Michele Dallapiccola
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La passione infinita per (e delle) api.

Da Michele Dallapiccola 15 Agosto 2022

E’ un mondo affascinante quello delle api. Cattura, quasi rapisce occhi e cuore di tante persone. Se poi vogliamo entrare nel dettaglio materialistico della loro utilità allora è bene ricordare che oltre il 70% delle produzioni agricole è legato al loro insostituibile ruolo.

Niente impollinazione niente frutta. Con in più, un prodotto di risulta di questo prezioso lavoro che ha il colore dell’oro. 

Purtroppo sempre più spesso, emerge la grande difficoltà di gestire un’agricoltura al passo con i tempi e con il pressing della globalizzazione con l’esistenza delle api. In agricoltura si sa, tra i vari flagelli da dove combattere c’è anche quello della gestione dei parassiti. E purtroppo gli stessi agrofarmaci che combattono i vari artropodi infestanti, risultano purtroppo nocivi anche per questi operosi insetti. Di qui un continuo dibattere tra apicoltori ed Agricoltori per cercare di gestire qualcosa che assomiglia di più a un rompicapo che ad un equilibrio. Ma i guai non finiscono qui.

A colpire gravemente la popolazione apistica, in quest’annata particolarmente pesante c’è stata la siccità. Una condizione meteo straordinaria che ha manifestato in tutta la sua drammaticità gli effetti del cambiamento climatico. Non soltanto varroa o peste o orsi “assatanati” di arnie, hanno afflitto i nostri allevatori. Che dunque si sono trovati a rincorrere la siccità e l’assenza di fiori apportando nutrimento agli  insetti in sofferenza essenzialmente attraverso sciroppi a base di zucchero. 

Sono più di mille gli Apicoltori Trentini (Il Sudtirol ci doppia). Sono divisi da una immaginaria linea di demarcazione, tra hobbisti e professionisti. Eppure, tutti si trovano necessariamente a dialogare con la politica e con gli stessi produttori agricoli di sempre. Per trovare equilibrio ed aiuti, alla ricerca di una pace mai trovata. Lo scorso anno la Provincia è intervenuta nel tentativo di compensare le perdite di una stagione avara come poche. 

Quest’anno è ancora presto per fare bilanci ma ciò che sta accadendo non lascia presagire nulla di buono. 

Nel frattempo ciascuno di noi, qualcosa può fare.

Acquistare e tenere sempre un vasetto di miele a casa, ad esempio. Purché buono, purché trentino. Io ad esempio in questi giorni ho scelto quello di rododendro. E’ piuttosto raro e prezioso. Cerco di non farmi mai mancare nemmeno quello scuro di castagno ottimo con formaggi per il suo retrogusto amarognolo.

La seconda attenzione che possiamo offrire è diretta alle api stesse. Quando ci vengono vicine non allarmiamoci e non cerchiamo di scacciarle o schiacciarle. Vogliono solo annusare un po’ ma nessuna di loro si avvicina con intenzione di pungere. La cosa migliore è ignorarle. Ci metteranno pochissimo rendersi conto che su di noi non potranno trovare nulla di buono. Cerchiamo di fare in modo che questa cosa ci riguardi soltanto per il cibo.

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BIOMASSA: ma in Trentino stiamo davvero sfruttando tutte le sue potenzialità?

Da Michele Dallapiccola 13 Agosto 2022

Una montagna di un diverso tipo di oro si nasconde nei nostri boschi. L’energia da biomassa non sarà l’esclusività del nostro futuro ma una mano in questa fase di transizione ce la saremmo potuta aspettare.

Il periodo lo sappiamo non è dei migliori. La crisi dei costi, una politica e un’economia impreparate non aiutano certo.

E non sono nemmeno stati sufficienti due cataclismi come Vaia e il bostrico che pure rendono disponibile moltissima materia prima, a far sì che questa trovi una società pronta ed attrezzata a valorizzarla e a trasformarla in energia pulita.

Per ora il prezzo alto del legname sopperisce ad utilizzi diversi e la situazione nel chiaroscuro del momento trova il suo equilibrio.

Di certo c’è un dato: da noi 28 impianti di cogenerazione, in Alto Adige ne hanno già 66.Non sarà la panacea di tutti i mali, né il modo per difendersi dai problemi di fornitura del gas russo, ma un piccolo umile pensiero rivolto a chi sta per cambiare la caldaia magari penso ci possa proprio stare.

Nel frattempo, conservo da qualche mese questo interessante articolo che riguarda il settore e che invito a leggere. Lo potete trovare A QUESTO LINK

13 Agosto 2022 0 Commenti
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Fuori dall’Europa? Sarebbe come assistere ad un grande film dell’orrore.

Da Michele Dallapiccola 12 Agosto 2022

Una stima della Banca centrale europea sostiene che il far parte dell’Unione ha aumentato tra il 12 e il 22 per cento del reddito a seconda dello Stato membro. Anche per il nostro Paese l’uscita dall’euro sarebbe un disastro: l’economia andrebbe a rotoli, le finanze pubbliche entrerebbero in crisi, le disuguaglianze aumenterebbero, il sistema bancario andrebbe incontro a fallimenti e disservizi, le nostre imprese perderebbero l’accesso ai mercati europei e molti posti di lavoro sarebbero distrutti.

Si ritornerebbe ad una moneta debole, con calibro pari a zero ed una fortissima riduzione del potere di acquisto. Ci sarebbe un aumento dei prezzi ma non delle merci con relativo sfalsamento dei valori. Si verificherebbe una fuga dei capitali dovuta al momento di instabilità. L’aumento del debito pubblico provocherebbe un aumento della tassazione riducendo i salari e con essi il potere d’acquisto della classe media.

Si uscirebbe dal primo mercato mondiale articolato e connesso a svariate realtà a discapito di tutti i luoghi comuni. 

Una libertà solo apparente.

L’Italia, fuori dall’euro e dall’Ue, non dovrebbe più rispettare le regole e i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles, quindi niente più patto di Stabilità, né tetto al deficit né obbligo di riduzione del debito pubblico, che al 15 luglio u.s. secondo la Banca d’Italia ammonta a 2.759 miliardi di euro. A questo punto lo Stato sarebbe libero di stampare quante banconote vuole per nutrire il proprio debito. L’effetto immediato, quando circola troppa moneta, sarebbe però l’ulteriore crescita dell’inflazione. Si rischierebbe di arrivare alla doppia cifra come avvenuto negli anni Settanta e Ottanta (nel 1980 superò il 21%), quando il debito pubblico esplose.

Mancherebbero inoltre le risorse del PNRR, e della PAC. In Trentino, niente opere pubbliche,  per un valore di 1.300 milioni di € circa. Anche i contadini resterebbero a bocca asciutta. Sul settennio per circa 400 milioni di €. Ad esempio, niente assicurazioni su mele e vino, niente aiuti per la zootecnia. 

Qui ho citato solo alcune delle macroscopiche situazioni che ci riguarderebbero da vicino se il film di fantascienza che ho descritto sopra diventasse vero. 

Per questo, da autonomisti-europeisti inorridimmo quando Il presidente della PAT, un paio d’anni or sono, partecipò simbolicamente ad una protesta ad Avio dove un privato ammainava la bandiera europea.

Per questo a Trento in piazza Duomo c’è un tizio che raccoglie firme nella (vana per fortuna) speranza di trasformare questo film dell’orrido in realtà. Le idee delle persone sono tante e in democrazia si devono accettare tutte. Anzi, forse no. Qualche limite e qualche giudizio talvolta sono alquanto opportuni.

12 Agosto 2022 0 Commenti
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Termovalorizzatore: sì oppure no? 

Da Michele Dallapiccola 11 Agosto 2022

Una scelta che non può esser dettata dal fatto che chi amministra stia all’opposizione o al governo. E comunque, è sempre più necessaria un’attenta gestione della raccolta differenziata.

C’è un dato di fatto riguardo alle scelta dell’umanità che rincuora sopra ogni cosa: la tecnologia ed il progresso scientifico aiutano a migliorare ogni nostra scelta da ogni punto di vista. 

E così anche solo rispetto a 10 o 20 anni fa per la trasformazione termica dei rifiuti abbiamo a disposizione una tecnologia sempre più sostenibile. Siamo sempre più in grado insomma di trasformare i materiali in calore e dunque in energia elettrica. Controlliamo in maniera sempre più precisa le emissioni nocive che il processo rilascia. Le altissime temperature e il controllo “chirurgico” dei fumi fanno ben sperare sul futuro della gestione dei rifiuti. 

Sarà per questo che anche partiti tradizionalmente avversi si sono dovuti adattare e contrariamente a quanto da sempre propagandato sposano ora in tutto e per tutto la causa del termovalorizzatore?

In realtà, qui in Trentino, ciò che sembra un ripensamento, rappresenta piuttosto un’autentica giravolta. Non occorre infatti fare tanta fatica per ritrovare sul web le tracce di un passato neanche tanto remoto dove l’attuale governo provinciale combatteva a suon di proteste con raccolta firme e colpi di gazebo. Da oppositore combatteva contro una gestione completa del ciclo dei rifiuti.

Oggi di fronte all’ennesima disgrazia, di fronte allo scampato pericolo dell’incendio di Trento Nord, ecco che la lega di governo arriva direttamente con la soluzione. Veloce, immediata.

Lega di governo

Tutto col solito sistema, fatto di tanta pancia, e poca riflessione senza nessun processo politico analitico intermedio. Un pò come la proposta delle bandiere rosse per segnalare i pericoli sui ghiacciai. O tante tante altre amenità.

Da un’amministrazione che si rispetti ci si aspetterebbe un programma e invece c’è la netta evidenza che si proceda a tentoni.

Si riaprono discariche, ma solo per poco. 

La protesta popolare fa paura allora si evita il braccio di ferro. 

Si fa l’accordo con Bolzano, ma tardivo e disassato da un rapporto complessivo fatto di un do ut des. 

Manca un deciso investimento di proporzione infrasturrazione ancor più capillare per stimolare un sempre più alto grado di raccolta differenziata. 

E sull’ampliamento della Ischia Podetti e sul termovalorizzatore di aspettare che succedano guai per provare a lanciare qualche messaggio forte. 

Andiamo avanti sì, per tentativi però.

11 Agosto 2022 0 Commenti
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Chiese – Campiglio. Improbabili armonizzazioni tutte da sviluppare.

Da Michele Dallapiccola 10 Agosto 2022

L’ardita scommessa di una riforma poco condivisa, saprà davvero offrire a tutti i territori i risultati meritati?

La propaggine meridionale della valle del Chiese offre l’opportunità di mostrare un angolo di Trentino tutto diverso dal resto della provincia. Dal lago di Idro fino alle malghe in quota. E poi giù alla ridente agricoltura di fondovalle. Quasi a sentinella di chi varca il confine fluviale 

Bondone Baitoni osserva dall’alto. La ridente località della Valle del Chiese bagnata dalle propaggini settentrionali di un frizzante lago di Idro. 

Se cercassimo un luogo dalle caratteristiche attinenti ai nuovi trend del turismo della ripresa post pandemia ci dovremmo fermare qui. La valle del Chiese, quella uscita dalle secche del dopoguerra come fiorente distretto agricolo, artigianale ed industriale. 

La ricettività turistica e la relativa infrastrutturazione qui non hanno invece attecchito in maniera forte ed immediata, qui, rispetto ad altrove. Guglie rocciose, valli parative aperte, panorami alpini sono più a nord. Eppure questi luoghi trasudano un fascino particolare. Storia e cultura ed agroalimentare sanno dire la loro. E subito allora, può fiorire quel turismo lento e sostenibile, tanto adatto a chi specialmente in questo post pandemia cerca un po ‘di pace. 

Con la montagna presa d’assalto, l’idea di soggiorno all’aria aperta rimane il principale obiettivo. QUI IL LINK DELLA NOTIZIA

Offrire alternativa alle località affollate è atto dovuto. 

Così, col traino certo delle località più sviluppate, attraverso l’opportunità di offrire loro un’attrazione accessoria anche le zone in espansione turistica presentano interessanti opportunità. 

Ne sa qualcosa proprio il distretto del Chiese recentemente “armonizzato” dalle spire di Campiglio. Sarà vincente l’operazione quanto più le risorse messe in comune da PAT e zone dal turismo consolidato, sapranno valorizzare le località in potenziale espansione. Che sanno comunque dire la loro. Prendiamo uno tra i tanti esempi. Baitoni è da qualche tempo uno dei borghi belli d’Italia. Una perla che osserva dall’alto la miniera dell’oro giallo trentino, la polenta di Storo.

Quanto saprà fare la riforma del turismo per queste zone? Quanto sarà capace la ricca Campiglio di redistribuire la sua immensa e meritata fortuna? Molto più, c’è da augurarsi di quanto non si sia riusciti a fare fino a questo momento.

10 Agosto 2022 0 Commenti
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SS47 VALSUGANA. CHE SIA LA VOLTA BUONA?

Da Michele Dallapiccola 10 Agosto 2022

Di certo quella dell’altra sera poteva essere una buona notizia. Ma i 30 milioni risparmiati rimangano in Valle.

La giunta provinciale ha finalmente provato a mettere i piedi per terra e dalle proteste in gazebo, attraverso le trovate elettorali, è passata alla fase operativa. Come? Chiedendo agli amministratori locali, ai Sindaci – ad altri insomma – cosa fare riguardo alla messa in sicurezza della strada SS47 tra Grigno e Castelnuovo.

Cos’è successo?

Ricorderete tutti che qualche mese fa la lega si era presentata in Valsugana con una proposta a dir poco amena. 65 milioni di euro per 22 km di devastante asfalto a detrimento del poco suolo agricolo ancora disponibile. Il risultato? Una bella autostrada verso il Brennero a servizio del Veneto. Inaccettabile!

La contro-proposta locale è partita dalla messa in sicurezza della strada e dal rispetto del consumo di suolo. Ciò che si è potuto ascoltare nella serata di confronto conclusivo a Grigno è stato effettivamente interessante.

Un progetto ridimensionato ma comunque utile.

E adesso?

Ah beh, “pacta servanda sunt” dicevano i romani. Attraverso il suo progetto iniziale, la Provincia aveva riservato alla Valsugana la bellezza di 65 milioni di €. Ora che grazie alla proposta dei Comuni se ne possono risparmiare 30, evitando pure la devastazione, è il caso che la PAT li metta a disposizione per lo sviluppo della Valle.

La località ne ha bisogno, le iniziative private pure. Il Fondo LEADER è già attivo, la sua amministrazione (il GAL) anche. Si rifinanzi quello, intanto per partire e si dia ai Valsuganotti quanto promesso e meritato!

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Salta il Premio insediamento agricoltura per un gruppo di giovani. Dalla PAT, superficialità o disattenzione?

Da Michele Dallapiccola 8 Agosto 2022

Sembra quasi un annuncio dai toni trionfalistici quello della Camera di Commercio pubblicato in queste ore. Riguarda lo stato di salute delle partite Iva giovanili. A ben vedere la buona notizia riguarda numeri davvero molto bassi.

Forse è proprio per questo che l’informazione stride. Soprattutto se correlata ad una ulteriore considerazione trionfalistica annunciata dalla Provincia.

La giunta comunica infatti di aver rimpinguato i fondi che finanziano la graduatoria della misura 611: il Premio insediamento giovani.

Peccato che dall’attuale lista d’attesa rimarrà fuori la metà delle persone che stavano aspettando. Pare saranno 25 i giovani esclusi da questa misura di aiuto. In questo momento. Perché è pur vero che nella generalità dei casi queste nuove imprese potranno ritentare la “fortuna” a partire dal prossimo anno. Ecco. Qui sta il vulnus della cosa. Forse e tra un anno. Col rischio di tutto quello che nel frattempo potrebbe succedere.

Va poi sottolineato che la PAT non può nemmeno addurre un problema di natura finanziaria. Nel recente assestamento la giunta si è infatti riservata una nutrita riserva di milioni di euro (almeno 6 per la sola agricoltura) la cui destinazione è ancora tutta da decidere. Qui ne sarebbe bastato ancora uno.

Allora mi chiedo: perché non si è pensato di permettere a queste giovani imprese di partire fin da subito? È sempre antipatico rilevare le mancanze o i difetti delle decisioni della maggioranza ma sembra quasi che questa amministrazione ce la metta davvero tutta a cercare “bucce di banana” sulle quali scivolare.

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La Provincia aiuta sempre i Comuni? A Civezzano si presenta con un incontro pieno di gaffes istituzionali e varie altre amenità.

Da Michele Dallapiccola 7 Agosto 2022

Diedi le dimissioni da Sindaco del Comune di Civezzano il primo dicembre 2009. Da allora non credo di esser mai intervenuto su fatti che riguardassero il Comune. Gli amministratori che si sono succeduti hanno sempre goduto della mia massima stima e continuano a meritarla tuttora. La considerazione che faccio oggi dunque riguarda il livello provinciale, quello che mi è proprio. 

Piazza Dante lancia infatti in queste ore su Civezzano, confusi tratti di ingerenza dentro ad una faccenda tutta comunale. Alla faccia della sussidiarietà la Giunta arriva in paese con dei suggerimenti attraverso un pubblico incontro dove verranno promossi non meglio precisati vantaggi per la popolazione locale. Io ci credo poco.

Non è la prima volta che questa politica provinciale “rivende” azioni amministrative altrui come fossero proprie. Tralascio la quantità di nastri di inaugurazione di opere ereditate dal passato tagliati senza mai nominare quale fosse stato l’amministratore patron di quell’opera. Mi riferisco piuttosto ad esempi ben più concreti quali ad esempio contributi provinciali per i pannelli fotovoltaici, sponsorizzato dalla PAT ma che della PAT non sono. Si tratta di fondi del BIM, ente che riversa nelle nostre tasche una piccola parte del valore del nostro prodotto idroelettrico. Ma non fa meno sorridere la stessa giunta quando parla di successo di utilizzo dei fondi del PNRR. Sono fondi di origine Europea ripartiti da Roma con logiche parametriche. In pratica la Giunta provinciale ha un ruolo assai marginale. 

Ciò non toglie che possano venire avanti le sue esortazioni. Purché di natura tecnica. Perché quando, come in questo caso, assumono carattere politico qualche perplessità la provocano. 

Qui, in particolare per due motivi. Il primo riguarda proprio la sostanza della questione. Un invito ad accedere a Fondi nazionali da chi dovrebbe essere il custode dell’autonomia fa davvero impressione. Senza contare che l’amministrazione comunale ha già provveduto ad organizzarsi in tal senso. Sarebbe stato interessante capire come la PAT può affiancarsi alla questione con provvedimenti propri. 

Il secondo apostrofo sta nell’ipocrisia che sottende il messaggio che si tenta di trasmettere. C’è infatti già stato un momento in cui questa stessa Giunta che interviene, avrebbe potuto aiutare il Comune ad accedere ad altri fondi del PNRR. Si trattava di un bando per l’edilizia scolastica sul quale l’esecutivo provinciale, pur abbondantemente stimolato a correre in aiuto, non ha mosso un dito. Ora invece che sui progetti legati alla rete idrica, la strada è tracciata, si inserisce a gamba tesa nel dibattito locale. Dimostrando scarso bon ton istituzionale.

A tal proposito, le inopportunità non si fermano qui. All’incontro con la popolazione prenderà parte la massima rappresentatività del Consiglio Provinciale: il Presidente in persona. Infischiandosene di un ruolo che lo dovrebbe mantenere super partes, continua ad accompagnarsi a questioni prettamente politiche ed amministrative di una parte o dell’altra. Con la beffa di una minoranza comunale locale che recrimina proprio la stessa teorica mancata imparzialità alla Presidente del Consiglio Comunale. 

Che questo incontro sia pieno di presupposti bislacchi lo certifica infine la proposta che sta alla base del postulato della minoranza locale. Mi è parso di capire, anche se non ne sono certo che per migliorare l’acquedotto di Civezzano si promuova una collaborazione con Pinè e Bedollo. Che col nostro Comune non sono nemmeno confinanti. Che a quei Comuni piaccia cercare fortuna lontano (e ne hanno pieno diritto), lo certifica il percorso fatto con l’APT. Sono arrivati fino a Cavalese. Qui invece, e giustamente, l’Amministrazione ragiona con il Comune di Pergine con una piena logica di contiguità di confini, di distanza e di servizi.

L’unico nesso della proposta della minoranza, sembra dunque la vicinanza politica e la collaborazione alla destra provinciale. Ma all’acqua, di politica e di amicizie con Salvini e Meloni importa poco. Invece, i servizi ai cittadini costano poco quando sono vicini e tecnicamente ben congeniati. Ma questo, per fortuna, la nostra Amministrazione Comunale lo sa proprio bene.

7 Agosto 2022 0 Commenti
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Gli stati d’animo della la politica 

Da Michele Dallapiccola 7 Agosto 2022

Indecisione, scoramento, preoccupazione, disinteresse, sfiducia. Qual è il vostro? 

Si fa fatica a parlarne questo periodo. A mio avviso in Trentino, ancora di più. Questo perché soprattutto qui, a livello locale le idee sono poco chiare.

Intanto, il post pandemia ha regalato alle tante feste sagre di paese una rinnovata e sostanziosa partecipazione. Frequentarle offre l’opportunità di incontrare moltissime persone. Ad ascoltarle, si percepisce lo scarso nesso tra gli argomenti che più le preoccupano o le interessano e la situazione politica in generale. 

Pare insomma che le decisioni della politica stiano sempre più diventando una questione da addetti ai lavori. 

Nella maggior parte dei casi le persone hanno poco interesse e le opzioni di voto verranno prese in considerazioni soltanto negli ultimissimi giorni. E stavolta oltre a cosa votare, si aggiunge l’opzione, se, andare a votare. La scelta dell’astensionismo sembra gettonatissima.

In alternativa, ci sarà chi la mette sulla dicotomica scelta. Destra o sinistra? Sostenere il trio della destra folkloristica di sempre o la grande ammucchiata di sinistra finalmente unita, chissà per quanti giorni ancora. 

C’è poi (e siamo in pochi) chi come me ha le idee chiare. E non ha paura di infastidire proprio nessuno. E con davanti agli occhi, i danni della Spending review (un miliardo e mezzo di euro di furto all’autonomia trentina), il Papeete (e suoi amici trentini) e le urla dal palco (come non piacciono ai montanari), sa perfettamente cosa NON è possibile scegliere. 

Da qui deriva un convinto sostegno all’SVP o a chiunque candidi contro questo raggruppamento. Nell’interesse dell’Autonomia questo fa poca differenza. L’importante è andare a votare evitando un aiuto ai sovranisti statalisti. Ricordando che, vestiti da piacioni, ce ne sono che albergano anche in piazza Dante. Vivono lì, da quattro anni agli ordini, sulle cose grosse, ricevuti da Roma. 

Per questo una pura e semplice alleanza con l’SVP potrebbe non bastare più. Lo stesso Gruppo Parlamentare per le Autonomie potrebbe non bastare più. Sarà un buon punto di partenza, ci mancherebbe, e un’ottima chance per il Trentino. Questa volta, l’aiuto dei parlamentari trentini alternativi della destra potrebbe però risultare fondamentale. Con la possibilità che si sta dipanando in questi giorni di conquistare un paio di seggi.

Per questo motivo le opzioni di voto anti nazionalisti raddoppieranno in ogni collegio. Che il voto vada ad SVP-PATT che al Centrosinistra darà comunque al Trentino una bella opportunità.

E ai sentimenti evocati dalla politica ne aggiungerà uno nuovo: la speranza.

7 Agosto 2022 0 Commenti
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Funivia Trento Bondone: che sia la volta buona? Certo, ma non senza un Nuovo Patto territoriale del Bondone. 

Da Michele Dallapiccola 5 Agosto 2022

La notizia è di quelle belle. Arrivano i Fondi da Roma. E magari, già su questa notizia, ad un bon autonomista, un piccolo inciso è concesso. Che con tutta la nostra capacità di autogoverno e di investimento debbano arrivare gli aiuti dallo Stato sa di retroguardia. Ma si sa “pecunia non olet”. Del resto poi, pare siano fondi connessi alle azioni finanziate dal PNRR e dunque anche di origine comunitaria. 

Venendo al caso, oltre ai complimenti al Comune di Trento per averci creduto e ad una Provincia che per una volta ha fatto bene il suo dovere, viene quasi spontaneo lanciare un forte auspicio. 

Mi par di capire che in questa fase l’amministrazione comunale avrà un ruolo centrale. Il suo primo movens è stata la localizzazione urbanistica. Dove realizzare, richiama l’amministrativo obbligo di pensare anche a cosa realizzare e a quale funzione dargli. 

In tal caso ci par di capire che le idee del Comune siano piuttosto chiare. QUI IL LINK DELLA NOTIZIA.

A questo punto, oltre alle tante funzioni che potrà avere questo impianto, vanno prese in attenta considerazione le caratteristiche della località di arrivo. 

Si tratterà di una delle opere a fune più interessanti di tutto l’arco alpino. L’investimento necessario è ingente. I 35 milioni dello stato rappresentano soltanto una parte della cifra davvero necessaria. Si presume dunque che ci sarà bisogno di una grande azione di sponsorizzazione. Che ci sta tutta e che il Trentino è capacissimo di fare. Arriveranno tanti turisti da tante parti del mondo. E li porteremo… in Bondone? Come è oggi? 

Ecco dunque lo stimolo. Individuare privati ed incentivare gli investitori dell’impianto a fune non basterà. E non è certo questo compito del Comune. Investimenti privati per migliorare alberghi ed infrastrutture in loco sarà fondamentale anche per garantire la redditività dell’impianto. E questo non può essere che la Provincia a doverlo attivare. 

Una sorta di nuovo Patto territoriale del Bondone che, ad alterne fortune, già in passato qualcosa smosse per la graziosa località. 

Senza questo imprescindibile atto accessorio ogni trionfalismo del governo provinciale è vano e fine a se stesso. La replica di accettare lo spirito del compiere un passo alla volta ci sta tutta e ci mancherebbe. Ma almeno nelle intenzioni questa progettualità penso vada a vantaggio anche di chi deve/vuole/potrebbe finanziare impiantone e/o strutture e infrastrutture. 

Diversamente, la realizzazione di quest’opera corre davvero tanti rischi e i “Bondoneri” un’ennesima delusione non oltre a non meritarla non riuscirebbero proprio a sopportarla. 

5 Agosto 2022 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
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