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VITICOLTURA CHE PASSIONE.

Da Michele Dallapiccola 26 Febbraio 2022

Nell’unica provincia che rima con vino, come non essere d’accordo?

Ma quale significato diamo al secondo sostantivo del titolo? Da un lato, come tutte le attività umane legate al settore primario, non si può che intenderne il significato più intimo, quello sentimentale. Chi ha intenzione di lavorare la terra per soldi anziché per amore è meglio che cambi strada. Questo va detto subito. Ma con la lega al governo del Trentino ci siamo regalati anche un significato in più, quello legato alla sofferenza. 

Casus belli, manco a dirlo è uno dei classici tra i problemi mal gestiti dalla politica locale e che affliggono i  viticoltori in questo frangente storico: la flavescenza dorata.

Intanto va dato atto alla giunta che uno spiraglio di ragionevolezza c’è stato. La recente delibera di approvazione di un bando a parziale ristoro della drammatica situazione qualcosa aiuta. Certo fa sorridere se la si legge prendendola in considerazione alla luce delle risposte della giunta alle nostre interrogazioni di due anni fa secondo cui non  servivano interventi economici, si poteva aspettare, il problema era sotto controllo. Nell’esposizione verbale del problema in Consiglio provinciale si parlava di “massima attenzione, massima vicinanza al mondo viticolo”. Insomma i soliti cliché verbali della lega per provare a tenere tutti buoni.

Presto o tardi, tutti i nodi vengono al pettine. 

E a quello dell’obbligo di mettere in campo qualcosa di concreto la giunta non poteva sfuggire. Peccato che tutto sia stato fatto senza entrare nel  cronico il bisogno di coordinamento di azioni e relazione tra chi si occupa della galassia vino. Cito tra tutte, ad esempio, le discrepanze sul metodo di monitoraggio che utilizzano FEM e Consorzio vini. E’ emerso chiaramente come esempio alla 14° giornata della Vite e del Vino promossa proprio dalla MACH. E’ pur vero che le criticità del comparto sono ben altre, ma non si può certo dire che la lega non perda occasione per farle venire a galla tutte. Doveva essere il governo della “task force vino”. Un Fugatti appena insediato prometteva fuochi pirotecnici ma i risultati eccezionali si sono sentiti come un petardo. 

Intanto, per fortuna, accanto a tutta questa polvere sotto al tappeto, l’impresa cooperativa sta portando a casa ottimi risultati. Facendo da sé.

26 Febbraio 2022 0 Commenti
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Metroland, punti nascita e altre retromarce.

Da Michele Dallapiccola 25 Febbraio 2022

Che La lega non fosse un campione di coerenza ce ne eravamo accorti da un pezzo.

Ma se qualcuno tendesse a dimenticarlo, ci pensa la giunta provinciale a ravvivarne memoria. Le critiche alla gestione della Sanità sono senz’altro le più evidenti. Tra queste le promesse di riapertura dei punti nascita: Arco tra tutti.  Ricorderemo la faciloneria con la quale veniva liquidata la possibilità di gestire lupi e orsi, finita tutta dentro a una gabbia corazzata al Casteller. Nel frattempo, il web non perdona. Basta googlare un po’ per trovare un’intensa prosopopea leghista contraria a tutto e al contrario di tutto.

A QUESTO LINK L’ARTICOLO DI ALLORA.

Ora, in Provincia, è in dirittura d’arrivo la riforma alle Comunità di Valle. In realtà sarà un piccolo lifting, nulla di stravolgente. È strano, dunque per un partito che prometteva di abolirle. Strade, funivie, tunnel ovunque. Quello del Peller, ad esempio è la tipica fandonia da gazebo archiviata con la coda tra le gambe. 

Eppure, cronaca e storia recente, tutte scolpite a suon di bit, sui server di chissadove nel web, tengono viva la memoria. Ci ricordano il Fugatti di lotta e il Fugatti di governo.

Ieri è toccato al treno Rovereto-Riva. Non sono però i 500 milioni di euro, di ipotesi preventive, a spaventare. Sono cifre necessarie se si vuol parlare di progetti di respiro, di visione del domani. Non è nemmeno detto che vedranno la luce, ma è giusto prenderli in considerazione. Ecco, se vogliamo, forse un po’ meno di enfasi e di teatralità nel presentare questa cosa io ce l’avrei messa. Ma si sa, la sobrietà non è tra le principali doti del Carroccio, nemmeno nella sua declinazione locale. 

La cosa simpatica qui la troviamo come un messaggio in bottiglia spiaggiato dopo una tempesta. Anche in questo caso ce la restituisce il web. Basta digitare “lega contraria Metroland” ed ecco comparire le prove. Si tratta di un Fugatti d’antan, che in molti ricorderanno benissimo. E’ intento a criticare molte cose tra cui il progetto dell’allora giunta Dellai. 

Beh, dopo l’elettrificazione della Valsugana e i ragionamenti intorno alla “Vaca Nonesa”, l’ipotesi presentata ieri altro non è che la riproposizione di uno dei quattro rami di Metroland. Del resto ad illustrare l’interessante progetto, Fugatti – stavolta senza scherno – si è portato gli stessi tecnici che criticava allora come “scagnozzi dell’odiato concorrente politico”. Oggi, professionali, diligenti, preparati come unanimemente riconosciuto, a servizio di un parte politica allora contraria oggi, alleata. 

Magari, un piccolo atto, non dico di scusa ma di chiarimento di circostanza da parte della lega ci sarebbe stato proprio bene. Ma dubito che mai arriverà: a giudicare da come ha glissato sulla smentita sulla loro convinzione che il lupo Slauz è frutto delle favolette dei forestali! 

25 Febbraio 2022 0 Commenti
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Ucraina: dramma davanti al quale si rimane senza parole.

Da Michele Dallapiccola 24 Febbraio 2022

Ci sentiamo tutti piccoli e inutili di fronte a questa nuova, assurda tragedia planetaria.

Perché di questo si tratta. Dopo il Covid, dopo la crisi sopra tutto ed in ogni caso non  ci voleva. E mi sento così piccolo e ridicolo a parlarne anch’io.

Non proseguirò lungamente con questo scritto. Finirebbe per diventare un esercizio di retorica. Nemmeno trovo giusto scopiazzare news dalla cronaca dei tabloid. Non sono sufficientemente esperto io e sono fin troppo chiari ed espliciti quelli. Ritengo giusto esprimere però un pensiero coerente col messaggio che qui a seguire voglio lanciare.

Non si può stare zitti.

Non è possibile e non è giusto. Ma se ciascuno di noi è una piccola goccia nel mare dell’opinione pubblica è giusto allora, che come tale, faccia la sua parte. Come ogni minuscola particella d’acqua, ognuno di noi può contribuire a determinare una corrente. Come in questa metafora di pensiero.

Più alta sarà la voce di ciascuno più i governi saranno rinfrancati nell’esercizio delle loro scelte.

24 Febbraio 2022 0 Commenti
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Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi… del servizio agricoltura?

Da Michele Dallapiccola 23 Febbraio 2022

Dell’analogia col titolo del noto film commedia della Disney di qualche anno fa, c’è solo il senso metaforico.

Nel racconto, la pellicola raccontava un potenziale dramma che aveva un lieto fine ma il taglio era divertente. Il Trentino che si occupa di agricoltura vive solo la parte drammatica e di allegro non ha proprio niente da vedere. 

Stiamo parlando dell’organizzazione del Servizio Provinciale Agricoltura. Dagli uffici di via Trener, rispettando probabili ordini assessorili superiori, non trapela nulla. Ma basta sentire il parere di un qualsiasi utente abituale delle Torri, per percepire come palpabile il disagio. È lo stato d’animo che si prova nel vedere un glorioso Servizio quale fu quello all’Agricoltura dei vari Pallaoro, Fezzi e successori, ridotto sempre più al lumicino. 

Pare che i disagi siano legati ad una serie progressiva di noie – si badi bene – non certo cadute dal cielo come sono stati il vento di Vaia o la pandemia.

La lega è al governo ormai da quasi 4 anni. Il ritmo dei pensionamenti e la necessità di relativo turnover erano fatti più che noti fin da subito. Come lo era la scarsa disponibilità di risorse umane e la necessaria risposta di reintegro delle carenze di organico. 

Tra pochi giorni ad esempio, prenderà riposo lavorativo definitivo la figura al vertice del Servizio. Ebbene, con 12 direttori a disposizione, la Provincia è arrivata ad indire un concorso aperto a figure esterne. C’è il serio rischio che questo Servizio così tecnico ed articolato venga preso in carico da una figura tutta da formare. A tempo determinato, come dice il concorso. 

Si consideri che nel frattempo “le Torri” sono state travolte da un carico di lavoro straordinario mai visto prima. Sulla spinta di uno sconclusionatissimo indirizzo politico pare che siano ben 11 i bandi aperti in questo momento. In un periodo dove la loro gestione è estremamente tortuosa ed articolata.

Questo è accaduto a causa del malsano intento politico di accontentare chiunque con un bando pubblico tailor-made (cucito ad arte). Così, si rischia di dimenticare il grande orizzonte davvero mai compreso dal Trentino agricolo. 

Parliamo di un settore chiave per la cultura e la gestione del paesaggio oltre che delle nostre tavole. Parliamo di una Provincia che potrebbe valorizzare i propri progressi in questo campo anche dal punto di vista turistico. Invece, si naviga a vista, con provvedimenti on-demand con la legislatura che ormai volge verso il proprio termine. 

E ancora una volta, rimane senza risposta la domanda mai venuta davvero a galla; quali sono gli obiettivi della lega al governo del Trentino per il settore primario del 2030 e del 2050?

23 Febbraio 2022 0 Commenti
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Il lupo e l’agnello, la lega e il PATT

Da Michele Dallapiccola 22 Febbraio 2022

Capita talora – ma è fatto raro e soggettivo – che a sentir la maggioranza parlare ci si accorga che si sta accapponando la pelle.

Di solito accade quando la controparte viene assalita dal malsano desiderio di dibattere con la minoranza adducendo motivazioni insostenibili. Perché lo scontro/confronto dialettico ci sta tutto. Stride invece quando persegue lo stile un po’ come fu nella novella del lupo e dell’agnello. A QUESTO LINK PER CHI SI VOLESSE RINFRESCARE LA MEMORIA

A tutti costi e contro l’evidenza.

Capitava anche qualche sera fa, proprio alla capogruppo della lega. Durante una seduta di Consiglio, piuttosto indispettita, parlava di un Bilancio provinciale altoatesino più alto di due miliardi rispetto all’omologo trentino. Abbiamo provato a spiegarle come stanno le cose ma non c’è stato nulla da fare.

Ora, il fatto quantomeno curioso è che un consigliere provinciale non sappia nemmeno che cosa vota alla fine dell’anno. I dati in parola sono parte integrante di un bilancio che viene votato e che un consigliere dovrebbe prendersi la briga almeno di leggere.

Qui, è utile offrire al lettore alcuni di questi dati (sono reperibili con un po’ di perizia del sito del Consiglio Provinciale). Mi permetto di esporli in sintesi qui sotto.

I sei miliardi ” e rotti” di Bolzano sono computati dagli altoatesini tenendo conto di capitoli di Bilancio che in Trentino non consideriamo. Questo perchè sono fondi che transitano sul Bilancio ma di fatto non spendibili perche già impegnati. Dunque è come se non fossero a disposizione. Il Trentino, col suo bilancio di 4 miliardi e mezzo circa, preferisce – a mio vedere correttamente – non presentare ad arte la cifra totale.

Per questo non sono tenute in considerazione:

  • partite di giro per ca. 355 milioni€
  • il fondo pluriennale vincolato per ca. 700 milioni€
  • gli accantonamenti vincolati per ca. 240 milioni€
  • gli accantonati per le manovre dello Stato per ca. 170 milioni€.

Questo solo per citare i principali capitoli. Se ci comportassimo come Bolzano, insomma, il bilancio di Trento anziché a ca. 4,561 miliardi€ pareggerebbe a ca. 6,174 miliardi€. Una cifra, in fin dei conti poco differente da Bolzano (più forte essenzialmente in ambito economico turistico).

Il Bilancio della Provincia di Trento, come si può constatare, non è inferiore di 2 miliardi rispetta a quello di Bolzano. Eppure incomprensibilmente, anche l’altro giorno si voleva dimostrare o peggio mistificare questa differenza, spacciandola per debito.

Altrettanto intollerabile è ascoltare pareri dalla giunta provinciale quando prospettano come plausibili affinità con la destra da parte del PATT. Viene invocata un’alleanza statalista nazionalista citando come artefice una delle tante meteore politiche transitate nel Patt. Qualche anno fa, questo dimenticato esponente di partito, effettivamente tentò un patto con Bossi pur di provare a conquistare un seggio alle elezioni nazionali. Perdendole.

L’agnello provò a spiegare al lupo che le sue erano tutte scuse basate su principi sconclusionati.

Nella novella non c’è un lieto fine, nella realtà per il Patt sta per arrivare un rinfrancante, resiliente congresso. 

22 Febbraio 2022 0 Commenti
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Il lupo e l’agnello

Da Michele Dallapiccola 22 Febbraio 2022

Un lupo e un agnello, stimolati dalla sete, erano giunti a uno stesso ruscello. Più in alto stava il lupo, molto più in basso l’agnello.

Allora il primo, prepotente e spinto dall’insaziabile gola, addusse un pretesto di contesa: “Perché – disse – mi hai intorbidito l’acqua mentre bevevo?” 

E l’agnello timoroso: “Ma scusa, o lupo, come posso fare quello di cui ti lamenti? L’acqua scorre in giù dalle tue alle mie labbra”. 

E l’altro, vinto dalla forza della verità: “Sei mesi fa – riprese – hai detto male di me”.

Rispose l’agnello: “Ma se non era ancora nato!”

“Tuo padre allora – replicà – disse male di me”. E senza dire altro, affera il povero agnello e lo mangia ingiustamente.

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SEMPRE PIÙ LUPI. TRA LE CASE E SULLE STRADE. Che fine ha fatto l’informazione necessaria?

Da Michele Dallapiccola 21 Febbraio 2022

Stiamo attraversando tutti un periodo molto duro. La crisi sanitaria e quella economica di riflesso, hanno determinato nuove, grandi preoccupazioni. Non avevamo certo bisogno di ulteriori motivi di angoscia.

Invece, ci ha pensato la presenza di grandi carnivori. Subiti più che gestiti, si stanno presentando sempre più a ridosso delle nostre comunità. La paura che hanno le persone deriva dalla mancanza di informazione, dal non conoscere, dal non capire cosa stia succedendo.

C’è stato un tempo in cui la PAT metteva la faccia e usciva da palazzo spiegando bene come stanno le cose. QUI LA PRESENTAZIONE DEL TAVOLO GRANDI CARNIVORI. Una volta al governo, la lega invece ha cambiato l’assetto. I Tavoli di competenza faunistica sono stati disertati nonostante la loro evidente utilità alla causa.

Il Tavolo del Comitato Faunistico, alla questione avrebbe contribuito in maniera collaterale. Comunque derubricato da una norma arrivata a sorpresa, pare non sia stato più convocato. Afflitto dalla stessa sorte toccata al Tavolo Comunicazione Grandi Carnivori. QUI UNA SINTESI DEI SUOI ARTICOLATI COMPITI.

Così, oltre a disertare le riunioni pubbliche sul territorio, la giunta impedisce ai media di recuperare le informazioni corrette provenienti da questo importante ormai ex-organismo.

L’opinione pubblica va rispettata. 

L’esperienza ci insegna che fornire informazioni in maniera chiara e trasparente è ormai molto più di un semplice obbligo istituzionale. Della mancanza di rispetto di questo impegno ci si accorge soprattutto in questi mesi invernali dove la presenza del lupo tra le nostre comunità e in prossimità delle abitazioni, sta provocando preoccupazioni ulteriori delle quali non si sentiva di certo il bisogno. 

La tecnica di parlarne poco per soffrire di meno, lo abbiamo visto, non funziona. Le persone continuano ad essere sempre più preoccupate. 

Fortunatamente, dentro a questo panorama a tinte oscure, una nota positiva la offrono le istituzioni amministrative.  QUI UNO DEI TANTI APPELLI A CONTINUARE.

Il progetto LIFE WOLFALPS EU, QUI IL LINK  è attivo a livello provinciale fin dal 2013; tuttora operativo. Vede la collaborazione tra una nutrita serie di Istituzioni europee e nazionali insieme al nostro Muse. Valorizza fondi europei diffondendo cultura ed informazione. Tra convegni ed iniziative concrete, mantiene attivo un sito web dove trovano risposta gran parte dei possibili ed immaginabili dubbi sul lupo e dintorni. Affianca il sito Grandi Carnivori della PAT, altrettanto interessante ed articolato. 

Il rammarico rimane. 

E’ triste constatare che la Provincia offra ai suoi cittadini l’informazione formato IKEA, (raccolgo quello che mi interessa e lo metto insieme da solo). E’ ciò che passa il partito del cambiamento. Salito al governo tra mille promesse, (tra cui la carabina facile) chiuderà la legislatura con un nulla di fatto?

Di certo avrà accompagnato l’espansione della popolazione dei grandi carnivori ad una dimensione mai vista prima.

21 Febbraio 2022 0 Commenti
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Dopo la panchina gigante ecco il cuore gigante. 

Da Michele Dallapiccola 20 Febbraio 2022

E’ quello dell’ospitalità nella bella Valle di Ledro. 

Perchè qui, persone e ambiente certificano che uomo e natura possono convivere. In armonia. E forse, quello che un tempo era mancato sviluppo oggi è valore. 

Serve poco per stare bene. Tanto verde, pochissimo cemento, sole , acqua e buon cibo da condividere con gli amici. 

Il Trentino della buona qualità di vita è bello perché offre due volti. Il primo, delizia degli appassionati, è quello dei meravigliosi caroselli tecnologici degli impianti a fune. Oggi noi parliamo del secondo. Quello delle valli bianche o verdi a seconda delle stagioni. Dei declivi dedicati al trekking alla bike e al tempo libero. Così ad esempio, è Ledro. Una valle inconfondibile, da questo punto di vista. Un luogo che offre la possibilità di vivere tutte le esperienze riassunte in questo nuovo mood degli attuali trend di vacanza. 

Qui non c’è bisogno di impianti a fune che portino in Valle più persone del sostenibile. Non servono mega investimenti dal PNRR per digitalizzare più del dovuto. Qui gli abitanti chiedono soltanto di essere rispettati nelle loro peculiarità. 

Per questo va favorita l’armonia tra la zootecnia e le attività turistiche. Con norme ed iniziative ad hoc. Per questo il territorio va valorizzato ma non stravolto. Anche nel suo aspetto urbanistico e di paesaggio. Perché ciò che modifichiamo che consumiamo deve tenere conto del concetto di limite: deve poter procedere per sempre e per tutti. 

Ecco L’augurio più caro che possiamo fare a questa valle. Ha perso la propria APT e da chi ora la amministra, merita rispetto. Quello stesso sviluppo turistico-urbanistico che in passato ha stravolto la Busa, è opportuno che non varchi “l’Agnese”.

Ma ai ledrensi su questo e molto altro non serve certo insegnare nulla.

20 Febbraio 2022 0 Commenti
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Arrivano i nostri! Ma il tifo delle parti sociali per il governo in carica è proprio una novità.

Da Michele Dallapiccola 19 Febbraio 2022

Dalla mia precedente esperienza in giunta provinciale porto con me un ottimo ricordo di collaborazione con le cd. “parti sociali”.

I rappresentanti di istituzioni, professioni, imprese, pubbliche amministrazioni, organizzazioni e associazioni di categoria sono da sempre una risorsa per chi governa. Con loro si concordano provvedimenti e si accolgono o respingono critiche. La direzione normalmente è “centripeta”, perché è il governo politico a trovarsi al centro del percorso di scelte e provvedimenti. 

Per questi motivi – a mio parere – nei giorni scorsi ha incuriosito non poco la presa di posizione di una delle più grosse associazioni provinciali d’impresa. In un gesto visto poche volte nella storia (a mia memoria mai) è uscita sulla stampa in soccorso del governo provinciale. E’ anche vero che un membro di giunta provinciale è anche un loro associato. Vien da chiedersi se non sia stata percepita una sua debolezza politica verso la quale il suo presidente ha sentito il bisogno di correre in soccorso?

Due fatti curiosi

La prima delle uscite riguarda un intervento di sostegno all’iniziativa del Concerto di Vasco Rossi. Evento al quale la giunta pare credere con particolare vigore. Eppure, sommersi dalle critiche hanno ricevuto soccorso dall’associazione in parola. Snocciolando cifre e numeri figli di un ottimismo post pandemia mai visto prima, si son lanciati ad annunciare inimmaginabili guadagni. Per tutti!

I conti si faranno alla fine, ma cosa porti un evento del genere lo si può già immaginare. A Campovolo qualche anno fa, ad esempio, con il doppio delle persone di qui, pare che le entrate a consuntivo siano state molto meno della metà che qui viene stimata/sperata.

Eppure, qualcuno che guadagnerà sicuramente c’è: lo staff del famosissimo artista. Con una Provincia che si è assunta tutti i rischi di impresa e che pagherà (lautamente) tutto pare che stiano proprio dormendo sonni tranquilli. Intanto l’aspetto di San Vincenzo per ora più che ad una Arena musicale pare assomigli ad una discarica di inerti. 

La seconda uscita stampa interessante, ha riguardato l’invettiva verso una malcapitata APT. Rea di voler mantenere con orgoglio un propria indipendenza al punto da aver ricevuto importanti finanziamenti da aziende private del posto, proprio come è accaduto ad esempio a Rovereto.  

Parliamo della Val di Non. Già qualche giorno fa la stessa APT era stata oggetto di pesanti critiche dal presidente dell’APT, vicina: l’armonizzante. Si perché la fusione di turno con relativo smembramento, la lega nella sua riforma del turismo la nomina con questo eufemismo; armonizzazione.

E son sempre gli armonizzatori, ad addurre come motivazione l’insoddisfazione di alcune imprese turistiche dell’Alta Valle da sempre critiche contro il sistema. Posso testimoniare che parliamo di stimatissime aziende che sono però afflitte da una lunga tradizione di insofferenza. Non hanno mai accettato, nemmeno nella scorsa legislatura, nemmeno attraverso proposte di favoritismo locale dalla politica provinciale che ha più volte cercato insieme agli amministratori locali di trovare un punto di incontro.

Per fortuna si tratta di imprese e di una zona che hanno da sempre saputo comunque valorizzare in proprio le loro peculiarità. Tirarle di mezzo oggi e così, sa proprio di strumentale. Anche perché se è vero che i problemi ci sono e si deve cercare di risolverli, ciò non accade certo con armonizzazioni imposte dai palazzi provinciali o, peggio, riorganizzando tutto da Malè anziché da Cles.

Fortunatamente le persone in Val di Non sono sostenute dallo stesso orgoglio che in Vallagarina ha permesso all’APT di rimanere indipendente. E’ grazie a questa rinomata forza d’animo che sapranno trovare le miglior soluzione per il loro futuro. Insieme agli armonizzatori.

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Fondi PNRR: finanziamenti a pioggia o riproposizione della “magnadora”?

Da Michele Dallapiccola 18 Febbraio 2022

Ci saremmo aspettati di veder dedicato qualcosa di più al nostro Trentino.

Dopo i sacrifici provocati dalla Spending Review degli anni ‘10 avremmo potuto recuperare il gap rispetto ad una storia di florida finanza provinciale. Questo, grazie alla più grossa opportunità che l’Europa abbia mai dato agli Stati membri. I 230 miliardi tradotti da Bruxelles nel Piano Nazionale Resilienza e Resistenza in quota parte avrebbero potuto offrire un grande slancio anche alla nostra provincia. 

Sulla base di un presupposto errato promosso dalla lega in fase di presentazione, lo scorso anno si era parlato di 2 miliardi a disposizione della nostra Provincia. Non è mai stato così.

Innanzitutto da parte della giunta provinciale c’è stata troppa leggerezza nel considerare il montante complessivo sul quale si effettuava il riparto. 

In secondo ordine va considerato che l’investimento principale non sembra intercettato quanto piuttosto calato dall’alto.

Prendere o lasciare

 Lo Stato chiedeva opere cantierabili e con ogni probabilità è questo il motivo a causa del quale quasi un miliardo di € è finito sotto terra.

 Il bypass di Trento aveva il qualificante merito di essere già progettato. E la sfortuna di dover partire subito. Questo ha provocato che tutta la parte di condivisione del progetto con la popolazione ha dovuto subire un’accelerazione improvvisa. E’ un fatto che non ha certo fatto bene all’accettazione sociale dell’opera. 

Quanto al resto dei finanziamenti, preoccupa la possibile teorica ingerenza della giunta provinciale. Qualche sindaco lo ha già segnalato. C’è il timore che la politica dei partiti si possa sostituire ad un normale e sano compito di indirizzo e di riequilibrio delle risorse.

Criticavano la magnadora di Grisenti, ora che sono al potere, (per altro col suo aiuto) finiranno per ricreare lo stesso tipo di ingiustizie? 

18 Febbraio 2022 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
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