Michele Dallapiccola
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Michele Dallapiccola

Michele Dallapiccola

Contributi per la viticoltura. Dentro ad un apparentemente innocuo provvedimento, il disagio di un metodo profondamente sbagliato di assegnare i (pochi) fondi disponibili.

Da Michele Dallapiccola 9 Gennaio 2022

Il compito di un consigliere di controllo/opposizione è spesso piuttosto ingrato. Costringe a mettere fin troppo spesso in evidenza gli aspetti negativi dei vari provvedimenti della maggioranza. Lenisce, l’ingrato esercizio, l’accompagnare la denuncia degli aspetti negativi con proposte o consigli. 

Se è vero che la lingua batte dove il dente duole, in amministrazione il punto cagionevole è individuabile nell’elargizione dei contributi o nell’indirizzo dei finanziamenti. Per questo motivo abbiamo  spesso apostrofato l’attuale governo provinciale come privo di capacità di visione e approccio complessivo allo sviluppo. Dopo decenni di opposizione, evidentemente si ritrova al potere partendo da una preparazione amministrativa limitata e finendo dunque per correre rischi elevatissimi. Il peggiore riguarda l’utilizzo dell’assegnazione dei contributi perseguendo logiche di voto o anche semplicemente di soddisfazione di richieste in forma spot.

Prendiamo l’esempio del campo agricolo. E’ ancora caldo lo scalpore che avevano procurato gli oltre due milioni di Euro investiti nei carri raccolta mele. Eppure nell’ambito della stessa melicoltura che pure non soffre del suo peggior periodo, sarebbero stati molti altri gli ambiti dove intervenire in maniera più razionale. 

La logica del contributo spot prosegue. 

Qualche tempo fa in campo enologico, abbiamo assistito all’attivazione di un bando che assegna contributi per l’acquisto di nuove barrique. E’ un provvedimento che è passato piuttosto inosservato nonostante, per chi amministra, un’azione del genere gridi vendetta.

Si tratta infatti di materiale che tradizionalmente viene finanziato sui canali garantiti dai fondi OCM o del PSR. Attivare un altro, nuovo, terzo canale comporta ulteriore inutile lavoro per gli uffici e sovrapposizione burocratica non necessaria. Per gli addetti ai settori il senso di questa operazione tuttavia è chiaro. Anziché affidarsi a una distribuzione automatica e dunque anonima della contribuzione, l’attivazione da parte della politica di uno specifico bando individua più facilmente nome e cognome a chi abbia messo a disposizione i fondi, soprattutto da parte di chi li abbia richiesti. 

Si tratta insomma, con ogni evidenza, di un provvedimento dall’aroma clientelare che per giunta sovraccarica di inutile lavoro gli uffici provinciali, disorientando infine l’ignaro utente finale. Un metodo, piuttosto diffuso che oggi abbiamo esemplificato in questo, tra i tanti episodi.

9 Gennaio 2022 0 Commenti
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E se guardassimo l’allevamento ovino sotto un’altra luce?

Da Michele Dallapiccola 8 Gennaio 2022

Che la pecora sia un animale simpatico a molti è risaputo. Che abbia altre funzioni oltre ad animale da reddito, un po’ meno.

Con quel suo sguardo docile, coi suoi occhioni gialloni dolci, il suo aspetto lanuto, il suo fare indolente, porta facilmente con sé simbolismo pacifico ed accattivante. Immaginarla e contarla nella numerosità di un gregge, in una diffusa credenza popolare, è persino un ottimo conciliatore di sonno. 

Sarà forse per questo motivo che il suo allevamento è in espansione non solo nell’ambito delle razze da reddito. In Trentino, per queste, parliamo essenzialmente di tingola e bergamasca. Stanno sempre più prendendo piede anche alcune razze per così dire amatoriali, non da reddito ma piuttosto  da compagnia.

Può essere un’ottima opportunità e regala soddisfazione di vario tipo per chi abbia spazio per tenerle e passione di farlo. Non dunque un hobby alla portata di tutti, ma nemmeno nulla di settario o trascendentale. 

Nella casualità delle frequentazioni del territorio trentino mi sono reso conto che ieri, senza volerlo, mi sono imbattuto in tre diverse di queste razze. 

Ho visitato un gruppetto di pecore di Lamon. Una razza autoctona del tirolo storico, riconosciuta in estinzione ai sensi della Comunità Europea. 

Con loro vive anche un simpatico maschietto di Ouessant, una pecora nana, utilizzata anche come rasaerba naturale nei vigneti biologici per la sua bassa statura e dunque scarsa capacità di brucare tralci e danneggiare viti, potate più in alto. 

Ma è senz’altro l’allevamento di Nicola Gagliardi che mi ha più divertito. È questo il verbo più adatto per definire il primo impatto con questo fortunato allevatore perginese. Ci mette davvero tanta passione e si vede. E la trasmette pure quando racconta la sua storia e quella del gruppo di pecore Vallesi (Walliser Schwarz Nasen Schafen) che vivono con lui.

Presto, pare che i fortunati proprietari di pecore come le sue, si riuniranno in un’associazione. Sarebbe un’ottima occasione per scambiarsi consigli e diffondere cultura territoriale. Attenderemo sviluppi con grande interesse.

Sul senso complessivo dell’amore per l’allevamento c’è poco da aggiungere. Certe cose non si possono spiegare. Sono passioni o meglio emozioni che vanno vissute. Il racconto dice poco. Il resto è in mano a quegli alcuni fortunati che le pecore possiedono. 

8 Gennaio 2022 0 Commenti
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Che fine ha fatto la Guest Platform?

Da Michele Dallapiccola 6 Gennaio 2022

Sotto, le parole della giunta provinciale alla conferenza provinciale del turismo. Quella dell’aprile 2019. 

Diventare smart, intelligenti e data-driven diventa un percorso imprescindibile per le destinazioni turistiche moderne, sfida che richiede un cambio di paradigma nella relazione 4 con il turista a 360° e nella scelta dell’infrastruttura tecnologica che ci traghetterà nei prossimi anni. Sfida che come Trentino accogliamo anche con il progetto Trentino Guest Platform, un progetto che mette al «centro» il Turista e le sue esigenze. Lancio della fase beta nel 2020 ma con una road map di rilasci già definiti nel corso dei periodi successivi. 

Le ho citate con orgoglio perché partono da lontano. Partono da un’altra conferenza provinciale sul turismo, una di quattro anni prima. 

Qui sotto il link del Comunicato Stampa relativo di allora.

A quel tempo, per il Trentino Digitale, di costruito c’era già molto. Recuperato il gap col resto della nazione, a partire dai primi anni duemila il governo Dellai aveva dato uno slancio fondamentale al completamento del sistema di fibra ottica che avrebbe connesso tutto il Trentino. Il Governo Rossi procedette alla sua ultimazione, in  parte non ancora definitivamente avvenuta. Ottenemmo finanziamenti importanti, spingemmo a che la parte strutturale del Trentino digitale del 2020 arrivasse al suo completamento nel più breve tempo possibile. A questo link, uno dei bei “goal” amministrativi di allora.

Le applicazioni in campo pubblico e privato sarebbero state moltissime. La digitalizzazione è la prima arma per provare, almeno un pochino, a combattere la burocrazia. E poi per le imprese. E tra queste quelle turistiche. Immaginiamo un Trentino digitale, connesso e capace di essere utile al turista e all’operatore. Conoscere le sue abitudini dell’ospite, gli spostamenti, le necessità avrebbe reso la sua vacanza qualcosa di unico e irripetibile.

Questa bozza di progetto lasciata in eredità al governo entrante è stata da quest’ultimo presa fortunatamente in carico e portata avanti. Certo, con troppo ottimismo sia il sottoscritto che il suo successore pensavano che dal 2020 si sarebbe potuto vedere qualcosa. In questi oltre tre anni di governo del progetto ci sono solo delle vaghe informazioni. Di sicuro non pubbliche, di sicuro non sulla stampa. Eppure, questa maggioranza è afflitta da tale bulimia di annunci che spesso comunica ben prima che le attività vengano ultimate.

Non è nemmeno servito ad un gran che dotare la Trentino Marketing di un direttore, 4 ATA, e un gran bel consiglio di amministrazione delle cui gesta e produttività concreta si fa altrettanta fatica a trovare traccia sui media.

Quella che pare sia diventata una super app – dal costo per altro milionario – ancora non c’è traccia. 

Ecco allora un’altra, delle belle cose, da augurarsi che il nuovo anno saluti.

6 Gennaio 2022 0 Commenti
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Lupi, lupi e ancora lupi. Ai tempi della lega.

Da Michele Dallapiccola 5 Gennaio 2022

Non fa quasi più notizia quella dei continui avvistamenti di esemplari di lupo in prossimità dei centri abitati. In questa prima parte dell’inverno 21/22, si sono fatti sempre più numerosi.

Eppure a voler guardare con occhio scientifico-naturalistico, il fatto è assolutamente normale. Il lupo, protetto da severissime leggi nazionali ed internazionali, si sta riprendendo quella che per secoli, è stata anche la sua terra.

E adesso, l’eclettico carnivoro, si muove senza tanti complimenti. Segue la disponibilità di cibo e la facilità a reperirne.

E il fatto, a volte, è incomprensibile. Dal punto di vista culturale, la nostra cittadinanza non era più abituata alla presenza del lupo. Questo specialmente perchè sono ormai almeno cent’anni che l’ultimo lupo è scomparso dalle Alpi. Ucciso da un’ultima fucilata dopo secoli di sterminio.

Grandi carnivori che dividono.

Che tristezza diranno alcuni, che fortuna vorranno dire altri. E questo perché il lupo è un argomento che spacca l’opinione pubblica in due. A odiarlo c’è quella fitta schiera di persone che sono danneggiate. Ma non solo. A nutrire queste fila c’è anche chi ha paura, chi non conosce, chi non sa come potrebbe reagire questo animale in caso di incontro. 

In realtà, al netto delle ataviche paure e dei danni che purtroppo si possono subire, di timore (almeno per ora ) invece non occorre averne. Ad esempio, nessuno di noi si sogna di aver paura di andare nei boschi per il timore di incontrare la volpe. Sappiamo tutti perfettamente che quando ci si avvicina, questa se la dà a gambe levate. Ed è così che si comporta anche il lupo. 

Questi fatti, ad esempio, questo governo provinciale s’è preso la briga di spiegarli ben poche volte ed a un numero molto ristretto di persone. Per questo lo abbiamo voluto fare noi in una serie di numerose serate informative. (attualmente sospese per ragioni sanitarie).

Sia chiaro per tutti, so che anche il mio partito, il PATT è a favore di una gestione ragionata e garantista della specie lupo. Che ai sensi Comunitari, per espansione e numerosità può benissimo diventare specie protetta e dunque faunisticamente gestita. L’accordo per farlo, ora è possibile proprio grazie ad una legge che ha varato nel suo momento di governo, la n° 9/2018. Per attuarla è necessario varare un Piano la cui approvazione va conquistata con lo Stato e la Conferenza delle Regioni. Andrebbe chiesta fiducia portando ad esempio le buone capacità di gestione della fauna della PAT e degli altri grandi Carnivori.

Allora, vi immaginate quando ora la Provincia presenta come è gestito qui l’orso? O che cosa sta facendo di innovativo per gestire questo e il lupo? Ecco perché aver cercato di nascondere il problema in questi tre anni, il non aver messo un minimo di fantasia nelle iniziative, ha fatto doppiamente male a contadini e cittadini.

Invece noi continueremo a parlare, a spiegare, a raccontare e a lanciare idee. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo se necessario, perché riteniamo che di fronte al nulla che permette di fare la legge (per ora) a lenire il problema possono venire in aiuto soltanto due ingredienti principali: la formazione e l’informazione. Raccontare di che cosa si deve aver paura e di che cosa invece non è necessario temere, come comportarsi, quale atteggiamento mantenere di fronte a questa agrodolce presenza. 

Diverso invece il pacchetto di informazioni e azioni da intraprendere relativo alla presenza del lupo in rapporto agli allevatori. Ma di quello ne avevamo parlato a lungo in più e più di un’occasione anche su queste pagine.

Il più grande rammarico.

Tutta questa condizione di agitazione è stata implementata da sempre da un partito. Quello che “viveva” sotto ai gazebo e che ora è al potere ma si limita a dare la colpa ad altri, scrivendo letterine al ministro. Non è questo un problema che si risolve per corrispondenza poiché la sintesi avviene all’interno delle Stanze romane in accordo col Ministro e con gli altri Assessori competenti d’Italia. 

Diversamente si utilizza (male) la stampa per fare degli spot e raccontare da che parte si sta cercando di raccogliere quel poco di consenso che può garantire limitarsi a denunciare un problema anziché fare qualcosa per provare a risolverlo davvero.

Mi sono sempre chiesto che cosa avrebbe fatto la mia opposizione e cioè la lega, qualora si fosse trovata al governo con questo problema. Oggi finalmente ho la risposta. Continua a fare quello che ha fatto nei 5 anni precedenti: opposizione! Questa volta non più contro la Provincia, visto che la governano loro; stavolta si tira in ballo lo Stato.

5 Gennaio 2022 0 Commenti
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GOVERNO PROVINCIALE. POCHE MANI ALLA FINE DELLA PARTITA.

Da Michele Dallapiccola 3 Gennaio 2022

Se il periodo di governo fosse paragonabile ad una partita a briscola, allora saremmo autorizzati a pensare che questa giunta, con ogni probabilità, ha già giocato tutti i suoi carichi

Come avrete notato tutti, ogni membro del governo del cambiamento, presidente compreso, ha cercato di “giocarsi” la sua riforma.

Opere pubbliche/riassetto normativo.

La caparbietà di voler promuovere come fattibile il prolungamento della A31 fino a Rovereto sud è grande almeno quanto l’impossibile promessa quale è. Può invece destare attenzione un Piano che contenga almeno una grande opera da 50 a 60 milioni all’anno. Il confronto col recente passato dove le risorse erano anche meno è impietoso. Oltre a quelle minori nella nostra precedente legislatura solo con le due principali abbiamo avvicinato i 300 (Depuratore di Trento sud/Collegamento Loppio-Busa).

Di norme proposte dalla giunta provinciale e impugnate dal Governo centrale si è perso il conto. Come delle spese per resisterci in giudizio.

Turismo

Una riforma che aveva chiesto una sparuta minoranza ha prevalso su tutti. Aumento di burocrazia, livelli di gestione e tassa di soggiorno costringono la promozione locale a doversi riorganizzare durante il peggior periodo dal dopoguerra che il turismo abbia mai conosciuto.

Sanità

Sembra quasi organizzata per corrispondenza una riforma che sempre più svela la sua tendenza. Oltre ai tagli è palese il tentativo di privatizzare la sanità trentina. All’uopo, questa maggioranza si è scelta un direttore generale il cui modus operandi appreso nelle sue precedenti esperienze nazionali, va proprio in questa direzione. 

Comunità di Valle 

Romperà forse finalmente gli indugi questa maggioranza, troppo timida su questo aspetto. Ben diverso il piglio che manifestava nel suo pregresso momento di opposizione.

Diceva di cancellare tutto, finirà col gestire un piccolo make-up senza probabilmente cambiarne nemmeno il nome.

Agricoltura

Alla PAC 21-28, il piano europeo dei finanziamento agricoli, manca un 20% delle risorse. Son finite nel PNRR? Poco importa, la missione di non scontentare nessuno è praticamente impossibile. Eppure, intanto, si aiutano viti e mele quando già ci sta pensando il mercato E si trascura la zootecnia in mano ad un silente manipolo ormai costituito da un migliaio scarso di operatori. 

Ambiente

Di discariche e centraline ne abbiamo già parlato, sarebbe come agitare il coltello nella piaga. Di lupi, orsi e cinghiali, da chi ha lavorato una vita per il settore, si sarebbe potuto pretendere qualcosina(-ina) in più del grave silenzio.

Scuola e… cultura?

Reintrodurre la sovraintendenza e togliere l’obbligo del trilinguismo noncuranti del dissenso generale saranno sufficienti a scrivere qualcosa oltre la semplice cronaca? L’unica cosa certa è che a perderne è la completezza intellettuale dei nostri giovani, specialmente rispetto ai loro competitor più a nord. Nativi bilingui.

È dunque sempre più forte adesso che un gran bel concertone sistemi tutto. Tra polemiche e difficoltà oggettive, la manifestazione finirà in maniera agrodolce. Correranno il rischio che i danni superino i guadagni. Quest’ultimi sicuri soltanto con chi ha fatto un contratto dagli aspetti molto discutibili.

E intanto, mani da giocare ne restano davvero poche.

3 Gennaio 2022 0 Commenti
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Gli strumenti del consigliere e i numeri di un impegno: un atto politico al giorno e un giro del mondo all’anno!

Da Michele Dallapiccola 2 Gennaio 2022

Per esercitare (bene) il mestiere del Consigliere provinciale/regionale, qualche attrezzo ci vuole. 

Posto che l’ufficio inteso come sede viene concesso in dotazione dalla Provincia, rimangono necessari un paio di strumenti che uno si deve portare da casa. 

Il primo è gratuito e si chiama buona volontà. Serve per leggere documentarsi e preparare gli atti politici.

Il secondo è un’automobile, mezzo con la quale muoversi in provincia ed essere presenti sul territorio. E’ una vera e propria moltitudine di persone quella che ogni giorno ci contatta. E’ davvero impensabile che possano tutti venire a trovarci a Trento in Sede Gruppi Consiliari. Lì infatti studiamo e ci prepariamo secondo quanto è proprio del nostro dovere.

Mozioni, interrogazioni, disegni di legge sono gli atti politici che ciascun consigliere ha la facoltà di predisporre. Nessuno è obbligato se non dai cittadini che lo hanno eletto a fare nulla. Si fa ciò che si sente il dovere di fare. Per quanto mi riguarda questo avviene in collaborazione con tutto il Gruppo Consiliare, ma particolarmente con la collega Paola Demagri. Ebbene, in questo primo triennio, abbiamo predisposto e depositato 580 atti politici.  Considerato che un anno lavorativo conta circa 200 giorni, significa che ne è praticamente stato depositato uno al giorno. A QUESTO LINK il collegamento con il sito istituzionale.

Quanto detto sopra si svolge essenzialmente negli orari di ufficio dove si lavora in maniera libera o partecipando alle commissioni, all’ufficio di presidenza o alle sedute di consiglio provinciale.

Lavoro in… mobilità!

Vi è poi la parte “territoriale” del lavoro dove ci muoviamo com’è giusto che sia, con la nostra autovettura. Ebbene, ieri mi sono preso la briga di fotografare il contachilometri della mia autovettura proprio nella giornata del suo terzo compleanno. Le restrizioni da Covid hanno parzialmente ridotto l’attività ma non hanno impedito all’infallibile strumento di segnalare che finora, considerando anche una singola autovettura, abbiamo percorso circa 116000 km. In pratica un giro del pianeta Terra all’anno. Da considerare inoltre che non sono compresi i chilometri che percorro da passeggero quando, in ecologica modalità di car pooling, salgo sulla vettura dei colleghi.  

Quella itinerante è senz’ombra di dubbio la parte più gradevole del nostro lavoro. Ti fa far tardi, sempre molto tardi ed è così per molte serate. E’ l’unico modo per registrare il polso della situazione. Con una certa rispondenza alla realtà. Lo permettono soprattutto le parole delle numerose persone che incontriamo ogni giorno e alle quali dobbiamo tutto il nostro impegno. 

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A quando le prossime elezioni provinciali? Già un altr’anno?

Da Michele Dallapiccola 1 Gennaio 2022

Sembrava così lunga, davanti, in quell’ottobre del ’18. Si era appena compiuto il “capolavoro” della lega, al governo del Trentino per i successivi cinque anni.

Invece, siamo già arrivati. L’anno prossimo sarà già quello elettorale. Nel 2018, fu il nostro litigioso centrosinistra provinciale, al termine del suo periodo di governo, a passare il testimone. Diviso, incerto fino all’ultimo, fece di tutto per spianare la strada alla lega. Del resto già da tempo il passaggio era favorito da condizioni di contesto. Anche il Trentino era ammaliato dalla voglia cambiamento che ai tempi, la formidabile capacità mediatica del Salvini nazionale sapeva promuovere. 

Così, la destra locale equipaggiata di alcuni “galoppini” di partito, di molte prime esperienze e un bagaglio di competenze pregresse diciamo non impressionanti, si apprestò a gestire il Trentino del cambiamento. 

Come sono andate le cose?

I politologi raccontano di analisi sociologiche condotte su popolazioni nel mezzo di una crisi. Ebbene in condizioni estreme, in maniera statisticamente misurabile, i loro governi, implementano la loro popolarità ed il loro gradimento medio. Il perchè non è difficile da immaginare. Le difficoltà aumentano l’indulgenza della popolazione verso governanti inchiodati al centro della tempesta. Anche per compassione. 

Per questa destra trentina sarebbe stato sufficiente star ferma e gestire soltanto i danni. “Incredibile dictu”, ha voluto metterci del suo, riuscendo a peggiorare le cose. Qualche esempio?

I rincari delle tariffe e dell’energia elettrica.

La partita viene gestita così male da venire respinta dal Consiglio delle Autonomie Locali per scarsità di confronto. Sulle discariche di rifiuti, riaperte a sorpresa, le polemiche vengono controllate con la tecnica dell’annuncio/ritiro. Ma è durante l’estate che questi novelli michelangeli dell’energia elettrica si sono dipinti la loro cappella sistina. Per una non meglio compresa caparbietà assessorile, è stata approvata una norma che qualora applicata potrebbe mettere nelle mani delle multinazionali le centraline elettriche che per ora alimentano anche i bilanci dei nostri Comuni.

Ma il Trentino non era famoso per le sue politiche ambientali? Turismo e immagine ne beneficiavano. 

Una volta. Perché oggi proprio il partito che da sotto ai gazebo banchettava a base di carne di orso, sta girando col fare di un agnellino a sostenere che la miglior cosa da attuare per gestire questi animali è… tenerseli! In cambio offrono catture alla pressappoco e bidoncini anti orso. Ah, sul lupo si glissa. La vecchia tecnica dell’incolpare qualcun altro va sempre bene.

Sanità al collasso in pieno Covid? Impossibile trovare medici generici? Risparmiamo! 

Con un ordine a quanto pare mai ritirato si è deciso fin da inizio legislatura di tagliare 120 milioni di euro. Come se non bastasse, sulla schiena della Sanità trentina è stata caricata una riforma che non aveva chiesto nessuno. L’effetto è portare confusione proprio nel momento della maggior confusione. Da Covid e carenze organiche.

Comunità di Valle. Dov’è finita la riforma istituzionale?

Tanto tuonò che piovve disse il partito che voleva demolire le Comunità di Valle. La lega partorirà il topolino che come massima botta di vita, toglierà le assemblee e lasciano tutto com’è. Non prima di aver fatto penare ben tre anni di commissari e di incertezze a tutti.  

Piano opere stradali da 180 milioni.  

In una Provincia che da decenni stanzia decine e decine di milioni in opere stradali, auto congratularsi di un Piano ereditato almeno per la metà, fa un po’ sorridere. Forse per la manifesta ingenuità che dimostra. Per la malizia elettorale direi proprio che c’è poco spazio. Le priorità le dà un programma di promesse praticamente scritto ed ereditato da ogni governo pregresso che sia passato da Piazza Dante dalla Seconda Guerra in poi.

Turismo al tempo del Covid?

Nessun problema! Affrontiamo la ripartenza salvando bombardini e zona bianca con gli ospedali pieni. Nel frattempo, si riforma completamente l’organizzazione di promozione territoriale, togliendosi pure lo sfizio di aumentare la tassa di soggiorno. 

L’agricoltura sembra l’unico settore in pace.

Le mele si vendono bene, il latte fa i suoi bilanci, il vino pure. Ma siamo proprio sicuri che non sia “il sole di Bertoldo dopo il quale arriva sempre la tempesta?”. La riduzione di valore della prossima nuova Pac e l’aumento dell’ incidenza dei costi delle materie prime e dell’energia sulla produzione, non fanno presagire nulla di buono.

Carenza di personale nel sistema dei lavoratori stagionali, sistema dell’accoglienza e cooperazione internazionale sono alcuni dei sistemi che sono stati fatti saltare. Anche avvalendosi di basisti interni. Non possono essere derubricati a solo problema nazionale.

In questo guazzabuglio, con le premesse considerate all’inizio di questo scritto, le cose inevitabili erano davvero poche.

Eppure, qualcosa ancora potrebbe far andare tutto storto. Mi riferisco alla disgraziata ipotesi che chi sta cercando di costruire un’alternativa di governo a questa destra leghista Trentina non riesca a centrare il proprio obiettivo.

Fortunatamente, grazie alle notizie sempre più attendibili di questo periodo riteniamo quest’ipotesi poco verosimile. Direi che a questo punto non c’è che da rimboccarsi le maniche.  

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Ciao 2021, benvenuto 2022 anche su questa pagina e per chi la legge.

Da Michele Dallapiccola 1 Gennaio 2022

Siamo tutti come in questa foto. Davanti ad una strada in salita, col clima freddo, duro, ma il cielo tendente al sereno. Ci lasciamo così questo anno trascorso affidandoci a scienza e fiducia. Specialmente reciproca.

Salutiamo insieme l’anno nuovo anche da questa pagina che mi/ci ha fatto tanta compagnia. Fuori e dentro al lockdown, quotidianamente abbiamo condiviso pensieri e atti politici. Azioni di Partito e di Consiglio, senza trascurare qualche riflessione tipica della nostra mutevole società trentina.

In quanti siamo davvero qui dentro?

E’ la domanda che mi sono sempre posto. Poi un giorno il mio geniale amico Ivan mi consiglia una piccola rilevazione statistica digitale. La uso da allora ed oggi ho selezionato un periodo di riferimento dell’anno appena trascorso. E’ davvero la giornata propizia per farlo.


E qui sotto il riscontro dell’attività dei contatti. Un grazie sincero alle 35mila persone che un paio di volte almeno si sono fermate qui a curiosare.

La cosa bella è che mediamente si sono fermate per almeno 46 secondi di media. Il tempo di “legiucchiare” qua e là, le nostre considerazioni.

Il riverbero dei social è utilissimo e diffonde al meglio il canale che veicola i nostri pensieri. Ad esempio attraverso Facebook i post hanno raggiunto quasi 160mila persone.

L’impegno? Un paio d’ore al giorno, di buon mattino, generalmente spese bene. Lo sa chi va a correre ad esempio, per tonificare il proprio corpo. Noi ci proviamo qui per tonificare mente positiva e, speriamo, amore per la politica. Quella genuina.

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Un altro blocco della società. Chi pagherebbe il conto?

Da Michele Dallapiccola 30 Dicembre 2021

Se avete paura che succedano fatti amministrativi che provochino un blocco della circolazione come è avvenuto nel 20 e nel 21, secondo la mia modestissima opinione, con ogni probabilità potete stare tranquilli. 

E’ vero, nessuno può prevedere il futuro. Io per primo. Ma mentre la scienza affina le sue conoscenze soprattutto riguardo all’efficacia del vaccino e ai meandri della contagiosità del virus, la società si adatta.

E i decreti si susseguono mediando tra i consigli dei medici e i bisogni della società.

E’ sempre più prevedibile immaginare che grazie agli effetti delle immunizzazioni, questa malattia verrà derubricata in una “semplice” influenza. Innanzitutto grazie ai vaccini e alla scienza medica. Secondariamente, a causa di quello che non potrà ancora distribuire la politica: nuovi ristori. Eh sì, perché secondo una terribile evidenza, il Covid ha indebitato tutto e tutti oltre misura.

Chi ha subito pesantemente la crisi?

Precisiamo un fatto: a livello privato ci sono delle categorie economiche che del periodo di crisi hanno beneficiato. Non parlo del settore dell’healthcare, dei disinfettanti e delle mascherine ma di alcuni altri comparti diversi. Non li nomino perchè non meritano il minimo sospetto di biasimo. Se c’era un bisogno, senza prescindere da cristiana etica, andava perseguito e colmato, anche a livello commerciale.

Purtroppo sono sempre troppe le categorie economiche finite invece letteralmente sul lastrico a causa della pandemia. Eppure, per quanto grave fosse la loro situazione c’è qualcuno che l’ha dovuta subire in maggior misura rispetto a tutti. Il sistema degli enti pubblici. Innanzitutto l’Europa attraverso l’erogazione del PNRR agli Stati membri. Poi questi stessi rispetto all’UE ed ulteriormente anche la Provincia Autonoma di Trento per conto proprio. 

Tutti hanno contratto debito. 

Ricorderà di certo ciascuno di noi, quanto allarmante fosse la situazione pre-covid a causa del tanto sbandierato debito pubblico italiano. E ricordiamo sicuramente tutti il malessere che qualche anno fa procuravano gli annunci dello spread superiore a 200 e più o le informazioni della smisurata crescita del debito italiano negli ultimi anni.

Non solo quella condizione non è mutata di una virgola in positivo, ma senza ombra di dubbio ha subito un peggioramento la cui quantificazione definitiva in negativo sarà chiara solo fra qualche anno.

Non è necessario essere un politologo o un sociologo per pensare che le considerazioni dei medici dovranno essere prese in considerazione dalla politica con estremo ottimismo. Edulcorate, forse, anche. So che è grave quello che sto dicendo ma sostanzialmente se ciò avverrà sarà perché con ogni probabilità saranno finite le possibilità pubbliche di ristorare un nuovo lockdown. Tutto rimarrà aperto e si effettueranno restrizioni mirate a singole categorie-caso. Novax per primi.

Così nessuno avrà imposto nulla alle categorie economiche e nessuno avrà la responsabilità di ripagare quanto perduto dalla crisi.

Tenga stretti i ristori chi ha avuto la grazia di prenderli. Si attrezzi per un futuro tempestoso chi ha il coraggio e la forza di farlo. Abbiamo subito gli effetti di una specie di guerra e quel poco di ottimismo che ci è rimasto lo dovremo utilizzare per pensare che dopo ogni guerra arriva un tempo di ricostruzione. Proviamo tutti insieme, umanamente, a puntare su quello.

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La politica degli annunci. Tra invidia e false promesse uno stile (di salvini) che non tanto si addice ai veri trentini.

Da Michele Dallapiccola 30 Dicembre 2021

L’apprendere dai media dell’erogazione di contributi pubblici assai sovente nel cittadino medio suscita poca comprensione o peggio disagio ed invidia 

“Cosa farei con 70 milioni di euro”, è la prima domanda che salta in mente. Mi riferisco ai ristori annunciati oggi a mezzo stampa messi a disposizione dallo Stato per il sistema impiantistico sciistico del Trentino. Ebbene, nessuno leggendo le cifre, si ferma a pensare cosa farebbe non tanto con un regalo da 70 milioni€ ma piuttosto con 80, 100 o forse più  milioni di spesa. L’avvocato della difesa, agli impiantisti non serve. Non ne hanno bisogno e non hanno certo chiesto a me di farlo. Dico soltanto che lo Stato ha pagato, lo ha fatto sulla base di numeri e cifre dedotte da un fatturato e da dei bilanci pregressi in chiaro x tutti. E i fondi sono a disposizione grazie ad una collaborazione tra uno Stato e quella stessa Europa che sono in tanti a disprezzare ma che quando porta cose utili dimenticano facilmente.

Le aperture promesse e i danni provocati

Il punto è che nel 2021 gli impianti sciistici le spese le hanno avute comunque. Ci sono state perché la stagione sembrava poter partire più e più volte. Non solo per le speranze di ognuno ma soprattutto perché qualcuno le aveva alimentate. In ben più di un’occasione. Al contrario che in Alto Adige, dove hanno comunicato le chiusure da subito ad esempio, qui in Trentino ricordiamo tutti molto bene come la giunta fin da questi giorni dello corso anno continuasse a confermare aperture. Gli annunci di “faciloni” hanno indotto molti a pensare che in quanto autorevole la fonte, fosse attendibile il risultato. 

La politica degli annunci

Ma è un po’ così, per tutta la giunta; dopo tre anni dovremmo averci fatto l’abitudine. Eppure il nostro carattere di trentini ostinatamente trascinato dai social mantiene ancora un po’ di coscienza critica. Così, quando leggiamo che in Trentino tutto è sano e funziona bene, prima lanciamo qualche gesto scaramantico e poi ci chiediamo se non si possano trovare altre maniere per salvare capra e cavoli.

La memoria corre al Salvini nazionale e alla sua giunta locale, quando un anno fa dallo Chalet Fiat, invitavano tutti in Trentino proprio alla vigilia della pandemia e del lockdown integrale.

/www.ildolomiti.it/cronaca/2021/failoni-venite-in-trentino-siamo-piu-zona-bianca-che-arancione-ma-non-e-cosi-ecco-perche-e-come-in-passato-certe-dichiarazioni-non-hanno-portato-bene

Non di meno, la vita social di annunci di questa giunta ci ha abituato a colpi di scena grandi o piccoli, tutti da vedere tutti da dimostrare. L’acquisto di Castel Valer, il concertone di Vasco (a pagamento di tutti i trentini), il problema dei grandi carnivori, le guardie mediche, la sanità tutta. E anche i milioni per asfaltare mezzo trentino dell’annunciato piano strade della PAT. Se si spulcia la delibera che lo vara, molte diciture riguardano solo la progettazione o un’ipotesi di fattibilità. Più della metà delle cose contenute sono ereditate. Comunque non partiranno prima di qualche anno e si cominceranno a pagare nel 2024 fin oltre il 2030. I trentini avrebbero sicuramente preferito maggior realismo e maggior prudenza con affermazioni magari meno roboanti e più attinenti alla realtà. La giunta provinciale ha tutto l’interesse del caso ad addolcire la realtà. Leggerla con occhi diversi fa comunque sempre bene.

A questo link un altro punto di vista.

Questo modo di operare sempre sulla scena mediatica, sempre a suon di scoop che di fatto sono solo una promessa, farà sicuramente piacere ai loro pur moltissimi fan di partito. Se vogliamo leggerla in chiave di kermesse elettorale farà loro sicuramente molto comodo. Certo, fornirà anche molto materiale ai loro avversari politici nella campagna elettorale del prossimo anno. E questo perché al netto dei tanti contributi che comunque vengono dallo stato, l’unica cosa che potrebbe vedere la luce è un concertone del quale si trascineranno noie e polemiche per un gran bel pezzo.

30 Dicembre 2021 0 Commenti
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