Michele Dallapiccola
  • BIOGRAFIA
  • IDEE E PROPOSTE
  • ATTI POLITICI
  • CONTATTI
Autore

Michele Dallapiccola

Michele Dallapiccola

Turismo: nuove nubi all’orizzonte. Sono adeguate le risposte della politica? La nostra opinione in merito.

Da Michele Dallapiccola 23 Maggio 2022

L’assemblea annuale dell’ASAT rimane un attesissimo evento di rilievo Provinciale. Piaccia o meno, l’associazione più rappresentativa dell’ospitalità locale non rileva soltanto per la numerosità degli iscritti o per il suo genetico collegamento a Federalberghi nazionale. Colletta infatti gli attori di un 15% del PIL provinciale. 

Notevole dunque il seguitissimo intervento del Presidente, schietto interprete di un testo tanto tecnico e corale quanto apprezzato. Nel corso dell’incontro tenuto a Fondo in Val di Non, la scorsa settimana, se ne riconosceva l’impronta di un’ampia condivisione categoriale. 

L’esordio è stato tanto lampante quanto impietoso: la pandemia ha scritto annus horribilis. 

Da questo incipit è partita un’articolata analisi che ho voluto attentamente ascoltare. Varrà i contenuti di analisi e valutazione dell’operato della giunta provinciale. Come organi di controllo consiliare indirizzeremo l’esecutivo trentino a rispettare nel massimo grado possibile le puntuali richieste che sono emerse durante il consesso di Fondo.

L’opinione di Federalberghi

Degli interventi in assemblea mi è particolarmente piaciuto il passaggio di Bernabò Bocca. Se un tempo nell’ambito dell’hotellerie si diceva che “tovagliolo mangia lenzuolo” oggi le cose sono cambiate. Dobbiamo puntare piuttosto, ed in maniera decisa, sull’enogastronomia. Parole che suonano come musica per le orecchie di autonomisti come noi. E’ nell’identità che si possono esprimere al meglio l’economia e la politica locali. Specie in una provincia dotata di prerogative istituzionali come le nostre: usiamole!

E infatti dal Convegno Federalberghi di Parma arriva un forte incoraggiamento in tal senso. Nel nostro immediato futuro si è stabilito che dall’agroalimentare avremo ancora buone soddisfazioni e possibilità di sviluppo. Ciò che constatiamo oggi è che appena tolte le restrizioni sanitarie è ripartito tutto. Il mercato turistico più importante è rappresentato dagli italiani. Che oggi infatti rimangono in Italia, fidelizzati dal tempo del Covid. Quale miglior occasione di allettare attraverso il settore agroalimentare, chi apprezza il buon cibo e la buona cucina? 

Una convention all’insegna della cordialità e della professionalità.

Complessivamente il clima che si respirava in assemblea era piuttosto cordiale e rilassato. Nonostante le gravi difficoltà del momento, l’umore degli imprenditori era assolutamente positivo. Sono persone forti, abituate a navigare in quiete e in tempesta. Alcune misure di sostegno dello Stato e della Giunta provinciale poi, sono state particolarmente appezzate. Inoltre, la proverbiale capacità di adattarsi agli interlocutori (innata negli operatori del turismo), fa sì che chiunque partecipi ai loro consessi si senta benvenuto come a casa propria. Inoltre, ASAT ha un rapporto diretto col Governo Provinciale rispetto al quale non compete al sottoscritto proferire consiglio o giudizio.

Per questo le considerazioni a seguire sono frutto di una mia personale opinione che esula da quanto emerso dall’appuntamento. E’ giusto precisarlo.

La Giunta provinciale. 

L’intervento del dicastero al turismo è andato al di là del bene e del male. Didascalico, oserei dire, anche delle critiche che eleva (per compito istituzionale) l’opposizione. Ho avuto l’onore di ascoltare citati in almeno un paio di passaggi, alcuni contenuti di questo umile blog. E’ una considerazione che alcuni membri della giunta provinciale mi riservano sempre più spesso. Ne vado assolutamente fiero e li ringrazio in questo surrettizio sprono a continuare.

Deludente infine, uno striminzito Presidente della Giunta provinciale. Si richiama al claim del consesso. Nominando (si badi bene soltanto quello) la sostenibilità.

A titolo di esempio concreto racconta che la giunta crede nella sostenibilità, citando come unica azione lo stanziamento di risorse (non della PAT). Tante, tantissime. Quelle riguardanti l’interramento della ferrovia che RFI ha intenzione di portare avanti in Città. Consumerà i due terzi della quota di PNRR nazionale che spetterà al Trentino. Nulla più, se non un brevissimo cenno alle Olimpiadi invernali. Ovviamente sottolineando che tutto avverrà all’insegna della totale sostenibilità. E il pensiero è subito andato al senso del limite. Al cui significato si dedicheranno (se mai si arriverà) una serie di monumenti anche sul nostro territorio provinciale.

Sul resto delle cose da fare, è calato il buio. Sul rapporto con l’ambiente, i Parchi naturali, gli Ecomusei, il mondo della cultura, l’agricoltura, la viticoltura, l’enologia, la zootecnia, il mondo nelle malghe, dei formaggi di qualità. E poi ancora la ristorazione, le valli a potenziale sviluppo turistico di nicchia, delle piccole produzioni agricole, dell’ortofrutta sostenibile di qualità, di ospitalità diffusa per le aree marginali del Trentino. Di tutto questo non si è proferita parola. 

“Vogliamo destagionalizzare!” ha chiosato. “Per questo abbiamo invitato Vasco Rossi”. Senza aggiungere nessun altro elemento. Così nessuno ha chiesto nulla di più. E anche a noi a dire il vero è bastato così.

23 Maggio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Il turismo Trentino colpito dalla pandemia. L’impietosa legge dei numeri ci impone di dire la verità. Anche sul concertone.

Da Michele Dallapiccola 22 Maggio 2022

Stiamo affrontando questo nostro prossimo futuro sotto il peso delle bombe. Strazianti, i media ci ripropongono quelle vere, quelle della crisi Ucraina. In metafora pressano anche le deflagrazioni rappresentate dalla  pandemia e dal caro energia. Entrambe, in qualche maniera collegate alla fattispecie precedente.

A soffrirne è trasversalmente tutta la società. Anche se ad onor del vero delle differenze ci sono state. Il turismo ad esempio, vive un probabile disagio multifattoriale. Più ampio, più trasversale e sicuramente più complicato da compensare rispetto alla pur grave crisi – ad esempio – della zootecnia.

Il 2021 è stato un anno a corrente alternata. E il 2022 non è partito coi migliori auspici. La gravità della situazione la scrivono i numeri. La statistica ufficiale di ISPAT è impietosa. Dopo aver marcato anni da record, il catastrofico peso del virus affligge i numeri del turismo trentino che fatica a reagire. Non è dato sapere quando i dati torneranno in asse. Certo la speranza di annegare tutto dentro ad un concertone appare piuttosto sconclusionata. 

A mio modesto avviso, avrei ben più volentiere accettato che la politica dicesse la verità: “Stiamo provando ad uscire da una terribile situazione, il morale della società è a terra, la fiducia nella politica provinciale pure. Spendiamoci questi 6-7 milioni di€, per dimostrare a tutti che nella vita ci sono anche le cose belle. Che la Provincia, ancora, qualcosa sa fare.” 

E invece li ad ipotizzare connessioni che non ci sono, indotti completamente inventati, contro l’impietosa legge dei numeri. 

Costo/beneficio: un conto facile facile per capire il peso economico dell’evento

Può un evento costato ripeto 6 o 7 milioni di € aver sollevato le sorti di un turismo col morale a terra? No per parecchi motivi. Tra tutti ne scelgo un paio di significativi. All’appello della statistica del turismo provinciale mancano qualche milione di presenze turistiche. I numeri del concerto li conosciamo. 70-80 mila non trentini, quanti pernottamenti possono aver fatto? Difficile da dire. Proviamo ad ipotizzare (semplificando) che in 50mila almeno si siano fermati qui a dormire. Allora significa che per aver richiamato questo tipo di turisti si sono spesi circa 120€ a testa.

Negli anni d’oro del turismo trentino, quando ancora la pandemia non c’era, siamo arrivati ad avere quasi 6 milioni di persone all’anno. Per la promozione centrale e locale in estrema semplificazione la Provincia spende circa 50 milioni di euro all’anno. Ciò vuol dire che ogni arrivo ci costa 0,12€ di spesa. Contro i 120€ dei fan del Rossi nazionale. 1000, dico mille, volte di più pro capite. Capite?

Ecco perché trovo ridicolo sentir parlare di opportunità, destagionalizzazione, sostenibilità, per eventi di questa portata. Bello il concerto, ottimo per il morale e per i trentini. Il turismo però si fa in altra maniera.

E se si vuole fare un concertone, che musica sia! Arrivo a dire che posso essere d’accordo. Purchè si dica la verità.

22 Maggio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

RIFLESSIONE DELLA DOMENICA: il concerto è andato bene! E quando qualcosa funziona bisogna dirlo. Insieme ai giusti però. 

Da Michele Dallapiccola 21 Maggio 2022

Mi ero ripromesso di non parlarne più, se non strettamente necessario. Ma in questo breve periodo di bilanci post evento, alcuni pensieri è opportuno metterli nero su bianco. Partiamo con le giuste considerazioni positive ed i riconoscimenti. 

I complimenti li merita innanzitutto il Trentino, la macchina amministrativa, chi ha lavorato e chi è stato coinvolto (volente o no) a dare la propria disponibilità. Certo c’è anche chi ci ha guadagnato. E mi spingo oltre. In contraltare sono sicuro che c’è anche chi ci ha lucrato. 

La volontà politica era talmente forte che chi ha gestito il contratto ha dato l’impressione di agire a nome e per conto della Provincia con l’ordine di pagare a piè pagina. 

Ecco, in questo no, in questo i complimenti non ci stanno. Mi sento di dire che dal punto di vista contrattuale la figura che hanno fatto i trentini è stata quella di assomigliare più a degli sprovveduti che a delle persone scafate. Ma questo, nulla c’entra con l’evento. Che ripeto al netto di alcuni prevedibili (e per questo ben gestiti) problemi è andato bene!

Chi ci è stato, ha potuto raccontare di una grande festa popolare e di un grande momento di liberazione. Forse anche da qualcosa di orribile che ci lasciamo alle spalle e che è la pandemia (ancora non definitivamente sconfitta). Non da ultimo, permettetemi un sommesso accostamento, che mi auguro possa essere accettato a fin di bene. A Mattarello ieri sera le bombe di Azovstal non davano fastidio. La guerra, i profughi, gli immigrati e tutte le magagne del quotidiano per una buona mezza giornata non esistevano più.

Era largo il bisogno di pensare ad altro, di parlare di qualcosa di positivo, almeno per un pò. 

Lo capisco, e lo condivido pure perché capita anche a me. Vedete, il ruolo di consigliere di opposizione, spesso impone di enunciare, di raccontare il lato oscuro delle cose. E questo compito non è che si configuri proprio come un  generatore di endorfine. E’ molto più stimolante il ruolo di chi costruisce, di chi risolve, di chi propone le cose. Ma ci sta, siamo pagati per questo e la nostra dignità lavorativa passa anche da qui. L’analisi, il controllo, la denuncia pubblica e la proposta. 

Per questi motivi accanto ai complimenti a chi ha organizzato l’evento, al pubblico che lo ha reso meraviglioso e ad un inossidabile Artista quale è Vasco Rossi, qualche pensiero è giusto metterlo li.

La dimensione della manifestazione.

Assolutamenti fuori scala. Troppi disagi alla popolazione non coinvolta. Un blocco della città per due giorni con un sacco di danni alle attività coinvolte. Chi li potrà ristorare alle ditte che hanno dovuto tener chiuso? Non certo una notte bianca può esser riuscita a riparare i danni di una due giorni di città deserta. Quanto ai pernottamenti aspetteremo la vera lettura dei dati confrontandoli magari col corrispondente fine settimana del 2018 o 2019.

La costosa Arena del Bel Canto che piace tanto ai Trentini. 

Possiamo pensare di attivare un filone che la utilizzi e la valorizzi: ci sta. Il Trentino che fu dei ritiri calcistici e degli eventi milionari (vi ricordate il Vroom a Campiglio?) cambia strada. Invece di valorizzare le sue di risorse e cercare la sua identità prova a vendere quella altrui. Oddio…parliamone.

Se questa politica ci tiene proprio ad accarezzare la voglia di musica dei trentini e procede col panem et circenses, allora ci può stare che valuti ancora nuove ulteriori manifestazioni di questo genere. Non certo di questa dimensione, però. E visto che ormai a causa dei lavori fatti l’utilizzo agricolo è definitivamente compromesso, che bel canto sia! Ma con una dimensione compatibile con quella dell’area, dei parcheggi disponibili e del rispetto di una città. Le sue attività, le persone alle quali dei concerti non importa un fico secco, devono poter vivere la loro vita senza trovarsi dentro ad un situazione come quella che abbiamo visto questa scorsa settimana.

I piani di analisi che riguardano i 40 mila trentini contenti che hanno assistito allo spettacolo, sono completamente diversi rispetto a quelli degli altri 500mila che si interrogano sui costi e sui benefici.

La sostenibilità: per sempre e per tutti.

Al recente convegno ASAT, l’associazione albergatori della PAT, la giunta provinciale ha più volte ricordato la sostenibilità come faro concettuale delle proprie azioni. E’ un concetto più che abusato che utilizzato in questo specifico frangente, accostandolo, udite bene, all’annuncio del concerto, faceva venir da ridere. Dopo quello che abbiamo visto, possiamo pensare che di questi eventi possiamo fare per sempre? E soprattutto, com’è possibile pensare che siano per tutti? 

Considerazioni trite e ritrite. 

In questi scorsi mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori. Ad un certo punto ci sono stati pure gli schieramenti. Questa politica divisiva, fortemente refrattaria alle critiche, ha aizzato i suoi sostenitori a favore del concerto. Il risultato è stato che a un certo punto a Trento essere a favore del concerto era di destra e mettersi contro, di sinistra. In uno scontro sociale demenziale dove ciascuno di noi finiva per raccontare critiche e contro critiche. Ad un certo punto son finite per sconfinare pure nel demenziale.  Come l’atteggiamento della Stampa su carta. Un endorsement al governo provinciale di proporzioni a mio vedere stucchevoli. Mai visto prima, cosi poderoso da indurre qualche pensiero malizioso anche ai meno …smaliziati.

Attendiamo i dati, le statistiche e gli impietosi numeri per giudicare. 

Di quanto sia rimasto sul posto dal punto di vista finanziario non avremo mai contezza. Nè di quanto sia stato speso veramente per l’evento. Con qualche brutto pensiero. Assai stupidamente (dal punto di vista politico) ci sono alcune determine secretate e molte fatture le ha pagate la società di Sistema. Rimarrà un mistero inoltre quanto sono costati i lavori fatti in economia dal personale provinciale che intanto ha trascurato la manutenzione del territorio. E quanto hanno complessivamente perso i commercianti rimasti chiusi o deserti dal blocco della citta.

Ecco, insomma sì, il concerto è andato bene. 

E’ stata una bella festa e non si è fatto male (quasi) nessuno. Però, prima di pensare che  questa sia la normalità o il Trentino che vogliamo, molto probabilmente vanno messe a punto un po ‘di cose. E una volta messe a posto sarà necessario pensare ad eventi musicali a dimensione compatibile con una località che resta comunque orograficamente di dimensioni poco adatte ad un simile pandemonio.

21 Maggio 2022 0 Commenti
1 FacebookTwitterLinkedin

Una sera in val di Sole a parlare di grandi carnivori

Da Michele Dallapiccola 21 Maggio 2022

Per quanto possa sembrare strano, c’è ancora tanta curiosità e tanto bisogno di informazione e di confronto.

Perché di orso e soprattutto di lupo non si è ancora parlato abbastanza. 

Rimango profondamente convinto che su questi apparentemente noti argomenti, non vi sia ancora completa chiarezza. I punti critici riguardano l’effettiva entità del problema e le reali prospettive di gestione. 

Cosa possiamo aspettarci dallo Stato? Quali aperture d’azione ci permette realmente l’Autonomia? 

Un filo conduttore lungo le alcune esperienze lavorative nelle quali sono incappato ci permette di elaborare alcune previsioni. 

L’umore degli allevatori è a terra. Le persone costrette alla convivenza da una legge che prevede i diritti da una sola parte (quella di lupo e orso) non lasciano per nulla tranquilli. Perché a non essere minimamente tutelati in questo caso sembrano essere l’uomo e il suo lavoro.

E la strada per costruire delle norme che salvaguardino sì, le specie, ma tutelino anche la vita in montagna, rimangono una chimera.

Nonostante i numerosi tentativi, nonostante il tempo trascorso l’unica strada aperta, sembra ancora quella dell’Autonomia, della trattativa e dell’accordo tra Stato e Regioni. 

E intanto, alla gente che vive e lavora in montagna non resta che il lavoro delle protezioni dei recinti, dei cani da guardiania, delle ore di lavoro in più. Con le predazioni che sembrano non arrestarsi. Un vero martirio per chi alleva gli animali.

A queste persone, è davvero difficile chiedere di portare pazienza. Come dar loro torto?

21 Maggio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Il Trentino ha bisogno di un turismo a misura di territorio. A misura della propria identità.

Da Michele Dallapiccola 19 Maggio 2022

Si respirava un’aria da estate inoltrata, ieri, agli Europei IQfoil del Circolo surf Torbole.

Col vento tra i capelli, in mezzo ai fisici scultorei degli atleti colpiva il tripudio di colori, tecnica e materiali.

Questi non sono certo eventi da sold out di località. Ma il Circolo che ospita questa specialità nautica è solo uno dei tanti dell’Alto Garda. Quindi, a chi anima la manifestazione va riconosciuto il merito di vivace tassello dentro ad un grande mosaico. È quello che raffigura il turismo trentino fatto di tanti eventi, grandi e piccoli, sparsi in ogni località della nostra bella Provincia. Un turismo dove lo sport all’aria aperta, la natura e l’agroalimentare costituiscono i numerosi piccoli spunti di un grande movente turistico. 

In effetti, eventi come questo, sostenibile, a misura di località, “disseminato” sono la strada vincente per permettere ad ogni comunità di emergere. 

In pratica si può considerare che manifestazioni di questa portata siano riproducibili pressoché in ogni fine settimana. Ciascuno adattato al luogo dove avvengono le proposte secondo l’inclinazione e la specialità del sito. 

Penso ad un trekking nel selvaggio lagorai, ad un’esperienza agroalimentare nel bel altipiano del Lomaso, ad un weekend culturale a Trento o a Rovereto. E che dire della vacanza attiva nelle montagne di roccia scolpita dal tempo delle Dolomiti di Brenta o in quelle Orientali? 

È questo il turismo identitario che ci piace. È questo il turismo che ben si adatta al vincente claim sviluppato dalla Trentino Marketing durante la pandemia: “Respira!”. Sembra sottintendere un diffuso messaggio: “C’è spazio, qui da noi, caro ospite. C’è il posto per te, non c’è ressa e trovi qualcosa di schietto, genuino ed originale da assaporare”. 

Il Trentino possiede ed ha bisogno della sua identità, anche in campo turistico. 

È fondamentale che chi ci governa sia in grado di garantirlo.

19 Maggio 2022 0 Commenti
1 FacebookTwitterLinkedin

La provincia aiuta i giovani agricoltori. Ma davvero tutti?

Da Michele Dallapiccola 18 Maggio 2022

Furono circa 400 le domande per il Premio Insediamento in agricoltura, finanziate nel corso della scorsa legislatura. Di quella bella operazione ricordo nitidamente un unico rammarico. Che per altro si manifestò in un’unica occasione. Ci fu un episodio dove fummo costretti a prendere atto dell’impossibilità di finanziare l’intera graduatoria, escludendo di fatto, per fortuna soltanto 4 o 5 persone.

Come stiano andando le cose oggi è piuttosto evidente. Il rapporto giovani/mondo agricolo dentro al contesto lavorativo, prosegue nel suo trend di stagnazione. In agricoltura – e peggio ancora in zootecnia – le nuove leve sono delle vere e proprie mosche bianche.

Costi di partenza improponibili, modelli sociali di vita disertati perché troppo impegnativi, remuneratività bassissima, impossibilità a reperire nuovi terreni agricoli. Sono solo alcuni dei gravi ostacoli che impediscono ai giovani del Trentino di scegliere il settore primario come punto di partenza della propria vita professionale.

Da tempo, il sistema pubblico ha previsto la misura del PSR 6.1.1. (premio per l’insediamento dei giovani). Un piccolo ma sostanziale stimolo per chi vuole cimentarsi con la partita iva agricola. Sappiamo che è stata tanto criticata, almeno quanto apprezzata. E sappiamo anche che all’assegnazione di premi in denaro corrisponde spesso un diffuso sentimento di invidia sociale. 

La delusione di un bando poco capiente.

Nonostante tutto pare che finora abbia avuto più adesioni che detrattori. Al punto che nemmeno questa maggioranza, questo governo del cambiamento, nei suoi primi quattro anni ha introdotto sostanziali novità. Se non in peggio. Potrebbe essere infatti di 40 e non di 4 il numero degli esclusi da questo penultimo bando. Pare infatti che siano 140 le domande pervenute entro i termini. Peccato che la dotazione del fondo presenta capienza soltanto per le prime cento domande. Valutata la disponibilità finanziaria sul prossimo bando, le cose potrebbero pure peggiorare. In quel caso la capienza finanziaria prenotata potrebbe bastare per non più di 75 persone. Con l’aggravante che si presenteranno sicuramente tutte le 40 persone escluse dall’attuale bando.

E’ lapalissiano che la mancata implementazione del fondo, potrebbe produrre una grande delusione collettiva oltre che un pesante danno per il nostro fragile tessuto agricolo.

Per questo con la collega Demagri attraverso degli atti politici dedicati, stimoleremo la giunta ad intervenire finanziariamente sul prossimo bando. Nessuno va escluso dall’assegnazione dell’agognato quanto apprezzato incentivo.

18 Maggio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Trento: persi quasi 33 ettari di spettacolare terreno agricolo. Ma per la Provincia tutto è “sostenibile”.

Da Michele Dallapiccola 18 Maggio 2022

Per la “piccola” comunità trentina, lo sblocco a scopo edificatorio di un’area da 53mila metri quadrati a Spini di Gardolo rimane una tra le notizie da leggere con cura. Qualora confermata sarebbe una di quelle interessanti specie per chi ha a cuore il territorio Trentino con particolare riguardo alle attività agricole.

Attenzione: una fondamentale premessa

La correttezza di giudizio e il rispetto di tutte le parti in causa impongono delle considerazioni assolutamente sostanziali. Le persone e i soggetti giuridici coinvolti in questa vicenda di ambito edilizio, sono tutti onesti e rispettabili. Inoltre, è lampante che chi ha acquisito gli immobili in questione, ha raccolto a sé dei sacrosanti diritti che non si possono ledere. Inoltre quasi sicuramente queste condizioni sono maturate in un periodo molto lungo di tempo. Sono frutto di vari ragionamenti sottesi tra la loro natura politica e quella urbanistica. Nati e maturati in altri tempi e in tutt’altro contesto.

Il tempo cambia e con esso prospettive ed opportunità

Il punto è proprio questo. E assai probabile che a trascinare l’autorizzazione dell’Assessorato all’ambiente (?) e all’urbanistica (???) PAT sia stato il solito, drammatico iter burocratico che affligge ogni cittadino che voglia costruire qualcosa. Così dal momento in cui venne assegnata l’edificabilità siamo arrivati ai giorni nostri con un progetto di edificabilità mi par di capire piuttosto importante. Letto con gli occhi di oggi, quello che verrà edificato, verrebbe probabilmente visto in tutt’altra maniera. Senza contare che nel frattempo – con ogni probabilità – lasciamo inutilizzati un’imponente serie di capannoni di proprietà privata o peggio della Trentino Sviluppo. Tant’è: sul proprio terreno urbanisticamente idoneo, a norma di codice civile ciascuno edifica un po’ quando e come vuole.

Di certo rimane un fatto che consta al Trentino agricolo. Da domani mancheranno ulteriori 5 ettari abbondanti di terreno all’agricoltura locale. Si aggiungono ai quasi 30 sacrificati per l’Arena del Bel Canto di Mattarello progettata e realizzata in men che non si dica dall’attuale Giunta Provinciale  Ma se la rivoluzione del Trentino turistico attraverso l’esercizio del Bel Canto popolare è tutta in fieri e tutta da decifrare, di certo quella agricola qualche nuvolone lo porta. Con il contributo stanziato da parte della Provincia di Trento in questi quasi 5 anni di governo, a che mi risulti, non è stato recuperato un solo ettaro di terreno agricolo. Nonostante Vaia avesse offerto una grandissima opportunità. 

Se c’è una cosa sicura invece è che nel solo comune di Trento mi sono stati sacrificati 33 ettari di prezioso e fertile terreno agricolo. Due “signori” appezzamenti di terreno: uno legato alla soddisfazione di sacrosanti diritti giuridici e l’altro (fatto ben più grave ) ad imperscrutabili non meglio precisati progetti di Trentino turistico. Dove invitiamo persone – si dice – all’insegna della sostenibilità. Perché: “respira, sei in Trentino”!

18 Maggio 2022 0 Commenti
2 FacebookTwitterLinkedin

A22 – CONSIGLIO PROVINCIALE STRAORDINARIO: Rinnovo della Concessione dell’Autobrennero. 

Da Michele Dallapiccola 16 Maggio 2022

I fatti in estrema, semplicistica sintesi sono questi. La concessione per la gestione dell’arteria autostradale A22, potrebbe venir rinnovata a seguito della presentazione di un Piano di opere definito come partenariato pubblico privato. Eseguito in collaborazione con lo Stato, vedrebbe nell’attuale società gerente, le vesti di finanziatore privato. 

Si tratta di una Società della quale, come ben sappiamo, la Giunta provinciale è uno tra i più importanti soci di maggioranza. Per questo motivo l’interrogativo è d’obbligo. Può questo Esecutivo contribuire alla costruzione di una proposta così corposa senza darne adeguata trasparenza e comunicazione? Il silenzio non sarebbe stato accettabile. 

Ecco dunque perchè le forze di opposizione hanno chiesto ieri la convocazione di un consiglio provinciale straordinario. La questione fondamentale riguarda la volontà di rendere edotti tutti i cittadini trentini. Abbiamo diritto di sapere come e dove la Società avrebbe intenzione di spendere 7.miliardi e 200 milioni nell’arco di 50 anni. Questo in sintesi il titolo del Piano che pare sia stato proposto allo Stato in cambio del rinnovo (50ennale appunto) della Concessione  

La striminzita risposta del Presidente non ha stupito. Sono informazioni che in qualche modo erano già più che filtrate. L’ A22 sarà partner dello Stato nel realizzare le opere che comportano la cifra di cui sopra. Il programma è ambizioso e sarebbe sostenuto dalle entrate di A22. 

Da qui, dunque, arriva la prima fonte di preoccupazione. L’aumento dei proventi dovrebbe prevedere un aumento delle tariffe e una contestuale espansione del traffico. Fatto questo che si concretizzerà più in questo secondo aspetto che nel primo. Ma è davvero ciò che chiede la società trentina riguardo ad un’arteria che ogni anno scarica in atmosfera decine di tonnellate di CO2? E’ così che si spinge sullo switch gomma-rotaia, che comunque in Austria continua ad essere perseguito ed incentivato?

Comprendiamo che le leggi dell’economia sono spietate e badano innanzitutto alla preservazione dell’utile. Come potrebbe essere altrimenti? Più traffico, più utile; più utile, più opere per trattenere la concessione. Ma la politica cosa ci sta a fare allora? Non è forse suo, il compito di riequilibrio delle esigenze delle varie parti in causa? Non da ultima la questione compensi. È davvero eludibile l’applicazione del decreto Madia che riguarda i compensi del CDA dell’A22. La nostra società in bilico, o meglio nel pieno di una grande crisi è in grado di comprendere o meglio accettare compensi milionari che superino l’indennità del Capo dello Stato? 

E’ un bene che l’annosa vicenda possa compiersi in termini positivi e definitivi. Non c’è ombra di dubbio.

Rendere trasparenza e richiedere un supplemento di attenzione amministrativa sui fronti che vi abbiamo raccontato sopra ci sembrava però estremamente opportuno.

Ultima nota di colore. Ad un certo punto il presidente della Giunta ha proposto un emendamento alla nostra risoluzione accogliendo le indicazioni proprio del decreto Madia 175/2016. Di fatto ammettendo che il compensI del CDA di A22 non possono superare quelli del Capo dello Stato (240mila€!) Dopo averlo depositato, ha avuto un breve colloquio fuori da Consiglio. Rientrato ha proposto alla propria maggioranza di bocciarlo. Abbiamo assistito ad un voto della maggioranza contro a se stessa. Chissà con chi avrà mai parlato di questi eventuali impedimenti tecnici.

16 Maggio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

Il Pasubio visto da nord

Da Michele Dallapiccola 15 Maggio 2022

E’ una passeggiata piuttosto facile quella che porta al Rifugio Lancia. E ieri, era il suo primo giorno di apertura.

Con affetto sono in molti a considerarlo il Rifugio dei roveretani anche se orgogliosamente mi par di capire che rimane sul Comune di Trambileno. 

Si supera l’abitato di Trambileno e si sale attraversando la sua graziosa frazione di Giazzera. In quota, sono molti gli spazi parcheggio. Lasciata la vettura a riposo per qualche ora, la salita premia col paesaggio che si apre all’arrivo sull’altipiano dove giace la struttura. L’ottima gestione appaga con una graditissima accoglienza. L’ordine e la pulizia degli spazi di servizio si affiancano allo stile d’antan della sala di ristoro. Si respira un’aria amica, calda e familiare.  

Leggere la storia nei luoghi e nei segni

Racconto di questo piccolo ma pur intenso viaggio perché non abbiamo mai avuto occasione visitare il Pasubio dal suo lato nord. I racconti degli amici “satini” roveretani che abbiamo incontrato in quota ci hanno affascinato. La proverbiale loro conoscenza dei luoghi è stata più che provvidenziale. Ci hanno raccontato di questo altipiano. La “busa” quassù e i suoi obbligati abitanti vissero l’angoscia della guerra vista dal fronte austro-ungarico. Che fino alla fine della guerra, era il nostro, quello dei trentini. Eh sì perché le bombe italiane che fischiavano da sud, tentavano di strappare brandelli con la forza della devastazione. Pare che qui, riparati dalla sommità del Reutte vivessero 20mila persone. Sembrano fatti incredibili non fosse per i numerosi segni lasciati da ruderi sul territorio.

Colpisce il racconto della storia. Ma proprio tanto. Specie a quelli delle generazioni come la mia. A noi, la scuola raccontò che l’eroe era Cesare Battisti. A noi venne data soltanto la versione dei vincitori. A noi non venne raccontato un solo anno degli 800 di storia comune agli altri sudditi dell’impero. 

Ecco, momenti di immersione nei luoghi della memoria, come quello di oggi, aiutano a  capire. Anche le persone più vicine alle materie e al mondo scientifico come sono io, si possono affascinare da questi importanti aspetti.

E la storia nei segni e luoghi che plasma col tempo riesce a raccontare e ci chiede di non dimenticare.

15 Maggio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterLinkedin

La cultura nel paesaggio, appartiene a ciascuno di noi. Grazie a chi la sa valorizzare.

Da Michele Dallapiccola 14 Maggio 2022

Nell’articolo di ieri abbiamo preso in considerazione il nostro Trentino attraverso uno sguardo d’insieme. Abbiamo parlato infatti di paesaggio. Al netto della bellezza della nostra meravigliosa ma limitata terra, a comporre l’aspetto del nostro paesaggio contribuiscono i manufatti.

Capita allora, neanche troppo raramente, di imbattersi in edifici, o prodotti di attività umane che portano, forti, i segni del tempo e della cultura che ce li ha tramandati. Il Parco Guerrieri Gonzaga a Villa Lagarina è uno di questi. A me è capitato in una recente visita, ospite di uno squisito Marchese Carlo. Della Famiglia Guerrieri Gonzaga appunto. 

Con un ammirevole atto di coraggio, queste persone si sono dedicate al recupero dello storico parco monumentale. A colpire la modestia dei nostri ospiti, accompagnatori, curatori e proprietari. Non lascia indifferenti nemmeno la cura maniacale dei particolari. Scende fin nei minimi dettagli la manutenzione delle pertinenze della villa, delle Scuderie, della limonaia della cantina e infine del monumentale parco, giustappunto. 

L’armonioso compendio è frutto di un atto d’amore per la bellezza di una famiglia benestante vissuta ben due secoli fa e tramandato fino ad oggi. 

Ma è forse la tomba monumentale che riposa all’ombra degli alberi secolari ad evocare il pensiero più interessante. Le date che compaiono a più riprese in ogni luogo e in ogni dove segnano indelebili nel tempo date appartenenti a tutte alle annate del XIX secolo. Ebbene si, questo è un giardino austroungarico costruito in Terra imperiale, pagato in corone e passato infine ad altro Stato. 

Una storia lunga, singolare che nitidamente racconta un excursus storico che fu a dir poco drammatico per la nostra Provincia. E’ un gioiello che invito tutti a prendere in considerazione di visitare. Merita il viaggio. E a chi ha voglia di leggere oltre l’evidenza, offre qualcosa di profondo sul quale riflettere.

14 Maggio 2022 0 Commenti
1 FacebookTwitterLinkedin
Post più recenti
Post meno recenti

Michele dallapiccola

Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

PAGINE

BIOGRAFIA

IDEE E PROPOSTE

ATTI POLITICI

CONTATTI

micheledallapiccola@consiglio.provincia.tn.it

dallapiccolam@gmail.com

+39 335 1522884

Social

Facebook Twitter Instagram Linkedin Youtube Whatsapp

@2025 - Tutti i diritti riservati. Progettato e sviluppato da JLB Books sas

Michele Dallapiccola
  • BIOGRAFIA
  • IDEE E PROPOSTE
  • ATTI POLITICI
  • CONTATTI