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ASSEMBLEA CONGIUNTA: CONSIGLIO PROVINCIALE E CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE. I SINDACI.

Da Michele Dallapiccola 14 Giugno 2022

Ci sono voluti otto anni perché si ripetesse. E’ la distanza temporale che ha impiegato la rappresentanza dei sindaci ad incontrare il consiglio provinciale. 

E’ successo ieri. Piatto forte del momento, chiederete voi, la riforma delle comunità di valle? Ebbene, no! Serpeggiava una diffusa prudenza negli interventi dei Sindaci. In alcuni se ne riconosceva il registro della moderazione e dell’esperienza, in altri sembrava quasi una forzatura, il dover intervenire. Hanno parlato di argomenti molto interessanti, certo, ma la maggior parte ha solo sorvolato la spinosa questione. 

Del resto, pur facendo fatica a capire la destra trentina, è altrettanto facile comprenderne le ragioni. Questa maggioranza infatti, viene da un passato di profonda contrarietà ideologica verso alcuni argomenti chiave. Cito tra tutti l’orso e il lupo. Per questi, siamo passati dall’invocare il piombo e le grigliate al promuovere delle serate in giro per il Trentino dove si predicano pazienza e necessita di convivenza. 

A questa capriola politica se ne sono aggiunte altre. Assai significativa, quella delle Comunità di Valle. I sit-in leghisti in epoca di opposizione si sprecavano. Invocavano l’immediata chiusura dell’Ente intermedio. ora che sono al governo si sono accorti dell’importanza e del ruolo delle comunità di valle. Non le vogliono abolire più! Una riformetta e via!

Peccato che nella semplificazione estrema si sia combinato qualche pasticcio. Con evidenti problemi di tenuta politica, inizialmente la lega tentava di procrastinare tutto a fine mandato. La pressione sulla Provincia però è stata pazzesca.

Chi amministra da Commissario in Comunità oggi, si trova in condizione di continua assunzione di responsabilità fuori sacco e fuori scala. Così in fretta furia si è “messo insieme qualcosa”. La corsa è cattiva consigliera e ha lasciato parecchi buchi nel sistema proposto. Non tedierei il lettore nell’elencazione puntuale delle questioni. Dico solo che quella di ieri poteva essere un’ulteriore occasione di confronto rispetto a quella avvenuta in Commissione. Infatti, i Sindaci dei 3 Comuni più popolosi della Provincia non le hanno mandate a dire. Sul resto, il quadro della discussione è rimasto piuttosto piatto. 

Infine il discorso di risposta della giunta. Imbarazzante per brevità, quello del Presidente.; da illusionista quello dell’assessore competente. Pretendeva concentrazione sulla questione pur importantissima della modalità di riparto delle risorse dedicate ai Comuni. Insistendo. Con una mano mostrava l’oggetto (imposto) dalla discussione con l’altra nascondeva il vero oggetto del contendere: la riforma delle Comunità. 

Dal partito del cambiamento i sindaci trentini hanno il diritto di pretendere qualcosa di più.

14 Giugno 2022 0 Commenti
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LE GIORNATE ROMANE PORTANO SEMPRE UTILI INFORMAZIONI.

Da Michele Dallapiccola 13 Giugno 2022

Era da un po’ che non andavo da quelle parti. Nella Capitale si recuperano sempre informazioni molto interessanti. E a Roma ieri ci sono andato anche per passare dal Mistero all’agricoltura, il MIPAAF, dove conservo ancora qualche interessante rapporto in veste di Consigliere.

Ero curioso di sapere quali novità si prospettano per l’agricoltura nazionale e che margini ci sono per quella trentina. Specie perché dal PNRR gestito dallo Stato derivano disponibilità finanziarie importanti. E soprattutto perché a livello locale provinciale, da questo punto di vista, la situazione sembra piuttosto tesa.

Nelle scorse ore, proprio da questo blog, parlavamo della scarsità di fondi destinati al sistema irriguo. Alla fine la tanto vituperata “Roma ladrona” per ironia della sorte è proprio quella che è venuta in soccorso alla lega che tanto la disprezzava. Per la fortuna dei nostri agricoltori i pochi soldi che finora il settore ha in parola di ricevere vengono da qui. E per come si stanno mettendo le cose probabilmente sarà ancora una volta lo Stato a mettere a disposizione fondi importanti. Alla faccia del Trentino e della Autonomia. Bene dunque faranno i nostri CMF consorzi di miglioramento fondiario a tenere buoni rapporti con il Ministero del MIPAAF. Del resto da questo punto di vista questo governo provinciale ha lasciato molto a desiderare.

Le trattative in videoconferenza vanno benissimo nei casi ordinari. Ma non c’è oro che paghi sguardi, intese e strette di mano dal vivo. Chi si prende il tempo di farlo, di solito, è quello che porta a casa di più. Magari a video spento o fuori telecamera. Il Trentino merita di meglio delle videochiamate? Io sono convinto di sì. E anche se non ho compiti di governo da Roma ieri, anche solo come semplice consigliere, ho portato a casa informazioni molto interessanti.

13 Giugno 2022 0 Commenti
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Agli assetati campi dell’agricoltura trentina, le parole di vicinanza servono a poco.

Da Michele Dallapiccola 11 Giugno 2022

Ci vogliono aiuti finanziari e norme specifiche a sostegno. Per questo, e in quest’ottica stride che in occasione del rinnovo del direttivo della Federazione consorzi irrigui, arrivino i complimenti della giunta. E basta. Più d’uno tra i partecipanti si sarà chiesto cosa significhi vicinanza del governo provinciale ai nostri CMF. Questo perché i rapporti durante la legislatura hanno lasciato un po’ a desiderare. Come già detto la vicinanza della politica all’agricoltura va tradotta in aiuto economico e normativo. Sarà crudo, sarà pragmatico ma è così, agli agricoltori le chiacchere non bastano.

Per quanto riguarda le regolamentazioni, le cose sono andate bene ma non benissimo. La questione DMV-deflusso minimo vitale va ancora definitivamente risolta.

Inoltre, la Federazione ha subito un grossissimo smacco da parte della Provincia. Recentemente, le è stata tolta l’esclusività di azione amministrativa a favore dei consorziati. Anziché trovare la modalità di incentivare “inhouse” l’espletazione delle pratiche burocratiche si è permesso di far fare anche ad altri un lavoro che per esperienza e diritto poteva e doveva appartenere soltanto della Federazione.

C’è stata poi la questione del tubone. Parzialità grave che la giunta aveva voluto provare a far passare come unica soluzione. Così non è stato.

Infine la questione investimenti. Dalla PAT: encefalogramma piatto. Poche idee, poca fatica e tanta attesa: sono le cifre che hanno contraddistinto l’impegno politico nello sbrogliare una matassa complicata. Con tutta onestà un pochino più di niente si poteva proprio provare a fare.

A questo punto agli assetati campi dell’agricoltura trentina non resterà che attendere il prossimo PSR. E probabilmente anche un nuovo assessore.

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L’orgoglio del proprio passato? Una necessaria componente della dignità di ogni persona.

Da Michele Dallapiccola 10 Giugno 2022

Non c’è vestito che mascheri niente a nessuno. Indipendentemente dall’abito, uno, è com’è. Lo puoi vestire come vuoi, collocarlo in qualsiasi ruolo, ma il suo modo di comportarsi dipenderà dal suo animo, dalla sua esperienza di vita e dalla sua capacità di stare al mondo. Oggi dico questo a tutte le persone orgogliose del loro passato.

Prima di entrare nel merito del titolo c’è una questione che vi vorrei raccontare. Mi sono sempre chiesto come si sarebbe comportata la lega di opposizione quando avesse invece ricevuto compiti di governo e di responsabilità. E così è stato. Alcuni suoi rappresentanti – complice la nostra coalizione e il successo del Salvini nazionale – si sono improvvisamente ritrovati consiglieri di maggioranza. Un compito amministrativo senza portafoglio, dove la persona che lo interpreta assume ruolo di legislatore. Si tratta di svolgere un’attività essenzialmente intellettuale. E per meritarsi lo stipendio da consigliere, quello bisogna fare.

Intendiamoci la famosa vicinanza e l’essere tra la gente va sempre e comunque bene. Magari sarebbe meglio farlo dopo giornata, nei giorni di festa. Va meno bene durante l’orario di lavoro. Infatti, quando si aprono i social o l’archivio del consigliere di turno, si vedono sotto foto al mercato a tutte le ore, tagli di nastro d’inaugurazione o complimenti a chi ha fatto qualcosa.

A questo punto qualche domanda arriva spontanea.

La confermo anch’io con la mia testimonianza dall’interno del Consiglio. In questi quattro anni di governo gli interventi in aula, specialmente della componente leghista, si sono essenzialmente limitati ai complimenti alla giunta o al malcapitato imprenditore o sportivo di turno. (Della serie, non hai la grazia di combinare qualcosa di buono in santa pace che ti trovi il politico in casa!). In alternativa, si cimentano a criticare le opposizioni per il lavoro che sono chiamate a fare: azione di controllo, critica e proposta.  E vi garantisco che è capitato spessissimo anche a me. Criticato da assessore prima, da oppositore poi. Non mi stupisco. Il registro della lega, questo era e questo rimane. Una considerazione personale però ci tengo a puntualizzarla. 

Ho sempre cercato di interpretare con grande impegno il mio ruolo di consigliere di opposizione: studiando, scrivendo ed esprimendo critiche e proposte nelle sedi opportune. Ne è testimonianza il numero di atti politici depositati. Non vale meno anche questo blog dove da tre anni pubblico tutti i giorni un mio contenuto originale. Mi sono preso l’impegno di scrivere almeno una pagina di una cosa che so o che penso. Tutti i giorni. Molti di questi scritti si sono poi trasformati anche in atti politici. Perché i contenuti contano e costituiscono il sale del pensiero prima, e dell’azione politica, poi. Per questo in Consiglio – talvolta – perdo la pazienza.

Nei giorni scorsi, ad esempio, mi è capitato di dover apostrofare una proposta di un consigliere leghista. Chiedeva di far votare a tutti un impegno rivolto alla giunta provinciale. Il dispositivo prevedeva che la giunta continuasse a fare il proprio dovere. Ci mancherebbe? A 8mila euro al mese se sei un assessore serio non devono essere i consiglieri provinciali del tuo partito a doverti dire che ti devi impegnare per sostenere le categorie economiche in difficoltà. Quando l’ho voluto esprimere pubblicamente, me le sono pure sentite. E fin qui ci starebbe, ci son abituato. Stavolta però la reazione dell’impenitente leghista non si è fermata lì. L’acculturato consigliere, spinto dal desiderio di raccontare questo suo elaborato pensiero politico, ha pensato bene di canzonare il sottoscritto. Ha corredato di una fine relazione una mia vecchia foto presa dai social, pubblicandole.

Nell’immagine diffusa si vede bene che indosso il giaccone di pelle di pecora tipico dei pastori romeni. Ricordo nitidamente l’occasione. La persona che lo indossava mi disse che sarebbe stata onorata se un medico veterinario, allevatore e politico avesse voluto farsi la foto con lui, con quel giaccone. 

Chi mi conosce sa del mio passato di allevatore. La mia famiglia, come tutte quelle contadine porta grande rispetto per gli animali e ancor più dei propri aiutanti che di loro stesse. Non ci vergogniamo a farci fotografare coi vestiti da lavoro. Specialmente perché a differenza di Salvini e dei suoi seguaci locali quel lavoro lì, noi, lo abbiamo fatto davvero.

Le nostre non sono giacche di fine tessuto di fresco di lana o cravatte di seta ma sono vestiti sinceri. Anche perchè non esiste abbigliamento che mascheri niente e nessuno. Indipendentemente dall’abito, uno, è com’è. Lo si può vestire come si vuole o investirlo di qualsiasi ruolo, ma il suo modo di comportarsi dipenderà dal suo animo, dalla sua esperienza di vita e dalla sua capacità di stare al mondo.

Questo di oggi, è un pensiero che ho voluto raccontare a tutte le persone orgogliose del loro passato. A chi come me, in qualunque veste sia stato ritratto, mai lo rinnegherà ed anzi ne andrà fiero. 

Per me è così soprattutto perché nel filo conduttore dei tre lavori che (io) ho avuto l’onore di svolgere nella vita c’è sempre stato l’impegno nella professionalità e nella parola data.

10 Giugno 2022 0 Commenti
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Manodopera per le imprese. Acqua alla gola. 

Da Michele Dallapiccola 9 Giugno 2022

L’impresa chiama la politica!

Quante chiamate da utenti e conoscenti in queste ore. Chiedono informazioni rispetto al decreto flussi, allo sblocco dei permessi a notizie fresche dal sistema. Un amico del settore del porfido che aspetta una persona dal Marocco, un malghese che aspetta aiuto dall’Albania. Per non parlare della piccola frutticoltura entrata nel vivo dei problemi anche da noi. C’è l’esperto di turno che con fare affabile stabilisce dai palchi dei convegni che la colpa è del reddito di cittadinanza. Poi c’è il sociologo di grido che racconta dei cattivi insegnamenti ai giovani che voglia di lavorare non ne hanno più. Troppa signorilità di massa, ci dice. 

Poi c’è tutta la questione relativa al decreto flussi. 

Di fatto nessuna di queste considerazioni sembra fuori strada. E nell’ambito di questo dramma, è significativo che vi sia una sorta di presa di coscienza collettiva. Appare evidente che l’aver affrontato la questione lavoro in maniera così goffa e drammatica si è finito per ottenere un paradossale effetto contrario. 

Riflettiamo insieme su cosa è successo a causa di alcune forze al governo nazionale in questi ultimi anni.

Per i cinquestelle il problema era la disoccupazione e la diseguaglianza sociale. Principio più che giusto se preso in considerazione come senso assoluto. Se poi però lo corredi qualche miliardo di euro e comici a lasciare a casa gente senza arte né parte non va più bene. Senza contare che il diavoletto delle tentazioni ha spinto più di un italiano ad approfittare in maniera disonesta di questa opportunità. 

Non è andata meglio a chi urlava “al nero”! Come se tutti i nostri mali venissero da lì, Solo oggi ci rendiamo conto quanto grave la situazione. e il brutto deve ancora arrivare. Leggete a QUESTO LINK la situazione in Emilia nell’ambito dell’ortofrutta. Par di capire che vi saranno interi settori non coltivati poiché non si trova la manodopera per la frutta che lì si converrebbe.a anche il settore commercio non va tanto meglio. Sempre più numerosi gli articoli di giornale che ne parlano. Manca il personale e i bar sono costretti a chiudere: citava ieri ad esempio IL DOLOMITI. QUI IL LINK

Insomma: che Draghi stia perdendo consensi e simpatia è cosa nota. Il suo operato però non ha nulla a che vedere in qualità con i provvedimenti populisti del governo gialloverde appena trascorso. I suoi effetti, ancora operativi, hanno una grandissima responsabilità. 

È stato detto: “Via gli stranieri e stipendio gratis a tutti!”. In una società che cambia, con una sempre più innata maldisposizione al sacrificio, l’effetto di questo mix è risultato micidiale.

C’è davvero da chiedersi come sarà possibile uscirne. Speriamo ci venga ancora una volta in soccorso, la serietà e la competenza di affrontare l’amministrazione della cosa pubblica di alcune persone. Anche in questo caso sempre meno numerose. Ci vorrà tempo, troppo, e i danni saranno ancora molti.

9 Giugno 2022 0 Commenti
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Scrapie: cosa c’entra questa malattia con pecore e montoni? 

Da Michele Dallapiccola 8 Giugno 2022

In principio fu il prione: cioè? Qualcosa che sta alla base della vita, un solo microscopico nastro proteico, parassita di altre cellule. In pratica parliamo di una molecola che è in grado di nascere replicarsi e morire. Rispondente ai principi che definiscono la vita, dunque. 

Molti di noi hanno presente il più famoso tragico pasticcio biologico del genere. Passato alla ribalta della cronaca, il prione che tutti conosciamo è quello responsabile del cd morbo della mucca pazza. Nella sua forma tipica degli ovini si chiama Scrapie, dall’inglese “to scarpe” grattare. Provoca un danno neurologico che si manifesta prima di condurre a morte l’animale, lo porta a comportarsi in maniera deviata come se continuasse a grattarsi. Fortunatamente, la trasmissibilità all’uomo è considerata un rischio pressoché trascurabile. Provoca invece una diffusa perdita nelle produzioni al punto da essere oggetto di un piano di profilassi europeo declinato nelle sue trasposizioni statali e dunque anche locali.

A questo link potete trovare tutte le indicazioni al riguardo del Ministero della Salute.

La ricerca ha potuto constatare che la trasmissibilità si associa ad una specifica condizione genetica. La cui assenza si accompagna invece ad una esenzione da trasmissibilità del prione. Per questo, vengono testati animali e principalmente i montoni nei greggi. Si cerca la presenza di uno specifico allele (caratteristica genetica) definito con una sigla Arr/Arr che si accompagna allo stato di animale sano che non trasmette il morbo. Per questo a livello di mercato i prezzi dei montoni testati ed esenti è schizzato alle stelle arrivando a moltiplicare in maniera esponenziale il loro valore. 

Pecore e capre, queste dimenticate.

L’ovinicoltura è stato un settore particolare trascurato da questa giunta provinciale. Poca massa critica scarso corpo elettorale tra i pastori? Eppure il numero di capi a livello provinciale è particolarmente cresciuto in questi anni. Ha superato quello dei bovini. E dai rincari non è sicuramente rimasto esente. Nemmeno dalla prossima PAC arriveranno grosse soddisfazioni.

Per questo motivo ci è sembrato opportuno depositare un emendamento che provvedesse a stanziare un importante incentivo per sostenere l’acquisto di questo tipo di animali. 

Poca cosa per la PAT, grande attenzione per un settore apparentemente marginale ma estremamente strategico per la gestione dei terreni abbandonati. 

8 Giugno 2022 0 Commenti
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L’amore verso gli animali. È una condizione così intima che si dice venga “dal sangue”. Poi c’è anche chi la strumentalizza.

Da Michele Dallapiccola 7 Giugno 2022

Che gli argomenti legati all’ambiente, alla natura e al rapporto col mondo animale non siano mai stati il cuore dell’agenda politica di questa maggioranza, è cosa nota.

Anzi. Ricordiamo tutti una lega nel suo passato di opposizione dove banchetta a base di carne di orso. O una maggioranza che tra i suoi primi atti amministrativi di legislatura parte con l’abolire il comitato faunistico o sospende gli incontri pubblici per la presentazione del rapporto Orso. E che fine ha fatto il “Progetto Turnat”: Il turismo incontra la natura? Che politiche, che iniziative di promozione del turismo naturalistico si stanno portando avanti? Sulla mobilità sui passi nulla di deciso. Sulla gestione sostenibile delle Olimpiadi: nebbia fitta. E nell’ambito della gestione rifiuti? E come commentare il paradosso di aprire le discariche nelle valli le cui APT stanno portando avanti un immagine verde e vicina all’ambiente?

Eppure si cercano comunque sacche di consenso spiccio toccando tasti di sensibilità sociale. Anche nel tentativo di carpire sostegno nel campo di argomenti già in mano ad altre forze politiche. Tant’è. Il perseguimento del populismo spinge ad osare. Trascina su campi del dibattito politico mai calcati prima. 

Una condizione che ci ha portato ad assistere ad un autentico derby nella maggioranza. Tra Lega e FdI fin dalla presentazione in commissione del disegno di legge che proibisce l’uso della catena abbiamo assistito a vero e proprio teatrino. Nella recita due membri di maggioranza erano trascesi in un malcelato battibecco. L’oggetto del contendere era il diritto di intestarsi la paternità del principio enunciato dalla norma. Incontestabile, giustissimo: come si fa a dire che non è una bella cosa? Ed è innegabile che il principio sia più che positivo. 

Ma se dopo il fremito di soddisfazione interiore dall’aver accarezzato il consenso populista, questa maggioranza viene posta di fronte alla cruda realtà, va in crisi e si spegne in un misterioso silenzio. 

Chi nella vita ha la fortuna di avere accanto la compagnia di un cane, da affetto o per lavoro, sa cosa voglio dire. Ci sono dei momenti dove è fondamentale avere la possibilità di contenere o custodire il proprio piccolo amico. Esattamente come quando si lascia a sé stesso un infante. Non può mai essere perso d’occhio e così è per il cane. Non possiede l’etica umana, ragiona e agisce secondo logiche sue che spesso ai più, a molti umani sono sconosciute. Può quindi capitare che per evitare spiacevoli inconvenienti sia necessario trovare i mezzi per poter gestire l’animale anche in assenza del proprietario. Altrimenti, fughe o morsi inaspettati vanno messe in conto. Riflettiamoci, quante persone vogliono bene al cane come ad un figlio eppure lasciano il cane chiuso per ore in appartamento?

Dunque dire no alla catena non vuol dire nulla se non si tiene conto delle necessità di gestione dei tempi in cui l’animale rimane solo. Affrontare invece il problema in maniera così superficiale fa semplicemente venire da ridere. Si cerca il consenso della parte bella del principio senza assumersi la responsabilità di spiegare come va gestito e calato nella realtà.

E le persone intelligenti, a questo punto, non cadono nel tranello del consenso cercato.

7 Giugno 2022 0 Commenti
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Lì dentro. Gli italiani nei social.

Da Michele Dallapiccola 6 Giugno 2022

Il mondo della comunicazione on-line ci permette di relazionarci in maniera virtuale nei modi, ma altrettanto vera nei contenuti.

Filippo Ceccarelli, ha lavorato per Repubblica ed è stato soprattutto un giornalista politico. Per oltre 40 anni. Ieri pomeriggio lo abbiamo incontrato alla presentazione del suo ultimo libro dal titolo “Lì dentro”. 

Ci ha voluto raccontare come si sia sentito attratto dal mondo dei social soltanto al termine della sua carriera. pochi anni fa. Da goffo frequentatore come si è voluto definire, ha ben presto compreso che il mondo dei social, ad una prima osservazione, si presenta come greve, brutale, volgare quasi. Ma in fondo, a ben vedere, finisce per rappresentare in maniera limpida la nostra società. Anche quando gli eccessi (davvero tanti) debordano. Anche lì, osservando con attenzione si può scorgere chiaramente l’umanità nella sua espressione più vera e poi diretta.

Oggi la politica attinge a piene mani dai social. 

Un tempo non era così. Perché un tempo i valori religiosi, la patria, l’etica imposta erano sopra tutto. Grazie a quei riferimenti quasi dogmatici le scelte della politica o più ampiamente anche della cultura avevano una guida certa e precisa. 

Dagli anni ‘80, con Craxi prima e con Berlusconi poi, l’edonismo dilagante ha cancellato tutto. Il ceto politico, di lì a seguire, non possiede più nessun credo, nessuna ideologia ha più valore. Nella società del qui e subito il crudo realismo dei social è il grembo accogliente per ogni tentativo di carpire l’attenzione sotto qualsiasi forma. Lo strumento si presta, permette ai politicanti di sguazzarci dentro ed ampliare l’oggi, l’io.

Ed è qui che si genera un nuovo inaspettato problema. Sui social prolifera una concorrenza tremenda di argomenti interessanti, dell’umanità più varia, di fesserie e di grandissime amenità. E per apparire si devono pubblicare cose tremende e continue. Ecco perché è normale che le persone finiscano per chiedersi chi ci sta davvero governando? Chi si sta occupando seriamente della cosa pubblica?

La chiusura della presentazione non può andare alla responsabilità di ciascuno di noi. Se fossimo un  po’ più attenti a chi possiamo votare forse le cose andrebbero meglio. Senza dimenticarsi di condannare l’astensionismo, ulteriore sintomo della gravità di questa situazione. 

C’è speranza? Di riuscire a fuggire da questo tripudio di balletti, di cagnolini, di “buongiorno mondo!”, “buon caffè” o buon lunedì a tutti! Ceccarelli dice sì, io mica tanto. 

Anche se scrivo riflessioni, ricerco pensieri e produco contenuti. Provo ad utilizzare i social per diffonderli ma vivo anch’io la concorrenza di tutto quello che ho scritto sopra. E’ così dura, che non mi rimarrà che provare a cercare risposta nella lettura di questo saggio.

6 Giugno 2022 0 Commenti
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A rischio 200 aziende agricole. Tanto è il terreno mediamente coltivato e a rischio di edificazione. 

Da Michele Dallapiccola 5 Giugno 2022

Intanto la Provincia a trazione centrodestra comunica la massima attenzione al mondo contadino. Si fatica a capire come.

Una delle tante mancanze di questo esecutivo provinciale è stata – almeno fino ad ora – la scarsa propensione al mantenimento del territorio. Mi riferisco a quello legato alla valorizzazione urbanistica dei terreni, specie agricoli. 

Chi mi conosce sa quanto impegno investimmo a tal riguardo insieme alla Lista Cives a Civezzano all’inizio degli anni 2000. Per il Comune di quel tempo la “sovra urbanizzazione” era diventata un problema urgentissimo, a tratti drammatico. Per questo nella scorsa legislatura mi sentii felice partecipe della revisione del PUP svolta dal collega di Giunta Carlo Daldoss. Avevamo imposto un saldo nel consumo del suolo pari a zero! Promuovemmo una filosofia severa, improntata al saldo zero per nuovo cemento, nuove edificazioni, insomma.

Poi, per carità, in veste di amministratore pubblico, so benissimo che esistono dei diritti acquisiti che difficilmente si possono violare. E letto dalla parte delle imprese è anche giusto che sia così. La certezza del diritto in questa strana Italia è sempre più un optional.

L’amara constatazione dell’Osservatorio del paesaggio

Venendo all’attualità, non passa assolutamente inosservato il Rapporto dell’Osservatorio del Paesaggio. Della perdita di aree citate avevamo già avuto occasione di parlarne anche su questo blog. QUI IL LINK AD UNA RECENTE CONSIDERAZIONE.

Non ci eravamo fermati lì. Vi ricordate le numerose prese di posizione che riguardano il mancato recupero di terreni da sfalcio e da pascolo in alcune aree devastate da Vaia? QUI IL LINK DI APPROFONDIMENTO. Poteva essere una soluzione compensatoria che tanto avrebbe fatto bene al nostro sistema turistico, innanzitutto e zootecnico, non certo in secondo ordine. Con una Pac che sempre più, si basa sulla valorizzazione del territorio locale, avere qualche ettaro in più a disposizione da parte dei  nostri allevatori non sarebbe stato affatto male. 

L’azione compensativa testè citata apparirebbe tanto più opportuna quanto più si tenga in considerazione un fatto. A proposito di diritti acquisiti, secondo l’osservatorio sono ancora 4000 gli ettari edificabili residuali. In assenza di recupero di altrettanta superficie coltivabile la situazione vista dal punto di vista degli agricoltori sarà drammatica. L’estensione media di un’azienda agricola in Trentino è meno di 2 ettari. Con 4000 sacrificati al cemento vorrà dire che il Trentino perderà la superficie coltivata da 200 aziende agricole. I numeri sono impietosi. Per questo quando sentiamo parlare di massima attenzione, massima vicinanza da parte della maggioranza verso il mondo contadino, rabbrividiamo.

Non bastano oboli finanziari una tantum o presenza a sagre, feste e banchetti degli agricoltori. Serve visione, programmazione a lunga scadenza. Un contadino senza terra non può programmare proprio un bel niente.

5 Giugno 2022 0 Commenti
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Che tipo di politico vogliamo per la nostra Provincia?

Da Michele Dallapiccola 4 Giugno 2022

Se c’è una cosa che questo governo provinciale ha mantenuto tra le numerose promesse della campagna elettorale è quella del cambiamento.

A dire il vero, forse, i trentini si aspettavano qualcosa di diverso. Maggiore concretezza di sicuro. E’ un’affermazione forte la mia, perentoria ma basata sull’osservazione dei fatti. Di nuovo, non avviato dalla precedente amministrazione si è visto davvero poco. In quattro anni, ricorderei la gratuità dei mezzi pubblici per gli over 70 e il concertone del mese scorso. Il primo provvedimento è costato davvero poco. Pare siano stati sufficienti poco più di 300 mila euro. Certo per secondo non son bastati 6 milioni di euro. Per forza, nella terra di Pantalone la Provincia si era accordata che pagava a piè pagina.

Dal punto di vista normativo ogni assessore ha provato a mettere in campo la sua riforma, riformina o riformetta. Quando non cassate dalla giustizia statale, fino ad ora hanno cambiato davvero poco della vita di noi cittadini. E forse è questo un punto nodale di questa riflessione. Abbiamo detto che l’impegno politico del centrodestra al governo del Trentino ha cambiato poco o nulla nella vita di noi cittadini. E questa cosa non va affatto bene. Perché nel frattempo un’epidemia e una guerra ai confini dell’Europa hanno fortemente minato serenità e soprattutto potere d’acquisto degli stipendi del trentino medio.

Tant’è. Nel frattempo la macchina amministrativa provinciale al netto di quello che ha influito la politica ha continuato a funzionare. Così sono pochi quelli che si sono davvero accorti dell’immobilismo amministrativo. Per contro giunta e maggioranza provinciale hanno girato come le trottole per ogni dove e per ogni angolo del territorio provinciale. 

Conoscendo perfettamente il carico di lavoro che svolge un assessore provinciale si rispetti, questo presenzialismo spinto inquieta un pò. L’intera maggioranza è assidua frequentatrice di una miriade di attività assolutamente incongruenti con il suo mandato. Così i cittadini un po’ più attenti fanno la fine di quelli seduti su un autobus che si mette in moto e guardando dal finestrino vedono il loro autista entrare all’autogrill. Chi sta guidando? 

Fortunatamente, e fuori da questa metafora, l’Autobus-PAT è dotato di pilota automatico. Sono moltissime le decisioni prese dalla dirigenza provinciale. Spesso vicarianti assenze assessorili altrove impegnate. Viene da chiedersi fino a quando potrà andare avanti questo sistema prima che la macchina amministrativa e di conseguenza i suoi cittadini, ne abbiano a che risentirne.

La vicinanza della politica che piace. Ma è onesta anche quando è eccessiva?

Sorprendentemente e in tutta onestà devo tuttavia confermare che molti sembrano apprezzare particolarmente questo tipo di atteggiamento. I loro beniamini, i politici, vicini alle persone, alla gente, al taglio di ogni tipo di nastro all’assunzione di qualunque tipo di cibo purché sia fritto, arrostito, bollito cucinato o popolare. Ci può stare, posso capirlo. Anche se per fare politica e amministrazione – e bene – tutto questo non può bastare. Perciò voglio chiudere questa breve considerazioni con una cruda domanda. A cosa serve la politica?

Chi amministra viene pagato, giusto? Per un lavoro fatto di momenti operativi e di pesante impegno intellettuale. Chi viene eletto in Provincia è come se diventasse manager di una multinazionale da quattro miliardi e mezzo di bilancio all’anno. Non certo un beniamino degli spettacoli e dei balletti. Per questo le attività di rappresentanza soprattutto se funzionali al proselitismo politico andrebbero dosate attentamente. Tenute a margine degli impegni istituzionali. 

Invece in questa Consiliatura sono arrivate cose mai viste prima. Abbiamo spostato Consigli provinciali perché passava il giro d’Italia. Sospeso sedute perché tornava a casa l’atleta di turno con una medaglia e c’era da correre a festeggiarlo. Abbiamo visto consiglieri di maggioranza andare in vacanza e abbandonare la seduta consiliare perché ormai avevano prenotato

Quando sceglierete la vostra prossima amministrazione della cosa pubblica rifletteteci bene. Soprattutto se deciderete di votare i vostri politici perché son sempre venuti alle vostre feste: Saranno certo stati simpatici ma per farlo avranno abbandonato loro lavoro caratteristico.

Per che tipo di impegno viene pagato chi amministra la cosa pubblica? Lo racconterò con una seconda metafora.

Il mio medico, il mio meccanico, il mio veterinario, son contento di averlo amico, no? Vicino a me a tutte le occasioni di festa.

Ma se dopo avergli affidato una prestazione professionale lo vedessi in giro con me tutto il giorno a far festa qualche dubbio me lo porrei. Chi ha curato il cane nel frattempo? Aggiustato la macchina? Chi sta studiando la mia diagnosi? 

E così al ritorno dalla festa, dove gli stessi professionisti presenti alla festa mi presentassero la parcella, magari pure salata, qualche dubbio sull’onestà del lavoro che pago finirei per pormelo proprio.

4 Giugno 2022 0 Commenti
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Dopo un po' nella vita, ti accorgi che intorno
il mondo cambia e allora ti vien voglia di dire la tua!

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