Michele Dallapiccola
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Comunicati Stampa

Cavallo che passione!

Da Michele Dallapiccola 22 Maggio 2021

Nei miei vent’anni di professione oltre all’attività ambulatoriale con i cani e amati gatti, mi sono appassionato al campo dell’ipofertilità, ginecologia ed ostetricia nella bovina.

L’ambiente rurale che frequentavo, obtorto collo, mi ha spesso coinvolto nel gestire anche qualche cavallo. Nulla di straordinario a dire il vero. Nulla a che vedere con la professionalità di qualche mio collega di università.

Per dire, ho un amico, un caro compagno di studi, Matteo Toniato, che vive in Veneto e dell’ippiatria ha fatto una vera e propria ragione di vita! Pensate, lavora in tutta Italia e si occupa anche di costosissimi soggetti sportivi. E’ un’aspetto della nostra professione che sottopone ad enormi responsabilità.

A me toccavano vaccinazioni, sverminazioni, qualche zoppia, suture da trauma, coliche, COPD, diagnosi di gravidanza. Castrazioni e parti distocici per fortuna, molto pochi. 

 

Un rinnovato interesse.

In tempi recenti, grazie alla mia seconda professione, nell’attività politica o meglio di amministratore ho avuto l’opportunità di riavvicinarmi a questo mondo. Da assessore al Turismo e all’agricoltura non ho potuto ignorare il grande valore che questo compagno di vita sa regalare soprattutto partendo dall’aspetto più intimo, quello affettivo. Proprio per questa suo insita caratteristica, è apprezzato anche come elemento di intrattenimento turistico e del tempo libero.

 

Si può, anzi deve fare di più.

Non sono tantissimi i maneggi del Trentino nonostante i paesaggi, i percorsi e la compagnia che questi “quattrozampe” sanno regalare, siano davvero impareggiabili. Forse meriterebbero più attenzione, con qualche provvedimento specifico, che ne permetta una loro gestione meno ingessata, più agile. 

 

Il management del cavallo, in particolare da diporto, è particolarmente delicato data loro collocazione normativa allevatoriale sottesa tra il mondo zootecnico e quello dei veri e propri animali d’affetto. Tra l’altro sono convinto che anche in Italia si sta andando verso una cultura che è sempre meno carnivora. Si arriverà al consumo zero proprio in specie come questa. 

 

Sarebbe molto interessante pensare ad una riscoperta del valore dell’esistenza di questo elemento di intrattenimento, riservato alla gioia di grandi e piccini, utile anche a costituire incontro e di rafforzamento dei legami affettivi. Uomo-animale, ma anche uomo-uomo.

 

Intorno al divertimento allo sport e all’attività all’aperto si aprono scenari di relazione davvero unici e non riproducibili in altri luoghi. Provare per credere.

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9 ATTI POLITICI PER RACCONTARE LE PREOCCUPAZIONI DEI TRENTINI

Da Michele Dallapiccola 21 Maggio 2021

Frequentare il territorio ci ha permesso l’elaborazione di alcune proposte attraverso rispettivi atti politici. Corredano il nostro stimolo politico di relativa proposta operativa. 

Derivano dalla nostra esperienza e dalla nostra conoscenza di luoghi, criticità e percorsi amministrativi che potrebbero portare ad una possibile soluzione delle questioni sollevate.

Caparbia nel suo agire questa giunta a trazione leghista, da sempre, si è dimostrata sorda alle nostre richieste. Non per questo noi abbiamo intenzione di venir meno al compito che ci hanno consegnato i nostri numerosi sostenitori. Con orgoglio. Ecco in estrema sintesi l’elenco degli a argomenti trattati e delle relative proposte.

AMBIENTE

Nuovo piano discariche. E’ tutto chiaro? 

Abbiamo chiesto se stata data sufficiente informazione relativa alla diminuzione dei siti di discarica. Quali, quanti e con quali categorie economiche e di amministratori locali siano stati effettuati questi incontri? Quale materiale informativo sia stato utilizzato? Se esiste, si chiede di ottenerne copia in formato digitale attraverso le vie istituzionali.

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Val di Non contro Val di Sole perché?

Lo scontro nell’ambito della gestione dell’utilizzo dell’acqua nelle due Valli ci porta a pretendendo che prima di ottenere l’assenso dagli amministratori locali vanno intrapresi alcuni atti assolutamente propedeutici.

Va predisposto un piano acqua Val di Non che analizzi costi, benefici e praticabilità delle varie soluzioni fin qui prospettato. Andrà poi presentato alla competente commissione permanente entro un ragionevole termine di tempo. 

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TURISMO

Rete trentina del termalismo e del wellness.

Abbiamo chiesto alla Giunta di attivare un percorso di ricognizione e progettuale per definire la praticabilità della proposta 

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Strada della Val Careta

Sappiamo che della questione si sono occupati in molti. Una soluzione c’è. O almeno se solo si volesse. La giunta potrebbe infatti intervenire con una quota di partecipazione al progetto di recupero della vecchia viabilità anche con soli fini sentieristici come fu fatto qualche anno fa per il sentiero della Ponale. E’ a nostro avviso scorretto negare un principio già adottato in passato per altra zona e dunque replicabile.

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INFRASTRUTTURE

Elettrificazione ferrovia Valsugana

Se ne parla alla nausea ma le Olimpiadi sono ormai alle porte. E’ definito un cronoprogramma delle opere di elettrificazione e relativi costi approssimati all’unità di milione€ della ferrovia della Valsugana? Temiamo il nulla di fatto.

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AGRICOLTURA

Flavescenza della vite non sta andando molto bene

Nonostante le azioni fin qui messe in campo, questa patologia della vite sta dilagando. Chiediamo per questo di intensificare le azioni di controllo e di gestione di questa grave fitopatia che affligge il tessuto imprenditoriale vitivinicolo.

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Sistema irriguo trentino

Il PNRR offre alle Regioni e alle Province autonome ottime opportunità. Ma nulla si sa di quanti, quali e di che importo siano i progetti in campo irriguo ipotizzati dalla Giunta come finanziabile sui fondi in premessa. Abbiamo chiesto di renderlo noto.

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ZOOTECNIA

Assistenza tecnica FEM agli ovicaprini.  Uno schiaffo alla medicina veterinaria 

Abbiamo chiesto di stimolare l’amministrazione della Fondazione Edmund Mach a ripensare al compenso offerto per l’assistenza tecnica ovicaprina. E’ a nostro avviso sbagliata la riduzione di fondi. Il prestigioso Istituto dovrebbe agire a nostro avviso potenziando piuttosto il proprio impegno per questo delicato settore.

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CACCIA

Segnalazione prelievi venatori tramite SMS

Abbiamo Notizia di una sezione cacciatori che pretende la comunicazione dell’avvenuto prelievo esclusivo a mezzo sms. Pur nella legittimità del provvedimento si ritiene ridicolo mantenere questa regola sanzionatoria che sa più di impuntatura personale che di praticità spiccia. Abbiamo chiesto di individuare in accordo con l’Ente Gestore delle soluzioni che possano porre rimedio alla problematica.

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21 Maggio 2021 0 Commenti
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Rete del Wellness e del termalismo Trentino. Una proposta per rilanciare il settore

Da Michele Dallapiccola 20 Maggio 2021

Centri acquatici e termali, costruiti con rara maestria dagli artigiani locali. Sono la gioia di milioni di persone ogni anno. Sono il sistema pubblico e privato del Wellness e del Termalismo in Trentino. 

Si è molto investito a livello provinciale su questo aspetto. Oggi si potrebbe configurare l’occasione di intervenire in modo ancor più incisivo. Proviamo a capire insieme come.

 

SALUS PER AQUAM. Deve valere per tutti.

 

Foto d’epoca quando la vacanza era per pochi ma la tradizione lacustre del Trentino era conosciuta in tutto l’Impero


Oggi i tempi sono cambiati e il benessere, il wellness, lo stare bene sono uno dei diritti fondamentali della nostra società. Anche in un momento di crisi profonda, come quella causata dalla pandemia in questo periodo. 

 

Nel termalismo la Provincia crede, ci ha sempre creduto tanto. Nello scorsa legislatura, oltre all’assetto normativo e organizzativo in questo settore sono state investite alcune decine di milioni di euro. Erano la migliore e più tangibile dimostrazione che la politica nutre fiducia nella risorsa Acqua. I pesanti impegni finanziari, riservati alle ristrutturazioni non hanno precluso di sostenere ricerca e promozione. 

 

 

Firma dell’Accordo di Programma per le Terme di Comano. Quatto anni fa stanziammo oltre 20 milioni€. I lavori dovrebbero partire a breve


Il futuro è la vera integrazione con il territorio.

Condizione sempre più necessaria rispetto ad un tempo dove, da sole, le terme potevano essere concepite come destinazione di vacanza. Oggi si collocano come base di benessere intorno alla quale ricostruire il proprio spirito il proprio stato d’animo. Consolidare l’aspetto sanitario ma spingere ancora di più con una strettissima collaborazione con le varie località del territorio sarà decisivo.

 

Sarà necessario ampliare l’offerta, integrarla, diversificando. Si dovrà raccontare la storia, abbracciare la cultura, locale ed internazionale in un co-marketing con le nostre strutture museali e favorire l’approccio con l’ambiente naturale trentino con un viaggio nell’enogastronomia. L’agroalimentare è un ottimo elemento attrattore per la nostra offerta turistica. Di qui la connessione agricoltura-turismo, che funziona benissimo anche se il motivo del soggiorno è principalmente termale. 

 

I comandi di queste braccia operative neI cruscotto della gestione del turismo.

Finora, la burocrazia ci ha messo del suo (a mio avviso fin troppo). Il Trentino del turismo termale, e non solo come abbiamo visto, ha esaurito le sue riserve. La recente riforma del turismo ha tuttavia costretto le APT a sviluppare introito economico. Il ticketing del sistema termale potrebbe prestarsi all’uopo. Va considerato infatti che molte strutture, specie se in zone isolate o se di grande dimensione sono aperte anche agli esterni.

 

 

Una delle numerose e meravigliose saune private in una struttura trentina. Può essere interessante metterle in rete?


L’opportunità di consegnare questa rete e alle APT per la gestione del ticketing, certo, ma anche per costruire un’offerta complessiva potrebbe dare ai nostri ospiti la possibilità di avere a disposizione una sorta di mappa dei centri wellness e termali del trentino. Verrebbe garantita la possibilità di muoversi e fruire in maniera trasversale di molte più strutture permettendo al settore di beneficiare di una vera e propria “rete provinciale delle SPA” con tutti i vantaggi del caso. 

 

E’ l’unione che fa la forza

20 Maggio 2021 0 Commenti
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La ragionevolezza e la mediazione. Sono ancora le basi del fare politico?

Da Michele Dallapiccola 19 Maggio 2021

“Mutatis mutandis” nel partito di lotta dura, di opposizione ferma da sotto i gazebo è scoppiata la pace. La lega sembra aver lanciato le sue colombe.

Ci ho pensato dopo un paio di episodi che mi hanno incuriosito.

Tutto parte dal fatto che ho assistito ad un breve convegno on line che trattava della gestione grandi carnivori organizzato dal comune di Brentonico. Chairman della serata il bravo divulgatore Filippo Zibordi insieme a competentissimi esponenti del Servizio foreste e fauna della PAT.

Ma ciò che ha colpito è stato il profondissimo cambio di atteggiamento dell’assessora. Colei che dalle posizioni di opposizione rivolgeva le più feroci critiche all’allora governo provinciale Come biasimarla? Appartiene ad un partito, che per risolvere i problemi di convivenza uomo/Grandi carnivori ha da sempre invocato la carabina. E come dimenticare i banchetti a base di carne di orso. O le denunce politiche e le richieste di dimissioni.

Ieri però il climax del discorso, pur impostato su asserzioni generiche portava al chiedere di accettare la presenza dei grandi carnivori nel segno della convivenza. Gestita si, ma co-presente. Insomma, il succo del discorso era esattamente quello che era stato detto previsto ed organizzato dalla precedente amministrazione. L’unica differenza è che oggi su quel percorso si procede a rilento e senza nessuna novità. Anzi, qualcosa meno. Prendetevi la briga di verificare di persona a QUESTO LINK, se riterrete. Oppure potrete trovare tutto anche scorrendo nelle bacheche social degli esponenti della lega andando indietro almeno di tre anni.

Il secondo fatto che mi ha colpito riguarda una riflessione su un quotidiano, nella quale mi sono imbattuto. Arriva da una amministratrice locale sostenuta anche dalla lega. Ed a questa che deve sentirsi proprio vicina, per quanto mi riguarda. E’ arrivata a cercare in un colloquio direttamente con Salvini soluzioni per il proprio Comune. Problemi tra l’altro che da come mi è parso di capire sarebbero risolvibili dal livello provinciale locale.

Accanto a concetti interessanti, nell’editoriale è contenuto un richiamo alle minoranze a collaborare in maniera mite.

Anche qui, si celebra il miracolo dello scavalco di barricata. E’ pur vero che le minoranze di questo comune con la loro maggioranza non sono affatto tenere. Fa specie che a dirlo sia quella lega di lotta, che dall’opposizione avena messo in campo le più veementi proposte. Gazebo, blocchi del traffico, manifestazioni pubbliche (ad Arco per riaprire il punto nascita, ovviamente mai aperto) per le guardie mediche (salvo togliere ad esempio il punto prelievi a Pellizzano). Ma non si fermarono lì. Atti politici pesantissimi, con continue richieste di dimissione dei componenti della giunta, (QUI IL LINK) denunce in procura, alla corte dei conti e chi più ne ha più ne metta. 

Ora al governo, anche questa sindaca si scopre colomba. E in questo ruolo finalmente  mi piace. Invita tutti a collaborare, ad andare d’accordo.

A volersi bene. In fondo, penso faccia bene a tutti alternarsi ai ruoli di governo e opposizione. Ha fatto bene anche a me, ho imparato molte cose.

19 Maggio 2021 0 Commenti
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Piano Discariche. E’ davvero tutto green quello che luccica?

Da Michele Dallapiccola 18 Maggio 2021

La Provincia approva il “Pacchetto europeo di economia circolare”. Si spingerà sul recupero e il riciclaggio dei rifiuti. Diminuendo le discariche.

Buone notizie? Certo, ma il provvedimento contiene anche una polpetta avvelenata. Vediamo di che si tratta.

Come stanno ora le cose?

Il 30/12 l’assessore all’Ambiente, Con la delibera 2295 porta in giunta un discutibilissimo “Piano provinciale di gestione dei rifiuti – stralcio rifiuti speciali con focus sui rifiuti inerti”. 

 

La quantità di rifiuto inerte (pericoloso e non pericoloso) prodotto annualmente in Provincia di Trento nel triennio 2016-2018 è stata di circa 2.154.731 tonnellate. Si tratta quasi prevalentemente di rifiuti non pericolosi prodotti da attività di costruzione e demolizione e quasi interamente sottoposti a recupero. Solo una minima parte (dal 3 al 5%) è destinata allo smaltimento in discarica (per il 2018 si è trattato di 30.020 tonnellate).

Le discariche attualmente attive per lo smaltimento di rifiuti inerti, non pericolosi, sono 17. Il volume residuo ad oggi disponibile è di 580.853 mc. La normativa provinciale in materia ambientale a partire da fine 2009 ha attribuito alla Provincia la pianificazione o la localizzazione delle discariche per rifiuti inerti con capacità superiore a 300.000 metri cubi di volume utile per lo stoccaggio dei rifiuti. Per quelle di volume inferiore la competenza è della Comunità.

 

E quindi d’ora in poi?

Il Piano di gestione dei rifiuti speciali tiene conto di quante discariche per rifiuti inerti serviranno per i prossimi 10 anni. Dai lavori ipotizzati nel decennio, si genererà di volume disponibile totale di almeno 530.000 metri cubi. Troppi per le disponibilità attuali.

 

Dopo l’approvazione del Piano sarà possibile aggiungere circa 300.000 metri cubi. Saranno tutti autorizzati su un unico luogo.

L’ampliamento della discarica Busa di Golin nel comune di San Lorenzo Dorsino.

In questo modo si avranno circa 890.000 metri cubi disponibili ma ancora concentrati su un unico sito. Il Comune di San Lorenzo Dorsino diventerà famoso per essere l’ospite del “discaricone” del Trenino? La spiegazione che viene data, è che si vuole ridurre l’impatto sul sistema ambientale del territorio trentino. Capite tutti però che concentrare tutto il volume disponibile in un unico punto farà aumentare gli oneri di trasferimento dei materiali tra le diverse Comunità e quindi anche gli impatti legati al settore dei trasporti. E poi, vi immaginate il disagio degli abitanti della zona e di tutti quelli che devono andare li da tutto il Trentino?

 

Le comunità locali si stanno interrogando

Ecco perché sarà fondamentale il contributo derivante dalla programmazione delle singole Comunità di Valle. Andrebbe garantita una più equa e sostenibile distribuzione sul territorio di questi impianti di smaltimento per inerti assicurando dei centri di smaltimento maggiormente baricentrici rispetti ai singoli luoghi di produzione. Eventuali correzioni od implementazioni, saranno possibili se a valle dei monitoraggi si dovesse riscontrare assenza di programmazione da parte delle Comunità di Valle. Il primo è previsto a distanza di un anno dall’approvazione del Piano,

 

Sono forti le preoccupazioni che ci sono arrivate da alcuni amministratori dell’alta Valsugana e dalla Val di Sole relative in particolare alla discarica di Monclassico. Il cambiamento politico, non c’è che dire, qui comincia a farsi sentire.

18 Maggio 2021 0 Commenti
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L’Altissimo e il Parco Naturale del Monte Baldo. Quale sviluppo sostenibile, la politica pensa possa meritare?

Da Michele Dallapiccola 16 Maggio 2021

Si dice che un terzo del territorio Trentino sia protetto da regole che ne tutelano la sua preservazione. Forse è anche per questo che qualche anno fa, la Provincia pensò di potenziare la biodiversità recuperando una specie protetta quale è l’orso. Senza pensare che questo, i confini dei parchi naturali, mica li avrebbe riconosciuti e dunque rispettati.

Ma questa è un’altra storia. 

Complice la giornata non proprio splendente, nel pieno della primavera, ieri ho deciso di affrontare la salita al Monte Altissimo. E’ un vero “must” per ogni trentino che si rispetti. 

 

Ancora una volta, è stata l’occasione per lasciarsi trasportare soprattutto dalla storia e dai suoi segni sul terreno. Trincee, strade militari e fortificazioni marcano ancora molto profondamente quello che fu territorio di aspro confine. Teatro di scontri e di attività militari con la complicità della sua posizione estremamente dominante su almeno due vallate.

 

La natura ricomincia impetuosa il suo corso

Lo splendore più significativo me lo ha trasmesso proprio la natura, specialmente coi suoi fiori. Nonostante la stagione in quota sia ancora ferma – oltre i 2000 mt – il verde, le gemme ed i boccioli si stanno arrampicando fin lassù. Ed è una vera esplosione di forme e di colori che chi amministra il Parco ha saputo ben valorizzare con delle chiarissime bacheche. 

 

Non può mancare una riflessione politica

Il senso politico della riflessione che mi porto a casa da questo viaggio riguarda lo stimolo che va inoltrato alla giunta provinciale.

Finora si è dimostrata sensibile prevalentemente al turismo dei grandi numeri. Il che non sorprende! Chi gestisce il dicastero oggi, ha davanti ai propri occhi e nelle corde della propria esperienza di vita una ed una sola modalità di impresa turistica. Quella fatta di funi, di impianti e di grandi numeri. Non a caso, per tutto questo bendidio, per questo spettacolo della natura, la proposta della giunta provinciale è andata in quella direzione. Si è impegnata a valorizzare questo patrimonio naturalistico, stravolgendo negativamente ogni sua originale vocazione. 

 

Invece qui, si sarebbe potuto attivare un apposito programma naturalistico per farne un prodotto provinciale di spessore. Certo, il compito sarebbe andato all’APT. Se solo la si fosse voluta valorizzare anziché come proposto dalla provincia, niente meno che abolirla. Ma grazie alla tenacia, soprattutto di alcuni imprenditori locali, oggi l’ente di promozione d’ambito è salvo. Invece il futuro dei luoghi della mia visita – forse – un po’ meno.

La proposta paventata dalla giunta sarebbe quella di trasformare la località in un carosello sciistico d’inverno e di bike d’estate, con la promessa ultramilionaria del solito “impiantone”. Di queste mega-funi, ce n’è promessa una per ogni valle del Trentino. Costo: 30, 40, 50 milioni di Euro.

 

La giunta dice che è arrivato il tempo del “si”.

 

Spero che a breve faccia arrivare quello del “con che soldi”, e “con quale sincerità”. Perché a me, queste promesse, intanto sembrano proprio una scusa per non far niente.

16 Maggio 2021 0 Commenti
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ORSO E LUPO. CROCE DEI TRENTINI DELIZIA DEI TURISTI

Da Michele Dallapiccola 15 Maggio 2021

Che l’orso e il lupo facciano parte del nostro vissuto culturale, lo certifica la loro manifestazione al nostro fianco fin dalla nostra più tenera età. E’ di pezza, l’orsetto che fin dalla nascita ci accompagna nella culla. E’ nero il lupo che ci spaventa nelle favole non appena cominciamo renderci conto di essere al mondo e a capirci qualcosa.

Anche le località riprendono il nome da fatti del passato magari dimenticati. Costalovara, Crozz de l’ors e chi più ne ha più ne metta. Anche l’iconografia delle località turistiche attinge al simbolismo positivo e al richiamo alla forza della natura che evoca l’accostamento alla loro immagine.

Agli ospiti del Trentino è riservato il privilegio di poter apprezzare solo gli aspetti positivi. Nella generalità dei casi e al netto della paura di alcuni, per chi vive fuori dal Trentino, il solo sapere della loro presenza è fonte di stupore e di fascino.

E’ forse anche per questo che a partire dagli anni ’80 si fece sempre più pressante l’idea della Provincia di reintrodurre l’orso. Il progetto che si concretizzò a cavallo d’inizio millennio. Periodo durante il quale la Direttiva europea “habitat” cominciava fa sentire i suoi effetti. Permetteva al lupo di diffondersi e riprodursi salvando dall’estinzione.


I “buchi” del Progetto Orso

Ma c’è una colpa che va attribuita a chi ha pensato a quel progetto. Avviato con un capo senza pensare ad una sua coda. Cosa si sarebbe fatto quando gli orsi fossero stati troppi? E con il lupo? E così oggi ai residenti oltre al grande onore di aver salvato queste specie dall’estinzione rimangono la paura, i falsi attacchi, i danni a cose e animali. Insomma, presenze che ci si trova a dover più subire che apprezzare.  

Per questo motivo, dopo un lungo e travagliato percorso, la Giunta Rossi attraverso la legge 9/’18 avviò un processo normativo che sarebbe dovuto proseguire con la giunta successiva. Lo scopo era quello di ottenere la possibilità di gestire in Autonomia i Grandi Carnivori del Trentino. Il principio immaginato era quello di sacrificare il soggetto ingestibile per permettere alla specie di prosperare e replicarsi. 


Le colpe del presente.

Mai avremmo pensato che i nostri successori si sarebbero comportati in maniera così meschina. Parliamo di quella stessa lega che faceva finti banchetti di orso sotto ai gazebo. A tre anni dal loro insediamento nulla è stato fatto sul lupo e orso tranne che ingabbiare spietatamente un paio e trattenerli a forza di saldatrice e psicofarmaci. 


Ora la tecnica amministrativa adottata è parlarne poco. Il lockdown, si presta a fagiolo, perché negli incontri via web il dibattito è assente e non serve esporsi più di tanto. Le persone però non dimenticano. Una visita alla Val di Sole dove nello scorso inverno l’orso ha picchiato brutto, ci ha permesso di percepire, l’assai pungente stato d’animo delle persone. Non è andata meglio con lupo in Tesino o nel Primiero, dove siamo stati la scorsa settimana. Lì le predazioni di animali domestici, quest’anno sono partite molto presto. 


Ora a Roma c’è un governo amico. Non c’è più il Ministro Costa al quale addossare ogni responsabilità. Ma di trattative e viaggi di discussione per concordare regolamento nemmeno l’ombra. Eppure sono convinto che se la Coldiretti o chi per essa organizzassero l’ennesima manifestazione di protesta, questi amministratori avrebbero pure il coraggio di presentarsi per primi ad inforcare palco&microfono. A questo punto la mia immaginazione si ferma.


Non so cosa potranno ancora raccontare alle persone.

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BELLI GLI ALBERGHI DEL TRENTINO? BRAVI I NOSTRI IMPRENDITORI!

Da Michele Dallapiccola 14 Maggio 2021

Con questo pezzo vorrei provare a sfatare un paio di falsi miti che affliggono il settore del turismo trentino.

Il primo è quello che vede la categoria degli albergatori come dei privilegiati dall’abbondanza di contributi pubblici. Confermo che sono almeno un paio di decenni, che sono davvero molto misurati. Di seguito proverò a spiegare quanto. Il secondo mito è quello autocelebrativo della politica di oggi. Mi incuriosisce l’atteggiamento sensazionalistico riguardo alla quantità di investimenti fatti dei quali la politica sembra quasi attribuirsi i meriti. Come se prima d’ora non ci fosse stata storia. Forse, semplicemente, la si ignorava?

Vi racconto la mia opinione

Dalle imprese turistiche, i bandi qualità Trentino sono stati sicuramente molto apprezzati. La politica li ha promossi come una vera rivoluzione. A ben vedere però, non si tratta di una novità. O meglio lo è nella forma ma non nella sostanza. Di contributi alle imprese alberghiere infatti, attraverso la legge 6/’99, è almeno dal 1999 che ne vengono distribuiti “ad libitum”.


Da qualche anno sono gestiti dall’Agenzia provinciale per gli incentivi economici, in acronimo APIAE. L’entità dei fondi distribuita è sempre dipesa dalla vivacità del tessuto imprenditoriale. Tante erano le domande, di altrettanto i funzionari segnalavano di rimpinguare le misure. Così negli anni, tolto qualche mese di attesa, sono sempre stati finanziati tutti quelli che ai sensi della suddetta legge ne avevano diritto. Anche durante la nostra legislatura. Mano a mano che chiedevano, seguendo le esigenze degli imprenditori senza nessuna scadenza decisa dalla giunta. 

A memoria, ricordo che venivano distribuiti circa 10 milioni€ all’anno di contributi per ristrutturazione/costruzione di strutture turistico alberghiere. Nel calcolo della somma degli investimenti privati con questi contributi, nel quinquennio della scorsa legislatura, sono stati almeno tra i 200 e i 250 milioni gli investimenti privati ricaduti sul Trentino. Senza contare il singolo “bolo” da oltre 60 milioni€ della struttura realizzata a Pinzolo dal Gruppo Lefay. Chi amministra ora e la località tutta stanno godendo il giusto lustro della felicissima intuizione dell’allora Sindaco William Bonomi.


Ma torniamo al capitolo incentivi. 

Oggi la lega, a questi bandi, ha deciso di dare nome politico e scadenza precisa. L’automatismo ed il diritto che ciascun imprenditore locale ha sempre avuto si è così trasformato in qualcosa che appare molto più legato al placet e all’accompagnamento della politica.

Effettivamente in ogni sua uscita sui social, la giunta Provinciale richiama ad un’interazione diretta con l’assessore competente come se questi fondi fossero gestiti direttamente dal suo Gabinetto. Nulla più che un’ipocrisia visto che in ogni caso, l’istruttoria rimane come legge prevede, in capo ad APIAE. E nulla viene assegnato fuori dal diritto, per giustizia e fortuna di tutti.


Di chi è il merito dei cantieri?

Il merito di questo fervore edilizio, lo vedo dunque poco legato a chissà quale novità. Hanno piuttosto giocato a favore, la speranza in un futuro positivo ma soprattutto un pregresso quinquennio splendente di un crescendo continuo di presenze turistiche. Questo aumento di clientela ha fatto sì che il coraggio delle imprese trentine non si spegnesse nonostante il Covid. E probabilmente la soddisfazione, non ostacolata dalla funesta epidemia, ha colto di sorpresa, anche l’attuale politica.


Lo sforzo e il coraggio degli imprenditori

Per ciò che abbiamo raccontato sopra ben si comprende perchè i complimenti vadano principalmente a chi mette il restante 80% delle risorse che servono per ristrutturare un albergo, cioè i privati. Il piccolo per quanto fondamentale aiuto che ogni partito di ogni colore politico, e che è stato a capo della Provincia, è un atto che considererei dovuto. Lo impone la quantità di tasse che il settore turistico permette annualmente alla Provincia di incassare. 


Per questo, avrei proprio voluto vedere se chi governa il Trentino oggi potesse permettersi di fare meno di così!

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Flavescenza della vite: non sta andando molto bene.

Da Michele Dallapiccola 13 Maggio 2021

La flavescenza dorata è una malattia della vite causata da un fitoplasma. Le piante colpite da questo microorganismo muoiono raramente, però la fitopatia porta a un graduale deperimento della vegetazione influendo negativamente sulle produzioni

Della trasmissione per propagazione di materiale infetto è responsabile una cicalina, lo Scaphoideus Titanus, presente in tutta la Provincia di Trento.

In Trentino in conformità alla normativa vigente si attua la lotta obbligatoria che prevede il trattamento contro l’insetto vettore e l’estirpo obbligatorio delle piante sintomatiche. Partita dalla zona di Storo nel 2012 si sta velocemente propagando all’intera provincia.

Tre fattori complicano le cose 

  • L’aumento delle superfici coltivate con metodo biologico dove l’unico principio attivo ammesso è il piretro naturale. L’efficacia di questo semplice prodotto nel confronto dello scafoideo è piuttosto modesta.
  • Pare anche che i controlli di lotta obbligatoria soprattutto sulla viticoltura amatoriale siano stati piuttosto inefficaci.
  • Infine gioca ruolo significativo la riduzione del diserbo chimico. Lo scaphoideus trova infatti nell’erba alta un ottimo rifugio protettivo. 

I lumi chiesti già lo scorso anno. 

In una risposta dai toni ampliamenti rassicuranti, la giunta aveva voluto rispondere che per contrastare la malattia, sarebbe entrato in vigore un nuovo regolamento europeo “. Si auspicavano conseguenze positive” e che nel concreto sarebbero derivate da maggiori responsabilità attribuite ai vivaisti.

Erano anche stati promessi fondi dall’Unione europea che sarebbero arrivati per il monitoraggio svolto dalla Provincia sui vigneti. Cifre importanti, era stato detto. 

Fondi, studi, controlli ed ispezioni – anche con il supporto della Fondazione Edmund Mach, – non hanno portato, almeno de visu ad un sensibile miglioramento. Incidenza e casistica della patologia nei nostri vigneti sembrano ancora fin troppo diffuse. 

Pare che la vite ora sarà coltivata come nuovo elemento di diversificazione di importanti distretti produttivi agricoli. Forse si affronterà il problema con lo stesso impegno e la medesima solerzia.

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MANOVRA DI BILANCIO “RISTORI” Tanto fumo, provinciale, con l’arrosto, dello Stato.

Da Michele Dallapiccola 12 Maggio 2021

Per quanto mi riguarda confermo che in 13 anni di Consiglio Provinciale, una “Babilonia” del genere non l’avevo mai vista. La stessa Giunta Provinciale nelle parole lette da Spinelli in Aula ha dichiarato: “Nella sua impostazione il disegno di legge ha avuto un iter piuttosto tortuoso…”

Ad onor del vero, tra Stato e Provincia i soldi a disposizione non son pochi. Va considerato però che la crisi ha colpito davvero duro e di conseguenza sarà molto difficile che questa amministrazione riesca a dare soddisfazione con Ristori equi e trasversali a tutti quelli che sono stati colpiti dalla crisi. 

Gli interventi in campo agricolo.

Rubando una metafora mondo dei motori, in questo settore si è smascherato il punto morto inferiore di una narrazione amministrativa che prova a depistare l’opinione pubblica sulle risorse stanziate rispetto agli effettivi bisogni. Settori chiave che nel corso di questi anni ci siamo presi la briga di evidenziare. Irrigazione Bonifica Promozione dell’agroalimentare in particolare vino e latte. Per questi, abbiamo depositato due specifici emendamenti fino ad ora ignorati. E non per scarsa disponibilità.

Tanti soldi, ma per far cosa?

Grazie a risorse messe in campo anche dallo Stato sono 500 i milioni€ totali a disposizione dove 230 provengono dalle casse provinciali.

Si spacciano per impegni straordinari, stanziamenti del tutto ordinari. Come quelli del turismo o degli incentivi alle ristrutturazioni delle strutture ricettive. Peggio va per spese che non era certo il caso di fare in questi tempi difficili. Mi riferisco a quelle per l’aeroporto Catullo o la partecipazione ad ITAS.

Lo avevamo detto in tempi non sospetti.

Rimodulando gli stanziamenti, rimandando pagamenti ed impegni che si sarebbero potuti effettuare dopo l’estate, si sarebbero potuti stanziare fondi fin da subito. Ma che questa maggioranza guardi il proprio tornaconto elettorale rispetto all’utilità collettiva siamo ormai più che abituati.

Spariti i fondi riservati al Primiero

Cito tra tutti, un esempio a mio avviso abominevole commesso quando ancora il peggior problema che il Trentino aveva fino a quel punto vissuto era stata Vaia. Con la scusa di ristorare i danni prodotti dalla tempesta del secolo, questa Giunta eliminò il Fondo di riserva di Trentino Sviluppo. A memoria valeva più di 9 milioni€. Li avevamo lasciati dalla precedente legislatura come base finanziaria di partenza per realizzare il collegamento San Martino Passo Rolle. La lega invece, si è affrettata ad assegnarli in un’unica soluzione ad un paio di soggetti privati in Val di Sole come ristoro dei danni subiti. 

Giusto o sbagliato che sia – chiedo – bisognava correre a darli a due soggetti a scapito di un’intera valle? 

La zona del Primiero è in difficoltà e molti sono gli alberghi in vendita. L’impianto avrebbe potuto dare nuovo slancio specialmente perché è l’unico cantierabile tra la decina di ipotizzati e largamente promessi dalla lega in lungo e in largo per tutta la Provincia. E nel regime delle promesse, si insiste. Si ipotizzano strumenti per salvare gli alberghi, con ipotesi che fanno gelare il sangue nelle vene, come il leaseback. Sarà vero? 

Qualcosa di certo è necessario fare, migliorando lo strumento che provammo a mettere in campo noi la scorsa legislatura. La correzione di quella manovra potrebbe essere una soluzione molto interessante. Ne chiederemo sicuramente conto in una specifica interrogazione.

12 Maggio 2021 0 Commenti
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