vax. Nel complesso, la quota di cittadini con questa visione più critica e radicale si è ridotta negli ultimi 5 anni, in particolare durante la pandemia, la quale ha messo in evidenza l’esigenza di soluzioni moderate e di una società regolata. 

Buona parte degli Italiani si identifica invece con un’ideologia progressista o un approccio moderato, due orientamenti che hanno lentamente preso piede negli ultimi 5 anni.

Cresce al contempo anche la quota di italiani che si riconoscono maggiormente nella politica tradizionale piuttosto che dell’antipolitica. 

Questa visione è identificabile anche nella strada preferita dagli italiani per raggiungere il cambiamento: in calo la quota che lo cercherebbe con soluzioni rivoluzionarie, in aumento invece la quota di chi preferirebbe perseguire la strada delle riforme, che sfiora ormai il 60%. 

CasaAutonomia.eu: genuino ed immediato interprete delle esigenze politiche del momento

Un movimento democratico, autonomista, progressista come Casa Autonomia.eu, non può che accogliere con favore queste tendenze. Spiegherebbe anche perché, la nostra compagine civica abbia trovato un terreno così fertile dove far attecchire il proprio terreno. 

La riprova è rappresentata dall’enorme partecipazione alle serate divulgative che abbiamo tenuto e tenuto sul territorio trentino in questa lunga campagna elettorale.

Ci siamo resi conto che parlare, dati alla mano, della nostra società trentina innanzitutto, comparata con quella nazionale ed europea, piace, proprio tanto. Piacciono i numeri, i grafici e pure i raffronti. Piace la sincerità tecnica e non le opinioni politiche “tuttologiche”. 

Chissà che il tempo dei santoni e dei “promessivendoli” non stia un po ‘alla volta scemando. Chissà che il motto “via-70-orsi-non-importa-come” non cominci a suscitare più perplessità che sollievo. Ottobre è vicino ma anche molto in là. C’è tempo.

26 Aprile 2023 0 Commenti
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Strano governo, questo provinciale. Scappa dalle responsabilità e si rifugia sotto ai gazebo. Per protestare contro se stesso.

Da Michele Dallapiccola 25 Aprile 2023

Un tempo la lega era il vero partito dei gazebo. Stavano là sotto, nelle fiere e nei mercati. Raccoglievano firme, inveivano contro chi c’era al governo in quel momento. “Basta fare”, dicevano, “basta agire. Non siete buoni a nulla!” 

Proprio per questo incuriosisce il veder tornare sotto a quei gazebo quella stessa lega che oggi guida la Provincia e in parte anche lo Stato. Pare raccolgano nuovamente anche le firme. Insomma sembra proprio che il popolo di Pontida, di attribuire le responsabilità a qualcun altro, ne senta un bisogno folle. 

La colpa è di chi c’era prima. 

Che è anche l’unica verità. Col senno di poi, credo tuttavia che se Carlo Andreotti tornasse al governo, ben difficilmente ripartirebbe per la Slovenia “a comprare” nove orsi. Il fatto è che ora questo peloso, ingombrante ospite è qui con noi e non ce ne possiamo liberare. Come il lupo, sono protetti entrambi da severissime leggi internazionali.

Allora la colpa è di Roma! 

Dal 2018 per lunghi periodi a Roma, e ininterrottamente qui a Trento, la lega è stata in realtà a capo di esecutivo e importanti dicasteri nazionali. 

Ok, trovato! I veri responsabili della nostra inefficienza sono il Tar, i giudici e la Giustizia in generale. 

Che colpa può avere chi per mestiere fa rispettare la legge? 

Allora sono gli “scellerati” animalisti e in generale gli amanti della natura e dell’orso. 

Tra questi in effetti ci sono degli estremisti che vanno oltre ogni etica da me concepibile. E in quel caso, li condanno anche io. Ma poi, dentro a questa categoria di “cattivoni” si trovano praticamente tutti i 5 milioni di turisti che vengono a trovarci in Trentino ogni anno. Con il relativo assessore che gongola perché le prenotazioni vanno a gonfie vele lo stesso. Peccato che il Trentino aveva una reputazione scientifica nazionale ed internazionale di tutto rispetto. Aveva! E perché si possa dire che per la Provincia va tutto bene, non c’è da tener conto soltanto del registratore di cassa del proprio hotel. 

Adesso la condanna è per gli scienziati. 

La lega li condanna perché non avevano avvertito che l’aggressione di un orso avrebbe avuto esiti letali. Ci voleva l’esperto per diventarne consapevoli? 

Non sarà sfuggito ai più, quanto poco il Carroccio locale abbia cercato di parlare del problema orso e lupo in questi anni. Minimizzare, nascondere, evitare di esporre il problema è stato probabilmente un ordine di scuderia, un indirizzo politico. 

Riunioni col comitato di pubblica sicurezza, ma non si può usare lo spray al peperoncino.

Ecco, di riunioni così invece, se ne son tenute tante. Forse per condividere delle responsabilità? Fatto sta che nel frattempo di investimenti supplementari e impegno normativo per utilizzare la legge 9/2018, s’è visto gran poco. 

Siamo daccapo

Ora il sacrificio di una giovane vita ha fatto esplodere interesse e palco. Show televisivi, nazionali e  locali, vittimismo a profusione e accuse incrociate. Qui sopra la collezione delle principali. Siamo al mantra “via 70 orsi non importa come”.  La frase, letta da un punto di vista della pubblica opinione è giustissima. Non a caso, tutte le forze politiche sono praticamente d’accordo. Il problema che nessuno finora ha posto è che trasferiti i 70 plantigradi, tra cinque anni saremo da capo. Senza contare tutti i problemi che accadranno nel frattempo. 

Ciò dal quale abbiamo bisogno di partire velocemente è l’eliminazione dei soggetti pericolosi mano a mano che si presentano attuando la legge 9/2018. Altro che baggianate come quella di rendere la specie cacciabile. Boutade elettorale seconda soltanto alla discesa in piazza sotto ai gazebo. Perché chi governa ha la responsabilità di dire verità e cercare di portare avanti idee pratiche concrete e realizzabili. 

Troppo comodo far passare la legislatura a dare la colpa agli altri.

25 Aprile 2023 0 Commenti
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Il 25 aprile. La piazza tra doveri morali, ipocrisia e persone che ci vanno perchè ci credono davvero.

Da Michele Dallapiccola 25 Aprile 2023

Un gran “daffare” sui media di oggi. Tutti a rifiutare il fascismo: ci mancherebbe. Perchè purtroppo di quel sapore ne abbiamo ancora in bocca. Non fosse solo per i ricordi di chi ha raccontato. Di chi ha vissuto a sufficienza per farlo. La loro memoria riporta l’amaro, l’acido, financo il caustico.

Anche se poi, c’è chi conserva soltanto ciò che vuole ricordare. 

Eppure, quel periodo, quelle idee, purtroppo sono ancora tra noi. Il genere umano ne è pregno. 

Quando rifiutiamo l’altro, il diverso, l’aiuto. Quando ci chiudiamo nell’autarchia, nel bastare a noi stessi, nel difendere valori che alimentano l’io e uccidono il noi. 

Vai poi tu a spiegare ai giovani che di quelle idee non è vero che certi partiti non sono ancora pregni. Vai poi tu a cercare di convincere tutti che in fondo no, non è più così. 

Anche noi di Casa Autonomia, insieme a tanti, tantissimi movimenti politici ci crediamo poco. 

Per questo stiamo lontani da quell’autonomismo tradito dal desiderio di contare e di governare. Quello che prova a seguire le mode del momento. Cercando di far finta di niente. Provando ad ignorare che i suoi colleghi di coalizione, quelli che sta sostenendo in alleanza, in fondo di quelle idee lì son proprio farciti. I contratti di governo non mettono certo al riparo da obbligate assunzioni di responsabilità. Quelle che noi non vogliamo. 

Non vogliamo dimenticare, non vogliamo questa responsabilità. Buon 25 aprile a tutti.

25 Aprile 2023 0 Commenti
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