Michele Dallapiccola
  • BIOGRAFIA
  • IDEE E PROPOSTE
  • ATTI POLITICI
  • CONTATTI
Autore

Michele Dallapiccola

Michele Dallapiccola

Nutri Score: l’etichetta sugli alimenti. Soltanto uno dei passi verso una corretta educazione alimentare.

Da Michele Dallapiccola 15 Settembre 2022

Con i regolamenti 1924/2006 e 1169/2011, l’Unione Europea ha voluto tutelare gli interessi del consumatore, consentendogli scelte alimentari più informate e consapevoli. Tra i provvedimenti, c’è anche una dichiarazione nutrizionale obbligatoria che comprende i valori di energia, grassi (di cui acidi grassi saturi), carboidrati (di cui zuccheri), proteine e sale per 100 g di prodotto o per 100 ml per i liquidi e, su base volontaria, anche per porzione. 

L’etichettatura degli alimenti quindi, pur non avendo il compito di svolgere educazione alimentare, si prefigge di trasmettere informazioni chiare, oggettive e utili per una corretta scelta e consumo dei prodotti confezionati. Lo è quello di scopo di promuovere scelte alimentari consapevoli. 

E’ uno dei passi del programma  Farm to Fork: dal campo alla forchetta. La Commissione europea auspica informazioni più chiare e immediate, che rendano i consumatori più consapevoli per la scelta di diete sane e sostenibili, necessarie per la loro salute e per la riduzione dei costi sanitari. 

L’obesità della popolazione e le malattie croniche non trasmissibili generalmente associate stanno determinando ovunque nel mondo una vera e propria ecatombe. Le ricadute economiche alla lunga potrebbero diventare insopportabili per la società. 

Una gran parte di queste malattie deriva da abitudini alimentari non corrette il cui contrasto deve avvalersi di una strategia combinata di interventi sul singolo e sulla collettività. 

L’idea di declinazione dei due Regolamenti è stata dunque quella di informare il consumatore a partire direttamente dalla confezione attraverso un’etichetta a semaforo. 

Nuove valutazioni sul Nutri score?

Entro i primi mesi del 2023 l’Unione Europea definirà le linee complessive di questo provvedimento. Un po’ come avvenne con i pacchetti di sigarette. Inquietanti immagini richiamano al fatto che il fumo nuoce alla salute, disincentivando il consumo di tabacco. 

Di per sé il principio è condivisibile. Rischia però di tener conto di parametri che metterebbero alla berlina della salute alcuni elementi della dieta mediterranea come l’olio di oliva o il prosciutto crudo!

Per tale motivo ci sono almeno un paio di fattori di soddisfazione che si accompagnano a questo momento di riflessione. Da un lato la necessità di sburocratizzare di ogni impresa, non fa eccezione neanche in campo agroalimentare. E in questo momento di grave crisi il mercato ha bisogno di tutto tranne che di ulteriori impegni normativi.

La seconda e ben più condivisibile considerazione è che rispetto al fumo, ad esempio, sono davvero pochi i cibi che di per sé così marcatamente producono danno. E’ piuttosto l’abuso a determinare la nocività. Anche l’educazione alimentare ed in generale un corretto stile di vita, influenzano la valutazione della bontà di un cibo rispetto all’altro.

Qui sotto, qualche esempio.

In una società come quella locale, tra l’altro, le istituzioni sono molto vicine alle abitudini delle persone, attraverso il livello educativo. Grazie alla collaborazione di tutti è possibile toccare con mano la qualità del prodotto locale. E anzi, i programmi educativi veicolano da tempo i principi di una sana alimentazione. 

Tutti preoccupati per l’etichetta.

Mentre aspettiamo un sistema di etichettatura più rispettoso della qualità del prodotto made in Italy e di conseguenza anche in Trentino, fidiamoci della costante  e corretta formazione ed educazione impartita alle nuove generazioni. Migliorabile? Sicuramente. Perchè anche se il problema in Europa non ha le dimensione e la gravità manifesta negli Stati Uniti, è pur sempre subdolo e assai complesso da affrontare. Nonostante sulla qualità del nostro cibo non si possa minimamente discutere.

15 Settembre 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

E bravi gli Islandesi. Fanno mercato anche con le pecore, senza doverle mettere in vendita.

Da Michele Dallapiccola 14 Settembre 2022

Icelandair è una agenzia di viaggi che organizza voli e vacanze verso il nord del mondo. Scrollando nel web, ho avuto modo di imbattermi in una loro “promo” che organizza una vacanza che mi ha molto colpito.

La proposta è quella di viaggiare per andare a contare le pecore in Islanda. In quello Stato settembre è il mese del réttir: le radunate annuali che si tengono nelle comunità rurali per portare a casa e smistare le pecore dopo i mesi estivi passati nei locali alpeggi.

QUI IL LINK ALLA SCHEDA WEB DELL’AGENZIA.

L’invito enfatizza l’aspetto divertente legato all’assaggio della vita tradizionale islandese. La cosa mi è piaciuta. Un evento tradizionale, che per il luogo dove avviene non ha nulla di speciale, è stato trasformato in prodotto turistico. Un po’ come ha – anzi aveva – provato a fare la precedente amministrazione provinciale con la transumanza (delle pecore) e le desmontegade (delle vacche da latte).

E se sui bovini qualcosa si coordina, sugli ovini praticamente si è spento il più cupo buio. La valorizzazione di 45mila, (quarantacinquemila!) capi è pari a zero. La società di Sistema Promozione fa il suo dovere, ma dal livello di governo non traspare entusiasmo ed indirizzo deciso di spingere su un prodotto ben identificato. Sembra quasi che tutto sia lasciato alle – sparpagliate – iniziative delle singole APT.

È questo uno degli aspetti che meglio avrebbe saputo valorizzare il loro coordinamento, seguendo il principio della congruità di prodotto anziché d’ambito. Racconto questo esempio col rammarico di veder così poco valorizzato questo aspetto della vita tradizionale trentina.

Eppure, i margini di interesse per il prodotto “vita con gli animali domestici” ci sarebbero tutti. E ce ne sarebbero anche molti di più con quello: “vita con gli animali selvatici”.

Ma questa è un’altra storia che è bene non affrontare in questa sede.

14 Settembre 2022 0 Commenti
1 FacebookTwitterLinkedin

Via dal PATT, perchè mai? 

Da Michele Dallapiccola 13 Settembre 2022

Aderii al Partito Autonomista nel 2008. Avevo chiesto il permesso di candidare tra le sue fila perché era il movimento che più rispondeva al mio modo di intendere la politica. E almeno fino ad ora è stato così. Ieri però, il mio telefono ha squillato più del solito. Tante notifiche, qualche telefonata, moltissimo calore. Chiedevano lumi, incitavano a proseguire. A prescindere. Erano gli amici curiosi, incappati in una notizia offerta dalla stampa locale. Basata ve lo posso confermare, su congetture e testimonianze raccolte senza nessun confronto col sottoscritto. 

Intendiamoci l’articolo non mi ha minimamente turbato. La scorza l’ho maturata in un ventennio abbondante di carriera da amministratore pubblico. Dunque non mi sconvolge l’incappare nella lettura di un pensiero a me attribuito senza che io sia stato interpellato.  

Eppure qualche considerazione l’avrei fornita volentieri. Eccola qui. 

Dunque no, non ho nessuna intenzione di abbandonare il mio amato partito. Almeno fino a quando questo vorrà ospitarmi insieme al diligente completamento del processo democratico interno avviato col Congresso dello scorso aprile. 

Gli aspetti di incompatibilità ideologica si manifesterebbero soltanto se alla fine del percorso partitico partecipativo, il PATT decidesse di aderire a forze che compongono l’attuale maggioranza.

E’ anche il motivo per il quale, in questa tornata nazionale, considero assolutamente inopportuna un’alleanza con un partito, che è colonna portante della lega al governo del Trentino. Eppure la mia coerenza mi spinge comunque ad un chiaro indirizzo. 

Sosterrò e chiederò di sostenere il PATT, alleato con la SVP altoatesina. 

Sono convinto che dopo il 25 settembre, le due componenti autonomiste, una più identitaria, l’altra più progressita e sociale, sapranno trovare una sintesi. La scommessa è quella di riuscire a “incollare” le due anime del partito. L’impresa è particolarmente ardua perché andranno trattenute in un unico movimento politico, il maggior numero di persone possibile. 

Con un discrimine crudo. 

Da sempre in politica si parte da chi ha i voti. Rappresentano la misura del lavoro fatto. Sono altresì il metro di riconoscimento dei sostenitori. È grazie a loro che un partito vive. E qualche volta la politica si dimentica di ascoltarli.

13 Settembre 2022 0 Commenti
1 FacebookTwitterLinkedin

Della politica trentina e delle sorprese che potrebbe incontrare dopo il 25 settembre. 

Da Michele Dallapiccola 12 Settembre 2022

Nell’Odissea della politica locale, affascinanti sirene (Lega) cercano di attirare a sé un Ulisse (PATT) sempre più ammaliato dal loro canto. Sarà per lui sufficiente, farsi legare all’albero maestro (della territorialità e della solidarietà) per resistere alle pulsioni del richiamo di queste mitologiche figure (il potere facile)?

Nel frattempo, vogliate gradire due considerazioni di contesto. Che in Trentino, tra Lega e Fratelli d’Italia non scorra buon sangue è cosa nota da tempo. 

Il nulla col quale sono state liquidate le richieste del Gruppo dei meloniani, nel corso dell’assestamento quest’estate in Consiglio provinciale, ne è la più recente riprova.

Eppure nei sondaggi FDI cresce, sempre di più. Ed adesso, sono in tanti a scommettere sul loro sorpasso rispetto alla Lega anche qui in Trentino. Così, sono sempre più numerosi i transfughi che dal Carroccio si spostano ancor più a destra. Trovano il coraggio di palesarsi, anche pubblicamente. 

Intanto, il resto della maggioranza provinciale cerca di preparare le contromisure. Roma permettendo. Perché il simbolo della Lega non appartiene a Fugatti. E dopo il 25 settembre è tutto da vedere cosa accadrà, anche nei rapporti formali tra i due schieramenti di destra, attualmente al governo in Trentino. Saranno Salvini e Meloni a decidere sulle loro teste?

In effetti, la prova l’hanno già data con la vicenda legata alla candidatura di Tonina dentro al PATT. Liquidata con una semplice telefonata a Salvini dalla Giorgia nazionale, direttamente sul palco di Pinzolo.

Ammesso e non concesso che Fugatti si possa svincolare da questo fardello, dovrebbe allora provare a recuperare dei voti tra i moderati. Questo potrebbe spiegare il suo sempre più evidente interesse nei confronti del PATT. Da qui alla regia di Progetto Trentino e dei Civici giudicariesi il passo è breve e i segnali sono tanti. L’occhiolino al PATT lo stanno strizzando pure gli Autonomisti di destra (quelli Popolari).

Saranno sufficienti tutte queste attenzioni a trattenere gli autonomisti nelle spire di un centrismo trentino più di facciata che di sostanza?

I giochi sono ancora tutti aperti. 

Gli autonomisti devono infatti ancora affrontare lo scoglio della democrazia e della condivisione della linea politica dentro al partito. Con una questione tutta da prendere in mano.

Gli iscritti dovranno innanzitutto rispondere alla domanda delle domande.

Dopo 25 anni di onorata alleanza in coalizione, è giunto il momento di cambiare sponda dell’emiciclo? E’ forse l’ora di navigare a destra sotto il comando di Fugatti o vanno riprese le fila di un dialogo con l’Alleanza Democratica per l’Autonomia? 

Questa seconda opzione potrebbe trovare stimolo nel potenziale divorzio tra le due forze a destra. La separazione di Lega da Fratelli d’Italia in vista delle provinciali del 2023 potrebbe aprire scenari assai interessati per un centrosinistra nuovamente unito nel segno dell’Autonomia del Trentino. Sganciato da logiche nazionali, legato più alla rappresentatività delle persone che lo sosterranno, motorizzato da un sistema di liste civiche vicine ai valori della solidarietà e della territorialità. 

Sarebbe forse il miglior modo per valorizzare lo spirito autonomo dei Trentini rispetto ad un panorama nazionale che pare consegnerà già in prima battuta la maggioranza dei seggi delle due Camere alla destra nazionale più convinta.


Se questi possono sembrare discorsi piuttosto lontani o poco rappresentativi dei possibili scenari futuri, pensiamo allora all’incedere del tempo.

Al 26 settembre, giorno della verità, mancano ormai soltanto un paio di settimane. Scarse.

12 Settembre 2022 0 Commenti
1 FacebookTwitterLinkedin

Chi dobbiamo votare? Una campagna elettorale molto strana.

Da Michele Dallapiccola 11 Settembre 2022

Alle richieste di consigli sul voto sono piuttosto abituato. Un po’ perché “son del mestiere” un po’ perché nel giro delle conoscenze che abitualmente frequento è facile parlare di politica. 

Rispetto alle precedenti tornate, questa campagna elettorale fa davvero eccezione. 

Se ne parla pochissimo. Fa impressione il suo scarsissimo vigore. Tutto concentrato sui media e sul web, praticante assente dall’offline e dalla carta stampata.

La desolazione dei tabelloni elettorali vuoti in giro per i nostri paesi ne è una riprova.

E pure i sondaggi parlano chiaro. Ancora una volta, sarà la pancia dell’elettorato a scegliere quali persone mandare in Parlamento.  Quella grande massa di persone allibita, frustrate o già torteggiate da una politica alla quale non credono più. Attirata da una politica gridata che segue appieno gli stilemi dello show business, l’opinione pubblica premia il politico di turno. Sembra quasi volerlo mandare a farsi un giro su una navetta di un Roller Coaster, sballotandolo in tutte le direzioni dello spazio. Il tempo di un giro, due al massimo. 

Ve lo ricordate il 40% di un Renzi alle europee di qualche anno fa? Poi venne la volta di Grillo che si occupava di scatolette di tonno. Venne il tempo del Salvini e del suo naufragio al Papeete. 

Oggi invece ci apprestiamo a mandare in Parlamento una signora che dopo aver accarezzato tutti i toni più scuri dei colori della politica nazional-nazionalista, ora bardata di occhioni dolci e femminilissimi biondi capelli. Si appresta a cambiare pelle. E a farsi anche lei il suo giro di giostra.

Come si dice avanti il prossimo. Arriverà fra due anni, magari è già tra noi. Dovrà soltanto saper urlare meglio di quella Meloni che nel frattempo avrà già completato il suo normale ciclo di vita politica.

Nel mio peregrinare per i paesi del Trentino mi sono imbattuto nella piccola performance artistica raffigurata nella foto di Copertina. Tanto semplice quanto genuina. Straborda di sarcasmo e per questo ha immediatamente raccolto la mia curiosità. L’autore ne ha per tutti ma termina con un’apertura di grande speranza.

Se la prende con chi fa il politico di professione e salva sostanzialmente chi invece ha messo a disposizione la professione per la politica. In pratica, lo ho trovato un inno alla competenza, un chiaro grido di aiuto a chi con contenuti e materia grigia voglia mettersi a disposizione per salvare questa nostra Italia. 

Poi per l’autunno del prossimo anno arriverà il turno del Trentino.

11 Settembre 2022 0 Commenti
1 FacebookTwitterLinkedin

Fondo “salva bollette”: è davvero un mostro insormontabile per la Provincia o ciascuno può far la propria parte?

Da Michele Dallapiccola 10 Settembre 2022

I rincari dell’energia, dal gas all’elettricità (i cui costi come abbiamo constatato, sono profondamente collegati), lo abbiamo ormai capito, non sono una questione affrontabile da una singola istituzione. 

Assistiamo, attoniti, ad uno scaricabarile tra Provincia, Italia ed Europa mentre imperversa la guerra in Ucraina e gli speculatori ne approfittano (fatto quest’ultimo percepito come sempre più la causa dei nostri problemi). 

Intendiamoci non possiamo certo liquidare la questione con la proposta di una soluzione semplicistica. I costi, gli aumenti insomma, a carico delle famiglie, sommati nella loro interezza, pare sfiorino i sette, otto punti percentuali del PIL trentino.

Qualche giorno fa la Provincia aveva provato a giocare la carta della bandiera bianca. Compreso subito che non era possibile chiamarsi fuori dai giochi, ha reagito adottando in fretta e furia una delibera che all’uopo stanzia una cifra all’apparenza consistente.

La Giunta ha dichiarato che per colmare il caro energia servirebbero 1500 milioni di euro. Nel contempo ne stanzia 40. 

Da amministratore serio quale provo ad essere, devo considerare che per quanto esiguo questo sia rispetto alle esigenze, è comunque uno stanziamento in scala con i provvedimenti che “mamma provincia” normalmente può varare. 

Ecco,  “normalmente”. Questo è il punto al quale invece siamo di fronte. Una situazione straordinaria dove, tutto sommato, dell’Autonomia delle nostre scelte, non stiamo dando pieno segno di responsabilità. 

Parliamo delle vere disponibilità. 

Nell’assestamento di Bilancio di luglio, la giunta aveva proposto la collocazione di 577 milioni di euro. Oltre a tenerne saldamente bloccati almeno altrettanti in una nutrita serie di impegni per opere stradali. 

Più volte e in tempi non sospetti, noi abbiamo biasimato questo modo di operare. E’ criticabile accantonare fondi così ed ora, perché sembra quasi rispondere alla volontà di costruire un piccolo tesoretto da usare nel 2023 per la campagna elettorale delle prossime provinciali. In tempi normali sarebbe accettabile, oggi no!

Facendosi forte delle indicazioni degli Stati Generali della montagna, il programma di fine legislatura di questa maggioranza si è ridotto ad una serie inenarrabile di promesse di realizzazione di opere pubbliche essenzialmente stradali.

Una proposta seria

E’ stata fatta una ricognizione di quali opere potrebbero essere procrastinate? E in questo spostare nel futuro l’opera, quante risorse si potrebbero liberare nell’immediato per aiutare le famiglie a superare questa crisi? Una giunta che si rispetti, questo tipo di analisi, dettagliata, l’avrebbe già dovuta presentare spontaneamente al Consiglio provinciale già da tempo. Sapete perchè?

ASFALTARE NON EST GUBERNARE

Era il motto in un maccheronico latino, che qualche anno fa lanciava un direttore di giornale ad un nerboruto assessore della giunta Dellai.

Lo stesso che al tempo considerava sottoscala della giunta quel partito che oggi pare rivolgergli reciproco amore. Ma questa è un’altra storia.

Nondimeno dobbiamo diffidare delle promesse elettorali di gestione in proprio delle centrali idroelettriche costruite sul nostro territorio.

In maniera molto improbabile e mi sia permesso piuttosto lontana dalle reali possibilità normative, sono moltissimi i partiti che lanciano promesse di poter legiferare per trattenere a livello locale i proventi della vendita del nostro “oro bianco”. 

La realtà è strettamente legata a normative nazionali ed europee, impossibili da superare. Senza contare che il nostro Stato, sondaggi alla mano, si appresta a finire nelle mani di qualcuno che cercherà di risolvere i suoi problemi finanziari con tutto quello che gli passa tra le mani. Compresa l’Autonomia! 

E se questo vale a livello superiore per le grandi derivazioni idroelettriche, a quelle medie e piccole ci ha già pensato bene questo governo provinciale.

Nel panorama politico sulla piazza saremo gli unici a permettere per legge a chiunque venga da fuori Provincia di competere nella loro gestione con gli enti locali, attuali proprietari. Legge contrastata dal Patt, promossa dall’attuale maggioranza.

Più precisamente da quello stesso assessore che dopo aver denigrato per anni il nostro partito non se l’è fatto dire due volte di prenderne parte, vedendolo il modo più semplice per ottenere un passaggio facile per il Senato.

In conclusione

E’ evidente che per la Lega al governo del Trentino è molto più redditizio e riconoscibile porre la prima pietra di un’opera pubblica o tagliare il nastro di una nuova bretella stradale. Per contro, la polverizzazione di un micro contributo su migliaia di bollette è un’azione meno personale e sicuramente meno indirizzabile in termini di gratitudine elettorale all’amministrazione che l’ha creata. 

In  parole molto semplici, un gruppo di anziani che ho incontrato ieri ha sintetizzato il tutto in una semplice domanda: “come mai invece di pensare a realizzare tante opere non si pensa ad aiutare le famiglie. Insomma cosa ce ne facciamo di strade nuove se non avremmo nemmeno i soldi per riscaldare le nostre case?” 

E in una metafora domestica, il sillogismo arriva molto facile. Prima di rinnovare la strada di casa, i trentini hanno sempre pensato a come fare a pagare le bollette.

10 Settembre 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Dalla padella alla brace. Dalla pandemia al caro energia.

Da Michele Dallapiccola 10 Settembre 2022

La differenza tra la pandemia e la guerra in Ucraina sta soltanto nel fatto che nel caso della virosi i decessi li abbiamo potuti purtroppo constatare tra i nostri cari. Nel caso del conflitto invece si son visti soltanto sui media (e anche troppo poco) e per questo percepiti molto meno. Sembra anzi, tutto così lontano, così difficile da capire.

La cosa che invece hanno in comune le due tragedie su tutti noi sono i danni economici.

Il morale della società che ci circonda è davvero a terra. Nelle piazze, nei dialoghi, negli incontri estemporanei, non si parla d’altro. Se poi le persone incontrate sono titolari di azienda o attività, la preoccupazione trasale dalle parole fino a poterla legger loro anche in volto.

Fanno fatica a capire le ragioni di questa situazione. L’impressione di molti è che il conflitto russo-ucraino sia soltanto uno dei tanti motivi che hanno portato al caro energia.

Non tanto o soltanto questioni legate a difficoltà logistiche ma soprattutto a scossoni di mercato dove dei non meglio precisati attori della macroeconomia ne approfittano. Non mi addentrerò oltre. Questa è una materia che io non padroneggio. Le mie competenze qui non vanno oltre quelle raccolte nelle notizie di cronaca. Per questo penso che sia molto importante attingere dalle fonti ufficiali, il più autorevoli possibile. ANSA, Reuters, le grandi testate nazionali lo sono. E permettono di farsi un’idea molto chiara. Sono tutte concordi ad esempio, nell’affermare che questa situazione di stallo economico non avrà un orizzonte di fine di pochi mesi.

La diplomazia internazionale è azzoppata da una fortissima contrapposizione tra i due blocchi est-ovest del mondo, dove in questo momento l’Europa riveste una parte importante. E ha già dimostrato di saperlo fare.

Non abbiamo dimenticato che la direzione Van del Layen già quasi un paio d’anni fa, tirò fuori dal cilindro 700 miliardi di euro per fronteggiare i danni da pandemia.

Ecco, oltre alle trattative internazionali per diversificare le fonti di approvvigionamento del gas è assai probabile che ben prima possa intervenire un’azione analoga a quella che fu per il Recovery Fund. Sono in molti ad attenderlo.

Qualsiasi soluzione voglia esser presa ha comunque fiato corto. Sappiamo quanto sia importante il turismo per l’economia trentina. E la bella estate appena trascorsa, con un tutto esaurito quasi ovunque, è già stata quasi completamente fatta dimenticare dalle bollette arrivate in questi giorni.

Con l’inverno alle porte, il dramma del caro energia rischia di trasformarsi in qualcosa di nefasto.

10 Settembre 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Preparare, preparati. Nel lavoro, nella vita, nella politica.

Da Michele Dallapiccola 8 Settembre 2022

Preparare [dal lat. preparare, der. di parare “apprestare”, col pref. prae- “pre-“]. 

In forma transitiva: disporre qualcosa perché sia pronto per un certo uso o scopo; predisporre, allestire 

In forma riflessiva: mettersi nelle condizioni di affrontare una situazione.

Nei lavori, nella vita, nelle cose che contano. Il futuro va affrontato oggi, partendo per tempo. 

La visita ad una floricoltura in questi giorni ha stimolato in me questo pensiero. I contadini, gli agricoltori, come tutti gli altri professionisti, questa cosa la sanno. Osservavo i ciclamini pronti per le prossime settimane, i crisantemi, per i santi, le stelle di natale, per le feste. Tutto scandito dal tempo, dalla preparazione.

Perché nutrire un animale, una pianta, un fiore, affinché possa darti di che vivere è qualcosa che deve partire da lontano. 

E così anche in politica, in amministrazione. Che della vita anche lavorativa di tutti noi dovrebbe esser l’arte che ne regola le azioni. Tornerà ad essere importante prepararsi, esprimere chiaramente le proprie idee ed il proprio programma e dare ampia dimostrazione di competenza attraverso il proprio lavoro ed il proprio impegno. Sono sicuro che passerà il tempo del preferire nel voto chi più grida, chi più sa stare sulla scena dello spettacolo. In questo momento di crisi di difficoltà sono convito che la professionalità di chi sa dimostrare di esser preparato, tornerà ad essere apprezzata.

E sempre più, proprio per questo, la politica specialmente di livello locale sarà basata sulla fiducia nelle persone. Per quello che sono, per quello che valgono. Perchè la loro parola, la rispondenza agli impegni che queste si prendono è sempre misurabile.  Come gli elettori chiedono. Amministratori, soprattutto persone, preparate.

8 Settembre 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Dei cinghiali, delle loro devastazioni e di tutto lo zoo che non è stato gestito in Trentino

Da Michele Dallapiccola 7 Settembre 2022

Non sono soltanto i Grandi carnivori a dar cruccio a chi governa in Trentino.

Ne so qualcosa per esperienza diretta, considerata la feroce opposizione leghista che subii nel mio passato di amministratore provinciale in materia. I rappresentanti del Carroccio erano per me una costante. Nei luoghi dove fosse anche solo minimamente possibile cominciare a parlare del problema li trovavo come costante. Ne ricordo uno di loro, in particolare, tra i più accalorati. Un consigliere leghista, pure cacciatore, della Valsugana. Quando ancora parlava da oppositore, sembrava quasi avesse la bacchetta magica alla mano. Suggeriva soluzioni che di fatto sono arrivate solo in parte e comunque non hanno infine determinato i risultati promessi.

Ma riavvolgiamo il nastro di questo breve racconto per inquadrare meglio la questione.  Semplificando in maniera estrema possiamo raccontare ai lettori che il cinghiale in Trentino è ritenuta una specie non autoctona. Si tratta dunque un animale nei confronti della quale si possono praticare delle forme di prelievo cruento anche piuttosto articolate, nel tempo e nei modi. E’ regolamentata da norme che la Provincia gestisce in punta di fioretto. Cercano di ricavare sempre più ampie possibilità di prelievo rispetto a una comprensibile tutela che a suon di ricorsi la componente ambientalista e animalista cerca di esercitare. 

Il risultato di questo punto di equilibrio è che la Provincia di Trento offre un’ampia gamma di possibilità per gestire questo animale. Il tutto avviene grazie all’intervento congiunto di forestale ma soprattutto di azioni volontarie della componente venatoria. 

Senza entrare in particolari tecnici, il risultato è che nonostante tutto la specie prolifera in prosperità. E con essa si propagano i danni.

Nei giorni scorsi, ad esempio, abbiamo potuto registrare un’intensa attività distruttiva proprio in una zona della Valsugana.

Incomprensioni tra le istituzioni e la componente privata possono forse aver influito sul risultato. Fatto sta che nonostante sia aumentato il numero di animali prelevati, da parte della componente agricola e zootecnica, rimane il rammarico del dover constatare che i danni al proprio patrimonio produttivo non accennano a diminuire. 

La Provincia fa in modo che esistano dei ristori dei danni subiti. Si possono attivare anche delle opere di parziale prevenzione, ma la difesa è ardua e difficile da definire nel dettaglio.

L’astuto suide trova sempre la falla da utilizzare per arrivare a nutrirsi delle prelibatezze delle quali è ghiotto. Peccato che la parsimonia non sia la sua principale dote e così accade che per nutrirsi di 1 finisce per disfare 100. 

Poche pannocchie in cambio di…
2000 mtq di devastazione
Mais protetto? Allora radici per dispetto!

Un ecosistema delicato. L’equilibrio tra gli animali e la vita dell’uomo in montagna

Le immagini di questo breve scritto parlano da sole. Denunciano il fallimento di una politica gridata che doveva risolvere tutto in un solo lustro. Eppure no, così non è stato. Gli orsi continuano a morire di anestesia, i lupi prosperano più che mai, la presenza dei cinghiali è devastante, le drosofile sui piccoli frutti continuano a colpire. Eppure si fermano le trote fario nei fiumi.  

Sapete perchè? Biologia ed agronomia delle grida della politica se ne infischiano. Richiedono piuttosto competenza e dedizione. Che non si trovano su nessun palco a farsi fotografare né al mercato sotto un gazebo.

7 Settembre 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Quota 1000! Son sempre soddisfazioni. In questi giorni il conta pagine sul sito nel quale raccolgo i miei pensieri ha aggiunto il numero 1000.

Da Michele Dallapiccola 7 Settembre 2022

Circa 3 anni fa decisi di cominciare a scrivere qualcosa ogni giorno. Da allora, ogni giorno che il buon dio ci regala mi metto a scrivere una cosa che ho in testa, qualcosa che so o che quel giorno mi ha particolarmente colpito.

Ecco, qualche volta ritardo un po’ e in un paio di occasioni ho pure “marinato”. Ma proprio come fanno le persone che allevano o accudiscono qualcosa di vivo o di particolarmente caro, io ho cercato di fare così col mio pensiero. 

Sono stato antipatico (anche molto talvolta), sarcastico, noioso ma spero anche spesso, interessante. Cerco sempre anche di capire quanto possa venir considerato interessante ogni mio scritto è possibile vederlo analizzato. Google lo offre come servizio.

E mi diverto. Perchè in fondo, con la diffusione che si può dare sui social al proprio pensiero, sono anch’io tra quelli che cercano di nutrire quel sano narcisismo, alla ricerca quotidiana di like alla quale siamo ormai tutti serenamente abituati. 

In questo tempo della fretta è anche un modo per stare in contatto con le persone più lontane e per alimentare, possibilmente di contenuti, i rapporti tra noi. 

E’ bello quando c’è interazione, quando il confronto è costante e continuo. Con alcune delle persone che seguono è nata pure una sorta di amicizia. Con la maggior parte di loro abbiamo infine quasi sempre trovato il modo di incontrarci. Almeno per un caffè. 

Non mi piace una società tutta digitale fatta di etere e di pensieri fugaci editati via WEB. Scrivo su un blog, vivo sui social 2 o 3 ore al giorno, ma sono tra quelle persone che senza una stretta di mano e uno sorriso guardandosi in viso non riuscirebbero a stare. 

Per tutto questo, oggi, agli affezionati lettori un caloroso MILLE GRAZIE è proprio dovuto.

7 Settembre 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin
Post più recenti
Post meno recenti

Michele dallapiccola

Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

PAGINE

BIOGRAFIA

IDEE E PROPOSTE

ATTI POLITICI

CONTATTI

micheledallapiccola@consiglio.provincia.tn.it

dallapiccolam@gmail.com

+39 335 1522884

Social

Facebook Twitter Instagram Linkedin Youtube Whatsapp

@2025 - Tutti i diritti riservati. Progettato e sviluppato da JLB Books sas

Michele Dallapiccola
  • BIOGRAFIA
  • IDEE E PROPOSTE
  • ATTI POLITICI
  • CONTATTI