Michele Dallapiccola
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Michele Dallapiccola

Michele Dallapiccola

Gestire il turismo nel pieno della crisi. Che responsabilità!

Da Michele Dallapiccola 29 Aprile 2021

Diciamocelo, che le minoranze da sempre apostrofino chi governa di gestire gli incarichi pubblici come un poltronificio, non è né un mistero, né una novità.

Digitate nel Web, è zeppo di esempi, attuali e passati, locali e nazionali. Nemmeno io son riuscito a sottrarmi a questa tentazione. Non prima di aver constatato un elemento di giustificazione che va riconosciuto a chi sta governando in Trentino ora. Nella generalità dei casi si tratta di persone alla loro prima esperienza di governo. 

Circondandosi di persone affini, le “acque” appaiono sempre più calme di quelle che sono. (lago di Lagolo)

A ben vedere tuttavia, inesperienza e ingenuità non li hanno distolti dal seguire la tradizione che anche loro tanto criticavano. Son finiti ad occupare tutti gli incarichi possibili con persone di fede politica affine alla loro. Dunque, fin qui, nulla di strano né tanto meno di fuori luogo. Loro però non son fermati qui. L’autonomia speciale del Trentino l’hanno usata per crearne anche di nuove, “poltrone”. E non mi riferisco ai luoghi dove la democrazia è stata forse meglio interpretata: i “Tavoli” delle varie consultazioni. Dagli Stati generali della Montagna, alle consultazioni per l’agricoltura: tutte ottime iniziative. Vi fossero arrivati con qualche loro idea originale, il risultato sarebbe stato ancor migliore. Pazienza. Ma è nel turismo che la lega è senz’altro riuscita a dare il meglio di sé. Attraverso la riforma del comparto si è costruita un’ottima opportunità. 

Un consiglio di amministrazione nuovo di zecca.  

Dal punto di vista della democrazia potrebbe sembrare un successo che in parte mi sento anche di approvare. Del resto questo assetto non è altro che la restaurazione di qualcosa che esisteva già all’epoca di Dellai. E le categorie ne hanno sempre dichiarato la nostalgia. La Giunta Rossi però lo trovò già rimosso e così si procedette. Si badava di più all’agilità ed ai risultati. Per controbilanciare, ai tempi, la politica si era assunta la responsabilità di non portare avanti nessuna iniziativa che non fosse stata prima vagliata, filtrata ed integrata dal cd. Tavolo Azzurro e dai Tavoli tematici, formati dai rappresentanti delle varie categorie. 

Dov’è il problema allora, vi starete chiedendo?

Anche le migliori scelte possibili non sono mai scevre da sbavature più o meno pesanti. In questo caso mi riferisco alla mancanza di rappresentanza. Prendete il caso dell’Alto Garda.

(Torbole e l’Alto Garda)

L’Ambito più significativo del turismo Trentino, quello forse più generoso nel contributo finanziario al sistema attraverso la raccolta delle tasse generali e di soggiorno? Rischia di rimanere isolato, un po’ fuori dai giochi insomma. E che dire del settore extra alberghiero? In termini di presenze e di capacità ricettiva rappresenta l’altra metà del cielo turistico Trentino. All’appello mancano anche loro.

(Rifugio SAT “O. Brentari”. Cima d’Asta)

Campeggi, rifugi, appartamenti, residence, agriturismi, una selva di posti letto che dovrà nutrire soprattutto la propria fede. In questo nuovo consiglio di amministrazione, la fortissima trazione “solandra” si troverà a dover gestire il turismo trentino al culmine della crisi peggiore che a memoria d’uomo il settore ricordi. 

(Best Ledro Camping. Molina di Ledro)

Chi governa si sta assumendo un’enorme responsabilità. 

Ed io, devo dirlo, sono fortemente preoccupato per loro. La promozione e marketing turistico in Trentino valgono quasi 50 milioni di euro! Non pensate anche voi che andrebbero spesi da chi ha ricevuto la responsabilità di farlo attraverso il voto? E agire diversamente rispetto a questo schema non appare forse quasi come un abdicare da parte della politica alle proprie responsabilità!

Amministrare patrimoni, anche naturali, come questi in Trentino, non è assolutamente facile.
(Il ghiacciaio del Mandrone e la nascita del Sarca)

Insomma una serie di defiance, forse meditate forse appartenenti ad un rischio calcolato. Del resto a nomine diciamo non perfettamente riuscite questa giunta ci ha piuttosto abituati. Tra giornalisti presi a lavorare su ordine della lega romana, segretari particolari dal passato piuttosto discutibile e incarichi amministrativi a persone dal curriculum inesistente, per una volta ci troviamo di fronte a brave persone preparate. 

Peccato che si troveranno ad affrontare una sfida grande davvero molto più grande di loro, che forse in un momento così burrascoso doveva avere il coraggio di gestirsi la politica, quella che i cittadini hanno scelto ormai già tre anni fa.

In copertina la salita al Rifugio Sette Selle. (Palù del Fersina)

29 Aprile 2021 0 Commenti
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Orso e Lupo, armi di distrAzione di massa?

Da Michele Dallapiccola 28 Aprile 2021

Parlare ancora di lupo e orso. Ce n’è davvero bisogno? Assolutamente sì, soprattutto se teniamo in considerazione ciò che sta accadendo in questi giorni. La presentazione del Rapporto Grandi Carnivori 2020 della PAT e il trasferimento di DJ3 in Germania, la dicono lunga sulle vere intenzioni della lega in materia. 

Mi spiego meglio. E’ pur vero che nella presentazione del Rapporto grandi carnivori si è fatto un piccolo passo in avanti. A ben vedere si è approfittato del lockdown optando per una presentazione filtrata dal web. Meglio di niente. Ma a parte la mancanza di dibattito dove sta il problema allora? Sicuramente nella delusione che hanno dovuto subire gli operatori zootecnici. Con l’estate alle porte, è ancora limpido il ricordo della stagione da incubo che hanno dovuto passare lo scorso anno a causa del lupo, specialmente nel Trentino orientale.

Estate 2020. Davvero indimenticabile per qualcuno.

Niente da fare!

C’era grande aspettativa su nuove iniziative in termini di prevenzione. Trovate tutto premendo il pulsante DOWNLOAD qui sotto.

prevenzione-grandi-carnivoriDownload

La beffa più evidente ha riguardato i ripari in quota. Ricordate il nostro stimolo a realizzarli fissi in legno anziché piazzare in mezzo alla natura un box in poliuretano da cantiere edile? Coi paesaggi da cartolina che abbiamo, stanno bene come un pugno in un occhio.

Si capisce cosa voglio dire?

E sì che di legname per realizzare delle baite tipiche, Vaia non ne ha mica “regalato” poco. Peccato che ce lo siamo rivenduto tutto agli austriaci!

Ma la maggior preoccupazione riguarda il fatto che ora gli elementi di ancoraggio al suolo sono a carico dei richiedenti. E’ assurdo! Per quale motivo si prevede che la fornitura di questi importanti mezzi di prevenzione avvenga solo metà? E’ una presa in giro bella e buona, visto che a 2000 mt di altitudine le raffiche di vento possono essere fortissime. Servono pesanti opere di ancoraggio, tutt’altro che semplici da realizzare e ancor meno da portare in quota senza ausilio.

Ci stiamo rendendo conto che oggi la lega sta chiedendo ai pastori di portare cavi di acciaio, sabbia e cemento in quota a dorso d’asino come dovettero fare gli alpini durante la guerra, nel tempo che fu?

Come nel ’14-’18.

Il trasferimento di DJ3

La seconda frustrante condizione riguarda il trasferimento dell’orsa presso un parco tedesco. La soluzione individuata dalla lega è stata quella di andare indietro nel passato e copiare addirittura alla giunta Dellai. Ha recuperato i vecchi contatti e portato l’orsa nello stesso posto individuato dalla tanto criticata Giunta di allora. In fretta e furia e in maniera un po’ pasticciata, in pieno stile leghista insomma. A QUESTO LINK potete leggere com’è andata.

Parliamo di una soluzione nota, considerata e infine scartata anche dalla giunta Rossi. Che però di coraggio e di coscienza etica ne aveva di certo mostrata molta di più, operando in due direzioni. Innanzitutto decidemmo di non usare gli animali reclusi a scopo ludico ricreativo. La moda dei giardini zoologici e dei circhi con animali è giusto che faccia il suo corso. E poi fummo gli unici a prendere il coraggio a due mani ed operare. Specialmente dove i danni, ormai angoscianti e all’ordine del giorno, dopo innumerevoli tentativi di dissuasone andati a vuoto, ci avevano spinto a prendere decisioni serie!

E questo è solo uno tra le decine di episodi.

So che è impopolare dirlo, ma rimango convinto che se un orso è troppo pericoloso o dannoso per rimanere libero, sta meglio morto che drogato e psicotico, dentro ad un box di cemento.

Al Casteller: avanti, c’è posto!

Da quest’azione, neanche tanto in filigrana, si intravede che la lega al Casteller sta preparando lo spazio per ingabbiare il prossimo soggetto. Perché, di assumersi altre responsabilità, la giunta Fugatti, per ora, pare non ne intravveda nemmeno l’ombra. Meglio insabbiare – ops… – ingabbiare tutto. Sperando che le cose le risolva qualcun altro. Perché ora va proprio meglio così. 

Ci avete fatto caso che tutte le azioni amministrative fin qui attuate dai leghisti non sembrano aver prodotto risultati di consenso eclatanti?

Ad esempio, dai ridotti investiti per la cooperazione internazionale, quale vantaggio evidente hanno potuto apprezzare i trentini? Provando (impugnati dal governo) a chiudere le liste d’attesa per gli alloggi popolari, cosa è migliorato nelle graduatorie di accesso? E il tanto sbandierato problema degli extracomunitari e dello spaccio in piazza Dante? Basta scegliere un giorno qualsiasi per passarci e veder che non è cambiato nulla.

Che c’è di meglio di un grande carnivoro libero nei boschi?

Ecco un ottimo argomento per sollecitare consenso e cercare qualcosa che fa paura a tanti. Si incastra benissimo con il classico cliché dialettico-politico della lega sotto ai gazebo, ottimo anche adesso che è al governo. 

“Caro cittadino, ecco! Là nei boschi, un pericolo per te. Non ce l’ho messo io ma ti sono vicino, sono d’accordo con te che fa paura. Io lo rimuoverò se me lo lasceranno fare. Perchè ora non sono più Rossi e Dellai, ora che al governo ci siamo noi, è a Roma e Bruxelles che ci sono dei cattivoni che non ci lasciano uccidere.

Dacci il tuo voto, dacci la tua fiducia e noi spareremo. Con calma, però“

Così, si prova ad evitare di parlare di tutto il resto, di tutto quello che non va affatto bene. Lupo e orso: ottimi anche come arma di distrAzione di massa, insomma?

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La strada della Val Careta

Da Michele Dallapiccola 27 Aprile 2021

Da tempo mi sentivo incuriosito dalle varie prese di posizione, anche politiche, mosse affinché si recuperi questa vecchia via di comunicazione tra Caldonazzo e Lavarone. Così domenica scorsa armato di scarpe adatte e buona volontà mi sono messo a percorrere questa strada ottocentesca ormai abbandonata. 

Partendo dal paese, dopo un’ora di cammino, al termine del primo terzo del percorso, son dovuto tornare sui miei passi a causa di un ampio tratto di versante franato. L’affascinante relitto stradale, si può comunque raggiungere al termine del suo secondo terzo, salendo dal fondovalle. Così parcheggiata l’autovettura in uno degli spazi a servizio del parco fluviale del Centa, ci siamo incamminati alla volta dell’altipiano dei Cimbri. Lungo il torrente giacciono conservate per come si può, maestose rovine. Appartengono a mulini settecenteschi da tempo abbandonati.

Guadagnata la sponda destra del Centa, si sale repentinamente il ripidissimo fianco della montagna ma la fatica regala la soddisfazione del traguardo. La vecchia Val Careta. In quota, verso i 1200 metri circa, si possono visitare i luoghi toccati dalla strada. Scendendo a ritroso verso la località della Stanga, si raggiunge il vecchio dazio dove i ruderi di una trattoria attiva fino al ‘61, accolgono con un aspetto spettrale i curiosi passanti.

Salendo invece, verso i Virti di Lavarone si incontrano le rovine cementizie recentemente ben recuperate di quello che fu il Comando austro ungarico di tutti i combattimenti in Altipiano.

Il sedime, scavato nella roccia respira ancora il fiato di chi con le sue immense fatiche lo scavò. E’ davvero un viaggio affascinante nello spazio e nel tempo. 

Tutto sembra essersi fermato. 

Dal selciato ai paracarri, rimasti intatti proprio come testimoniano le foto d’epoca sulle bacheche presenti.

Raffigurano il tempo dove la via era affollata e si doveva farsi largo tra il lento incedere dei carri. Oggi soprattutto a causa delle frane, di quei panorami rubati dalle rocce scoscese ne possiamo godere ben poco. 

Ma è davvero troppo oneroso il recupero del sentiero? 

Dipende dal punto di vista. E dalla forza e dalla determinazione che la politica locale abbia voglia di metterci. Questa strada potrebbe rappresentare per i laghi di Levico e Caldonazzo ciò che per l’Alto Garda rappresenta il sentiero della Ponale. E se valgono gli studi di fattibilità del recupero sin qui attivati, gli investimenti necessari sarebbero anche inferiori a ciò che è stato speso fini ad oggi per l’affascinante sentiero Gardesano. 

L’economia turistica locale ne avrebbe adeguato ritorno? 

Chiedetelo a qualsiasi operatore turistico della Busa, cosa ne pensa. Io vi garantisco di aver letto terrore nei loro occhi quando per un periodo di qualche mese, qualche anno fa dovemmo chiudere la Ponale per una manutenzione urgente. 

Oggi la piana dei laghi dell’Alta Valsugana sogna un collegamento funiviario con l’Altipiano cimbro. Lo chiede da anni alla politica provinciale. Dopo un prudentissimo approccio del passato, l’attuale politica – prodiga di promesse funiviarie praticamente ovunque – lo annuncia invece come plausibile. Stride che lo faccia dopo aver eliminato, all’inizio del suo mandato, la prima tranche di finanziamento dell’unico collegamento finora autorizzabile ed autorizzato. Quello tra San martino e il Passo Rolle. 

Funivia per gli Altipiani cimbri: è sostenibile? 

Non si può rispondere a certe domande con un “secondo me”. Per questo motivo ho voluto sottofirmare un atto politico coi colleghi di minoranza che chiede uno studio di fattibilità di questa mera promessa. Quello che pur informalmente ebbi modo di visionare io, ormai 6 o 7 anni fa, era improponibile. Forse, oggi, nuovi dati ci faranno cambiare idea? Può essere anche se io rimango dell’idea che non si rilancerà la zona dei laghi con la sola promessa di un nuovo “giocattolo” a fune, perché il rapporto costo-beneficio dell’operazione purtroppo rimane ancora troppo alto. Invece vanno intercettati i potenziali clienti di prodotti turistici più a portata dell’offerta locale. Son quelle persone che cercano emozioni, natura selvaggia e posti letto diffusi. 

La “nuova” Val Careta potrebbe diventare la seconda Ponale del Trentino?

Non lo so, ma una vera attrattiva per la Valsugana assolutamente sì. La collegherebbe al Sentiero della Pace piuttosto che alla 100km dei forti solo per citare un paio di esempi che sappiano fondere storia, cultura, trekking e bike, alla vacanza libera sull’acqua dei laghi.

Questa gemella della più conosciuta ma ormai trafficatissima strada del Monterovere o del Menador, sale lo scosceso pendio della stessa montagna pochissimi km più a est. Il glorioso impero austro ungarico le realizzò entrambe con mezzi e risorse economiche generali ben più ridotte dei tempi attuali. Possibile almeno provarci?

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Ferrovia della Valsugana. Sicuri di farcela per le Olimpiadi del 2026?

Da Michele Dallapiccola 26 Aprile 2021

Non è passata inosservata la notizia sui media riguardo ad un anniversario tanto caro ai valsuganotti. Il 26 aprile di 125 anni fa, compiva il proprio viaggio inaugurale la ferrovia della Valsugana. Che non fosse tra le celebrazioni più sentite dalla giunta provinciale è risaputo.

E’ pur vero che l’assenza dai social tanto cari alla lega come mezzo di propaganda fa più scalpore per altri motivi. Ha colpito molto di più, ad esempio, l’assenza di ogni riferimento al 25 aprile, nemmeno da parte del suo Presidente. Che pure ha spalato neve, cotto dell’acqua il Santo giorno di Pasqua e accarezzato cani su ordine di Salvini. Sulla liberazione dal nazifascismo non ha speso una sola parola. Tant’è. Non c’è stato spazio per quello figuriamoci per una ferrovia. Eppure spiace perché non si tratta di una ferrovia qualsiasi. In teoria, è il luogo dove più dovrebbero concentrarsi gli investimenti per l’approntamento del Trentino olimpico 2026. A questo link uno dei tanti comunicati.

L’elettrificazione, tanto promossa quanto promessa.

Fiumi di convegni e di parole scritte e dette, finora al vento. Eppure già nel 2016 la Provincia e R.F.I. avevano firmato un accordo quadro per l’utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria sulle direttrici Bolzano – Verona e Trento – Bassano del Grappa. A questo accordo sono seguiti diversi protocolli d’intesa e convenzioni. Altre convenzioni dovranno essere stipulate per definire in dettaglio la realizzazione delle opere infrastrutturali previste nello schema di protocollo approvato oggi, che dà una cornice unitaria agli impegni reciproci assunti negli anni da Provincia e R.F.I. L’impressione è che sulla solerzia da metterci per spingere quest’opera sia calato un triste gelo!

Le intenzioni del CIO e le altre promesse in ballo.

Anche il CIO nello stanziamento di fondi ha tenuto conto di questo progetto. Si tratta di un ulteriore finanziamento di 28 milioni che sembra sia destinato all’acquisto di convogli elettrici o ibridi, soluzione anche da noi auspicata per motivi di carattere ambientale-paesaggistico ed economico. Per il Trentino dunque si parla di realizzare l’elettrificazione della ferrovia in Valsugana, la stazione di Trento, i trasporti nelle valli di Fiemme e Fassa.

A queste opere si aggiunge almeno lo stadio del ghiaccio di Pinè senza contare tutte le milionarie richieste accessorie che provengono dall’altopiano e non solo.

In questi giorni due consiglieri fiammazzi facenti riferimento all’area maggioranza pare si stiano occupando di una non meglio precisata raccolta firme che dovrebbe obbligare la propria amministrazione provinciale a realizzare una consistente miglioria alla viabilità proprio tra Fiemme e Pinè. Avete capito bene, una raccolta firme.

Due fatti preoccupano a questo punto. Uno più di principio il secondo più di sostanza. 

In primo luogo nell’anno tematico dei musei dell’Euregio 2021, è stato definito un programma dalla Giunta del GECT con delibera n. 19/2019. A questo link il comunicato al riguardo. Tra gli obiettivi dell’anno museale vi sono il collegamento in rete e la cooperazione nel settore museale nonché l’offerta di un programma variegato di mostre ed eventi per la popolazione dei tre territori dell’Euregio. Della rete della Valsugana nessuna traccia, nonostante si promuovono convegni, sulla mobilità sostenibile e la giunta non manchi di parlarne a spron battuto. 

Un sogno. Quello di vedere il treno ri-fermarsi alla stazione di Civezzano.

E qui, entra in campo la seconda grande preoccupazione. Parliamo infatti di intenzioni assolutamente meritorie. Certo che pensando agli attuali tempi realizzativi di un’opera pubblica e ai milioni in ballo, vien da chiedersi se burocrazia e tempi di attesa non esistano più. L’anniversario dei 125 anni di un’opera che venne progettata e realizzata in tre anni in tutto non può che rimanere un  simulacro. La maledetta burocrazia si è evoluta per garantire anticorruzione, sicurezza sul lavoro e giustizie nell’assegnazione di lavori. E’ un disagio che rallenta i lavori spesso in maniera difficilmente bypassabile, ma è una realtà. Ineludibile.

Insomma, questo 125° poteva essere un momento di rilancio progettuale che meritava almeno il tempo di post sui social. O anche solo di una minima iniziativa dell’Euregio. Un’istituzione strapazzata che ha promosso davvero di tutto, tranne che questo. A questo link il programma in questione.

Evidentemente a nessuno interessa farne di motivo di proprio vanto programmatico-realizzativo. Ma anche in questo caso, probabilmente da sotto il gazebo, i lavori altrui sembravano avere tempi e richiesta di impegno, molto, ma molto più leggeri.

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Il 25 aprile un anniversario ricco di significato

Da Michele Dallapiccola 25 Aprile 2021

Ed è bene tenere accesa la fiamma del ricordo. Il ricordo della guerra e dei pensieri malati, quelli che portarono gli uomini ad odiarsi, al punto da uccidersi tra loro. 

Anche a me oggi è capitato di riflettere. Mentre facevo fatica, in salita, ripercorrendo la valle del Centa fino al comando austroungarico in Lavarone. Fu un’altra guerra quella. Avvenuta 30anni prima. Ma non era servita a niente se a poco più di vent’anni dalla prima, ne iniziò una seconda. E fu ancora più tremenda e terribile perché partita da un’ideologia malata e malsana. 

Nel silenzio del bosco, mi è capitato di pensare. Che cosa avranno percepito quei soldati quando salivano, cento anni prima di me? Erano soli? Quali paure avranno dovuto affrontare quelli che non ci hanno rimesso la vita. E per cosa? L’odio verso il prossimo, l’estremizzazione delle identitarismo, l’io contro il noi, sono le condizioni che portarono l’uomo ad odiare anziché ad accogliere. Le esperienze del passato ci toccano, ci formano ma ci devono insegnare qualcosa: la tolleranza verso il prossimo chiunque esso sia.

Usiamolo questo 25 aprile per pensare. Ricordiamo acciocché la violenza e l’ideologia malsana non alterino i nostri pensieri. A comportarsi bene, si comincia dentro la propria famiglia e si prosegue con il vicino di casa, e oltre…

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Premi & riconoscimenti per la nostra viticoltura. Allori sui quali dormire?

Da Michele Dallapiccola 24 Aprile 2021

Una visita ad amici nella bella val di Cembra ha acceso in me un pensiero rivolto ad un settore al quale il Trentino deve molto. Il comparto vitivinicolo. Un lento fiume di lavoro e di soddisfazione che scorre tra qualche impetuoso turbinio di correnti. Sono gli scossoni che provoca la concorrenza dei mercati nazionali ed internazionali. 

Anche a questo comparto, il lockdown non ha certo giovato. A soffrire però soprattutto le cantine di piccola dimensione. Fortunatamente sul fronte delle bollicine di montagna hanno aiutato la GDO e la rimozione dei dazi dopo la caduta politica del loro scellerato ideatore d’oltreoceano.

La val di Cembra e le sue peculiarità.

Qui le produzioni sono molto più particolari e hanno bisogno di specifica attenzione. Come in ogni sfida che il territorio affronta per il proprio futuro, vale il vecchio adagio latino “Si vis pacem para bellum“.

Anche e grazie alla Val di Cembra anni di serio lavoro e programmazione hanno permesso al Trentino di ricevere riconoscimenti assai autorevoli. Tra tutti quello dei Paesaggi storici e rurali. A QUESTO LINK di cosa si tratta.

Recentemente siamo stati insigniti anche come Regione vitivinicola dell’anno. A QUESTO LINK il comunicato stampa.

La cultura del vino e i risvolti sul turismo.

Qui in valle, lo sviluppo non si è fermato all’aspetto agricolo. Grazie alla cultura del bere bene, oggi la val di Cembra, ha una propria identità anche come prodotto turistico. Da anni combatteva per una propria via, anche attraverso un ente di promozione indipendente. Così non è stato. La fretta di portare avanti una riforma del turismo dall’aspetto piuttosto sgangherato ha portato a risultati piuttosto insoliti. Forse, dico forse, non si sarebbe potuto meglio collaborare con la Piana Rotaliana oltre che con Fiemme? Non è che sarà stato l’olimpico specchietto per le allodole ad attirare? La beffa non si ferma qui.

Pare infatti che ora il matrimonio con Pinè attraverso un consorzietto ad hoc sia d’obbligo. Sarà in forma giuridica di ente questuante contributi privati, quelli necessari per potersi presentare a Cavalese.

Il destino della strada del vino

E che dire dei timori che serpeggiano nel settore riguardo ai finanziamenti alle manifestazioni enologiche? Anche la riforma dell’Ente strade dei sapori, è stata portata in Consiglio senza la minima dignità. Un tristissimo striminzito emendamento alla legge senza spiegazioni e senza discussione. Ora pare che il “senza” si estenda anche ai finanziamenti. Come si gestiranno allora le manifestazioni enologiche? Superato il Covid, queste iniziative dovrebbero ripartire. È Notorio stavano in piedi grazie ad un importante contributo pubblico. Ora il territorio è lascito a se stesso e sono molti gli imprenditori che non sanno più a che che santo votarsi.

Insomma la Giunta ritira e si crogiola coi premi che arrivano perché qualcuno in passato tra politica ed imprese ha costruito le condizioni perché si verificassero quei riconoscimenti. Per tutta risposta non basta un silenzio tombale. Ciò al quale assistiamo oggi è che tolte alcune misure di ordinario tenore si tende a minimizzare quello che straordinario il territorio avena messo in piedi.

Guardandola da sotto al gazebo, probabilmente anche viticoltura della val di Cembra aveva tutto un altro aspetto. Mi permetto di ricordare, non la chiamano mica viticoltura eroica per niente.

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Il turismo del domani

Da Michele Dallapiccola 23 Aprile 2021

Multitasking, sostenibile e segmentato. Dovrà sopra di tutto sapersi adattare alle nuove esigenze di mercato.

Biomassa, la base della sostenibilità per gli impiantì termici e non solo

Ed è fortunato il nostro caro Trentino, con un territorio meraviglioso come quello che possiede. Coi piedi in acqua, (l’acqua del Garda) e la testa fra le nuvole (quelle che avvolgono le Dolomiti). In mezzo una pancia, quella da soddisfare coi prodotti tipici del territorio. 

Sono molte le zone che si prestano alla preservazione di queste prerogative, specie perseguendo le peculiarità che ogni zona possiede per le sue produzioni locali. 

A badare alla sicurezza sanitaria ci penseranno le nostre località e i bravi operatori che le animano. Aiuteranno i propri ospiti a rispettare le regole. Alla politica a quel punto rimarrà da fare davvero poco. Ed anzi, sarebbe bastato  distribuire tutti i fondi disponibili nel più breve tempo possibile. Di riforme e di ripensamenti specie sull’organizzazione del turismo non ne avremmo certo sentito il bisogno. Ma ormai è andata così. E qui ed ora, ci troviamo.

Siamo di fronte alla peggiore crisi che il settore ricordi a memoria d’uomo. Eppure ripartiremo, nonostante le nuove regole sulla promozione. Nonostante gli acciacchi della politica e dei mercati perché il Trentino è bello, grande e variegato. 

E anche i Trentini ci sanno fare, hanno solo bisogno di esser lasciati in pace. A lavorare.

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AGRICOLTURA BIOLOGICA IN TRENTINO PARTE II

Da Michele Dallapiccola 22 Aprile 2021

Nella prima parte di questo articolo, qualche giorno fa, avevamo evidenziato le prime impressioni rispetto alla norma proposta dalla lega. lo avevamo pubblicato non appena era visibile la delibera recate l’allegato la nuova legge sul biologico.

A questo LINK POTETE LEGGERE l’articolo completo.

Le prime impressioni non potevano che portare ai tre biodistretti attualmente esistenti in Trentino. Ero proprio curioso di sapere come avrebbero preso in considerazione la proposta normativa in essere. 

La conferenza stampa dei Biodistretti

Questa settimana lo hanno esternato spontaneamente in una conferenza stampa. Cosa è stato detto potete leggerlo aprendo questo link dove trovate l’articolo pubblicato al riguardo da Il Dolomiti.

Come volevasi dimostrare, è andata bene, ma non benissimo. E non sorprende. E’ abitudine della giunta leghista spingere a spron battuto sulle istanze di chi incappi nel loro percorso e attesti loro lealtà politica. So che un’affermazione molto grave questa che denuncio. Me ne assumo la piena responsabilità di Consigliere Provinciale. Il confrontarsi non sembra la loro principale attitudine. Specie con quelle parti sociali che vogliano, per ruolo ed indirizzo mantenere la completa neutralità politica. In verità i biodistretti a modo loro, non sono neutrali, anzi fanno politica. La politica del territorio, dell’ambiente, non certo dei partiti. Diffondono cultura, consapevolezza, esperienze di vita e di lavoro. Questo, da loro, ho imparato ad apprezzare nel mio mandato di assessore. Per questo sono convinto che loro richieste vanno tenute in profonda considerazione.

Il giudizio degli addetti ai lavori

Alla nuova legge chiedevano pathos. Ma quale può essere in un testo che si configura prevalentemente come un adeguamento alla normativa europea? Chiedono un tavolo. Lo avranno sicuramente: la lega non lo nega a nessuno. E’ un modo per deresponsabilizzarsi, per non decidere, per affrontare decisioni politiche frutto di indirizzi terzi rispetto al ruolo che dovrebbe essere decisorio. Ci sarà risposta al bisogno di dialogo? Certo, in Commissione saranno tutti auditi in commissione. Ma poi?

Preoccupa il finanziamento dei Premi della CE

Il problema grave è che Bruxelles parla di grandi indirizzi Green da attribuire ai propri canali di finanziamento. Poi però la programmazione rimane in mano agli Stati e alle Regioni. Così si finirà per rattoppare i buchi provocati dal Covid. A preoccupare inoltre sono i Pagamenti Diretti. Pare che le proposte per la prossima programmazione vedano una premialità sul biologico che potrebbe ridursi a meno di un terzo. 

Così fosse, la situazione verrebbe ad assumere toni davvero drammatici per i nostri poveri agricoltori bio, costretti dal microclima locale e dalla situazione orografica a costi di produzione importanti. Senza più adeguati premi di compensazione.

Intanto la nuova legge, ad oggi, nelle disposizione finanziarie prevede di stanziare nuovi fondi per un ridicolo valore di 50 mila euro all’anno pretendendo le classiche nozze coi fichi secchi.

Oltre al tavolo, insieme al confronto, sarà bene che all’agricoltura biologica si riservi un pò più di attenzione. Sarebbe sufficiente – faccio per dire – anche la metà di quella che si è riservata ai carri raccolta mele.

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13 ATTI PER PORTARE LA VOCE DELLE PERSONE IN CONSIGLIO PROVINCIALE

Da Michele Dallapiccola 21 Aprile 2021

Il dibattito che molti di voi stanno seguendo su queste pagine è frutto di un’assidua frequentazione del Trentino. Sempre attenta, pur con le dovute precauzioni a causa del Covid.

Gli argomenti, seguitissimi e molto dibattuti, sono partiti da idee o esigenze delle persone incontrate. Per questo abbiamo deciso di portare i problemi evidenziati all’attenzione del Consiglio Provinciale trasformandoli in opportuni atti politici. 

Per meglio seguire il filo del dibattito, i documenti presentati sono stati sintetizzati e raccolti in pacchetti divisi per argomento. Il documento completo si può scaricare premendo il pulsante “Download”

Nel pacchetto “Grandi Carnivori” chiediamo

  • a che punto si trova il processo amministrativo che declina le Legge 9/’18? Si chiede inoltre a partire da quando la Giunta ipotizza si potranno apprezzare le ricadute locali di questi nuovi provvedimenti.  
quando-il-nuov-piano-gestione-grandi-carnivoriDownload
  • la scorsa legislatura la Provincia aveva deciso circa l‘implementazione di un sistema di radiocollaraggio più performante rispetto a quello utilizzato oggi. Pare che l’attuale Esecutivo abbia stoppato il progetto. Si chiede dunque quali intenzioni abbia la Giunta in merito alla prosecuzione di sviluppo di questo dispositivo?
radiocontrollo-grandi-carnivoriDownload
  • Inquietano le continue predazioni da orso, specialmente in Val di Sole. Si chiede se sia intenzione della Provincia procedere con l’applicazione del radiocollare e se sia stato stimato il numero di esemplari presenti in Val di Sole, Peio e Rabbi?
attacchi-orso-in-Val-di-Rabbi-e-Val-di-Peio-Download

Nel Pacchetto “Turismo e Promozione” interroghiamo

  • per conoscere il timing di presentazione dello studio di sostenibilità e di realizzazione della struttura di pattinaggio prevista a Baselga di Pinè in vista delle Olimpiadi del 2026.
ice-rink-Pine-stringono-i-tempiDownload
  • caparbiamente, la riforma del turismo procede nonostante sia afflitta da evidenti acciacchi. A quando la nomina della nuova governance di ATA e TN Marketing?
quando-la-nomina-della-nuova-governance-di-ATA-e-TN-MarketingDownload
  • a rafforzare la promozione a scopo turistico anche con le proprie società di sistema del nostro patrimonio montano degli istituti di alpeggio. E’ inoltre opportuno che si prosegua la divulgazione presso gli enti locali sulle opportunità della loro assegnazione ad operatori del posto.
malghe-valore-aggiunto-cultura-montagnaDownload
  • a riservare particolare attenzione alla promozione delle fattorie e dei masi didattici specialmente dentro alla nuova piattaforma digitale di promozione del Trentino.
mozione-promozione-dei-masi-e-delle-fattorie-didatticheDownload

Nel pacchetto “Ortofrutta” impegniamo la Giunta

  • a sviluppare un programma tecnico finanziario e dare opportuna divulgazione sulle azioni ritenute come opportune a medio e lungo termine. Il contenuto deve riguardare le attività di pianificazione agricola atte a contrastare il cambiamento climatico con particolare riferimento agli eventi meteorologici avversi.
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  • ad attivare adeguati strumenti per favorire la promozione e l’adeguata conoscenza del valore del metodo di lotta integrata soprattutto in relazione e confronto al metodo biologico.
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  • non appena le condizioni sanitarie generali lo permetteranno a riprendere le attività promozionali che raccontino il valore della biodiversità. In particolare si raccomanda speciale sensibilità nei confronti delle due manifestazioni più significative del comparto denominate “Festival della biodiversità” e “Festa di primavera della Federazione Allevatori.”
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Infine nel pacchetto zootecnia vorremmo impegnare la Giunta

  • ad implementare le azioni di promozione che riguardano valore della carne legata alle filiere locali
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  • ad individuare strumenti amministrativi che tengano conto dell’effettiva difficoltà di ottemperare con assoluta certezza a periodi di pascolamento prolungati in alta quota. Va garantita la possibilità di deroga soprattutto per cause di forza maggiore afferenti alla presenza di grandi carnivori.
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  • a tenere in considerazione nei bandi per le misure investimenti della particolare priorità che merita la zootecnia. Gli aspetti da incentivare maggiormente sono quelli che riguardano l‘automazione e la meccanizzazione dell’allevamento.
mozione-automazione-e-maccanizzazione-in-zootecniaDownload

A tal proposito, qualche stortura amministrativa la abbiamo potuta constatare tutti. Confidiamo nell’impegno a rimediare che è giusto che la giunta si prenda.

21 Aprile 2021 0 Commenti
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Si vaccina quando si vuole o quando si deve?

Da Michele Dallapiccola 20 Aprile 2021

Ieri in consiglio si respirava un clima pesante. Come gruppo di opposizione abbiamo richiamato la giunta ad una comunicazione di “aggiornamenti sull’epidemia in corso con particolare riguardo alla campagna vaccinale e alle Rsa.”

I dati riguardo alla riduzione dei numeri dell’epidemia danno una certa speranza. Certo non si deve abbassare la guardia perchè il virus circola ancora. Inoltre, preoccupa il ritardo soprattutto nella fornitura dei vaccini. A fronte di una somministrazione che tutto sommato procede abbastanza bene, mancano dosi.

Al riguardo, a mio avviso, la discussione in Consiglio ha assunto toni davvero preoccupanti. Alcuni consiglieri di maggioranza, senza preparazione professionale alcuna al riguardo, rassicuravano ampiamente la platea. Affermavano che spostare il richiamo della vaccinazione al 42 giorno dalla prima inoculazione non comporta nessun problema. Solo perché lo ha proposto la giunta? 

Cosa dice la patologia generale 

Ci racconta che per avere un’adeguata risposta immunitaria è necessario che la seconda somministrazione di antigene richiami lo stimolo di risposta anticorpale a quei linfociti attivati dalla prima iniezione. Che devono essere ancora vivi e reattivi. Gli immunologi concordano nel considerare questa condizione perdurare per non più di 6 settimane dalla prima inoculazione. Attendere, perciò, può comportare che il pool linfocitario sia scemato e non sufficiente a sviluppare l’atteso effetto booster. Si tratta della reazione dell’organismo vaccinato che sviluppa sufficiente memoria di risposta per lungo o lunghissimo tempo. Dunque, vaccinare al 42 giorno provoca la condizione di non avere nessun giorno di riserva per compiere questo atto. Un colpo di febbre, un ritardo nella fornitura un qualsiasi contrattempo, comporterebbe che il processo vaccinale va ripetuto da capo.

Mentre in consiglio la maggioranza difendeva l’indifendibile giunta, fuori si consumava la protesta.

Il balzo in avanti, per far fare bella figura a Salvini che prometteva aperture precoci in Trentino, ha prodotto gravi disparità. Le hanno manifestate con un sussulto di disagio i ristoratori delle valli che rispetto alla città non possono ancora aprire. Chiedevano aiuti, risposi, compensazioni.

La giunta si è presentata ”nuda” con ancora un nulla di fatto in più rispetto ai provvedimenti statali. 

Nel frattempo, in aula la maggioranza votava serena un provvedimento dove si nega che vaccinare quando si può dal punto di vista logistico non è la stessa cosa che farlo rispetto a quando si deve dal punto di vista medico.

20 Aprile 2021 0 Commenti
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