Michele Dallapiccola
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La ripresa del TURISMO in TRENTINO? A toni chiaroscuri.

Da Michele Dallapiccola 4 Agosto 2022

La ripresa del turismo non era una “faccenda” scontata. Il traino nazionale non c’è che dire, ha aiutato. E gli affezionati clienti, i curiosi, le persone, sono tornate. Benvenuti!

Intanto però gli operatori fanno fatica a far quadrare i conti. La carenza di personale (al punto da dover chiudere certi servizi) e i costi alle stelle sono i due principali motivi di frustrazione.

Anche nell’opulento Garda, (tanto per citare un paradigmatico esempio) dove il problema è sempre stato l’affollamento, la preoccupazione serpeggia. Non oso immaginare le zone meno fortunate.

A questo punto verrebbe naturale chiedersi cosa può fare l’Autonomia, il governo della Provincia. Il problema è che il mix è davvero micidiale e le armi che ha in mano la giunta provinciale sono spuntate. Intervenire a pioggia sulla copertura dei costi oltre che giuridicamente impraticabile sarebbe pure impossibile per l’enorme quantità di fondi necessaria.

Anche la strada della promozione, specie delle zone sature è inutile. Andrebbe invece riservata maggiore attenzione alle zone potenzialmente sviluppabili. Territori meno dotati di infrastrutture e tradizione turistica ma che adeguatamente supportati potrebbero ritrovare un rinnovato interesse.

In questo la riforma del sistema turistico – specialmente locale – non ha certo dato il meglio di sé. Delle 20 tribù indiane (come in maniera abominevole qualche giorno fa la giunta ha definito le APT) son calate di qualche unità a scapito di chi, normalizzato, (sigh!) è rimasto senza ferri del mestiere. E li la crisi, a quel punto, ha picchiato ancor di più. Nella prossima legislatura provinciale, la nuova giunta avrà un’enorme responsabilità. Queste disparità andranno sistemate al più presto, in qualche località i danni hanno già assunto qualche punto di irreversibilità.

Nel frattempo?

C’è davvero da sperare che la traballante situazione geopolitica internazionale possa presto assestarsi. Mentre l’Italia va al voto. Col morale sotto i tacchi.

4 Agosto 2022 0 Commenti
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Sostegno all’allevamento in crisi. Perché con ingiustizia e disparità?

Da Michele Dallapiccola 3 Agosto 2022

Quattro milioni di euro. Sono gli stessi che la giunta va sbandierando da ormai da qualche mese. Eppure non sarebbero bastavano e a capirlo eravamo in tanti.Alla fine, anche la giunta, stremata da proposte che arrivavano da ogni parte dell’emiciclo del Consiglio provinciale, ha dovuto capitolare. Aggiungendo due milioni a quanto già stanziato. Una cifra che tra siccità, costi delle materie prime e mercato in confusione, poco copre rispetto ai reali ammanchi.

Ma al settore caprino si è voluto riservare un trattamento speciale. In peggio. Qualora confermata, la tabella qui sotto certificherebbe la grave scorrettezza che la giunta provinciale ha voluto riservare al settore del latte caprino.

Stalle simili a quelle dei bovini, modalità di allevamento simile, spese simili eppure contributo alla metà. Di ogni dato contenuto in una delibera, è la giunta ad esserne integralmente responsabile. Pur col consiglio di qualche tecnico.

In ogni caso il combinato disposto di queste due responsabilità ha determinato una profonda ingiustizia. Perché? Qualora confermata, interrogheremo la giunta per capire i motivi di questa incomprensibile scelta.

3 Agosto 2022 0 Commenti
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PER L’AUTONOMIA? C’E’ ANCORA SPERANZA.

Da Michele Dallapiccola 1 Agosto 2022

Un rinnovato patto tra autonomisti sta per tornare sulla scheda elettorale che accompagnerà le scelte dei trentini nella tornata delle elezioni nazionali del prossimo 25 settembre.

E questo è il dato positivo del quale tutti noi autonomisti andiamo fieri.

Una scelta quasi obbligata quella di allearsi con l’SVP, da sempre tanto fortunata (soprattutto per gli altoatesini). 

Ad onor del vero, in proporzionale misura, di questo ne ha sempre  beneficiato anche il Partito autonomista locale ed il Trentino tutto, benché le performance di ogni nostro rappresentante a Roma, non siano sempre state, diciamo così, ineccepibili. 

La definizione delle alleanze nei vari collegi non è ancora stata determinata nella sua veste definitiva. 

La Direzione del PATT, con saggezza si riserva di valutare prudentemente tutte le variabili del caso.

Nel percorso decisorio interno c’è stato qualche comprensibilissimo incidente di protocollo. Ci può stare. È tutto attribuibile alla premura che le scadenze elettorali hanno imposto? Poco importa. Un partito di raccolta non è un partito dal pensiero unico e la presenza di anime diverse è ricchezza e normalità.

Chi è responsabile del partito conosce bene queste dinamiche. Ed è per questo e non a caso, secondo il mio modesto avviso, che una preziosissima frase adorna il deliberato congressuale. Suona più o meno così,: “salvo diverse condizioni dell’ultimo minuto”. Staremo a vedere, perché per fortuna qualche giorno di tempo ancora c’è. 

Nel frattempo trovo estremamente interessante la riflessione di G. Kessler apparsa ieri su un quotidiano locale. QUI IL LINK DELL’ARTICOLO COMPLETO. In buona sostanza il già Presidente del Consiglio Provinciale, striglia soprattutto i partiti nazionali (ma non solo) a non assumere posizioni individualiste, a non contarsi, anche a costo di perdere.

Per il PATT, nelle prossime ore, potrebbe concretizzarsi il mantenimento imprescindibile del doppio simbolo autonomista e l’aprire una strada per ragionare con chiunque intenda sostenere candidati parlamentari alternativi ai sovranisti statalisti. 

La partita è ancora aperta, la fiducia nel buon risultato e nell’impegno della segreteria e del mio partito a valutare con attenzione tutte le proposte, pure. Le prossime ore saranno decisive.

Spero davvero ancora tanto in una soluzione che non lasci sul terreno troppi delusi. La Segreteria del Partito è al lavoro, un supplemento di fiducia, dovuto e necessario

1 Agosto 2022 0 Commenti
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Politiche migratorie, la nuova frontiera dell’Autonomia 2.0?

Da Michele Dallapiccola 31 Luglio 2022

Il prossimo 15 novembre, sulla Terra ci saranno 8 miliardi di persone. Ci avevate fatto caso?

Di certo la notizia A QUESTO LINK risulta piuttosto paradossale se la si confronta con l’indagine del Sole 24 Ore che tratta della crisi demografica in Italia. Entro i prossimi vent’anni il nostro Stato perderà quasi 7 milioni di lavoratori. QUI IL LINK DEL SERVIZIO

Di per sé la prima informazione risponde ad un fatto positivo. Nel mondo il miglioramento della qualità della vita, la lotta alle malattie e l’abbattimento della mortalità infantile permettono una crescita esponenziale della popolazione. Intanto, in negativo in Italia, denatalità ed età media in salita mettono a rischio anche la crescita sociale.

Al di là di questioni pur di non poco conto, quali la messa in crisi del sistema previdenziale, ciò che più importa è che si va incontro ad un serio rischio anche per lo sviluppo economico del paese. Servono interventi immediati sulle condizioni di lavoro, sulla precarietà, sui salari sugli orari. Ma soprattutto è necessario un cambio di passo nelle politiche migratorie. Tenendo conto che ciascuno di questi fattori in dimensione diversa, può trovare soluzione anche solo parziali a tutti i livelli. Da quello europeo, attraverso quello statale fino a quello provinciale. 

La sofferenza dal punto di vista dell’aumento demografico, trova luogo in parti del mondo relativamente lontane da noi. Dove per contro, è qui da noi che benessere e denatalità provocano ampi squarci di carenziali di popolazione disponibile ad affiancarsi al nostro tessuto sociale soprattutto lavorativo. In scienza e coscienza lo Stato può e deve affrontare quella dei flussi migratori come una delle più grandi emergenze del terzo millennio. Ne ha bisogno sul fronte interno, si trova obbligato a farlo nelle politiche di gestione degli stranieri in Italia. 

Ecco anche perchè uscite come quella dei leghisti trentini di queste ore, appaiono come un dozzinale slogan da basse macelleria elettorale. A QUESTO LINK DE IL IL DOLOMITI TROVATE LE LORO IMPROVVIDE DICHIARAZIONI.

Innanzitutto dimostrano che la percezione di questi amministratori si colloca fuori dalla realtà. In secondo luogo certificano che le politiche messe fin qui in campo, anche dalla Provincia autonoma di Trento sono assolutamente fuori scala, e in negativo, rispetto alla reale dimensione del problema.

Per carità, nessuno nega che cercare di stimolare l’incontro tra la domanda e l’offerta come sta cercando di fare la PAT non sia un fatto positivo. La dimensione del fabbisogno del sistema di lavoratori, rispetto alle azioni fin qui intraprese però, assomiglia un po’ al tentativo di svuotare il mare con cucchiaino.

E nulla c’entra con l’assistenzialismo o col confondere i fenomeni migratori o di gestione dei flussi con la delinquenza. Nè si può emarginare il dibattito relegandolo a solidarietà da salotto di sinistra o ad argomento di piazza da comizio di destra.  

Il male di questa nostra opulenta società moderna e cioè la denatalità obbligherà tutte le forze politiche ad uscire dal dibattito sterile. Sono ottimista, lo so, ma gli eventi indurranno via via ad affrontare questo problema in maniera sempre più seria di come sia stato fatto ad ora.  

Anzi per una Provincia autonoma dove turismo e agricoltura abbisognano di una così forte quota di apporto lavorativo dall’esterno, insieme al mantenimento della storia dei valori e della cultura locale, la gestione degli immigrati sarà uno dei nuovi argomenti che l’Autonomia 2.0 dovrà assolutamente far proprio.

31 Luglio 2022 0 Commenti
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A volte ritornano! 

Da Michele Dallapiccola 30 Luglio 2022

L’horror di Stephen King? Il film ancora più succulento? Direi piuttosto la cruda realtà. A chi piacciono le citazioni, questo paragone richiama immediatamente la scena che potrebbe presentarsi all’Italia il 26 settembre, il giorno dello spoglio. Da non credere!

Sondaggi alla mano, alle elezioni nazionali del prossimo inizio d’autunno, gli italiani, con la complicità di un discreto numero di trentini potrebbero finire per rivotare l’incredibile. Ci sono tutti, eh! C’è chi è andato e tornato dal Papeete, chi è uscito sano e salvo dai processi del bunga bunga, chi da donna, madre, cristiana, la sua italianità, ha voglia di urlarla all’Italia intera!

Ma se tutto ciò non vi fosse bastato, vogliamo ricordare i governi “Berlusconi” che per primi inaugurarono una lunga stagione di danno (finanziario vero) alle casse del Trentino? Furono devastanti i provvedimento legati alla Spending review con un miliardo e mezzo di Euro circa pagati all’Italia in questi anni. Alla faccia dei trentini e del loro infischiatissimo Statuto. 

In tutto questo, cosa abbia deciso di fare il Partito Autonomista – a nostro personalissimo avviso – è piuttosto sorprendente. La sintesi di queste ore potrebbe essere più o meno questa: a tutti gli effetti, chiude a qualsiasi forma di collaborazione con i centro-democratici nazionali e locali. “Salvo ripensamenti dell’ultimo minuto”, come annuncia a mezzo Stampa attraverso i suoi rappresentanti. 

Ma per sapere a cosa ci riferiamo, dobbiamo descrivere un flashback tornando indietro di tre giorni. Giovedì scorso infatti in una caldissima sera di luglio, il Partito Autonomista ha approvato all’unanimità una risoluzione che lo porterà ad aderire alla corsa verso il Parlamento dell’SVP. L’intento dei cugini oltre Salorno è quello di portare a Roma sei loro parlamentari. Tre alla camera e tre al Senato. Questa condizione pare presentarsi come facile o assai probabile in tutti i loro seggi anche solo in virtù dei loro voti provinciali. 

Per questo motivo nell’ambito dell’accordo regionale, i voti che i trentini tributeranno al palmares elettorale dell’SVP poco o nulla aggiungeranno ai loro risultati. 

Si poteva fare diversamente?

Mantenendo buoni rapporti coi cugini altoatesini, che meritano tutta la nostra stima, aiuto e rispetto, si sarebbero potute organizzare delle forme di collaborazione con altri partiti anche nazionali. Coinvolgendoli per ripartire i seggi disponibili tra noi, loro e il centrosinistra nazionale. Questo tipo di compagine politica infatti, mai fu responsabile di azioni deleterie nel confronti dell’autonomia. Al contrario della destra, come ho avuto modo di raccontare sopra nell’introduzione a questo breve ragionamento politico.

Ecco allora che un accordo, ripeto, in una via tutta trentina guidata dagli autonomisti tra SVP, partiti nazionali di centro e democratici, avrebbe potuto giocarsi una chance in più di vincere su qualche collegio anche in Trentino. Come invece, siamo convinti accadrà in tutto il Sudtirol. 

L’effetto, sperato e cercato sarebbe stato quello di avere un parlamentare meloniano o salviniano in meno a favore di qualche parlamentare trentino in più. Appartenente sì ad una compagine nazionale, ma di quel tipo di partiti che non hanno mai fatto del male alla nostra Autonomia.

Queste nostre considerazioni arrivano forse fuori tempo massimo. Il Partito al quale sentiamo di appartenere pare aver già deliberato. “salvo ripensamenti dell’ultimo minuto”.  Lo ha fatto a sorpresa, in un momento in cui il nostro dovere di Consiglieri Provinciali trattenesse me e la collega Paola Demagri in Consiglio a votare l’assestamento di Bilancio della Provincia.

Se gli organi di partito hanno deciso di assumersi questa responsabilità è evidentemente perché sentivano il diritto ed il dovere di far così. A noi non resta che accettare e dunque per ora lo diciamo qui. In seguito lo riprenderemo anche nelle sedi opportune perchè risponde ad una nostra convinzione supportata da tanti altri simpatizzanti e tesserati per ora esterni al processo decisorio.

Anche noi però avvertiamo un nostro compito. Quali cittadini ma soprattutto come Consiglieri Provinciali abbiamo l’obbligo istituzionale di denunciare le situazioni di pericolo politico amministrativo. E a quel punto, dibattere democraticamente col partito e con la cittadinanza è principio essenziale. Gli Autonomisti, in Trentino, meritano trasparenza al fine di poter maturare consapevolezza. Delle azioni dell’oggi e delle loro conseguenze verso il domani.

Quando per l’Autonomia potrebbe essere troppo tardi. Sempre dal nostro punto di vista.

Paola Demagri e Michele Dallapiccola

30 Luglio 2022 0 Commenti
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Assestamento di bilancio, un po’ di respiro per la zootecnia?

Da Michele Dallapiccola 29 Luglio 2022

In questo assestamento di bilancio, attraverso le nostre proposte, abbiamo voluto richiamare la giunta provinciale rispetto ad una grave responsabilità. Quella da assumersi di fronte alle difficoltà del settore dell’allevamento. 

Dall’intero Consiglio, in maniera bi partisan – a dire il vero – si sono levate voci a richiesta di sostegno. Chi chiedeva un milione di euro chi due, chi tre. Alla fine la giunta qualcosa ha accordato, avocando a sé la possibilità di decidere dove allocare le risorse nel mare magno dell’intero comparto agricolo. Un emendamento del collega Manica, da buon ex sindaco, è riuscito a bloccare la destinazione di un paio di questi milioni di euro a servizio della zootecnia. 

Siccità? Nessuna calamità.

Per quanto ci riguarda avremmo voluto attivare la possibilità di costruire misure straordinarie emergenziali legate al periodo climatico. Ma questa siccità evidentemente a questa giunta provinciale non è sembrata sufficientemente grave per accettare il nostro consiglio.

Grandi Carnivori. Si procede come sempre.

Nemmeno il problema generato dalla presenza dei Grandi Carnivori è stato preso in considerazione con la dovuta attenzione. La caparbia giunta leghista, quella che raccoglieva firme contro lupo e orso, quella che a chiacchierare avrebbe sparato a tutto e a tutti, ha preferito il silenzio e ha bocciato ogni intervento straordinario. 

Un piccolo segnale di attenzione per la pastorizia

Abbiamo salvato un piccolo intervento a favore dell’allevamento degli ovini. Con grande fatica. Da la misura della reale sensibilità della giunta ai problemi dei settori dove le persone interessate son poche. Chissà come mai?

Qui il calce il testo dell’emendamento approvato 

1. Nella tabella A la variazione alla previsione di spesa della missione 16 (Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca), programma 1 (Sviluppo del settore agricolo e del sistema agroalimentare) è aumentata di euro 100 mila per l’anno 2022 da destinare ad interventi volti alla limitazione della diffusione della scrapie.

29 Luglio 2022 0 Commenti
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Dal consiglio provinciale. I vuoti ordini del giorno della solita Variante del Tesino.

Da Michele Dallapiccola 28 Luglio 2022

Gli Ordini del Giorno, in acronimo ODG, sono tra i tanti strumenti che i consiglieri hanno a disposizione per chiedere alla giunta provinciale di compiere una precisa azione amministrativa. Si costruiscono scrivendo in premessa una descrizione del problema da prendere in considerazione. In calce, si prosegue con un format di dicitura dove si descrive l’impegno che la giunta dovrebbe assumere di fronte al caso denunciato. 

La dicitura utilizzata suona pressappoco così: “tutto ciò premesso il consiglio impegna la giunta a…ect. etc.”

Beh, sono provvedimenti che ai membri di giunta – diciamolo pure – stanno proprio qua! Sono atti antipatici perché all’assessore di turno, l’impegno comporta l’obbligo di doverlo realizzare. 

E così, alla fine, la giunta passa il tempo ad emendare, cioè modificare i dispositivi, mitigando per trasformare l’impegno in un invito a valutare. Tanto che, alla fine c’è una specie di registro (mi venga perdonata l’eccessiva semplificazione) che verifica lo stato di attuazione degli ordigni del giorno della giunta che è praticamente sempre vuoto. 

Il triste destino dei vari indirizzi è costante vittima del piglio emendativo della giunta.

E così va a finire che i consiglieri di maggioranza, cercano di superare le proprie frustrazioni di accompagnatori consensuali della maggioranza facendosi approvare una miriade di impegni piuttosto fumosi. Suonano tutti più o meno così: “il consiglio impegna la giunta a valutare la possibilità di considerare la fattibilità di una cosa compatibilmente con le risorse disponibili a bilancio.” 

Ecco, potete immaginare l’effetto che fa leggere sui social del malcapitato consigliere l’annuncio del successo legato all’approvazione del suo ordine del giorno. Un impegno formale per fare che cosa? 

Ieri ad esempio è toccato alla variante del Tesino. Come il tunnel del Peller era nel luculliano programma di governo della giunta nel 2018. Opere, mai più sentite nemmeno nominare. Ogni tanto qualcuno dalla maggioranza si sveglia, fa un ordine del giorno, ne promuove il successo sui social e poi tutta la questione torna nell’oblio dove da tempo riposava in pace.

Ecco perché alla fine la maggior parte di noi consiglieri di minoranza preferisce una bocciatura secca. Serve a mettere la giunta di fronte alle sue responsabilità. Quelle di rifiutarsi di affrontare un problema segnalato dai cittadini attraverso noi consiglieri, alla cui proposta di soluzione la giunta dice di no. Spesso senza nemmeno approfondire. E’ il nuovo stile inaugurato da questa lega, da questa maggioranza rispetto ad un passato dove nelle scorse legislature qualche considerazione di approfondimento in più si faceva. E quando le proposte erano sensate venivano approvate.

Ma son cambiati i tempi. Ora le cose vanno diversamente, peccato.

28 Luglio 2022 0 Commenti
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Sentieri di montagna. Nel post Vaia non tutto è andato per il meglio. 

Da Michele Dallapiccola 27 Luglio 2022

L’enorme sforzo garantito dal volontariato, prevalentemente SAT, poco può fare se non adeguatamente sostenuto da un corrispondente impegno finanziario da parte della PAT. C’è un programma, ci sono degli accordi, ci mancherebbe. Ma molto ancora rimane da fare e dalle nostre valli utenti e volontari chiedono una reazione allo stimolo. Sono questi i motivi che hanno portato la collega Capogruppo Paola Demagri a proporre un ordine del giorno che venisse incontro a questa sentita e diffusa esigenza. Il sostegno è arrivato da tutto il gruppo Consiliare. Dalla Giunta provinciale pare invece di no. 

PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO N. ___  Articolo 44 Disegno di legge 157/XVI di data 4/07/2022

MANUTENZIONE ORDINARIA DEI SENTIERI: VA INCREMENTATO IL CONTRIBUTO ALLA SOCIETA’ ALPINISTI TRIDENTINI DA PARTE DELLA PAT

Il Trentino è un territorio che vanta una rete di sentieri invidiabile, con più di mille tracciati e una rete di 5.500 km. Per poter garantire l’utilizzo e la sicurezza dei percorsi ad occuparsi della manutenzione dei sentieri sono i volontari della SAT, che ha al proprio interno circa 25.000 soci.

L’impegno di queste persone è fondamentale poiché favorisce sia la possibilità di utilizzo della rete dei sentieri da parte dei cittadini trentini che l’utilizzo per scopi turistici dell’area montana della nostra provincia.

Uno sforzo importante e straordinario è stato svolto negli ultimi anni dopo che la tempesta Vaia di fine 2018 ha danneggiato gravemente alcuni tratti della rete sentieristica, specie nel Trentino orientale. Secondo una stima della Provincia di Trento sono stati oltre 400 i sentieri danneggiati per un totale di circa 2000 chilometri di percorsi da ripristinare.

La causa principale è stata la caduta degli alberi che in certe zone sono state addirittura migliaia. Oltre a questo ci sono stati danni anche per frane e smottamenti. A distanza di quasi quattro anni dalla tempesta una parte importante dei sentieri è stata sistemata ma ci vorranno ancora anni di lavoro per il ripristino completo.

Per questo servirà ancora il prezioso lavoro da parte dei volontari della SAT e in questo caso occorre che la Provincia sia ancora più presente con il proprio sostegno, poiché coloro che operano le sistemazioni hanno dei costi elevati dovuti all’aumento dei prezzi dei mezzi e degli attrezzature impegnate che vengono utilizzate sia per la manutenzione ordinaria che per quella straordinaria dei sentieri.

Tutto ciò premesso,

IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

impegna la Giunta Provincia ad incrementare nell’ambito delle risorse già stanziate nell’assestamento di bilancio, il contributo alla Sat  per la manutenzione ordinaria dei sentieri.

27 Luglio 2022 0 Commenti
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Ovinicoltura, questa dimenticata. 

Da Michele Dallapiccola 27 Luglio 2022

Pubblico anche oggi una proposta di intervento a sostegno di un settore tenuto in considerazione da poche persone. La “cenerentola” della zootecnia? Direi proprio che questo appellativo non se lo merita proprio. Tenuto conto soprattutto del suo valore socio-ambientale e considerato il tipo di aree che le pecore coltivano attraverso il pascolamento. 

Eppure questa Giunta provinciale ignora gli appelli a sostenere il settore che ormai è nostra cura segnalare da anni. A malincuore, quest’anno abbiamo dovuto ricorrere ad uno strumento molto antipatico che è l’ostruzionismo. 1700 emendamenti per chiedere quella che è l’elemosina su un bilancio di previsione. Chissà se pur di non dare ascolto alle richieste questa maggioranza è disposta a stare in consiglio due giorni interi a schiacciare un bottone per 1700 volte pur di soddisfare una legittima richiesta.

Ecco il testo della proposta

L’idea di fondo potrebbe essere quella di mettere a disposizione degli allevatori, attraverso la loro Federazione, dei buoni da 1000€ da utilizzarsi per l’acquisto di montoni certificati Arr/arr

Disegno di legge 157/XVI “Assestamento del bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento

per gli esercizi finanziari 2022- 2024″

PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO N…

In questa condizione di crisi di contesto, c’è un settore rimasto completamente fuori da qualsiasi forma di aiuto che la Provincia ha messo in campo in questo periodo. Si tratta del settore dedicato all’ovinicoltura. Un comparto assai delicato che attraverso il pascolamento si dedica alla gestione di aree marginali e di alta quota, generalmente abbandonate dai restanti comparti del settore zootecnico.

La particolarità di questa modalità di allevamento trova per sua natura ragione di intervento soltanto su pochi punti di spesa. Per questo potrebbe risultare utile intervenire su una voce di impegno economico che in questo periodo ha assunto un valore significativo.

Ci si riferisce all’approvvigionamento dei maschi da rimonta. Il loro costo è schizzato a valori fuori scala a causa della nuova normativa vigente ai fini della limitazione della diffusione della scrapie. Il sostegno agli allevatori potrebbe configurarsi come una funzione delegata alla Federazione provinciale allevatori poiché assolutamente in linea con le loro prerogative di azione. In considerazione di tutto questo

IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

impegna la Giunta provinciale

– a valorizzare l’ovinicoltura stanziale e transumante attraverso un sostegno economico all’acquisto di montoni esenti da gene collegato alla diffusione della scrapie, per il tramite della Federazione provinciale allevatori;

– al fine di dare opportuna copertura a quest’intervento, a mettere a disposizione della Federazione provinciale allevatori adeguate risorse finanziarie, utilizzando gli strumenti previsti dalla normativa in vigore e le risorse già stanziate a bilancio in una somma non inferiore a 100 mila Euro.

27 Luglio 2022 0 Commenti
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Malghe in crisi. Allarme rosso.

Da Michele Dallapiccola 26 Luglio 2022

Scrutano tutti le previsioni meteo in continuazione. Non sono soltanto le persone in cerca di speranza di un po’ di refrigerio. Lo fanno soprattutto gli agricoltori. Ma tra loro gli allevatori vivono qualcosa di più angosciante. La carenza d’acqua ed il degrado del cotico erboso possono arrivare a considerarsi irreversibili. E a questo punto per la salute del bestiame e la qualità del latte prodotto (?) arrivano le noie. 

Ma c’è anche un nuovo sottile, neanche tanto lontano problema che potrebbe profilarsi per alcuni di loro. L’Europa, chiede un periodo di pascolamento minimo. Qualora non rispettato potrebbe inficiare la possibilità di liquidare loro i contributi legati all’alpeggio. Questo problema risulterà particolarmente evidente dove non sarà possibile effettuare alimentazione ed abbeveraggio supplementari. In particolare per le malghe in alta quota o altrimenti utilizzate per il bestiame giovane. Peggio ancora potrebbe andare ai pastori transumanti. Categoria che tra l’altro anche quest’anno ha sofferto in modo particolare della presenza dell’altro flagello dei pascoli, insieme alla siccità: il lupo.

La tempesta perfetta richiede una risposta straordinaria.

Si tratta insomma di una serie di gravi concatenazioni di eventi che fanno presagire nulla di buono per l’autunno dei nostri allevatori. Come se non ne avessero avuto abbastanza finora. Ecco perché il provvedimento proposto in Consiglio provinciale in queste ore, quello di tentare di fare attivare lo stato di calamità naturale, appare estremamente necessario. Potrebbe servire – e nel caso servirà – ad attivare misure straordinarie a sostegno del settore o a creare delle condizioni straordinarie di rispetto della condizionalità (regole) per l’accesso alla PAC.

A QUESTO LINK L’ALLARME LANCIATO ANCHE DALLE PAGINE DE IL DOLOMITI

Eccesso di allarmismo? Penso proprio che il mancato limite al peggio di questi giorni ci lasci davvero poco tranquilli. E come mi capita spesso di citare, se vuoi la pace, meglio preparare la guerra. Quest’anno anche in malga. 

26 Luglio 2022 0 Commenti
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