Michele Dallapiccola
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Michele Dallapiccola

Michele Dallapiccola

Il paesaggio, appartiene a ciascuno di noi. In virtù di chi sa coltivarne la cultura.

Da Michele Dallapiccola 13 Maggio 2022

Confesso che da Sindaco ebbi a che fare con parecchi grattacapi. La gestione di un disordinatissimo piano regolatore comunale però, fu quella che più provocò al sottoscritto qualche bella notte insonne. Per questo ho sempre provato profonda ammirazione verso chi era riuscito a fare meglio.

Ho girato tanto il Trentino. Penso di conoscerlo abbastanza bene da potermi permettere di dire che da questo punto di vista, la Val di Non è il luogo che mi piace di più. E’ la vallata che meglio è riuscita a mantenere più ordine nel suo territorio. (per la medaglia nera ognuno faccia un po’ di mente locale a casa propria. Io un’idea precisa ce l’ho…).

Lassù, nei declivi plasmati dalle acque del Noce, i paesi e le abitazioni, in generale sono ordinatamente separati dalla campagna. Rarissimi, sono i masi e le case sparse. Diffusissime nel resto del Trentino. Zone artigianali, industriali ed aree verdi, sono qui meglio distinte dalle zone abitate che in altri luoghi. 

Il fatto poi che ci sia maggiore bisogno di compatibilizzare le attività agricole di prossimità con le abitazioni, è un argomento del quale c’è ancora molto da discutere e nel quale in questo breve pensiero non voglio addentrarmi. 

Il valore del nostro paesaggio lo si apprezza ancor di più se si valuta in senso semantico. Va inteso come l’effetto del rapporto tra le attività umane e l’ambiente naturale; espressione dei principi della sostenibilità; dove ogni azione deve poter valere per sempre e per tutti; dove il consumo, lo spreco e il depauperamento non sono ammessi. 

Due facce di una stessa medaglia. 

In Trentino il governo del territorio è gestito da un complesso sistema di norme delle quali si sono dotati gli enti locali e la PAT. Ogni livello istituzionale ha le proprie regole, piani e commissioni urbanistiche, deputate al controllo e al mantenimento di questo ordine. Ciò avviene attraverso i tecnici incaricati, commissari vari e dipendenti in carico alla pubblica amministrazione. A loro vanno riconosciuti importanti meriti. Piaccia o meno, se il Trentino di oggi è così come lo conosciamo dipende certo dalla politica ma anche da chi ne ha fatto applicare i provvedimenti deliberati.

Di diverso appeal è  lo strumento che queste persone devono maneggiare: la burocrazia di ambito edilizio ed urbanistico. Ma anche in questo caso invito tutti ad un supplemento di riflessione. Che l’eccesso possa risultare tossico, infatti, non ci piove! Oltre ad aver avvelenato la vita a molti di noi, però, qualche merito può averlo avuto. 

Pensateci bene: se non ci fossero state tutte queste regole, siamo sicuri che il Trentino di oggi sarebbe cosi come lo conosciamo? Ci danno fastidio tutti questi legacci normativi, quando siamo noi ad edificare sulla nostra proprietà. Ma quanto sono benedette quelle stesse regole quando troviamo un vicino invadente o irrispettoso di codici e confini?

In quest’ottica, tutta questa libertà nel poter installare pannelli fotovoltaici sempre, comunque ed ovunque, ad esempio, preoccupa non poco. La sburocratizzazione voluta da questa maggioranza seduce gli impenitenti del risparmio energetico ma siamo davvero sicuri che piacerà davvero a tutti?

La preoccupazione viene dai tecnici. Che hanno pure ragione!

Quando vedremo deturpato qualche edificio storico, quando il nostro vicino di casa installerà nel suo giardino dei pannelli senza colpo ferire e oscurando la nostra visuale? Quando l’effetto specchio dei pannelli del vicino irradierà di sole l’interno del nostro appartamento, quando strade, cave ed altri luoghi saranno abbelliti da questi ecologici-ssimi orpelli? Metri e metri quadrati di silicio cinese, alternativamente energetico, posto con ogni libertà possibile ad imperitura memoria di chi delle leggi urbanistiche, di 50 anni di autonomia e di autogoverno, se n’è fatto un bel baffo?

Andrà tutto bene, probabilmente. Almeno fino a quando un qualche impertinente, invadente maleducato vicino di casa installerà un muro di pannelli fotovoltaici sul confine del giardinetto di uno di questi incauti legislatori. 

13 Maggio 2022 0 Commenti
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Gestione orso. Non è una sentenza qualsiasi

Da Michele Dallapiccola 12 Maggio 2022

Gestire la convivenza orso-uomo può assumere toni drammatici. Alla precedente amministrazione provinciale è capitato proprio così.

La sentenza di assoluzione del past-president e del Dirigente del Servizio faunistico della PAT sancisce dei principi. Per questo è stata un autentico sollievo

Pur sapendo che l’amore per gli animali (anche per quelli potenzialmente pericolosi) spacca l’opinione pubblica. Soprattutto diversamente da chi, lavoratore o frequentatore della montagna, con l’orso e con il lupo deve purtroppo invece conviverci.  

E per quanto possa rammaricare, KJ2 era un’orsa di quelle “complicate”: un’orsa pericolosa per l’uomo. Il buon senso ha stabilito che la sua captivazione sarebbe corrisposta ad un suo grave maltrattamento. 

E’ notorio infatti che gli animali selvatici ridotti a cattività vanno incontro a psicosi, alterazioni del comportamento, obesità, autolesionismo, pica e altre terrificanti condizioni. A quel punto chi si occupa della detenzione è costretto ad intervenire con artifizi farmacologici e chirurgici (castrazione). Come è accaduto – papale papale – nel caso di M49. Anzi, non solo a questo. Per l’orso evasore si è dovuto ricorrere a un recinto straordinario, dal costo straordinario, dall’aspetto straordinario. Sembra quello (avete presente?) del triceratopo nel film Jurassic Park. 

E’ questo il coraggio della lega?

Dai gazebo e dalle feste ai banchetti a base di carne di orso siamo arrivati qui. Questa triste Provincia punta a scrivere lettere, ad incolpare il governo romano e a scaricare la responsabilità. Raccontata solo quando interpellata. Avete notato a tal proposito il silenzio stampa sui social dei vari membri di maggioranza su questo argomento? 

Eppure orsi e lupi predano ancora come prima e più di prima. 

Eppure, dalla precedente giunta gli strumenti per intervenire li aveva ereditati e tutti. 

Eppure il PACOBACE fu aggiornato già nel 2014. Venne prevista la rimozione cruenta proprio per evitare inutili sofferenze agli animali pericolosi per l’uomo. 

Questa Provincia ha pure ereditato un sistema di prevenzione e informazione finanziato come mai è stato fatto dopo. 

Ha ereditato un modernissimo collare high tech in avanzata fase di studio, messo nel cassetto mai portato avanti. Ha trovato in dotazione una legge (la n°9/’18) intorno alla quale provare a costruire un vero Piano di gestione. Con un punto di partenza nazionale. Nella scorsa legisaluta, il Trentino aveva partecipato infatti anche alla predisposizione di un paio di proposte di Piano gestione lupo in Commissione Politiche Agricole nazionale. Abortiti e mai ricostruiti con la stessa modalità. E che rimangono l’unica percorribile. 

Oggi siamo al punto di partenza.

Non siamo all’anno zero. I Servizi forestali e la parte amministrativa tamponano le esigenze e i danni con quello che hanno e con la loro esperienza. Ma a fronte di una politica che nicchia, il numero di grandi carnivori è letteralmente esploso. Più di 200 tra orsi e lupi e un nulla di innovativo sul fronte della loro gestione. Nonostante eredità esperienziale amministrativa e suggerimenti da parte nostra non siano mai mancati. 

Ora chiedo: con che credibilità può affidarci una gestione delle due specie uno Stato fortemente ambientalista animalista? 

Che tipo di azioni di compensazione può raccontare di aver fatto o esser disposta a fare questa Provincia? Solo così si potrà ottenere in cambio la possibilità di controllare il numero di qualche esemplare eccessivamente dannoso o, peggio, pericoloso.

Ormai, temo che la legislatura finirà con un nulla di nuovo sotto il sole. Speriamo intanto che almeno non si faccia male nessuno.

12 Maggio 2022 0 Commenti
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Riforma del Progettone? La giunta faccia un passo indietro e comunichi meglio le sue intenzioni.

Da Michele Dallapiccola 11 Maggio 2022

Eccola qui, puntuale, prevista, arriva la riforma dell’assessorato al lavoro. Del resto, grande o piccola, quale fosse, ogni dicastero di questa maggioranza ha provato a presentarne una propria. Alcune discutibili, (turismo) altre in fieri (salute) altre ancora spaventosamente in ritardo (Comunità di valle).  

Per questa del Progettone, portata avanti attraverso il disegno di legge n° 140/XVI a firma Spinelli, qualcosa è andato particolarmente storto. Per fortuna, c’è da dire, che per il percorso che sta seguendo l’iter legislativo, non c’è stata ancora nessuna decisione. E questa è la bella notizia che a più riprese ha voluto rappresentare la giunta nelle sue varie uscite stampa. Le sollecitazioni a farlo sono state bi-partisan, pressanti e numerose. 

Ed è questo stato di cose a costituire la brutta notizia. Se c’è stato bisogno di annunciare raccontare, uscire ex post, rassicurare, evidentemente è perché nella comunicazione qualcosa non va bene.

Alcune voci di corridoio lanciano illazioni che ci rifiutiamo di credere. Si vocifera che la riforma sia stata predisposta dai servizi provinciali secondo una visione prettamente amministrativa della questione. In effetti, a ben pensarci, la carenza di sale politico, l’assenza di mediazione soprattutto con le parti sociali, troverebbero una certificazione. Colpisce soprattutto la scarsità di informazioni puntuali, specie quelle rivolte al grande pubblico. Sarebbe questo stato di cose ad aver fatto scaturire la fibrillazione sociale collettiva. Anche noi del Partito Autonomista siamo stati avvertiti della preoccupante situazione. E ci dispiace apprendere dalla stampa che questo stato di cose è confermato dai comunicati dei sindacati.

Le rassicurazioni (?) della Giunta

Ora la giunta continua a rassicurare che nessuno sarà lasciato indietro. E ci mancherebbe! Stiamo trattando la vita delle persone. Per loro natura gli aderenti al Progettone vivono una fase della loro vita davvero tanto delicata. Anche dal punto di vista psicologico. Non oso pensare se si minassero quelle poche, pochissime certezze che negli anni sono riusciti a costruire queste persone. Temo che la discesa coi forconi fino qui in Provincia si trasformerebbe da qualcosa di metaforico ad un’amara realtà.

Siamo convinti che il pressing lo hanno prodotto soprattutto gli impiegati diretti interessati. Determinante anche l’azione delle parti sindacali. Porterà ad una sonora marcia indietro da parte della giunta.

Su questo improvvido documento, noi consiglieri di opposizione, eserciteremo la nostra severa azione di controllo. Siamo istituzionalmente chiamati a farlo. Saranno accettabili novità solo se organizzate come aggiuntivo a quanto già predisposto e in atto.

Chi è già inserito che ha ottenuto le tanto agognate certezze deve essere accompagnato alla pensione senza se e senza ma.

Chiaramente, fermamente, la Giunta provinciale deve assumersi questo impegno.

11 Maggio 2022 0 Commenti
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La Politica agricola Comunitaria arranca, la zootecnia è in crisi ma per la Provincia i problemi sono quelli dei controlli burocratici.

Da Michele Dallapiccola 11 Maggio 2022

Eppure è così. Sembra incredibile ma nel civilissimo Trentino, nella terra dei boschi dove trovi più forestali che porcini, nel regno delle scartoffie e della burocrazia infinita, la lega del cambiamento è riuscita a partorire anche questo. 

Facciamo un po’ di ordine in queste vicende. 

Effettivamente, nelle premesse enunciate dall’esecutivo è citato un fatto reale. In passato, e particolarmente fino a 6-7 anni fa, la politica agricola comunitaria premiava maggiormente le aziende da fuori Provincia rispetto a quelle trentine. Nel frattempo questo gap si è ridotto. Oggi gli allevatori trentini sono finalmente competitivi con quelli nazionali. Inoltre, le amministrazioni locali sono state dotate di un bando tipo per poter assegnare gli alpeggi con particolare riguardo alle aziende locali. 

Per quanto riguarda le legittimità degli impegni contratti dalle aziende, con la pubblica amministrazione che premia, va precisata una condizione oggettiva.

In malga, i controlli avvengono da sempre. La PAT (unica in Italia a che io ne sappia), ha da tempo adottato il registro provinciale di pascoli e malghe. Si tratta di un sistema codificato che registra con precisa contezza la dimensione delle nostre malghe evitando il controllo-confronto con l’aerofotogrammetria. Inoltre, Servizi veterinari, quelli provinciali e controlli a campione da parte di AGEA nazionale, hanno da sempre lavorato all’unisono. 

Insomma, in materia di lotta all’illegalità il Trentino non si trovava certo all’anno zero e non aveva nemmeno bisogno di partire da qui. 

La nuova PAC parte in calo.

La trattativa condotta da questo governo provinciale è andata peggio del previsto. Per onestà diciamo che questo dipende probabilmente anche da fattori esterni. Oltre alla poca esperienza di chi ha effettuato le trattative politiche a Rome c’è una Comunità europea che tanto ha dato su altri capitoli, il Recovery Fund tra tutti. 

Ma per diamine allora! C’è la crisi, la PAC è in riduzione e la risposta della Provincia qual è? Intensifichiamo un’azione dove la Provincia è già più che presente. Si citano irregolarità scoperte in passato. E chi le avrebbe scoperte se non lo stesso sistema di controlli che già c’è, funziona e ora si potenzia pure?

E coi grandi carnivori come la mettiamo?

Ci saranno periodi di pascolo obbligatoriamente ridotti a causa di questi nuovi flagelli delle montagne. Per cause di forza maggiore le deroghe ci sono sempre state.

Ha intenzione la giunta provinciale di intensificare anche lo strumento della deroga visto l’intensificarsi degli attacchi a causa dell’intensificarsi del numero di esemplari? Di fronte ad un nulla di nuovo di fatto, di fronte ad un loro mancato contenimento?

PS. con la collega Paola Demagri abbiamo intenzione di sensibilizzare la giunta interrogandola. La deroga ai periodi obbligatori di pascolo è sempre più una drammatica realtà. La causa? I troppo intensi episodi di predazione

11 Maggio 2022 0 Commenti
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Nuove prospettive per l’agricoltura trentina?

Da Michele Dallapiccola 9 Maggio 2022

Dei problemi del Servizio Agricoltura della Provincia abbiamo parlato in più di un’occasione; sono ormai cosa nota.

Da tempo, è lasciato a secco di dotazione finanziaria, personale e dirigenza. Se per la soluzione delle prime due condizioni, la speranza continua ad allontanarsi, per la nomina del dirigente invece qualche spiraglio di ottimismo in più si è manifestato. Nel mese di marzo è stata pubblicata una: 

PROCEDURA DI AVVISO PUBBLICO PER L’ASSUNZIONE A TEMPO DETERMINATO DI UN DIRIGENTE CUI AFFIDARE L’INCARICO DI DIRIGENTE DEL SERVIZIO AGRICOLTURA, AI SENSI DEGLI ARTICOLI 24 E 28 DELLA LEGGE PROVINCIALE 3 APRILE 1997, N. 7. 

L’agricoltura è una materia complessa, articolata su norme provinciali nazionali ed europee. Solo la preparazione e l’esperienza di una vita di relazioni e studi nel campo permette di destreggiarsi nella burocrazia. I suoi meandri sono sempre più difficili da aggredire.

Consultando l’elenco dei richiedenti iscritti, si erano potute nutrite buone speranze. Si trattava di figure dotate tutte (o quasi) di esperienza tecnica, preparazione maturata in campo normativo, legislativo, nozionistico specifico riguardo al settore agricolo. 

Alcune di loro erano dotate anche di adeguata formazione in veste di Direttore. Pare ci fosse anche un dirigente generale di servizio agricoltura regionale.

Alla fine la scelta è ricaduta su una figura esterna all’apparato.

Di indubbio valore morale e di grande spessore culturale porta comunque a porci una domanda. Dovrà formarsi nel suo nuovo ruolo di dirigente?   

Laconicamente il Presidente della Provincia, nella delibera 778 del 6 maggio c.a. dice che:

“vista la comunicazione del Nucleo di valutazione dei dirigenti riportante l’esito dell’analisi dei curriculum e delle schede individuali pervenuti, tenuto conto delle specifiche competenze richieste ed evidenziate nel bando, comunica di ritenere il dott. Andrea Merz il candidato idoneo per la direzione del Servizio agricoltura, chiedendo conseguentemente di predisporre il relativo atto di conferimento dell’incarico da sottoporre all’approvazione della Giunta provinciale. Contestualmente, il Presidente dando seguito a quanto previsto dall’avviso pubblico, propone che per lo svolgimento dell’incarico di dirigente del Servizio agricoltura al dott. Merz sia corrisposto il trattamento economico previsto per il dirigente del predetto Servizio.”

La scelta è presa. Cogliamo dunque l’occasione per congratularci e augurare buon lavoro al nuovo dirigente. 

Contestualmente non possiamo non rilevare preoccupati le numerose carenze del servizio agricoltura. I relativi arretrati presenti in tutti i comparti afferiscono in termini amministrativi al Servizio predetto. E qualche domanda ce la poniamo e la giriamo anche alla Giunta Provinciale.

Con la collega Demagri abbiamo voluto interrogare per capire quali siano state le caratteristiche che hanno portato a tenere in particolare considerazione la figura nominata rispetto alle altre alte professionalità iscritte allo stesso bando.

Cogliamo l’occasione per chiedere anche quali e quanti sono i posti che si renderanno vacanti nel Servizio Agricoltura della PAT entro la fine del 2023, in che modo e se si intende coprirli.

9 Maggio 2022 0 Commenti
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Chiusura estiva! Solita novità per la strada del Menador.

Da Michele Dallapiccola 8 Maggio 2022

Siamo alle solite. Come per il Brocon arriva l’estate e la Provincia sembra quasi lo faccia apposta. Arrivano i lavori sulla SP 133 del Menador.

Si tratta dell’arcinota arteria stradale costruita dai Kaiserjaeger oltre un secolo fa. I levicensi affettuosamente chiamano anche “Pegorara”. 

L’arteria collega gli Altipiani cimbri al fondovalle della Valsugana. Presenta un’alternativa più lunga ma agevole attraverso il valico della Fricca. Qual è il problema? Vi chiederete allora. Semplicemente questo: sono oltre una decina gli alpeggi di Vezzena che da Levico vengono raggiunti attraverso quest’arteria. 

Per un allevatore la vita in montagna è da bestie! Orari impossibili, lavoro extra per scendere a valle per la fienagione. E ai suoi disagi si aggiungono quelli dei servizi tecnici di assistenza, il servizio veterinario in primis. In tal senso, la strada della Fricca comporta un surplus di tempo di viaggio quotidiano che supera le due ore se – come necessario – ci si muove con mezzi agricoli. Ebbene che succede ora? Nulla di nuovo sotto il sole. La manutenzione dell’arteria necessaria e prevista, pare sia stata programmata in barba alle necessità di chi deve lavorare. Pare che per ora rimarrà chiusa fino alla fine di luglio. Vale a dire oltre la metà del periodo di alpeggio. Ironia della sorte, ammette che i lavori si potrebbero compatibilizzare col transito ancorché precario e se solo si volesse. Bel belli, alla fine del mese si aprirà una finestra per lasciar transitare tranquilli i ciclisti della carovana Rosa. 

Bici zootecnica uno a zero? 

Sembrerebbe di si. E questo, probabilmente perché in una malga, in mezzo alle vacche, questa giunta non trova certo gli stessi riflettori che ci sono in mezzo alle manifestazioni. Eppure , anche la zootecnia è un attività economica. E’ una goccia continua che alla fine della stagione, sommando tutte le persone che saranno passate da Vezzena per turismo avrà pagato di più del pur ottimo ed apprezzabile passaggio del Giro d’Italia. 

Perché non concordare i lavori con gli allevatori?

Perché non permettere il transito almeno al di fuori dell’orario di cantiere? Sarebbe un piccolo segno di rispetto nei loro confronti, come è spesso stato fatto in passato. 

Che la zootecnia non fosse nel cuore o nei pensieri di questa giunta lo avevamo capito. Certo che non manca occasione per dimostrarlo con rinnovata fermezza.

Al punto da indurla ad un madornale pensiero. Sapete quale? Andrà a finire – ne son certo – che tra lupo, cantieri e superficialità nel programmare i lavori, qualche alpeggio verrà abbandonato.

8 Maggio 2022 0 Commenti
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CRISI della ZOOTECNIA: la cura dei problemi non è il digiuno dagli aiuti.

Da Michele Dallapiccola 7 Maggio 2022

Timida timida, alla fine di questa settimana è arrivata una risposta(ina) alla richiesta di aiuto pubblico da parte del settore zootecnico.

L’annuncio arriva da parte di un Ente che da sempre vanta ottimi legami di solidarietà operativa tra la PAT, lo Stato e Bruxelles (con i cui fondi prevalentemente opera): stiamo parlando ovviamente del Codipra. E il suo comunicato, con la Giunta provinciale che sembra quasi scrutare nascosta da dietro le quinte, arriva giusto giusto in occasione della mostra provinciale delle due razze meno diffuse. 

(A proposito di razze di vacche. In realtà sarebbero almeno tre, cioè oltre alla grigia e alla pezzata rossa, qui ci sarebbe stata benone anche la razza Rendena. Non meglio precisati motivi l’hanno portata a boicottare anche questa manifestazione come già fu quella di settembre dello scorso anno a Pinzolo. Peccato)

Ma torniamo al casus belli. In paragone, i pochi fondi del bando per la flavescenza, erano almeno di origine provinciale. Nel caso di questo piccolo aiuto pubblico il montante a disposizione degli allevatori è obbligatoriamente alimentato da una quota privata. Versata, udite bene, dagli allevatori stessi che finiscono così per auto finanziarsi. E a conti fatti il ritorno, suddiviso per il latte prodotto sarà di un cent, forse un cent e mezzo al litro. 

Ora: il latte è pagato poco più di 50 cent al litro di media. In questo momento i suoi costi di produzione superano il remunerato. Ecco, adesso potete immaginare quanto inciderà questa misura sulla soddisfazione reale delle richieste elevate. E questo dipende da alcuni fattori. 

Per il mondo del latte questo tipo di aiuto mutualistico è una novità. Nel campo della melicoltura è attivo da tempo e i risultati pare siano più che discreti. Probabilmente è stata la particolare affinità di questa Giunta proprio al mondo melicolo ad indurla a ritenere che uno strumento analogo potesse andar bene anche per il latte. 

Il giudizio è ancora sospeso. 

Vedremo alla fine della crisi se i volumi finanziari messi in campo e la funzionalità dello strumento attivato, potranno ricevere giudizi positivi. Per ora resta soltanto che per questo pur transitorio ma grave frangente la Provincia non ci ha messo il becco di un quattrino fresco. In pratica ancora una volta, agli allevatori chiede di aspettare. 

Se ci avesse dedicato anche solo l’uno per cento della solerzia che ha impiegato ad approntare l’area di san Vincenzo, o stanziato anche solo la metà dei soldi che spenderà (davvero) per ascoltarsi una bella cantata, avrebbe risolto il problema da un pezzo. Altro che ragioneria! 

Invece, nel provvedimento degli scorsi giorni il Codipra prova a far fare bella figura alla Provincia distribuendo da un albero i cui frutti non sono ancora maturi. Eh sì, perchè la vera rivelazione che c’è in questa metafora è che fino ad ora, al fondo IST, (per la stabilizzazione del reddito) gli allevatori hanno aderito in pochi e malvolentieri. Dicono tutti che costa caro, rende poco ed è poco compreso. Vai a sapere perché? Forse è stato spiegato male o proprio non funziona.

Comunque sia, dopo le esortazioni ad aderire da parte della Giunta provinciale sono arrivate anche le minacce e ora il digiuno imposto di aiuti aggiuntivi, (come invece ha fatto Bolzano). E’ stato neanche troppo tacitamente messo in campo un sistema coercitivo per indurre i contadini ad aderire ad uno strumento che vive i noti problemi di cronaca. 

Non si fa così. Troppo facile esprimere vicinanza nella mezz’ora di presenza alle varie assemblee e relativi rinfreschi e poi buttare fumo negli occhi con come si dice una pipa di tabacco. Senza contare che l’attuale disagio degli allevatori per ora non passerà certo con una bella cantata.

PS. beffa delle beffe. Gira voce che in primis questi fondi saranno liquidati direttamente ai Caseifici. Pare che qualche caseificio tratterrà quella miseria che arriva. Mi par già di sentir questo governo dichiarare a tempo debito che è un finanziamento valido anche per la promozione e il marketing. Cosi in fondo il socio finirà cornuto e mazziato coi soldi in auto al pagamento della sua bolletta finiti per pagare quella del caseificio e la giunta che se venderà due volte… lo stesso asino!

7 Maggio 2022 0 Commenti
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Provinciali 2023: i partiti scaldano i motori.

Da Michele Dallapiccola 6 Maggio 2022

Che parli la destra o la sinistra, il governo o l’opposizione, al Partito Autonomista viene spesso riservata un’attenzione speciale.

Sembra quasi che il Patt sia una costante nei pensieri di chi parla. Bene! Si potrebbe pensare, e in gran parte è vero. Perchè per certi versi questo fatto sancisce il grande valore del Partito Autonomista.

A questo link uno dei tanti articoli sulla pagina politica de Il Dolomiti che invitiamo a consultare.

Purtroppo, altrettanto frequentemente, viene apostrofato con un termine che alla mia sensibilità risulta quasi cacofonico: “ago della bilancia”. 

Trovo poco opportuno ed anzi velleitario accettare di venir definiti così. La superbia è uno dei 7 vizi capitali; non per niente. 

Ma c’è anche una ragione non particolarmente edificante a provocare questa definizione. 

A livello consiliare gli autonomisti sono forse il partito che più si presta a venir codificato come a cavallo dell’emiciclo. Anche se non l’unico.

Aleggia infatti, nel panorama politico trentino, anche una sorta di movimento con caratteristiche simili. Un ectoplasma, che affiora e si inabissa con estrema facilità dentro al mare dell’offerta partitica specialmente locale: il Civismo. Questa eclettica etichetta, ben si adatta ad una nutrita schiera di amministratori specialmente comunali. Andando a scavare nel suo ontologico sentire politico, non ci vuol molto a capire che le similitudini si fermano al nome. Eh sì, perché a ben vedere non appena questi movimenti intraprendono la strada per l’emiciclo provinciale le cose cambiano.

La bandiera del civismo neutrale, trasversale, sopra la bagarre riesce a sventolare solo fino a quando i suoi componenti non sono costretti a dichiarare per quale schieramento stanno correndo. Al netto dei percorsi in solitaria, da “privatisti” del consiglio regionale. 

Allo stato dell’arte e nella storia della politica locale è difficile pensare che il presidente che governa o governerà il Trentino non sia sostenuto (anche) dalla forza di maggioranza relativa provinciale. E in questo momento, in Trentino, di movimenti che hanno queste caratteristiche ce ne sono solo due: lega e PD. 

Le civiche di turno quindi, al netto di qualche singola persona, manifestano un chiaro orientamento politico. Eccome! E se la corsa è per il Consiglio provinciale, le cose stanno così.

Ecco, il Patt è lì, nel mezzo. Ma non fermo immobile. Anche se la sua condizione di partito di minoranza in Provincia e maggioranza in regione, qualche dubbio l’ha provocato. 

L’invito è quello di tenere in particolare considerazione il comportamento dei suoi Consiglieri. Attuali e passati.

Si parte dalla presenza nella compagine giuntale in un assessore del Patt. Di qui si prosegue attraverso i principi che hanno guidato i consiglieri supportati dal partito. Hanno garantito lealtà alle proposte di giunta provinciale esortando e ottenendo supplementi di riflessione. In particolare questo è avvenuto da quando le questioni politiche da affrontare incarnano secondo il loro sentire dei risvolti politici troppo delicati per essere pienamente compresi da una società sempre più in difficoltà. 

Intanto, il dibattito in Consiglio proseguirà, da opposizione a livello provinciale e con un impegno più di controllo a livello regionale. ll Patt non mancherà di discutere all’interno della propria organizzazione di partito. Come altri moviti farà le sue considerazioni in un processo democatico interno ancora in fieri ma che il Congresso ha già piuttosto nitidamente cominciato a tratteggiare.

6 Maggio 2022 0 Commenti
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Quant’è bella la vita in funivia? La Provincia delle promesse a fune.

Da Michele Dallapiccola 5 Maggio 2022

Li chiamano mezzi di trasporto alternativo, per la mobilità sostenibile o anche solo impianti a fune. Sono a servizio delle piste da sci o semplicemente di una località.

In Trentino sono 227 gli impianti censiti alla fine del 2020 e servono circa 800 km di piste. Abbiamo anche un laboratorio provinciale, il LATIF a Ravina di Trento, rinomato a livello europeo. Testa le funi in termini di resistenza e senescenza degli impianti in fase di loro revisione. È un sistema che nel suo complesso funziona. E’ al servizio delle società impiantistiche che in Trentino garantiscono PIL e reddito diffuso.

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Oggi sono un punto fermo della nostra economia in condizione di equilibrio finanziario più che in ordine. Non è sempre stato così. Attraverso uno sforzo straordinario, la scorsa legislatura venne fatta attività di revisione della partecipazione pubblica nelle società. Complessa ma efficace. Tanto che oggi, tutte le località del Trentino possono guardare con fiducia al proprio futuro. 

A questo link l’articolo del 2016

I problemi sono per chi dovesse oggi partire o ripartire per nuovi pesanti investimenti che non riguardino migliorie ammodernati o sostituzioni. Di fronte al cambiamento climatico, ad incertezze finanziarie globali e abitudini del consumatore che mutano c’è di che riflettere. L’amministrazione pubblica non può permettersi di tenere la testa bassa come un toro nell’arena e continuare come se nulla fosse successo. Investiti milionari, di certo affascinanti e suggestivi nel loro utilizzo ideale, stanno diventando di difficile realizzabilità ed ancor più difficile sostenibilità.

L‘attuale governo provinciale invoca i fondi del PNRR come una la manna caduta dal cielo. Risponde positivamente a qualsiasi proposta arrivi imputando il relativo finanziamento a questo fantomatico fondo nazionale, il PNRR.

Sembra quasi che la lega abbia trovato il pozzo di san Patrizio o che a Roma o a Bruxelles abbiano dimenticato accesa la macchina per stampare i soldi. Sarcasmo a parte, come gruppo di opposizione ci sentiamo di suggerire alle comunità coinvolte uno spunto di riflessione.

Ci vorrebbero altri due PNRR per finanziare tutto quello che è stato promesso.

Figuriamoci adesso, che manca un anno appena alla fine del mandato amministrativo. Va pesantemente diffidato di ogni promessa ad eccezione di quelle poche già impegnate. Iniziative, per altro, che ascrivono ai bilanci futuri post 2023 

Spesso abbiamo imputato a questa giunta, scarsità di visione. In effetti questi sogni potrebbero rivestire valenza. Se solo ci fosse dietro un disegno complessivo di turismo. Da qui il beneficio del dubbio che solo parzialmente mitica la sensazione di veder canzonate le comunità coinvolte.

Staremo a vedere.

Per chi fosse interessato, qui a seguire l’elenco degli impianti a fune provinciali correlato di alcuni dati aggiornato al 2020:

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5 Maggio 2022 0 Commenti
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Turismo in Trentino: vogliamo parlare di come sta andando?

Da Michele Dallapiccola 4 Maggio 2022

In gran sordina, lo scorso mese, la PAT ha pubblicato i dati del turismo trentino nella loro serie storica dal 2011 al 2021.

Ovviamente riportano gravi e nitidi, gli effetti che la pandemia ha avuto sui movimenti turistici. QUI IL REPORT COMPLETO. Non poteva essere diversamente. 

Come potete vedere, il grafico mostra anche un paio di dati interessanti. Innanzitutto i danni da lockdown nel ‘20/’21. Ma più in generale la curva di crescita dal 2010. Piatta nell’ultima legislatura Dellai, dalla metà degli anni ‘10 aveva finalmente ricominciato a crescere. Grazie a quali elementi di novità?

Essenzialmente tre. 

  • Innanzitutto iniezione di finanzia fresca nel sistema pubblico, recuperata grazie all’introduzione della tassa di soggiorno. Un provvedimento tanto osteggiato dalla lega di opposizione nella sua fase in introduzione, tanto gradita dalla lega di governo al punto da volerla raddoppiare. Strano ma vero.
  • Altro merito hanno avuto i grandi investimenti nel campo della digitalizzazione. Passando da un sistema di eventi e promozione essenzialmente off line, attraverso il web si raggiunsero numeri di contatto insperati. L’eredità lasciata, anzi di una nuova grande piattaforma digitale, la GUEST PLATFORM, è ancora negli archivi degli annunci del governo provinciale. Pazienza.
  • Il terzo punto aveva previsto elementi di diversificazione che promuovessero, natura, ambiente e sistema agroalimentare. Dovevano essere parte sempre più integrata al nostro successo in campo turistico nazionale ed internazionale. 

Il resto procedeva  a suon di consuetudini e novità che anche oggi, saggiamente, questo governo provinciale tiene in piedi. Dalle più piccole ad istant-classic sacri come è fin da subito stato il Festival dello sport.

QUI IL LINK DELLA CONFERENZA DI PARTENZA DI ALLORA

Uno tra i tanti esempi di grande collaborazione del Trenino con il Gruppo editoriale RCS. Da decenni affezionato a Trentino, basti pensare al Giro d’Italia. Boccone da promozione nel quale affonda le zanne da propaganda anche l’attuale governo provinciale. A piene ganasce!

QUI LA PRESENTAZIONE DELL’EPICA EDIZIONE NUMERO 100!

Insomma un mix necessario che dovrà mettercela tutta per recuperare la buona base che aveva il Trentino. A dirlo sono i numeri, le cifre della statistica. Non confutabili come sono invece le parole di qualche consigliere dell’attuale maggioranza. Condite di opinione partitica, non possono competere coi dati. Specie quando cercano di affermare che quella scorsa, è stata la legislatura peggiore della storia proprio in campo turistico.

Dalla Provincia, una nuova speranza.

A compensazione, fanno infatti tanto piacere le parole dell’attuale giunta provinciale. Il suo riferimento all’operato di quella precedente è continuo. Non manca occasione per sforzarsi a parlare del passato auto-giudicandosi come migliore.

A chi sta a cuore il turismo e dunque a noi e agli operatori questo impegno, anche mentale, rincuora non poco. Col disastro da pandemia che c’è stato, gli sforzi ci vogliono tutti. Ora, con l’aiuto del buon dio e la rimozione delle restrizioni internazionali, tra carenza di personale, caro energia e materie prime, ogni singolo muscolo della PAT dovrà lavorare all’unisono. E questo anche se il il Trentino è forte. Anche nella promozione, non parte certo dall’anno zero. 

Alcune iniziative.

QUI IL LINK DI UNA TRA LE TANTE PRESENTAZIONI DEL 2016
QUI IL LINK DI UNO DEI TANTI EVENTI NELL’INVERNO 2017
…O DELL’ESTATE, SEMPRE DEL 2017, QUI IL LINK
ACCORDI TRANS REGIONALI, SENZA SCOMODARE PARTITI NAZIONALI. QUI IL LINK.
E POI, PROPRIO COME ADESSO, TANTO SPORT. QUI IL LINK DI UN PASSAGGIO DI ALLORA. QUI SUI MONTI
E QUI SUI LAGHI, COL COMUNICATO DI ALLORA DA LEGGERE APRENDO QUESTOT LINK

Il Trentino investe da decenni in strutture e promozione.

Ma da poco ha voluto fare un passo in più. Si è voluto dotare di un formidabile Consiglio di Amministrazione a capo della Società di Sistema della promozione, forbita di nuovo Direttore. Non sono mancate ATA varie e un’assemblea delle APT magistralmente presieduta. Entità tutte intellettualmente unite a lavorare su un fertile substrato ereditato dal passato, lanciate verso un ottimistico futuro. Io ci credo.

Soltanto una cosa ancora.

A questo punto, come consigliere d’opposizione non posso esimermi dal rilevare una piccola critica. Anche nel campo della promozione, nello scorso mandato nessuno si era sognato di smontare nulla di quello che era stato ereditato dal passato. Strada che vince non si cambia. Si riduce progressivamente, tutt’al più. Ad esempio…

Qui il link

La promozione di ambiente, natura ed agro-alimentare

Sono stati tantissimi gli eventi e gli elementi di integrazione tra natura ambiente ed agroalimentare. Sarà formidabile vederli proseguire ancora. Il solco era più che tracciato. Ricordate questi esempi?

https://www.micheledallapiccola.it/2018/05/16/il-mondo-dellalpeggio-protagonista-dellestate/#more-2238
https://www.micheledallapiccola.it/2018/05/08/allevare-coltivare-costruire-biodiversamente/#more-2227
https://www.micheledallapiccola.it/2018/03/09/il-punto-sulla-promozione-2018-di-vino-e-grappa/#more-2173
https://www.micheledallapiccola.it/2017/09/25/un-primo-bilancio-per-il-marchio-qualita-trentino/#more-2013

Insomma, rispetto agli eventi sportivi (necessari), ai concerti (graditissimi specie se gestiti da privati)  o ad altre forme di trapianto esogeno di turismo, questo tipo di valorizzazione -qualora riproposta e potenziata – avrebbe avuto il merito di presentarsi come fortemente identitaria. Non solo, il fatto di prestarsi bene alla frammentazione di iniziative (tante e piccole) l’avrebbe codificata a misura di valli. Anche quelle defilate dai grandi circuiti o adatta anche alle belle stagioni intermedie.

Ma da persona affezionata alla propria terra, immagino questo, un ragionamento un po’ troppo autonomista. Difficile da capire da parte di chi governa forse spinto da troppi riflettori nazionali o forma mentis viziata da una limitata esperienza lavorativa.

Uno dei tanti convegni. Questo del 2017 anticipava le rinnovate potenzialità del comparto degli appartamenti turistici

Ad maiora.

4 Maggio 2022 0 Commenti
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