Michele Dallapiccola
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Il cambiamento climatico? Non è un argomento da campagna elettorale. 

Da Michele Dallapiccola 15 Gennaio 2023

O meglio, sembra essere scomparso dai radar dei “trend topic” sui social dei politici. Specialmente delle forze di governo, sia locali che nazionali. 

Probabilmente perché sono argomenti che hanno poca presa sui bisogni primari delle persone. E ancor di meno colpiscono la loro “pancia”. Tra virgolette, certo, perché non si tratta della metafora della fame quanto piuttosto quella dei cd sentimenti. 

E alla fine, anche in Trentino porta un lustro molto più vasto, visitare un cantiere di opera pubblica (tra quelle poche avviate) che spendersi mediaticamente per il climate change. Eppure i danni li abbiamo tutti sotto gli occhi. anche nelle piccole cose, nelle frequentazioni di ogni giorno. Ma ci coinvolgono ancora troppo poco almeno in termini immediati diretti (ma moltissimi indetti sul lungo periodo). Così finiamo per dimenticarcene e pensiamo che la cosa ci tocchi ancora meno. 

Credo sia il caso di reagire, almeno parlandone! Lo scopo? Quello di trasformare questa enorme disgrazia planetaria in un sentire collettivo e condiviso.

In questa infografica sotto, alcuni segni del cambiamento climatico in Provincia.

15 Gennaio 2023 0 Commenti
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Elezioni provinciali 2023. Da che parte può stare un autonomista?

Da Michele Dallapiccola 13 Gennaio 2023

I risultati delle varie tornate elettorali, locali o politiche ci raccontano da tempo in che misura anche i trentini, nella loro espressione di voto, siano particolarmente condizionati dal clima politico romano e dai partiti nazionali. 

Piaccia o meno, più d’uno si sarà accorto che sulla cronaca locale di questi giorni è spuntato il nome di una nuova potenziale candidata presidente della Provincia per 2023. E’ la rappresentante di FdI Francesca Gerosa. Beh: “che c’è di male, legittima aspirazione!”, direte voi. E questo è assolutamente vero, sono d’accordo anch’io. 

Il fatto è che questa candidatura non è frutto di valutazioni tutte locali. Quanto piuttosto di una tattica elettorale basata su logiche spartitorie che sta avvenendo altrove. 

Già, in tutt’altro posto rispetto al nostro amato Trentino. Non è un mistero infatti che a Roma, Salvini e Meloni si stiano contendendo le nomine dei candidati presidenti di Regione o Provincia. E poiché i presidenti leghisti di Friuli, Veneto e Lombardia sono intoccabili, a farne le spese del prossimo candidato in discussione non resta che il povero leghista del Trentino. Il perché lo vedete nella tabella qui sotto. 

2013 Provincia2018 Provincia2022 Nazionale
voti lega 14.76869.11730.978
voti FDI3.6993.68769.722
% lega6,2227,0911,00 (circa)
% FDI1,561,4525,20 (circa)

Dal 2013, attraverso il 2018, fino al 2022, i risultati dei due schieramenti si sono letteralmente capovolti. 

Il traino nazionale è chiaro come il numero assoluto di seguaci che i due partiti manifestano. Quale sarà l’esito di questa contesa non ve lo so pronosticare. So dirvi con certezza però dove si terra e chi lo condurrà. Sarà a Roma e se la vedranno Salvini e Meloni alla faccia delle piene volontà dei trentini. 

L’Alleanza democratica per l’Autonomia, lo schieramento a loro alternativo, sta invece discutendo qui. A Trento, in città. Con il contributo di liste e rappresentanti tutti locali. Anche se sono presenti sigle politiche rappresentate a Roma e pure a Bruxelles. 

Un partito autonomista che si definisca tale non può avere dubbi su quale aggregazione sposare. E gli Autonomisti di CASA Autonomia, su questo aspetto  hanno le idee chiare già da tempo. 

13 Gennaio 2023 0 Commenti
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Arriva il 2023, l’anno sblocca lavori!

Da Michele Dallapiccola 12 Gennaio 2023

Eccolo qui l’ultimo anno di legislatura. Come da copione l’anno in cui si comincia a vedere qualcosa di concreto da parte del governo della lega. A fare da araldo a questa stagione di inaugurazioni, pare stia per arrivare la tanto attesa quanto utile variante alla S.S. 43.

Un’opera che la comunità clesiana merita tutta. Frutto di mille attese, compromessi, tira e molla politici e battaglie accese di fazioni politiche. Da sempre messa in concorrenza di scelta al Tunnel sotto al Peller, sul cui songo non si non ancora spente le luci.

L’agognato traforo infatti, è ancora nel programma di governo della lega. Quello che giace in Piazza Dante depositato nel 2018 da Fugatti come impegno elettorale nei confronti delle valli del Noce. Chissà che fine farà nella prossima campagna elettorale. 

Finalmente si parte

Ma per rimanere nel qui ed ora, da ex amministratore delle due precedenti legislature devo ammettere che questo è un bel momento. Abbiamo visto nascere l’idea dell’opera, la sua progettazione, il suo finanziamento, l’appalto, l’assegnazione e tutte le difficoltà che ne sono poi derivate. Al netto delle schermaglie politiche e di partito, dunque, questo è un bel momento. E finalmente.

Qualora i rumors di palazzo venissero confermati, (pare si voglia mantenere riserbo per enfatizzare l’effetto sorpresa), l’apertura di questo cantiere stimolerà qualche riflessione accessoria. Ci sta infatti che dopo 4 anni di spot e TV, la lega si dedichi finalmente a qualcosa di concreto. Un po’ perché stanno per arrivare le elezioni e dunque la loro paura di presentarsi con un nulla di fatto è tanta, un po’ perché alla fine a forza di “dai e dai” qualcosa avranno ben imparato.

Ciò che ci permettiamo di apostrofare è l’impostazione di fondo nel modo del governatore soprattutto su un paio di questioni.

Innanzitutto, in questi anni abbiamo assistito al più populistico degli atteggiamenti. Sì a tutto e a tutti, indipendentemente da ogni logica, politica o amministrativa. 

In secondo luogo, preoccupa la stretta interdipendenza di linea politica di questo governo provinciale dall’ambito extraprovinciale. Ovviamente, per un  partito con un fortissimo riferimento nazionale, è pressoché inevitabile. E attraverso il loro voto ad una filiale locale del partito di Salvini, questo rischio i trentini lo hanno sicuramente già calcolato e assorbito. Nel tempo però si sono sedimentati un sempre maggior numero di azioni e ragionamenti politici che hanno finito per sminuire l’autonomia e la nostra possibilità di autogoverno. 

Cosa c’è dietro alla balzana proposta di Fugatti di voler pensare ad una macroregione? Ed e’ davvero vantaggioso per il Trentino il PPP, un programma di lavori da effettuare anche in Provincia connessi al rinnovo di concessione dell’A22 o si poteva trattare meglio e di più? Siamo davvero riusciti ad ottenere il massimo possibile dalla ripartizione nazionale dei fondi del PNRR? O contrattando meglio si sarebbero potuto ottenere di più, evitando come è avvenuto sul PSR ad esempio, di perdere 30 milioni rispetto alla scorsa programmazione?

Come avete potuto leggere qui sopra, le valutazioni fatte non possono che accogliere con favore l’inaugurazione di un cantiere, specie se strategico come quello che porterà a bypassare Cles. 

Quanto al resto ci sta ancora un’ultima considerazione conclusiva. In Trentino di cantieri ne sono sempre stati inaugurati tanti. Con enfasi e buffet di differente caratura a seconda dei periodi (anche se i banchetti alla Grisenti rimarranno inarrivabili). 

Alcune opere però, non sono altro che un atto dovuto, (troppi gli anni di attesa, troppe le amministrazioni che se ne sono occupate) Per il vero merito in politica servirebbero tutt’altro tipo di azioni e di uscite.

E i trentini lo sanno.

12 Gennaio 2023 0 Commenti
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Un vero sconto in bolletta? Per il Trentino rimarrà solo un sogno mentre a Bolzano è già realtà.

Da Michele Dallapiccola 10 Gennaio 2023

Perchè per diventare tale, la gestione delle centrali dovrebbe passare nelle mani dei trentini.

Costa Brunella

Questa condizione mi fa tornare alla memoria un Consiglio provinciale di tanti anni fa Ricordo la battaglia della lega della 14° legislatura. Condannava l’allora presidente Dellai, per essersi lasciato soffiare da un Fondo di Investimenti australiano la partecipazione alla gestione di una parte importante del nostro sistema idroelettrico. 

Oggi, pare che lo stesso Fondo si trovi in procinto di rimettere in discussione questa sua partecipazione azionaria rendendola disponibile per il mercato.  

https://www.ildolomiti.it/economia/2023/il-fondo-australiano-ha-il-40-delle-quote-di-hydro-dolomiti-energia-pronto-a-venderle-lex-rettore-la-pat-si-limitera-a-guardare-senza-intervenire

Che cosa comporterebbe per il Trentino partecipare ad una simile partita, (acquisendo le azioni) ce lo dice la Provincia di Bolzano, Grazie all’importante grado di coinvolgimento pubblico in materia, in questo periodo di crisi ha potuto intervenire in maniera solerte e  sostanziale con una serie di misure a favore dei cittadini. L’effetto è stato quello di mitigare gli effetti del caro energia. 

Ne parlavamo già a ottobre. 

Trento e Bolzano. Negli annunci e nella sostanza sempre più su due pianeti diversi
10 Gennaio 2023 0 Commenti
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Sciacalli da terra e siluri via acqua: un bollettino di guerra? 

Da Michele Dallapiccola 9 Gennaio 2023

Macché, è solo un’amara constatazione di tenore ambientale. Perché quelli nominati nel titolo non sono metafore ma animali veri. Si tratta dello sciacallo dorato e del pesce siluro.

Dopo aver solcato le Alpi proveniente dall’est Europa, lo scaltro carnivoro dalla brillante livrea, ha finalmente varcato i confini del Trentino, pare, per stabilirsi in forma definitiva nei nostri boschi. 

Non di meno, da sud, l’epopea del pesce Siluro, il divoratore dei laghi per eccellenza, dopo aver spopolato nel Maggiore e nelI’Iseo sta per conquistare anche il lago di Garda, anche nella sua porzione trentina. E’ solo questione di tempo. 

E siccome si sarà sparsa la voce tra le specie alloctone che in Terra trentina si sta proprio bene, è con grande probabilità che questi animali si fermeranno qui per un bel pezzo. Un po’ come ha fatto il Gambero Gigante Americano, il mangiatutto del lago di Lagolo.

Ne parleremo con la giunta provinciale che per interventi su specie non usuali sembra intendersene parecchio. Almeno da come ha affrontato – ad esempio – la questione della trota fario. Dichiarata niente poco di meno che aliena, da una strampalata norma nazionale, pare abbia trovato nei fondamenti dell’Autonomia e nel Trentino, l’unica Provincia in Italia a impedirne il ripopolamento. Eh sì, perché la Fario è in Trentino solo dal 1500 e quindi (la data che stabilisce se uno è alloctono o meno viene fatta corrispondere alla scoperta dell’America) giusto per un pugno di anni, di trote Fario non se ne può vedere più. Con buona pace dei pescatori locali e dei loro centri di ripopolamento. 

Ora, sappiamo bene che Siluro e sciacallo le cose sono un pochino diverse. L’uno è invasivo, l’altro protettissimo. Ma sono sicuro che non nutrendosi di mele e affini, non provocheranno comunque tanti pensieri alla ormai uscente giunta provinciale. 

A sto punto, ai pescatori e ai pastori, offro nel frattempo uno spassionato consiglio. Se mai volessero capire come comportarsi adesso, possono sempre sentire i coltivatori dei piccoli frutti che combattono il problema della drosophila. La soluzione ci sarebbe perché già da qualche anno è dimostrata l’efficacia della ganapsis brasiliens, un suo antagonista naturale in terra straniera.

Peccato perciò che sia troppo alloctona per lasciarla andare in giro per il Trentino a cuor leggero! 

Sarcasmo a parte, stimoleremo la Giunta provinciale a reagire con un più che opportuno atto politico in merito.

9 Gennaio 2023 0 Commenti
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Gestione Grandi Carnivori: un po’ di chiarezza.

Da Michele Dallapiccola 8 Gennaio 2023

Per un politico, parlare di orsi, lupi & co, è ferale di dissenso e fastidio assicurati. Tanto per l’animalista che per l’allevatore, non fa mai abbastanza. Solo che uno li vorrebbe protetti come i Panda in Cina, l’altro sterminato come i Tilacini in Tasmania. 

E a quanto pare né una né l’altra soluzione vanno comunque bene.

E non porta fortuna parlarne nè bene nè male. 

A questo punto molti di voi si staranno già chiedendo perché mai allora lo sto facendo io. 

E anche qui potreste aver ragione non fosse che la storia della mia vita mi ha legato alla presenza di questi predatori fin dalla gioventù e sotto tutti i punti di vista. Da allevatore, dove il gregge di famiglia subiva le predazioni, da veterinario dove con curiosità ne approfondivo nozioni etologiche, zoologiche e mediche. E infine da politico, quando con un certo impegno (e scarsi risultati) provai ad affrontare la questione della convivenza tra questi animali e i trentini. 

Convivenza

Questa è la parola magica. Perché i grandi carnivori sono una realtà protetta per legge e inevitabile come la morte. Sono tornati, ci sono e almeno per qualche secolo ce li dovremo grattare. Piaccia o non piaccia lo dicono severissime leggi internazionali pressoché impossibili da cambiare. (Nonostante qualche possibilità di azione cruenta la offrano già)

Per questo, ricordatevi, chi vi attira sotto ad un gazebo a raccogliere la vostra firma, per uno scopo o il suo esatto contrario, vi sta prendendo in giro. E allora che fare? 

Alcuni passi vanno fatti. Li ha fatti la Francia, ad esempio. Anche in Spagna si controlla già da qualche anno e la Svezia ha implementato il suo piano già esistente proprio in questi giorni (sollevando non poche polemiche). Ma per qualsiasi cosa di diverso dal subire il problema come sta facendo ora la lega al governo del Trentino e dell’Italia, è necessario assumersi responsabilità. 

E’ stato triste vedere la figuraccia che ha fatto la Provincia in un recente programma televisivo. La serietà dei trentini nei loro impegni e nel loro lavoro non l’avrebbe meritata.

Ma ormai è fatta. Perché non è sufficiente dare la colpa a Roma per cavarsela. E nemmeno laggiù si salvano incolpando Bruxelles.

Le leggi ci sono tutte e permettono tutto: dalla protezione all’abbattimento (misurato, limitatissimo, ma possibile). La verità è che per farlo è necessaria un’assunzione di responsabilità collettiva della filiera politico amministrativa. 

Ma per partire con questo il Trentino dovrebbe tornare a diventare un fulgido esempio rispetto al livello nazionale, nuovamente credibile nella sua capacità di protezione della fauna locale, esempio di buona gestione in Italia. Solo allora Roma potrebbe utilizzare le norme (Bruxelles di fatto le concede già) per permettere anche l’ultimo tassello della gestione: il controllo. Tutto però deve passare per una rigorosa salvaguardia delle specie più protette che ci siano; con la dimostrazione del massimo impegno possibile. 

Invece, davanti alle interviste qui, si balbetta. Certo, nelle “caneve” si fa la voce grossa, tutti son gradassi. Ma quando si tratta di andare nelle piazze davanti agli animalisti o alle riunioni dei contadini arrabbiati, si evita o se si va, tuttalpiù si sale sul palco. Così, da lontano, si grida quello che è meglio gridare secondo il momento e secondo la platea e poi si scappa. 

Per i selfie festosi è meglio un’altra volta… 

8 Gennaio 2023 0 Commenti
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E’ partito il 2023. E i nodi, per politica e cittadini, vengono tutti al pettine.

Da Michele Dallapiccola 7 Gennaio 2023

All’inizio era il cambiamento. “Lasciateli fare, lasciateli lavorare”: ci diceva qualcuno. E in tutta onestà un po’ di dubbi sul fatto di essere troppo severi nei nostri giudizi da oppositori, erano venuti anche a noi. 

Fin dai primi mesi però, con le modalità di reperire i fondi per Vaia (cancellando stanziamenti pregressi anziché attivare debito) i dubbi si sono presto fugat(t)i. E a confermarli è arrivato il modo di gestire il Covid e la crisi geopolitica. Le scuse le hanno credute in pochi perché le stesse condizioni di crisi, a Bolzano o in Veneto ad esempio, sono state gestite in maniera più responsabile. Qui invece, sembra quasi che si cerchi di sviare l’attenzione anziché focalizzarsi sui problemi reali. Si lanciano idee, si cavalca il consenso, l’opinione, il momento. Tanto show, tanto presenzialismo, tante promesse. La chiamano vicinanza ai territori. Solo che senza vicinanza agli uffici della Provincia poi, appalti e questioni burocratiche complesse vanno avanti con ritmo e ordine impropri. I tempi di risposta si dilatano e con loro il numero di scontenti. Il problema è che 5 anni sono passati in fretta. E l’impressione che alle questioni tecnico amministrative la lega si sia dedicata poco, c’è tutta.

Basterà un nuovo concerto?

Pare che la prossima estate la lega ce la farà passare all’insegna del bel canto. Al motto “canta che ti passa”, a spese di tutti i contribuenti trentini si organizzeranno dei nuovi concertoni. Basteranno per compensare il disastro di una sanità allo sbando? Basteranno le promesse di appalti milionari in luogo di un sistema raccolta rifiuti in crisi o un caro vita che sembra non fermarsi più? Queste sono solo alcune delle questioni politiche lasciate a se stesse. 

E sono tutte destinate a fare la stessa brutta fine dello stadio del ghiaccio di Pinè. 

Il caso di malgoverno leghista per antonomasia. A Pinè la lega si era presentata con leggerezza, dispensando ottimismo e sicurezza. E le persone ne erano state più che liete. Ci credevano. 

Come tutti i trentini nelle istituzioni, avevano fede. Anche qui l’esperienza comune veniva da un passato in cui dal Governo potevano arrivare anche i no. Ma quando le risposte erano affermative, lo erano per davvero.

Ma era prima del 2019. Poi c’è stato il cambiamento.

7 Gennaio 2023 0 Commenti
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A COSA SERVA LA POLITICA? 

Da Michele Dallapiccola 6 Gennaio 2023

Fin da ragazzo, ho nutrito un’ammirazione viscerale nei confronti della figura di Piero Angela. Mi colpivano i suoi modi semplici di spiegare cose difficili, la grande dedizione ma soprattutto la grande umiltà con la quale si approcciava al suo vastissimo pubblico. Proseguendo nel cammino della mia vita, dopo aver investito anima e cuore nella scienza (veterinaria),  mi ritrovai a leggere questo suo saggio quando già rivestivo la carica di Sindaco. Mai avrei immaginato quanto i suoi contenuti mi avrebbero indirizzato nelle mie azioni future. E ancora, ad anni di distanza, considero questo come uno dei testi che dovrebbe entrare nei programmi didattici. Vi risparmierò inutili sintesi ma la frase centrale di tutto il dialogo è per me assolutamente indelebile. 

La politica serve a ridistribuire la ricchezza.  

Ce lo siamo forse dimenticato perché spesso noi politici compiamo azioni ai più incomprensibili. Anzi, più il livello politico è ampio più queste azioni lo diventano 

Così, un Sindaco di paese che dà l’impressione di attuare prevalentemente azioni concrete è meno antipatico di un parlamentare. L’azione di questo infatti sembra così lontana dalla vita quotidiana delle persone da risultare ai più, letteralmente incomprensibile.

Eppure entrambi fanno politica. Entrambi, con le loro scelte, orientano il destino delle persone in maggiore o minore numero, lavorando da lontano oppure operando da vicino.  In Trentino, l’Autonomia intesa come possibilità di scegliere e responsabilità di organizzarsi, può mitigare gli effetti di percezione negativa nei confronti della politica, specie quella provinciale. Certo, a cosa serva essere autonomi, rimane una domanda di disarmante attualità alla quale probabilmente ancora troppo poche persone sono in grado di rispondere prontamente.

Più noi politici sapremo offrire risposte concrete e coerenti, più persone sapranno rispondere a questa domanda. Permettendo al Trentino di far progredire la sua preziosa condizione di governo in Autonomia.

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Salvini in Trentino, un viaggio e tre servizi.

Da Michele Dallapiccola 4 Gennaio 2023

Tempi duri anche per le spese dei Ministri?

Dopo aver trascorso le vacanze natalizie da privato cittadino (nell’albergo dell’assessore da lui voluto nella Giunta provinciale), Matteo Salvini ha proseguito la sua presenza in Trentino omaggiando la Provincia di una sua visita come Ministro. Senza lesinare su ammiccanti discorsi di politica di partito (QUI IL PENSIERINO AL PATT).

E così, comprimendo le spese in un solo viaggio, ha fatto tre cose. Del resto, forse ce lo siamo un po’ dimenticato ma il Matteo “nazionale” è anche il capo indiscusso della sezione locale del suo partito che è pure al governo della Provincia. 

Eh sì perchè per quanto simpatico vi possa sembrare Fugatti, capace l’assessora Segnana, umile e competente l’assessore Failoni tanto per citare tre pezzi da novanta della Provincia, la forza politica che li tiene insieme e li coordina è il partito che anche qui si chiama proprio col suo cognome: Lega Salvini Trentino. 

Allora forse ci ritorna un po’ più chiaro il perché dello stile che talora incarna anche la politica locale. Certo non siamo a livelli delle ruspe sulle case dei mafiosi, dei giri in moto d’acqua col figlio, ai fasti del Papeete ma il modo di operare è assai simile. Presenzialismo, spregiudicatezza, tanta piazza e ancor più attività sui social. E qualche totem da erigere come simbolo di consenso. All’uopo, Salvini va annunciando il ponte sullo stretto di Messina.

E dunque in questi giorni, per imitare il suo mentore, la Giunta trentina ha rilanciato. Tempo fa ci aveva provato con la Valdastico, ma era andata male, allora si è buttata sullo stadio del ghiaccio in Pinè ma lì è andata pure peggio. Perché non è come con l’inceneritore che si può continuare a promettere fin dopo le votazioni. A Miola i lavori sarebbero già dovuti partire (e qualcuno, finalmente, se n’è accorto) QUI IL LINK

Allora nei giorni scorso hanno pensato bene di rilanciare col tunnel del Baldo. QUI L’ARTICOLO. Un miliardino di euro di opera – giusto per gradire – e completare il collegamento con Malcesine. Che sempre nei desiderata della giunta dovrebbe essere raggiunto anche da una cabinovia da Brentonico. 

Tutti a Malcesine: Failoni in funivia e Fugatti in galleria. 

Boh? Come mai le persone, prese nel loro insieme, siano così credulone e ne continuino a parlare, non riesco davvero a spiegarmelo. 

C’è davvero bisogno di una proposta alternativa fatta di coerenza, competenza e credibilità. Altrimenti va a finire come in Italia, dove tutti, dopo il Papeete (o peggio ancora dopo l’episodio del Sindaco polacco), dichiaravano avversione al personaggio più discusso della politica italiana. Eppure a settembre se lo sono votato. 

E il Trentino con tutti i suoi acciacchi in sanità, nei servizi pubblici e nel welfare, finirebbe per rivotarsi un’altra volta l’attuale governo. Ecco perché l’Alleanza di centrosinistra sta accelerando a formare una sua proposta. 

E a quel punto, per i trentini, ci sarà finalmente libera scelta. Chi governerà lo farà non certo per come è successo nel 2018: per mancanza di alternativa.

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Territorio, agricoltura, turismo.

Da Michele Dallapiccola 4 Gennaio 2023

Per permettere agli abitanti delle valli di vivere con dignità al Trentino basta poco. 

I grandi impianti, i grandi caroselli sciistici non sono strettamente necessari. O almeno non sempre e comunque. Anche perchè non tutte le località della nostra bella Provincia ne hanno qualcuno in prossimità.

Ci sono però alcune attività insediative dell’uomo, storiche, sostenibili, fanno parte della nostra cultura e del nostro paesaggio. Queste condizioni trovano la loro massima espressione nell’agriturismo di montagna, specie se in quota. 

Quando poi l’infrastrutturazione turistica soft, a misura di famiglie e di bambini si accompagna agli asset citati qui sopra il mix diventa perfetto. Mi è capitato ieri, di constatarlo al Passo Cereda, nel Primiero. 

A quasi 100 km dal Capoluogo, lontano dalle comodità dei servizi urbani. Qui la gente vive perché ha voglia di viverci. E potrà continuare a farlo solo se non sarà sola. I servizi pubblici sono importanti, ma lo è molto di più il lavoro. E qui non ci sono fabbriche dove farsi assumere, terziario dove cercare impiego. Ma c’è una grandissima risorsa naturale, l’ambiente, naturale o coltivato. Da loro. 

Che arrivino ponti d’oro dalla Provincia per chi investe in questi luoghi, che vi sia la massima disponibilità ad agevolare le attività in queste zone. E che le persone, turisti o locali quali siano possano avere tutte informazioni del caso di come raggiungere  fruire queste meravigliose piccole località, che a compensazione della dimensione offrono in cambio la pace e la tranquillità del potersi godere la montagna senza un’assillante ressa.

È questo il Trentino che vogliamo.

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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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