Michele Dallapiccola
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Mercatini di Natale. Ma non doveva essere un prodotto maturo?

Da Michele Dallapiccola 11 Dicembre 2022

Dietro alla grande soddisfazione dei più, con qualche comprensibile zona d’ombra ci apprestiamo (già?) ad archiviare un 2022 turistico da favola.

Complice il rebound – il rimbalzo – di voglia di evasione degli italiani tenuti da più di due anni in condizioni di restrizione di libertà personale per gli arcinoti motivi sanitari. 

E così, anche un “oggetto” turistico sul quale ante pandemia si sprecavano fiumi di dubbi e puntualizzazioni si scopre comunque adattissimo a riempire le giornate degli ospiti del Trentino in attesa del Natale. 

Per un realistico bilancio di remuneratività e presenze è ancora troppo presto. Girando però tra gli stand e gli operatori, la prudente soddisfazione si palpa tutta. Complice sicuramente l’atmosfera che solo le località di montagna sanno trasmettere a corollario dei percorsi che si snodano tra le casette. 

E dico di montagna non a caso perché i Mercatini di natale tipici della tradizione tedesca e d’oltralpe, si stanno propagando sempre più a sud. Ibridati dalla frenesia commerciale del Natale, geneticamente modificati dal consumismo.

Forse, proprio per questo ha destato particolare scalpore una considerazione piuttosto pressapochista ma altrettanto verosimile diffusa a mezzo stampa qualche giorno fa. A Bolzano si calcola che il 30% dei prodotti venduti ai Mercatini sia Made in China.

E’ un rischio concreto. La s-personificazione dei prodotti commercializzati contestualmente alla diffusione pressoché ubiquitaria del format commerciale potrebbe portare ad un improvviso declino di interesse verso questo tipo di prodotto turistico-d’intrattenimento di stagione. Passata insomma la voglia di rivalsa verso la chiusura da lockdown e crisi di vario genere potrebbe manifestarsi una caduta di interesse da parte dei consumatori?

Questo tipo di preoccupazione, tutto sommato io la vedo lontana e difficile da verificarsi. Soprattutto se si considera che i mercatini pare abbiano avuto le loro prime manifestazioni di esistenza a Dresda già a partire dal 1400. Penso alla tipicità di questo tipo di manifestazioni tenute nei Bei Borghi d’Italia, come Rango ad esempio tra tutti. Inimitabili insomma se non negli oggetti venduti, sicuramente nell’atmosfera trasmessa dalla location.

Insomma, più saremo capaci di trasmettere originalità, autoctonia, sincerità e genuinità negli allestimenti e soprattutto nelle proposte di prodotto commerciale dei nostri mercatini, più sapremo resistere ai gusti di un tempo che omologa e ci abitua a tutto.

11 Dicembre 2022 0 Commenti
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Mondiali di Calcio? Siamo in tanti a tifare per il Marocco

Da Michele Dallapiccola 10 Dicembre 2022

La simpatia che ispira questo popolo, la sorpresa dei Mondiali, il tifo marocchino sui nostri media ricordano al Trentino la sua storia e il suo futuro. 

Sarà perché nessuno se l’aspettava ma la vera sorpresa dei mondiali 2022 è una squadra che in pochi tenevano in considerazione. Ora la Regina d’Africa è il Marocco. I Leoni dell’Atlante sono la vera sorpresa del torneo in Qatar. Il Marocco è tra le prime quattro del mondo, mentre il mondo si stupisce. Sbagliando: perché il Marocco ha meritato di arrivare fin qua, dimostrando solidità e qualità diffusa. Ma il Marocco non è emergente solo nel calcio. E’ la prima economia del nord Africa. E al netto delle fortissime disuguaglianze economiche interne, è uno Stato che ce la sta mettendo tutta per crescere. Con un PIL fortemente legato a condizioni climatiche che annualmente possono variare anche in maniere drammatica. 

E c’è pure una condizione che accomuna quella terra con la nostra. Fummo in tempi e modi diversi terra di emigrazione. Perché qui da noi, prima dell’Autonomia, prima del turismo, prima delle guerre, non c’era nulla. I nostri nonni, i nostri avi, migrarono scapparono via da qui, se ne andarono in cerca di fortuna. E così hanno fatto moltissimi marocchini. 

Per questo se vogliamo, da queste comunità possiamo imparare tanto. La tenacia innanzitutto. Possiamo leggere in loro quello stesso spirito che ebbero i nostri avi quando, valigia di cartone alla mano, affrontarono le navi e l’Oltreoceano. E come noi nemmeno loro qui da noi non devono aver trovato vita facile. Cultura ed identità forte che li contraddistingue, fede religiosa, diffidenza dei locali e difficoltà di integrazione sono state il piatto forte di tempi bui. Ma il tempo passa per tutto e tutti ed aiuta a smussare angoli e incomprensioni.

E dallo stereotipo del “vu cumprà”, del porta a porta con le mercerie a basso prezzo, si sono emancipati ed integrati nelle comunità dove hanno cercato fortuna dimostrando fortissimo spirito di adattamento. Oggi sono poco meno di 4000 i cittadini marocchini residenti in Trentino, la terza comunità dopo Romania e Albania. 

Comunità straniere che nutrono la demografia del Trentino. Provincia dove siamo sempre più vecchi, con gli over 65 che hanno già quasi doppiato gli under 14. 

E il saldo naturale è sotto zero ormai da qualche anno. Son più i decessi che le nascite.

La linea nera, sotto lo zero dal 2014. (notare il picco negativo del 2020 determinato dai decessi da Covid)

Senza gli stranieri insomma il Trentino sarebbe più vecchio, sempre più disabitato e con una crescente difficoltà demografica e sociale. Non prendere atto di questi dati, con questi numeri, significa negare la realtà. E la politica, non potrà farne a meno di tenerne conto . 

Ma intanto, prepariamoci alla semifinale. Forza Marocco!

10 Dicembre 2022 0 Commenti
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Emergenza rifiuti. Non se ne parla più ma siamo davvero fuori dalla situazione di crisi?

Da Michele Dallapiccola 9 Dicembre 2022

La gestione dei rifiuti in Trentino, è stata affrontata da questa Giunta come una costante fase emergenziale.

Si è proceduto a spizzichi e bocconi dando la netta impressione soprattutto attraverso i media che lo smaltimento dei nostri rifiuti fosse qualcosa di lasciato a se stesso. Le soluzioni insomma sembra quasi che siano arrivate in forma spot senza affrontare il problema principale secondo un disegno organico di visione. Primo tra tutti il processo decisorio finale riguardante la tecnologia da utilizzare per trasformare il rifiuto in energia. Sempre se possibile in modo pulito come pare che sia secondo gli ultimi ritrovati della scienza e della tecnica.

Le discariche di Monclassico e Imer sono state chiuse. Al termovalorizzatore di Bolzano sono in corso lavori di manutenzione e per quanto è dato sapere i rifiuti sono stoccati in un sito a Rovereto. 

Per questo qualche giorno fa abbiamo voluto interrogare la giunta provinciale. In queste ore ed in maniera seccamente asettica ha voluto rispondere come potrete leggere qui di seguito. 

Quante tonnellate di rifiuti sono dislocati nel sito di Rovereto e quale sarà la loro collocazione?

Attualmente (dato aggiornato al 16 novembre 2022), risultano stoccate presso il sito di Rovereto 1.550 tonnellate di rifiuto “secco residuo” (EER 20.03.01), e circa 330 tonnellate di rifiuto “ingombrante” (EER 20.03.07). In attesa del trasporto alla destinazione finale, il rifiuto “secco residuo” si trova collocato in un capannone coperto, mentre il rifiuto “ingombrante” è stoccato su altre aree appositamente attrezzate e autorizzate in un piazzale interno al sito di discarica; per tali rifiuti è previsto il conferimento ad impianti di recupero fuori provincia, in particolare il “secco residuo” sarà conferito a termovalorizzatori, mentre il rifiuto “ingombrante” sarà destinato ad impianti di recupero del materiale (si veda la risposta al punto 3). 

Esistono altri siti di stoccaggio provvisori in Trentino?

Con la chiusura delle discariche di Imer (avvenuta il 30/06/2022), e di Monclassico (avvenuta il 31/10/2022), sono rimasti disponibili per lo stoccaggio del rifiuto secco residuo e ingombrante in Provincia i siti di Ischia Podetti a Trento e Lavini a Rovereto. In particolare presso la discarica di Ischia Podetti si sta utilizzando il cosiddetto “catino nord”, un sito di stoccaggio temporaneo dove a breve inizieranno anche i lavori per l’approntamento di un nuovo lotto di discarica; inoltre sono in via di realizzazione delle apposite piattaforme di stoccaggio su di un’area situata fra il 1° e il 3° lotto di discarica; i lavori di costruzione delle piattaforme si concluderanno nei primi mesi dell’anno 2023. Presso la discarica dei Lavini sono invece già disponibili spazi di stoccaggio in un capannone coperto e sui piazzali, stoccaggi anch’essi già parzialmente utilizzati.

La Provincia emetterà un ulteriore bando per la gestione dei rifiuti;

ADEP (agenzia provinciale per la depurazione), oltre alle gare già esperite per l’invio a recupero termico del rifiuto “secco residuo”, che hanno portato a contrattualizzare un quantitativo di 10.000 t/anno con la società REA Dalmine s.r.l. di Bergamo, a valere per gli anni 2022 e 2023, ha esperito un ulteriore bando europeo per lo smaltimento/recupero di rifiuto “secco residuo”, aggiudicato a settembre 2022, per una quantità complessiva di 8.000 t; l’attivazione di tale servizio è tuttavia vincolato all’ottenimento, da parte dell’aggiudicatario, di autorizzazioni internazionali per l’esportazione del rifiuto. Nel frattempo sono stati raggiunti accordi con la società REA Dalmine s.r.l., in merito all’aumento dei quantitativi contrattuali per l’anno 2022, con l’obiettivo di limitare le quantità di rifiuti da stoccare nei siti di Trento e Rovereto. ADEP intende inoltre attivare un nuovo bando europeo per l’invio a recupero dei rifiuti ingombranti (EER 20.03.07), per le quantità che verranno complessivamente prodotte sul territorio provinciale nel 2023 (circa 8.000 t). 

Manca tutta la parte di disegno generale complessivo del quale la giunta ama parlare poco e lo fa pure male. Stimolata dalle minoranze o peggio come già detto dalle varie situazioni di emergenza. Del resto la cosa non stupisce. Qui, i consensi sono pochi, meno ancora dei voti. Impegno e lavoro invece tanto improbi quanto garantiti. Ma governare significherebbe anche assumersi queste responsabilità.

9 Dicembre 2022 0 Commenti
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Casa Autonomia.eu. Il Giallo in viaggio.

Da Michele Dallapiccola 8 Dicembre 2022

Il tour del Movimento culturale politico più giallo che ci sia, proseguirà sul territorio provinciale anche durante il periodo festivo di fine e inizio anno.

Certo non sarà in forma così impegnativa come quello delle serate che abbiamo tenuto nelle scorse settimane ma proseguirà comunque in forma più diretta ed amicale.

Per ora ci aspettano una decina di giorni riservati alla maratona consiliare di approvazione del bilancio di previsione della PAT per il 2023. 

Successivamente contatteremo le persone che ai nostri incontri hanno manifestato la curiosità di sapere di più del nostro movimento. Ci muovere sul territorio, per le valli e le località del Trentino, come siamo abituati a fare da sempre. Alle persone piace, forse anche perché fa parte del DNA dei trentini essere aperti, accoglienti ed ospitali.

Ed in effetti, il nostro movimento è stato accolto dalla Stampa con una grande curiosità. Complici le serate di apertura che hanno staccato sempre un sold out. 

Nei primi 4 incontri abbiamo contato più di 450 presenze. Un autentico successo. Molti sono i consigli che abbiamo ricevuto sul dove e come si poteva migliorare, tutti accolti e messi in atto dove possibile. 

Nota dolente le critiche feroci di alcuni “leoni da tastiera”, ovviamente sui social. Fortunatamente si tratta essenzialmente di poche persone, tutte facenti riferimento al nostro ex partito di appartenenza. Come più volte chiarito, lasciato per questioni di coerenza rispetto alla nostra ideologia di riferimento: rigorosamente alternativa alla lega.

Dunque ci spiace constatare il disagio che possa aver provocato una nostra reazione forte e coerente. Ma è una condizione che ha a che fare con l’onestà nei confronti di chi nel 2018 ci ha votato all’opposizione delle destre.

Qui di seguito un pò di rassegna stampa.

https://www.nosmagazine.it/dettaglio/5513/0/casa-autonomiaeu-si-presenta-alla-val-sole.

Presentata ad Arco “Casa Autonomia.eu”, nuovo movimento autonomista
8 Dicembre 2022 0 Commenti
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Aiuto! arriva la SQNBA degli animali, farà male?

Da Michele Dallapiccola 7 Dicembre 2022

Voler bene agli animali è una questione di civiltà, è un atto etico con dei profondi risvolti di responsabilità soprattutto morale.

Proprio per questo attribuiamo un grande valore ad un contenuto della Gazzetta Ufficiale numero 279 del 29 novembre. Ospita infatti la disciplina del “Sistema di qualità nazionale per il benessere animale” che su base volontaria certifica le imprese zootecniche che adottano sistemi che garantiscono agli animali allevati condizioni migliorative rispetto a quanto già previsto dalle norme in materia

Insomma, oggi arriva anche per le produzioni animali, lo stesso metodo di certificazione che ha coinvolto la viticoltura qualche anno fa: lo SQNPI. Acronimi impronunciabili concettualmente rivolti alla tutela delle produzioni e dunque dei consumatori. 

In questo specifico caso trattandosi di produzioni che provengono dal mondo animale, oltre al prodotto è stata innanzitutto tutelata l’origine del prodotto stesso. 

Quando parliamo di esseri senzienti, dei nostri amici animali, non dovremmo dimenticare che forniscono cibo alle persone sacrificando la propria vita. 

Eticamente parlando è una condizione sulla quale non ci possono essere mediazioni. O si accetta o si rifiuta. In ogni caso però nessuno può permettersi di disquisire sulla necessità di garantire loro la migliore qualità di vita possibile. 

Per questo, e giustamente, tra i vari parametri dei quali terrà conto per attribuire la certificazione ci sarà il sistema di valutazione di CLASSYFARM. QUI IL LINK DI COSA SI TRATTA

Lo ripetiamo, voler bene agli animali è una questione innanzitutto di civiltà e oltre che di etica anche di obbligo morale. 

Ben vengano poi questi ulteriori interventi normativi se riusciranno a stimolare anche i più scettici a considerare che in fondo, anche per loro, anche per i meno leali ad un approccio che tuteli l’animale innanzitutto, è anche una questione di reddito.

L’animale non stressato, peloso o piumato nostro compagno di vita che sia, se messo nelle migliori condizioni di vita, si ammala di meno. Ci regala dunque alimenti più salubri per la produzione del quale servono molti meno farmaci e artifici. Pensiamoci.

7 Dicembre 2022 0 Commenti
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Progetto Trentino o Progetto Ospedale?

Da Michele Dallapiccola 4 Dicembre 2022

Che intorno alla localizzazione del nuovo Ospedale di Cavalese ci sia un’intensa discussione non ci piove. Come abbiamo potuto appurare frequentando le valli solcate dall’Avisio, sono moltissime le persone che lo vorrebbero come ospedale facile da raggiungere, lungo la statale, vicino allo stradone. Dove di solito si permette l’edificazione dei distributori di benzina. O si collocano le casette per la vendita della frutta di stagione.

E’ un’opinione piuttosto diffusa. Che parte dal pensare alla soddisfazione che potrà dare ai suoi bisogni futuri un nosocomio partendo dalla facilità che comporta il viaggio in auto per raggiungerlo. Ne abbiamo sentiti pochi – davvero pochi – che siano entrati nella questione del “per farci cosa?”. Come se, di come si possa organizzare una sanità di valle, sia un problema secondario rispetto al viaggio in auto per raggiungerla. 

Nelle Valli di Cembra, Fiemme e Fassa, oltre al rinnovo dell’ospedale di Cavalese è in fieri anche la realizzazione della Casa della salute a Predazzo. Anche in questo caso promessa come realizzanda, ancora in alto mare per la questione del “per farci cosa” 

C’è poi un ulteriore fatto non banale. Con l’invecchiamento diffuso della popolazione – come testimoniano i dati sociologici – a breve andrà rinnovato e probabilmente ampliato il sistema di assistenza agli anziani. Entro o fuori casa di riposo. 

E poi ancora, In mezzo a tutto questo marasma è passato – quasi – inosservato lo scippo dei 40 milioni che erano stati stanziati per il rinnovamento della sede ospedaliera di Cavalese.

Nel frattempo sono ormai stati buttati quasi cinque anni al vento di una improduttiva discussione senza arrivare a capo di nulla. 

Ospedale su o ospedale giù?

Le informazioni e le domande che la Commissione Sanità ha rivolto ad un imbarazzatissimo presidente Fugatti hanno confermato ben più di una preoccupazione a chi della trasparenza importa ancora qualcosa. In pratica, che dietro a questa proposta possano esserci più interessi economici privati che di pubblica utilità sembra sempre più probabile. 

Pare che la proposta del nuovo ospedale parta proprio da un privato che si è fatto parte attiva della giunta provinciale. Pare inoltre che avrebbe fatto leva sulle competenze e le relazioni personali di un personaggio che per impegno politico si trova molto vicino alla giunta provinciale.

E’ lo stesso partito che ha affrontato la recente tornata delle elezioni provinciali alleato in una lista con il PATT. Da solo questo fatto è per me sufficiente a motivare l’impossibilità a proseguire il percorso politico con una forza che si assume la responsabilità dei fatti citati qui sopra. Prima i Trentini, pare vadano dicendo adesso gli autonomisiti di destra. Forse intendono prima alcuni trentini rispetto ad altri.

4 Dicembre 2022 0 Commenti
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I buoni numeri del turismo trentino PARTE III°: la soddisfazione c’è. Ora però la politica risponda alle criticità del settore. 

Da Michele Dallapiccola 3 Dicembre 2022

Terminato l’elenco puntuale di criticità legate al mondo del turismo collegate ad una specifica località, in questa riflessione domenicale troviamo opportuno esprimere delle considerazioni riguardo alle problematiche di sistema. Questioni trasversali insomma che riguardano chiunque sia in qualche modo lavorativamente legato al mondo del turismo. Il primo male originale che ha guidato le scelte di tutta questa giunta è stato l’agire senza un progetto di Trentino del domani. E’ stato, ed è, un male comune a tutti gli assessori. In questo non ha fatto eccezione nemmeno quello dedito al turismo. 

Il valore dell’ambiente trentino messo in secondo piano.

La scarsa attenzione alle tematiche ambientali e alla sostenibilità è stata certificata da cinque anni di assenza di iniziative importanti in questo settore da parte del dicastero al turismo.

È mancata la presenza dell’assessorato nelle questioni ambientali in rapporto alla convivenza con l’agricoltura, e con l’ambiente selvaggio, spingendo pochissimo sulle nostre peculiarità territoriali. Sono andati piuttosto a cercare identità e notorietà nei prodotti plastificati e preconfezionati già presenti sul mercato. Di quelli che basta pagare per averli. E se sono iniziative che si tengono già da qualche altra parte, basta pagare di più per rubarle dalle mani di qualcun altro per portarle (a caro prezzo) in Trentino. Cito tra tutti un paio di esempi emblematici. I ritiri calcistici, (ora comunque a rischio) per i quali sono riprese le cifre di mellariniana memoria e il concertone del maggio scorso. Di per sé una bellissima cosa. Che noi non avemmo il coraggio di fare per due motivi. Da un alto pensavamo che in Trentino avrebbero giudicato male l’esborso di qualche milione di euro per un evento canoro. E sbagliavamo. Qui di milioni ne sono stati spesi più di sei e non ha fatto una piega nessuno nonostante la crisi. E la spesa è da sola anche il secondo problema. Con tutti quei soldi spesi, si poteva fare qualcosa di più utile al Trentino e alla provincia con la crisi che c’è?

Guest Card 

Sul fronte degli asset di sistema, arranca la sua partenza nonostante sia costata fino ad ora, un non meglio precisato numero di milioni di euro! Si è ben vista una certa evoluzione delle piattaforme virtuali della Marketing ma è anche vero che l’ecosistema digitale della promozione del Trentino è nato già parecchi anni fa ed è figlio di ingenti e costanti investimenti pubblici. 

Stazioni sciistiche minori

E’ facile fare bella figura brindando ai numeri e ai successi di Fassa o Campiglio, su questo non ci piove, anzi non ci nevica. Un bel pezzo più complicato lo diventa quando a chiedere aiuti sono le stazioni minori che non abbiano un ruolo di campo scuola in casa propria. Il bacino elettorale disassato rispetto a quello giudicariese provoca effetti tutti da vedere. E la disparità di trattamento tra Bolbeno da una lato e Panarotta e Predaia dall’altra sono emblematiche. 

Bacini di accumulo idrico in quota

Non è facile nemmeno la partita che tratta dell’accumulo idrico per la produzione della neve programmata. Sono ancora molte le richieste di finanziamento inevase, su uno sport ed un sotto comparto, quello industriale degli impiantisti, che dovrà pesantemente interrogarsi sulle priorità di sviluppo da darsi. Tenuto conto del futuro climatico locale e delle disponibilità economico finanziarie della PAT sempre più in calo.

Strutture in crisi ed ecomostri imperterriti. 

Nemmeno da chi governa ora è arrivata una qualche efficace soluzione ad un mai risolto problema (preciso, nemmeno da chi governava prima, cioè noi): individuare uno o più strumenti in grado di dare sollievo ai problemi finanziari delle strutture ricettive in crisi.

O un destino alle 150 strutture chiuse. In qualche caso dei veri e propri ecomostri.

Bandi qualità trentino, Buona cosa, ma nessuna novità

La legge 6 sugli aiuti alle imprese si è trasformata da strumento ordinario a “contributificio” on-demand. E’ andata bene (in termini di consenso per l’assessore) perché ha trasformato i contributi ordinari per le strutture ricettive (la legge 6 che li ha istituiti è del 1999) nei bandi “qualità trentino”. I soldi a disposizione sono gli stessi che ci son sempre stati solo che ora sono distribuiti sotto forma di bandi. Promossi tra l’altro dai social dell’assessore in un modo che li fa quasi sembrar arrivare dalle sue tasche. 

Sostegno alle imprese? La beffa del nuovo debito per pagare le bollette.

E il sostegno alle imprese in crisi promosso in questi giorni? Letto in maniera sarcastica fa davvero impressione. In pratica, lo strumento finanziario per aiutare le aziende a superare le loro difficoltà economiche altro non è che nuovo debito aziendale. Da contrarre ora dove le difficoltà maggiori derivano dal caro energia. In pratica la Provincia promuove e spinge le imprese a fare un nuovo ulteriore mutuo in banca per pagare le bollette! E il bello che il provvedimento è ovviamente rivolto a chi, avendo troppe rate da pagare, non arriva a pagare nemmeno le bollette! 

Non credo serva aggiungere altro.

3 Dicembre 2022 0 Commenti
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I buoni numeri del turismo: PARTE II°. La soddisfazione c’è. Ora però la politica risponda anche alle criticità del settore. 

Da Michele Dallapiccola 2 Dicembre 2022

Dopo le considerazioni di carattere generale descritte nell’articolo di ieri, riteniamo utile elencare le criticità del sistema turismo, anche in forma puntuale. Sono azioni o mancati interventi di questo governo provinciale che non hanno prodotto le risposte necessarie o attese. 

Abbiamo individuato interventi legati all’aspetto turistico che in qualche modo hanno però una profonda relazione e potenziali ricadute sulle comunità alle quali si riferiscono.

Domani ragioneremo di asset o provvedimenti di carattere generale e provinciale. 

Comano

E’ una meravigliosa località che ha una lunghissima tradizione turistica Soprattutto grazie al termalismo. Eppure questa comunità conta alcune strutture ricettive in profonda crisi. Sarà forse anche perché attende ormai da 5 anni che partano 20 milioni di euro di lavori di ristrutturazione delle Terme? Soldi veri e già stanziati dalla precedente amministrazione provinciale. Qui la fusione dell’ex APT con quella dell’Alto Garda e Ledro non è andata, diciamolo pure, benissimo.

La Valle del Chiese

Si tratta di un luogo, pur di valore, che in passato non ha vissuto il turismo come la sua principale vocazione produttiva. Negli anni però ha dimostrato che attraverso la fantasia ed un patrimonio storico naturalistico davvero interessante, si possono esprimere tantissime potenzialità. Dal Fishing all’agroalimentare passando per i borghi storici ha cercato uno sperato rilancio da Campiglio. La fusione lo fatto arrivare in maniera flebile. Anzi a dirla tutta e per voce di alcuni operatori, non è ancora proprio arrivato niente.

Levico Terme

Qui è avvenuto uno scippo: il PPP sulle Terme, un progetto di potenziale difficile attuazione. Ma i cinque milioni di euro sono stati stanziati per davvero. Davanti alle difficoltà, la giunta non è certo stata a disquisire, li ha stralciati e mandati a finire chissà dove. Siamo convinti che potevano essere ristanziati per la località e invece sono finiti nei meandri della casse provinciali senza che nessun amministratore locale o peggio ancora provinciale di maggioranza dicesse qualcosa.

Rovereto-Vallagarina

L’APT birichina che ha voluto rimanere indipendente da una fusione imposta con Trento, è stata salvata dall’orgoglio degli imprenditori del posto. Nella sua coraggiosa organizzazione locale, forte di tante proposte interessanti non è stata invece per nulla sostenuta dalla politica provinciale, soprattutto nella gestione delle naturali criticità di rapporto coi territori limitrofi. Anzi qui, l’assessorato ha alimentato tifoserie di parte, avallando un’azienda di promozione rispetta ad altre. Col fortissimo sospetto di obbedire più ad un colore politico che a logiche di coerenza geografica e amministrativa.

Trento

Qui c’è un Sindaco non politicamente allineato all’assessore provinciale di riferimento, (come va tanto di moda essere adesso tra molti suoi colleghi). Ha il coraggio di dire cosa va e cosa non va e pensa alla Trento turistica anche di domani: identitaria, attrattiva e sostenibile. Del resto, cosa poteva pretendere più di questo, una città che è partita con la definizione normativa di zona NON turistica. Ora si pensa anche qui all’ennesima opera funiviaria. Per raggiungere una località mai davvero rilanciata da nessun punto di vista. Come al solito si fa tutto senza pensare a un disegno complessivo. 

Altopiano di Pinè.

In apprensione e nell’attesa di un opera che dovrà venire su con la velocità di un fungo, la comunità pinetana spera di essere pronta entro due anni. Sono quelli che al netto dei preparativi e dei tempi morti, mancano alle prossime Olimpiadi bianche. Sul piatto ci sono 50, 60, 70 milioni di euro da spendere? Ancora non si sa. Forse il problema preoccupa poco perchè in fondo, le norme che regolano gli appalti pubblici sono sempre più in grado di sfornare opere in modo rapido e veloce? E che dire delle materie prime necessarie per realizzare la copertura? Abbondanti sul mercato e subito disponibili come le ditte edili per nulla impegnate in questo periodo? Il sarcasmo è quasi d’obbligo, la speranza un diritto.

Con un esborso così importante, per un’opera pubblica che costerà un botto anche di gestione, sono sempre di più le persone che si interrogano. La località dopo una cifra così imponente impegnata in Stadio e relativo mantenimento, avrà ancora la possibilità di chiedere comunque alla PAT l’attenzione finanziaria che merita? Opere pubbliche, strade, marciapiedi, servizi e sottoservizi. Come pure lo sviluppo di infrastrutture per lo sport, il tempo libero e il turismo delle persone che non pattinano ma che vorranno frequentare lo stesso Pinè. Sono le tante presenze che all’Altopiano hanno sempre e comunque fatto comodo. Perché in Pinè è bello andarci non solo per pattinare dentro ad un’ovalone!

Val di Non

Per l’organizzazione del turismo locale, fin da inizio mandato, la giunta provinciale aveva qui un preciso indirizzo. L’input, lo abbiamo raccontato più volte, veniva dall’associazione di categoria di riferimento dell’assessore competente. Fondere, semplificare e accorpare. I disegni di sviluppo dell’asse del Noce, dalla Rocchetta al Tonale li avrebbero così decisi tutti a Malè. Per far digerire questo boccone amaro, ai nonesi sconsolati dalla fusione coatta con la Val di Sole, si era forse pensato di offrire loro un regalino di consolazione. E non se ne parli più. Purtroppo della promessa d’acquisto di Castel Valer, non s’è più saputo nulla. Tutto è finito in un imbarazzante silenzio tombale. Non sarà perchè adesso è altrettanto imbarazzante dover smentire tutto? 

Altipiano di Brentonico

Una discussione straziante sta affliggendo la Comunità. La valutazione di un collegamento funiviario Malcesine-Brentonico credo sia ancora in corso. In questo non ha certo aiutato l’atteggiamento della Giunta provinciale che ha trattato la questione in maniera maldestra, a tratti con atteggiamento di tifo da stadio, a tratti con fare pilatesco.

Infine a Civezzano dove le cose, forti di un efficacissimo Ecomuseo locale, andrebbero anche benino. Eppure, sui media, qualche tempo fa l’assessore ha lanciato un appello. Invitava gli amministratori locali a riflettere su una loro diversa collocazione di APT. Chissà perchè, gli sembrava di dire cosi.

2 Dicembre 2022 0 Commenti
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I buoni numeri del turismo: PARTE I° Motivo di soddisfazione o maschera delle gravi criticità del settore? Alla politica il compito di rispondere. 

Da Michele Dallapiccola 1 Dicembre 2022

Superate le tristissime stagioni della pandemia, il comparto del turismo trentino sta dando – come nel resto in linea generale in tutta Italia – degli interessanti segnali di ripresa.

Almeno sul fronte dei numeri delle presenze. Eh già, perché su quelli della remuneratività, c’è poco da stare allegri se non per quel mezzo gaudio che è il mal comune. Difficoltà a reperire manodopera, caro energia e dei costi in generale stagliano ombre profonde all’orizzonte di ogni previsione di sviluppo futuro. 

A questi problemi generali il Trentino ne aggiunge qualcuno in più, a ben vedere non tutto generato dal caso ma spesso strettamente connesso al comportamento della politica e di chi la interpreta. E questo perché è facile parlare di turismo alle valli più ricche di presenze dove non è difficile raccogliere consensi se si basa il proprio entusiasmo sui numeri. Fiemme Fassa, Garda e Pinzolo Campiglio sono luoghi amabili da frequentare. 

Inoltre c’è un metodo relativamente abbordabile per acquistare simpatia politica. La possibilità di distribuire cariche e sotto cariche della nuova legge sul turismo sembra fatta apposta. Nuovi consorzi, Ata, Cda nella marketing hanno fatto scuola. La lega era partita al grido della semplificazione ma invece ha arricchito la filiera della Direzione del Turismo di tre o quattro sottolivelli che prima non c’erano. 

La difficoltà della politica a dedicarsi tecnicamente ai procedimenti amministrativi. 

Perchè entrare nei progetti che non girano per capirne il come mai, è tutta un’altra cosa

Come è faticoso recarsi nelle valli a minore grado di sviluppo turistico che avrebbero bisogno di qualche idea innovativa in più. E’ da lì che infatti originano i malumori più diffusi del settore. Per fortuna elettorale del politico parte in causa e di turno, anche i meno popolosi. 

Così dai corridoi di Palazzo Europa echeggiano i mugugni dei rappresentanti dei territori marginali che vorrebbero crescere. Sono snobbati dalle attenzioni riservate ai grandi circuiti, si sentono poco attenzionati dal dovuto rispetto alle fragilità di fattispecie. L’impressione è che la politica si trovi di fronte a soluzioni che scarseggiano, dunque quale soluzione migliore che non rilanciare?

Ora che in fase finale legislatura i fondi cominciano a scarseggiare si tenta il gioco con le carte dell’artifizio. Ci avete fatto caso quante cosa, a detta della giunta provinciale partiranno a partire dal 2024? Forse l’unico modo per superare la legislatura dove in certe zone siamo ancora al nulla o poco di fatto.

Nei prossimi giorni elencheremo le criticità puntuali di pertinenza turistica che per valore sociale e ricadute generali hanno a che vedere con lo sviluppo del territorio al quale si riferiscono. In linea generale riguardano azioni con le quali non ci troviamo d’accordo o che per motivazioni di vario tipo non hanno funzionato o non hanno trovato modo di realizzarsi. Hanno tutte un unico minimo comun denominatore. La presenza della politica della “Lega Salvini Trentino”. Una politica interpretata come stazione di accettazione di qualsiasi richiesta alla quale questo tipo di politica ha sempre e solo risposto di sì. Senza aderire ad un progetto complessivo, senza valutare la reale fattibilità delle promesse fatte, il rischio di default dei consensi, specie in ottica quinquennale è elevatissimo. 

E ora, un po ‘alla volta, è un conto che i trentini stanno cominciando a presentare.

1 Dicembre 2022 0 Commenti
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Approvata la legge sulle piccole produzioni domestiche e attenzione all’agricoltura sostenibile

Da Michele Dallapiccola 30 Novembre 2022

Grazie alla collaborazione coi colleghi dei Gruppi Consiliari di Futura e Verdi, è passata la legge che finalmente autorizza anche in Trentino le piccole produzioni domestiche.

Come già avviene da molte altre parti in Italia si potrà fare anche qui. In pratica si autorizza l’utilizzo a scopo produttivo artigianale della cucina casalinga privata, qualora giudicata idonea da ispezione ufficiale sanitaria, qualora utilizzata in orario diverso da quello di utilizzo abituale. 

In ambiente domestico, si potranno così confezionare marmellate, ad esempio, conservati del proprio orto, o trasformare il latte delle proprie capre in deliziosi formaggi. Nel rispetto della vigente normativa sanitaria e fiscale, queste produzioni potranno dunque finalmente arrivare ad ottenere la dignità di prodotti liberi per la vendita al pubblico. Un grande passo, per una piccola nicchia produttiva, che tuttavia stava aspettando da tempo.

Purtroppo, con grande disprezzo per questo settore, da questo disegno di legge la giunta provinciale ha voluto eliminare gli interventi finanziari. Anche solo minimamente dosati, sarebbero stati molto utili per sostenere economicamente anche chi voglia avventurarsi in questa forma di arrotondamento finanziario dell’economia domestica.

Si tratterebbe di attività di trasformazione di prodotti agricoli, di origine animale e vegetale, prevalentemente da parte di hobbisti o agricoltori part time. 

Oltre a rappresentare un pur sempre utile piccolo tassello al trentino coltivato, siamo di fronte ad interessanti opportunità di reddito in zone generalmente non inserite nei grandi circuiti del turismo e della produzione agricola. 

Mercati contadini, mercatini di Natale, piccoli punti vendita prospicienti a vie di passaggio possono rappresentare forme di intrattenimento per il turista, completando la filiera che dalla terra porta al carrello della spesa di chi apprezza originalità e genuinità.

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