Michele Dallapiccola
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Michele Dallapiccola

Michele Dallapiccola

I giorni del lutto.

Da Michele Dallapiccola 4 Luglio 2022

Mano a mano che passano le ore, si definiscono in maniera sempre più netta i termini della tragedia del Marmolada. 

Nessuno di noi riesce ad esimersi dal rivolgere un pensiero di umana pietà alle vittime e ai loro familiari. Su tutti i sentimenti che si possono provare, è infatti questo lo stato d’animo che più si percepisce. E le giornate scorrono cupe. Chi più chi meno, attendiamo tutti speranzosi il primo bollettino utile dai media con la speranza di sentire che il numero dei dispersi sta calando. Nella tragedia, anche il minimo spiraglio conta. A QUESTO LINK, TUTTE LE ULTIME NEWS.

I prossimi giorni dopo la dolorosa espletazione delle formalità, alle famiglie rimarrà soltanto il dolore. Alla società civile invece il compito di interrogarsi. Lo farà anche la giustizia, è inevitabile. E si scriveranno ancora fiumi di inchiostro. 

Oggi no. Non è giusto proseguire sui ragionamenti e le discussioni. Questo e molti altri ancora saranno i giorni del lutto.

4 Luglio 2022 0 Commenti
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Aiuto che caldo!

Da Michele Dallapiccola 3 Luglio 2022

Davvero non ci resta che sopportare?

Purtroppo per ora, irrimediabilmente sì. Dobbiamo seguire i consigli dei medici, bere molto, evitare esposizione eccessiva e attrezzare le nostre dimore. E cercare di evitare le situazioni di pericolo che si generano a causa del gran caldo.

Anche se alcune possono essere davvero imprevedibili.

E qui il pensiero di umana pietà non può che andare alla tragedia della Marmolada. Ci uniamo al dolore di chi ha dovuto incontrare questa tragedia. Tutta avvenuta dentro a questa bolla di caldo torrido.

Ora le previsioni dicono che l’anticiclone africano sarà pressato da nord dalla discesa di aria fredda. Lo sviluppo di numerosi temporali sarà inevitabile, come la loro forte intensità. 

Il cambiamento climatico è ormai un fenomeno planetario ed inarrestabile.

La misurazione globale delle temperature da parte della NASA, dal 1880 a oggi

E la cosa preoccupante è che al di là del davvero microscopico contributo che ognuno di noi deve dare, tutte le più grandi decisioni sono in mano alla politica. Come si dice: stiamo freschi! Senza soddisfazione.

Questa percezione di impotenza, probabilmente, è determinata dal fatto che tutto quello che si può mettere in campo da parte di tutti, sembra così grande e così irraggiungibile. Lo stesso Luca Mercalli, noto climatologo italiano, in una sua recente intervista ha dichiarato:

“Mi occupo di questo tema da 35 anni e devo dire che di ottimismo me ne resta poco ma la speranza di un risveglio rimane. L’Unione Europea lo ha fatto, bisogna dire che è il consorzio di paesi al mondo più avanti dal punto di vista della consapevolezza, il problema è che la distanza tra le parole e i fatti è ancora troppo grande e questa sciagurata guerra non ha fatto altro che spostare nuovamente le priorità così oggi si pensa più alle armi che ai pannelli solari”.

Non si lancia in scenari ottimistici meno per il futuro. Chiamato in causa, risponde alla domanda sul cosa aspettarsi d’ora in poi:  “Molto di peggio perché gli scenari climatici ci dicono che l’aumento della temperatura globale, quindi un problema del mondo intero, non farà altro che amplificare questi fenomeni. Ci dobbiamo aspettare in futuro estati ancora più calde, ancora più lunghe, con episodi casuali di siccità”

Che in effetti abbiano tristemente dovuto toccare con mano. Fin dalla primavera, quando non si sono verificate le consuete piogge di aprile e maggio, da lì l’emergenza acqua era ormai chiara.

A noi adesso, non rimane che attendere. E meditare, come dicevo all’inizio, sulle nostre abitudini d’acquisto, di stile di vita e di uso dell’acqua. Si può saltare qualche lavaggio di auto, il prato inglese si potrà riseminare e la piscinetta di casa potrà aspettare, (se i genitori avranno la coscienza ecologica di farlo) accompagnando invece i bambini in una delle tante comunali aperte in questi giorni. Sono tutti piccoli gesti che uniti, gli uni agli altri potranno formare un vero fronte.

Senza frutti nell’immediato, certo, ma tanto tanto utile ai nostri figli e ai nostri nipoti. Non prima di dopodomani.

3 Luglio 2022 0 Commenti
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Il camaleonte

Da Michele Dallapiccola 2 Luglio 2022

Questa diffusa metafora che richiama le scienze naturali, letta nel linguaggio della cronaca politica locale, sembra calzare proprio a pennello alla forza di maggioranza relativa, attualmente al governo in Trentino.

Il piccolo, simpatico rettile africano possiede la capacità di cambiare colore a seconda della superficie che calpesta. In realtà poi, sotto, è sempre lui. Fa le stesse cose. (per la cronaca va in cerca di insetti dei quali nutrirsi). 

Ecco, tornando alla realtà, direi che è evidente a tutti: anche la lega sta cercando di cambiare pelle. Come biasimarla? A livello nazionale Salvini non traina più. Da seguaci di partito e dai 5stelle, i populisti si son gettati nelle braccia della Meloni.

Nel frattempo, qui in Trentino le cose con l’amministrazione – diciamocelo – non stanno andando benissimo. E le prospettive non son affatto rosee, specie in sanità e in finanza provinciale. Perchè dunque, non cercare un rinforzino? E dove se non al centro?

Ecco spiegato l’insolito attivismo di alcuni componenti dell’esecutivo. Impegnati a risolvere i problemi dei trentini, (?) senza disdegnare di ritagliarsi lo spazio per qualche puntatina nel campo di attività, tipico invece delle segreterie di partito. Per intenderci, li vediamo sempre più presi a combinare ingaggi con vari potenziali candidati e a comunicarlo nelle conferenze stampa in vista del 2023. 

Che poi la mossa di Fugatti non stupisca ci sta tutta. Anche perché non si tratta di nulla di nuovo; è evidente. La nostra Provincia ha una lunghissima tradizione di impegno civico, al punto che in passato ha fatto scuola a livello nazionale. 

E infatti di liste civiche in accompagnamento ad un forte partito nazionale, si parla anche tra gli sfidanti al Carroccio che da poco hanno iniziato a riorganizzarsi. 

Ecco dunque che in Trentino, da poche ore si è finalmente definito che per il Governo della PAT post 2023 ci saranno due grossi schieramenti in disfida tra loro. 

I due contendenti

Da un lato un Presidente già definito che, piaccia o meno, sarà Fugatti. La trazione sarà ancora da destra con l’innesto delle liste civiche di cui sopra. Essenzialmente uninominali costruite intorno ai nomi dei vari assessori. Con una variabile per l’assetto finale ancora indefinita. Cosa faranno FDI? La loro presenza a fianco di Fugatti verrà imposta da Roma o si accontenteranno di un un piccolo ruolo di oppositori? Chissà se il desiderio di avere maggiori certezze di vittoria in Trentino sarà più forte del disagio di alcune posizioni personali? 

Alla disfida del centrodestra, sta partendo un progetto molto interessante. Un progetto non nuovo negli assetti principali. E’ formato infatti dai democratici trentini e da forze civiche di centro moderato. Anche in questo secondo contenitore trovano casa moltissimi amministratori locali. E se la coalizione destroide di cui sopra, governa la Provincia, questo fortunato progetto ha invece primeggiato nelle amministrative del 2020. Con Trento e Rovereto in testa ad un lungo elenco di Comuni. 

I punti di forza di questa squadra in fieri sono proprio i ruoli e le posizioni tutte da definire. A partire dal Presidente (che a quanto pare di là non è in discussione). Il progetto procederà su tre gambe. Una democratica, una centrista ed una autonomista. Componente quest’ultima che non a caso è invocata, attesa e necessaria. Tanto che in assenza della vera originale, tutto lascia presagire ne verrà attivata una all’uopo. Proprio come fece Fugatti nel 2018, chiamando a sé gli Autonomisti popolari.  O Dellai nel 1998.

Quale sceglierà il PATT? Sposerà un progetto già pronto per la messa in strada (a destra)? O preferirà rimboccarsi le maniche in un quadro nuovo dove ricostruire ruoli, programma e pensiero politico? Penso siano in molti, me compreso, ad attendere la scadenza di questo timer appena impostato.

Agli appuntamenti elettorali nazionali e provinciali del 2023 manca davvero poco. Calano i giorni ma aumentano curiosità e tensione. Tra poco si saprà.

2 Luglio 2022 0 Commenti
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Approvata la riforma delle Comunità di Valle. Un punto di vista diverso.

Da Michele Dallapiccola 30 Giugno 2022

Gioisce l’assessore agli enti locali. Lo fa nell’enfasi di un comunicato stampa che sembra più l’epilogo di una soap opera che quello di approvazione di una legge. Da amministratore non lo biasimo ma da forza di opposizione non giustifico. 

Dell’argomento ne abbiamo già parlato molte volte su queste pagine. E ancora, un’ultima volta, ne va parlato ancora. Partirei dal ricordare che questa è la riforma di una maggioranza che nella sua storia vanta un percorso di contraddizioni da palmarès. Pensate un po’ : nel giro di pochissimi anni l’abbiamo vista passare con camaleontico piglio dal no ai Comprensorio al via alla riforma. Tutto in un attimo. Tant’è che ci sono ancora moltissime persone rimaste ferme e vittime di un retaggio da slogan di piazza. Ancora si stanno chiedendo a cosa serva la Comunità di Valle. 

Per loro e per la cronaca, senza annoiare nessuno, si può semplicemente ricordare che si tratta di un ente che svolge servizi intercomunali. Economie di scala e qualità, insomma. E ad utenti e Comuni fa proprio comodo. 

Ebbene, nella difficoltà di pensare a come impostare una retromarcia nella maniera più sommessa possibile, la lega (che guida anche le scelte delle civiche collegate) ha impiegato tre anni a capire come fare. 

E’ forse questo il motivo a causa del quale, a partire da un paio d’anni di commissariamento, questo governo provinciale aveva proposto di trascinare tutto fino alla fine della legislatura. Messo di fronte all’evidenza delle cose, il Carroccio locale ha dovuto però capitolare. In fretta e furia qualche mese fa, recuperati gli appunti del compianto Borga ha messo insieme una riformetta tutto sommato accettabile. Inizialmente era stata arricchita di una una serie di idee piuttosto amene. In una prima fase di presentazione aveva destato alcune evidenti perplessità. I sindaci riuniti nel loro sindacato, il Consiglio delle Autonomie, il CAL, le avevano segnalate fin da subito. 

Di fatto, è successo l’inevitabile. L’assessore ai Comuni, proprio dagli stessi è stato messo alle corde. Alcuni passaggi formali ed informali, voluti dai Sindaci, hanno praticamente fatto riscrivere la norma. Così da riforma non calata dall’alto si è trasformata in riforma alla calata di…calzoni. Come si dice. 

L’unico passaggio al quale si è aggrappata la lega per tenere una propria bandierina nella norma è stato quello di mettere bastoni tra le ruote agli attuali commissari. Ovviamente qualora avessero voglia di continuare ad amministrare in questo ambito. Sarà pensar male, ma forse si indovina a considerare che questa volontà è legata ad un fatto. Qualche Commissario ha manifestato idee politiche legate alla prossima costruzione di movimenti alternativi a Fugatti in vista del 2023. Che ovviamente ci sono e ne prendono atto.

30 Giugno 2022 0 Commenti
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2035, via i motori termici dalle nostre auto? Mossa politica o autentica necessità planetaria?

Da Michele Dallapiccola 29 Giugno 2022

Parlo spesso e volentieri di argomenti legati ad ambiente e società anche perché trovo necessario che anche la politica locale non si fossilizzi sempre e soltanto sulle stesse questioni. (Anche se continuare a parlare provoca un pressing proficuo su chi è deputato a risolverle.)

Individuare nuovi fronti di esercizio amministrativo, per una Provincia Autonoma non è soltanto una prerogativa ma soprattutto un dovere. Ed un Partito Autonomista che si rispetti oltre a seguire per filo e per segno uno suo articolato Statuto, ha il dovere di distinguersi anche per capacità di intercettare nuovi bisogni. La sostenibilità nella mobilità è uno di questi. Programmare uno sviluppo provinciale in grado di accogliere una mobilità elettrica sempre più all’avanguardia è una delle sfide più impellenti del nostro prossimo futuro. Attirerebbe turisti, migliorando l’economia e renderebbe migliore la vita dei suoi residenti. Intendiamoci, non siamo all’anno zero ma deve fare meglio. QUI IL LINK DI UNA PIATTAFORMA DIGITALE PER RICARICARE L’AUTO IN TRENTINO.

Nel frattempo, dai livelli amministrativi superiori, proprio in queste ore sta filtrando quella che per il settore è un’autentica break news. Pare che a livello europeo si sia trovato un accordo epocale: entro il 2035, stop alla produzione di motori termici. A QUESTO LINK, L’ARTICOLO IN MERITO DEL IL DOLOMITI

Giusto in questi giorni parlavamo proprio da queste pagine di cambiamento climatico. E della sua stretta connessione con l’emissione in atmosfera di gas climalteranti. Tra tutti la CO2.

Questo mese, l’editoriale di Quattroruote, prestigiosa rivista del settore, promuove una riflessione per nulla peregrina e assolutamente interessante da considerare. Parla dell’esempio della Norvegia. Tra i primi Stati europei ad aver aperto alcuni anni orsono, agli incentivi alle auto elettriche, oggi si trova con un parco auto mosso da elettroni tra i più vasti al mondo. Deve però fare i conti anche con una spaventosa voragine nelle casse dello Stato. Da un lato mancano tutte le accise sul carburante non consumato dall’altro è notevole il costo degli incentivi statali. L’aiuto all’acquisto di vetture elettriche negli anni ha via via pesato sempre di più sulle casse dello stato. Che ora deve correre ai ripari. Pare si tenterà una strada che ritocchi al rialzo l’iva dei suoi veicoli. 

Nel frattempo si fa strada il ragionamento di far gravare sul veicolo il peso della sua carbon footprint secondo un ragionamento di filiera. Mi spiego meglio. L’auto elettrica vince sempre se si calcola quanta anidride carbonica esce dal suo tubo di scarico (?). Ma se considerassimo anche quanta CO2 si emette a produrla? E quanta a produrre l’energia elettrica necessaria per alimentarla? 

L’auto elettrica, è davvero per tutti?

Tra gli ostacoli alla diffusione della mobilità green, va segnalato anche il problema sociale di non poco conto. Per una normale famiglia, l’acquisto dell’auto elettrica inoltre rimane ancora un esborso piuttosto oneroso. E non ha certo fatto bene al suo bilancio, il carovita del contingente  periodo bellico est europeo. 

La carenza di materie prime, la necessaria realizzazione di mega-fabbriche e la situazione socio economica complessa rendono il 2035 estremamente vicino. Al punto da considerarlo fin troppo vicino per numerosità e gravosità di variabili che dovrebbero condurci agli obblighi che la decisione comunitaria di apertura ci ha in qualche modo paventato. 

Affrontare ulteriori argomenti qui e ora è opera titanica ma in un superficiale cenno di pensiero alla questione, un paio di punti vanno presi in considerazione. 

La rete e la tecnologia di ricarica saranno fondamentali. Nuovi sistemi di ricarica come il wireless, o materiali rivoluzionari per l’accumulo di energia elettrica saranno decisivi. Non di meno tutti gli aspetti legati alla sostenibilità sociale ambientale ed economica del ciclo produttivo degli accumulatori. Le batterie.

Anche la tecnologia ad idrogeno, che pure ha fatto da pochi decenni la sua timida comparsa nel mondo dell’autotrazione, potrebbe riservare qualche sorpresa. Siamo ancora lontani dal poterla percepire come una vera svolta per la nostra mobilità. Nulla però va scartato. E per una Provincia Autonoma, mettere le mani più di quanto non si stia già facendo, nei vari passaggi di tutta questa filiera della mobilità green sarà a dir poco obbligatorio. Altro che concerti!

29 Giugno 2022 0 Commenti
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Ballottaggi amministrative. Cambiano volto anche i sondaggi dei partiti nazionali. E in Trentino come andranno le cose?

Da Michele Dallapiccola 28 Giugno 2022

Osservo sempre con tanta curiosità i sondaggi politici dei vari istituti nazionali. E’ un po un modo per cercare di intravedere nel futuro. E per chi ha passione di politica, e la stessa è pure un lavoro, sapere del proprio domani è estremamente curioso e interessante. 

Ebbene, si può dire che anche in Provincia di Trento, nel suo Consiglio, che è il suo Parlamento, siano rappresentati praticamente tutti i maggiori partiti nazionali. 

Con un grande atto di presunzione si può pensare che qualora andassimo ad elezioni, come si usa dire tra gli addetti ai lavori, i vari partiti nazionali raccoglierebbero un consenso e dei risultati in tutto e per tutto assimilabili a quelli nazionali.

Del resto la storia dimostra questo. Nulla di simile al vicino Sudtirol, dove adesso però la situazione sta un po’ alla volta mutando. 

E qui in Trentino?

Tornando alle proiezioni locali va osservato che il dato nazionale dei sondaggi è molto più autorevole delle opinioni personali. Non sono presenti, almeno per ora, sondaggi recenti che manifestino un focus sugli assetti locali. Per quello si impegnano la fantasia, l’esperienza passata e le considerazioni probabilistiche che ognuno di noi può fare. 

Tra la buvette dell’emiciclo provinciale e la spola tra piazza Dante e Palazzo Trentini sono in molti a lanciarsi in ipotesi, sondaggi personali e proiezioni tutte inventate. A me piace ascoltare e mescolare le mie valutazioni al gossip raccolto. Il tutto intriso di quegli autorevolissimi dati nazionali dei sondaggi pubblicati ormai settimanalmente da tutti i principali media. 

Così capita spesso di perdersi fantasticare sul come, in una prossima ipotetica kermesse elettorale, potrebbe comporsi il nuovo emiciclo provinciale post 2023. 

Le proiezioni

Molto probabilmente, il variegato lato sinistro nazionale, qui rappresentato da PD e Futura, corroborato dai voti dei Verdi, potrebbe ricalcare il risultato nazionale con molta agilità.

Non andrebbe così a destra, dove FdI, primo partito in Italia, molto difficilmente potrebbe sperare in un risultato locale analogo a quello nazionale. Fatto che invece potrebbe ricalcare in pieno la lega. 

Ci sono poi tre principali schieramenti civici sul piatto locale. I due a destra, le liste di Gottardi e Spinelli sono aggregazioni estemporanee unipersonali a servizio di Fugatti. Opinione comune le vede forti di poche unità percentuali cadauna. 

Il terzo schieramento civico denominato Campobase raccoglie varie sensibilità civiche fatte di persone della società civile ed amministratori locali. È un movimento di Centro che per sua stessa pubblica ammissione preclude la possibilità di creare aggregazioni con le forze politiche dell’attuale maggioranza (E per fortuna, per quanto mi riguarda.) 

Liste indipendenti, ne compariranno sicuramente anche stavolta; ci son sempre state. Raramente raggiungono il quorum. I Fassani, ne formeranno almeno una per lato dell’emiciclo. E lì vinca il migliore.

Poi ci sono gli indecisi, i grati a qualche assessore di turno per il contributo ricevuto (ci son sempre stati). E infine i movimenti autonomisti. Uno piccolo, fatto di transfughi dall’originale, già da tempo nelle spire della lega. E uno no. Ancora, libero, è indipendente e sta procedendo con le sue attente valutazioni.

PS: Se poi volete divertirvi e fare come me, in assenza di proiezioni ufficiali, immaginate anche voi le percentuali e quali saranno i partiti nel vostro Fanta Consiglio del 2023.
28 Giugno 2022 0 Commenti
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Piccole Produzioni agro-alimentari e Vendita diretta dei relativi prodotti.

Da Michele Dallapiccola 28 Giugno 2022

Ieri, in seconda commissione del Consiglio provinciale è stato approvato all’unanimità il testo unificato del disegno di legge n.47​a prima firma Michele Dallapiccola con la proficua collaborazione dei colleghi Lucia Coppola e Paolo Zanella. 

Come forse ricorderete riguarda le piccole produzioni agro alimentari di origine locale, la loro lavorazione e relativa possibilità di vendita. 

Da sempre – e per esperienza diretta – sappiamo infatti che da questo punto di vista la Provincia è stata carente. E lo dico con rammarico ed autocritica. E’ anche il motivo che, come Gruppo Consiliare, ci ha stimolato a depositare fin dalle primissime fasi della legislatura, una serie di disegni di legge che cercassero di sostenere il sistema delle produzioni agroalimentari trentine. Con una particolare attenzione alla vendita diretta dei prodotti agricoli oltre che un nuovo approccio alla promozione del settore agroalimentare.

La separazione degli assessorati del turismo e dell’agricoltura e la loro iniziale inerzia ha provocato un buco nel sistema di promozione che non è ancora stato definitivamente saldato.

Il risultato è che il Trentino agroalimentare ha perso 4 anni di tempo che solo ora la giunta sta tentando di recuperare. L’atteggiamento collaborativo con le minoranze da parte di questa maggioranza è  meno di nulla.  Vi è piuttosto un impegno ostruzionistico a bocciare qualsiasi proposta arrivi dalla minoranza. Ma noi non ci siamo mai arresi e le proposte dal territorio le abbiamo inoltrate tutte, ben coniugate con una nostra visione di sviluppo futuro.

Le nostre proposte di legge

Tra i vari argomenti proposti ad esempio quello di incentivare le piccole produzioni domestiche soffriva di un buco normativo che viveva ormai solo il Trentino. Perfino lo Stato è arrivato recentemente a normare questa condizione. Spinta dagli eventi e dall’evidenza a questo punto la giunta ha dovuto – obtorto-collo – accettare le nostre proposte. 

Non ha resistito alla tentazione di presentare un emendamento interamente sostitutivo che di fatto ha riscritto il testo proposto con le nostre stesse parole in diverso ordine. Non ha nemmeno mancato di ricordare che la Trentino Marketing e la Provincia stanno già dando il massimo per la promozione agroalimentare e il sostegno alle piccole produzioni locali.  Quanto questa affermazione risponda al vero, sapranno facilmente rispondere i produttori e i disincantati cittadini. L’evidenza dei fatti, nel tempo sarà ineludibile E comunque non superabile da delle semplici affermazioni da parte della Giunta in commissione consiliare. Che si è poi presa l’impegno di procedere con dei regolamenti e degli specifici atti di governo per meglio svilupparne l’applicazione.

A questo punto a noi rimarrà il compito di continuare a vigilare. Al di là dell’aspetto normativo autorizzativo, per quanto riguarda gli incentivi all’acquisto e alla commercializzazione delle produzioni specialmente extra settore lattiero caseario, gli strumenti attualmente in disponibilità della Pat e dei cittadini sono infatti praticamente inesistenti. 

Insomma non è sufficiente dirsela e crederla. La Giunta dovrà dimostrare la sua serietà fatta di bandi, stanziamenti e relativi contributi. Staremo a vedere, in qualità di attenti osservatori, puntuale pungolo di questa maggioranza. 

La rete dei piccoli produttori locali se lo aspetta. 

28 Giugno 2022 0 Commenti
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Accordi transregionali e siccità. La collaborazione a doppio senso di circolazione qualche volta fa comodo anche al Trentino

Da Michele Dallapiccola 26 Giugno 2022

Mai come dal confronto con le Regioni confinanti in questi giorni, possiamo capire quanto siamo fortunati (per ora) al poter vivere il dramma della siccità  soltanto per sentito dire.

Ci sono in effetti, alcune situazioni di crisi idrica in qualche Comune del Trentino, ma nulla rispetto alla notizie che attivano della pianura padana. QUI IL LINK DI UNA DELLE TANTE NEWS

I presagi riguardo a come evolverà questa situazione angosciante non sono affatto positivi. Le notizie che raccogliamo sono a dir poco angoscianti. Ci raggiungono testimonianze di contadini messi di fronte alla necessità di dover scegliere quali campi irrigare e quali lasciar morire. Ci sono allevatori giunti alle forche caudine del dover salvare il salvabile. La scelta di trinciare ora il mais, a meno della metà della sua maturazione, è segno di previsioni funeste anche per le prossime settimane. 

Gli esperti in materia si sprecano, le spiegazioni pure, come l’imbarazzo della scelta di a chi dar la colpa. 

Effettivamente alcune condizioni tangibili sono innegabili. Il livello nazionale è ancora assai lontano dall’aver completato un primo ciclo di lavori agricoli e civili di ristrutturazione di opere in piedi dal primo dopoguerra. In Trentino, grazie alla buona volontà di amministratori e cittadini, molto invece è già stato effettuato.

Intendiamoci, c’è ancora molto da fare, eh? Ma – ad esempio – il passaggio di tutto il nostro sistema irriguo da pioggia a goccia è stato praticamente completato. 

Piccola nota politica. Finora durante questa legislatura l’unico atto forte che si è visto è stato cancellare il “Piano Acque Val di Non” senza aver predisposto nulla di alternativo ne lì ne altrove. Abominevole tubone a parte. Per intenderci a farlo sono stati gli stessi assessori che da più di un mese si dichiarano contrari all’ aumentare il deflusso minimo verso le regioni a Sud. Per carpire benevolenza e consenso da chi ci crede? La serietà sarebbe stata un’altra. 

Tornando al casus belli, l’assenza di precipitazioni che si accompagna ad una mutazione climatica evidente, è solo uno degli effetti che l’eccesso di emissioni in atmosfera di gas climalteranti provoca. Ne avevamo parlato l’altro giorno a proposito dell’abnorme sviluppo di artropodi di ogni genere. QUI IL LINK DELL’ARTICOLO

Cosa possa fare ciascuno di noi è cosa nota. Al di là di considerare con impegno ogni forma di spreco d’acqua al fine di evitarlo, la nostra attenzione deve concentrarsi nel massimo grado possibile alla riduzione di CO2 in atmosfera. In casa, in auto e nelle scelte di acquisto. E seguire le indicazioni della politica. 

Ma si sa, vale più un annuncio stampa di un atto populista al quale credono in pochi che un approccio serio ed impegnato fatto di faticosi accordi e di do ut des. Basti pensare alla gestione del rinnovo della concessione dell’A22. Dove non sapremo mai quanto davvero si poteva fare di meglio per il Trentino.

Ma anche l’annuncio dell’evoluzione della promozione del Garda Unico ha seguito un iter di presentazione piuttosto curioso. Ma forse, è l’utilitarismo che fa cambiare la prospettiva di un’azione comune, dove collaborare va bene. Va bene perchè le porzioni più rilevanti di lago del Garda turistico sono quelle veneta e lombarda. E così nel suo pieno stile populista nemmeno qui, la destra trentina si è risparmiata dal vizietto di farsi bella con le cose trovate fatte nel cassetto. L’ente promozionale turistico denominato Garda Unico, esiste da anni. (vedi la foto di copertina del 2018, fatta con lo stesso assessore Caner che è annunciato come la novità di oggi).

Questo accordo è come una specie di attrezzo. Se lo finanzi e lo indirizzi funziona. Bene dunque, che si sia deciso in una sua evoluzione. Viva gli accordi transregionali. Perché qualche volta ne abbiamo bisogno anche il Trentino.

26 Giugno 2022 0 Commenti
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Quando un’opposizione finisce al governo. E fa fatica a metterci del suo.

Da Michele Dallapiccola 25 Giugno 2022

E’ fortunato chi incorre nella pregiata opportunità di amministrare la Provincia Autonoma di Trento. Si trova a dover rispondere a bisogni sociali ed economici assai concreti. A questo agire dovrebbe poi coniugare una propria capacità di visione. Gli scenari futuri, specie se negativi, andrebbero infatti prevenuti. Il risultato è un’esperienza meravigliosa che qualora vissuta ti permette di osservare con maggior competenza e spirito critico chi sta governando ora al posto tuo. 

Come sta governando il centrodestra in Trentino?

Tralasceremo qui la critica che abbiamo sempre fatto a questa giunta quando nel recente passato l’abbiamo apostrofata perché spesso si è comportata come un juke box. A questo LINK, un articolo del IL DOLOMITI, che racconta un esempio. Come è andata con le celle ipogee di Melinda?

E in effetti le poche risposte che sono arrivate da questo governo sono per lo più attuazioni di specifiche richieste. Si pensi alla riforma delle Comunità di valle, che alla fine hanno scritto i sindaci o alla riforma del turismo interamente eterodiretta da una sola specifica associazione di categoria. Oltre ad aver provato a tradurre in salsa locale alcune battaglie di principio di salviniana memoria, si può affermare senza ombra di smentita che acuti non ne ha staccati. Ho provato a vedere se possa starci qualche idea nel cassetto della lega di opposizione tenuta magari per quest’ultimo scorcio di legislatura come pirotecnico effetto acchiappavoti. Ma niente da fare. Attingendo alla nutrita letteratura che l’archivio consiliare custodisce, si possono agevolmente consultare le copiose tracce del passato istituzionale dell’attuale governo provinciale. 

A ben vedere hanno un tutte un loro filo logico. Le mozioni e le interrogazioni scorrono una dopo l’altra mettendo in dubbio o criticando le scelte del governo in carica in quel tempo. 

Idee poche, slanci di ingegno, ancor meno. 

È forse questo il motivo che fa di quelle stesse persone di allora, un’odierna amministrazione che governa in maniera piatta. Rincorrendo bisogni. Così facendo finisce per dare continuità alle stesse richieste che le stesse persone avevano inoltrato alla giunta precedente, 5 anni orsono. Alcuni desiderata rispondono a cose mai portate avanti (anche per colpe pregresse), altre solo perché semplicemente rappresentano il completamento di quanto avviato in precedenza.

Così chi doveva far la parte del governo del cambiamento ha scelto la strada comoda. Si è messo ad obbedire. Un po’ a tutti.

Ad un certo punto il colpo di scena! Per provare a distinguersi, il Carroccio locale ha finito per concentrare tutta la sua forza innovativa su un concerto. La gente si è divertita, non si è fatto male nessuno, è stata un buona idea. Un tantino cara, ma ci penseranno i cittadini a giudicare se quei milioni spesi potevano essere investiti meglio. Come la pensiamo lo abbiamo già detto molte volte.

Il resto è franato dove doveva franare. Prendiamo l’esempio della sanità, a onor del vero, “in crauti” anche per ragioni extra provinciali. Che pure ci sono state, ad esempio anche in Veneto e Alto Adige dove però le cose non sembrano essere andate così.

Se proprio vogliamo soffrire, ricordiamoci come sono andate le cose con la nuova gestione degli immigrati o dell’assegno unico provinciale. Il combinato disposto tra l’azione locale e l’ex governo gialloverde nazionale ha provocato la peggior crisi di carenza di manodopera che uomo ricordi. Immigrati a casa e italiani pagati a non far niente. Prima i Trentini dicevano. Evidentemente pensavano nell’arrangiarsi a lavorarsela.

E che dire del Progettone o delle concessioni idroelettriche delle medie e delle piccole derivazioni? O delle grosse novità (?) nel campo della gestione dei grandi carnivori. Le avete viste? E dello scempio della Valdastico?

Il controllo: un compito ingrato? Niente affatto.

Potrebbe bastare per demotivare chi per incarico elettorale deve controllare tutto questo? Ebbene no, nonostante tutto confermo che l’incarico di consigliere di controllo in minoranza è assai formativo e costruttivo. Si tratta di un compito ricco di responsabilità di critica, di denuncia e di proposta. Ed è venuta buona anche la precedente esperienza di governo perché ci ha permesso di formulare interrogazioni e critiche solo dove era evidente che si poteva fare diversamente. Abbiamo forzato soprattutto dove gli intendimenti della giunta si basavano su un approccio ideologico anziché sul buon senso. Ultimo esempio? 

E’ dall’inizio della legislature che diciamo alla giunta che i box di poliuretano espanso a servizio dei pastori, portati in alta quota, fanno schifo dal punto di vista paesaggistico. Sono  una decina – più o meno – gli atti politici che la giunta ha bocciato. Salvo uscire col suo recente comunicato dove annuncia la loro sostituzione con analoghe strutture in legno. Quattro anni per rendersi conto delle necessità di un lavoro che poteva essere svolto in quattro settimane. Mancava legname in Trentino forse?

PS. Nella foto di copertina una recentissima predazione in val Rendena. In compagnia dell'”ospite” della Malga. Quando la lega stava all’opposizione ne parlava sempre. Adesso prova a non parlarne più. Io lo ho sempre fatto e così continuo anche qui.

25 Giugno 2022 0 Commenti
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La discarica di Imer. Una vicenda che insegna che chi è assente ha sempre torto.

Da Michele Dallapiccola 24 Giugno 2022

L’onore di occupare i banchi del consiglio provinciale ancorché da forza di minoranza riveste alcuni aspetti di valore.

Se poi l’esperienza si affianca alla precedente opportunità di amministrare in maggioranza, permette di osservare politica ed amministrazione con maggiore obiettività. Diversamente è infatti più difficile cogliere le ragioni e le difficoltà che vive chi amministra. Contribuisce a fornire il quadro completo delle questioni anche l’incarico istituzionale. Permette anche di muoversi e di frequentare il territorio. Nel dopolavoro del consiglio provinciale si possono incontrare una moltitudine di persone ed entrare nei problemi con meno filtri e meno remore.

Per queste ragioni, con curiosità ed interesse, ho seguito da vicino le mosse – devo dire piuttosto goffe – di questo governo provinciale alle prese con l’emergenza rifiuti. 

Eh si, parlo di emergenza perché è in condizione del genere che la Provincia a trazione leghista si è incartata. Se Vaia e il Covid sono letteralmente piovuti dal cielo, della situazione delle discariche, questo esecutivo era più che avvisato. Un po’ come nell’organizzazione sanitaria. 

Il problema è che se investi tanto tempo sul territorio a serate, uscite in pulmino e bicicletta e vicinanza alla gente a fiere e mercati, dei problemi che sollevano gli uffici tardi un po’ a rendertene conto. Questa è almeno l’impressione vissuta osservando dall’esterno le mosse di una maggioranza che non ha brillato per risultati ed efficacia. 

A giocare a sfavore fin dall’inizio, con ogni probabilità è stata la partenza di mandato caratterizzata da un cattivo rapporto con Bolzano. Specie per quanto riguarda la partita del rinnovo di concessione dell’A22 (non ancora terminata comunque su una mediazione). 

In un’economia generale di accordi tra le due province, il maggior conferimento di rifiuti all’inceneritore altoatesino avrebbe dato un po di fiato al sistema trentino. La “raffazzonata” delle aperture delle discariche di Imer e Monclassico si poteva forse così evitare. E una maggior consapevolezza della giunta provinciale, l’avrebbe forse fatta partire subito con la progettazione di soluzioni alternative. Ormai però qui siamo e da qui dobbiamo partire.

La serata pubblica di Imer

L’altra sera ho assistito ad un incontro pubblico ad Imer dove il locale Comitato nato a spontanea tutela dei cittadini ha presentato pubblicamente delle informazioni che hanno impressionato non poco. Una moltitudine di persone si è riunita per assistere ad una serata dove venivano presentati i dati di una stretta osservazione della coltivazione della discarica, fin qui avvenuta. 

Il racconto, per prova documentale, narra del conferimento in discarica di fanghi da depurazione delle acque, pare di terreno cimiteriale (?) e altro materiale che nulla c’entra con il secco residuo che era stato annunciato. Non ho elementi per dire se questo corrisponda al vero, ne ho le competenze per giudicare se è legale o meno. Di certo le persone che presentavano questo stato di cose erano molto arrabbiate. Del resto, lamentavano un fatto. A detta loro, la maggioranza provinciale latitava, come sempre fatto per l’intera vicenda.

La popolazione ha avvertito la totale assenza delle istituzioni. Ed in effetti, come non condividere che chi manca ha sempre torto? 

24 Giugno 2022 0 Commenti
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