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Quali scenari per la politica provinciale del 2023?

Da Michele Dallapiccola 29 Dicembre 2021

Volge al termine un anno molto intenso. Afflitto dalla pandemia e dalle incertezze che questa ha inflitto alla società. E di conseguenza anche sulla politica per questo aggredita dallo stesso stato d’animo.

Sarà forse per questo motivo che tra i banchi del Consiglio Provinciale, si respira già aria di preoccupazione,

Bene che vada, senza paventare elezioni anticipate (che in Italia sono una rarità), tra un anno saremo già in piena campagna elettorale per le nazionali.

Ecco dunque alcune considerazioni. 

Il PD trentino appare quasi assopito. In effetti deve pensare a come riorganizzarsi. A ben vedere può permettersi di farlo. Il vento in poppa dei sondaggi nazionali lo mette sempre più saldamente al primo posto. C’è poi un centro moderato. È quello che rifugge la destra interpretata dalla lega. Sta nascendo un nuovo movimento: Campobase sarà presto realtà. 

Intanto, a destra dell’emiciclo la tranquillità non sembra di casa. 

Anzi. La scissione della destra a trazione leghista ha prodotto, per partenogenesi politica, la nascita in seno al Consiglio Provinciale del gruppo di Fratelli d’Italia. Voci sempre più insistenti danno questo assembramento come lanciato verso una candidatura indipendente con a capo una donna. Quasi a mimare la Meloni.

È in questo stato di cose che prendono corpo i rumors che danno l’attuale partito di maggioranza relativa alla ricerca del centro moderato. 

Dalle Giudicare alla Vallagarina, ben tre diversi Assessori dell’attuale giunta sono alla ricerca di candidati per una lista civica a sostegno della destra leghista per il 2023. Le testimonianze raccolte che convergono su queste ipotesi non stupiscono. Moltiplicare liste per moltiplicare i voti, del resto, è un vecchio gioco. 

 

 

L’ipotesi Civica del 2018


Basti ricordare le sei liste di Daldoss nel 2018 o addirittura le quattordici che Gios e Kaswalder raccontavano di avere nello stesso periodo. Come poi sia finita lo ricordiamo tutti. E a proposito degli Autonomisti di Destra? Da voci di corridoio raccontano che sarebbero sempre più pronti ad ospitare fassani in fuga. Anzi sempre da cinguettii piuttosto affidabili, pare che il Fiocco di Neve si scioglierebbe volentieri sulle Stelle Alpine. Qualora queste optassero per il salto di emiciclo. 

Fortunatamente, ci sono forti ancore che per ora trattengono saldamente il nostro partito nella rada dell’opposizione. La malsana (a mio modo di vedere) riunificazione degli autonomisti a destra non è (almeno per ora) nell’agenda del partito.

Come noto, le Stelle Alpine si stanno avviando al proprio Congresso. Innanzitutto per decidere il proprio Segretario e gli organi della propria organizzazione.

I nodi e le alleanze definitive si affronteranno presumibilmente in autunno quando le condizioni politiche sul tavolo saranno chiare. 

Non è infatti ininfluente quale alleanza sceglieranno i cugini dell’SVP. 

Da sempre ultra allergici al tricolore assai difficilmente potranno effettuare scelte diverse dal loro passato. A Trento nel loro Welsch Tirol, la lega molto probabilmente, potrebbe tentare di ammaliare gli Autonomisti comunque. L’offerta di un seggio sicuro per le nazionali ad un componente autonomista è un’ipotesi non peregrina.

Le considerazioni di cui sopra vanno intese come illazioni e rumors raccolti da chi come noi frequenta in prima linea la Buvette del Consiglio in Regione o i corridoi di piazza Dante. Ma è soprattutto nell’assidua frequentazione del territorio, a ritmo bisettimanale ormai da più di sei mesi, che ci viene offerto il polso della situazione.

Solo il tempo e le persone trasformeranno le ipotesi in realtà.

Di certo al Congresso non sarà ininfluente il pensiero di un Patt libero, sganciato da logiche nazionaliste, stataliste, moderno e legato alla propria terra. È proprio in questo prossimo anno che verranno effettuate valutazioni interne che lo porteranno a riflettere sul suo futuro. 

Non più all’opposizione ma utile e leale al Trentino. 

29 Dicembre 2021 0 Commenti
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Una scommessa che poteva andare peggio!

Da Michele Dallapiccola 28 Dicembre 2021

Fa tanto sorridere provare a rivivere i lavori di un tempo rivisti nella consapevolezza della velocita della società di oggi.

Gli strumenti, sono il miglior linguaggio per trasmettere questa differenza. Si arriva davvero ad interrogarsi profondamente senza quasi capire come fosse possibile fare in passato. 

Anche in agricoltura questo passaggio è straordinario. Se vogliamo, in particolare perché è soprattutto dal secondo dopoguerra che le cose sono cambiate radicalmente. Almeno in una prima fase la rivoluzione industriale infatti ha influito poco. Anzi, ci sono settori nei quali ad influire, fa fatica ancor oggi. Prendiamo ad esempio l’ovinicoltura praticata in pascolo vagante. 

La transumanza

Certo, alcune cose sono cambiate. E tanto. Ma ad essere impressionante è che me le ricordi io, che sono nato nel 1968. Ho avuto la possibilità e forse la fortuna di vedere davvero quel tipo di vita. Ad esempio non c’è più la “zaga”. Si trattava di un “letto” fatto di pelli di pecora per isolare dal terreno sotto, con le coperte e il telo tirato fin sopra la testa. Era trasportato a soma degli asini. Solo da pochi decenni è stato sostituito dai mezzi meccanici. 

Solo negli anni 80, arrivano qui i primi recinti elettrici. Fu un’innovazione favolosa perché a tenere in “aia” cioè riposo sostituì le guardie. Erano indispensabili nelle notti di tempesta e si tenevano a turno tra le due o tre persone che “paravano” cioè badavano il gregge. Infine anche la tosatura. Solo recentemente è stata meccanizzata anziché manuale. 

Una serie di progressi che in altri settori si sono accompagnati alla redditività. Sempre più migliorata. Pensiamo trentino al settore della mela, specie in alcune valli o della vite. 

In ovinicoltura le cose si sono involute.

In questo settore sembra quasi che il progresso si sia mosso come un gambero. Perché la cosa triste è che tutta la produzione di questo antico lavoro, essenzialmente lana e carne, per la clientela italiana e ancor peggio trentina, vale poco quando non addirittura nulla.

Ben vengano dunque comunità islamica locale e contributi europei. Eh sì, svelato l’arcano. Sono questi due fattori che sostengono un settore che al Trentino dona tanto. La pastorizia coltiva la montagna alta ed i terreni abbandonati. Gli operatori del settore turismo vendono poi questi luoghi “ingentiliti” da rovi e abbandono come paesaggi curati ai loro ospiti. 

Il senso della pastorizia è un po’ questo. E la poesia che trasmettono dal loro placido pascolare è reale. Quella sì, la modernizzazione e l’avanzare del tempo, non l’hanno minimamente scalfita. 

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La montagna e la vacanza sostenibile.

Da Michele Dallapiccola 26 Dicembre 2021

Si respira davvero sulla montagna innevata del Lagorai. 

Esattamente come consiglia il famoso claim dell’azienda di promozione del Trentino. 

Allora vien da pensare che un altro turismo è possibile. Oltre allo sci, oltre alla sacrosanta vacanza sulla neve è possibile vivere momenti di svago fuori dai circuiti dei grandi flussi di persone.

È pur vero che questo tipo di turismo movimenta masse ed economia limitate. Può però diventare un passaggio fondamentale.

Il Trentino turistico del domani ha bisogno di sostenibilità.

Ha bisogno di costruire la valorizzazione di un territorio che deve essere per sempre e per tutti. Per fare questo, va curata l’infrastrutturazione, leggera, la segnaletica, la promozione digitale. E poi andrebbe sostenuta la piccola impresa. Quella dei bistrò, dei piccoli punti di ristoro  delle micro aziende turistiche ed agricole. Esattamente come potrebbe fare un Patto territoriale in Valsugana, dirtottando lì i 60 milioni di euro attualmente vicolati allo scempio ambientale che è il previsto raddoppio della statale della SS47 a Ospedaletto.

Ma si sa, la larghezza di vedute di questa giunta rispetto ad un turismo montano ulteriore ed aggiuntivo a quello delle piste&funi, è una cosa lontana da venire.

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Investimento di animali selvatici. Una silente carneficina in attesa di tragedie?

Da Michele Dallapiccola 25 Dicembre 2021

Sempre più persone, anche in questi giorni, finiscono loro malgrado protagoniste di spiacevoli incidenti. Solo una serie fortuita di circostanze non hanno determinato tragiche conclusioni.

L’inverno e il gelo costringono gli abitanti dei nostri boschi ad abbassarsi di quota e a cercare cibo dove la neve è assente o dura poco. Ungulati, soprattutto cervi, sono quelli che più pericolosamente finiscono per schiantarsi davanti al muso dei veicoli. Ma poi caprioli, tassi cinghiali e soprattutto grandi carnivori. In questi giorni anche un paio di lupi in Vallagarina.

Da un punto di vista tecnico si potrebbero fare molte cose per la protezione attiva. La segnaletica ad utilizzo di alta tecnologia potrebbe dare grandi soddisfazioni ad un costo limitato. Le sperimentazioni partite pochi anni fa, da questo governo provinciale sono state mantenute in coma vegetativo. Nonostante le numerose sollecitazioni politiche.

La protezione passiva: gli indennizzi.

Non c’è indennizzo che paghi la salute delle persone. Per fortuna la cronaca non ha dovuto registrare conseguenze collaterali di tenore estremo. Almeno in tempi recenti.

A questo punto la riflessione si concentra sui danni agli autoveicoli che spesso per entità e gravità diventano un vero e proprio dramma per le famiglie. 

Per lungo tempo, la ricca Provincia di Trento ha mantenuto il privilegio di indennizzare i danni da selvatici ai propri concittadini. Già da qualche anno, esattamente come è successo in Provincia di Bolzano, questo tipo di indennizzo è diventato eccessivamente oneroso e dunque eliminato.

Dal punto di vista politico la giunta di allora fu pesantemente criticata. In parte a ragione. La vacuità delle critiche politiche di allora però, è stata certificata da un fatto di oggi. La lega di minoranza, non avrebbe mai voluto togliere questi incentivi. Quando è andata al potere diventando lega di governo, non solo non li ha reintrodotti, ma ha tolto addirittura anche quel poco che era rimasto. Il riferimento particolare è quello ai grandi carnivori.

A chi è stata distrutta l’automobile e ha rischiato la vita, delle schermaglie politiche interessa davvero poco. Va ricordato però che dal punto di vista assicurativo le forme di mini-kasko sono molto diffuse e hanno costi davvero contenuti. 

Vista la numerosità di persone che ancora non conoscono questa opportunità sarebbe estremamente interessante che la provincia si facesse parte attiva. Da un lato potrebbe stimolare le case assicurative a parlarne, dall’altro a promuovere la questione dal punto di vista pratico. Per ora lo abbiamo scritto qui.

Nei prossimi giorni, come operiamo solitamente per ogni nostra proposta, produrremo una specifica mozione per impegnare la giunta provinciale e muoversi in tal senso.


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25 Dicembre 2021 0 Commenti
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Tempo di fine anno, tempo di bilanci anche per il PATT

Da Michele Dallapiccola 24 Dicembre 2021

Sono passati quasi sei mesi da quando abbiamo ripreso a frequentare le sezioni del nostro partito sul territorio dopo lo stop durato più di un’anno e imposto dalla pandemia.

Piu di 30 località visitate a più riprese, 15 mila i chilometri percorsi. È da questi numeri che ripartiremo con un Patt rinnovato. Sarà infatti il partito che per la prima volta dopo tanti anni si ripresenta al pubblico nella sua era post Rossi.

Rispettosi delle norme sanitarie, armati di green pass e di buona volontà, abbiamo messo tanta strada sotto le ruote dei nostri mezzi. Abbiamo battuto il territorio trentino palmo a palmo seguendo colleghi e direttivo del Partito. Gli umori raccolti e le indicazioni dei tesserati e dei simpatizzanti ci serviranno a costruire il congresso del 2022. Quello che ci porterà dritti alle elezioni nazionali e provinciali dell’anno successivo.

Il 2023.

Sarà un anno di programmazione, di cambiamento profondo. Dove il Partito dovrà ricostruire una propria identità dentro ad un quadro più allargato. Con un elettorato polarizzato su destra e sinistra, sarà necessario fare delle scelte. Tanto più ragionate quanto più saremo forti nel formare insieme ad altri un raggruppamento partitico di centro forte. Questo è ciò che emerge dalle persone che ci sostengono.

Aggiungo che per quanto mi riguarda, il percorso di opposizione e controllo della lega al governo del Trentino proseguirà immutato fino alla fine della legislatura. Il poco tempo rimasto a questa maggioranza non potrà certo svelare cambi di rotta o sorprese. Il modo di governare fin qui dimostrato si è, a parer mio, rivelato lontano anni luce dai canoni di buon governo serietà, sincerità, trasparenza, competenza ma soprattutto rispetto dell’Autonomia.

Sono concetti imprescindibili per un Patt che sta per fare le sue scelte ed il suo percorso. A mio modo di vedere in un unica direzione possibile.

24 Dicembre 2021 0 Commenti
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Dallo Stato, una pioggia di milioni sull’irrigazione trentina. Ma la Provincia ha fatto in modo che “bagnassero” bene ovunque?

Da Michele Dallapiccola 22 Dicembre 2021

La nostra interrogazione per far luce sui finanziamenti mancati al sistema irriguo. Mancato coordinamento o competizione tra gli assessori provinciali?

La carta stampata riporta in queste ore una notizia molto interessante. Si tratta della ripartizione di una piccola parte dei finanziamenti disponibili per le Regioni sul PNRR. 

Il dato più interessante di questa notizia, riguarda l’attribuzione di 13,4 milioni di euro al Sistema irriguo provinciale. La notizia si somma a quella che qualche settimana prima riguardava un’ulteriore graduatoria sempre in campo irriguo. Era quella inviata all’attenzie dello Stato attraverso la Banca Dati DANIA

Buone opportunità per il Trentino?

Sono quelle che ad una prima lettura potrebbero venir interpretate per la nostra Provincia. Tuttavia, le informazioni in possesso degli scriventi destano delle perplessità che vanno assolutamente fugate con la richiesta di chiarimenti alla giunta provinciale. Del resto, lo strumento dell’interrogazione è all’uopo attribuito alle forze di controllo in minoranza consiliare. 

Ebbene se abbiamo ben compreso, i 13,4 milioni di euro dei quali parla la stampa, sono il frutto di un’istruttoria inoltrata al MISE da un incaricato speciale della giunta facente capo ad APRIE, referente al Vicepresidente della Giunta provinciale.

La precedente graduatoria, inoltrata attraverso la Banca Dati Nazionale DANIA, era arrivata a Roma, su interessamento a livello locale del Servizio agricoltura in capo al relativo assessorato.

Sempre secondo informazioni in nostro possesso, alcuni progetti sarebbero stati presentati su entrambi i bandi. Fatto che avrebbe comportato esclusioni e mancati finanziamenti. 

Da questa concatenazione di notizie avvertiamo la necessità di ottenere alcuni chiarimenti. La giunta provinciale potrà sicuramente rispondere alla serie di domande che provocano le considerazioni di cui sopra.

Per questo abbiamo voluto interrogare la giunta provinciale per sapere se: 

– rispondono innanzitutto al vero le informazioni in nostro possesso. 

– Qualora la risposta fosse affermativa, se vicepresidente, assessora all’agricoltura e relativi funzionari hanno potuto avere dei momenti di coordinamento tra le varie richieste di finanziamento dai territori?

– Quali sono state le interlocuzioni della giunta provinciale con i rispettivi ministeri di competenza? 

 –  Si chiede inoltre che venga fornito per l’ambito irriguo, riguardo ai rapporti con il MISE:

– elenco completo dei progetti presentati su graduatoria Pnrr.

– Elenco progetti approvati.

– Elenco progetti presentati non approvati.

– riguardo alla graduatoria “DANIA” si richiedono le seguenti informazioni:

– elenco completo dei progetti presentati alla provincia attraverso Dania.

– Elenco progetti finanziati.

– Elenco progetti esclusi.

Si richiede infine l’elenco dei progetti presentati su entrambe le graduatorie ed eventuale loro relativo destino in termini di finanziamento.

22 Dicembre 2021 0 Commenti
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Nuova PAC. Il destino dell’agricoltura trentina ancora una volta nelle mani dell’Europa.

Da Michele Dallapiccola 21 Dicembre 2021

E non solo. A Roma, in questi giorni, fervono le trattative per la nuova Politica Agricola Comunitaria. Una sorta di “mercato” dei contributi europei. 

Ogni sette anni gli assessori all’agricoltura d’Italia si incontrano per definire il riparto dei Fondi che l’Europa mette a disposizione per il settore primario degli Stati membri. In questo caso, viene discussa la suddivisione tra le Regioni e le Province Autonome. 

 

Qui l’impegno di Bolzano.

Non annoierò i lettori non addetti al settore entrando nei particolari. 

E’ forse curioso ricordare un termine di paragone. Nella legislatura precedente ad esempio, quella Pac 2007-2013, i nostri predecessori portarono a casa per il Trentino 350 milioni di euro. Salirono a 460 per noi, nella scorsa legislatura. 

Non va trascurato che questo mandato legislativo sarà caratterizzato dalla messa a disposizione di una consistente fetta di finanziamenti europei per l’agricoltura. Il canale sarà nuovo ed avverrà già da subito attraverso i bandi del PNRR. 

Questo non significa che la trattativa che anche il Trentino deve fare, non possa e non debba mantenersi serrata. Su quanto riuscirà a portare a casa la nostra provincia attendiamo informazioni da parte della cronaca. Di certo il settore sta attendendo non senza patema d’animo questo nuovo e tanto atteso flusso finanziario. Soprattutto per un motivo: Pochi piccoli bandi, hanno assegnato contributi a pioggia per cercare di accontentare il maggior numero di richiedenti.

Una scelta politica che condivisibile o meno era comunque ampiamente criticata dalla Lega di minoranza del corso quinquennio.

Abbiamo spesso biasimato anche lo scarso slancio e la scarna visione della lega al governo del Trentino. E’ un atteggiamento che in campo agricolo ha trovato la sua sublimazione.

Le carenze organizzative del Servizio Agricoltura della PAT.

Afflitto dai molti pensionamenti, e dalle poche assunzioni, vede molti ruoli e compiti ancora vacanti. L’alta dignità di questa competenza provinciale è ancora una volta affidata alla buona volontà dei singoli dipendenti. Ma fino a quando sarà sufficiente una pacca sulla spalla da parte di qualche nostalgico soddisfatto utente? Nuove assunzioni e una pesante valorizzazione/riorganizzazione del servizio appaiono sempre più tanto necessarie quanto urgenti.

Vera innovazione, disegno dell’Agricoltura sostenibile del 2030. 

Nel settore dell’ortofrutta questa condizione è in mano ai diretti interessati del settore e le cose funzionano discretamente.

Ma è il mondo zootecnico a presentarsi in fortissima difficoltà. Non è una questione di soddisfazione dichiarata o meno del singolo o di remuneratività. A certificare l’atavica condizione di asfissia che affligge il mondo allevatoriale è la riduzione del numero di partita IVA. 

Eppure il settore coltiva a prato e a pascolo oltre 120.000 ha che sono il triplo della superficie coltivata a frutta e viticoltura. E le vacche in Trentino sono un terzo delle 130mila allevate nel vicino Alto Adige. Ed è il solito discorso del Trentino coltivato che le imprese turistiche della provincia vendono ai propri ospiti. 

Inteso il valore? 

21 Dicembre 2021 0 Commenti
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Dalla Provincia (promesse di) strade dove non servono

Da Michele Dallapiccola 20 Dicembre 2021

Con i banchi del Consiglio provinciale ancora “caldi” della discussione del bilancio è utile rimarcare delle considerazioni riguardo ad una complicata questione. 

La proposta a matrice leghista di bilancio di previsione della Provincia per il triennio 22-24 si compone di poche cose. Sostanzialmente dispone opere viarie per lo più ereditate dalla precedente amministrazione. 

Dalle intenzioni della Lega, la Valsugana poi, risulta particolarmente “cornuta e mazziata”. E il voto in Consiglio Regionale di qualche settimana fa l’ha smascherata. 

Da un lato – per ora a parole – la Valdastico verrebbe completata connettendo Piovene Rocchette a Rovereto sud. Con tutta evidenza il suo utilizzo da parte del traffico proveniente da nord est sarebbe del tutto disertato. La beffa oltre al danno sta nel fatto che dentro alla proposta di bilancio provinciale c’è il raddoppio della statale della Valsugana. Al tratto corrispondente all’ampiamento nel comune di Ospedaletto sarebbe riservata la mirabolante cifra ammontante a 60 milioni di euro.

Ci siamo chiesti già qualche giorno fa che cosa se ne farebbe davvero la Valsugana con 60 milioni di euro. Non certo un tratto di superstrada. Piuttosto, quei fondi andrebbero destinati al sostegno allo sviluppo dell’imprenditoria locale sostenibile. Agricoltura, turismo di prossimità e valorizzazione del territorio in primis.

Ma è soprattutto al Trentino nel suo complesso che noi dobbiamo offrire un forte sostegno.

A nostro modo di vedere le cose l’A31 dovrebbe innestarsi a Trento sud direttamente dal tunnel sulla tangenziale. Da lì potrebbe guadagnare una rinnovata ROLA  nella zona dell’Interbrennero. 

Solo così, si commetterebbe molto più traffico pesante sottraendolo alla Valsugana.

Per questo la posizione del Partito Autonomista non si sostanzia in un no ideologico a prescindere alla Valdastico! E’ piuttosto un no alla Valdastico a Rovereto sud ed un sì ad una Valdastico funzionale a tutto il territorio trentino. Senza trascurare l’annoso problema del soffocante traffico in Valsugana. 

E’ triste constatare che il governo della Provincia ha superato di lunghezza il suo giro di boa senza un nulla di fatto, specialmente riguardo ad opere stradali di una certa importanza. D’altro canto, l’incapacità operativa della lega un piccolo vantaggio lo ha.

Vivremo la (magra) soddisfazione che insieme a quelle utili non riuscirà a far partire nemmeno quelle inutili, quando non dannose. Raddoppio della Valsugana e Valdastico a Rovereto Sud per prime.

20 Dicembre 2021 0 Commenti
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Un voto (d’astensione) non fa primavera (politica).

Da Michele Dallapiccola 19 Dicembre 2021

A chi segue la cronaca politica locale, non sarà sfuggito che questa passata è stata la settimana di approvazione del Bilancio di previsione della PAT per gli anni ‘22-’24. 

Poteva essere un bilancio significativo poiché il triennio al quale si riferisce supererà la chiusura di questo primo (e mi auguro unico) governo provinciale a trazione leghista. 

Come noto e specie durante la discussione del Bilancio in Consiglio, il ruolo dell’opposizione è quello di controllo e di proposta. Ognuno di noi, ha fatto dunque la propria parte. Aprendo questo link potrete leggere gli ordini del giorno presentati dal sottoscritto.

Luci (poche) e ombre (molte) delle proposte della destra al governo del Trentino.

Nel giudizio generale di questa manovra, mi permetto di segnalare due personali, pesanti considerazioni.

  • La prima è dettata dall’elevata incapacità di questo esecutivo di gestire il dissenso del loro potenziale elettorato. L’amministrazione “on-demand” impedisce spesso di prendere scelte forti. Talvolta porta però a soluzioni giuste e condivisibili. Lo è – ad esempio – l’investimento adottato per risolvere la vertenza contrattuale del pubblico impiego. 
  • La seconda segnalazione riguarda la conferma pressoché integrale dell’intero piano dell’opere pubbliche ereditato dalla precedente amministrazione. Sui più di 800 milioni ai quali ammonta la previsione, oltre 600 milioni di euro provengono da stanziamenti per delle opere programmate e già finanziate dalla precedente Giunta di Centrosinistra. Inoltre nella parte finanziata ora non c’è nessuna novità. Si tratta infatti prevalentemente di opere il cui iter amministrativo era già concluso o in avanzatissima fase di approvazione già all’inizio del loro mandato. Tra tutte gli esempi più importanti sono la variante di Pinzolo e il collegamento funiviario San Martino – Passo Rolle.

Il significato di un voto di astensione.

A seconda del tipo di voto adottato dai vari Consiglieri, verso manovre come questa, si codificano anche i rapporti tra le corrispondenti forze politiche. I voti di astensione possono dunque preludere a forme di accordo o collaborazione a venire che qui non ci sono. 

Il Gruppo Consiliare Patt ha espresso la sua non contrarietà alla manovra. Per quanto riguarda il sottoscritto e la collega Consigliera Paola Demagri, la non totale chiusura è dovuta al fatto che la quasi totalità delle opere pubbliche presentate ripropone quelle della precedente amministrazione. Nelle nostre duplici considerazioni di voto invece, non abbiamo voluto fare sconti a nessuno. Troppi buchi ancora irrisolti, troppe superficialità nell’approccio ai problemi.

Sanità, scuola, sociale e lavoro: sono i settori dove le carenze strutturali provocate da questo Governo si fanno più sentire. Ecco perché non va cercata nessuna espressione di avvicinamento o di indulgenza da parte mia e della collega Demagri, verso i salvinisti locali.

Eppure, nonostante tutto, attraverso la sua Segreteria di partito, la lega ha provato a dare una lettura politica più profonda. Per quanto mi riguarda è assolutamente il caso di smentirla.

Quello del prossimo anno sarà l’ultimo bilancio della giunta più a destra che oltre 70 anni di storia trentina abbiamo mai avuto. E di come si sia distinto questo governo fino ad ora, va lasciata a ciascuno la libertà di stabilirlo. 

Finora, a parer mio e di molte persone intorno a noi, la cifra che l’ha contraddistinto non è stata l’operatività o la competenza dimostrata nelle scelte. 

L’ultima occasione di voto su una manovra politica, si presenterà il prossimo anno. A quel punto sarà difficile poter manifestare ancora una volta indulgenza politica a causa di una serie di opere pubbliche inevase, ereditate dal passato, come invece è stato quest’anno. E il giudizio sarà irreprensibile.

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Le Bande del Trentino. Anche Civezzano dice la sua.

Da Michele Dallapiccola 19 Dicembre 2021

Sono praticamente in ogni Comune del Trentino, e tengono viva tradizione e cultura. Sono le Bande Sociali delle nostre Comunità.

Anche la Borgata di Civezzano non fa eccezione. Qui l’Associazione tra l’altro, si è insediata da anni nell’ex Caseificio (sempre) Sociale del paese. Da sociale a sociale insomma, in un sostentamento delle persone che un tempo fu la collaborazione a trasformate latte in formaggio per permettere alle persone di vivere. Oggi, è la collaborazione nel campo della cultura che permettere all’identità del paese di sopravvivere.

Eh, sì, è proprio questo il senso di un associazione di questo tipo, in questo inizio del terzo millennio. Ma gli effetti positivi non si fermano qui. Oltre all’indubbio effetto ludico ricreativo, l’aspetto di maggior valore  che va loro riconosciuto è quello educativo.

Avvicina i suoi componenti alla Conoscenza della musica, intesa come espressione umanistica di arte assai popolare. Stimola la mente attraverso un approccio aperto ed interattivo, nutrendo memoria e velocità mentale.

Infine, soprattutto educa. Fin da giovani: al volontariato e al rispetto dei propri impegni, al rigore nei rapporti tra le persone allo spirito di squadra. 

Alla comunità costa davvero poco. E in cambio, ogni località può beneficiare dello straordinario accompagnamento in rappresentanza di un gruppo di persone che parlano attraverso la musica. Non c’è atmosfera più incisiva nel pathos che deve trasmettere di quella adornata dal suono delicato di una banda sociale. 

Non sono tradizioni che si perderanno tanto facilmente queste. Specie in Trentino dove il volontariato le tiene vive e in movimento. E sono decine e decine i genitori che, compreso il valore di questa opportunità, accompagnano o stimolano i propri figli a partecipare a queste attività. Perchè un loro intermezzo musicale nutre cuore e mente. Anche nei periodi difficili come questo storico. 

Forse è per questo che quest’anno aveva più significato, il Concerto di Natale della Banda. La Sociale di Civezzano.

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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
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