Michele Dallapiccola
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Michele Dallapiccola

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BIOLOGICO VS CONVENZIONALE: EVITIAMO DI TRASFORMARE IL TERRENO AGRICOLO IN TERRENO DI BATTAGLIA

Da Michele Dallapiccola 23 Novembre 2020

L’ultima edizione 2019 del rapporto “Sinab” del Ministero delle politiche agricole sullo stato dell’agricoltura biologica in Italia racconta che, con una superficie coltivata a biologico poco sopra il 4% del totale, il Trentino si colloca quasi in fondo alla classifica delle Regioni.

Gli ultimi dati utili nel solo 2018 rispetto all’anno precedente, parlano di una discreta crescita del biologico in Trentino, con un passaggio da 4900 a 5.300 ca. . Sotto di noi solo la Liguria e la Valle d’Aosta.

Il vicino Alto Adige (coltivazioni e morfologia del tutto simili alla nostra) ci doppia: 11.200 ettari ca. coltivati a biologico rispetto ai 9.200 circa del 2017. Però, gli operatori dedicati al biologico nella nostra provincia sono 1.200 ca, contro i 1.500 ca. dell’Alto Adige.

Per parlare di record, nel 2018 la Sicilia, svetta in classifica con 385mila ettari. Va osservato che questo vale per tutte le regioni del sud. Certifica che calore, sole e latitudine sono un ottimo aiuto ai fondi europei. PAC a dir poco molto generose – le 5 province più a Sud ricevono il 50% dell’intero PSR – hanno cambiato volto all’agricoltura dell’Italia meridionale.

Infine uno sguardo alle produzioni. Per quelle maggiormente presenti in Trentino, viti e frutta, la nostra provincia fa segnare valori in ettari, altalenanti:

  • viti biologiche: 1100 ca. in Trentino, 600 ca. in Alto Adige
  • frutticoltura (prevalentemente mele): 800 ca. in Trentino, 2800 ca. in Alto Adige.

Le iniziative del sistema

La provincia di Trento attraverso l’attuale PSR, proseguirà con l’applicazione delle vigenti norme fino al 2023. Grazie al cd. “trascinamento” si potranno finanziare iniziative nuove con fondi di derivazione della nuova PAC 21-28, utilizzando regole attuali. Sono quelle che hanno provocato un’impennata delle superfici e delle aziende bio negli ultimi anni. Il principio è stato quello di premiare con punteggi aggiuntivi chi attraverso la conversione o direttamente se di nuovo insediamento, trovassero iniziative di investimento su aziende Biologiche.

Altro sostanziale elemento che ciò porta ad esprimere positività rispetto un futuro sviluppo del biologico in trentino riguarda fatto che prima o poi – vista la sua ammissibilità – in Trentino si terrà il referendum relativo al dichiarare la Provincia sede di biodistretto. Indipendentemente dal risultato ci sarà un ottimo momento di promozione del valore del metodo bio che non farà altro che implementare interesse verso il settore sia da parte del mercato che di produttori.

Un esempio virtuoso, rimane l’impegno del consorzio Melinda. Già dal 2008 aveva iniziato a proporre ai propri soci un notevole Piano Bio con l’obiettivo di sostenere e incrementare la produzione di mele biologiche. Questo programma è stato in seguito rinnovato in successivi momenti, portando già oggi Melinda ad essere la realtà trentina con le maggiori superfici destinate al biologico. Il Piano Bio di Melinda prevede finanziamenti economici per i soci, per aggregare e creare veri e propri distretti di produzione biologica

Dunque non siamo messi poi così tanto male.

Ma allora adesso sarà più facile proseguire?

Non proprio! Accanto a queste considerazioni di stimolo e al netto delle opinioni personali vanno presi in considerazione imprescindibili dati di contesto. Latitudine, fattori ambientali, oggettive difficoltà nell’applicare questi metodi in un clima continentale affliggono pesantemente la nostra agricoltura favorendo parassitosi e noxae di ogni ordine e grado. 

I nostri agricoltori li combattono tenacemente. Sono sempre più assistiti attraverso innovazione e tecnologia, dalla locale istituzione agraria FEM, anche in collaborazione con l’omologa di Laimburg, da tecnici privati e da altre istituzioni di contesto.

Pregi e difetti nei due approcci

I composti a base di rame e zolfo, autorizzati in campo biologico, sono o non sono sostanze tossiche? E si accumulano nell’ambiente, se utilizzate in maniera massiva. 

Per contro, la sintesi e la ricerca hanno permesso di individuare principi farmaceutici che oggi agiscono sul loro bersaglio con una precisione chirurgica. Metabolizzati velocemente dall’ecosistema si sposano con i presidi biologici della lotta cd integrata. In questo campo il Trentino è all’avanguardia da decenni. Da molto tempo, anche il tessuto agricolo locale indirizza la politica. Sa che un’agricoltura che si avvale della chimica più facilmente bio-metabolizzabile è sicuramente migliore dell’utilizzo esclusivo e dunque massale di una chimica naturale. All’efficacia ridotta da condizioni ambientali, non c’è nulla da fare, deve sopperire con le quantità.

Non dimentichiamoci che il processo di certificazione della qualità dell’agroalimentare passerà sempre più attraverso la valutazione attenta del metodo di produzione. Anzi, diverrà parte integrante del contenuti del prodotto agroalimentare stesso. Una campagna informativa che dia adeguata pubblicità sui corretti numeri delle quantità di fitofarmaci utilizzati su base superficie, principio attivo, metodo di coltivazione utilizzato potrebbe avere risvolti positivi inaspettati. In Trentino nessuno ha da nascondere nulla. 

Anzi, in questi anni la trasparenza e la correttezza nel comunicare i dati al ministero hanno fatto sì che il Trentino, suo malgrado schizzasse ai vertici delle classifiche nazionali per uso di fitofarmaci in rapporto alla superficie. Gli addetti al settore sanno perfettamente che si tratta di comunicazione tecnica che riguarda massa complessiva e non la qualità di quanto utilizzato. Sono compresi anche tutti i farmaci utilizzati in campo biologico. Tra questi, in termini di massa – è proprio il caso di dire – pesa moltissimo l’”olio bianco”. Si tratta della semplice paraffina, un olio minerale totalmente innocuo dal punto di vista della salute umana. 

Che ne pensa la Politica?

Nel frattempo, sul piano politico, si avverte una certa distanza dalla realtà. Se ne parla poco e quando lo si fa si ha come l’impressione che si comunichi esclusivamente ciò che è facilmente indirizzabile alla pancia delle persone. Si promuove un Trenino tutto bio nel quale dalle valli incantate venga bandita la chimica di sintesi. Come se la chimica di origine naturale, facesse bene?

Anzi, vi sono dei movimenti politici, che ne fanno un vessillo programmatico tutto proprio. L’impegno e le intenzioni sono lodevoli ma l’approfondimento – carente – li appanna.

E per migliorare, quali le proposte sul tavolo?

Comunicare correttamente anziché attendere il rapporto nazionale potrebbe prevenire retropensieri ed interpretazioni di gruppi di persone che abbiano interesse ad utilizzare questi dati a proprio stravolto uso e consumo. Sarebbe un’ottima occasione per dare il giusto lustro a quanto ottenuto nel campo dell’innovazione e dell’avanguardia dei metodi di coltivazioni ottenuto da sistema agricolo provinciale.

I mercati sanno perfettamente come mantenere alta la fiducia dei consumatori. Un mix di tecnologia, trasparenza e marketing offrono al consumatore le dovute attenzioni.

Ma la politica in questo, quanto è credibile? Quante sono le fazioni più strumentali che etiche o filosofiche ad interpretare e valorizzare l’agricoltura nel modo più appropriato?

Rappresentare il confronto nei rispettivi pregi e nei difetti dei metodi di lotta integrata e biologico deve essere una scommessa bipartisan.

Insomma, valutato quanto esposto sopra, non viene naturale chiederselo?

Quali sono le iniziative di questa giunta che permettano ai trentini una maggiore consapevolezza sulle caratteristiche in agricoltura dei metodi di coltivazione biologico e di lotta integrata?

Una partita tutta da giocare specie in una terra di montagna dove coltivare al di là del metodo utilizzato rimane comunque un’attività difficile da gestire.

23 Novembre 2020 0 Commenti
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STADIO DEL GHIACCIO DI BASELGA DI PINÈ, A CHE PUNTO È LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICO-FINANZIARIA?

Da Michele Dallapiccola 16 Novembre 2020

Il 24 ottobre 2019 il Consiglio provinciale approvava all’unanimità la proposta di ordine del giorno n. 3/29/XVI, recante il titolo “Olimpiadi 2026 in Trentino. Sostenibilità delle opere”, divenuta poi l’ordine del giorno n. 89/XVI. Tale atto politico richiamava l’attenzione sulla necessità di puntare sulla sostenibilità dell’evento e quindi delle relative infrastrutture, coerentemente con le dinamiche di un territorio alpino. L’ordine del giorno faceva poi riferimento all’importanza di tenere in considerazione gli aspetti finanziari e l’equilibrio dei conti pubblici sul medio-lungo periodo degli enti locali interessati dal processo.

Sulla scorta di queste riflessioni il Consiglio impegnava la Giunta a:

  • a effettuare nel più breve tempo possibile un’analisi organizzativa, tecnica ed economica per verificare se si possono adottare soluzioni più sostenibili dal punto di vista finanziario per un approntamento delle strutture in cui svolgere le gare olimpiche di pattinaggio su ghiaccio di velocità;
  • a prevedere, in ogni caso, che i costi di detto impianto non gravino sui bilanci comunali.

Per la realizzazione dell’evento si prevede di effettuare un investimento di 37 milioni di euro per lo stadio del ghiaccio di Baselga di Pinè. Si tratta quindi di una spesa considerevole, soprattutto se rapportata ad altre esigenze infrastrutturali del Trentino. Una spesa di tale entità non può prescindere da un’attenta analisi dei costi, della sostenibilità sul medio-lungo periodo della gestione dell’opera e dei riflessi diretti e indiretti sull’economia della zona interessata.

Va inoltre accertato in maniera puntuale che non esistano eventuali soluzioni tecnico-organizzative che porterebbero a un risparmio di costi per la collettività.

*Abbiamo dunque interrogato il Presidente della Provincia per sapere:

  • quali azioni la Giunta provinciale abbia posto in essere per attuare l’ordine del giorno n. 89/XVI, approvato all’unanimità dal Consiglio;
  • qualora la Giunta vi abbia dato attuazione: quali valutazioni siano emerse dall’analisi della sostenibilità dell’opera

Firmato: Rossi, Dallapiccola e Demagri

16 Novembre 2020 0 Commenti
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NUOVI BANDI PSR: L’AGRICOLTURA NON PUÒ ATTENDERE ANCORA A LUNGO

Da Michele Dallapiccola 16 Novembre 2020

In questi giorni, la Camera di Commercio di Trento ha divulgato uno studio molto interessante che certifica il numero di imprese condotte da giovani in agricoltura. Negli ultimi cinque anni, in Trentino è in controtendenza non solo con il livello nazionale ma anche rispetto ad aziende giovanili di altri settori

Oltre al definire una maggiore vivacità di impresa questa notizia è da accogliere con favore in funzione del fatto che le aziende giovanili mostrano maggiore propensione alla tutela ambientale, all’utilizzo del web e del commercio elettronico dei propri prodotti: manna per il mercato al tempo del Covid. Inoltre operano con una spiccata attenzione alla qualità del prodotto

Nei corrispondenti anni alla ricerca in premessa, con particolare impegno finanziario, la Provincia ha tenuto attiva la misura 6.1.1 PSR – insediamento giovani

Una misura rispetto alla quale è stata data soddisfazione alla pressoché totale quantità di domande pervenute.

Con rammarico si è dovuto constatare che il 2020 è stato caratterizzato dall’assenza di bandi di questo tipo né si avverte nelle intenzioni dell’assessorato vi sia un impegno ad attivarsi nel più breve tempo possibile per un nuovo bando. 

Piuttosto, vengono costantemente evidenziati gli oggettivi ed in parte condivisibili difetti del vecchio sistema. Sappiamo che il Tavolo di ascolto dei giovani ha attivato delle proposte alternative. Della loro possibilità di tempistica e di realizzazione, almeno fino ad ora non si ha nessuna contezza. Il risultato è che né con né senza difetti, si sono viste finora, risposte amministrative alternative.

Sempre più concreto il timore che ostinandosi a promuovere un bisogno di cambiamento, si eviti di attivare, almeno in tempi brevi, anche una sol minima proposta diversa. 

I giovani agricoltori attendono risposte dall’attivazione dei Bandi al loro dedicati

I giovani agricoltori sono stati lasciati alla mercè della crisi da Covid e delle naturali difficoltà che in Trentino si incontrano ad avviare un’attività agricola. La più evidente, la carenza di nuovi terreni agricoli da valorizzare.

La misura “Bonifiche” nonostante le numerose proposte e sollecitazioni è stata pedissequamente ignorata.

Anche questo secondo elemento di preoccupazione per il comparto agricolo spinge i sottoscritti consiglieri a stimolare risposte da parte della giunta provinciale.

 Abbiamo per questo voluto interrogare la giunta provinciale

per sapere se vi sia intenzione di aprire entro il più breve tempo possibile i bandi PSR per Misure 6.1.1 “insediamento giovani” e 4.3.4 “Bonifiche”

Ci venga perdonato il timore di ricevere la solita risposta: “IL TEMA HA GRANDE IMPORTANZA ED E’ ALL’ATTENZIONE DELLA GIUNTA” 

Mentre ci apprestiamo a superare il giro di boa della legislatura

16 Novembre 2020 0 Commenti
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IL TRENTINO ZONA GIALLA. NE SIAMO SICURI?

Da Michele Dallapiccola 12 Novembre 2020

A chi sta governando va tutta la nostra solidarietà. Nella gestione, anche locale, di questa epidemia osserviamo difficoltà incommensurabili. Tutte le altre questioni, per ora, passano in secondo piano.

E’ il sentir comune a dirlo. E’ unanimemente riconosciuto che sia bene prepararsi a far ripartire l’economia – turistica tra tutte –. Le contromisure ed i provvedimenti economici di ristoro e reazione vanno approntati subito, senza se e senza ma.

Chi può aver voglia di vacanza in questo momento?

In questo momento, la situazione intorno a noi sta peggiorando ovunque. Ci chiediamo quante persone potranno venir autorizzate a muoversi verso noi o avranno voglia di trascorrere una vacanza da noi? All’estero, nei nostri mercati di riferimento assistiamo alla desolazione più totale: Polonia chiusa, Cechia chiusa, Germania offline. E tra le regioni che tradizionalmente tributano il Trentino di sciatori che apprezzano le nostre piste non va certo meglio. La Lombardia tra tutte.

La difesa e la gestione della nostra salute rimarranno prioritarie fin quando dentro e fuori Provincia, vaccino e caldo, scacceranno il Virus.

Nel frattempo per il governo – specie locale – è importante diffondere consapevolezza e conquistare quell’autorevolezza sbiadita da mesi di “stop&go” dei vari provvedimenti. Assomiglia, ricorda, fa pensare che si stia provando a copiare – male – da Zaia.

Per questo auspichiamo la massima responsabilità in trasparenza e sincerità. Specie sui dati. 

A tal scopo, Paola Demagri – anche come Garante delle Minoranze – ha proposto (e ricevuto sostegno da tutte le forze di opposizione) di richiamare Fugatti ad un’INFORMATIVA UFFICIALE in merito.

A breve otterremo le informazioni segnalate e ne daremo adeguata pubblicità. Di seguito il testo:

AL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Ill.mo Signor

Walter Kaswalder

Presidente del Consiglio provinciale

SEDE

Trento, 12 novembre  2020

Richiesta di comunicazione del Presidente della Provincia ai sensi dell’articolo 140 del Regolamento interno del Consiglio provinciale

OGGETTO: AGGIORNAMENTO SU NUOVA ONDATA DI CONTAGIO DA COVID-19 

Ill.mo Presidente, 

ai sensi dell’art. 140 del Regolamento interno del Consiglio provinciale, i sottoscritti  Consiglieri chiedono formale comunicazione del Presidente della Provincia o dell’Assessore competente di aggiornamento rispetto a:

  • diffusione sul territorio provinciale dei contagi da Covid-19,
  • sullo stato dei ricoveri nelle strutture ospedaliere,
  • sulla gestione domiciliare dei contagiati,
  • sulle contromisure adottate dalla Giunta
  • sul piano di azione in elaborazione per rispondere alla crescente ondata.  

Con i più cordiali saluti

12 Novembre 2020 0 Commenti
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PERCHÈ NON VIENE DATA ADEGUATA PUBBLICITÀ ALLA REALTA’ DEL CONTAGIO IN TRENTINO?

Da Michele Dallapiccola 11 Novembre 2020

Preoccupano le informazioni relative a numeri del contagio mal comunicati dalle istituzioni e i comportamenti scorretti da parte di cittadini.


Siamo convinti siano legati da un minimo comun denominatore, la scarsa proattività della Provincia nell’affrontare la corretta diffusione relativa alle informazioni sull’epidemia  e sui comportamenti da tenere.

Apprendiamo da conoscenti ed amici, sempre più frequenti testimonianze analoghe a quelle apparse in queste ore sui media locali.

È possibile che la positività al tampone rapido non venga conteggiata o non sia assimilata alla positività al tampone molecolare? Eppure, nei test rapidi, i falsi positivi si presentano in bassissima percentuale.

E’ completamente saltato il sistema di tracciamento dei contatti

Di pari passo, in negativo, procede purtroppo anche il contact-tracing. Saltato su più fronti, lascia sempre più spesso i familiari dei soggetti testati positivi alla loro libera interpretazione della norma.

Gestione domestica dei positivi: cittadini lasciati liberi a se stessi

Presumibilmente laddove non sia pervenuta corretta informazione, abbiamo notizia di conviventi di malati di Covid in libera circolazione. Con le relative conseguenze.

Per questi motivi, consideriamo fondamentale conoscere i numeri corretti dell’epidemia, ancorché in assenza di conseguente tracciamento. La conoscenza della più precisa dimensione del problema è il primo e più importante passo per contenere l’epidemia come si ha l’impressione che invece non sia fatto in Provincia di Trento.

Con la consueta serietà, ad esempio, la provincia autonoma di Bolzano ha annunciato un numero di tamponi che nelle prossime ore dovrebbe testare tutti i cittadini altoatesini particolarmente sensibili al COVID.

Per questi motivi abbiamo interrogato il Presidente della Giunta per sapere

  • perché ancorché in maniera separata o comunque precisando l’origine dei dati di conteggio non venga data adeguata pubblicità ai numeri dei reali contagiati da Covid in Trentino?
  • Perché non si effettua un’accurata campagna informativa, di quali siano gli obblighi dei soggetti positivi al Covid, malati o semplicemente conviventi di queste fattispecie?
11 Novembre 2020 0 Commenti
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RETE AGROALIMENTARE TRENTINA

Da Michele Dallapiccola 10 Novembre 2020

La Provincia, promuove l’accoglienza turistica attraverso il settore agroalimentare quale elemento strategico per l’offerta commerciale complessiva del territorio. Questo il senso del disegno di legge presentato oggi.

IN SINTESI: Chiediamo attenzione all’attualità dell’AGRICOLTURA con forte riguardo al TURISMO LENTO e al TERRITORIO

Ma come può intervenire ente pubblico? Quali sono gli strumenti attuali e quali potrebbero venire rinforzati? Questa norma intende proprio rispondere a queste esigenze


Per questo, la PROVINCIA valorizza la presentazione e la degustazione dei prodotti agroalimentari del Trentino a fini promozionali o di vendita, per:

  • favorire il mantenimento e lo sviluppo sostenibile dell’attività agricola anche mediante la diffusione di servizi a sostegno dell’innovazione e della qualità delle piccole e medie imprese;
  • salvaguardare e valorizzare l’ambiente, il territorio rurale e montano e la salubrità dei prodotti;
  • consolidare i livelli occupazionali, e promuovere l’aumento della produttività del lavoro agricolo;
  • potenziare il tessuto imprenditoriale agricolo, anche con riguardo all’impresa familiare diretto-coltivatrice e all’imprenditoria giovanile;
  • fornire occasioni di reddito integrativo.

Per prodotti agroalimentari del Trentino si intendono i prodotti naturali, di prima o elaborata trasformazione, che abbiano origine in Trentino o che siano sottoposti a processi di trasformazione svolti interamente in Trentino.

Per le finalità di questa legge, la Provincia eroga i contributi previsti e promuove il coordinamento delle politiche di valorizzazione dei prodotti agroalimentari del Trentino

Può inoltre erogare contributi da utilizzare per l’approntamento del materiale e degli strumenti correlati alla promozione dei prodotti agroalimentare

In particolare a favore di:

  • imprese agricole, anche costituite in forma di società o società cooperativa e loro consorzi;
  • associazioni agrarie legalmente costituite, associazioni di produttori agricoli previste dalla vigente normativa, enti e organismi, pubblici e privati, che conducono direttamente aziende agricole;
  • imprese commerciali che effettuano vendita al dettaglio o che svolgono servizi di somministrazione di alimenti e bevande;
  • Strada dei sapori delle valli trentine;
  • Soggetti di promozione degli ambiti territoriali omogenei e consorzi delle associazioni pro loco previsti dalla legge provinciale 11 giugno 2002, n. 8 (legge provinciale sulla promozione turistica 2002).

NB: E’ la Giunta provinciale, che con propria deliberazione, stabilisce le condizioni, i criteri e le modalità per l’attuazione di quest’articolo. La deliberazione può prevedere specifiche maggiorazioni per la promozione di prodotti, o di processi di trasformazione, realizzati in zone montane individuate ai sensi della legge 17/’98 (legge provinciale sulla montagna).

In particolare possono essere concessi contributi per:

  • l’assistenza e la consulenza per il miglioramento e il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari;
  • l’adesione al processo di certificazione al marchio “Qualità Trentino“;
  • la promozione sia in forma materiale che digitale dell’attività di vendita attraverso l’organizzazione e la partecipazione a manifestazioni fieristiche, lo svolgimento di azioni pubblicitarie, lo svolgimento di studi e ricerche di mercato;
  • la creazione di una rete distributiva per l’immissione sul mercato dei prodotti aziendali.

Per le finalità di questa legge la Provincia, può promuovere la realizzazione di corsi per la formazione rivolti alle imprese e altri soggetti. Il certificato di partecipazione al corso di formazione può contenere il riconoscimento dell’attestato di “Ambasciatore Agroalimentare Trentino”.

La Provincia istituisce una cabina di regia composta dagli assessori competenti per i singoli settori interessati, o loro delegati, e dai responsabili delle strutture e degli enti competenti per gli interventi previsti da questa legge e dalla restante normativa provinciale.

Per promuovere la realizzazione della rete provinciale di accoglienza agroalimentare la cabina di regia promuove anche la realizzazione coordinata delle iniziative da parte delle competenti società in house della Provincia, degli enti locali e dei soggetti beneficiari dei contributi previsti.

Disposizioni finanziarie: per la realizzazione dei suddetti interventi è prevista una dotazione di partenza di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL DISEGNO DI LEGGE

Istituzione della rete provinciale di accoglienza agroalimentare

Art. 1

Disposizioni generali

1. La Provincia, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, promuove l’accoglienza turistica attraverso il settore agroalimentare quale elemento strategico caratterizzante l’offerta commerciale complessiva del territorio, volto a valorizzare la presentazione e la degustazione dei prodotti agroalimentari del Trentino a fini promozionali o di vendita, per:

a) favorire il mantenimento e lo sviluppo sostenibile dell’attività agricola anche mediante la diffusione di servizi a sostegno dell’innovazione e della qualità delle piccole e medie imprese;

b) salvaguardare e valorizzare l’ambiente, il territorio rurale e montano e la salubrità dei prodotti;

c) consolidare i livelli occupazionali, e promuovere l’aumento della produttività del lavoro agricolo;

d) potenziare il tessuto imprenditoriale agricolo, anche con riguardo all’impresa familiare diretto-coltivatrice e all’imprenditoria giovanile;

e) fornire occasioni di reddito integrativo.

2. Ai fini di questa legge, per prodotti agroalimentari del Trentino si intendono i prodotti naturali, di prima o elaborata trasformazione, che abbiano origine in Trentino o che siano sottoposti a processi di trasformazione svolti interamente in Trentino.

3. Per le finalità di questa legge la Provincia:

a) eroga i contributi previsti dagli articoli 2 e 3;

b) promuove il coordinamento delle politiche di valorizzazione dei prodotti agroalimentari del Trentino con gli strumenti previsti dall’articolo 4.

Art. 2

Contributi per la promozione dei prodotti agroalimentari

1. Per i fini dell’articolo 1 la Provincia può erogare contributi da utilizzare per l’approntamento del materiale e degli strumenti correlati alla promozione dei prodotti agroalimentare a favore di:

a) imprese agricole, anche costituite in forma di società o società cooperativa e loro consorzi;

b) associazioni agrarie legalmente costituite, associazioni di produttori agricoli previste dalla vigente normativa, enti e organismi, pubblici e privati, che conducono direttamente aziende agricole;

c) imprese commerciali che effettuano vendita al dettaglio o che svolgono servizi di somministrazione di alimenti e bevande;

d) strada dei sapori delle valli trentine;

e) soggetti di promozione degli ambiti territoriali omogenei e consorzi delle associazioni pro loco previsti dalla legge provinciale 11 giugno 2002, n. 8 (legge provinciale sulla promozione turistica 2002).

2. La Giunta provinciale, con propria deliberazione, stabilisce le condizioni, i criteri e le modalità per l’attuazione di quest’articolo. La deliberazione può prevedere specifiche maggiorazioni per la promozione di prodotti, o di processi di trasformazione, realizzati in zone montane individuate ai sensi della legge provinciale 23 novembre 1998, n. 17 (legge provinciale sulla montagna 1998).

Art. 3

Aiuti per servizi alle imprese

1. Nell’ambito degli aiuti concessi in base al capo III, sezione I bis della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6 (legge provinciale sugli incentivi alle imprese 1999), alle imprese individuate nell’articolo 2 possono essere concessi contributi per:

a) l’assistenza e la consulenza per il miglioramento e il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari;

b) l’adesione al processo di certificazione al marchio “Qualità Trentino”;

c) la promozione sia in forma materiale che digitale dell’attività di vendita attraverso l’organizzazione e la partecipazione a manifestazioni fieristiche, lo svolgimento di azioni pubblicitarie, lo svolgimento di studi e ricerche di mercato;

d) la creazione di una rete distributiva per l’immissione sul mercato dei prodotti aziendali.

Art. 4

Formazione

1. Per le finalità di questa legge la Provincia, anche mediante le proprie società in house, può promuovere la realizzazione di corsi per la formazione rivolti alle imprese e agli altri soggetti individuati nell’articolo 2. Il certificato di partecipazione al corso di formazione può contenere il riconoscimento dell’attestato di “Operatore Agroalimentare Trentino”.

Art. 5

Coordinamento delle politiche

1. Per promuovere il coordinamento delle politiche di valorizzazione dei prodotti agroalimentari del Trentino quale strumento per la realizzazione di una rete provinciale di accoglienza agroalimentare, la Provincia istituisce una cabina di regia composta dagli assessori competenti per i singoli settori interessati, o loro delegati, e dai responsabili delle strutture e degli enti competenti per gli interventi previsti da questa legge e dalla restante normativa provinciale.

2. Per promuovere la realizzazione della rete provinciale di accoglienza agroalimentare la cabina di regia promuove anche la realizzazione coordinata delle iniziative da parte delle competenti società in house della Provincia, degli enti locali e dei soggetti beneficiari dei contributi previsti dagli articoli 2 e 3.

Art. 6

Disposizioni finanziarie

1. Alle maggiori spese derivante dall’applicazione dell’articolo 2, previste nell’importo di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, si provvede integrando per i medesimi anni gli stanziamenti della missione 16 (agricoltura, politiche agroalimentari e pesca), programma 01 (sviluppo del settore agricolo e del sistema agroalimentare), titolo 1 (spese correnti). Alla relativa copertura si provvede riducendo per un pari importo e per i medesimi anni gli stanziamenti sui fondi di riserva previsti dalla missione 20 (fondi e accantonamenti), programma 01 (fondi di riserva), titolo 1 (spese correnti).

2. Dall’applicazione dell’articolo 3 non derivano maggiori spese rispetto a quelle già autorizzate in bilancio nella missione 14 (Sviluppo economico e competitività), programmi 01 (Industria, PMI e artigianato) e 02 (Commercio – reti distributive – tutela dei consumatori), titolo 2 (spese correnti).

3. Alla copertura degli eventuali oneri derivanti dall’applicazione dell’articolo 4 provvede la società prevista dall’articolo 35 della legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3 (Norme in materia di governo dell’autonomia del Trentino), con il suo bilancio.

10 Novembre 2020 0 Commenti
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PER IL CONSIGLIO PROVINCIALE, E’ IL MOMENTO DI DIVENTARE PIÙ SOCIAL(E)

Da Michele Dallapiccola 5 Novembre 2020

La richiesta delle opposizioni di maggiore coinvolgimento da parte del governo sulle misure da prendere per contrastare il Covid, tiene banco politico da giorni. A livello nazionale e locale, pur a parti invertite.

Ma qual è il ruolo di un’Assemblea Legislativa specialmente in questa fase critica atteso che ci siedono diverse professionalità, esterne e di campo? Eppure non mancano le proposte, specie da parte delle forze di minoranza. 

A ben vedere un pò di responsabilità, l’organo consiliare la ha. Ogni prodotto politico ed intellettuale andrebbe comunicato meglio affinché, a prenderne atto non siano solo le parti politiche in causa ma la più larga opinione pubblica possibile.

Sia il Consiglio che l’Esecutivo si sono dotati di un proprio Ufficio stampa. 

In questi recenti tempi di crisi, l’Esecutivo leghista lo ha ulteriormente potenziato, attraverso l’uso massivo dei social. L’ottima opportunità, sicuramente stimolata dalla loro pregressa esperienza partitica nazionale, ha implementato la visibilità del Presidente e dei singoli assessori, in termini più che positivi rispetto al passato.

Ad un certo punto, pare si siano fatti anche prendere la mano attuando uno scorrettissimo cross-posting tra social di partito e istituzionali. Anche la moderazione dei commenti lascia un po’ a desiderare. Specie nei commenti, permette esternazioni di ogni genere. Lo svilimento delle istituzioni è un rischio che va governato ed attentamente valutato.

Tuttavia, anche l’Ufficio di Presidenza del Consiglio, riunitosi questa mattina ha preso atto della necessità di implementare la forma attiva della comunicazione di notizie che provengano dal Consiglio Provinciale. 

Attualmente questa attività avviene prevalente te su sito statico, Carta e TV. Ottima diffusione, grandissima qualità di contenuti ma difettosa della caratteristica che offrono oggi, invece, i social. Attraverso lo strumento della notifica, è la presentazione del comunicato a raggiungere l’utente rispetto all’attuale sistema. Ora è il cittadino che deve cercare attivamente la notizia tra i vari media passivi disponibili.

All’attenzione dell’Ufficio di presidenza di questa mattina, ci è sembrato opportuno portare l’esigenza di sviluppare l’attività di informazione verso il pubblico anche attraverso i social. L’attività consiliare e i suggerimenti che questa offre alla Giunta provinciale sarebbero molto più visibili. Si trasformerebbero in un “snackable content” – neologismo mutuato dal marketing – fruibili anche da una ben più larga fascia di pubblico. 

Il sito del Consiglio provinciale, a questo punto, continuerebbe ad assolvere al compito di “landing page” per la comunicazione dei consiglieri e dei loro comunicati stampa. Potrebbero poi venire trasferiti molto più agevolmente anche sui social.

Per questo motivo attraverso una mozione vogliamo impegnare il Presidente del consiglio provinciale:

  • A valutare anche integrandolo, il merito della proposta in premessa. 
  • A verificare altresì se l’attuazione di questa eventuale amplificazione dell’attività di informazione al pubblico del Consiglio provinciale possa essere svolta in modalità “in-house” o in caso di accoglimento della proposta in parola non vada invece esternalizzata e con quali costi. 
  • A riferire all’Ufficio di presidenza entro la fine del corrente esercizio finanziario, relativamente alla praticabilità tecnica della proposta in premessa per le considerazioni politiche del caso.

5 Novembre 2020 0 Commenti
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RIFORMA DEL TURISMO? A tempi migliori!

Da Michele Dallapiccola 3 Novembre 2020

Puntuale, come ogni anno, ritorna la manifestazione culturale turistica promossa da Confesercenti: la BITM. Oltre a consigliare di seguirla, ancorché solo online, viste le condizioni sanitarie del momento, mi permetto di evidenziarne il Titolo: “Il turismo che verrà”. In effetti, gli occhi delle imprese, sono fissi sul proprio futuro. Lo scrutano intensamente, alla ricerca di respiro. Cambieranno le abitudini delle persone? Cambierà la clientela? Come si dovrà reagire ed organizzarsi?

Di certo, siamo di fronte ad un momento straordinario, pieno di incognite e di novità. E per non far mancare loro nulla, la miglior trovata in campo turistico l’ha avuta questa lega al governo del trentino. Oltre a quelli subiti dal contesto, ha pensato bene di mettere in campo anche degli sconvolgimenti di tipo amministrativo attraverso la riforma della promozione locale. Una riorganizzazione che creerà non pochi grattacapi, ancora.

Immaginando un lungo inverno con poco lavoro, a causa della tragedia planetaria, probabilmente il coraggioso assessore, all’uopo delegato, ha pensato bene di valorizzare il personale reso inoperoso dall’assenza di ospiti. “Si dedicheranno a riformare la propria azienda” avrà certamente pensato. Il risultato però è stato ben altro.

n.d.r.

In questa delicatissima fase, si stanno investendo tempo e risorse per riorganizzare il sistema della promozione tra video incontri, lockdown, più o meno soft e provvedimenti presi tra fretta e furia per salvare il salvabile. Del resto il timing della riforma incombe, scandito da articoli di legge! Nel corso del prossimo anno dovrà compiersi il disegno definitivo. Ma ad inquietare è un’altra data. Il 31 dicembre 2020. E’ il termine entro il quale le APT non assorbite dal disegno pandemico failoniano, dovranno optare a quale ambito aderire. Questo, qualora non si recuperino sufficienti finanziamenti privati per rimanere da sole.

Col Covid che impedisce di incontrarsi, discutere di persona, liberamente, i tempi stretti di questa operazione rappresentano una vera agonia dentro al problema.

Va osservato che l’attuale periodo tra gli altri ostacoli alla serenità, trova particolarmente ostica la ricerca di contributi privati. Chi ha la forza di investire propri ulteriori capitali per sostenere l’Apt di zona? 

Così, beffati dal periodo molti imprenditori – che in tempi migliori investirebbero ben volentieri in questo asset – si trovano sorpassati dalla fretta amministrativa.

Questa giunta insiste nel voler portare a casa la riforma nel bel mezzo di una delle peggiori tempeste virali che l’uomo ricordi. 

Pazientando oltre la prossima bella stagione invece, si potrebbe attendere che l’epidemia scemi. La disponibilità seppur inizialmente limitata di vaccino, psicologicamente, aiuterebbe non poco ad avere fiducia nel proprio futuro. A quel punto le nostre imprese turistiche potranno trovare il coraggio di investire con generosità per il futuro della propria promozione.

Lo abbiamo voluto chiedere anche attraverso un’opportuna MOZIONE.

Perchè non inserire nel prossimo d.d.l. collegato al Bilancio di Previsione 2021 un emendamento che proroghi l’entrata in vigore della riforma del turismo a non prima del 1 gennaio 2022?

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FRONTE COMUNE O NON SE NE ESCE

Da Michele Dallapiccola 2 Novembre 2020

Come è giusto che sia, nel mondo dell’amministrazione e della politica non si parla d’altro. O meglio, si fa davvero fatica  a parlare d’altro. Tuttavia, la società mondiale, un futuro certo lo avrà. Con (come in questo momento) e senza Covid (come, sono convinto, sarà). 

La politica intanto fa quel che può, ci mette del proprio – se ne ha – ed agevola – o meglio dovrebbe agevolare – con gli interventi finanziari messi in campo grazie alle giuste e normali relazioni che ci sono tra i vari livelli amministrativi. 

Se ora la PAT, ad esempio, ha a disposizione dei fondi di riserva, è anche perché ha trattato un nuovo, transitorio Patto finanziario con il ministro Boccia.

Fin qui tutto bene. Non fosse che questa saga fatta di DPCM e relative Ordinanze regionali ha visto un continuo fiorire di iniziative provinciali/regionali molto autonome e poco autonomistiche.

Si ha come l’impressione di assistere ad una rincorsa a chi riesca ad ottenere maggior visibilità governativa locale più che perseguire il buon senso per il bene comune.

Eppure, una cupa nebbia sta avvolgendo il Pianeta e dentro a questo l’Europa intera. I Governi mondiali sono preoccupatissimi: apri questo link per leggere cosa ne dice ad esempio la Merkel. Come si poteva pensare che il virus risparmiasse il Trentino? 

Ci ha provato, in parte, con cautela, un prudente Kompatscher. E ci ha pure fatto eco il più autonomista dei governanti a statuto ordinario: Zaia. 

Sornione, attento al sentire comune, governa il Veneto destreggiandosi tra competenza esibita e prudenti ammiccamenti alla lega. Ebbene, egli stesso, proprio in queste ore, intervistato da una Tv a diffusione nazionale ha richiamato l’esigenza di fare squadra con il governo. Quello stesso esecutivo nazionale giallo-verde dal quale lui vive lontano anni luce.

Intanto a Trento si annaspa, si procede, “sentendo le categorie”, e tra un tampone e una conferenza stampa si annunciano provvedimenti che “ci chiedono le persone”. 

Lo ammetto, abbiamo governato e fatto opposizione. Sappiamo quanto difficile sia assumersi responsabilità e farlo bene e velocemente. E nemmeno lontanamente fummo toccati da una pressione così forte come quella che preme ora su questa giunta. Ciò non toglie che ci siano proprio a ridosso dei confini del trentino, sia a nord che a sud, provincie e regioni che operano meglio. 

Che questo momento difficile per la lega al governo del Trentino – forse uno dei più bassi da quando governa – sia il vero stimolo a copiare, all’allinearsi ai provvedimenti regionali, nazionali e d’Europa.

Così, sarà più difficile sbagliare. I provvedimenti impopolari saranno meno aggrediti perché comuni e attivati anche altrove. E’ solo in questo modo che si può pensare di uscirne.

La prossima estate è ancora lontana. Troppo lontana.

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CRESCE LA PAURA. CHE FARE?

Da Michele Dallapiccola 29 Ottobre 2020

Tutti disperati. Come e più dei ristoratori nella loro pacifica manifestazione di questa settimana. C’è chi alimenta l’odio verso chi governa e che impedirebbe di lavorare. Fortunatamente, la percezione che la colpa sia preminentemente del virus prevale ancora.

Non sono io a dirlo ma i sondaggi. Eh si, perchè se affidarsi alla sondocrazia – governare in funzione dei sondaggi – può avere delle controindicazioni, di certo aiuta a capire lo stato d’animo delle persone. Ne sa qualcosa Conte che pure, ha qualche problema di appeal e di gradimento. Anche da parte mia. Ma ci pensate? Ha sostenuto e poi scaricato Salvini con la stessa nonchalance. 

Eppure…

Invece, nutro fiducia verso chi opera nei retroscena del Governo: apparato, ISS e Commissari straordinari in primis. E con me, un’ampia fascia di popolazione. Ha paura e obbedisce. 


Ormai lo abbiamo capito. Tra alti e bassi ci vorranno ancora almeno 6 mesi, minimo, e la ripresa si snoderà lenta, durante un ulteriore anno. 

Come uscirne?

Lo ripetiamo da mesi.

Alle persone, va il compito di ubbidire ai medici, che agiscono attraverso le indicazioni che offrono ai propri Governi. Lo fanno i più evoluti del mondo. Pensate a Francia e Germania in queste ore.

Che gli Stati avvertano la responsabilità di una gestione misurata di ciò che l’Europa mette loro a disposizione: attraverso il Recovery fund innanzitutto.

I danni economici saranno spaventosi e non ci sono altre strade. La crisi abbraccia tutti i settori. Per agricoltura ed industria, l’onda dei problemi economici arriverà a colpire in maniera più lunga. A soffrirne in particolare, saranno commercio, turismo e cultura: settori strategici a livello trentino.

A livello provinciale va pensato qualcosa di straordinario.

Un razionale reimpiego della finanza provinciale, da attivarsi laddove possibile. Non tutti i capitoli del bilancio provinciale sono infatti interscambiabili. Non sono collegati da un immaginario sistema di vasi comunicanti. E’ altrettanto vero che riprogrammando attentamente il programma elettorale di governo, qualche spazio ancora si trova. Avevano parlato di un’opera pubblica da 50 milioni ogni anno. I leghisti trentini.

Riprogrammare! Non c’è altra strada. Si dovrà capire ciò che è importante e ciò che è urgente. Si dovranno distinguere le opere irrinunciabili da quelle derogabili o procrastinabili. La disponibilità finanziaria andrà compatibilizzata con le esigenze contingibili ed urgenti determinate dalla crisi.

L’opzione, “me lo chiedono i cittadini“, non è più praticabile.

La competenza e la credibilità si giocano sulla capacità di mettere in pratica le proposte e la visione. Anche a costo di scelte impopolari.

E quanto costi alla collettività seguire il consenso spiccio di gruppi di utenti, lo abbiamo provato sulla nostra pelle in questi due anni, anzi peggio, in questo 2020.

29 Ottobre 2020 0 Commenti
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