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CRISI TURISMO. GLI ANNUNCI NON BASTANO PIU’

Da Michele Dallapiccola 17 Febbraio 2021

Dentro al quadro della crisi economica, la cronaca riporta pressante la questione dei ristori. I pubblici esercizi, il settore della ristorazione e quello dell’economia legata allo sci sono i settori più colpiti. L’impressione che l’amministrazione Provinciale navighi a vista è assolutamente palpabile.

Più volte abbiamo sollecitato un approccio tecnico scientifico prendendo la politica edotta da un’analisi puntuale delle perdite del settore. A QUESTO LINK UNO DEI TANTI ATTI POLITICI DEPOSITATI FINORA.

Allo stato attuale la giunta non ha ancora formulato, quantomeno pubblicamente, una valutazione ancorché sommaria delle eventuali provvidenze necessarie. E ancora una volta l’ATTENDISMO sembra la principale formula di governo che la lega del Trentino riesce ad esprimere.  Salvo tirar di mezzo le mancanze o le opportunità che offre lo stato a seconda del cambio della compagine di governo.

Alcune proposte concrete

Vien da chiedersi, a che cosa pensano possa servire l’autonomia? Sono state valutate in maniera più che approfondita le eventuali deroghe al regime “de minimis” europeo. La limitazione agli aiuti economici alle imprese, momentaneamente meno severa per il settore agricolo, è stata sfrutta appieno nelle sue potenzialità anche per il settore dei servizi? Ci sono inoltre disponibilità finanziarie provinciali importanti che a ben vedere si renderanno disponibili. Ricorso al debito, fondo di riserva del presidente, avanzo di amministrazione e modifica del cronoprogramma delle opere pubbliche che sposti più in là nel tempo la realizzazione di qualcuna di queste. Sono solo alcune delle opzioni sul tavolo che offrirebbero disponibilità di fondi davvero considerevoli.

Mi chiedo se sia accettabile che la giunta, un giorno racconti di aspettare il governo, il giorno dopo racconti di colloqui ed incontri. Non sono accettabili conferenze stampa ed impegni spicci senza dar l’idea di proporre qualcosa di concreto.

L’Alto Adige, a contrasto della situazione critica, ha appena stanziato 500 milioni di €. Mezzo miliardo! Vien da chiedersi cosa stiamo aspettando noi?

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VACCINO E IMMUNITA’ DI GREGGE: PERCORSO DI PASSIONE

Da Michele Dallapiccola 16 Febbraio 2021

In principio era il caos: CUP ingolfati, novantenni scorrazzati per tutta la Provincia in viaggi della speranza alla ricerca dell’iniezione salvavita, insegnanti che non sanno più a che santo medico votarsi per farsi vaccinare. Anche in questa operazione, all’apparenza così semplice, il nostro sistema sanitario e la politica trentina che lo governa, hanno mostrato il peggio di sé. 

Eppure anche se il miglioramento nel sistema di prenotazione appare ancora un miraggio, possiamo rallegrarci che almeno qualcosa funzioni. La delibera di aumento di stipendio del bravissimo e capacissimo Dirigente della Sanità trentina è riuscita ad arrivare puntuale anche quest’anno. Come quella dello scorso.

La strada che porta al vaccino per tutti

Scherzi a parte, (l’aumento no, è vero) quella che abbiano davanti è una strada per molti aspetti ancora in salita. Complici fattori, alcuni ad onor del vero, slegati dalle dinamiche tecnico-politiche locali.

E così mentre il “celodurismo” veneto invoca canali di acquisto del vaccino anti-Covid tutti propri, il Trentino, suo “piccolo emulo” di “Sandra-Mil-inana” memoria si accoda ad un annuncio che sa più di fantapolitica che di serietà. Anche la Moratti in Lombardia ci aveva già provato. Qualche tempo fa aveva proposto un criterio di riparto delle dosi nazionali in base al PIL prodotto dalla regione destinataria. Tutto naufragato tra le più feroci critiche bipartisan. Ecco perchè ora, l’acquisto di vaccini in proprio sarebbe davvero sorprendente. Benché il fatto che l’esistenza stessa dell’Italia renda tutto possibile, sarebbe davvero sorprendente se adesso Stato ed Europa permettessero incetta in base alle disponibilità finanziarie locali. 

Come sta procedendo la Campagna Vaccinale

Al netto di queste amene boutade, apprendiamo almeno una buona notizia. A dar manforte al sistema è arrivato anche il brevetto della Johnson & Johnson. Sarà disponibile, pare, entro il prossimo mese. E’ estremamente interessante guardare al numero di vaccini disponibili perché allo stato dell’arte, nella campagna di somministrazione, numeri alla mano, stiamo andando veramente a rilento.

A livello nazionale la seconda dose è stata somministrata pressappoco ad un milione e mezzo di persone entro il primo mese e mezzo dall’inizio delle vaccinazioni. Qualora questo trend fosse confermato – e per fortuna sono sicuro non sarà così – per arrivare all’immunizzazione di gregge di almeno 40 milioni di Italiani ci vorrebbero… 40 mesi?!

L’accelerata che stiamo aspettando a livello nazionale, ci auguriamo arrivi al più presto anche a livello locale. La vaccinazione per questa terribile malattia, al netto dei tanti dubbi che possono sollevare le sue varianti, staglia al proprio orizzonte un dato che da solo porta a far riflettere.

Rispetto alla media sugli anni precedenti, a livello europeo sono morte 450mila persone in più.

Può bastare come argomento di stimolo ad apprezzare l’esistenza di questo utilissimo presidio medico? 

16 Febbraio 2021 0 Commenti
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UN INVERNO TRAGICO E LE SUE CONTRADDIZIONI.

Da Michele Dallapiccola 15 Febbraio 2021

Approntamento impianti da sci: quale spesa hanno provocato i continui annunci e le ripetute promesse di apertura? In molti, con dubbi di tal guisa, o peggio con la rabbia per quello che è successo, si sono rivolti in queste ore anche al sottoscritto. Mi chiedo, a questo punto, quanto possa essere arrivato anche alla giunta?

Il tenore è più o meno lo stesso. Non si poteva pensarci prima? E fa sorridere che la destra, la stessa destra inca**ata che governa a Trento, interroghi il Governo a livello centrale proprio sulle stesse problematiche che invece ha gestito qui. 

Che questo esecutivo fosse “full-oriented” al comparto sciistico-impiantistico, lo avevamo capito. Che si potesse avere un occhio di riguardo per il settore neve – invece – nella sua interezza, probabilmente era altrettanto possibile.

Senza concentrare tutti i propri sforzi solo ed esclusivamente su un unico risultato: l’apertura delle piste! Che alla fine è pure abortito!

L’economia invernale è ancora completamente dipendente dallo sci alpino. E’ scolpito nella pietra? Da qualche parte bisognerà pur cominciare. A QUESTO LINK UN NOSTRO PROVVEDIMENTO PASSATO IN QUESTA DIREZIONE.

Che cosa si potrebbe fare (se solo si volesse)

Mentre la caparbietà del diabolico perseverare continua, non si è ancora  usciti, veloci e severi con un piano che completi l’offerta turistica dello sci alpino. Sembra quasi che la politica trentina si crogioli nella tranquillità che al prossimo novembre tutto riprenderà come nulla fosse. Anche alle nostre proposte rispondono con un sorriso sardonico. “C’è già tutto”, è la più educata delle risposte. Nel frattempo il nostro compito di stimolo non demorde.

Abbiamo esortato la giunta ad approntare un quadro economico preciso riguardo al mancato fatturato del settore. A QUESTO LINK IL TESTO. Servirà a capire quanto e come è necessario ristorare in Autonomia, al netto degli interventi statali.

Ora infatti la cantilena del governo nemico non vale più. Con i ministri leghisti a Roma, anche a Trento il re è nudo. E coi “soldi in cassa”, pure. Tra avanzo di amministrazione e fondo di riserva del presidente, i trentini hanno a disposizione quasi mezzo miliardo di €. A chi andranno? Quanto sarà messo a disposizione dei ristori e quanto per lo sviluppo?

In un clima così preoccupante, c’è il rischio che la giunta finisca preda delle sensazioni isteriche del momento. Abbiamo già potuto sperimentare l’altissimo il rischio dell’assenza di sistema di pianificazione che persegua piuttosto il metodo del prova-effetto. Per la grande preoccupazione di tutti. 

Post scriptum

Dimenticavo una cosa importante. Anche se gli impiantisti in Trentino, sono una categoria spesso al centro di forti discussioni, in questo periodo di disgrazia una piccola soddisfazione l’hanno potuta provare. Tutti, hanno potuto toccare con mano quanto sia importante il loro lavoro. Per tutta la società trentina. anche quella che non scia.

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Dall’impegno di tutti, una nuova speranza

Da Michele Dallapiccola 15 Febbraio 2021

Siamo molto tesi, tristi e pure arrabbiati. Qualcuno comprensibilmente più di altri. Li leggiamo sfogare il disagio specialmente sui social, come capita a molti, me compreso.

Per questo mi ero ripromesso di limitare gli interventi di natura politica e di portate pazienza. Perchè in fondo, penso che chiunque governi in questo momento va incontro ad estreme difficoltà. Va capito, aiutato, messo nelle migliori condizioni di poter lavorare. 

Per questo in questi due anni col mio gruppo, pur di opposizione – sottolineo -, abbiamo votato quasi sempre a favore.

E non è strano. Come potete comprendere, non vogliamo ostacolare l’attività di governo.

Certo, non senza suggerire. Non senza criticare. Non senza far proposte.

Quasi 400 atti politici come gruppo consiliare e personalmente quasi  90 mila km spesi ad incontrare persone sull’intero territorio provinciale. 

Un disagio che è palpabile

Questo intenso lavoro di relazione con le persone che abitano e vivono “da dentro” il Trentino, ci ha dato la possibilità di formare una nostra opinione su come siano andate le cose. Su cosa pensino, dei propri governanti, parecchi abitanti del trentino. Il web ha aiutato, specie in questo periodo. Anche se accanto ai numerosissimi messaggi di sostegno e di richiesta di aiuto di conoscenti e di persone che stimo, ci sono stati alcuni utenti social, (pochi a dire il vero) che se la sono presa con noi. Qualcuno anche dentro al nostro partito. Dimostrando di seguire più il loro disagio interiore che l’attività consiliare proponevano una commissione per gli aiuti economici alle imprese in difficoltà. (E’ stata la prima cosa che abbiamo chiesto e continuiamo a ripetere dall’inizio della pandemia). Eppure, non vanno biasimati. Il periodo è difficile per tutti. Lo si percepisce in ogni luogo e in ogni dove. E la rabbia sociale si palpa, si avverte insidiosa. Si cerca qualcuno al quale dare la colpa. Ci sono evidenti segnali di esaurimento della capacità di sopportazione delle limitazioni non solo per le categorie economiche ma di tutti i cittadini.

Un messaggio chiaro

Voglio chiarirlo una volta per tutte. Si poteva far meglio? Certo. La giunta ha commesso degli errori, specie nella comunicazione? E’ evidente, guardate che pasticcio ad esempio a QUESTO LINK. Ma ormai tutto è relativo. A cosa serve trovare di chi è la colpa, posto che è soprattutto del virus? Auguriamoci tutti piuttosto una gestione più trasparente  e sincera di questa drammatica crisi e stringiamo i denti.

Ancora qualche settimana di difficoltà per arrivare alla fine di aprile. Poi vaccini e cambiamento di stagione abbatteranno i danni, sono sicuro, una volta per tutte.

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ARANCIONE! NON CI VOLEVA.

Da Michele Dallapiccola 12 Febbraio 2021

Per il morale, per l’economia, per i nostri amici imprenditori del settore ricettività, commercio e ristorazione. E come in ogni tragedia che si rispetti, cominceranno le reciproche accuse, quei battibecchi che nella letteratura italiana a trovano ottima metafora nei polli di Renzo Tramaglino.

Perchè ad essere legati per le zampe, in balia degli eventi da virus e da politica, oggi sono i cittadini trentini. A QUESTO LINK tutto il quadro.

Dopodichè, va detto che chiunque, si sarebbe trovato in angosciosa difficoltà a gestire questa epidemia. E gli esempi non mancano, da nessuna parte. Dalla Merkel in Germania, a Kurz alle prese con un focolaio di variante inglese. A livello nazionale, Zaia e più similmente a noi Kompatscher. Ovunque questi bravi governatori devono operare nel mezzo della tempesta virale e delle proteste dei cittadini esasperati dalla crisi.

Sarebbe stato possibile un altro futuro?

Ma come sarebbe andata se ci fosse stato qualcun altro al posto dei nostri sconquassati amministratori leghisti locali?

Non lo sapremo mai.

Certo, annunci, ritiri di annunci, colpe attribuite, colpe scaricate, esperimenti sociali, interpretazioni tutte locali delle norme nazionali non sono mancate. E qualche danno lo hanno sicuramente prodotto.

Rimanga tra tutte l’esempio tangibile di come è stata gestita la vicenda dei grandi carnivori. Si è rimandata l’assunzione di responsabilità di prendere provvedimenti drastici. Sui lupi non si è fatto un beato nulla quando dai gazebo, un tempo la lega gridava morte e carabina (grande bufala!). E si sentivano furbi, a pensare di risolvere la questione orsi ad ammassarli in gabbia. Avrebbero pure proseguito, se non li avesse fermati la giustizia. Prendere tempo, rimandare, dare la colpa a qualcun altro. 

Il triste dubbio sui dati

E nemmeno sulla gestione dei dati e del colore attribuito alla Provincia, non sapremo mai quanto di giusto o sincero ci sia stato. Ormai è tardi. Chissà se a gestire le cose con severità il picco si sarebbe presentato ora. Chissà se ad essere più severi due mesi fa oggi avremmo beneficiato di un  miglioramento. Avremmo forse potuto tenere aperte le piste? Almeno in questo ultimo periodo di inverno.

E invece annuncio dopo annuncio si sono illusi operatori e bruciato inutilmente risorse per prepararsi. A QUESTO LINK l’incredibile via crucis di “sparate” di Failoni alle quali tutti provavamo a credere. Ma ormai, è inutile perfino lamentarsi. Agli operatori importa poco se è colpa di Roma, del Governo, dei gufi o delle civette. Come racconta anche Il Dolomiti nella condivisibile riflessione a QUESTO LINK. Nonostante promesse, conferenze stampa annunci, spot e racconti di impegni e lavoro straordinario da parte della giunta, rimane che nell’ultimo scampolo d’inverno, riameremo barricati in casa.

Dove non è arrivata la politica, ci penseranno caldo e vaccino a calmare il virus. Lo dico col cuore e con fiducia: ancora due o tre mesi. Poi, crediamoci, tutti insieme, cambierà. Il ritorno alla normalità sarà inizialmente lento, nulla di eclatante o di repentino ma si vivrà. Giorno per giorno.

Nel frattempo i prossimi giorni arancioni, li potremo investire a tentare di collegarci con l’azienda sanitaria per prenotare il vaccino per i nostri genitori. A QUESTO LINK il quadro drammatico della situazione.

E mentre in Emilia, il nostro caro Bordon, scappato dalla disperazione da Trentino, manda una lettera, qui per prenotarsi si deve giocare alla ruota della fortuna. Che sia una strategia per aiutarci ad ingannare il tempo durante questo ennesimo lockdown?

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AGRICOLTURA: FONDI IN ARRIVO DALL’EUROPA?

Da Michele Dallapiccola 10 Febbraio 2021

Il Regolamento CE 2020/2220 riguarda le politiche di sviluppo rurale e i PSR europei. Approvato alla fine dell’anno appena trascorso ha introdotto fondi supplementari per il periodo transitorio del 2021 e del 2022. In pratica aggiunge nuove risorse ai finanziamenti denominati Next-Generation EU.

Il periodico TERRA&VITA ne dà ampia relazione a QUESTO LINK. Per gli addetti al settore è davvero interessante. Potrebbe dunque sembrare un’ottima notizia qualora le informazioni offerte fossero ritenute valide anche per il livello locale. Del resto, anche l’attuale giunta provinciale ha fatto più volte riferimento ad un piano straordinario di investimenti attraverso le modifiche all’attuale regolamento.

Sono moltissime le imprese agricole locali che stanno aspettando l’apertura di nuovi Bandi per investimenti sulle proprie aziende

Di fatto non è mistero che il livello nazionale sia particolarmente influenzato dalle regioni del sud e dall’Umbria. La loro spinta è per mantenere il criterio di riparto storico assai vorace di risorse agricole europee soprattutto a loro favore.

I potenziali risvolti al livello provinciale

Adesso, il grave rischio è che da Bruxelles tutti questi fondi passino sopra la testa dei trentini e finiscano direttamente nelle tasche sud dell’Italia. A meno che una forte lobby politica dica la propria rivisitando lo scriteriato… criterio.

La nostra osservazione non arriva a caso deriva piuttosto dal fatto che in Consiglio provinciale non si percepisce una particolare propensione al protagonismo del Trentino. La collaborazione con le regioni del nord o quantomeno gli echi di queste trattative sembrano piuttosto sordi e lontani.

L’unico obiettivo di questo assessorato per ora, pare quello di assicurarsi il portafoglio per qualche bando di fine legislatura. Ritrovarsi con un agricoltura potenzialmente in crescita alla quale siano assegnate risorse finanziarie costanti o in calo diventa un timore sempre più realistico.

E sul futuro dell’agricoltura trentina si adombrano nubi dall’aspetto piuttosto minaccioso.

10 Febbraio 2021 0 Commenti
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Il Trentino dell’agricoltura, coltiva anche il turismo.

Da Michele Dallapiccola 9 Febbraio 2021

Tipicità e tradizione sono le caratteristiche che più trainano il nostro cibo ed il nostro bere. Non sono soltanto un’attrattiva diretta per come si offrono a chi li voglia degustare ma permettono al nostro territorio di presentarsi coltivato ed ordinato di viti, frutteti e soprattutto di prati.

Le mele, quest’anno hanno performato molto bene. Sul vino, si è detto e fatto molto. Anche se un po’ di promozione in più farebbe sicuramente bene. Interventi attraverso il consorzio Vini, il Trentodoc ed i fondi OCM non guasterebbero. Ridicoli giudico invece, gli interventi “pindarici” come quelli proposti dalla lega in Consiglio nei giorni scorsi. Anche un esperto del settore, li stronca pesantemente nell’INTERVENTO CHE POTETE LEGGERE APRENDO QUESTO LINK.

Oggi però voglio concentrarmi sui formaggi e sul settore lattiero caseario in genere. Benché il comparto con i suoi 120 milioni di euro su un miliardo€ complessivo, rappresenti la Cenerentola del settore primario, va detto che coltiva quasi 100mila ettari di territorio. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Meno di mille aziende in tutto, conosciute per nome e per cognome coltivano il Trentino dei prati.

Insistemmo tantissimo, durante la scorsa legislatura per un’adeguata campagna promozionale e di sostegno al settore. La politica attuale, a nostro giudizio invece, è ancora ferma al palo. Troppo angosciata dall’idea di cambiamento, riesce per ora a concepire solo quello di star ferma. Gli investimenti per il settore sono scarsissimi, la nuova PAC tarda a partire e giovani e nuove strutture scalpitano in attesa di una qualsiasi notizia.

Abbiamo interrogato la giunta, incoraggiato le imprese ad attendere, insistendo con loro nel pressing politico. La situazione economica attuale col turismo fermo ed il consumi degli esercizi commerciali a terra però non tengono certo su né morale, né portafoglio.

Non basta incitare al consumo locale come si è limitata a fare insistentemente la giunta attuale. Sono necessarie politiche di sostegno alla produzione più incisive, particolarmente in questo periodo. E’ pur vero che la zootecnia è abituata al saliscendi del prezzo del latte ma il rischio grave che lo strumento di stabilizzazione del prezzo attraverso un intervento mutualistico, ideato per aiutare il settore non parta perché proiettato su presupposti poco compresi dagli allevatori.

O si corregge il tiro o si cambia strategia perché diversamente, la moria delle imprese in questione riprenderà ad accelerate come è già successo in passato.

Il Trentino dei prati verdi, sfalciato anche per gli occhi e il cuore dei nostri turisti, non può permettersi di rimanere in coda agli interessi della politica.

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INFO SUGLI ORSI: STESSO STILE DEI DATI DEI CONTAGI?

Da Michele Dallapiccola 7 Febbraio 2021

Che la gestione dei Grandi Carnivori in Trentino sia più difficile che altrove è un fatto risaputo. L’orso qui, rispetto all’Abruzzo dove è in numero costante da decenni, continua ad aumentare. I lupi manifestano una progressione geometrica, e ora sono stati avvistati anche il cane procione e una coppia feconda di sciacallo dorato. 

Alla responsabilità di gestirli non si sfugge. Chi amministra finisce per doverlo fare. Con cognizione di causa e dovuta autocritica giudico il percorso della precedente legislatura pieno di acciacchi, di difficoltà ma anche di traguardi raggiunti a suon di qualche errore. Nessuno potrà negare però anche tantissimo impegno. Abbiamo lasciato un grande solco, quello della legge 9 del 2018. Da chi governa oggi, ancora inapplicata.

Cosa abbiamo fatto finora

Avevamo avviato un piano di opere di prevenzione anche straordinarie da proseguire. A chi governa in questa prima metà legislatura, abbiamo trasferito con insistenza i suggerimenti per proseguire in tal senso. Rifiutati tutti. Mozioni, interrogazioni, ordini del giorno. Niente ha smosso nulla. Ciò che fa la Provincia oggi è meno di quanto faceva quando il problema era minore, nella scorsa legislatura. Ora i nodi vengono al pettine e l’evidenza finisce per mettere con le spalle al muro ovviamente chi amministra. I danni, quelli no. Quelli li subiscono solo gli allevatori. La rabbia degli insuccessi, invece la vivono tutti, specie la componente ambientalista che in Trentino e tra i milioni di ospiti del Trentino, i nostri turisti è prevalentemente diffusa.

Le delusioni del presente

Eppure la lega doveva essere il partito del coraggio. Il Partito che avrebbe sparato. Quello che l’orso se lo mangia come aveva fatto davvero a qualche festa campestre. L’altro giorno in consiglio ne ho sentito uno di loro raccontarmi che l’orso è protetto da leggi europee. Mi ha fatto sorridere. Ha ben detto la verità, solo che è la stessa persona che quando “viveva” politicamente dentro ai gazebo, la faceva molto più facile. E strillava, a furor di popolo invocando coraggio e carabina. 

Anche in questa comunicazione, è necessaria serietà

Non si risolve così il problema in una regione piena di allevamenti, di turisti e sensibilità ambientale. Si deve ricorrere alla serietà e raccontare le cose come stanno. Se si svicola, se si cerca di addolcire la realtà come è successo con la comunicazione dei dati della pandemia, anche sull’orso, si finisce per aver qualche buco. Ci scappa qualche informazione, diciamo poco corretta che almeno dai più attenti è colta immediate. Si finisce per provare a raccontare di letargo che non esiste, portando a pensare che anche il resto del racconto, allora, contiene ricostruzioni figlie di una realtà “aumentata”?

Cliccando questa frase evidenziata, leggete un po’ cosa ne pensa il quotidiano on-line più letto in Provincia.

Nella foto di copertina, una scomoda eredità. Un’orsa in gabbia. Si tratta di DJ3, nel gennaio del 2014: confidente, particolarmente dannosa. Fortunatamente per lei, e al contrario dei due maschi, almeno si adattò molto tranquillamente al recinto senza mai dare segni di psicosi. Smise di andare in letargo, come può capitare agli orsi in cattività.

7 Febbraio 2021 0 Commenti
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Viva l’apertura impianti. Ma quanto possiamo gioire?

Da Michele Dallapiccola 5 Febbraio 2021

Una notizia che aspettavamo da settimane. Sognata da alcuni, temuta da altri. Sarete sicuramente d’accordo anche voi se vi dico a chi ho pensato. Può forse gioire, ad esempio, il personale sanitario? Chi lavora nelle ortopedie o nei reparti Covid, tanto per citare un paio di categorie. E non le trovate giusto un po’ importanti (!!), di questi tempi?

Ma spostando l’attenzione ad un’altra sofferenza, quella di alcune categorie economiche, quanto potranno davvero gioire? Mi spiego meglio. Ammesso e non concesso ci sia il via libera alla circolazione tra regioni, quanto ampio potrà esser il pubblico che abbia voglia di muoversi ad epidemia ancora in corso? E le vaccinazioni che ancora proseguono a rilento, quanta sicurezza potranno garantire? La conta dei numeri dei deceduti e dei contagiati, purtroppo, è ancora impietosamente alta. Il timore è che il respiro di sollievo sia davvero flebile. Ancora troppo.

Un’operazione ad alto rischio

La remuneratività dell’operazione apertura delle “funi”, a quanti ingressi pareggia? E non l’avete anche voi il brutto retro pensiero che tutta questa operazione possa diventare una scusa per non ristorare le chiusure? 

E quanta e quale promozione potrà invitare ospiti in serenità? E’ delicato pensare un messaggio chiaro. E’ un’arma a doppio taglio. Abbiamo ancora negli occhi le immagini di marzo scorso di Salvini e compagni leghisti trentini che da Campiglio invitavano tutti a salire in allegria. 

La speranza è riposta alcuni elementi positivi

Fortunatamente da domani, avremo dei protocolli sanitari validati. La campagna vaccinale che procede e il tempo che scorre riporteranno il sereno. Già il tempo e il sereno. Quanto ci vorrà? Quanto, l’economia dovrà attendere ancora prima di invertire la recessione? 

Non sarebbe stato meglio, forse investire in qualcosa di nuovo, intanto nell’attesa? Chiedo – soprattutto a me stesso – non si sarebbe potuto pensare di organizzare qualcosa assieme ai professionisti locali per tener in piedi anche loro, di settori? E collaborando con pacchetti ad hoc anche con la ristorazione e la ricettività? E questi eventuali progetti di divertimento nella montagna innevata, alternativi allo sci, non potrebbero risultare potenzialmente utili anche nel prossimo autunno?

Non dobbiamo abbassare la guardia.

Anche se l’ipotesi più fausta è che nel prossimo autunno il virus calerà, noi, non possiamo lasciarci trovare ancora una volta impreparati. La ripresa non sarà né immediata né automatica e si trascinerà, a mio modesto avviso anche per tutta l’intera prossima stagione. Ecco perchè l’alternativa allo sci va creata. Punto! Per chi non scia per volontà personale o semplicemente perché la capienza temporaneamente limitata degli impianti non glielo permette.

So di essere noioso a ripeterlo ancora. Ma le domande che ho posto, sono la cosa più concreta che posso offrire al dibattito. La Giunta, al riguardo, continua infatti a tenere un assordante silenzio.

5 Febbraio 2021 0 Commenti
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TURISMO: l’insicurezza di oggi, opportunità di domani?

Da Michele Dallapiccola 3 Febbraio 2021

Durante i primi anni duemila il mercato del turismo globale venne caratterizzato da tratti assai drammatici. Il terrorismo internazionale aveva determinato una situazione tanto tragica e cupa dal punto di vista umanitario quanto travolgente dal punto di vista economico.

I grandi flussi turistici diretti soprattutto verso il Mediterraneo meridionale si rivolsero verso nuovi mercati e per trascorrere il proprio tempo libero cercarono nuovi lidi. In sicurezza. Fu subito evidente che sarebbe stato necessario catturare l’attenzione della nuova piega che aveva preso il mercato, fidelizzando questi nuovi ospiti.

Anche a livello locale si avvertì la necessità di intercettarli. Lo fece il sistema privato e si adeguò anche la promozione che in Trentino, grazie all’Autonomia è fortemente a carico del sistema pubblico. La seconda decade del nuovo secolo fu accompagnata da una vera e propria rivoluzione digitale, in tutti i settori ed in particolare dentro alla Trentino Marketing. I contatti moltiplicano i propri numeri dall’ordine delle centinaia di migliaia raggiunti fino a quel momento dall’off-line ai milioni di persone raggiunti dal digitale. La montagna si rivesti di nuove opportunità di svago anche, e soprattutto, fuori dall’inverno.

La storia che si ripete?

Questo piccolo richiamo alla recente storia, ricorda una condizione di contesto che potrebbe ripetersi. Il parallelo di oggi, è da individuare nello stato di insicurezza generale percepita dai mercati. Non più geografica localizzata ma piuttosto diffusa perché afflitta dallo stato di PANDEMIA.

A questo punto la domanda è immediatamente percepibile. Da che cosa verranno influenzati i flussi del turismo post Covid? E soprattutto come? Vediamo di provare a ragionare insieme e con ordine sulle potenziali risposte.

Punti di forza

Il Trentino può contare su una sua robustissima capacità di comunicazione. Intense, sono le relazioni coi player di settore nazionali ed internazionali. L’offerta turistica locale è estremamente variegata. Il brand TRENTINO è un marchio forte, associato alla percezione, soprattutto nazionale di una terra caratterizzata da un’ottima qualità di vita complessiva. Su questo va dato atto alla generale serietà dei trentini. Caratteristica in questo momento utilissima a certificare che il nostro tessuto imprenditoriale ha preso per mano la politica e l’ha guidata a costruire dei protocolli sugli impianti molto credibili. Sono stati gestiti dalla riconosciuta capacità degli singoli operatori figli di una terra dove il rispetto delle regole non è casuale. 

Non tornerò a riprendere la questione trasparenza nella comunicazione dei dati. Quanto male ai mercati possa aver fatto l’atteggiamento del governo provinciale probabilmente non lo sapremo mai. Molto più proficuo, rivolgere i nostri sforzi intellettuali a ragionare su cosa potrà governare, in positivo, la futura dinamica di mercato turistico trentino.

Dove vogliamo arrivare?

E evidente che la spinta a promuovere per una vacanza sicura sarà decisiva. Grazie a protocolli per l’inverno di oggi e ad un ambiente aperto per le altre stagioni avremo la possibilità di offrire una vastissima alternativa ai tanto preoccupanti assembramenti. Prova ne è stato l’enorme gradimento che le strutture ricettive private hanno ricevuto fin dalla scorsa estate.

Privacy, gestione personalizzata dell’offerta, vita all’aperto possono rappresentare i nuovi “trends” del turismo post 2020. Ci penserà il mercato ad allargare l’offerta. Sia su neve che su terra; natura, arte e cibo possono offrire situazioni dove sia possibile divertirsi rilassarsi e vivere l’esperienza di una vacanza sapida di valori, in piena sicurezza lontana dai rischi di contagio. 

Si tratta di intercettare questi bisogni come solo gli imprenditori ed i professionisti del settore sanno fare. Agevolati dalla politica, magari, con una nuova funzione di coordinamento ed accompagnamento, in aggiunta a quella storica di promozione. Chi non scia, va coccolato. Chi ha paura nel bosco va preso per mano, accompagnato da nuove professioni. Le idee sul tavolo non mancano di certo.

E non sarebbe difficile e nemmeno troppo dispendioso, non fosse l’amministrazione provinciale ancora troppo concentrata a spiegare che gli impianti sciistici non aprono a causa del governo romano.

3 Febbraio 2021 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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